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Autore: _Naira    03/08/2015    2 recensioni
Storia sviluppata dalla one shot: 'she', personaggi:
•Naira: capelli biondi tinti di rosso, occhi azzurri, anoressica.
•Marco: capelli neri schiariti dal sole, occhi cioccolato e verdi, fisico mozzafiato.
•Angelo: capelli neri, occhi azzurri, papà di Marco.
•Isabel: capelli biondo scuro con shatush, occhi verdi/nocciola, migliore amica di Naira.
•Aldo: capelli grigi, occhi scuri, pastore amico di Angelo che ha visto crescere i 3 ragazzi.
•Ale: capelli marroni, occhi scuri, amico di Marco e Naira.
•Giacumassu: capelli grigi, occhi scuri, pastore amico di Aldo e Angelo.
Trama:
Questa storia parla di come un ragazzo riesca a tirare fuori una ragazza dall'anoressia, di come l'amore e l'amicizia, se veri, riescano a vincere su tutto.
Spero vi piaccia :) _Naira.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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La giornata trascorse al meglio, nel pomeriggio salì anche Enrico, ero felice di poter avere anche il mio migliore amico insieme a noi, lo informai della gravidanza di Naira e delle mie preoccupazioni.
"Amico, sarai un padre esemplare! Smettila di farti paranoie da checca!" Esordì il biondo sorridendo.
"E se dovesse succedermi qualcosa? Chi si prenderà cura di loro?" Gli domandai con un tono amaro.
"Non ti succederà niente e se mai capiterà, se vorrai, me ne occuperò io." Mi rassicurò serio.
"Promettimelo." Continuai guardandolo negli occhi.
"Te lo prometto." Concluse sostenendo il mio sguardo. 
Gli ero grato per questo, sapevo che l'avrebbe fatto senza neanche pensarci, era fatto così, impulsivo, testardo, orgoglioso e leale, gli volevo bene per questo e speravo che un giorno anche lui trovasse una persona da amare e che lo amasse tanto quanto ci amavamo io e Naira. 
All'improvviso una chiamata mi riportò alla realtà, presi il telefono e risposi senza neanche guardare il mittente. 
"Pronto."
"Non finirà qui! Non ti lascerò amare lei! " una voce femminile urlò queste parole.
"Maria?" Chiesi aggrottando le sopracciglia. 
"Si! Tu non sarai felice con lei! Non ti permetterò di mettere fine a noi!" Continuò. 
"Peccato! Perché noi siamo finiti 5 mesi fa! In più sarò felice con lei e sai perché? Perché ci amiamo, perché saremo genitori!" Urlai furioso per poi buttare giù. 
La giornata si concluse fra risate e birre, andammo a dormire verso le 4, eravamo stanchi morti ma felici da fare schifo.
 
 
 
...Naira...
Dopo quella prima notte ce ne furono altre, tutte indimenticabili, mi convincevo sempre di più che lui sarebbe diventato l'uomo della mia vita.
Ci fu una sera in particolare che avrei ricordato per sempre: stavamo facendo l'amore, lui smise di baciarmi e affondò il suo sguardo nel mio, rimanemmo incatenati qualche minuto, mi sorpresi di quanto fossero belli i suoi occhi, di quanto brillassero in quel momento, nonostante il loro colore scuro in quel momento brillavanodi luce propria, mi sorprese l'intensità dello sguardo, mi entrò sotto la pelle, dentro le ossa e mi perforò l'anima. 
In quei momenti mi sentii completamente disarmata davanti a lui, mi annullai e mi resi conto che mai nessun altro nella mia vita, con un semplice sguardo, era riuscito a creare le emozioni che mi avvolsero in quel momento, era come se fosse diventato parte del mio essere; lì, in quell'istante capii che non sarei più riuscita a sfuggirgli, ero sua, completamente ed incondizionatamente sua. 
Questa riflessione mi spaventò a morte.
Arrivò settembre, verso il 16 ogni mattina mi alzavo e andavo a vomitare, anche durante il giorno dovevo correre in bagno, dopo qualche giorno decisi di andare dal dottore. 
"Buongiorno Naira! Dimmi tutto!" Mi accolse l'uomo sorridendo.
"Ciao Camillo! È qualche giorno che ho la nausea, mal di testa e alcune volte mal di pancia." Gli spiegai.
"Mh, può essere influenza, però mi sembri in forma, sei fidanzata?" 
"Si, da qualche mese." 
"Allora hai voglia di fare un test?" Chiese porgendomi una scatolina rettangolare. 
"Ma? Ok." Risposi incerta prendendo quella confezione. 
Andai in bagno, feci il test, lo richiusi con le mani che iniziavano a tremare, dopodiché tornai dal medico per attendere che comparisse il risultato; guardavamo tutti e due il punto in cui, di lì a poco, sarebbero comparse le linee positive o negative. 
Dopo 10 minuti vidi quelle due linee diventare sempre più scure e sul viso dell'uomo che avevo davanti comparve un enorme sorriso, alzò lo sguardo all'altezza del mio e disse: 'ciao neomamma.' 
Il mio cuore di fermò qualche secondo per poi riprendere il suo battito all'impazzata, batteva talmente veloce che stentai a credere battesse effettivamente. Rimasi bloccata a fissare quel test svariati minuti, poi corsi da Marco, volevo dirgli che lo amavo, che era l'uomo della mia vita, che sarebbe diventato papà, wow! Papà e Marco nella stessa frase mi vennero i brividi, fu stranissimo, non mi ero ancora abituata.
Il tempo trascorreva veloce ed arrivò la transumanza, saltai sul letto per svegliare l'uomo della mia vita dovevo dirgli che i pastori ci avevano preparato una sorpresa. Quando aprì gli occhi mi si mozzò il fiato, erano la cosa più bella che avessi mai visto.
Andammo al campo e lessimo quella lettera con le lacrime agli occhi, era davvero bellissima, tornammo verso i pastori e li abbracciammo forte, la nostra famiglia ricambiò. In quei momenti non chiedevo nient'altro che loro, ero felice e in quel preciso istante credevo di poter esserlo per sempre.
Il secondo giorno di transumanza lo passammo a cavallo fra passeggiate e corteo; conobbi una ragazza (ancora non sapevo che sarebbe diventata parte della mia famiglia) si chiamava Marta, era siciliana in vacanza coi genitori, mi sembrò subito un'anima vagante in cerca del suo posto nel mondo. 
"Ciao! Io sono Marta." Si presentò la ragazza allungando la mano.
"Ciao, piacere, io sono Naira." Risposi stringendola. 
"Wow, è un nome strano, sei straniera?" Chiese.
"Nono, sono italiana, i miei genitori mi hanno chiamato così perché significa 'grandi occhi' in indiano." Le spiegai sorridendo.
"Fino! Tutti quelli che conosco hanno dei nomi con significati fighi; solo il mio fa cagare." 
"Perché fa cagare?" Domandai interessata.
"I miei genitori mi hanno chiamato Marta perché era il nome più simile a martello, ero un po rompicoglioni da piccola." Rise seguita da me. 
D'un tratto si ammutolì fissandomi negli occhi, ricambiai il suo sguardo indagatore con uno basito.
"Tu, ragazza dai grandi occhi hai sofferto molto, vero?! Loro parlano." Esordì continuando a sostenere il mio sguardo sempre più stupito.
"Beh... si, ma ora ho trovato un ragazzo che nuovo ama da morire e che amo ancora di più." 
"Vorrei sentire la tua storia." Continuò e così iniziai a raccontargliela. 
 
 
 
 
 
 
Spazio autrice 
Scusate il ritardo, spero che questo capitolo vi piaccia, forse è un po corto, ditemi voi. Aspetto i vostri pareri.
Un bacione la vostra _Naira.
  
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