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Autore: Letizia25    03/08/2015    1 recensioni
«Com’è la vita?»
«La vita è bellissima già per il semplice fatto di esistere, per il fatto di poter dire: “Sono parte di qualcosa di meraviglioso”. Perché la vita è bellissima, nonostante tutti i problemi che possano presentarsi durante il cammino. La vita è un continuo cadere e rialzarsi, a volte da soli, a volte grazie agli altri. La vita è colore, è quell’unico arcobaleno che, qualche volta, comprende anche il nero. La vita è scoprire, emozionarsi, piangere, ridere, soffrire. La vita è originalità, è unica. La vita è pazzia pura.»
*
«Ti prego Ashton, insegnami a vivere!»
«Ma non so come si fa.»
«Allora lo capiremo insieme.»
*
Il destino si divertirà a far incontrare due mondi apparentemente diversi, ma accomunati da tante, troppe cose. Due ragazzi si si ritroveranno a lottare insieme contro qualcosa che all’apparenza sembra impossibile da affrontare. Ma poi l'amore si mette in mette in mezzo.
E sarà proprio l’amore ad aiutarli a superare qualsiasi cosa, insieme.
*
Una storia che parla di quanto sia importante vivere al massimo ogni singolo giorno che ci è dato da vivere, perché la vita è una sola e non va sprecata, mai.
*
Trailer: http://youtu.be/1rNyxp_yUAI
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Sto scrivendo una storia a 4 mani con Nameless_Sam, una mia amica :).
Si chiama Can you keep me safe tonight? e la trovate sul suo profilo.
Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate, ci fareste felicissime, sul serio!
Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=6SIgzZVoKfs) e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3192273&i=1). 
Buona lettura!


19.
Concerto
 
 

All’Annandale Hotel quella sera, quel 3 dicembre 2012, c’erano molte più persone di quante i 5 Seconds of Summer si sarebbero mai aspettati. Avevano fatto davvero tantissima pubblicità su ogni tipo di social network, e si erano pure dati da fare – grazie anche alle ragazze – con un numero infinito di volantini, che avevano sparso in ogni dove in città. Dopotutto, era il loro primo vero concerto, anche se le canzoni del loro repertorio non erano poi così tante. Ma ci tenevano, tenevano tantissimo a quella loro prima esibizione che avevano fatto di tutto pur di far sapere alla gente che ci sarebbe stata. Solo che mai avrebbero creduto che avrebbe potuto avere un successo simile. Stessa cosa per i video che avevano caricato su YouTube di cui, in pochissimo tempo, le visualizzazioni erano aumentate a perdita d’occhio, rendendoli fieri e felici, sopratutto felici. Perché quella loro passione infinita per la musica veniva apprezzata. E loro non avrebbero mai potuto chiedere niente di meglio.
Avevano cercato il posto per esibirsi per mesi, subito poco dopo l’entrata di Ashton nella band. E non appena l’avevano trovata ed avevano concordato il tutto, si erano messi sotto con le prove, ogni giorno a casa di chi aveva il garage libero – quasi sempre Michael – per perfezionare, per rivedere le piccole cose che già avevano buttato giù e per magari crearne anche di nuove.
E nel mentre, la compagnia ed il supporto delle ragazze non erano mancati per niente. Anzi, se non fosse stato per loro, la band avrebbe fatto la metà – forse anche meno – di tutto quello che erano riusciti ad organizzare insieme. Ed i ragazzi non le avrebbero mai ringraziate abbastanza per tutto quello che avevano fatto per loro, con il sorriso sulle labbra.
Tutti loro si erano fatti in quattro affinché la serata fosse la migliore della loro vita. E lo sembrava, lo sembrava davvero ancora prima di iniziare quel piccolo concerto in cui i ragazzi avrebbero messo tutto quel che avevano, ogni loro sentimento, avrebbero messo se stessi, completamente.
Ashton era quello più eccitato di tutti. Lui, che non aveva mai fatto parte di una band prima di allora. Lui, che fino a cinque mesi prima non aveva mai avuto amici veri, che gli volevano bene, e poi si era ritrovato parte di quel gruppo di persone meravigliose ed uniche a cui si era legato con una facilità e con una semplicità che all’inizio lo avevano spaventato parecchio. Lui, che stava realizzando il suo sogno e che ancora non riusciva a crederci davvero. Lui, che finalmente si sentiva felice, felice davvero.
 
«Tra poco tocca a voi, tenetevi pronti, mi raccomando.» li avvisò il proprietario dell’hotel quando ormai mancavano poco più di cinque minuti all’inizio della serata.
Tutti ed otto i ragazzi si guardarono negli occhi. Non stavano più nella pelle. Insomma, stavano per coronare almeno per una volta il loro sogno di calcare un palco e far cantare alle persone le loro canzoni. E ancora non riuscivano a crederci davvero, non riuscivano a credere di esserci riusciti.
«Siamo sicure che sarete pazzeschi.» iniziò Tara, prendendo la mano di Michael tra le sue e stringendola forte, per poi lasciarsi baciare teneramente dal suo ragazzo, che la amava più di qualsiasi altra cosa al mondo.
«Come al solito del resto.» continuò Elen, tutta sorridente mentre Calum l’abbracciava forte, quasi non volesse farla scappare, quasi come se da quell’abbraccio riuscisse a trovare il coraggio necessario per affrontare quel concerto che lo spaventava più di ogni altra cosa.
«Spaccherete, e sicuramente qualcuno vorrà lavorare con voi.» concluse Nathalie, seria come suo solito, almeno fino a che Luke non iniziò a baciarle le guance così velocemente da farla ridere allegramente.
Ashton stava osservando quel che succedeva alle coppie con una strana sensazione dentro al cuore, come se gli mancasse qualcosa, un piccolo tassello per essere completo, per sentirsi bene, bene davvero. E di preciso, lui ancora non sapeva dove cercare per trovarlo. Sapeva solo che ne aveva assoluto bisogno, quasi più dell’aria, per sconfiggere del tutto il bianco della sua solitudine e per non avere più paura.
E, quasi senza volerlo, i suoi occhi andarono a finire sulla figura di Kay, un po’ in disparte rispetto al gruppo, lo sguardo perso, distante, quasi non fosse davvero lì, come se una forza misteriosa l’avesse presa con sé per portarla chissà dove, forse addirittura per portarla lontana da lui.
Lui, che non voleva perderla. Lui, che si stava immaginando come sarebbe stato baciare quelle guance con un sentimento diverso dall’amicizia; che si stava chiedendo come sarebbe stato abbracciarla forte in quel momento, per farle capire che sarebbe sempre stata la persona più importante della sua vita; che si stava chiedendo che sensazione avrebbe provato a baciare quelle labbra rosee adesso piegate in un sorriso.
Si ritrovò pure lui a sorridere, mentre i suoi occhi verdi incontravano quelli scuri di Kay. E fu proprio in quello stesso istante, che si rese conto davvero di che cosa aveva appena pensato su di lui e sulla sua migliore amica, si rese davvero conto della portate di quel che aveva pensato di fare e dell’intensità di quel sentimento che aveva accompagnato ogni pensiero. E allora si immobilizzò, solo per un attimo.
Perché, no, lui non poteva aver davvero pensato qualcosa di simile, in un modo così serio da sperare che fosse reale. Non avrebbe dovuto. Perché lei era la sua migliore amica. Perché… Il perché non lo sapeva neppure lui. Solo che… Era strano, gli sembrava davvero strano aver avuto quella sensazione. Probabilmente era tutto solo dovuto a causa dell’ansia, della paura per quel che stava per accadere. Eppure… Gli occhi di Kay che vagavano su di lui gli facevano battere il cuore molto più forte e molto più velocemente rispetto a tutte la altre volte. E non sapeva spiegarsi il perché. Per questo non volle più pensarci.
Semplicemente, le andò vicino e le sorrise per salutarla, ricevendo solo uno sguardo intenso come risposta.
Perché ogni pensiero della mora era concentrato su di lui quella sera. Era tesa, forse più del riccio, perché sapeva quanto per lui tutto quello fosse importante. Era tesa e felice allo stesso tempo, contagiata proprio da quell’aria che aleggiava tutt’attorno a lei e ai suoi amici. Non avrebbe potuto chiedere niente di meglio degli sguardi eccitati ed increduli dei ragazzi. E pure per lei sembrava impossibile che tutto quello stesse accadendo sul serio. Insomma, ci avevano sperato così tanto solo che non ci avrebbero mai creduto davvero, almeno fino a che la serata non sarebbe finita.
E vedere quella luce, quella felicità negli occhi di Ashton, per lei era il regalo più grande, più bello, era il regalo migliore di tutti. Perché lo vedeva vivo, vivo come mai lo aveva visto prima di allora. Era come se tutt’ad un tratto si fosse acceso, come un fuoco, una piccola scintilla che non aveva alcuna intenzione di spegnersi, ma che invece avrebbe voluto tanto crescere, diventare più intenso per dare più calore.
«Fai del tuo meglio.» gli disse allora, sorridendo e prendendogli una mano tra le sue, piccole e fresche, in netto contrasto con il caldo di quella sera. Mani che lo fecero rabbrividire e che lo tranquillizzarono un poco.
«Ci proverò.» rispose lui, allegro, baciandole la fronte e sentendo sotto le labbra quella pelle liscia, morbida e profumata. E intanto il suo cuore riprese a battere forte nel suo petto, ricominciò a fare capriole, come se volesse uscire, come se volesse andare a finire nelle mani di Kay, quelle stesse mani che gli stavano dando sicurezza ed un coraggio che mai aveva sperimentato prima.
«So che ci riuscirai.» aggiunse lei, divertita ed orgogliosa, mentre gli baciava la guancia poco prima che il proprietario dell’hotel tornasse da loro. Lui le schioccò un occhiolino e seguì gli altri sul palco.
E quello che lui ed i ragazzi videro davanti a loro, fu il regalo più bello di tutta la loro vita. La sala principale era piena, completamente, le persone si ammassavano pur di vedere meglio il palco, le luci soffuse illuminavano ogni angolo e creavano un’atmosfera perfetta, il vociare della gente che aumentava un poco il loro nervosismo, la tensione che cresceva ad ogni istante. Era tutto perfetto, veramente perfetto.
«Signore e signori, i 5 Seconds of Summer
Alla presentazione, la folla esultò. E quello fu il punto di rottura, per tutti e quattro. Si guardarono negli occhi a lungo, come a volersi accertare che stesse andando tutto bene. E si sorrise, certi che quella sarebbe stata la loro serata, la migliore della loro vita.
Presero posto con i loro strumenti. Ashton diede il tempo. E tutto cominciò.
Too late.
Gotta get out.
Unpredictable.
Out of my limit.
Quelle poche canzoni che avevano in scaletta – nelle quali avevano messo tutto il cuore – si susseguivano in maniera perfetta, quasi volessero creare un’armonia più grande, più bella. Nella loro piccolezza, erano bellissime,e tutti in quella grande sala potevano percepirlo sulla propria pelle, a causa di quei brividi che non li lasciavano e come dimostrava il fatto che molte persone avevano iniziato a muoversi a ritmo, chi le mani, chi i piedi, e c’era pure chi – soprattutto le fan che li conoscevano grazie ai social network – osavano di più, senza curarsi minimamente di chi poteva pensare qualcosa di brutto su di loro.
I ragazzi suonavano ogni nota, ogni accordo con passione, cantando con la voce un poco tremante per l’emozione e l’incredulità che ancora non li lasciava andare. Suonavano, ed ogni secondo che passava, li aiutava a rendersi davvero conto di quello che stava succedendo. Si stavano davvero accorgendo di quanto bene suonassero insieme. E non solo perché erano mesi che provavano e riprovavano fino allo sfinimento. C’era qualcosa nell’aria, qualcosa molto più forte dell’amicizia che li legava, molto più forte di quella passione che li accomunava e che ognuno di loro sentiva in maniera differente dagli altri. Era un qualcosa che univa tutto, come una magia, e che rendeva il tutto veramente magnifico, indimenticabile.
 
Ashton si sentiva bene, dannatamente bene, come da tanto, troppo tempo non succedeva. Stava suonando la batteria, in una band, davanti a così tanta gente che non riusciva a crederci. Stava vivendo il suo sogno più grande. E non riusciva a capacitarsene sul serio, almeno non ancora. Era come se la musica entrasse dentro di lui per cambiarlo, per colorare ancora di più quel bianco che stava sparendo quasi completamente. Si sentiva vivo, Ashton, vivo davvero e non più solo. Perché aveva finalmente un rapporto vero con i suoi, e perché aveva trovato delle persone che lo apprezzavano per quello che era, aveva degli amici che gli volevano bene.
Ed aveva Kay, l’unica persona con cui tutti i suoi problemi, le sue ansie, le sue paure, i suoi dubbi, scomparivano, lasciando posto a quel qualcosa che Ashton amava sentire dentro al cuore, anche se ancora non la aveva ben compreso. Perché sia lui che Kay erano molto più vicini alla soluzione di quanto pensassero.
Kay che, in prima fila non aveva occhi che per Ashton, incantata dal suo modo di suonare, incuriosita dalle mille e buffe espressioni che passavano sul volto del ragazzo quando si concentrava al massimo. Era felice, perché Ashton era felice. E sapere che – in parte – la felicità del ragazzo era dovuta al fatto che lei avesse fatto dato una mano per farlo incontrare con Pi ragazzi, le riempiva il cuore di una gioia immensa. Perché vederlo felice, con quel sorriso meraviglioso sul viso, era quanto di più bello e prezioso Kay avesse e potesse desiderare. Avrebbe fatto qualsiasi cosa – anche quella più piccola ed insignificante – pur di vedere Ashton sorridere in quel modo, vivo, vero, a dimostrazione di quella piccola fiaccola di vita che si stava riaccendendo dentro di lui e che lo faceva brillare quasi quanto una stella, quasi quanto il sole stesso. Perché, per Kay, Ashton era il sole, il suo; era quella luce che l’aveva aiutata a stare in piedi e che la stava aiutando tutt’ora a starci, senza chiedere niente in cambio. Solo che Kay non era riuscita a non dargli niente. E, senza volerlo, gli aveva donato la cosa più importante di tutte: il suo affetto, la sua amicizia; aveva messo il proprio cuore nelle mani di quel ragazzo riccio, perché sapeva con certezza che di lui avrebbe potuto fidarsi, sempre.
 
«Questa è l’ultima canzone, Beside you. Speriamo davvero che vi piaccia.» disse Calum sorridendo, proprio per presentare quell’ultima canzone che avrebbe concluso la serata. Canzone che aveva visto come suo ideatore – soprattutto per il testo – Ashton. E tutti i ragazzi – il riccio escluso – sapevano ormai con assoluta certezza chi l’avesse ispirato per scriverla.
Cominciarono a suonare.
Ashton si sentì pervadere da un senso di completezza, non appena i suoi occhi dorati riuscirono a trovare quelli scuri di Kay in mezzo alla folla. Lei si sentì invadere da una sensazione sconvolgente, causata da ogni singola parola di quella canzone. E si osservarono a lungo, Ashton e Kaylin, donandosi molto più di quanto entrambi riuscissero a capire, cambiando radicalmente ogni cosa senza rendersene minimamente conto.
E intanto, i loro cuori continuavano a battere più forte del normale.






Letizia
Bella gente, buon giorno a tutti! <3
(Prima cosa, poi passiamo ai nostri piccini ;). Ieri sera ho pubblicato una nuova OS su Luke: Beside you. Se avete voglia di passare, siete i benvenuti! <3)
Allora, che dire di questo nuovo capitolo?
Prima di tutto che sono felicissima di come sia venuto. E' uno dei capitoli a cui tengo di più e sono felice di essere riuscita a farlo come l'avevo pensato fin dall'inizio ;).
Una cosa che probabilmente avete notato, sono i "dati" del concerto, la data e la quantità di persone. Per quanto riguarda la data, ho dovuto cambiarla, proprio perchè la storia si svolge con Ash che è tra i 18 ed i 19 anni e Kay che è tra i 16 ed i 17. Solo per questo. La quantità di persone presenti al concerto era per fare un regalino (?) ai nostri piccini, che gliene faccio passare così tante tutte le volte che, boh, dovrebberp davvero farmi tutti causa. :D
E... Niente. Tenetevi pronti, perchè il prossimo capitolo sarà una BOMBA, ve lo anticipo, così vi preparate un pochino u.u
Grazie di tutto come sempre, siete dolcissimi! Grazie per visiti | recensioni | preferiti | ricordati | seguiti. Grazie davvero con tutto il cuore! <3
Un bacione e a presto, Letizia <3
   
 
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