Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans
Segui la storia  |       
Autore: Nanamin    03/08/2015    3 recensioni
Tara è una ragazza normale: studia, esce con gli amici, è preoccupata per gli esami, ha una cotta. La sua vita tranquilla continua, finché strani eventi cominciano ad accaderle, accompagnati da inspiegabili mal di testa.
Tara è una ragazza con un enorme potere sopito dentro di sé. Un potere che porterà grandi menti a scontrarsi, interi Paesi a sollevarsi e costringerà i Titans a fare i conti con i fantasmi di un passato che credevano ormai perduto.
-
“Sei sicura di volere questo? Che nessuno si ricordi di te? Pensi di ripartire da zero?”
Red X si alzò e si appoggiò al muro.
“La verità è che non puoi cambiare così. Tutto si ripeterà finché non rimarrai da sola.”
“Perché?”
La voce di Terra uscì roca dalla sua bocca. Red X fece una smorfia.
“Perché anche se le persone e i luoghi intorno a te non sono più gli stessi, sei sempre tu.”
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Red X, Robin, Terra, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

REAZIONE




Nero. Nessun rumore. Chiuse gli occhi. Sorrise a mezza bocca nel vedere quanto quel gesto fosse inutile ormai per lui, sentì piccole rughe formarsi sulla sua fronte, 

“Ti troverò.” Poco più di un sussurro.

Fece un passo in avanti il piede appoggiò tremante sul terreno. Spostò il peso, era illeso. Aveva fatto un passo.

Non posso andare avanti così…

Nella sua mente si materializzò l’immagine di un cane, un segugio dalle orecchie molto lunghe e dalle labbra pendenti. Quadrupede, tastò il suolo, percependo ogni possibile variazione dai polpastrelli: la terra era smossa, due sassolini grossi quanto un bottone sotto la sua zampa posteriore sinistra, un rametto sotto la sua anteriore destra. Beast Boy piantò il tartufo a terra. Allargò le narici e inspirò: polvere e granelli di terriccio gli entrarono nel naso. Starnutì. Un ricettacolo di odori raggiunse la sua mente, Beast Boy si concentrò per distinguerli.

Terra umida, foglie. Ha piovuto da poco, ma non è qui.

Avanzò di qualche passo, con il muso basso, pronto a recepire qualsiasi informazione. Si fermò.

Eccolo.

Inspirò.

L’odore è forte, sta correndo ed è sudato.

Scattò al galoppo, la pista che aveva trovato si faceva sempre più forte, ormai poteva seguirla senza tenere il tartufo a terra. Odore di legno, marcio. Beast Boy saltò: aveva imparato ad associare quell’odore ad un tronco caduto. Un fruscio di foglie raggiunse le sue orecchie. Scartò a sinistra graffiandosi appena la pelle con il cespuglio che aveva evitato. Stava migliorando a muoversi nel mondo circostante, in quei giorni si era allenato a schivare gli ostacoli, a seguire le tracce, a sopperire all’uso della vista. Non sarebbe più stato un peso per i suoi compagni.

Questa volta sei mio, fosse l’ultima cosa che faccio. Sei mio..

Beast Boy accelerò il passo, l’odore si faceva sempre più pregnante, fino a che non udì un rumore, uno scricchiolio di rami.

Vuoi passare alla lotta aerea, eh?

Beast Boy saltò, il suo corpo si fece minuto, le zampe posteriori si accorciarono, le anteriori diventarono piccole e sottili, mentre una membrana di pelle si allargava per unirle ai fianchi. Sbatté le ali in un ritmo frenetico, inseguendo la figura di fronte a lui.

Eccoti…

L’aria sibilò, il pipistrello virò a destra finendo sottosopra, un getto d’energia era passato vicino alla sua ala sinistra, la pelle gli bruciava. Si rimise dritto continuando a seguire i rumori, quando le onde del sonar gli riportarono un oggetto alto e stretto di fronte a lui.

Un albero!

Beast Boy girò a sinistra sfiorando la corteccia con la pancia, per qualche metro non capì più dove si trovasse. Poi il sonar dentro di lui non individuò più ostacoli: era arrivato alla radura. L’unico segnale era di una figura di fronte a lui, che si allontanava. Beast Boy sbatté le ali con più forza, guadagnò terreno, era sempre più vicino, poteva sentirne l’odore anche con l’olfatto poco sviluppato del pipistrello. Aveva passato giorni rinchiuso nella sua stanza, aveva sentito i suoi amici correre a salvare la città mentre lui non poteva seguirli, non aveva più potuto vedere né le albe né i tramonti, né giocare ai videogiochi con Cyborg, per quanto stupido fosse come passatempo. 

Hai rubato la mia vita, maledetto! Mi riprenderò ciò che è mio, la mia complicità con i miei amici, la mia carriera di supereroe, la mia spensieratezza, tutto. Sei mio!

Beast Boy si gettò in avanti ruggendo e atterrò con le enormi zampe la figura di fronte a lui. Inchiodò con il suo peso le sue spalle e con le zampe posteriori bloccò le ginocchia. Non ci fu un fiato.

Finalmente ce l’ho fatta…sei qui. Non sarò mai più un peso per i miei amici, questa storia si conclude adesso.

Ruggì con tutto il fiato che aveva in gola e abbassò il muso fino a che non poté sentire l’odore del suo rivale in maniera distinta. Gli alitò sul viso a fauci spalancate. Pregustò nella sua mente tutto quello che avrebbe fatto da quel momento, avvicinò i denti alla figura.

Di' le tue ultime preghiere.

 

 

 

 

 

 

“Tara, sul serio, mi dispiace.”

La ragazza alzò lo sguardo, gli occhi scuri di James la scrutavano. Storse la bocca:

“Potevi pensarci prima. In che aula dobbiamo andare adesso, Dionne?”

“Aula 31…” sussurrò l’amica, spostando il peso da un piede all’altro e grattandosi dietro l’orecchio.

“Tara, davvero!”

“Ah ah. Come no.” 

Tara prese i libri di spagnolo e se li portò al petto, le sue due amiche erano in attesa di una qualunque sua parola. Sospirò.

“Andiamo ragazze, altrimenti facciamo tardi per la lezione.”

Amber annuì e s’incamminò per il corridoio a passo veloce, Dionne scoccò a James un’occhiata furente e la seguì.

James aveva le braccia lungo ai fianchi, le nocche livide. Guardava un punto fisso di fronte a lui, mordendosi il labbro.

“Beh, se hai finito io andrei. Sto facendo tardi.”

Il ragazzo scattò come una molla piantando le mani sul banco che lo divideva da Tara.

“Non è stata colpa mia, mi dispiace di averti dato buca!”

La ragazza si bloccò, chiuse gli occhi ed inspirò a fondo. Li riaprì: James era a pochi centimetri da lei, gli angoli interni delle sopracciglia sollevati, i lati della bocca piegati in giù in maniera appena percettibile; una piccola ruga affiorava sulla sua fronte.

“Ho aspettato mezz’ora da sola fuori da scuola, ti ho chiamato più volte senza che tu mi rispondessi, mandato messaggi che tu hai ignorato, mi sono anche preoccupata per te. Per i successivi cinque giorni mi hai evitata, non mi hai neanche salutata e non ti sei nemmeno premurato di farmi sapere cosa avessi fatto di male. In questo momento l’ultima cosa che voglio è uscire con te, scherzare con te, chiacchierare con te o fare qualsiasi attività che includa anche te. Buona lezione di francese, James.”

Tara si voltò e imboccò il corridoio a passo veloce e a testa bassa, fino a che davanti a lei non comparve l’aula di spagnolo. Si accomodò sulla sedia vuota tra Dionne e Amber e buttò i libri sulla superficie del banco, puntando il suo sguardo sulla copertina colorata di quello alla sommità. 

Amber le appoggiò una mano sul braccio.

“Tara…”

La ragazza si scostò.

“Non una parola.”

 

 

 

 

 

 

Il ragazzo camminava per una via del centro. Il sole stava tramontando e non c’era nessuno ad animare quel posto. Si stiracchiò e si fermò davanti alla vetrina di una libreria chiusa: decine di libri erano disposti in fila, di ogni genere e dimensione, con l’unica cosa in comune di essere la novità del momento. In un angolo a destra un volume blu scuro, dal titolo in oro “Assassinio di notte”. Storse la bocca in un mezzo sorriso.

“Ti piacciono i thriller, James?”

Il ragazzo si bloccò, l’unica nota che riusciva a sentire era il tamburellare del suo cuore nel petto.

“Non agitarti, sono solo qui per fare una chiacchierata, ti va?”

Il riflesso della vetrina gli mandava di rimando una figura completamente nera, il volto coperto da una maschera anch’essa nera.

James deglutì e annuì, con lo sguardo sempre rivolto avanti a sé.

“Molto bene, mi accorci il lavoro.”

James non rispose.

“Ti piacciono i thriller quindi, vero James?”

Non rispose.

“Ti ho fatto una domanda.”

Il ragazzo annuì con la testa. Tremava da capo a piedi, non riusciva ad emettere alcun suono. Sentì delle gocce di sudore raccogliersi all’attaccatura dei capelli.

“Piacciono anche a me. Sai cos’è bello? Che ci sono una vittima ed un carnefice che si sfidano in una partita a scacchi, alla fine uno dei due morirà quasi di per certo.”

La figura mosse il collo facendolo scrocchiare e giunse le mani davanti all’addome. 

“Ma non è così facile, James. La vittima durante tutto il libro proverà ansia e paura verso qualsiasi cosa, crederà che ogni persona possa ucciderlo, che persino i suoi amici più cari possano tradirlo, che ogni angolo della città nella quale vive possa chiudersi attorno a lui e inghiottirlo vivo in una voragine senza fondo. Perderà ciò che gli è più caro, non sarà più in grado di fare nulla, si rannicchierà in una stanza attendendo la sua ora. È proprio a quel punto che, il protagonista, stremato e prossimo alla pazzia, incontrerà il vero carnefice. ”

James aveva il respiro spezzato, il cuore combatteva per uscirgli dal petto.

“E c-cosa accade dopo?”

“Il carnefice lo grazierà, James, ponendo fine alle sue sofferenze. Vedi, gli antagonisti sono così sopravvalutati, in realtà spesso mettono solo la firma a quello che i protagonisti si procurano da soli.”

Il ragazzo chiuse gli occhi e deglutì, la mascella serrata con tutta la forza che aveva.

“Cosa vuoi da me?”

La figura continuava a guardare di fronte a sé, senza mai rivolgergli lo sguardo davvero.

“Tu sai perché sono qui, James. Il mio superiore non è molto contento di te.”

Il petto si alzava ed abbassava come un mantice.

“L-lei non vuole vedermi.”

La figura scattò e lo prese per il colletto, tirandolo su: le sue gambe s’irrigidirono nel vuoto.

“Pensi che sia idiota, James? Pensi che non sappia che l’hai allontanata tu stesso?”

“Cosa devo fare?” 

La stretta della figura sul suo colletto divenne più forte.

“Convincila di nuovo. E questa volta mi assicurerò di persona che tutto vada per il meglio.”

“E se non dovessi riuscirci?”

La figura spalancò la mano, James cadde sull’asfalto, il corpo rannicchiato a terra non cessava di tremare.

“Diventerai tu stesso il protagonista del thriller.”





Angolo dell'autrice

Stavolta ho fatto un po' fatica a pubblicare in tempo, ma per fortuna ce l'ho fatta.
Non ho granché da scrivere in questo angolo, se non chiedere a chi legge di darmi un'opinione, soprattutto su Beast Boy. Vorrei che la sua rabbia fosse perfettamente giustificata da ciò che ha subito, ma sono preoccupata che per qualcuno possa star andando out of character. Le vostre opinioni mi sarebbero molto utili per rimetterlo in carreggiata, nel caso.  Grazie in anticipo!

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans / Vai alla pagina dell'autore: Nanamin