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Autore: HP_dream    03/08/2015    4 recensioni
“Hai fallito, Sirius. I tuoi tentativi di portarmi dalla tua parte sono sempre stati inutili. Questa è la mia scelta, fratellino” continuò, ghignando all’indirizzo dell’altro. Osservò il suo viso, irrigidito in un’espressione indecifrabile. Sapeva che quelle parole lo avevano ferito.
*
“Dammi la mano, Tunia” disse Lily, continuando a sorriderle. Come faceva?
“No” rispose secca, tornando a guardare avanti.
*
Due fratelli e due sorelle. Un tempo uniti, ma man mano distaccati dalla reciproca diversità. Nonostante ciò, cosa impedisce loro di volersi bene come una volta?
Ecco una mia rivisitazione di alcuni momenti che hanno caratterizzato il rapporto tra i fratelli Black e le sorelle Evans.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Petunia Dursley, Regulus Black, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Frammenti
 
Cause baby, now we've got bad blood
You know it used to be mad love
So take a look what you've done
Cause baby, now we've got bad blood, hey!

Suo fratello Sirius era appena fuggito di casa. Sentì di nuovo le grida di rabbia di sua madre Walburga provenire dal piano di sotto. Sapeva che il suo dolore era solo per il disonore che aveva gettato suo fratello sulla casata dei Black, non per la fuga di Sirius.
Scrutò la sua immagine ritratta nell’albero genealogico della sua famiglia. Un sottile filo dorato rappresentava il loro legame di fratelli.
Che senso aveva ormai? Si domandò Regulus, che spinto da un moto di rabbia cacciò un pugno contro il muro dove era appeso l’arazzo.
Loro due si erano inevitabilmente allontanati, non poteva più negarlo. Era sempre stato l’esatto contrario di lui, che invece era considerato il degno erede di una nobile famiglia Purosangue, come quella dei Black. Ma Sirius se ne era sempre fregato, aveva sempre dimostrato il suo distacco dalle loro idee, in ogni più piccolo dettaglio. Aveva avuto il coraggio di contrariare i loro genitori continuamente, fino ad arrivare alla lite che lo aveva fatto fuggire.
Lo disprezzava. Disprezzava l’atteggiamento strafottente che assumeva Sirius verso di lui, quando si ritrovavano a fronteggiarsi. Odiava il suo spirito ribelle, così contrario a lui, che invece aveva sempre obbedito senza alcuna riserva. Lo odiava, perché avrebbe voluto essere così deciso anche lui.
Sirius aveva provato a portarlo dalla sua parte all’inizio, così come aveva tentato di fare Regulus.
“Non lo vedi, Regulus? I nostri hanno idee perverse, che io non condivido. Tu ti stai comportando da idiota se solo pensi di riuscire a convincermi a crederci! Saresti ancora in tempo per cambiare idea se lo volessi. Ma io me ne andrò di qui”
Il loro rapporto era stato appeso ad un filo per troppo tempo. Un filo ormai vicino all’essere spezzato.

Take time and erase you, love don't hear no more
No I don't fear no more, better yet respect ain't quite sincere no more 

Era tutta colpa sua. Era Lily quella che non capiva, era Lily il mostro. Lily e il suo sudicio amichetto Piton.
Petunia tentò di trattenere un singhiozzo. Quell’odioso ragazzino aveva scoperto assieme a Lily della sua corrispondenza con Albus Silente, il preside della scuola dove sarebbe andata sua sorella; e ora quel mostro glielo aveva rinfacciato.
Si tenne vicino ai suoi genitori, ma non abbastanza da rischiare di farsi scoprire a piangere; strinse gli occhi per impedire ad altre lacrime di uscire dal loro nido, guardando con odio Lily e Piton, intenti a salire sull’Espresso di Hogwarts.
Hogwarts. In cuor suo avrebbe desiderato poterci andare. Avrebbe voluto essere come lei. Si ritrovò ad ammettere a sé stessa l’invidia che provava nei confronti di Lily, per essere così speciale, anche agli occhi dei suoi genitori. Ma lei sapeva cos’era in realtà: un mostro, una anormale.
“Ciao mamma! Ciao papà!” salutò Lily dal finestrino, quando il treno cominciò a muoversi, sollevando sbuffi di vapore.
“Ci vediamo a Natale, cara Lily” disse la madre, mandandole un bacio.
“Ciao Tunia” le sorrise la sorella. Petunia la guardò. Il suo risentimento le si doveva leggere in faccia, perché l’espressione di Lily si fece più triste. Tuttavia aggiunse “Mi mancherai. Ti voglio bene”. Petunia rispose con un cenno.
Il treno prese velocità, finché non sparì in lontananza. La bambina osservò il vapore dell’Espresso che si diradava, riflettendo.
Dopotutto non aveva perso niente, era un bene se non sarebbe andata in quella scuola per pazzi. Era Lily quella sbagliata. Non lei.

 
Remember when you tried to write me off?
Remember when you thought I'd take a lost?
Don't you remember? You thought I would need yah

“Ehi Felpato, che è quell’aria triste? Tirati su, non voglio vedere musi lunghi!” disse James, in un tentativo di rallegrare l’amico. Sirius fece un sorriso forzato, prima di tornare a rabbuiarsi. Lo rendeva felice il fatto che James tenesse tanto a lui, anche se non lo dava a vedere.
Sbuffò, sistemandosi le braccia sotto la testa, in modo da stare comodamente sdraiato sul giardino dei Potter.
Pensò agli avvenimenti di qualche giorno prima, quando era scappato di casa. Era felice di averlo fatto, di essere finalmente libero. D’altronde, anche se fosse rimasto, non sarebbe mai stato riconosciuto un vero membro della famiglia dei Black. Ma dopotutto, a lui cosa importava? Li odiava, loro e la mania dei Purosangue.
Ma allora cos’era quella parte di rimorso che sentiva di provare? La risposta si fece strada prepotente nella sua mente. Regulus.
Scacciò quel pensiero con un altro sbuffo. Ma andiamo, a lui cosa importava di Regulus? Suo fratello era il perfetto rampollo che sua madre aveva sempre desiderato, sempre obbediente e rispettoso delle tradizioni. Era odioso e fermo nelle sue convinzioni, tanto da pensare di poter convincere persino Sirius. Illuso. Lui non avrebbe mai rinnegato i suoi valori di lealtà e amicizia.
Strappò alcuni fili d’erba dal terreno, sotto lo sguardo attento di James. Sorrise.
Voleva bene a Regulus, ma si erano ormai distaccati, non contava più nulla. James era il suo vero fratello.
“E smettila di fissarmi, Ramoso! Non sarai mica preoccupato per me!” esclamò Sirius con un ghigno, mentre James lo assecondava. Lui sì che lo conosceva. Sapeva che quando Sirius non voleva parlare non c’era alternativa.
Vedi Regulus? Non ho bisogno di te.

 
Oh, it's so sad to
Think about the good times
You and I 

Lily aprì la porta della camera che condivideva con Petunia. Si guardò distrattamente intorno, prima di buttarsi sopra il proprio letto. Affondò il viso nel cuscino, soffocando un grido di rabbia e frustrazione.
Era appena tornata dal quarto anno trascorso ad Hogwarts, ma la sua estate era cominciata nel peggiore dei modi. I suoi genitori l’avevano accolta festanti al suo ritorno, ma l’unica a non mostrarsi felice era sempre Petunia.
L’aveva abbracciata, ma lei era rimasta rigida come un pezzo di ghiaccio. E come se non bastasse, ai silenzi e agli sguardi accigliati, si erano aggiunti i suoi affronti.
“Le persone come te sono anormali, pericolose! Non voglio che tu mi stia vicino! Vattene!” Quelle parole così dure avevano ferito Lily, che ancora non si capacitava del disprezzo che nutriva Petunia nei suoi confronti, quando una volta erano così unite.
“Ehi Tunia, guarda! Ho trovato il fiore che si chiama come te” disse la bambina, scostandosi il capelli rosso scuro dal viso per poter vedere meglio la sorella. Petunia sorrise.
“Ecco, te lo regalo! Guarda come sta bene con i tuoi capelli!”aggiunse Lily, sistemando il fiore viola fra i capelli biondi dall’altra.
“Grazie Lily”Petunia la baciò su una guancia “Che dici? Guardiamo se in questo giardino c’è anche un giglio per te?”Gli occhi verdi Lily si illuminarono.
“Oh, certo! Poi possiamo giocare a scambiarceli”esclamò con entusiasmo, felice.
Chissà se sarebbe mai stata in grado di abituarsi ai suoi insulti, si chiedeva, mentre una lacrima sfuggì al suo controllo e andò a bagnare il cuscino.

Cause baby, now we've got bad blood
You know it used to be mad love

Regulus fissò Sirius negli occhi grigi come i suoi, guardandolo attraverso la fioca luce di quel corridoio. Sorrise compiaciuto quando vide lo sguardo dell’altro fermarsi sul suo avambraccio sinistro, su cui spiccava nitido il Marchio Nero.
“E così sei diventato un Mangiamorte” esordì Sirius “Non l'avrei mai creduto. A quanto pare ti ho sopravvalutato” disse in tono duro.
“No, tu sei solo invidioso perché mamma e papà saranno fieri di me” rispose il ragazzo, guardando il fratello con soddisfazione. “Hai fallito, Sirius. I tuoi tentativi di portarmi dalla tua parte sono sempre stati inutili. Questa è la mia scelta, fratellino” continuò, ghignando all’indirizzo dell’altro. Osservò il suo viso, irrigidito in un’espressione indecifrabile. Sapeva che quelle parole lo avevano ferito.
“Sei solo un idiota. Non voglio avere più niente a che fare con te” disse Sirius con rabbia, avventandosi contro di lui. Lo bloccò contro il muro, mentre Regulus lo guardava sprezzante.
“Tu non sei più mio fratello!” esclamò tagliente. L’odio che provava nei suoi confronti venne fuori, tutto in un colpo. Sirius rispose con altrettanta rabbia.
“Nemmeno tu. Da quando ti sei unito ai Mangiamorte hai venduto la tua vita a Voldemort. Non sei più niente per me.” Regulus venne buttato a terra bruscamente, mentre Sirius si dileguò.
Che importanza aveva? Si disse, cercando di tenere a bada quella parte di rimpianto, costringendosi a reprimerla. Lui non era mai stato suo fratello. Sirius era un Grifondoro. Regulus un Serpeverde. Si erano sempre disprezzati a vicenda.
Sirius era solo un altro sostenitore di Silente e dei Nati Babbani. Illuso. Il Signore Oscuro aveva promesso ai tutti i suoi seguaci potere e ricchezza, che cosa gli sarebbe mai importato se aveva appena perso un fratello?
Nulla. Avevano scelto strade diverse, e non si poteva tornare indietro. Era troppo tardi.
So take a look what you've done
Cause baby, now we've got bad blood, hey!

Il ragazzo adocchiò una schiena familiare tra le tante che vi erano nel corridoio.
“Ehi, Ramoso” fece Sirius, richiamando l’attenzione dell’amico, intento a chiacchierare con Remus. “Sbaglio o quello è il caro vecchio Mocciosus?” James guardò dove aveva indicato, prima di annuire. Aprì la bocca per dire qualcosa, venendo però interrotto dall’altro.
“So benissimo che hai promesso alla Evans di lasciarlo in pace. Ma credo che sia nostro dovere ricordargli, anche a distanza di anni, che lui non è nessuno per chiamare qualcuno Sanguesporco” declamò, con un sorriso furbo. “Dico bene, ragazzi?” chiese agli altri Malandrini. Peter e Remus si scambiarono un’occhiata furtiva.
“Veramente noi...” cominciò Peter.
“Sirius, sai benissimo anche tu che Silente non vuole che vi siano scontri fra gli studenti” lo interruppe Remus “Soprattutto ora che siamo reclutati nell’Ordine” sottolineò, abbassando la voce. Il ragazzo sembrò non sentirlo. Scattò in avanti prima che potesse aggiungere altro.
“Mocciosus!” lo chiamò, rabbioso.
“Black” rispose lui, disgustato. Prima che uno dei due potesse muovere un passo, Sirius avvertì la stretta di James.
“Che ti salta in mente, Sirius! Vieni via!” disse arrabbiato, cercando di trascinarlo. Sirius cercò di dimenarsi. Voleva ridurre quell’odioso Piton ad ammasso informe, soprattutto ora che lo guardava trionfante. Gettò un’occhiata al ragazzo alla sinistra di Mocciosus. Eccolo lì, quel sorrisetto beffardo che gli veniva voglia schiaffeggiare.
“Lasciami, James!” disse irritato. Provò di nuovo a liberarsi, ma questa volta venne trascinato di peso, complici gli altri Malandrini.
Era fuori di sé. Aveva assolutamente bisogno di sfogare quel dolore che lo lacerava dentro.
Regulus. Era tutta colpa di quel verme. Quell’inetto, un Mangiamorte? Sirius non riusciva ancora crederci. Faceva tutto per ignorare quello che non era più suo fratello, ma lui era inevitabilmente lì, al fianco di Piton. E sapeva che anche i Malandrini se n’erano accorti.
Squadrò Regulus con odio. Per lui non era nessuno. Per lui non era mai esistito.
Now we've got problems
And I don't think we can solve 'em

“Avanti, Petunia, si tratta solo di una foto” le disse gentilmente suo padre, lasciando però trapelare una parte del suo dispiacere.
Lily le sorrise, l’allegria che si diffondeva sul suo volto. Come accidenti faceva ad essere felice, nonostante lei la odiasse?
Petunia la guardò. Era diventata ancora più bella nei suoi sedici anni, ma tutto ciò non faceva che aumentare la sua invidia. Avrebbe voluto essere come lei. I capelli rossi, gli occhi verdi pieni di vita di Lily erano tutto il contrario dei suoi capelli biondi e dei suoi occhi azzurri tendenti un po’ al grigio.
La squadrò, sottolineando con uno sguardo la sua distanza dalla sorella. Lily non accennò ad incupirsi. Probabilmente se n’era ormai abituata.
Si mise al suo fianco, lo sguardo rivolto verso la macchina fotografica.
“Dammi la mano, Tunia” disse Lily, continuando a sorriderle. Come faceva?
“No” rispose secca, tornando a guardare avanti.
“Sorridete!” disse sua madre.
Prima che potesse opporsi, Lily le prese gentilmente la mano. Petunia non poté fare a meno di stupirsi. Le voleva ancora bene, dopotutto. Il flash scattò, e la fotografia venne subito stampata dalla macchina.
I loro genitori la guardarono, prima di passarla alle due sorelle. Petunia la osservò. Lily le teneva una mano, allegra, mentre il viso della sorella era congelato in un’espressione di disapprovazione. Annuì compiaciuta. Non avrebbe più sorriso per Lily.
“Tienila tu, quella foto” le intimò, lontano dalle orecchie dei loro genitori, intenti a ritirarsi in casa per sfuggire al caldo. La ragazza la guardò senza capire.
“Non voglio qualcosa che mi ricordi un mostro” aggiunse Petunia, guardandola truce. Voltò le spalle all’espressione ferita di Lily, che aveva ancora in mano la fotografia scattata poco prima.

You made a really deep cut
And baby, now we've got bad blood, hey! 

Mise i biscotti nel forno, prima di abbandonarsi sconsolata su una sedia della cucina. Non riuscì a trattenere le lacrime.
Era il giorno prima della vigilia di Natale. Come ogni anno, lo passava a casa con la sua famiglia, anche se sapeva che non ci sarebbe stata Petunia ad accoglierla. Ma quello era il primo Natale che avrebbe passato sapendo che Severus non sarebbe venuto nemmeno per un saluto.
Lily si asciugò le lacrime, guardando il paesaggio innevato fuori dalla finestra; adorava l’inverno eppure non si era mai sentita  così sola. I suoi genitori erano usciti a fare compere, mentre Petunia si era categoricamente rifiutata di fare i biscotti con lei, ritirandosi in camera sua, nonostante adorasse cucinare.
La ragazza pensò con nostalgia ad Hogwarts e tutti gli amici che avrebbe rivisto dopo due eterne settimane: le mancavano già terribilmente. Perfino Potter le mancava, anche se doveva ammettere che ora che erano al sesto anno, era decisamente meno irritante. Probabilmente, dopo quello che aveva passato lei per l’offesa di Severus, non voleva darle altri fastidi.
Sospirò. Le mancava così terribilmente una spalla su cui piangere, nonostante ora avesse Remus al suo fianco ad Hogwarts. Si chiese come avrebbe fatto a continuare ad ignorare i rifiuti di Petunia.
“Cosa ho fatto di male?” mormorò, prima di asciugarsi altre lacrime. Era così ingiusto. Non poteva fare a meno di cercare di riparare quella faida che le divideva, ma più ci provava, più Petunia si allontanava, definendola una anormale.
Eppure, le voleva bene. Sapeva che non avrebbe mai smesso di considerarla sua sorella, al contrario di quello che aveva fatto Petunia.

*

“Tutto bene, Sirius?” chiese Lily, sedendosi al fianco dell’amico.
“Sicuro, Lily!” disse lui fin troppo festante, scompigliandole la chioma rossa. Lily lo abbracciò.
“Se ti può aiutare, so come ci si sente. Anche io ho una sorella che mi crede un mostro” confessò lei, non riuscendo a trattenere una lacrima.
Sirius non disse nulla, ma l’abbracciò a sua volta. Solo lei poteva capire quanto significasse per lui non avere più un fratello.
 

 
Spazio autrice:

Ed eccomi, finalmente mi sono avventurata nella vecchia generazione! Che dire, sono davvero curiosa di sapere il vostro parere, come al solito temo soprattutto per la caratterizzazione. Non mi offendo di certo se mi postate una recensione critica ;)
Questa storia è stata ispirata soprattutto dalla canzone “Bad blood” di Taylor Swift, che personalmente adoro. Sì, lo so che in teoria dovrebbe essere destinata ad un amore fallito o un’amicizia falsa, ma ho voluto dedicarlo al rapporto che c’è tra questi fratelli e sorelle. Mi ha sempre incuriosito come si siano distaccati fra loro, spero di aver reso bene l’idea.
Qualche precisazione: come avrete notato, sono in cronologia tra loro solo quelle dei rispettivi fratelli. Ah, per chi non lo ricordasse, nella prima parte di Petunia, mi sto riferendo alla scena che vede Harry nel Pensatoio tra i ricordi di Piton, in “Harry Potter e i Doni della Morte”.
Quando Sirus si riferisce a Lily chiamandola Evans, lei e James stanno già insieme, in quanto al settimo anno. La chiama per cognome perché è irritato.
La scena finale ho deciso di metterla perché Lily e Sirius me li immagino molto legati come amici, e uno dei motivi credo sia proprio questo.
Vi consiglio di guardare qualche altro disegno di Viria, peccato che su Lily e Petunia non ce ne siano! 
E sì, ora la pianto con queste note chilometriche^^’
HP_dream :)

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