Appena
in tempo, siamo ancora domenica! ;-)
Spero
che questo capitolo scateni in voi la voglia di commenti!
Buona
lettura!
Nono capitolo: Decisioni eroiche
“Esmeralda!
Guarda Olaf” il pupazzo di neve fece di corsa gli ultimi passi e raggiunse la
vetta potendo osservare la città risplendere. “E’ fatta, non ci resta che
scendere e…” Anna corrugò la fronte e fece una smorfia.
“Cosa
c’è? Ti è venuta fame? Perché sai che io non ho bisogno di mangiare e non
riesco bene a capire se dopo due giorni ti andrebbe un bel tortino…” Anna si
mise a gesticolare per fermarlo.
“Non
parlare di cibo Olaf, altrimenti svengo!” La ragazza roteò gli occhi sentendo
il suo stomaco brontolare, erano due giorni che camminava ed era riuscita a
trovare solo qualche frutto di bosco. Poi ricordandosi la sua preoccupazione
indicò il grande porto della città. “Guarda, gli ivoriani ci aspettano…”
Elsa
era rinchiusa nella cabina del capitano da due giorni ormai, non appena avevano
raggiunto il porto era stato più prudente non mostrarsi. La nave ivoriana era
vicinissima e vari marinai la tenevano d’occhio. Anche Kristoff
era relegato sotto coperta ed era molto più insofferente di lei.
“Ci
sta mettendo troppo… dobbiamo andare a cercarla”
“Anna
se la cava benissimo e tu lo sai” Il ragazzo annuì ma allo stesso tempo si
preoccupò. Si Anna era un portento ma… era anche un adorabile disastro.
“Vado
a fare un giro” Disse il ragazzo e uscì dalla stanza. Elsa invece rimase seduta
composta al suo posto. Aveva passato una vita rinchiusa in camera non le
sembrava particolarmente difficile ora attendere con pazienza. Un leggero
bussare la fece voltare verso la porta.
“Buongiorno,
sono tornati a mani vuote anche questa mattina, ma noi non siamo stati più
fortunati.” I marinai ivoriani uscivano in gruppi per sorvegliare le entrate
nella città e per setacciare la foresta circostante. Loro li tenevano d’occhio
e tentavano di trovare Anna prima degli ivoriani. Elsa sospirò, tentava di
dimostrarsi forte con Kristoff perché non si
abbattesse ma era preoccupata. Se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe
mai perdonato.
“La
troveremo, ormai è una questioni di ore o al massimo di un giorno.” Tentò di
rassicurarla il capitano.
“Grazie
capitano…” Disse poi vedendo la ragazza indugiare la guardò interrogativa e la
donna si stropicciò le mani. “Cosa c’è?” Chiese subito apprensiva Elsa.
“Nulla
di grave… scusate, non volevo spaventarvi è solo che… mi chiedevo… ecco…” Elsa
la guardò perplessa, non ricordava di averla mai vista tanto agitata se non
quando aveva evitato di toccarle la mano. “Io devo dirvi una cosa importante,
il fatto è che…”
“E’
qui!” Kristoff entrò come un uragano nella stanza.
“Dove?”
Chiese Elsa alzandosi in piedi, il ragazzo le afferrò la mano e la tirò fuori
verso uno degli oblò che davano sulla spiaggia. “Guarda!” Era così agitato ed
eccitato che si dimenticò che una regina non veniva afferrata e tirata a quel
modo. Ma neppure Elsa vi badò. Sulla spiaggia, esattamente dal lato opposto
rispetto alla nave ivoriana Anna stava correndo a più non posso.
“Gli
ivoriani non possono vederla, non ancora.” Il capitano che li aveva seguiti
sorrise. “Bella idea entrare dal porto, nessuno lo sorveglia, non ci
aspettavamo che arrivasse da qui.”
“Andiamo
a prenderla!” Disse solo Elsa poi corse sul ponte. La scialuppa era già calata
e lei vi salì assieme a un agitatissimo Kristoff, al
capitano e a sei marinai che iniziarono a vogare con energia verso la spiaggia.
Elsa
era composta anche in quella situazione mentre Kristoff
era teso in avanti, talmente tanto che uno scossone avrebbe potuto gettarlo in
mare.
“Anna!”
Urlò e la ragazza che correva si voltò con sguardo stupito verso il mare. Solo
allora li vide.
“Kristoff! Elsa!” Urlò a sua volta nel vedere prima uno e
poi l’altro. Elsa non riuscì più a trattenersi, con agitazione si alzò in piedi
e raggiunse la prua della piccola scialuppa. Lì attese immobile, il suo
invidiabile senso dell’equilibrio che le permetteva una posizione impossibile
per chiunque altro.
“Maledizione”
La voce bassa e furiosa del capitano attirò gli sguardi di tutti. “Ci hanno
visti” Disse allora la donna indicando il porto da cui un gruppo di marinai
ivoriani stava arrivando correndo. Anche Anna li aveva visti e stava
saltellando chiedendosi chiaramente se gettarsi in acqua oppure no.
“Faremo
così” Il capitano prese il comando con sicurezza “Noi terremo a bada i marinai
ivoriani per il tempo sufficiente ad Anna di togliervi i bracciali, poi
toccherà a voi toglierci dai guai. Sono in superiorità numerica quindi non
dureremo a lungo.” Elsa annuì poi si voltò verso la donna e le prese la mano.
“Se
Anna non ci riuscisse arrendetevi. Io mi consegnerò e loro non vi faranno del
male, non gli importa di voi” La donna scosse la testa.
“Non
vi lascerò nelle loro mani” Elsa lesse intensità in quegli occhi nocciola e
sentì il calore della mano della ragazza che ancora teneva stretta.
“E’
un ordine capitano” Sorrise triste poi lasciò la sua mano e tornò a guardare
Anna. Con poche ultime vogate furono da lei. Elsa saltò dalla nave e corse
nelle sue braccia mentre Kristoff, il capitano e i
marinai estraevano le spade e si gettavano sugli ivoriani.
“Elsa!
Sei venuta a prendermi” Anna la stringeva forte contro di sé, tremava,
sopraffatta dalla tensione di tutti quei giorni.
“Sì,
sono venuta Anna.” Sentendo il clangore di spade Elsa si riscosse “Anna,
guarda” Alzò le maniche mostrando i bracciali “Sono magici, bloccano il mio
potere perché controllano il mio cuore. Devi liberarmi” Anna la guardava
confusa ma alle sue ultime parole cercò di sganciare i bracciali della sorella.
“Non
funziona!” Disse disperata mentre tirava inutilmente.
“Sei
il padrone del mio cuore…” Disse nel panico Elsa, “Liberami!” chiese con
disperazione. Vide uno dei suoi uomini cadere e si morse le labbra, non stava
funzionando.
“Elsa…
mi dispiace, mi dispiace…” Mormorava Anna mentre continuava inutilmente a
cercare di liberarla.
“Fermi!”
Urlò allora Elsa, le lacrime che le scendevano lungo le guance.
“Fermi”
Ripeté una voce forte e abituata al comando. Immediatamente gli ivoriani
retrocedettero, disimpegnandosi dagli avversari. Il capitano Sif si fece avanti con un largo sorriso sulle labbra.
“Allora,
allora… cosa abbiamo qui?” Anna stringeva le mani sui bracciali di Elsa ma
quando lo vide arrivare si frappose tra i due con coraggio. “Oh ma è un
incontro regale questo…” Elegante come sempre eseguì un perfetto inchino.
“Brutto…”
Kristoff saltò verso di lui ma si ritrovò con la
spada alla gola.
“Fai
una mossa e sei morto” Disse con voce minacciosa il capitano ivoriano.
“No!”
Urlò invece Anna, ma Elsa le prese la mano trattenendola.
“Fermo,
se farai del male a uno chiunque di queste persone mi toglierò la vita e non
avrete che un cadavere da far sposare al vostro califfo.” Solo allora tutti
videro cosa Elsa teneva in pugno, un pugnale sottile ma sufficiente ad
ucciderla se lei lo avesse voluto. Il capitano sgranò gli occhi.
“Non
lo fareste mai…” Ma era dubbioso e Elsa non cedette.
“Sì,
lo farò. Ora lasciate andare tutti, compresa mia sorella. Sono sempre stata io
quella che volevate, ebbene, prendetemi”
“No”
Protestarono sia Anna che il capitano Soy.
“Non
erano questi gli accordi” Rispose invece il capitano Sif
che però sembrava seriamente valutare l’offerta. Elsa si fece coraggio e cercò
di convincerlo.
“Volevate
un ostaggio perché io sposassi il vostro califfo, capisco, era un buon piano,
ma come vedete anche un buon piano ha le sue pecche. Ora dovete decidere se
uccidere tutti e rimanere a mani vuote o ascoltarmi e vincere comunque.” Fece
una pausa e continuò “Prendete me, avrete la sposa e il potere che desideravate
per il califfo. Il mio regno continuerà a sopravvivere, dopo tutto non vi è mai
interessato e io saprò che mia sorella è libera.”
“Potreste
essere meno collaborativa senza lei come ostaggio” Controbatté l’ivoriano.
“Avete
la mia parola, non tenterò di fuggire.”
“Farete
la brava ragazza?” Elsa sentì la bocca seccarsi mentre sentiva il giogo
scendere di nuovo sulla sua testa. Ma Anna era più importante, lo era sempre
stata.
“Sì”
“No!”
Protestò Anna, “Elsa, no, lasciami andare con loro vedrai che…”
“No
Anna” Le prese le mani sorridendo, “Sei la mia sorellina e ti proteggerò
sempre”
“Ma
non ho bisogno di essere protetta! Io ho bisogno di te!” Le lacrime scendeva
lungo il suo viso ma Elsa le raccolse e poi le baciò delicatamente il viso.
“Sei
la mia coraggiosa sorellina, guiderai il paese con forza e saggezza, sono
sicura che sarai una grande regina.”
“No
no no” Mormorava invece Anna ma era chiaro che sua sorella aveva preso una
decisione e Elsa sapeva essere irremovibile.
“Andrà
tutto bene” Le disse lei, la abbracciò ancora una volta, l’ultima volta e poi
si diresse verso il capitano Sif.
“Ho
la vostra parola d’onore? Saranno tutti liberi e vivi?”
“Sì,
se io ho la vostra che farete la brava”
“Ce
l’avete”
“Molto
bene” Si voltò verso i suoi mariani e fece un gesto secco, le spade furono
inguainate mentre quattro uomini attorniavano Elsa.
“Verrò
con voi” Tutti si voltarono a guardare stupiti verso la donna che aveva
parlato.
“E
voi chi sareste?” Chiese spazientito il capitano Sif.
“Non
ha importanza, verrò con voi, come sua guardia personale, non credo che sarà un
problema per voi, dico bene?” L’uomo la guardò dalla testa ai piedi poi si
strinse nelle spalle ed annuì.
“No,
capitano, cosa state facendo?” intervenne Elsa.
“Non
discuterò di questa decisione con voi” Disse la donna poi si voltò verso i suoi
marinai, dite al nostromo che è stato promosso, portate la principessa Anna e Kristoff ad Arendelle poi tornate
a casa.”
“Ma
capitano…”
“Come
ho detto non discuterò con nessuno la mia decisione”. Detto questo si infilò
tra i quattro uomini accanto a Elsa e si incamminò verso la nave ivoriana.
Non
appena furono a bordo le calarono in una stanza buia con solo una botola come
apertura e un oblò sigillato con assi. Elsa attese che la botola fosse chiuse
per scatenarsi contro il capitano.
“Perché?
Perché condannarvi ad una schiavitù certa? Siete consapevole che non potrò
garantire la vostra sicurezza qui? E neppure a Ivoria!”
Elsa scuoteva la testa preoccupata e tesa “Mi sono sacrificata per salvare mia
sorella ma anche tutti voi! Ora potranno farvi del male per obbligarmi ad
obbedire loro! Perché non mi avete dato ascolto?”
La
donna fece un passo avanti poi gemette e si piegò cadendo a terra. Elsa si
gettò accanto a lei.
“Cosa…?”
Alzò le mani umide e le trovò sporche di sangue “Sei ferita!” Mormorò
inorridita.
“Lo
avevo detto che non sono brava quanto voi a schivare…” Elsa vide subito lo
strappo nella camicia e lo allargò osservando la ferita nel fianco. Non
riusciva a capire quanto fosse estesa a causa del sangue. “Perché non lo avete
detto prima?” Chiese cercando di tamponare la ferita.
“Ero
troppo presa a fare l’eroe…” Ridacchiò lei ma era chiaro che soffriva.
“Aiuto!”
Urlò allora Elsa guardando in alto verso la botola, pochi istanti e si aprì.
“Aiuto, è ferita, vi prego aiutatela!”
“Non
dovevo lasciarla andare, non dovevo” Anna guardava la grande nave ivoriana
uscire dal porto con disperazione. Kristoff la teneva
tra le braccia cercando di dargli il conforto di cui la ragazza aveva disperatamente
bisogno.
“Non
avrei dovuto restare indietro…” Mormorò invece Olaf. Visto che era impossibile
non notarlo Anna gli aveva chiesto di aspettare nel bosco ma ora che li aveva
raggiunti ed era a bordo della nave era triste e agitato, umori estranei al suo
carattere. “Dovremmo andare a salvarla”. Disse e Anna lo guardò stupita.
“Hai
ragione!”
“Ma…
Anna… è impossibile…” Kristoff scuoteva la testa, era
disperato per come la situazione si era evoluta ma sapeva che un salvataggio
era impossibile.
“Nulla
è impossibile se lo si vuole veramente! Devo riprovare ad aprire quei
bracciali, sono sicura di poterla liberare!”
“Anna…”
“Kristoff, lo sai che non la abbandonerò mai!” Il ragazzo
scosse la testa e poi sorrise.
“Allora
cosa stiamo aspettando? Andiamo a salvare tua sorella”.