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Autore: mrsilent_0    03/08/2015    0 recensioni
Il mondo in cui vive Alaska Strike è diviso da guerre da ormai troppo tempo.
I lupi neri, coloro che hanno il potere, coloro che hanno tutto, o quasi, rivendicano le terre cedute ai lupi blu nei secoli passati.
I lupi blu, i saggi, i coraggiosi, coloro che darebbero la vita pur di non venir sottomessi ai neri, combattono con tutte le proprie forze per non dar loro quello che rivendicano.
Alaska ha diciannove anni e fa parte dei blu da sempre.
Però lei è diversa, è qualcosa che nessuno ha mai visto. Perché lei, in un mondo di lupi, è l'unico esemplare rimasto di tigre rossa.
Ma, cosa accadrebbe se qualcuno avesse scoperto il suo segreto?
~ ● ~ ● ~ ● ~ ●
«Perché si sa, mia cara Alaska, i segreti più impenetrabili sono nascosti in bella vista.»
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto correndo da ore ormai.
Mi sono addentrata troppo nella foresta e mi sono completamente persa. Non mi era mai capitato prima. Di solito riesco sempre a trovare una via d'uscita da ogni situazione.
Vorrei fermarmi e tornare indietro, ma le gambe non mi ascoltano. Continuano ad avanzare da sole.
Sono sudata, ho i polmoni in fiamme e la testa inizia a girarmi.

Devo fermarmi, penso. Devo smettere di correre, ora.
Chiudo gli occhi, stringo i denti e provo a girare a sinistra. Le gambe però continuano a spingermi avanti, schivando abilmente ogni ramo o sasso che incontrano sul sentiero.
Vorrei urlare dalla disperazione ma, quando apro la bocca, non esce alcun suono.
Non capisco cosa sta succedendo e l'unica cosa che voglio adesso è tornare a casa. 
Riapro gli occhi e faccio un respiro profondo per cercare di trattenere le lacrime.
Non posso piangere, mi ripeto.
Sento rimbombare nella testa le parole che mio padre mi diceva ogni volta che da bambina scoppiavo a piangere. 

Piangere è da deboli, piccola mia, e tu non lo sei e non lo sarai mai.
Continuo la mia folle corsa. 
Non so dove sto andando e non mi interessa minimamente.
Però decido di provare un'ultima volta a cambiare direzione. Mi concentro, chiudo nuovamente gli occhi e mi aggrappo a un piccolo ramo che spunta dal tronco dell'albero alla mia destra. Con tutta la forza che mi è rimasta, e con l'aiuto del ramoscello, faccio una giravolta verso destra e finalmente riesco a tornare indietro. Ma le gambe cedono dopo pochi passi e inciampo.
Butto avanti le mani, per attutire la caduta, ma mi faccio comunque male alle ginocchia, le quali sbattono contro un tronco spezzato.
Merda.
Mi giro sulla schiena e riprendo fiato. La testa mi gira spaventosamente e ho gli abiti appiccicati alla pelle a causa del sudore. 
Dopo pochi minuti mi metto seduta e controllo le ginocchia. I pantaloni sono strappati in corrispondenza del punto in cui mi sono ferita. Sono solo piccoli graffietti, fortunatamente. 
Prendo una boccata d'aria e con calma mi rialzo.
La testa ha smesso quasi del tutto di girare, buon segno.
Mi guardo intorno e non riconosco niente. Quella che credevo fosse la foresta in cui solitamente andavo a correre era un luogo totalmente nuovo e sconosciuto. 
Cammino fino ad un grande albero dall'aspetto vecchio e ci appoggio la fronte sul tronco. 
Non so come andarmene e, per la prima volta, ho paura.
Mi volto di scatto. Sono sicura di aver sentito un rumore ma, dopo un'attenta osservazione, noto che non c'è niente.

Stai pure diventando paranoica, bene. 
E di nuovo sento quel rumore. Come di un rametto che si spezza. Il mio sguardo guizza verso sinistra. C'è qualcuno. Lo vedo. Lo sento.
Una sagoma nera mi da le spalle. È a pochi metri da me ed è esattamente immobile. Sembra un uomo, ma non ne sono sicura.
Mi muovo piano, per evitare di attirare l'attenzione di quella creatura. Ma questa si volta all'improvviso, facendomi fermare di botto. Quando vedo la sua faccia capisco all'istante che non è un uomo.
Gli occhi sono gialli e brillano nel buio della foresta, la mani hanno lunghi artigli ricurvi e i denti sono una fila di piccole lame affilate. Mi sorride e si avvicina.
Affilo lo sguardo e mi metto in posizione d'attacco. Gamba destra indietro, ginocchia leggermente piegate, schiena dritta e le braccia davanti al volto, come un pugile. 
Stringo i pugni e mi preparo alla battaglia. La creatura inizia a correre verso di me. Quando me la ritrovo davanti le tiro un pugno dritto in faccia facendolo barcollare. 
Si riprende in fretta e prova ad afferrarmi. Mi piego e gli tiro un calcio sul femore destro, facendogli perdere l'equilibrio. 
Mi rialzo e faccio un salto all'indietro. La creatura si mette in ginocchio e punta i suoi grandi occhi gialli nei miei azzurri. Poi alza le braccia e ritira gli artigli.
E finalmente capisco che non vuole combattere. Mi rilasso, ma resto comunque lontana da essa.
Lentamente si rialza e inizia a parlarmi. Ma io non capisco, è una lingua sconosciuta a me. Continuo a fissare la creatura con un'espressione spaesata. Ma a lei sembra non importare che io capisca o meno quello che mi dice.
Poi succede qualcosa di inaspettato. La foresta viene scossa da un violenti terremoto che mi fa finere col culo per terra. La creatura non è sorpresa e rimane perfettamente ferma.
Cerco di parlare, di chiedere che succede ma, proprio come poco fa, non esce niente. Provo a rimettermi in piedi ma cado di nuovo, rotolando sul terreno. La creatura mi guarda, e mi sussura qualcosa. Questa volta, con mio grande stupore, riesco a capire cosa mi dice. Rimango interdetta. Quello che mi dice è l'ultima cosa che mi sarei mai aspettata.
«
Lunga vita alla Regina»
Non riesco a fare altro se non spalancare occhi e bocca perché, all'improvviso, la creatura inizia a disintegrarsi sotto i miei occhi. Il corpo nero si stava sgretolando, emanando raggi di luce così intensa che sono costretta a guardare da un'altra parte. 
Poi un urlo sovrumano esce dalla bocca della creatura. Vorrei scappare ma non posso, il terreno continua a muoversi troppo.
Così mi tappo le orecchie con le mani e urlo a mia volta.
Sta volta, dalla mia bocca, esce un urlo pieno di terrore. 

   
 
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