Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Najara    02/08/2015    4 recensioni
Un anno dopo gli avvenimenti che tutti conosciamo ad Arendelle arriva la primavera e con essa le prime navi, ma non tutte portano cose buone. La regina di Arendelle e la principessa Anna si troveranno a dover affrontare nuovi pericoli e temibili nemici ma per Elsa potrebbe essere in arrivo molto di più... ovviamente non mancheranno il tenerone e spensierato Olaf e il timido e burbero Kristoff.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Appena in tempo, siamo ancora domenica! ;-)

Spero che questo capitolo scateni in voi la voglia di commenti!

Buona lettura!

 

 

Nono capitolo: Decisioni eroiche

 

“Esmeralda! Guarda Olaf” il pupazzo di neve fece di corsa gli ultimi passi e raggiunse la vetta potendo osservare la città risplendere. “E’ fatta, non ci resta che scendere e…” Anna corrugò la fronte e fece una smorfia.

“Cosa c’è? Ti è venuta fame? Perché sai che io non ho bisogno di mangiare e non riesco bene a capire se dopo due giorni ti andrebbe un bel tortino…” Anna si mise a gesticolare per fermarlo.

“Non parlare di cibo Olaf, altrimenti svengo!” La ragazza roteò gli occhi sentendo il suo stomaco brontolare, erano due giorni che camminava ed era riuscita a trovare solo qualche frutto di bosco. Poi ricordandosi la sua preoccupazione indicò il grande porto della città. “Guarda, gli ivoriani ci aspettano…”

 

Elsa era rinchiusa nella cabina del capitano da due giorni ormai, non appena avevano raggiunto il porto era stato più prudente non mostrarsi. La nave ivoriana era vicinissima e vari marinai la tenevano d’occhio. Anche Kristoff era relegato sotto coperta ed era molto più insofferente di lei.

“Ci sta mettendo troppo… dobbiamo andare a cercarla”

“Anna se la cava benissimo e tu lo sai” Il ragazzo annuì ma allo stesso tempo si preoccupò. Si Anna era un portento ma… era anche un adorabile disastro.

“Vado a fare un giro” Disse il ragazzo e uscì dalla stanza. Elsa invece rimase seduta composta al suo posto. Aveva passato una vita rinchiusa in camera non le sembrava particolarmente difficile ora attendere con pazienza. Un leggero bussare la fece voltare verso la porta.

“Buongiorno, sono tornati a mani vuote anche questa mattina, ma noi non siamo stati più fortunati.” I marinai ivoriani uscivano in gruppi per sorvegliare le entrate nella città e per setacciare la foresta circostante. Loro li tenevano d’occhio e tentavano di trovare Anna prima degli ivoriani. Elsa sospirò, tentava di dimostrarsi forte con Kristoff perché non si abbattesse ma era preoccupata. Se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.

“La troveremo, ormai è una questioni di ore o al massimo di un giorno.” Tentò di rassicurarla il capitano.

“Grazie capitano…” Disse poi vedendo la ragazza indugiare la guardò interrogativa e la donna si stropicciò le mani. “Cosa c’è?” Chiese subito apprensiva Elsa.

“Nulla di grave… scusate, non volevo spaventarvi è solo che… mi chiedevo… ecco…” Elsa la guardò perplessa, non ricordava di averla mai vista tanto agitata se non quando aveva evitato di toccarle la mano. “Io devo dirvi una cosa importante, il fatto è che…”

“E’ qui!” Kristoff entrò come un uragano nella stanza.

“Dove?” Chiese Elsa alzandosi in piedi, il ragazzo le afferrò la mano e la tirò fuori verso uno degli oblò che davano sulla spiaggia. “Guarda!” Era così agitato ed eccitato che si dimenticò che una regina non veniva afferrata e tirata a quel modo. Ma neppure Elsa vi badò. Sulla spiaggia, esattamente dal lato opposto rispetto alla nave ivoriana Anna stava correndo a più non posso.

“Gli ivoriani non possono vederla, non ancora.” Il capitano che li aveva seguiti sorrise. “Bella idea entrare dal porto, nessuno lo sorveglia, non ci aspettavamo che arrivasse da qui.”

“Andiamo a prenderla!” Disse solo Elsa poi corse sul ponte. La scialuppa era già calata e lei vi salì assieme a un agitatissimo Kristoff, al capitano e a sei marinai che iniziarono a vogare con energia verso la spiaggia.

Elsa era composta anche in quella situazione mentre Kristoff era teso in avanti, talmente tanto che uno scossone avrebbe potuto gettarlo in mare.

“Anna!” Urlò e la ragazza che correva si voltò con sguardo stupito verso il mare. Solo allora li vide.

Kristoff! Elsa!” Urlò a sua volta nel vedere prima uno e poi l’altro. Elsa non riuscì più a trattenersi, con agitazione si alzò in piedi e raggiunse la prua della piccola scialuppa. Lì attese immobile, il suo invidiabile senso dell’equilibrio che le permetteva una posizione impossibile per chiunque altro.

“Maledizione” La voce bassa e furiosa del capitano attirò gli sguardi di tutti. “Ci hanno visti” Disse allora la donna indicando il porto da cui un gruppo di marinai ivoriani stava arrivando correndo. Anche Anna li aveva visti e stava saltellando chiedendosi chiaramente se gettarsi in acqua oppure no.

“Faremo così” Il capitano prese il comando con sicurezza “Noi terremo a bada i marinai ivoriani per il tempo sufficiente ad Anna di togliervi i bracciali, poi toccherà a voi toglierci dai guai. Sono in superiorità numerica quindi non dureremo a lungo.” Elsa annuì poi si voltò verso la donna e le prese la mano.

“Se Anna non ci riuscisse arrendetevi. Io mi consegnerò e loro non vi faranno del male, non gli importa di voi” La donna scosse la testa.

“Non vi lascerò nelle loro mani” Elsa lesse intensità in quegli occhi nocciola e sentì il calore della mano della ragazza che ancora teneva stretta.

“E’ un ordine capitano” Sorrise triste poi lasciò la sua mano e tornò a guardare Anna. Con poche ultime vogate furono da lei. Elsa saltò dalla nave e corse nelle sue braccia mentre Kristoff, il capitano e i marinai estraevano le spade e si gettavano sugli ivoriani.

“Elsa! Sei venuta a prendermi” Anna la stringeva forte contro di sé, tremava, sopraffatta dalla tensione di tutti quei giorni.

“Sì, sono venuta Anna.” Sentendo il clangore di spade Elsa si riscosse “Anna, guarda” Alzò le maniche mostrando i bracciali “Sono magici, bloccano il mio potere perché controllano il mio cuore. Devi liberarmi” Anna la guardava confusa ma alle sue ultime parole cercò di sganciare i bracciali della sorella.

“Non funziona!” Disse disperata mentre tirava inutilmente.

“Sei il padrone del mio cuore…” Disse nel panico Elsa, “Liberami!” chiese con disperazione. Vide uno dei suoi uomini cadere e si morse le labbra, non stava funzionando.

“Elsa… mi dispiace, mi dispiace…” Mormorava Anna mentre continuava inutilmente a cercare di liberarla.

“Fermi!” Urlò allora Elsa, le lacrime che le scendevano lungo le guance.

“Fermi” Ripeté una voce forte e abituata al comando. Immediatamente gli ivoriani retrocedettero, disimpegnandosi dagli avversari. Il capitano Sif si fece avanti con un largo sorriso sulle labbra.

“Allora, allora… cosa abbiamo qui?” Anna stringeva le mani sui bracciali di Elsa ma quando lo vide arrivare si frappose tra i due con coraggio. “Oh ma è un incontro regale questo…” Elegante come sempre eseguì un perfetto inchino.

“Brutto…” Kristoff saltò verso di lui ma si ritrovò con la spada alla gola.

“Fai una mossa e sei morto” Disse con voce minacciosa il capitano ivoriano.

“No!” Urlò invece Anna, ma Elsa le prese la mano trattenendola.

“Fermo, se farai del male a uno chiunque di queste persone mi toglierò la vita e non avrete che un cadavere da far sposare al vostro califfo.” Solo allora tutti videro cosa Elsa teneva in pugno, un pugnale sottile ma sufficiente ad ucciderla se lei lo avesse voluto. Il capitano sgranò gli occhi.

“Non lo fareste mai…” Ma era dubbioso e Elsa non cedette.

“Sì, lo farò. Ora lasciate andare tutti, compresa mia sorella. Sono sempre stata io quella che volevate, ebbene, prendetemi”

“No” Protestarono sia Anna che il capitano Soy.

“Non erano questi gli accordi” Rispose invece il capitano Sif che però sembrava seriamente valutare l’offerta. Elsa si fece coraggio e cercò di convincerlo.

“Volevate un ostaggio perché io sposassi il vostro califfo, capisco, era un buon piano, ma come vedete anche un buon piano ha le sue pecche. Ora dovete decidere se uccidere tutti e rimanere a mani vuote o ascoltarmi e vincere comunque.” Fece una pausa e continuò “Prendete me, avrete la sposa e il potere che desideravate per il califfo. Il mio regno continuerà a sopravvivere, dopo tutto non vi è mai interessato e io saprò che mia sorella è libera.”

“Potreste essere meno collaborativa senza lei come ostaggio” Controbatté l’ivoriano.

“Avete la mia parola, non tenterò di fuggire.”

“Farete la brava ragazza?” Elsa sentì la bocca seccarsi mentre sentiva il giogo scendere di nuovo sulla sua testa. Ma Anna era più importante, lo era sempre stata.

“Sì”

“No!” Protestò Anna, “Elsa, no, lasciami andare con loro vedrai che…”

“No Anna” Le prese le mani sorridendo, “Sei la mia sorellina e ti proteggerò sempre”

“Ma non ho bisogno di essere protetta! Io ho bisogno di te!” Le lacrime scendeva lungo il suo viso ma Elsa le raccolse e poi le baciò delicatamente il viso.

“Sei la mia coraggiosa sorellina, guiderai il paese con forza e saggezza, sono sicura che sarai una grande regina.”

“No no no” Mormorava invece Anna ma era chiaro che sua sorella aveva preso una decisione e Elsa sapeva essere irremovibile.

“Andrà tutto bene” Le disse lei, la abbracciò ancora una volta, l’ultima volta e poi si diresse verso il capitano Sif.

“Ho la vostra parola d’onore? Saranno tutti liberi e vivi?”

“Sì, se io ho la vostra che farete la brava”

“Ce l’avete”

“Molto bene” Si voltò verso i suoi mariani e fece un gesto secco, le spade furono inguainate mentre quattro uomini attorniavano Elsa.

“Verrò con voi” Tutti si voltarono a guardare stupiti verso la donna che aveva parlato.

“E voi chi sareste?” Chiese spazientito il capitano Sif.

“Non ha importanza, verrò con voi, come sua guardia personale, non credo che sarà un problema per voi, dico bene?” L’uomo la guardò dalla testa ai piedi poi si strinse nelle spalle ed annuì.

“No, capitano, cosa state facendo?” intervenne Elsa.

“Non discuterò di questa decisione con voi” Disse la donna poi si voltò verso i suoi marinai, dite al nostromo che è stato promosso, portate la principessa Anna e Kristoff ad Arendelle poi tornate a casa.”

“Ma capitano…”

“Come ho detto non discuterò con nessuno la mia decisione”. Detto questo si infilò tra i quattro uomini accanto a Elsa e si incamminò verso la nave ivoriana.

Non appena furono a bordo le calarono in una stanza buia con solo una botola come apertura e un oblò sigillato con assi. Elsa attese che la botola fosse chiuse per scatenarsi contro il capitano.

“Perché? Perché condannarvi ad una schiavitù certa? Siete consapevole che non potrò garantire la vostra sicurezza qui? E neppure a Ivoria!” Elsa scuoteva la testa preoccupata e tesa “Mi sono sacrificata per salvare mia sorella ma anche tutti voi! Ora potranno farvi del male per obbligarmi ad obbedire loro! Perché non mi avete dato ascolto?”

La donna fece un passo avanti poi gemette e si piegò cadendo a terra. Elsa si gettò accanto a lei.

“Cosa…?” Alzò le mani umide e le trovò sporche di sangue “Sei ferita!” Mormorò inorridita.

“Lo avevo detto che non sono brava quanto voi a schivare…” Elsa vide subito lo strappo nella camicia e lo allargò osservando la ferita nel fianco. Non riusciva a capire quanto fosse estesa a causa del sangue. “Perché non lo avete detto prima?” Chiese cercando di tamponare la ferita.

“Ero troppo presa a fare l’eroe…” Ridacchiò lei ma era chiaro che soffriva.

“Aiuto!” Urlò allora Elsa guardando in alto verso la botola, pochi istanti e si aprì. “Aiuto, è ferita, vi prego aiutatela!”

 

“Non dovevo lasciarla andare, non dovevo” Anna guardava la grande nave ivoriana uscire dal porto con disperazione. Kristoff la teneva tra le braccia cercando di dargli il conforto di cui la ragazza aveva disperatamente bisogno.

“Non avrei dovuto restare indietro…” Mormorò invece Olaf. Visto che era impossibile non notarlo Anna gli aveva chiesto di aspettare nel bosco ma ora che li aveva raggiunti ed era a bordo della nave era triste e agitato, umori estranei al suo carattere. “Dovremmo andare a salvarla”. Disse e Anna lo guardò stupita.

“Hai ragione!”

“Ma… Anna… è impossibile…” Kristoff scuoteva la testa, era disperato per come la situazione si era evoluta ma sapeva che un salvataggio era impossibile.

“Nulla è impossibile se lo si vuole veramente! Devo riprovare ad aprire quei bracciali, sono sicura di poterla liberare!”

“Anna…”

Kristoff, lo sai che non la abbandonerò mai!” Il ragazzo scosse la testa e poi sorrise.

“Allora cosa stiamo aspettando? Andiamo a salvare tua sorella”.

 

  
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