Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    03/08/2015    1 recensioni
Sembra incredibile, ma Lupin è stato catturato e adesso è bloccato dietro le sbarre! Ma non è stato acciuffato dalla polizia, ma bensì da Balalaika, la nota mafiosa a capo del cartello russo di Roanapur. Ma che ci faceva da quelle parti il noto ladro, in quel paese affacciato sul mare della Thailandia e corrotto fino al midollo? Bhe, forse era lì per uno dei suoi incredibili furti... forse...
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Lupin III, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 - Un killer per Lupin


Lupin e Jigen, durante la loro fuga in mezzo alla foresta pluviale, non si fecero molte domande su chi potevano essere i due individui che li stavano inseguendo. Forse erano due mercenari assoldati da Balalaika per ucciderli. O magari due avventurieri del posto che volevano riscuotere i soldi sulla taglia di Lupin. Saperlo in quel momento però non aveva molta importanza, a dir la verità...
Attraversare la fitta vegetazione si rivelò più complicato del previsto, si poteva avanzare solo di un paio di passi alla volta, ma alla fine i due fuggiaschi riuscirono a superare la giungla, finendo in uno spiazzo che conduceva ad un promontorio sul mare. Il cielo si stava colorando d'arancione, ormai il tramonto era quasi finito e Lupin si sentì sollevato, osservando l'orizzonte: entro pochi minuti sarebbe scesa la notte e ciò avrebbe sicuramente favorito la sua fuga. Ma all'improvviso i due sentirono delle urla provenire alle loro spalle, abbastanza lontane rispetto alla loro posizione. Sembravano grida di dolore e i due uomini si scambiarono un'occhiata confusa, non riuscivano a trovare una spiegazione a quell'evento. Nonostante il loro nervosismo, Lupin e Jigen decisero di tornare sui loro passi, ovviamente impugnato le loro pistole.
Appena fecero qualche metro, i due ladri impallidirono davanti a ciò che videro: sotto i loro occhi c'erano due cadaveri, immersi in una pozza di sangue che aveva tinto l'erba di rosso. Ad un veloce esame, Lupin capì che i due corpi erano quelli dei suoi inseguitori, un dettaglio che lo agitò non poco. Uno di loro aveva la faccia rivolta verso il basso e la schiena era stata trafitta da numerosi pugnali, come se avesse tentato di fuggire da qualcuno. Il secondo corpo era ridotto in maniera peggiore: era stato decapitato con un colpo secco e preciso, e la testa gli era finita a qualche metro di distanza.
Neanche il tempo di riprendersi da quella orribile scena e all'improvviso un rumore nell'erba mise in guardia entrambi. Doveva esserci qualcuno tra la vegetazione e d'istinto i due uomini tornarono indietro verso la costa. Se era proprio necessario affrontare qualcuno, era meglio farlo in uno spazio aperto...
Lupin e Jigen rimasero appostati fuori dalla vegetazione per un po', fino a quando non videro una figura femminile compare in mezzo alla giungla. Giovane e dai tratti asiatici, indossava un tradizionale kimono cinese rosso, coperto da una leggera giacca bianca. Aveva i capelli neri e lunghi, tenuti insieme da uno spuntone, e in mano teneva due lame ricurve molto affilate, dette kukri, legate tra loro da uno spago. Dal sangue presente sul filo di entrambe le armi, era chiaro che era stata lei ad uccidere i due che stavano dando la caccia a Lupin. Non sapendo quali fossero le intenzioni della ragazza, il ladro dalle origini francesi decise di temporeggiare.
«Salve!» esordì Lupin, con un sorriso di cortesia, quasi fuori luogo in quel momento. «Con chi ho il piacere di parlare?»
«Sei tu Lupin?» domandò la ragazza.
«Oui, c'est moi! In carne e ossa!» rispose il ladro. «Ora che mi sono presentato, potrebbe dirmi gentilmente chi è lei, bella signorina?»
Anche in quella situazione, Lupin riuscì ad essere un gentiluomo.
«Se proprio insisti... il mio nome è Shenhua» rispose la ragazza. Aveva un forte accento cinese.
«Perfetto! Pure una pazza cinese dovevamo avere alle calcagna!» commentò Jigen.
«Taiwanese...» corresse Shenhua, fulminando con lo sguardo il pistolero.
«E da come hai sistemato quei due tipi, devi essere un killer professionista...» affermò Lupin. Poco dopo aggiunse: «Peccato, mi sarebbe piaciuto incontrarti in una diversa circostanza...»
«Ho sempre odiato i cascamorti come te» ribatté Shenhua, alzando una delle sue lame e indicandolo. Stranamente Lupin non sembrava troppo preoccupato della situazione, come se avesse tutto sotto controllo, ma all'improvviso sentì dei passi provenire dalla vegetazione al suo fianco. Con sua grande sorpresa, sbucarono dalla giungla due membri della Black Lagoon, Revy e Dutch.
«Ehi! Che ci fai qui liso flitto?» domandò la mercenaria a Shenhua. Le due ragazze si erano già incontrate in passato, ma non andavano molto d'accordo.
«Non sei l'unica che dai la caccia a Lupin, tloietta...» ribatté la taiwanese.
«Lupin, che facciamo?» mormorò Jigen assai preoccupato. I due appena arrivati erano ben armati: Revy aveva le doppiette usate durante la sparatoria sulla barca, Dutch stringeva tra le mani un fucile a pompa.
«Dividiamoci Jigen! Mi farò vivo io!» affermò il ladro dalla giacca rossa. In un attimo i due uomini si separarono ed entrambi si mise a correre come matti seguendo la linea della costa. Prontamente il killer taiwanese, che si era accorta della mossa di Lupin, inseguì il suo obiettivo, mentre Revy e Dutch si lanciarono all'inseguimento del pistolero vestito di scuro.
Alla disperata ricerca di una via di fuga, Jigen scappò lungo la costa per trovare un varco nella giungla, ma era così folta che era impossibile attraversarla, senza rimanere impigliati nella vegetazione. A quel punto il pistolero decise di proseguire la sua corsa lungo il promontorio, facendo attenzione a non scivolare sulla roccia umida. Superare i vari dislivelli lo faticò non poco, ma dopo un po' fu costretti a fermarsi: era arrivato alla fine della costa, che scendeva a strapiombo sul mare. Senza possibilità di muoversi, Jigen ebbe giusto il tempo di impugnare la pistola, quando Revy lo raggiunse con le doppiette in mano. La ragazza mostrò un feroce ghigno al suo avversario, ma ciò che impressionò di più il socio di Lupin era il suo sguardo. Era spiritato, come se fosse stata posseduta da un demone.
Qualche attimo dopo anche Dutch arrivò sul posto, puntando il suo fucile contro Jigen. «Non ti muovere!»
«Due contro uno. Sono proprio in una brutta situazione...» commentò il pistolero, con una punta di desolazione.
«Puoi ben dirlo!» confermò il mercenario di colore.
«Non intrometterti Dutch!» gridò Revy. «Ho un conto in sospeso con questo bastardo, stai indietro!»
Conoscendo il pessimo carattere della mercenaria, il suo capo preferì lasciargli l'iniziativa. In ogni caso, il robusto uomo di colore rimase nelle vicinanze, pronto ad intervenire se necessario.
Rimasti uno di fronte l'altra, Jigen e Revy si scambiarono un'intensa occhiata, creando un'atmosfera degna di un film western. Con le spalle al muro, il compagno di Lupin iniziò a riflettere ad un modo per uscire da quella situazione, anche se non era per nulla facile. Non solo era circondato, ma doveva affrontare un avversario armato di due pistole, che rappresentava un serio problema per lui. Pur essendo molto veloce nell'estrarre l'arma e prendere la mira, in quella situazione Jigen non avrebbe mai potuto tenere il passo di Revy, che aveva una cadenza di fuoco doppia rispetto alla sua. Inoltre lo sguardo della ragazza lo aveva un po' intimorito, era da molto tempo che non accadeva una cosa del genere...
I duellanti rimasero immobili per diversi secondi, dando l'impressione che il tempo si fosse congelato. Nessuno sembrava prendere l'iniziativa, ma all'improvviso Jigen fece la prima mossa. Non potendo uscire illeso da quello scontro, provò almeno a limitare i danni, sperando che quel giorno la fortuna fosse dalla sua parte.
Il pistolero vestito di nero sollevò il braccio e in un istante prese la mira per sparare verso sinistra. Quasi in contemporanea Revy rispose al fuoco, ma in quell'attimo sentì un inteso bruciore alla mano destra. Jigen aveva centrato in pieno una delle pistole, ma non poté far nulla per bloccare l'altra, che sparò nella sua direzione. Per il dolore, Revy tolse lo sguardo dal pistolero per qualche secondo, ma appena riaprì gli occhi, scoprì che Jigen era scomparso.
Leggermente spaesata e con una sola pistola in mano, la mercenaria si guardò attorno e solo in quel momento Dutch la raggiunse, per raccontarle ciò che era accaduto. La ragazza aveva sparato al braccio sinistro di Jigen, che a causa del colpo subito aveva perso l'equilibrio, finendo per cadere in mare. Sentendo quelle parole, Revy fece uno scatto e raggiunse la costiera, guardando attentamente verso il basso. C'erano poche possibilità che Jigen fosse sopravvissuto ad un volo del genere: il dislivello era veramente molto alto e il mare in quel punto era profondo e disseminato di scogli.
Sebbene la mercenaria avesse vinto il duello, non era per nulla contenta in quel momento. Prima di sparargli, lo voleva vedere dritto negli occhi, ma avendo quel maledetto cappello nero calati sugli occhi, Revy non era riuscita a capire fino in fondo il suo avversario. E ciò l'aveva innervosita non poco, ma a farla rimanere calma ci pensò Dutch, che le ricordò che aveva ancora un compito da svolgere: acciuffare Lupin.

Tornando indietro sui loro passi, i due mercenari della Black Lagoon costeggiarono il promontorio e si misero alla ricerca del ladro dalla giacca rossa, seguendo la via in cui era scappato in precedenza. Dopo aver camminato per un po', Revy e Dutch iniziarono a scendere lungo un sentiero ghiaioso, che conduceva ad una piccola spiaggia piena di scogli. Non c'era nessuno da quelle parti, l'unico rumore che si sentiva era quello delle onde, che con forza si infrangevano contro le rocce.
Sospettando che Lupin fosse più avanti, i due mercenari proseguirono nella loro avanzata, lungo una via disseminata di sassi bianchi. Le ricerche proseguì per un po', ma ad un certo punto Revy, da lontano, intravide una figura a lei familiare. Era Shenhua, che comodamente seduta su uno scoglio, si stava rifacendo il trucco. Percorrendo velocemente la distanza tra lei e il killer professionista, Revy la raggiunse e si mise al suo fianco, dopo aver scavalcato un paio di dislivelli.
«Ehi, liso flitto! Dov'è finito Lupin?»
«E' lì dietro. Non credo che avrà la forza di scappare...» rispose Shenhua, finendo di truccarsi.
Lupin era steso a faccia in giù non molto distante dalla taiwanese, praticamente immobile. Aveva una lama conficcata dietro la schiena, ma per sua fortuna non era una ferita grave. Ma era abbastanza profonda da provocargli un dolore allucinante, che gli impediva di fare qualsiasi movimento. Vedendo quella scena, a suo dire pietosa, Revy puntò le sue pistole su Lupin e decise di rendere meno amara la sua agonia. La mercenaria stava ormai per premere il grilletto, quando all'ultimo secondo si accorse che Shenhua gli era giunta alle spalle, puntando i suoi kukri a pochi centimetri dalla gola. Infuriata per quel gesto, Revy lentamente si voltò verso il killer.
«Che cazzo stai facendo?» urlò, gettando un'occhiataccia verso la taiwanese.
«Stammi a sentire, tloietta! Mi pagheranno un mucchio di soldi se glielo porto ancora vivo...ed io li voglio, chiaro?» spiegò Shenhua, minacciandola. Per evitare che la situazione degenerasse, a quel punto intervenne Dutch.
«Revy! Evitare di compiere una delle tue solite stronzate e stammi a sentire!» avvisò il mercenario di colore. «Forse è meglio lasciarlo in vita, per il momento. Non credo che Balalaika si arrabbierà se glielo portiamo abbastanza integro... anzi! Potrebbe esserci grata per ciò!»
Convinta di più dalle parole di Dutch, che dalla velata minaccia di Shenhua, Revy ripose le armi e tirò un lungo sospiro per la delusione. Ma prima che il suo capo prendesse in custodia Lupin, la ragazza con le doppiette si avvicinò al ladro e sussurrandogli in un orecchio gli disse: «Oggi è stato il tuo giorno fortunato...»
In risposta, Lupin lentamente si voltò verso di lei e gli fece un sorriso beffardo, come per sottolineare che in qualche modo aveva fregato tutti i presenti. Infuriata per quella reazione, Revy gli tirò un tremendo cazzotto in pieno volto, talmente forte che Lupin svenne sul colpo.


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