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Autore: Mew_vale    03/08/2015    2 recensioni
Tutti gli anni passati ad osservare Strawberry con un altro ragazzo, hanno fatto di Ryan un ragazzo frivolo, interessato solo all' aspetto fisico e a conquistare più ragazze possibili. Si risveglieranno i suoi sentimenti per Strawberry? E tornerà sui suoi passi? Una storia avvincente, piena di colpi di scena!
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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cap. 19 - L' appuntamento -

ST- I jeans vanno bene no per un appuntamento di pomeriggio?
Kisch alzò la testa dallo shermo, mi guardò con un sopraciglio alzato.
K- Ti sembro un esperto di moda?
ST- vabbè... credo vadano bene, dai!
Poi riabbassò la testa tornando a trafficare al pc.
K- Cosa farete di bello?
St- Berremo qualcosa di analcolico ovviamente, faremo una passeggiata in centro...
Dissi ritoccando il rossetto allo specchio.
K- Ma che carino!
ST- Sono molto molto nervosa...
Divenni improvvisamente cupa, Kisch se ne accorse.
K- Dai, non potrai avere sfortuna in eterno con gli uomini!
Mi raggiunse davanti allo specchio, mi posò le mani sulle spalle.
K- Dici che questo Armando è una brava persona, che ti piace e gli hai già detto di avere un figlio di diciasette anni e ti ha invitata ad uscire lo stesso... dai, qual'è il problema?
ST- C'è sempre la paura, la preoccupazione...
K- Lo so, spaventa sempre doversi aprire con una nuova persona... Devi prenderla con leggerezza, come viene... Non farti troppe illusioni... Vedrai che andrà tutto bene! E Sei bellissima, ok?
ST- OK, Grazie Kisch.
Ci scambiammo un sorriso attraverso lo specchio... Poi qualcuno suonò il campanello.
ST- ma chi sarà?
K- vado a vedere...
Kisch scostò appena appena la tenda fatta al' uncinetto che copriva la porzione di vetro della porta.
K- E' Ryan...
ST- Come? Ryan?
Kisch aprì il cancello, io uscì per accoglierlo e per chiedergli come mai fosse lì dato che non lo aspettavo...
ST Ryan, ciao... Come mai qui?
R- Ciao... Scusa se piombo senza avvertire... Io pensavo che potrei provare con Sako questo pomeriggio, sempre che non sia un problema...
ST- No, nessun problema, vieni...
R- Permesso. Ciao Kisch...
K- Ciao Ryan, ci hai dato dentro ieri sera, eh?
R- Sì, già...
Ryan ridacchiò mentre si accarezzò la testa. Io non dissi nulla, ma ripensavo al fatto che quella notte era stato con una donna...
ST- Sako, scendi... C'è Ryan!
Pochi istanti dopo mio figlio scese le scale.
SA- Ryan, ciao... Cosa fai qui?
R- Ciao Sako, io mi chiedevo se ti andasse di provare...
SA- e me lo chiedi! Certo, vado a mettere dei jeans e scendo, ok?
R- Ok va bene...
K- Ragazzi, io devo scappare.
ST- Ok...
K- Mi raccomando, andrà tutto bene. Divertiti e fammi sapere!
ST- Ok, ciao Kisch.

Quando Kisch la salutò mi accorsi che Strawberry era truccata e in tiro.
R- Hai... un appuntamento per caso?
Dissi, a denti stretti. Lei mi guardò stupefatta...
ST- Sì, Ryan. PER CASO ho un appuntamento.

Risposi con un leggero sarcasmo e moooolto seccata. Ma chi si credeva di essere?
R- No, aspetta non intendevo quello...
ST- E' meglio che non dici nient' altro Ryan per oggi.

Accidenti!!! Comque... aveva un appuntamento. Ribadisco: Accidenti!!
SA- Eccomi qui...
ST- Ci vediamo più tardi tesoro... Ryan.
R- Strawberry.
Mentre io e Sako ci allontanavamo da casa sua, nello specchietto retrovisore vidi una Chevrolet Rossa accostare. Stava uscendo con lui. Strinsi il volante. Non ci volevo credere...

***

Mi stavo dando un' ultima sistemata di capelli che portavo sciolti, quando vidi arrivare Armando. Mi guardai allo specchio tirano un respiro profondo. Coraggio Strawberry.
Erano passati 3 dall' ultima uscita con un uomo. Era il sesto o settimo appuntamento, non ricordo... Sako aveva 14 anni. Il tipo era bellissimo... Alto, castano, occhi verdi... Era proprietario di un albergo, e mi faceva ridere come nessun' altro ci riusciva da tempo. Era estate, ce e ne stavamo beatamente stesi al sole sulla spiaggia sorseggiando un Sex On The Beach quando il mio cellulare squillò... Era mia madre alle prese con una situazione difficile con Sako, capricci dei quattordicenni. Omar, così si chiamava, capii che c'erano dei problemi e mi chiese cosa stesse succedendo. Fui costretta a raccontargli che avevo un figlio. Con il precedente tipo, circa un anno prima, l' avevo detto subito perciò non andammo più in là del secondo apputamento, comunque anche Omar non lo vidi più. Non per questo nascosi Sako... anzi. Da quel momento in poi decisi di dire subito chiaramente che sono mamma e chi vuole resti, agli altri auguro buon viaggio! Ed ora era arrivato un uomo galante e affascinante, che mi aveva invitata ad uscire nonostante sapesse che ho un figlio! Uscii di casa e lo vidi in attesa appoggiato alla sua auto.
ST- Armando, ciao...
A- Ciao Strawberry.
Guancia a guancia... Aveva un adorabile profumo di muschio bianco che mi inebriò le narici, la barba era leggermente pungente... Gli sorrisi un pò imbarazzata, poi lui mi aprii la portiera. Notai che sotto al giubbino a vento non aveva la cravatta come l'altra volta. Era un pò più casual: portava jeas, camicia celeste, una giacca nera, le scarpe in camoscio erano sempre eleganti e sopra il giubbino a vento. Evidentemente i completi gli indossava solo per lavoro. Lui montò al posto di guida e mi sorrise. Aveva un sorriso bellissimo... Ero nervossissima, mi sudavano le mani.
A- Voilà.
Armando mi porse i miei occhiali da sole.
ST- Grazie mille... a dirti il ver,o come ti avevo detto, non mi ero nemmeno accorta di avergli persi!
A- Sai cosa diceva Freud sugli oggetti perduti?
ST- Cosa diceva?
A- Che volevi una scusa per rivedermi...
Mentre giudava, si girò per farmi l' occhiolino.
Dio quant' era bello... Mi metteva molto a disagio...
St- E così mi hai beccata!
A- Ci avevo sperato... Allora, dove andiamo? Come sai non conosco molto bene il posto!
ST- In centro direi, ci sono molti graziosi caffè classici...
A- Va bene... Tuo figlio come sta? E' a casa da solo oggi?
ST- bene, bene grazie... No, è con... con un amico.
Non trovavo giusto che qualcun altro prima di Sako sapesse di suo padre.
ST- Fra tre settimane suona nel suo locale, perciò stanno provando...
A- E' un musicista? E' una bellissima passione...
ST- Sì, è davvero la sua vita la musica...

***

R- Entra Sako, accomodati. Guarda, posa la tua roba dove vuoi, collega la chitarra... Fa come se fossi a casa tua, ok?
Gli sorrisi.
SA- Grazie Ryan!
Poi mi recai al bar per versarmi un whisky. Ne bevvi un sorso, chiusi gli occhi. Poi gli riaprii e, specchiandomi allo specchio al di dietro della sfilata di bottiglie, pensai. In quel momento lei era con lui. Bevvi ancora, poi tornai da Sako.

***

La gentile cameriera ci portò le nostre cioccolate. La mia era con la panna.
ST- Grazie...
A- La ringrazio.
ST- Non mi hai ancora raccontato come mai hai divorziato... Se posso chiedertelo...
Dissi, mentre assaggiavo il primo cucchiaino di panna montata. Assomigliava alla neve che non avrebbe tardato a posarsi sui nostri tetti. Armando posò il cucchiaino, appoggiò il mento alle mani. Sembrava a disagio...
ST- perdonami, non volevo certo fare domande indiscrete...
A- No, non è quello... è che... Bhe io non mi sono comportato bene, se fin'ora ti ho fatto una buona impressione non l' avrai più...
St- Io penso che non mi farò una brutta opinione di te, per il solo fatto che hai ammesso di esserti comportato male, qualunque cosa tu abbia fatto...
A- E' stata colpa mia, perchè l' ho tradita...
St- Oh... Bhe, non tanti lo ammettono, soprattutto al primo appuntamento.
A- Io... L' ho scontata per bene.
ST- L' importante è pentirsi delle proprie azioni.... Spesso non ne siamo fieri.
Pensai a Sako. Alle bugie che gli stavo dicendo... Una verità non detta è comunque una bugia, per non parlare di una parte di vita taciuta.
A- Tu? Come mai non ti sei sposata col padre di tuo figlio?
ST- Io... Non l' ho visto più. Sono una ragazza madre...
Scusa Armando... tu ti sei aperto con me, ma io non potevo raccontarlo ad altri prima di dire la verità a mio figlio! Armando era un uomo meraviglioso... La sua compagnia era stupenda, sapeva essere galante ma senza sfinirti, spiritoso ma senza essere volgare e invadente... Dopo la cioccolata, facemmo una passeggiata in centro sotto le decorazioni Natalizie appesa da un capo all' altro degli edifici ed ai lampioni della luce. Erano decorate da migliaia di lucciole colorate, ed ora che stava calando la sera si vedevano bene. Continuammo a parlare, a parlare...

***

Sako stava provando ad un' ore e mezza o poco più... Io stavo pensando da un'ora e mezza o poco più. Ero seduto davanti al palco.
SA- Questo com'era? Ryan?
R- Sì? Scusami... era perfetto. Cosa ne dici di fare una pausa? Serviti pure...
SA- Grazie Ryan...

Mi avvicinai al bar che in linea d'aria era leggermente in diagonale rispetto a Ryan. Mentre aprivo una lattina di Cola lo guardai. Mi sembrava pensieroso e un pò depresso. Accavallò le gambe, mentre stese il braccio sinistro sullo schienale del divanetto. Con la mano destra fece roteare il ghiaccio nel bicchiere osservandolo, poi bevve un sorso e tornò a fissare il palco vuoto. Mi sedetti accanto a lui.
SA- Ryan?
R- Dimmi...
SA- Va tutto bene?

Osservai mio figlio. No maledizione che non va bene! Io sono tuo padre ma non so come dirtelo, sono pazzo di tua madre che in questo momento sta con un altro uomo. Come può andare bene, eh?! Me lo dici?!
R- Sì, sì...
Gli sorrisi. Poi aprii le gambe, inarcai in avanti la schiena e appoggiando i gomiti alle ginocchia continuai a giocare col bicchiere.
R- E' solo un periodo piuttosto pesante...
SA- Può succedere...
R- Seeenti Sako...
Tornai seduto com'ero prima, rivolgendomi verso di lui.
R- Oggi Straw, cioè voglio dire tua madre... Cosa fa di bello?
SA- E' uscita... con un uomo.
R- Ah sì?
Mi strofinai nervosamente il mento.
R- E a te sta bene?
SA- Certo, perchè non dovrebbe? La cosa importante è che non la deluda... Se andrà avanti me lo presenterà. E poi, da quello che ho origliato mentre parlava con Kisch, pare che sappia già della mia esistenza e che l' abbia invitata ad uscire lo stesso!
R- Ah sì, eh?
Dissi a denti stretti.
R- L' uomo perfetto..
SA- Lo spero per mia madre! Ma come mai mi chiedi tutte queste cose?
R- No così, solo curiosità. Senti, devo sbrigare una cosa in ufficio torno subito.
Appoggiai il bicchiere, mi chiusi in ufficio. Dopo essermi versato un bicchiere dal mini bar del mio ufficio, sprofondai sulla poltrona nera della mia scrivania, trattenendo il fiato. Bevvi un altro sorso e avvertii che sentivo gli occhi pesanti... Mi specchiai sullo schermo del pc spento. Sembravano rossi. Svuotai il bicchiere in un sorso.
R- Sako, dovrei portati a casa ora prima che faccia tardi...
SA- Certo Ryan, è stato fantastico! Quando facciamo ancora?
R- Io... ti chiamo, ok?
SA- Va bene...
Accostai davanti casa sua e ci salutammo. In quel istante vidi due fanali di fronte e mi sentii morire.

***

Davanti a casa mia, c'era un auto. Sembarava sportiva, chiara. Era l' auto di Ryan... Mio figlio smontò e lo salutò dal finestrino, passò poi in mezzo a noi entrando nel cancello.
A- E' Ryan giusto? E' l' amico del locale quindi...
Disse Armando, mentre sorridendo agitava la mano in direzione di Ryan. Ci guardammo brevemente negli occhi attraverso i due parabrezza... Restò li a fissarci per un pò, poi rispose al saluto. Improvvisamente uscì da quella trance in cui sembrava e se ne andò con un espressione che non avevo mai visto sul suo volto.
St- sì, è lui.
Risposi dopo una quindicina di anni, uscendo anche io da quella trance...
A- Mi è piaciuto molto questo pomeriggio...
ST- anche a me...
Ci sorridemmo.
A- Ti chiamo.
Disse.
A- E lo faccio sul serio...
Aggiunse poi, fissandomi negli occhi.
ST- Va bene...
Dopo esserci salutati con un guanci a guancia, smontai. Agitai la meno verso di lui mentre se ne andava... Entrata a casa, me ne restai per una manciata di secondi appoggiata alla porta a pensare. Ad Armando, poi all' espressione di Ryan. Mio figlio scese le scale.
SA- Ehi ciao...
ST- Ciao tesoro...
Gli baciai la testa.
ST- Com'è andata?
SA- Alla grande mamma!
ST- Ne sono felice... Allora, ti va della carne rossa per cena?
SA- Certo... Sai mamma, Ryan era stranissimo questo pomeriggio!
St- In che senso?
SA- Pensa che mi ha fatto mille domande su di te, e sul tizio con cui sei uscita...
St- Davvero?
Ero di spalle, il che era una fortuna così mio figlio non avrebbe visto la mia espressione. Mi raccontò cosa gli aveva risposto. Non capivo l' interesse di Ryan.

***

Rientrato nella mia casa vuota, mi versai l' ennesimo whisky. Non mi restava altro. Mi sedetti a bordo piscina, e finalmente scese la prima lacrima. Non ce la facevo più a trattenermi.

***

Infilai la chiave nella toppa della porta bianca del costoso appartamento che avevo comprato a Tokyo, ed entrai. Il mio Husky di nome Lessie mi fece le feste.
A- Ehi, cia bello... Ora ti dò da mangiare...
Non feci, come mio solito, tappa al mini bar. Andai in cucina e dopo aver dato al cane la pappa mi rilassai sul divano, sorridendo.



FINE CAPITOLO.

Bene... iniziano le prime gelosie, e posso anticiparvi che Armando non sarà una meteora!! Spero di mettervi curiosità! ;)
   
 
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