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Autore: babastrell    03/08/2015    1 recensioni
[Usotsuki Lily]
Può una cosa banale come un taglio di capelli cambiare la vita di due persone?
[An Shinohara x Yuri Shirota]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con una raccolta di one-shot su un pairing di cui non importa un fico secco a nessuno... :)

Per quanto ami Liar Lily (e lo amo da morire), mi dispiace tanto che proprio i due personaggi che preferisco siano gli unici che non hanno una storia romantica e vengano usati solo come personaggi di sfondo. Una cosa tira l'altra e, visto che sono una brutta persona, ho finito per provare a immaginarli insieme e la cosa mi è piaciuta tanto. ^o^

Queste sono quindi cinque one-shot su Yuri Shirota e An Shinohara; ho fatto del mio meglio per far sì che fossero autoconclusive e sono in ordine cronologico, anche se idealmente passa del tempo tra una e l'altra. Di base, sono una scusa per scrivere qualcosa di carino su una coppia bizzarra ma a mio parere adorabile! <3

Ho cercato di tenere uno stile di scrittura fresco, spero che vi piaccia.

 

 

INCONTRO

 

«Devo proprio?» si lamentò Yuri scendendo dalla macchina.

«Non posso più vederti con quei capelli davanti agli occhi» tagliò corto la madre al volante. «Devi farci qualcosa».

Yuri sbuffò guardando la vettura che si allontanava. Si voltò e studiò per un secondo la vistosa vetrina del salone prima di entrare.

All'interno l'atmosfera era tranquilla, l'unica cliente era una signora di mezza età che tempestava di parole la giovane parrucchiera che sorrideva e annuiva senza interesse.

«Tu devi essere l'appuntamento delle quattro» disse una ragazza con i capelli viola tagliati cortissimi, che assomigliava ad un elfo. «Shirota, giusto?» lesse sull'agendina aperta davanti a lei.

Il ragazzo annuì timidamente.

Lei sorrise. «Ottimo. Siediti pure lì, ti chiamo io quando tocca a te» puntò un'unghia rosa acceso verso un divano bianco lucido. «Non fare quella faccia! Non ti taglieremo le orecchie» aggiunse con una risatina.

Sentendo la faccia infiammarsi, Yuri sprofondò nel divano e pregò di esserne inghiottito. Si sentiva a disagio, gli sembrava di stonare in un salone di parrucchiere per donne. Cercò di concentrarsi su una rivista del mucchio lì vicino, ma ben presto si rese conto di non aver mai letto niente di più noioso. La rimise insieme alle altre e abbandonò la testa all'indietro con un mugolio frustrato. Se avesse saputo di dover aspettare, si sarebbe portato uno dei suoi romanzi yuri.

Il campanello appeso alla porta trillò annunciando un nuovo arrivo. «Buona sera, ragazze» salutò una morbida voce maschile.

Yuri aprì un occhio: sulla porta c'era un ragazzo alto e snello, di qualche anno più grande di lui. Aveva un'aria stranamente familiare.

«An, sei in ritardo» lo riprese l'elfo viola.

Lui si passò una mano tra i capelli biondi. «Il traffico» disse con un largo sorriso.

La ragazza si appoggiò allo schienale della sedia e incrociò le braccia al petto. «Va bene che non fai quasi mai tardi, ma diventi noioso se usi sempre la stessa scusa» sbuffò.

Con un ghigno sornione, lui si sporse sulla scrivania e le mise un dito sotto il mento, facendole alzare lo sguardo. Si avvicinò fino a sfiorare il piccolo naso della ragazza con il proprio. «Non vorrai mettermi il broncio» disse con la voce calda e flautata. «Ti rovini quel bel faccino».

Lei gli diede un lieve schiaffo sulla mano obbligandolo a lasciarla andare. «Non attacca». Girò la testa di lato con fare sdegnoso, ma quasi subito una risata trattenuta fece tremare le sue labbra perfette. «Sparisci dalla mia vista, dai. Hai un cliente di cui occuparti».

Il parrucchiere si girò per guardare verso il divano. Yuri, imbarazzato, distolse lo sguardo.

«Che strano vedere un ragazzo qui» commentò lui.

«Shirota?» chiamò la ragazza-elfo. «Vai pure con An, è il tuo turno».

Yuri si alzò come un automa e seguì il biondo, passando accanto alla donna che non aveva ancora smesso di parlare senza accorgersi che la parrucchiera che le stava tingendo i capelli bianchi si era messa un paio di auricolari nelle orecchie.

An lo fece accomodare su una morbida sedia. «Come vuoi che te li tagli?» gli chiese guardandolo nello specchio.

«Dovrei spuntare la frangia» mormorò Yuri ripetendo le parole dette da sua madre, intimidito dall'aura luminosa che pareva diffondersi dal giovane uomo dietro di lui.

«Sarà fatto» disse prendendo un paio di forbici e cominciando a separare tra le dita le lunghe ciocche castane.

Yuri si rese conto che il rumore leggero delle forbici e la sensazione di An che gli tirava leggermente i capelli lo stavano finalmente rilassando. Chiuse gli occhi.

«Ecco qua» disse An poco dopo. «Li ho lasciati un po' lunghi, così non avrai il viso completamente scoperto».

Il ragazzo socchiuse le palpebre. An gli aveva accorciato appena il ciuffo, lasciandogli comunque la possibilità di tenerlo davanti agli occhi. Non era tanto diverso da prima, però sembrava molto più ordinato. «Grazie» mormorò con un mezzo sorriso.

«Se vuoi puoi anche portarli così» aggiunse il parrucchiere spostandogli la frangia dietro l'orecchio sinistro, scoprendo gli occhi. Nello specchio, Yuri lo vide alzare le sopracciglia. «Che bel viso» sussurrò a mezza voce. «Sembri quasi un cucciolo» ridacchiò abbassandosi verso di lui.

Qualcosa si contrasse nello stomaco del ragazzo. Lo infastidiva sempre quando gli dicevano che ricordava un cane, però una parte di lui ne era quasi felice. Si sentiva strano e non sapeva mai come gestire queste emozioni controverse.

Concentrato sui suoi pensieri, percepì appena il dito magro di An che scivolava lungo la sua mascella. Si alzò in fretta. «Grazie mille!» esclamò con troppa enfasi avvertendo una familiare vampata di calore sulle guance. Si affrettò a nascondersi di nuovo dietro i capelli lunghi.

An alzò le mani con aria colpevole. «Scusami, non volevo spaventarti» disse poi con un sorriso divertito.

Yuri annuì appena e fece per tornare dalla ragazza dai capelli viola per pagare.

Il parrucchiere lo seguì. «Dovresti tenere il viso scoperto, altrimenti tua madre penserà che non sia servito a niente» disse appoggiandosi alla scrivania. Gli tese la mano. «Sono An Shinohara».

Per poco il ragazzo non fece cadere i soldi. “Shinohara!” pensò. Ecco come mai era sicuro di aver già visto il suo viso da qualche parte.

«Yuri Shirota» disse stringendogli la mano. «Sei per caso parente di En Shinohara?»

«Conosci mio fratello?».

Il fratello di En Shinohara.

Il travestito che gli aveva “rubato” la ragazza. Certo, stavano già insieme quando lui le si era dichiarato, ma pensarla così lo faceva sentire meglio.

E ora suo fratello era davanti a lui. «Che mondo piccolo» disse, stranito.

An scoppiò a ridere. Sembrava più gentile di En, soprattutto perché non gli aveva ancora augurato di crepare. A quanto pareva l'odio per gli uomini non era una cosa di famiglia.

«Sei buffo» rise An.

Yuri aprì la bocca, ma il suono di un clacson lo mise a tacere. Sua madre era arrivata a prenderlo.

«Ehm... Allora io vado» disse facendo un cenno di saluto all'elfo e uscendo.

An lo guardò camminare verso l'auto. «Il mio numero è sul biglietto da visita del salone» gridò. «Se ti va di uscire a fare due passi, chiamami!».

Yuri salì in macchina facendogli un ultimo gesto di saluto con la mano.

«Hanno fatto un bel lavoro» disse la mamma squadrando il nuovo taglio.

«Grazie» rispose lui sovrappensiero.

Ripensò a quello che era successo nel salone. An sembrava una persona... interessante.

In fondo un nuovo amico era una prospettiva allettante.

«Mamma, mi dai il biglietto del salone?»

«Oh, come mai?»

«Ho bisogno di... un'informazione»

 

 

Fine.

Spero che questa prima storia vi sia piaciuta! Mi raccomando, recensite per farmi sapere le vostre opinioni, anche se sono negative

  
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