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Autore: Lovelymoon22    03/08/2015    7 recensioni
[ FANFICTION INTERATTIVA! ]
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Peggy sgusciò fuori dal suo nascondiglio con un po’ di difficoltà. Premette il tasto del dittafono per bloccare la registrazione, si spazzolò via la polvere dal suo completo verde e dai capelli e sogghignò soddisfatta.
Aveva una notizia più che succulenta tra le mani e non vedeva l’ora di vederla pubblicata sul giornale del liceo.
«Scusi, signora Preside, ma questo scoop non posso proprio lasciarmelo sfuggire.» ridacchiò tra sé e sé sfrecciando fuori dalla sala il più rapidamente possibile e senza farsi vedere.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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News



POV Karole

Le lezioni del professor Faraize non erano particolarmente spiacevoli né particolarmente noiose ma l’aspetto bonario del professore tendeva a far abbassare la guardia agli studenti che quindi spesso si distraevano durante le sue ore. Io non ero molto interessata alla storia ma tentavo comunque di seguire la lezione benché preferissi le materie scientifiche che si adattavano di più alla mia mente razionale e calcolatrice. Tuttavia, avendo come compagno di banco l’adorabile Castiel mi era parecchio difficile non distrarmi ogni cinque secondi.
Il ragazzo passava parecchio tempo a russare sul banco ma quel giorno aveva un’irresistibile desiderio ‘tormentatore’ e non faceva altro che tirare palline di carta a Karen, la ragazzetta acqua e sapone che sedeva accanto a Lysandre.
«Ma la vuoi piantare?» gli sibilai, visto che il suo continuo sghignazzare mi distraeva.
Lui non mi diede neanche ascolto e continuò a punzecchiare la ragazza che gli lanciava occhiate rabbiose e omicide. Non potei non lasciar cadere gli occhi su Lysandre che, invece, aveva gli occhi puntati sul suo libro.
Lui non era come Castiel. Era sempre così calmo e pacato, disponibile e gentile.
Mi mordicchiai il labbro. Chissà se mi avrebbe mai notata…
Dai suoi gesti temevo che mi considerasse soltanto come una grande amica e la cosa mi rendeva estremamente insicura. Quando c’era lui di mezzo diventavo davvero un agnellino docile e timoroso e ciò mi destabilizzava.
Mentre osservavo il suo viso, il ragazzo sollevò gli occhi bicromatici su di me e io ebbi un piccolo sussulto. Beccata!
Sentii le mie guance arrossarsi ma Lysandre si limitò a sorridermi e ad accennare a Castiel con un’aria un po’ esasperata. Io  gli sorrisi divertita e poi lui ritornò a seguire la lezione.
Sospirai, lasciando uscire tutta la tensione che si era accumulata in me con un solo suo sguardo. E pensare che solo un anno fa non avrei mai detto possibile che i suoi occhi mi facessero un tale effetto…

Lysandre e Castiel erano miei amici dal primo anno di scuola e dovevo loro molto. Era stato solo grazie al loro aiuto se ero riuscita ad emanciparmi da mio padre e a trovare quella serenità mai avuta nella mia vita. Erano due preziosi amici per me, quelli di cui mi fidavo più ciecamente, gli unici con cui riuscivo ad aprire una parte di me tenuta chiusa con un lucchetto agli occhi degli altri.
Era il primo giorno di vacanze natalizie e io e Castiel ci eravamo dati appuntamento da Starbucks per berci una bella cioccolata in santa pace e poter chiacchierare del più e del meno.
La strada era coperta di neve e il fiato della gente si condensava in nuvolette di vapore. Avevo le mani infilate nelle tasche del cappotto, la sciarpa attorcigliata attorno al collo che mi copriva la bocca solleticandomi il naso.
Osservavo le vetrine dei negozi lasciando scorrere il mio sguardo di ghiaccio su Babbo Natale sorridenti, luci e lucine variopinte e alberi di Natale abbelliti con palle colorate.
Non avevo molti bei ricordi del Natale…
Non avevo mai avuto regali…
Non avevo mai creduto a Babbo Natale…
Era sempre stato un giorno come un altro, in cui venivo riempita di botte da mio padre e sentivo piangere mia madre da dentro la porta del bagno.
Arrivai davanti alla mia meta e con mia sorpresa vidi che assieme a Castiel c’era anche Lysandre. Mi soffermai su quest’ultimo. Persino il suo cappotto invernale richiamava lo stile vittoriano…assurdo!
Mi portai una mano alle labbra per nascondere una risatina e li richiamai: «Castiel! Lysandr…argh!»
Un secondo prima ero in piedi e camminavo a passo spedito verso i due ed un secondo dopo mi ritrovai a scivolare su una lastra di ghiaccio. Ero convinta che mi sarei sfracellata al suolo quando sentii un paio di braccia agguantarmi appena in tempo.
All’inizio vidi solo buio, poi mi resi conto che avevo serrato gli occhi per paura dell’impatto. Gli aprii e…
TU-TUM!
Il viso di Lysandre era a pochi centimetri di distanza dal mio e i suoi occhi bicromatici mi fissavano. Sentii uno strano calore diffondersi sul viso, sulle guance, sulle orecchie, sul collo…era come se fosse improvvisamente arrivata l’estate.
Ero arrossita?!
«Stai bene?» mi chiese Lysandre gentilmente.
Rimasi a guardarlo con la bocca spalancata per un po’, poi mi ripresi, mi allontanai da lui con uno scatto sistemandomi freneticamente il cappotto rosso e vaporoso, sperando di riprendere al più presto un colorito normale.
Sentivo di sottofondo le risate di Castiel e i suoi commenti sull’accaduto.
«Che razza di imbranata!» stava dicendo, ridacchiando.
Se fossi stata in condizioni normali probabilmente gli avrei strappato la lingua di bocca e l’avrei fatto pentire amaramente delle sue parole ma in quel momento riuscivo a sentire solo i battiti impazziti del mio cuore.
«T-ti ringrazio, Lys…Se fosse stato per Castiel sarei di faccia a terra.» riuscii a dire.
«Non c’è di ché.» ribatté lui, galante come al solito.
Riuscii a rivolgerli un sorriso piuttosto stiracchiato e poi mi diressi verso Castiel. Gli passai accanto e il ragazzo ebbe un sobbalzo, forse per paura che gli tirassi un calcio negli stinchi come vendetta.
Ma io mi limitai a lanciargli un’occhiata: «Dobbiamo parlare.»


Quel ricordo viveva in me più vivido di qualunque altro. Era stata la prima volta in cui avevo sentito il mio cuore accelerare i battiti e il mio viso incendiarsi, sconvolto dai sentimenti.
Scossi il capo, facendo ondeggiare i capelli e riportando la mia attenzione sulla lavagna.


POV Sky

Driiin! Driiin!
La campana suonò, annunciando l’inizio della ricreazione. Due ore col professor Faraize non erano neanche lontanamente pesanti quanto una singola ora di chimica. Inoltre, la mia compagna di banco era Kim il ché rendeva le cose molto più piacevoli.
Karen ed Emily si avvicinarono. La prima aveva una smorfia ringhiosa stampata in viso ed era facile intuire il perché. I capelli neri erano puntellati da palline di carta bianche, impigliate tra una ciocca e l’altra.
«Belli i capelli. Un nuovo look, tavola da surf?» fece Castiel sogghignando mentre si alzava dalla sedia e si dirigeva verso l’uscita della classe con Karole e Lysandre.
Il sopracciglio di Karen ebbe un pericoloso scatto, infatti la ragazza si voltò e ruggì, schiumante di rabbia: «Di chi credi che sia la colpa, eh?!»
«Ma quanti anni hai, Castiel?» sbuffò Emily, le mani sui fianchi.
«Gli stessi tuoi, cara, e se non ci credi posso anche farti vedere il mio certificato di nascita.» disse Castiel ammiccante, per poi superarci.
Mi stava davvero antipatico Castiel! Non sopportavo che prendesse continuamente in giro Karen né quei suoi modi di fare da ragazzaccio anche se Kim mi aveva spiegato che secondo lei quello era il classico comportamento di un maschio della specie ‘Castiel’ quando era interessato a una ragazza, quindi secondo lei a Castiel piaceva Karen…
Chissà qual era il comportamento di un ragazzo della specie ‘Dajan’ quand’era interessato a una ragazza…mi sarebbe tanto piaciuto saperlo…
Mi alzai, raggirai il banco e mi avvicinai a Karen, spazzolandole via le palline di carta dai capelli.
«Sky, ma quanto sei adorabile!» cinguettò Karen dopo che le ebbi finito di pulire i capelli, stringendomi a sé e spupazzandomi tutta come se fossi un peluche.
«Si può sapere perché devi fare sempre così?» domandò Kim divertita, massaggiandosi la fronte.
«Che dite, andiamo in cortile? Finora non ha ancora piovuto, approfittiamone!» disse Emily con energia ma fu bloccata da una voce squillante: «Che nessuno si muova!»
Ci voltammo tutte e quattro e sgranammo contemporaneamente gli occhi. Peggy aveva chiuso di scatto la porta, rischiando di schiacciare il naso di Castiel, e poi, con un balzo, era salita sulla cattedra e ci osservava tutti dall’alto.
«E’ impazzita?» mi scappò detto.
«No, che non sono impazzita, nanetta!» sbottò Peggy, puntandomi contro il microfono del suo dittafono.
«Peggy, scendi immediatamente!» esclamò Nathaniel avvicinandosi alla cattedra con aria autoritaria. «Potresti farti male o danneggiarla!»
«Zitto, delegato, quello che devo dirvi vale molto di più della cattedra e della mia stessa vita!» esclamò Peggy con aria teatrale, portandosi una mano al petto con enfasi.
«Concordo con Sky, hai qualche rotella fuori posto.» disse Castiel, guardandola male.
Peggy parve decidere che la cosa migliore da fare fosse ignorare i nostri commenti perché non degnò Castiel nemmeno di un’occhiata. Io, d’altra parte, non riuscivo a capire che diavolo avesse in mente. Aveva trovato qualche nuovo scoop?
La ragazza tossicchiò: «Ho un annuncio molto importante da fare.»
«Sbrigati a parlare, allora.» intervenne Ambra seccata, dando uno scossone ai lunghi capelli ricci e biondi. Ecco, mi sembrava strano che non avesse ancora parlato…
«Bene!» Peggy sembrava fremere di eccitazione. E devo ammettere che riuscii a trasmettere la sua foga anche a me: morivo dalla voglia di sapere cos’avesse da dire di così importante. Tutta la classe trattenne il fiato e poi… «Sarete felici di sapere che al Dolce Amoris si terrà un ballo scolastico!»
«Che?!» esplodemmo tutti all’unisono.
Un ballo?!
Non riuscivo a crederci ma dalla sua espressione fiera non poteva proprio essere uno scherzo. Persino Ambra, Charlotte e Lì sembravano sconvolte dalla cosa.
Rosalya prese parola per prima: «Sicura di quello che dici?»
«Ovvio. Io non do mai notizie senza esserne sicura al centouno percento! Potete leggere anche l’edizione di oggi sul giornalino scolastico, lì è scritto tutto, nero su bianco.» disse Peggy allegramente.
«Questo non lo sapevo nemmeno io…» disse Nathaniel stupito. Effettivamente era strano che la Preside non ne avesse parlato al delegato degli studenti ma forse preferiva che la cosa rimanesse segreta…anche se con Peggy in circolazione era impossibile che le notizie non venissero scoperte prima del tempo.
«A quanto pare i professori preferivano farci una sorpresa.» disse Peggy, scrollando le spalle. «Ma dopotutto non cambia niente se ve l’ho detto un po’ prima, lo avremmo saputo in ogni caso.»
Quindi era vero? Ci sarebbe davvero stato un ballo al Dolce Amoris?
I miei pensieri ricaddero su Dajan. Forse avrei potuto ballare con lui…!


POV Emily

Non riuscivo ancora a credere alle parole pronunciate da Peggy. A scuola erano stati organizzati un sacco di eventi improbabili come la corsa di orientamento, la recita e persino il concerto realizzato da noi studenti eppure mai avrei pensato ad un ballo. Inoltre, la Preside non si era mai dimostrata molto contenta di sborsare soldi però forse si era resa conto che anche noi alunni ci impegnavamo tanto per la scuola.
«E dove dovrebbero organizzarlo questo ballo?» chiese Castiel, le braccia incrociate. «Perché non mi venire a dire che lo faranno in qualche aula, sarebbe una cavolata troppo grossa…»
«Io non dico cavolate!» ribatté Peggy con rabbia.
«A no? Eppure quello che scrivesti una volta su me e Ambra era una cavolata…» commentò Castiel facendo arrossire Ambra e indispettire Peggy.
«Quei tempi son finiti, ora racconto solo le verità.» proclamò Peggy con forza. In effetti ero venuta a sapere da Meylyn che lei e Rosalya avevano trovato Peggy in lacrime nel sottoscala, pentita di tutte le sue malefatte, soltanto un mese prima. Ed effettivamente, da allora, la ragazza non aveva più scritto cose false e cattive sugli altri. Era un piacere vedere che si fosse migliorata anche se c’erano ancora persone che non la sopportavano molto –Karen in primis.
«La festa si terrà nella palestra.» proseguì Peggy. «E ci saranno bevande, spuntini di vario genere…ma per le decorazioni e la musica non so ancora niente.»
La voce di Nathaniel intervenne a spezzare la situazione di quasi-silenzio che si era creata –quasi perché c’erano i rumori della console di Armin di sottofondo: «Sì, ora potresti scendere dal banco, per favore
«E va bene, va bene.» sbuffò Peggy scendendo con un balzo dalla cattedra –per un attimo temetti che si sfracellasse al suolo ma lei ricadde a terra, piegando le ginocchia. Dopodiché ci fissò tutti con i suoi occhi blu: «Allora, cosa ne pensate delle mie news?»
Ci furono alcuni attimi di silenzio poi la voce di Alexy esplose: «Fantastico!»
Voltai lo sguardo verso il ragazzo dai capelli celesti, gli occhi sgranati per la sorpresa. Poi effettivamente mi resi conto che un tipo eccentrico come lui non poteva che essere entusiasta di un’idea eccentrica come quella di un ballo.
«Questo è lo spirito giusto, Alexy!» trillò Peggy, sollevando il pugno. Alexy la imitò continuando a saltellare, tutto contento.
«Che gran mucchio di cavolate.» sbottò invece Castiel. «Ora immagino che possiamo anche uscire dalla classe.» disse irritato all’indirizzo di Peggy, dopodiché borbottò un ‘andiamo’ a Lysandre e Karole e tutti e tre uscirono dall’aula.
Non sapevo neanche io che caspita passasse per la mente del rosso –tinto, aggiungerei- quel ragazzo era davvero troppo rude e rozzo per piacermi in quel senso ma come persona dovevo ammettere che mi incuriosiva molto, forse perché non riuscivo mai a capire cosa gli passasse per la testa. Mi voltai verso le mie amiche. Kim e Sky stavano borbottando sul ballo tra di loro. Sky sembrava anche parecchio nervosa e Kim le dava delle pacche sul capo per rassicurarla.
Il mio sguardo, però, si soffermò su Karen che stava osservando il punto in cui erano svaniti Castiel, Lysandre e Karole con una strana espressione. E il piccolo tarlo del dubbio si insinuò in me. Karen non ci aveva mai parlato delle sue situazioni sentimentali, né io l’avevo fatto. L’unica che era stata abbastanza coraggiosa da dire ad alta voce chi le piacesse era stata Sky –cavolo, quella ragazza era la più mingherlina di tutte noi eppure era davvero forte!
Forse era il caso che parlassi con Karen? Aveva un’aria davvero tormentata…
Ma in quel momento sembrava impossibile avere una conversazione tranquilla visto che tutti avevano creato una specie di grande cerchio e parlottavano tra di loro. Glu unici che non si erano uniti alle chiacchiere erano Ambra, Lì, Charlotte e Victor che uscirono dalla classe –le prime tre chiacchierando eccitate, l’altro in rigoroso silenzio. Chi capiva Victor era bravo…
«Sarà mitico, ne sono certo! Sicuramente ci sarà un DJ professionista e magari qualche super alcolico!» stava dicendo Alexy, tutto esaltato.
«Ehm…no, non credo.» disse Melody educatamente, grattandosi la guancia con l’indice, incerta.
«Credo che sarebbe meglio aspettare che i professori ci diano ulteriori informazioni.» disse Nathaniel, la mano poggiata su un banco.  
«Non ti fidi delle mie notizie, Nathaniel?» disse piccata Peggy, subito pronta a difendere il suo lavoro da giornalista. Mi scappò una risatina a vedere la sua espressione indispettita.
«Non sto dicendo questo, Peggy.» disse lui pazientemente. «Ma come hai detto anche tu, non sappiamo ancora diverse cose, come ad esempio la questione delle decorazioni e della musica…»
Nathaniel non aveva tutti i torti, quindi presi parola: «In effetti è vero, sarebbe meglio aspettare che i professori ci facciano sapere meglio.»
Rosalya mi strizzò l’occhio: «Sarà, ma io non vedo l’ora di poter cucire un bel po’ di vestiti per l’occasione!»
Le risposi con un gran sorriso ma Karen le lanciò una smorfia di disapprovazione e anche Kim non sembrava entusiasta. Sapevo bene che loro due preferivano gli abiti comodi e sportivi a quelli troppo eleganti e tutti fronzoli.
«No, grazie, dopo quanto ci hai fatto pagare gli abiti della recita non ci tengo proprio.» ribatté Peggy.
Rosalya si scaldò immediatamente: «Cosa vorresti dire? Quelle erano opere d’arte, era logico che il prezzo fosse elevato!»
«Preferirei comunque venire al ballo con delle pezze addosso piuttosto che pagare cifre del genere…» ammise Peggy, imbronciata.
«Che orrore!» sfuggì a Rosalya, arricciando il nasino un po’ all’insù. Era evidente che l’idea di un abito di pezze la facesse rabbrividire.
I miei pensieri corsero a Jade, il bel ragazzo delle serre, e desiderai più intensamente che mai di essere stupenda la sera del ballo…


POV Victor

Un ballo, eh?
La cosa non mi aveva né esaltato né terrorizzato come gli altri, era soltanto una piccola novità da aggiungere alla continua routine quotidiana. Tuttavia, sarebbe stata un’ottima occasione per scattare qualche bella foto alla palestra decorata e alle ragazze e ai ragazzi vestiti per l’occasione. Mi sembrava quasi di sentire la mia fedelissima Nikon fremere per l’emozione e il desiderio di scattare quell’evento. Amavo fare foto proprio per questo. La fotografia non era semplicemente il gesto di alzare la macchina e premere un tasto, no, c’era molto di più: in una foto potevi racchiudere le emozioni che un paesaggio sapeva darti, potevi imprimere un ricordo in un’immagine, una persona cara per poterla avere sempre con te…
Era un qualcosa di magico.
Mentre camminavo per i corridoi, le mani in tasca, mi resi conto delle varie occhiate che mi lanciava la gente. Nonostante fossi uno che preferiva passare inosservato, puntualmente ritrovavo qualcuno che mi metteva gli occhi addosso. Alcune ragazze mi fissarono intimorite mentre delle altre presero a ridacchiare e a bisbigliare al mio passaggio. Mi limitai a lanciare loro un sguardo apatico ma non potei non sgranare un po’ gli occhi alla vista di una chioma violetta che usciva da un’aula.
Violet, piccola e graziosa, si dirigeva verso di me, lo sguardo rivolto a terra perso nei suoi pensieri.
«Violet!» mi uscì spontaneo chiamarla.
«Oh?» Violet sollevò gli occhioni nella mia direzione e parve vagamente sorpresa. «Ciao, Victor.»
«Che fai?» chiesi io, stupito di vederla fuori dall’aula. Solitamente era raro trovarla per i corridoi. O era in classe o la trovavi in qualche angolo delle serre.
«Ho dimenticato la merenda e sto andando al distributore a comparare qualcosa.» mi spiegò lei con la sua voce delicata e quasi distaccata. «E tu?»
«Pensavo di andare un po’ in cortile.» dissi io.
«Ok, allora io vado.» disse lei, sorridendomi timidamente. Fece qualche passetto per andar via, poi si girò. «D-dopo le lezioni potresti aspettarmi in cortile? Vorrei farti vedere alcuni disegni…»
Io sollevai il pollice e le sorrisi gentilmente: «Certo.»
Lei sorrise di nuovo, con più gioia e poi si allontanò. Istintivamente, sollevai la macchina fotografica e le scattai una foto. Anche se era di spalle era lo stesso molto bella, la sua figura esile e i capelli accesi le davano quasi un tocco fatato. In effetti, la prima volta che l’avevo incontrata era stato in mezzo ai fiori e mi era veramente sembrata una fata…

Passeggiavo per il cortile, la mia Nikon sempre a portata di mano. Era il mio secondo anno di liceo al Dolce Amoris e avevo praticamente fotografato ogni centimetro quadrato di scuola. Tuttavia ero del parere che all’improvviso potevo sempre scorgere qualche soggetto bello da immortalare che mi era sfuggito, proprio come accadde quel giorno.
In un angolino appartato del cortile scorsi una sagoma piccola e quiete che se ne stava per i fatti suoi all’ombra di un albero. Mi avvicinai piano, calpestando l’erba che scricchiolava sotto le scarpe. La figura si rivelò essere una ragazza dai capelli violetti che stava disegnando su un grande quadernone. Aveva i tratti del viso dolci e piacevoli ed era concentratissima sul suo operato.
Era incantevole, in poche parole.
Sapevo che ne sarebbe uscita una splendida foto: una figuretta fatata che disegnava all’ombra di un albero, circondata dai fiori selvatici che crescevano nel cortile.
Click!
Scattai la foto senza indugiare ma la ragazza se ne accorse e sollevò lo sguardo su di me. Sussultò, si strinse nelle spalle e diventò tutta rossa, nascondendosi dietro il quadernone. Mi venne spontaneo sorridere e mi avvicinai.
«Scusami.» dissi soltanto, chinandomi alla sua altezza, piegandomi sulle ginocchia. Lei mi scrutò con gli occhioni viola da dietro i fogli da disegno, battendo le ciglia.
«Non ti mangio mica.» dissi io con voce atona, nascondendo a meraviglia la curiosità che provavo verso di lei. Presi il quadernone nella mano, abbassandolo, e potendo quindi ammirare tutto il suo viso da vicino.
Per la prima volta in vita mia mi venne spontaneo pensare che quella ragazza era davvero carina, non era solo bella da immortalare nell’obiettivo.
Abbassai lo sguardo sul disegno e mi stupii della sua bellezza. Era quasi finito e in quel foglio era stato racchiuso il cortile, affollato di ragazzi. Sembrava una vera e propria fotografia!
«E’ molto bello.» dissi io, osservandolo più da vicino. Era incredibile che un’immagine talmente perfetta della realtà fosse stata creata da quelle piccole mani e non scattata da una macchina fotografica.
«Grazie.» disse lei, timidamente.
«Mi chiamo Victor.» dissi quindi, porgendole la mano. «Tu come ti chiami?»
«Violet!» rispose lei, con un sorriso.
Una fata in tutto e per tutto…portava anche il nome di un fiore…


Cercai di liberarmi freneticamente di quei ricordi che mi avevano fatto girovagare senza meta per il liceo –probabilmente anche con una faccia da idiota stampata addosso- e andai a cercare mia sorella Andrea per sapere com’erano andate le lezioni delle prime ore.


POV Meylyn

«Un ballo…UN BALLO, vi rendete conto?!» stavo farfugliando disperatamente, mangiucchiandomi le unghie, mentre io, Alexy, Armin e Kentin uscivamo dalla classe per dirigerci nei pressi del sottoscala.
«Certo che ce ne rendiamo conto!» esclamò Alexy, tutto entusiasta, saltellando vicino a me. «E chi l’avrebbe mai detto che i prof avrebbero avuto un’idea così geniale!»
«Geniale?» quasi strillai io, afferrando Alexy per il colletto della maglia. «Hai idea di cosa significa?!» gli sputacchiai in faccia, con tanto di tremolio della palpebra inferiore.
Non ero per niente brava a mascherare le mie emozioni, specie se ero così sconvolta. Avrei potuto immaginare di tutto, avrei potuto accettare di tutto –dopo la recita ero certa che non mi sarei fatta intimidire più da niente!- ma poi Peggy mi sparava quella cosa del ballo…
Ero una ragazza che, per quanto turbolenta, non amava i posti troppo rumorosi –ad esempio, al concerto tenutosi a scuola avevo rischiato di sentirmi male se non fosse stato per Kentin che mi aveva portato un po’ fuori a prendere aria- ed inoltre detestavo gli abiti eleganti –o almeno era questo che urlava la mia felpona e i miei jeans consunti.
«Significa che balleremo, canteremo e ci divertiremo!» ululò Alexy che, nonostante la mia presa salda, non si era lasciato intimidire e continuava ad avere un enorme sorriso.
Feci una smorfia e lo lasciai andare, sospirando frustrata.
«Mey, non hai motivo di essere così preoccupata.» mi consolò dolcemente Kentin facendomi ammorbidire un po’.
«Giusto, è soltanto una festa.» disse Armin, più rilassato di quanto immaginassi.
«Credevo che a te non piacessero questo tipo di cose…» feci io, confusa, inarcando le sopracciglia. L’ultima volta, quando avevamo organizzato un picnic di classe non era voluto venire, nonostante Alexy lo avesse tormentato tanto.
«Non mi piace stare all’aperto» disse lui, scivolando a terra e sfilando la console dalla tasca posteriore dei jeans. «ma visto che si terrà in palestra è tutto okay. Non ho mai detto che non mi piace divertirmi, al contrario di qualcun altro.» mi punzecchiò.
«Non è che non so divertirmi.» dissi imbronciata mentre anche io, Alexy e Kentin ci sedevamo a terra, vicino alla porta chiusa a chiave che portava al sottoscala. Ci ero stata diverse volte perché andavo di tanto in tanto a suonare insieme a Castiel e Lysandre visto che avevo una buona dimestichezza con la chitarra. «Solo che non amo l’idea di dovermi vestire come una specie di Barbie, di usare tacchi o robe del genere…» spiegai, rabbrividendo al sol pensiero.
«Ah-ah, tranquilla Mey. Mi occuperò io stesso del tuo guardaroba.» disse Alexy abbracciandomi, sperando di risollevarmi il morale. Peccato che quel suo commento mi fece andare ancora di più nel panico. Purtroppo conoscevo bene i gusti strani di Alexy e Rosalya in fatto di vestiti –soprattutto quest’ultima non faceva altro che propormi abiti troppo corti o con decolté esagerati.
Kentin dovette accorgersi della mia faccia poco rilassata perché ridacchiò e disse, accarezzandomi il capo: «Sono sicuro che sarai molto carina quel giorno.»
Quel commento bastò per far incendiare il mio viso e il mio cuore. Il commento di Kentin mi spingeva quasi a rivalutare l’idea del ballo…magari non sarebbe stato poi così malvagio, magari sarei riuscita a passare più tempo con lui e poi, chissà, a sentire un agognato ‘sei bellissima stasera’.
Mentre nella mia testa stavano avvenendo i peggiori filmini mentali della storia, sentii la voce di Alexy dire: «E secondo te io come sarò?»
Lo aveva detto in modo scherzoso ma avevo capito che il mio amico provava un certo interesse per Kentin. Ma era un qualcosa di praticamente impossibile visto che era abbastanza chiaro che Kentin aveva altri interessi…
«Orribile, come al solito.» scherzò Kentin facendo indispettire Alexy. «Sono curioso di vedere con quale abito stravagante verrai alla festa, da te ci si può aspettare di tutto…»
«Non dirlo neanche per scherzo!» intervenne Armin, staccando per un attimo gli occhi dalla console. «Sicuramente vorrà far indossare anche a me qualche vestito strano di sua invenzione.»
«Che ci sarebbe di male?» sbottò Alexy, cacciando fuori il labbro come un cucciolo offeso. «Sempre meglio che venire al ballo in mutande, visto che tu non hai neanche idea di cosa sia la moda
Ad Armin, il commento, parve scivolare sulla pelle come se niente fosse. In effetti, io e lui in quel senso ci assomigliavamo molto…a nessuno dei due importava dei vestiti.
«Stavo pensando di fare un bel gruppetto di ‘shopping’ per il ballo, che ne pensi, Mey?» disse Alexy. «Sarebbe carino poter scegliere i vestiti tutti insieme, no?»
«A Rosa piacerà di certo l’idea.» dissi io che già mi immaginavo Rosalya tutta pimpante e scatenata all’idea di un mega-gruppo scolastico all’assalto di negozi di vestiti.
Un sogno per lei, un incubo per me in poche parole…
Ricordavo ancora distintamente quella volta in cui avevo avuto la sfortunata idea di accettare l’invito a casa di Rosalya e ricordavo ancora più nitidamente gli aggeggi diabolici che mi aveva infilato tra i capelli –bigodini, pinze, pinzoni e ferrettini- e i vestiti attillati in cui mi aveva schiaffata.
Brr…
«Tu verrai, vero, Meylyn?» chiese subito Alexy.
Stavo per dirgli che no, non sarei andata assolutamente perché io odiavo quel genere di cose ma gli occhioni con cui mi stava fissando mi fecero desistere dal mandarlo a quel paese. Come facevo a dire di no ad Alexy?
«Mh…va bene…» borbottai non troppo convinta.
Alexy esultò, stampandomi un bacio sulla guancia che mi fece sospirare rassegnata. Era proprio vero, non si poteva dire di no ad Alexy…
«E voi?» chiese Alexy a Kentin e Armin.
Il primo cercò di nascondersi dietro di me per sfuggirgli, facendomi ridacchiare. Il secondo invece lo guardò malissimo e poi riprese a giocare.
Alexy sbuffò e disse, incrociando le braccia: «E va bene, ho capito. Ma non venite da me a piangere quando non saprete cosa indossare quel giorno!»




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Hi girls! :D
Ebbene sì, ho pubblicato! ** Credetemi, non so nemmeno io come ho fatto perché, come ben sapete, mio padre mi aveva levato il computer e il telefono e sono riuscita per un pelo a inviare a tutte l’avviso in cui vi avvertivo che non sapevo quando avrei pubblicato –grazie all’aiuto di mia cugina che ringrazio tanto. **
Oggi ho riavuto il libero accesso al computer e mi sono messa sotto a scrivere per poter pubblicare il capitolo il rpima possibile *^* Sono soddisfatta di me stessa u.u
Spero davvero che il capitolo vi piaccia! ^^ Nel prossimo compariranno gli altri 6 POV.
Inoltre, come avrete notato, ho messo in due POV i ricordi del loro primo incontro con i loro innamorati e pian piano farò la stessa cosa con tutti gli altri 9 OC ^^
!! Invito tutte le ragazze che non mi hanno ancora inviato l’abito per il loro personaggio di farlo il più presto !!
Inoltre, ho un’altra cosa da segnalarvi.
Se qualcuna di voi ha già in mente la serata del ballo del proprio OC –quindi chessò, il tempo che trascorre col proprio boy/girl ecc…- può mandarmi la descrizione della serata via Messaggio Privato altrimenti mi occuperò io di inventarmi la serata per il vostro OC ;D
Visto che a spiegare le cose faccio schifo, se qualcosa non vi è chiara segnalatemelo nella recensione xD
Ultimissima cosa –giuro xD- è questa:
su Rinmarugames mi sono un po’ lasciata prendere la mano e mi sono divertita a realizzare come potevo i vostri OC xD e mi piacerebbe condividerli con voi (chiedo venia è solo una cavolata che mi è uscita così mentre stavo giocando xD)
- Alina: http://postimg.org/image/6c2g5ve55/
- Dominique: http://postimg.org/image/vw2zi9imj/
-Emily: http://postimg.org/image/57h7ven0r/
-Greta: http://postimg.org/image/hj66tn22h/
-Karen: http://postimg.org/image/k3triaivp/
-Karole: http://postimg.org/image/mya3765xb/
-Meylyn: http://postimg.org/image/t7lywywlv/ (con tanto di Cherry e Coco sulle spalle xD)
-Sheila: http://postimg.org/image/64t1xyo9l/
-Sky: http://postimg.org/image/osqnnc9vz/
-Victor: http://postimg.org/image/nxqwkxpi1/ (con la sua inseparabile macchina fotografica :’D)
-Xavier: http://postimg.org/image/96rjew7zr/
Eh eh…già xD Mi sono divertita tantissimo a farli **
Grazie ancora a tutte per le recensioni (vi amo troppo, non avete idea di quanto mi rendete felice, mi strappate sempre un sorriso :D **) e grazie a chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Detto questo, vi saluto!! :D
Al prossimo capitolo, dear <3

Lovely
   
 
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