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Autore: Selvaggia Egle    26/01/2009    4 recensioni
una Pansy come non l'avete mai vista, che soffre, che ama, che muore... per un èpersonaggio che non ho voglia di vedere sempre come cattivo e stupido... per una donna che può essere ognuna di noi...
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa ff, non so perché, mi è venuta proprio prima di andare a letto, ma mi è piaciuta molto fin da subito, quindi, l’ho scritta prima che ho potuto e ora la pubblico… Sxo vi piaccia e che non la consideriate troppo melensa e sdolcinata…  la canzone che segue consideratela una colonna sonora… buona lettura…

 

Fa qualcosa di Mina

Parla
fa' qualcosa
sto morendo
fa' qualcosa
parla
dimmi che mi uccidi
dimmi che mi odi
ma non stare lì le mani in mano
come uno
che ha perduto
come un uomo già finito
sento tanta nostalgia
per la fantasia
che c'era in te
quando
ogni giorno
profumava
d'avventura
e bevevo gioia pura
perché tu ragazzo anche se eri totalmente pazzo
eri vero
eri vivo
e anche allora
io morivo
ma morivo di allegria
di poesia
vicino a te.
Parla
fa' qualcosa
sto morendo
fa' qualcosa
non lasciarmi andare fuori
sbatti qualche porta
mandami dei fiori anche se non sono morta
è importante
anche un fiore solamente
so che non hai colpa tu
se la vita è quel che è
e io credo ancora in te.
Ma parla
fa' qualcosa
o do' fuoco
a questa casa
una donna puoi tradirla
non dimenticarla
come fai con me
una donna puoi tradirla
non dimenticarla
come fai con me

 

La battaglia è finita. Non so nemmeno chi ha vinto, nessuno si degna di dirmelo e d’altra parte non è che mi interessi poi tanto. Io sono qui solo per lui. Lui. Dove sarà? Come starà? Un dolore diverso da quello fisico mi stringe in una morsa le viscere. Anche ora che sto morendo in questa infermeria maledetta, che ho sempre odiato, penso a lui.

Pansy! Pansy! No!” sento la voce angustiata di Blaise che mi chiama e tento di aprire gli occhi per vedere un’ultima volta il viso di quello che sarà per sempre il mio migliore amico.

Hey Blais…” non riesco a finire di parlare perché una fitta al fianco mi mozza il respiro. Eh si, sto proprio morendo, ho 18 anni e sto morendo. Ma non posso andarmene così, senza averlo visto per un’ultima volta. Devo raccogliere le forze e sperare nell’aiuto della persona che in questo momento è accanto a me. “Blaise, Blaise… per favore, portalo qui.. fammelo salutare… ti prego”. Vedo una smorfia di dolore dipingersi sul suo viso. Ancora una volta ho preferito lui. “Mi dispiace Blaise… so cosa vorresti, ma non ho mai potuto e tuttora non posso dartelo… tu sarai il mio migliore amico per sempre.. ti voglio bene come ad un fratello” Non vorrei essere dura con lui proprio ora, vorrei che serbasse un buon ricordo di me, perché sono affezionata al mio piccolo slytherin.

“Io ti amo” sostiene lui con un sorriso amaro sulle labbra che mi ferisce al cuore. Lo vedo incamminarsi e so che sta andando a cercarlo per portarlo qui da me, ma prima devo fare una cosa…

Blaise!” quasi grido per fermarlo. Si è voltato, mi ha sentita, meno male. Gli faccio segno di tornare con la mano perché l’urlo mi ha sfiancata. E lui, come sempre, obbedisce. Lo guardo e capisce. Capisce che ho bisogno di abbracciare il mio migliore amico, di salutarlo. Mi stringe forte a sé aspirando il mio profumo come ha sempre fatto da quando lo conosco. Mi dicevi che profumavo di lavanda. Come mi dispiace Blaise per come sono andate le cose. Credimi nessuno proverebbe più gioia di me nel renderti felice, ma non posso, almeno non nel modo in cui tu vorresti. Desidererei  poter restare abbracciata a te per sempre, ma il fianco, provato dalla posizione, comincia a farsi sentire con più intensità e il cuore reclama a gran voce qualcun altro. Vedendomi più affaticata mi lasci andare, premuroso come solo tu sai essere nei miei confronti. Ti volti velocemente per non farmi vedere le lacrime che scendono sul tuo viso lentamente. Troppo tardi. Credo che questa ultima visione che ho di te mi tormenterà anche dopo la morte. “Addio fratellone” dico in un sussurro mentre una goccia salata scivola sulla mia guancia.

“non dire così” mormora ancora di spalle.

Blaise… solo una cosa… non dimenticarmi… almeno tu… però, fatti anche una vita… vivi al posto mio… sii felice, ti prego” gli dico con tristezza.

“non posso promettertelo Pansy” e ti giri guardandomi con quegli occhi di un’intensità disarmante.

“Devi” Testarda come sempre.

“Ci provo. E tutto ciò che posso concederti.” Dichiara rassegnato. Si abbassa dandomi un bacio sulla fonte, con quella tenerezza e quella dolcezza che solo lui ha mai usato con me.

“Mi dovrà bastare allora” dico cercando di sorridere. Forse sarei riuscita a ingannarlo se non fosse stato per il dolore sempre più forte, che ha trasformato il sorriso in una smorfia.

“Mi mancherai piccola. Addio” e inizia a correre fuori per raggiungere chi sappiamo noi ed esaudire anche il mio ultimo desiderio.

Sto per rivederlo. Al solo pensiero mi sento meglio e peggio al tempo stesso. Credo che sia da quel maledetto giorno che non ci parliamo. Per la millesima volta le immagini di quel periodo affollano la mia mente come un film proiettato al cinema eternamente.

 

Sta succedendo qualcosa, lo sento. Non è più come una volta. Quanto tempo è che non mi bacia? Quanto tempo che non facciamo l’amore? Che non mi sfiora preso dal desiderio di farmi sua? Che non mi dice ti amo? Che non mi prende in braccio? Che non balliamo? Che non usciamo insieme? Che non mi coccola? Che non mi chiama piccola, cucciola, pulce? Che non mi parla proprio. Quando è con me, è spento. Se siamo insieme è quasi sempre zitto e se fiata è per chiacchiera di cose futili. Non mi presta nemmeno più molta attenzione. Il raro tempo che passiamo insieme  è pervaso dal silenzio, suo che pensa a chissà cosa, mio che lo osservo cercando di capire cosa gli passa per la testa. Dove è finito il tuo amore per me Draco? Dove? Perché lo so, lo capisco che non mi ami più… vorrei rivolgerti questa domanda direttamente… e perché no? Tanto cosa ho da perdere? Nulla, perché già ti ho perso… ho deciso…

Anche questa sera torni tardi ed io non ce la faccio più… “chi è?” chiedo diretta senza preamboli.

“Ciao Pansy” dici stancamente. No, non stasera Draco. Non mi ignorerai anche questa volta, non ti farò scappare. Sento il divanetto che si piega sotto il tuo peso. Ti sei seduto accanto a te. È il momento della verità.

“Hai ragione, mi sono innamorato di un'altra” anche tu senza giri di parole. Non sento niente, mi sembra di vivere un sogno, di essere sott’acqua. La tua voce mi arriva ovattata.

“Chi è?” chiedo ancora a voce bassissima tanto che non so come tu faccia a sentirmi.

la Granger…” no, questa no, ero pronta a tutto, ma a questo no. “Non so come sia successo. Abbiamo fatto qualche ronda insieme, abbiamo chiacchierato e ci siamo conosciuti. Lei è la donna della mia vita. La amo”. Quelle ultime parole sono come pugnali per me. Il mio cuore sanguina senza più fermarsi. Quante volte hai detto lo stesso a me? Come puoi, come puoi? Hai dimenticato tutto? Le nostre carezze alla sera, il nostro scherzare, il prenderci in giro, la totale intesa, quel completare l’uno le frasi dell’altro che tanto ci faceva ridere…come ha fatto tutto a sparire?

“Mi dispiace pansy… davvero… tu sei importante per me… spero che” lo fermo mettendogli una mano davanti la bocca. No, ti prego, non dire altro… non reggerei, non riuscirei a sopportare.

“capisco Draco… sono cose che capitano” gli dico afona… non ho più forza, non ho più volontà, mi hai tolto tutto… hai strappato il mio cuore… l’hai distrutto… come hai potuto? Io ti ho donato me stessa, il mio amore e tu ora lo getti via, come si fa con le cose vecchie, usate, che ormai non servono più… “Sai cosa fa più male?” dico senza guardarlo e senza aspettare la sua risposta “non è essere tradita, no… è che tu ti sei dimenticato di tutto, mi hai cancellato. In queste ultime settimane mi hai ignorato, non mi hai reputato tanto importante, tanto umana da lasciarmi almeno, da parlarmi, da dirmi ciò che provavi… hai semplicemente fatto finta che non esistessi… sai quanto fa male Draco? Con chi ho passato questi anni io? Chi ho amato?” mi alzo e me ne vado. Lui resta lì, nemmeno mi guarda, non mi segue, non dice nulla… e io allora muoio…

Vivo giorno dopo giorno come uno zombie e lui nemmeno se ne accorge, troppo intento a vivere il suo nuovo amore per pensare al vecchio, al passato… Non mi vede neanche più… l’unico che capisce è Blaise… mi sta accanto, mi aiuta, ma non può niente contro il demone, il nulla, che tiene in pugno la mia anima… mi sento come dentro una bolla… sola, ma anche stranamente tranquilla… quando nulla può toccarti, nulla può ferirti… e vedo avanti così, non vivendo.  

Poi quella sera, dopo mesi… il mio sub-inconscio deve aver notato qualcosa, perché per un attimo torno in me e cerco di capire cosa sta succedendo. La guerra. La guerra. È arrivata anche ad Hogwarts… A me non importa, quindi, decido di ritornare nel mio guscio… Ma un pensiero mi colpisce: la Granger è la migliore amica di Potter, quindi, scenderà in battaglia con lui, quindi.. quindi… no, no, non posso pensarci, non voglio pensarci… non può farlo… non.. non…

Corro per i corridoi di Hogwarts cercandolo… devo trovarlo, devo parlargli. E finalmente eccolo lì, sta camminando pensieroso verso la sala grande. È bellissimo come sempre, forse anche più di prima, perché ora non è più mio.

 “Draco” dico con una voce che non riconosco neanche. Lui si gira e mi vede. Mi guarda confuso, stranito, chissà cosa starà pensando… Per ora non mi importa, però, devo domandare “Draco parteciperai alla guerra, vero?”

Mi guarda per un po’ e poi dalle sue labbra esce un “si”, sicuro.

No, non può essere vero… se… se… se… non posso pensarci… il pensiero mi fa troppo male…

“ok va bene” dico stranamente calma “combatterò anche io

“no, Pansy, non devi… questa guerra tu non la fai per te stessa” dice lui in un impeto di… non so nemmeno io cosa…

“Perché, tu si? Vuoi dirmi che combatti perché sei contro il signore oscuro? Perché non vuoi che i babbani vengano uccisi?” chiedo con un tono che vuole essere sarcastico.

Non risponde come previsto…

“Visto? E poi cosa potrebbe succedermi? Potrei morire? Sono già morta e qualunque stato è migliore di questo, credimi” e sono scappata via, piangendo, mentre tu immobile, incapace di reagire come sempre, mi guardi mentre mi allontano.

Il difficile è stato dirlo a Blaise, non perché lui mi avrebbe rimproverata o cose del genere, ma perché lui mi avrebbe consolata e avrebbe continuato a prendersi cura di me.

La battaglia: maledizioni che volano da tutte le parti, rumori assordanti, urla… l’ho perso di vista e sono disperata… vado in giro cercandolo come un’anima in pena… ed è stato allora che i miei occhi si sono incontrati con i loro gemelli… mia madre era lì, a lottare per il suo signore, come io lottavo per il mio. Mi fissava con un’espressione indecifrabile… siamo rimaste così, sospese, per secondi, minuti, ore… io non ho osato alzare la bacchetta contro di lei, lei non ha osato contro di me… almeno all’inizio… “stupeficium” ha poi gridato… credo volesse semplicemente stordirmi, per mettermi in salvo magari… voglio crederlo, voglio pensarlo… è mia madre… Ma la maledizione mi ha colpito al fianco dove avevo già una ferita, aggravandola… Crollo a terra in preda al dolore, mentre mia madre si volta ad affrontare altri, ignara di aver firmato la mia condanna a morte… Qualcuno deve avermi trasportata in infermeria e mi sono risvegliata qui…

                                                            

È passata mezz’ora… Non voglio pensare che lui non abbai nemmeno la voglia di dirmi addio… Dopo ciò che c’è stato tra noi credevo che almeno si fosse affezionato a me… Invece, forse, è completamente indifferente alla mia sorte… Forse…. Forse… ogni minuto che passa mi sento sempre peggio e il sangue continua a sgorgare dalla ferita.

Pansy” qualcuno mi chiama agitato. Sono combattuta: voglio aprire gli occhi per vedere se è lui, ma allo stesso tempo ho paura di rimanere delusa. Mi sento stringere la mano destra e concentrandomi su quel calore trovo in me il coraggio per osservare chi mi tiene la mano. È lui, è lui. Ha i vestiti strappati, i capelli in disordine e il labbro sanguinante, ma è sempre bellissimo. Dio quanto sono felice di vederlo. Questa visione fa aumentare i miei battiti così tanto che un’altra fitta di dolore colpisce la cassa toracica e mi fa rantolare. Per colpa sua rischio di accorciare la vita, che sto perdendo sempre a causa sua…

“Sta’ ferma, non ti muovere” sembra quasi impietosito dalla mia fragile figura…

“Non avere pietà di me Draco, per favore, questo no” dico affaticata.

“Sono solo preoccupato” e abbassa lo sguardo. Potrebbe sembrare ipocrita da parte sua, ma so che è vero…

“lo so….” Ironia della sorte si preoccupa di me solo quando sto per morire… fisicamente almeno…

“Mi dispiace per il male che ti ho fatto…” attacca e il suo sguardo è ancora sul pavimento.

sshhh… non è vero, lo sai tu come lo so io. Ma non fa niente Draco. Non ti ho mai odiato per avermi distrutto, non lo farò neanche ora” dico stranamente serena. Non mi ero mai sentita così… calma. Non avrei mai pensato che morire sarebbe stato così facile…

“io… io… io…” è incapace di parlare, non sa cosa dire.

“tu la ami.. e non ami me… tu sei felice…io smetterò di soffrire a breve… per quanto mi riguarda il discorso è chiuso” la morte rende il mio cervello più lucido e pacato, la passione e i sentimenti non mi sconvolgono più… Resta il dolore, però, cieco e sordo, tenuto a bada per ora…

“mi dispiace” mi ripete. Sta tentando di convincersi, non lo dice per me.

“Che ironia…” dico lasciando cadere a vuoto le sue scuse.

“Cosa?” chiede lui confuso.

“non ti ricordi questo letto?” domando preoccupata dal fatto che lui possa aver dimenticato anche questo.

Improvvisamente vedo i suoi occhi scurirsi e intuisco che ha capito a cosa mi riferisco.

 

Terzo anno…

“Draco, Draco, Draco” sono entrata nell’infermeria di corsa urlando come una pazza. Ti vedo lì, disteso sul letto e le lacrime scorgano ancora più fitte dai miei occhi. Non sopporto di vederti così… debole, indifeso. Provo un intenso desiderio di uccidere quell’imbecille di un guardia caccia, maledetto lui. Madama Chips mi vede e venendomi incontro, mi chiede cosa ho. Devo avere un’aria sconvolta, mi ha scambiato per una paziente.Non so con quale forza le rispondo, ma alla fine esclamo con un filo di voce che non sono lì per me, ma per te. Mi rassicura che è solo una ferita superficiale e che ora stai solo riposando, che guarirai presto. Mi sento sollevata in parte, ma sono ancora molto scossa. Vengo a sedermi accanto al tuo letto e ti prendo la mano piangendo sul tuo braccio tutte le lacrime che ho, finché non mi addormento estenuata alla fine. Non so perché, né come mai, ma la mattina dopo mi sveglio sul letto di fianco al tuo, ancora in infermeria. Ti guardo e tu ancora stai dormendo. Cazzo Draco svegliati!!!! se non lo fai entro breve, sarò io a morire. Sto al tuo capezzale tutta la giornata, fortunatamente è sabato e non ci sono lezioni. Non vado neanche a mangiare, è Blaise che, come al solito, si prende cura di me portandomi un toast. Finalmente verso le sei del pomeriggio ti svegli e io sono così felice che senza controllarmi ti abbraccio e ti do un bacio mozzafiato che stranamente tu ricambi. Mi stacco da te, senza osare guardarti. Ma tu mi metti le dita sotto il mento, alzi il mio viso e mi scruti negli occhi, dicendo un’unica, ma fondamentale per me, aprola: “finalmente!” e le tue labbra toccano nuovamente le mie. Da allora è stato un continuo crescendo, fino al settimo anno, maledetto. Ti ho amato con un’intensità che forse nemmeno immagini. È stato sempre su questo letto che ti ho detto ti amo, ricordi? Eri stato ricoverato per una ferita che ti eri procurato giocando a quidditch. A quel tempo mi hai risposto “Anche io”. Ora mi chiedo, però, se tu fossi sincero. Decido di chiedertelo...

“Draco… mi amavi? Davvero?” è un bisbiglio che si perde nella notte, ma so che tu hai sentito perché avverto l’aumento della tensione nella tua mano…

Pansy…” temporeggi, ma io devo saperlo, ne ho bisogno… “Draco dimmelo, per favore…

si, ti ho amata Pansy… almeno credo… ma non era intenso come con lei, non era così forte, così…” la tua voce si interrompe… non vuoi o non sai spiegare?

“Grazie” gli dico sincera…

“tu sei stata la prima che mi ha fatto innamorare, con te ho capito cosa è l’amore, con te ho imparato cosa significa stare con una persona. Ma non eri tu la donna della mia vita” Non è stato mai capace di mentirmi e forse nemmeno vuole… Gioia e dolore seguono le sue parole… Perché? Perché a me? Perché lui era l’uomo della mia vita ma io non ero la donna della sua ? stiamo in silenzio, senza dire niente…

“Ti prego parla, fa’ qualcosa, sto morendo, fa’ qualcosa” gli dico disperata. Questo silenzio mi ricorda troppo quello del passato. Il distacco imminente, credo, mi abbia reso pazza. Ha cancellato il mio spirito di conversazione. So che soffrirò di più così…

“cosa vorresti che ti dicessi? Cosa?” chiede lui tra l’arrabbiato e il confuso. È frustrato… da come sono andate le cose, credo…

“Di che tutta colpa mia, ma non lasciarmi andare via così” sempre più disperazione, sempre più dolore…

“non è colpa tua Pansy, non pensarlo nemmeno!! sono stato un egoista, ho pensato solo a me stesso. Potevo gestire meglio le cose e, invece, ho preferito non affrontare te e la realtà, ferendoti quando non lo meritavi. Sono un mostro Pansy” e scoppia a piangere… Non avrei mai creduto che le cose potessero finire così. Adesso tocca a me confortare lui…

ssshhh, non piangere, calmati Draco… Sappi che non ce l’ho con te, e che ti perdono. Volevo solo sapere se per te avevo contato qualcosa, avevo bisogno di saperlo, avevo bisogno di sapere che il mio amore e il mio dolore avevano avuto un senso…” La mai mano scorre tra i suoi capelli… ho sempre amato farlo…

“Draco!” una voce ci richiama al mondo reale. È lei. Corre verso di lui, poi mi vede e lo guarda per capire ciò che deve fare…

“Vai” gli dico con il cuore in gola, spostando la mano… Non è giusto che io lo tenga con me…

“No Pansy… io… dopo…” cerca di dire qualcosa la riccia, ma la zittisco con un cenno della mano deciso…

“Io e Draco abbiamo già parlato. Andate a festeggiare il vostro amore e la vostra sopravvivenza.”li incito addolorata ma sincera…

“Ma Pansy…” mi dice Draco e la sua voce è pervasa dalla tristezza… non posso permetterlo…

“rendilo felice Granger, lo lascio in mano tua” le dico prendendo la mano di Draco e porgendogliela “Amalo anche al posto mio, perché è un ragazzo speciale e merita il meglio”. Dai miei occhi scendono copiosamente mille lacrime.

“Addio… Draco, non ripetere i tuoi errori…Almeno non morirò invano. Rispettala, trattala bene e amala come non hai saputo fare con me. E ora andate” giro il volto per non vedere loro che vanno via insieme, mano nella mano… soprattutto lui che va via con lei, senza me

E così morirai sola mia cara Pansy… delirio di una ragazza che muore…

 

Il dolore è divenuto insopportabile ormai. ‘Vi prego, uccidetemi voi’ vorrei gridare. Non ce la faccio più, voglio solo morire…

Sento qualcosa di caldo che mi sfiora la guancia. Non riesco ad aprire gli occhi, ma dal profumo so che è lui, il mio angelo custode… Blaise… Non mi avrebbe mai fatto morire da sola…

Perché non ho amato te? Perché? Sarebbe stato tutto diverso e ora saremmo tutti felici…

Devo parlarti, farti capire che so che sei tu. E allora muovo le dita della mano come se stessi suonando una tromba, debolmente. Tu lo vedi, perché sento la tua mano fare il mio stesso identico movimento e sfiorare le mie dita. È il nostro saluto, da sempre. Le mie labbra si tendono in un sorriso e non oppongo più resistenza al buio che preme per inghiottirmi. Muoio serena alla fine…

 

Noooooooooooo!!!!!Blaise grida con quanto fiato ha in gola, disperato, addolorato, distrutto… “Noooooooooo!!!!!! Pansy, nooooooooo!!!!” l’urlo riecheggia per tutta la scuola carico di tutto il dolore di chi l’ha emesso. E Draco lo sente e si sente dilaniato. È morta… Lei con il suo sorriso, lei con il suo spirito, lei con la sua dolcezza, con la sua sincerità, con la sua spontaneità… Mille rimorsi lo assalgono e piange, piange come non ha mai fatto prima per quell’amore che lui stesso ha distrutto, che ha rifiutato, che non ha saputo vivere. Sente le braccia di hermione circondarlo in un abbraccio, ma non basta… Non basta quando sai di aver ucciso una persona per la tua debolezza…

Blaise prende il corpo della sua amata e lo stringe al petto. Le bacia le labbra come non ha mai potuto fare quando lei era in vita e dalle sue labbra esce un “ti amo” continuo, che mai nessuno potrà interrompere.

 

 

 

 

 

 

  
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