Serie TV > The Big Bang Theory
Segui la storia  |       
Autore: StormLight94    03/08/2015    4 recensioni
Fanfiction ambientata dopo la 8x24. Se non volete imbattervi in spoiler non leggete!
Amy ha voluto prendersi una pausa per riflettere sulla sua relazione con Sheldon e quest'ultimo è costretto ad accettare la richiesta della fidanzata.
Ma cosa succederebbe se Sheldon scoprisse che Ryan Green, chimico farmaceutico e collega di Amy, ha puntato gli occhi proprio su di lei?
Troverà il modo per riconquistarla?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Nuovo personaggio, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
456
Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile





CAPITOLO SEI
Intromissioni non volute e pregiudizi infondati




"Correndo in cerchio, a caccia di code.

E tornare così come siamo"





Due mesi prima




Dopo tutti questi anni passati insieme Amy si chiese per quale assurdo motivo Sheldon fosse così restio ad incontrare sua madre. Ogni volta aveva sempre una scusa pronta da usare per liquidare un suo invito: impegno con il lavoro, lutto per la morte di un personaggio di una serie tv, acquisto di un nuovo videogioco attesissimo; ma la scusa più bella che avesse sentito fu quando disse che non poteva venire perché la sua maglia preferita con i robot era a lavare ed era assolutamente impensabile uscire di casa senza la sua maglia preferita con i robot.
Parcheggiò l'auto nel piccolo cortile dell'abitazione e si apprestò a suonare il campanello. Sua madre immediatamente le aprì e, appena la vide, l'accolse in casa con un sorriso dolce.
« Ciao Amy, come va? » domandò.
« Bene...bene »
La donna diede un'occhiata alle sue spalle, ma non vedendo nessuno la sua espressione si corrucciò.
« Sei qui da sola? Dov'è il tuo ragazzo? »
« Oh, lui è...impegnato con una ricerca. Lavora fino a tardi in questi giorni. » si affrettò a rispondere mentre si toglieva il giubbino ed evitava di rivolgerle lo sguardo. Fu la prima scusa che le venne in mente dato che quando gli aveva proposto quella stessa mattina di andare da sua madre lui l'aveva liquidata dicendo che la sera avrebbe giocato con i ragazzi a Dungeons and Dragons e che per nessun motivo al mondo avrebbe saltato la partita, nemmeno se fosse venuto giù l'Apocalisse. Per cui alla fine dovette cedere ed andò da sola, visto che sua madre non la vedeva da diverso tempo e sapeva quanto ci tenesse.
La donna arricciò leggermente le labbra come era solito fare quando qualcosa non andava come programmato, ma Amy fece finta di niente.
« Lo avrò visto sì e no un paio di volte in tutto questo tempo. Dimmi, fa per caso apposta a saltare i miei inviti? »
Amy titubante si spostò i capelli. « No, affatto. Purtroppo i tuoi inviti coincidono sempre con altre sue attività ed a malincuore è costretto a rifiutare » disse cercando di mostrarsi dispiaciuta. Usò apposta la parola "malincuore" sperando che sua madre ci credesse davvero, anche se in questo momento probabilmente Sheldon stava facendo i salti di gioia per non essere venuto.
« Sarà...ma avrei voluto che ci fosse anche lui stasera. Non sono mai riuscita a conoscerlo più di tanto e vorrei cambiare la mia opinione che ho di lui fin dall'inizio »
Amy alzò un sopracciglio perplessa. « Quale opinione? »
La donna si sistemò la gonna prima di rispondere. « Mi è sempre sembrato un po', anzi, parecchio strano » si accomodò sul divano ed invitò con un gesto della mano la figlia a fare altrettanto. « Oltretutto ricordo ancora quella conversazione via Skype fatta qualche anno fa e fu piuttosto...destabilizzante » disse ripensando a quell'assurdo dialogo avuto con il ragazzo poco dopo che sua figlia aveva iniziato a frequentarlo.
Amy si sistemò gli occhiali nervosamente. Ricordava bene cosa si erano detti e, se fosse tornata indietro, mai e poi mai avrebbe permesso a Sheldon di avere quel tipo di conversazione con sua madre. Ancora adesso si vergognava.
« Stava solo scherzando mamma. Lui non parla mai di quelle cose in genere » affermò in difesa del ragazzo. La donna annuì poco convinta.
« Comunque sia resto sempre dell'idea che sia parecchio fuori di testa » disse seria guardandola negli occhi ed Amy serrò la mascella sentendo quella frase. Non le piaceva che dicessero quelle cose su di lui, sopratutto se erano persone a cui voleva bene e sopratutto se lo facevano senza conoscerlo affatto, o con velata cattiveria come stava facendo lei.
« Forse può sembrare un po'...» rifletté un paio di secondi sulla parola giusta da usare. «...eccentrico, ecco. Ma non è una cattiva persona »
« Questo non lo metto in dubbio, ma l'unica cosa che voglio chiederti è: sei sicura che sia quello giusto per te? »
Amy inclinò leggermente la testa di lato. « Certo che ne sono sicura »
Sua madre sospirò ed iniziò a tormentarsi l'orlo della gonna, gli occhi fissi sulle dita che stringevano il tessuto.
« Perché me lo chiedi? » continuò la ragazza osservando i movimenti delle sue mani.
« Non fraintendere, sono contenta che tu abbia finalmente una relazione, era da così tanto tempo che volevo vederti insieme a qualcuno...»
« Ma...?» la spronò lei a proseguire dato che si era fermata.
« Ma io avrei voluto vederti insieme a qualcun'altro, qualcuno che fosse diverso da questo Sherman »
« Primo, lui si chiama Sheldon e non Sherman e secondo, non capisco cosa intendi per diverso » disse abbastanza perplessa dal discorso che sua madre stava tirando fuori.
« Avrei tanto voluto vederti con un giovane avvocato affascinante e bellissimo, magari anche ricco, e che fosse sempre gentile e romantico con te. Qualcuno che ti trattasse come ti meriti » spiegò soffermandosi volutamente sulla parte del gentile e romantico. Spesso Amy si lamentava al telefono con la madre affermando che Sheldon non sempre si comportava come avrebbe voluto, ma il suo era semplice sfogo, non voleva affatto far intendere che non fosse felice di stare con lui.
Amy si sistemò meglio sul posto ed incrociò le mani che poi appoggiò sulle cosce.
« Sheldon non sarà un avvocato, ma è un ricercatore, uno scienziato, laureato con il massimo dei voti ed in possesso di due dottorati. È considerato una delle menti più brillanti di tutto il Caltech e le sue ultime ricerche sulla Materia Oscura sono già fonte di ampie discussioni da ricercatori anche fuori dall'Università. I soldi non gli mancano ed è anche molto affascinante con quegli occhi azzurri e la pelle pallida come la cera...» disse guardando poi un punto dietro la donna con aria sognante. «...e anche se non è molto affettuoso e non ama esternare i propri sentimenti so che ci tiene molto a me » concluse soddisfatta degli elogi rivolti al suo fidanzato.
« Da quanto tempo le cose sono rimaste immutate tra di voi? » A quella domanda Amy vacillò un attimo. Sapeva molto bene qual era il suo punto debole e ora lo stava usando contro di lei per ribaltare la discussione. Abbassò lo sguardo e sua madre proseguì.
« Se ci tenesse davvero come dici di te e della vostra relazione a quest'ora quantomeno vivreste insieme già da tempo. Non dico di essere sposati, ma sicuramente tu non saresti da sola nel tuo appartamento mentre lui vive ancora con il coinquilino » affermò secca.
Una parte di sé concordava con le parole della madre. Ormai avevano fatto certi progressi non indifferenti, eppure nonostante tutti i passi avanti compiuti nella loro relazione lei ancora tornava a casa da sola la sera. Ma se ancora non erano giunti a questo era perché avevano ancora bisogno di tempo. Non voleva affrettare inutilmente le cose e voleva aspettare che Sheldon fosse pronto e non costringerlo per un suo capriccio.
« Ti ripeto che lui ci tiene molto a me e se ancora non viviamo insieme è solo perché vogliamo essere sicuri di questo passo. E poi di come procede la nostra relazione non ti deve interessare » sbottò infastidita. Odiava quando la gente le faceva notare questa cosa. Non lo sopportava dai suoi colleghi di lavoro, dai suoi amici e sopratutto da sua madre.
« Hai ragione, scusa, non volevo intromettermi. » disse prendendo una mano della figlia. « A me interessa solo che tu sia felice, okay? »
« E io lo sono, mamma » affermò guardandola intensamente negli occhi.
La donna sorrise leggermente. « Settimana prossima ho invitato degli amici a pranzo e ci sarà anche il loro figlio, un chimico di grande talento a giudicare da come ne parlano e vorrei che venissi anche tu »
Il fatto che omise volutamente Sheldon non le piacque come cosa. Dal suo sguardo ebbe come la sensazione che stesse progettando qualcosa.
« Non lo so, io—»
« Ho già detto che ci sarai anche tu » disse allargando il sorriso. « Non puoi rifiutarti »
« Forse sono impegnata »
« Non hai nessun impegno che non possa essere procrastinato »
« Sheldon lavora, vorrei che ci fosse anche lui »
« Non importa, si annoierà, gli farai un piacere » continuò lei imperterrita a smontare le sue scuse. Non sapendo più cosa inventarsi si limitò ad annuire.
« D'accordo. A quanto pare non ho scelta...»
« Ottimo » sorrise entusiasta e si alzò diretta in cucina. Amy la seguì con lo sguardo finché non la vide scomparire dietro l'angolo dove iniziò a sentire rumore di piatti e posate. Pochi secondi dopo si riaffacciò nuovamente verso di lei.
« Non vedo l'ora che vi conosciate! Vedrai quanto è bello ed intelligente Ryan » ammiccò con lo sguardo nella usa direzione.
Una strano sentimento si fece largo dentro di sé.
Aveva come la sensazione che sarebbe andato storto qualcosa.


~°~


«...e quindi adesso mia madre vuole a tutti i costi che io vada a questo pranzo per conoscere questo Ryan! » sbottò appoggiando stizzita la tazza contenente la sua tisana rilassante ai frutti di bosco.
Sheldon annuì svogliatamente mentre scorreva la sua pagina facebook sul cellulare.
« Mi stai ascoltando? » disse minacciosa assottigliando lo sguardo.
Sheldon sospirò e blocco lo schermo dello smartphone prima di posare gli occhi su di lei.
« Perché mi racconti queste cose? » domandò con un velo di esasperazione nella voce.
« Sono la tua ragazza! Che cosa dovrei raccontarti se non i fatti più importanti e interessanti della giornata appena trascorsa? »
« Appunto, i fatti più importanti ed interessanti, come indica l'articolo 11, paragrafo 7, comma 2B nel nostro Contratto e che tu hai firmato » disse spiegando con fare professionale. « Tutto questo che hai raccontato non è né importante e, ti assicuro, nemmeno interessante » concluse alzandosi e portando la tazza nel lavandino.
« Quindi il fatto che mia madre abbia detto che sei strambo, che avrebbe preferito vedermi con qualcun'altro e che voglia a tutti i costi farmi conoscere questo chimico affascinante non ti reca alcun tipo di disturbo? » lo guardò scettica mentre lui lentamente tornava a sedersi nel posto in cui si trovava prima.
Sheldon guardò un punto dietro di lei per qualche secondo mentre rifletteva, poi arricciò le labbra e scrollò le spalle. « No, non mi reca alcun disturbo. Non è di certo la prima persona che dice che sono strambo, ho imparato ad ignorare i commenti della gente un sacco di tempo fa »
« E di questo Ryan cosa mi dici? »
« Ti sei sempre lamentata di non aver mai avuto un gruppo sociale con cui condividere i tuoi interessi e adesso che puoi conoscere qualcuno di nuovo ti lamenti. Quindi non capisco dove sia il problema »
« Nemmeno se sai che mia madre ha organizzato tutto apposta per farci incontrare? »
Lui appoggiò entrambi  gli avambracci sul tavolo ed intrecciò le dita come se stesse tenendo una lezione a degli studenti. « Abbiamo già messo in chiaro i sentimenti che proviamo l'uno per l'altra, giusto? Per cui, ripeto, non vedo dove sia il problema »
Amy lo guardò stupita. Sia per il suo voler a tutti i costi ribadire che non c'era assolutamente nulla di male in quello che aveva detto o fatto sua madre sia perché non pensava nutrisse tutta questa  fiducia in lei. Un altro fidanzato avrebbe probabilmente avuto una reazione decisamente più indignata, al contrario della sua che era stata particolarmente tranquilla e rilassata.
« D'accordo, allora andrò a questo pranzo in cui ci sarà anche Ryan...» continuò lei non del tutto convinta.
« Ottimo. Deduco che ora i tuoi dubbi siano stati ampiamente risolti e che concorderai con me che sono stati venti minuti sprecati quando avremmo potuto fare qualcosa di più costruttivo »
« Del tipo? » Anche se la strana sensazione che provava da quando era tornata a casa non era ancora svanita sentì lo stesso una piacevole sensazione di felicità quando lui le propose di fare qualcosa insieme.
« Non so cosa vuoi fare tu, ma io devo finire di costruire la Morte Nera con i Lego » proruppe alzandosi e stando ben attento a prendere la costruzione messa in un angolo per paura che qualcuno dei suoi amici ci finisse addosso e che la rovinasse. La appoggiò sul tavolino da caffè e si affrettò a cercare la scatola contenente tutti gli altri pezzi.
Amy corrucciò lo sguardo quando realizzò che lei non era stata contemplata nel suo piano per passare la serata insieme. Più volte si erano ritrovati a passare ore nella stessa stanza senza tuttavia interagire l'uno con l'altra poiché impegnati in altre attività ludiche, ma questa volta era diverso. Voleva la sua compagnia, voleva fare qualcosa insieme a lui.
« Posso darti una mano se vuoi » si offrì avvicinandosi ed inginocchiandosi sul tappeto.
« E rischiare che un tuo gesto maldestro rovini ancora una volta la mia opera? L'ultima volta nel prendere un pezzo hai accidentalmente - e qui ancora non sono sicuro sia stato davvero accidentale - colpito il lato dell'astronave staccandone un grosso pezzo, costringendomi a rallentare il mio lavoro di ben due ore sulla tabella di marcia per ricostruire ciò che tu hai rovinato a causa della tua distrazione » affermò spostando intenzionalmente la Morte Nera lontano dalla sua portata.
« Non l'ho fatto apposta lo sai bene » si giustificò lei aggiustandosi gli occhiali.
« Non mi interessa, ma tu la mia Morte Nera non la tocchi » disse minaccioso lanciandole uno sguardo d'avvertimento.
Amy rimase a guardarlo mentre meticolosamente incastrava i vari pezzi l'uno con l'altro per qualche minuto in religioso silenzio poi, stanca di essere ignorata, si alzò e afferrò le sue cose. Se doveva stare da sola tutto il tempo sarebbe stata la stessa cosa se fosse rimasta a casa invece che in quell'appartamento.
« Dove vai? » disse lui guardandola curioso.
« Vado a casa » rispose e sperò che Sheldon si alzasse, chiudesse la porta e le dicesse che avrebbe giocato con i Lego in un altro momento perché adesso la cosa che più gli premeva era stare con lei.
E ovviamente tutto questo non accadde.
Il fisico fece un gesto evasivo con la mano e ritornò a guardare i pezzi sul tavolo. « Va bene, buonanotte allora » disse senza nemmeno guardarla.
Amy rimase ancora per un paio di secondi nella vana speranza di vedere anche solo un piccolissimo gesto o espressione che potesse far intendere che lui in realtà desse molta più importanza a lei che a uno stupido gioco. Ma da come era preso a cercare i pezzi Amy capì che forse, per lui, non era poi così importante come credeva. Insomma, chi era che preferiva passare il proprio tempo con un gioco piuttosto che stare con la propria fidanzata? Solo lui.
Con un lungo sospiro si chiuse la porta alle spalle mentre scendeva lentamente le scale.
E senza alcun preavviso si ritrovò a pensare a questo ragazzo di cui non conosceva nulla, nemmeno il volto, a parte il nome.
Ryan.
~°~


La porta si aprì ed una signora vestita elegantemente fece accomodare sul divano gli ospiti appena arrivati.
« Sei sempre vestita così bene, Jane » le fece i complimenti una donna dai lunghi capelli biondi e dall'aspetto di chi avesse usufruito della chirurgia per tentare di mantenere l'aspetto il più giovanile possibile. La madre di Amy si crogiolò di fronte alle lodi di quella donna benestante e mentre si sistemava il vestito non poté non notare il modo con cui ostentava la borsa in pelle firmata e un cappotto molto costoso.
« Grazie, ma la tua borsa è davvero meravigliosa »
« Lo so è di Louis Vuitton comprata a Parigi nel mio ultimo viaggio. È l'ultimo modello » si vantò e la appoggiò sul divano mettendola bene in mostra.  « Piuttosto, la tua Amy non viene stasera? »
« È un po' in ritardo non preoccupatevi. Sarà qui a momenti »
« Ryan, tesoro, aggiustati quella camicia. Non vedi che hai i bottoni delle maniche slacciati? » lo rimproverò sua madre lanciandogli un'occhiataccia.
Ryan sbuffò. « Non sono un bambino, non c'è bisogno che mi fai notare queste cose davanti a tutti » borbottò iniziando ad allacciarsi i bottoni.
La padrona di casa ridacchiò e fu soddisfatta nel vedere come il ragazzo fosse decisamente più affascinante rispetto alle altre volte.
Pochi secondi dopo una Amy piuttosto trafelata fece il suo ingresso mentre reggeva in una mano un piatto pieno di biscotti e con l'altra cercava di sistemarsi i capelli e gli occhiali.
« Scusate il ritardo! Ho avuto problemi al lavoro e i biscotti ho dovuto rifarli perché si erano bruciati! » esclamò chiudendo la porta con un calcio e bloccandosi di fronte alle quattro persone che aveva davanti. Sua madre le aveva lanciato un'occhiataccia assassina e la signora che non conosceva la squadrava dalla testa ai piedi con superficialità mentre l'uomo accanto a lei, suo marito probabilmente, la guardava leggermente divertito.
Si accorse solo ora di aver fatto un po' una figura del cavolo con quelle persone dall'aria sofisticata e snob. Abbozzò un mezzo sorriso e distolse lo sguardo per portarlo su sua madre in cerca di un'ancora di salvezza, ma invece degli occhi scuri di sua madre incontrò quelli verdi di un ragazzo che non aveva mai visto, ma la cui bellezza la lasciò senza parole. Era alto, i capelli spostati di lato con il gel e un sottile strato di barba contornava i lineamenti perfetti di quel viso. Da sotto la camicia intravedeva anche i muscoli e si chiese se non avesse avuto una specie di allucinazione o se davvero un ragazzo del genere esistesse veramente e si trovasse proprio lì, di fronte a lei.
Il ragazzo si avvicinò e afferrò il piatto, dopo averle sorriso si diresse verso la cucina. « Ho fame, quand'è pronto? »
Amy non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Lo osservava come incantata mentre appoggiava il piatto sul tavolo e si sistemava in un posto guardandosi attorno curioso.
Jane la guardò con un sorriso compiaciuto quando constatò che sua figlia ancora non aveva distolto lo sguardo dal ragazzo.
« Forza cara vai a sederti » disse appoggiando una mano sulla sua schiena e accompagnandola all'unico posto libero, ovvero di fronte a Ryan.
Dopo essersi accomodata iniziò a tormentare il tovagliolo per l'agitazione e tentava di guardare tutti gli altri presenti, eccetto lui. In genere non aveva alcun tipo di problema ad interagire con un uomo, ma con Ryan non era affatto la stessa cosa. Fu come essere proiettati indietro di tre anni quando incontrò l'affascinante ex fidanzato di Penny di cui si era presa una mezza cotta.
« Quindi tu sei Amy, la biologa » iniziò lui dopo averla osservata a lungo.
« Neurobiologa » lo corresse lei e adesso fu costretta ad incrociare i suoi occhi verdi, cosa che non voleva assolutamente fare, ma che le convenzioni sociali obbligavano a fare quando si stava tenendo una conversazione con qualcuno.
« Giusto, ricordavo male allora »
« Invece tu sei...»
Dato che l'uomo di fronte a lei aveva così tanta voglia di conversare tanto vale impegnarsi e partecipare a sua volta senza apparire inutilmente scorbutica.
« Ryan Green, chimico farmaceutico» disse con un sorriso allungando la mano verso di lei. Amy impacciata gliela strinse.
« Un chimico? Quando ero all'ultimo anno delle superiori ero profondamente indecisa se studiare chimica o biologia al college »
Il ragazzo alzò le sopracciglia un po' sorpreso. « Davvero? In genere la chimica non è molto considerata dalle donne. Al mio corso ce ne saranno state quattro o cinque, non di più. Cosa ti ha spinto a scegliere la biologia? »
« Beh, una volta per sfuggire ad un gruppo di ragazze che aveva sempre l'abitudine di tormentarmi mi sono chiusa in un'aula vuota della scuola. Dato che si erano appostate fuori dalla porta e avevo capito che avrei passato un sacco di tempo lì dentro ho iniziato a dare un'occhiata intorno e trovai sulla cattedra un libro di neuroscienza. Iniziai a leggerlo e me ne innamorai subito. Credo sia stato quello a spingermi a scegliere la biologia e poi a specializzarmi in neurobiologia. Inoltre una mia zia è una biologa molecolare e mi ha sempre incoraggiata ad approcciarmi a questo campo di studio » spiegò accennando un breve sorriso quando tirò in mezzo la zia scienziata, l'unica della sua famiglia ad aver intrapreso una carriera universitaria a parte lei.
« Storia interessante, a parte per le ragazze bulle della tua scuola. Io per fortuna non ho mai sofferto di bullismo »
"Chissà per quale motivo" pensò subito lei. Era ovvio che da ragazzo doveva essere stato uno dei tanti popolari che facevano svenire le ragazze semplicemente con lo sguardo. Se poi era anche intelligente la combo bellezza e intelligenza doveva aver mietuto parecchie vittime.
« Io invece ero uno parecchio solitario, timido ed introverso e invece di uscire a giocare con gli altri bambini rimanevo in casa a giocare con il piccolo chimico. Mi divertivo un mondo a fare degli pseudo esperimenti con i liquidi e vedere cosa succedeva se mischiavo una cosa con un'altra. Volevo cercare un modo per creare un'esplosione come fanno sempre vedere nei cartoni animati » rise e Amy ridacchiò a sua volta.
« Creare un'esplosione? »
« Sì, volevo crearne una per mio fratello. Sai, per vendicarmi. Non andavamo molto d'accordo da piccoli come puoi notare » disse iniziando ad assaggiare quello che Jane gli aveva messo nel piatto. Della semplice carne arrosto, ma l'aspetto così come il profumo erano parecchio invitanti.
La madre di Amy anche se impegnata a discutere con la sua ospite di tanto in tanto lanciava occhiate a sua figlia, giusto per vedere come si stesse relazionando con Ryan. Sorrise soddisfatta quando li vide parlare tranquillamente ed interagire come se si conoscessero da tempo.
« Non so perché, ma questa cosa dell'esplosione mi ricorda il raggio della morte che il mio fidanzato voleva costruire per usarlo contro i figli dei vicini. Fortuna che non ci è mai riuscito o avrebbe sterminato metà razza umana »
« Anche questa sarebbe stata un'ottima soluzione, ma un raggio della morte sarebbe stato decisamente troppo fuori dalle capacità di un bambino di otto anni » disse sistemandosi gli occhiali con la spessa montatura nera che se li avesse indossati qualcun'altro sarebbe stato un mezzo sfigato, ma che a lui stavano benissimo. « Deduco che anche il tuo fidanzato non se la passava bene allora »
« Infatti. Credo sia inevitabile quando possiedi un quoziente intellettivo di centottantasette »
Ryan sentì il boccone andargli di traverso.
« C-centottantasette? » chiese sbalordito una volta liberata la gola dal pezzo di carne.
« Sì, si ì diplomato a quattordici anni e a sedici aveva già il primo dottorato di ricerca. È un genio » sul suo volto si formò un sorriso orgoglioso.
« Caspita...anche lui è un biologo? »
Amy fece segno di no con la testa. « È un fisico teorico. Si sta occupando della materia oscura in questo momento »
Ryan arricciò le labbra mostrando una lieve nota di fastidio.
« Che c'è? » chiese la ragazza non capendo quel cambio di espressione.
« In genere non sopporto i fisici teorici o i fisici in generale, diciamo. Si credono sempre superiori a tutti e disprezzano tutto ciò che per loro non è "vera scienza", quindi praticamente tutto ciò che non rientra strettamente nel campo della fisica. Spesso hanno una particolare avversione per l'ingegneria, la geologia e la chimica, anche se sinceramente non ho mai capito il perché » bevve un sorso di birra e per un attimo si fece pensieroso. « Okay, forse per la geologia hanno ragione. Credo che quella la trovino ridicola perfino i geologi stessi »
Amy si portò i capelli dietro la spalla e si affrettò a cercare di difendere il suo fidanzato anche se la sua descrizione coincideva fin troppo con il modo di pensare di Sheldon.
« Ma Sheldon non è così. Non si vanta mai di essere un supergenio né cerca sempre di mostrarsi superiore agli altri. Già...ed è anche...uhm...parecchio umile, sì umile. Oh, e non detesta affatto l'ingegneria o la geologia! Anzi, mi ha sempre detto che se non fosse diventato un fisico sarebbe diventato un ingegnere...aerospaziale » disse bevendo dell'acqua e allontanando lo sguardo dal suo. Si stupì di se stessa della quantità di balle che aveva detto in appena trenta secondi. Se Sheldon l'avesse sentita l'avrebbe insultata fino alla fine dei suoi giorni.
Ryan sorrise ad appoggiò i gomiti sul tavolo, mostrando un orologio costoso che spuntava da sotto la camicia. « Ottimo allora. Sarebbe l'unico fisico a comportarsi in questo modo tra tutti quelli che ho conosciuto. Meglio così, allora. Altrimenti credo sia una tortura doverci stare insieme non credi? »
Amy annuì appena. « Sì...credo di sì » disse debolmente. Una tortura? Sì, certo, non era facile starci insieme, ma definirlo una tortura era decisamente esagerato.
« Tu, invece? Avrai una fidanzata immagino » disse per sviare la conversazione da lei.
Ryan per tutta risposta iniziò a ridere, lasciando Amy piuttosto perplessa.
« Chissà perché sono tutti convinti che io sia felicemente fidanzato o sposato » disse appoggiando il gomito sulla sedia. « No, Amy, sono single. Nessuna ragazza »
« Scusa, hai ragione. Dato che non lo sapevo non avrei dovuto affermare con così tanta sicurezza che fossi impegnato. Avrei potuto formulare una domanda, sarebbe stato più appropriato, anche se forse in questo modo sarei apparsa comunque un po' invadente chiedendoti una cosa così personale dopo solo un paio d'ore che ci conosciamo, ma comunque è una cosa che in genere si dice per rompere il ghiaccio o per conoscersi meglio quindi avrebbe potuto andare bene lo stesso » Amy prese un respiro dopo quel lungo fiume di parole che quasi da solo aveva preso a fuoriuscire in maniera del tutto incontrollata. Non sapeva nemmeno perché avesse detto velocemente tutte quelle cose, come se stesse cercando di scusarsi di un qualcosa che non aveva fatto. Pensava di aver fatto una pessima figura, invece il chimico sorrise divertito. Non c'era nessun accenno di perplessità o di fastidio sul suo volto e questo rasserenò Amy.
« Tranquilla, nessun problema » rispose facendo un cenno con la mano e addolcendo lo sguardo. Anche se si erano appena conosciuti per Ryan non fu difficile capire che Amy era una ragazza particolare. Non strana, questo non lo avrebbe mai detto, ma particolare sì. Perché era senza dubbio un tipo di ragazza che non aveva mai conosciuto o che non aveva mai voluto conoscere, a essere precisi. Non erano i suoi vestiti fuori moda a farglielo pensare, o il fatto che non portasse alcun cenno di trucco sul viso, non era mai stato un tipo da soffermarsi solo sull'aspetto esteriore. Quello che lo colpiva era il suo carattere, la sua intelligenza che riusciva a nascondere bene dietro quell'atteggiamento un po' impassibile e distaccato, ma che era pronta a tirarla fuori nel momento che secondo le i trovava più opportuno, come in questo caso. La prima impressione che ebbe fu che Amy doveva essere una persona cinica, ma dotata anche di una certa ironia che poteva risultare pungente e fastidiosa per chi non riusciva a capire quello che lei in realtà tendeva sottolineare. Non era certo del perché gli desse quell'impressione, ma una parte di sé voleva averci azzeccato. Donne così interessanti non erano facili da trovare.
« Non sei fidanzato, Ryan? » Jane rivolse uno sguardo sorpreso al ragazzo seduto al suo fianco. Aveva origliato alcune frasi mentre faceva finta di ascoltare il viaggio in Messico dei genitori del ragazzo per il loro anniversario, ma a quell'affermazione la curiosità ebbe il sopravvento.
« No signora, non sono fidanzato »
« E come mai? Se mi permetto, non dovresti avere problemi nel trovare la persona più adatta a te »
« Il mio Ryan ha deciso di prendersi una pausa » rispose la donna al suo posto, arricciando lievemente le labbra nello stesso identico modo di Ryan quando qualcosa lo infastidiva. « Spero che questa pausa non duri così a lungo da non riuscire a vedere dei nipoti, un giorno » aggiunse indurendo appena il tono.
« Mamma, non ho intenzione di rimanere da solo a vita. Prima o poi mi sistemerò solo che ora non è il momento » disse spazientito dopo aver ripetuto questa frase per la centesima volta. Da quando si era lasciato con la sua storica ragazza sua madre gli aveva fatto un sacco di pressioni perché iniziasse a frequentarne un'altra. Ma lui non voleva ora, aveva bisogno di tempo per riprendersi anche se sua madre ancora non riusciva a capirlo.
« È la stessa cosa che diceva anche Amy. Era sempre un "non è il momento" o "ora no, forse in  futuro". Poi però ha conosciuto Sherman ed è cambiata completamente »
« È Sheldon non Sherman! » sbottò Amy esasperata alzando gli occhi al cielo. Quanti anni ci volevano ancora prima che imparasse il suo nome? Non era difficile, accidenti. A meno che non lo facesse apposta a non volerlo imparare e se si trattava di sua madre poteva benissimo essere così.
« Sheldon, Sherman...fa lo stesso. Resta comunque il fatto che da quando hai iniziato a frequentarlo sei molto diversa. A volte quasi non ti riconosco più! Prima non sapevi neanche cos'era l'alcol e  ora mi racconti di come vai a Las Vegas a ubriacarti con le tue amiche! »
Julienne, la madre di Ryan, spalancò gli occhi sbigottita e sia Ryan che suo padre la guardarono sorpresi. Di certo non immaginavo Amy comportarsi in un certo modo. Pensavano fosse la classica "brava ragazza", di certo non una che amava bere e partecipare a feste o almeno così credevano loro.
Amy, sentendo tutti quegli sguardi pungenti carichi di giudizi addosso, si affrettò a cercare un modo per giustificarsi e non fare una pessima figura.
« Per vostra informazione è capitato solo una volta di andare a Las Vegas, quando i nostri fidanzati erano impegnati con importantissime ricerche e non eravamo ubriache, ma solo un po' brille. Avevamo calcolato male la gradazione alcolica dei nostri drink » spiegò sistemandosi gli occhiali e usando un tono il più convincente possibile. Se avessero saputo che le importantissime ricerche dei ragazzi si erano concluse con una maratone di Ghostbusters e che sia lei che Bernadette erano perfettamente a conoscenza di quanto e di quali tipi di alcol erano composti i loro drink dato che avevano scelto apposta i più alcolici solo per fare un dispetto a Penny dato che non poteva bere, li avrebbe scandalizzati a vita.
I Green erano una famiglia per bene e piuttosto all'antica oltre che di mentalità chiusa e un comportamento del genere, almeno per i genitori, sarebbe stato intollerabile. Tranne Ryan. Lui sorrideva divertito e cercava di immaginarsi come potesse essere una come Amy da ubriaca.
E poi la colpa se era cambiata così tanto era di Penny se proprio si voleva incolpare qualcuno.
« Non è successo solo una volta, Amy. Se non sbaglio è capitato anche quando la tua amica non ti ha portata a scegliere il vestito per il suo matrimonio. Ti sei ubriacata in un parcheggio come una ragazzaccia di strada! E tutte le volte che bevi quando esci con Sheldon dove le mettiamo? » continuò sua madre alzando il tono della voce.
« Amy, cara, hai problemi di alcolismo? » chiese Julienne piuttosto scioccata.
Amy guardò la donna duramente. « No, non ho problemi di alcolismo! » disse, poi si rivolse a sua madre. « Per il vestito ero più che giustificata. Avevano fatto tutto alle mie spalle e senza dirmi niente! Non ci saresti rimasta male anche tu? » alzò la voce a sua volta dimenticandosi per un momento di avere degli ospiti. « E poi io non bevo mai quando esco con Sheldon. Solo quando festeggiamo qualcosa mi concedo il lusso di prendermi un bicchiere di champagne, capirai che tragedia! » sbottò sarcastica. Per fortuna non sapeva di tutte le volte che si ritrovava a bere vino scadente con le sua amiche e parlare di gossip e ragazzi.
« Ma devi ammettere che in questi cinque anni hai iniziato a fare cose che prima non avresti mai fatto. Sei così diversa adesso » disse con delusione.
« Sono diversa perché sono cresciuta, mamma. Non capisco, dovresti essere contenta che finalmente mi sia fatta degli amici e che ho un ragazzo dato che hai fatto ANNI ad assillarmi su quanto volessi vedermi in un relazione con qualcuno. Invece mi sembri delusa »
« Non sono delusa, Amy. Però sai cosa penso di Sheldon »
« Lo so che non ti piace, okay? So che vorresti vedermi con qualcun'altro, ma io lo amo e non ho nessuna intenzione di lasciarlo » Nessuno sarebbe stato come lui e non le interessava minimamente sapere l'opinione di sua madre. Lei era felice con Sheldon e non avrebbe permesso a qualcuno di rovinarle la sua felicità.
« Perché? Che cos'ha questo Sheldon che non va? » domandò Ryan curioso.
« Non ha assolutamente nulla che non va, Ryan...» rispose stancamente Amy.
Jane le lanciò un'occhiataccia come a confutare immediatamente le parole della figlia. Si rivolse al ragazzo accennando un breve sorriso ironico.
« Devi sapere che il fidanzato di mia figlia non è affatto come tutte le persone normali di questo mondo. Per prima cosa detesta ogni forma di contatto fisico. Sul serio, anche solo l'idea che qualcuno possa sfiorarlo lo fa andare fuori di testa. Ora, come puoi avere una relazione "normale" con qualcuno che non vuole essere nemmeno toccato per sbaglio? »
« Mamma...»
« E poi sai che legge ancora i fumetti e gioca ai videogiochi? A trent'anno passati ancora pensa a quelle sciocchezze invece di pensare a mettere su famiglia e vivere per proprio conto. Ancora convive con il suo coinquilino, pensa te. Si comporta come un ragazzino! »
« Mamma, per favore, non—»
« Deve essere parecchio immaturo se a quest'età pensa a cose tanto sciocche e frivole come queste. Per fortuna il mio Ryan ha passato questa fase molti anni fa e ora come ora non si sognerebbe mai di comportarsi in un modo tanto infantile » intervenne Julienne tenendo lo sguardo basso sulle proprie mani che stavano sistemando il tovagliolo con cura. Amy riusciva a leggere l'espressione quasi schifata sul suo volto nonostante fosse per metà nascosto dai lunghi capelli biondi.
Si stavano facendo una cattiva idea sul suo fidanzato per colpa di sua madre e questo non poteva accettarlo.
« Sì, è piuttosto immaturo » confermò Jane. « Pensa  che una volta non è venuto alla festa di compleanno di mia sorella perché ha preferito rimanere a casa a giocare con il computer! E ha fatto venire Amy da sola! Penso che se un ragazzo ci tenesse davvero alla propria fidanzata non l'avrebbe mai lasciata andare da sola alla festa dopo che quest'ultima ha detto a tutti che ci sarebbe stato il suo fidanzato » questa volta guardò seriamente Amy e per qualche secondo un silenzio imbarazzante cadde nella stanza.
La neurobiologa sentì la rabbia montarle dentro. Non poteva aver davvero insinuato per una sciocchezza simile accaduta anni fa che Sheldon non ci tenesse davvero a lei. Sapeva quanto il fisico la ritenesse importante e quanto l'apprezzasse e proprio questo lo portò a esprimere chiaramente i suoi sentimenti per lei.
Ma sua madre non sapeva tutto questo né riusciva a vedere quello che lei vedeva in lui. Era solo accecata dai pregiudizi e dalla cattiva impressione che si era fatta di Sheldon fin dall'inizio.
« Adesso basta! » disse alzandosi e lasciando tutti di stucco. « Se hai intenzione di parlare male di Sheldon tutta sera allora io non ho nessun motivo per rimanere qui »
Afferrò le sue cose e uscì di casa ignorando sua madre che le ordinava di ritornare dentro, manco fosse una ragazzina che stesse scappando di casa.
Aprì la macchina, ma si bloccò quando sentì dei passi dietro di lei. Convinta che fosse Jane si girò di scatto mostrando uno sguardo carico di risentimento, ma con grande stupore si ritrovò Ryan.
« Cosa ci fai qui? » chiese sorpresa, abbandonando l'atteggiamento ostile che stava mostrando nel caso fosse stata Jane a venirle incontro e non il chimico.
« Beh, stai andando via e volevo salutarti »
« Oh...ehm, okay »
Ryan allungò una mano verso di lei. « Amy, è stato un vero piacere conoscerti »
La ragazza gliela strinse un po' impacciata. Era calda e aveva una presa salda, forte. « Anche per me è stato un piacere, Ryan » disse abbozzando un mezzo sorriso.
« La prossima volta che ci vedremo spero che non finirà in questo modo »
« Già, lo spero » sospirò. « Ma non vengo spesso da queste parti e sono parecchio occupata in questo periodo per cui...»
Ryan sorrise. « Credo che ci vedremo molto prima di quanto pensi » infilò le mani in tasca e la guardò per un paio di secondi, poi abbassò lo sguardo. « Buonanotte, allora »
« Buonanotte » disse perplessa osservando il ragazzo allontanarsi lungo il vialetto di casa per ritornare dagli altri.
Si mise al posto guida e guardò il suo riflesso nello specchietto retrovisore.
Cosa intendeva che ci sarebbero rivisti molto prima di quanto pensasse?

Dopo essere giunta a Pasadena e aver constatato che era ancora presto per rientrare a casa, decise di passare prima da Sheldon. Aveva ancora un'ora buona prima che lui andasse a dormire così ne avrebbe approfittato per stare un po' in sua compagnia.
Ad aprirle fu Sheldon il quale subito corrugò la fronte perplesso nel vedere la fidanzata davanti alla porta.
« Amy? Cosa ci fai qui? Non dovresti essere da tua madre? »
Lei lo superò e una volta entrata in salotto anche Leonard e Penny la guardarono sorpresi.
« Sì, ma abbiamo finito in fretta così ho deciso di passare di qua dato che è ancora presto » rispose velocemente cercando di non incrociare lo sguardo di nessuno per paura che potessero leggere le sue emozioni.
« Sono solo le nove, Amy. Per aver finito così in fretta vi sarete ingozzati senza ritegno. Avete almeno masticato prima o ingoiavate le cose tutte intere? » scherzò la bionda seduta sul divano abbracciata al fidanzato. « Tra l'altro non doveva esserci anche un ospite o qualcosa del genere? »
« No, non c'era nessuno. Alla fine hanno dato buca all'ultimo quindi non abbiamo nemmeno cenato, per questo sono tornata presto »
« Aspetta, avete finito in fretta di cenare o non avete cenato proprio, non ho capito » disse Leonard.
« E dai, Leonard, non è mica difficile da capire » intervenne Sheldon  chiudendo la porta. « Lei e sua madre stavano aspettando gli ospiti e dato che non arrivavano hanno iniziato a mangiare poi le hanno chiamate e, senza alcun preavviso, hanno avvisato dicendo che per un motivo non ben noto non potevano più essere presenti e visto che ormai la cena era rovinata Amy è tornata a casa prima. Giusto, Amy? »
« Mmh...sì, sì è andata  così » mentì. Non voleva raccontare cosa fosse successo in realtà.
« Visto? Te l'ho detto che da quando stai insieme a Penny le tue già precarie capacità mentali si sono affievolite ulteriormente. Appena vi sposerete troverai difficile anche capire le cose più elementari come la Lagrangiana di Proca »
« So che cos'è la Lagrangiana di Proca e posso anche spiegartela in questo momento se vuoi » sbuffò Leonard alzando gli occhi al cielo.
« Ho detto che le tue capacità si ridurranno ancora quando ti sposerai, non adesso. Ma perché non presti mai attenzione a quello che dico? » sbottò infastidito tornando a sedersi al suo posto.
« Perché se dovessi dar retta a tutto quello che dici a quest'ora sarei rinchiuso in un manicomio »
« Se dessi retta a tutto quello che dico saresti un fisico sperimentale di fama mondiale, invece che un patetico scienziatino che non sa fa fare i conti senza calcolatrice »
« Una volta ho usato la calcolatrice, Sheldon. Una. Volta. Sola » disse esasperato appoggiando la testa sul divano.
« Appunto, una basta e avanza. Sai a che età ho smesso io di usare la calcolatrice? »
Penny sospirò e Leonard fece lo stesso. « No, quando? »
« In realtà non c'è un'età in cui ho smesso perché, fatto divertente, non ho mai nemmeno iniziato ad usarla. Ho sempre fatto tutti i calcoli a mente senza l'ausilio di alcun strumento elettronico »
« Che cosa divertente » disse sarcastico sistemandosi gli occhiali.
« Lo so che è divertente, per questo ho anticipato la frase con "fatto divertente". La tua capacità di sottolineare l'ovvio mi lascia sempre sorpreso. A volte mi chiedo se tu lo faccia apposta »
« Era sarcasmo, Sheldon » disse Amy dalla cucina mentre apriva il frigo in cerca di qualcosa da bere.
« Oh, dodici su diciannove questo mese. Credevo di aver battuto il mio precedente record invece per colpa sua l'ho rovinato. Spero tu sia contento, Leonard »
Penny, che non ne poteva più di star in mezzo ai due fuochi e che da quella mattina Sheldon era più insopportabile del solito, si girò verso il fisico teorico, corrugando la fronte e assumendo uno sguardo minaccioso. « Se non stai zitto per il resto della sera giuro che ti ficco la spada Lungo artiglio di Jon Snow giù per la gola »
Per tutta risposta Sheldon batté gli occhi lentamente un paio di volte. « Mi sorprende come tu abbia azzeccato non solo il nome della spada, ma addirittura il nome del suo utilizzatore. Inizio ad avere più fiducia nell'umanità »
« Guarda che Il Trono di Spade lo guardo pure io insieme a voi, se non ci hai fatto caso »
Sheldon la guardò con sufficienza. « Sappiamo tutti perché guardi il Trono di Spade »
« Non è per quel motivo »
« Sì, invece »
« Ti dico di no! »
Amy li guardò confusa. « Penny guarda una serie tv fantasy? Seriamente? »
« Penny lo guarda solo per i coiti frequenti e piuttosto espliciti che infarciscono l'intera serie »
« Non è solo per quello! Ci sono anche i draghi! »
« Certo, questo è quello che vuoi far credere »
Amy rimase immobile con la bottiglietta d'acqua sospesa a mezz'aria. Sheldon la guardò non capendo perché lo stesse fissando. « Amy? A cosa stai pensando? »
« Voglio vedere il Trono di Spade »
« Finalmente ti sei decisa. Ho passato anni a cercare di convincerti. È perché hai scoperto che ci sono i draghi vero? »
« Mmh...sì...per i draghi...certo...»
« Ottimo. Prendo il cofanetto con la prima stagione » disse con un sorriso.
Amy si sedette nel posto vicino a quello di Sheldon e che Penny le aveva lasciato libero.
« Ti piacerà un sacco, vedrai. Ma dovresti leggere i libri, nella serie molte cose sono state tralasciate o non approfondite o modificate. Nei libri invece...»
« Sì, sì, sì...metti il dvd ora »
Una volta iniziato il primo episodio Penny si accoccolò a Leonard. Anche Amy voleva fare la stessa cosa, ma non sapeva se Sheldon lo avrebbe apprezzato. Le vennero in mente le parole di sua madre e il fatto che Sheldon non sopportasse alcun contatto fisico perciò, a voler confutare quell'affermazione, si avvicinò di più a lui. Passò un braccio attorno al suo e glielo strinse, poi appoggiò la tempia sulla sua spalla. Quando sentì le dita del fisico iniziare ad intrecciarsi alle sue, sorrise. Sapeva di aver avuto ragione e che sua madre si sbagliava.
Finito l'episodio dovettero svegliare Penny che si era addormentata e aveva iniziato a russare.
« Impressioni? » chiese Sheldon ad Amy una volta che spense il televisore.
« Capisco che abbia una sorella super gnocca, capisco che è stato un lungo viaggio e che, una volta arrivati, sono stati tutti impegnati con Ted—»
« Ned » la corresse.
« Giusto, Ned e il re, ma non poteva aspettare di tornare a casa per farlo quando nessuno li avrebbe visti, invece di nascondersi in un posto che perfino un bambino riesce a trovare facilmente? Insomma, sei il fratello della regina, un po' di attenzione dovresti mostrarla »
« Oh...quindi è questo quello che ti ha colpito? »
Amy ci pensò su qualche secondo. « Sì, questo »
« Capisco...allora hai iniziato a guardarlo per lo stesso motivo di Penny »
« No, non è vero »
« Allora per cosa? »
« Per...i draghi? »
Sheldon incrociò le braccia e la fissò seriamente. « Non ci sono draghi nel primo episodio »
« Noi andiamo è tardi sono ben...caspita quasi le undici. Stasera, Leonard, siamo rimasti in piedi a lungo » si sorprese Penny per l'orario. In genere alle dieci già erano mezzi addormentati sul divano davanti ad un film.
« È meglio se vado anche io. È stato un episodio carino, magari domani possiamo vedere il secondo » Amy si mise la borsa sulla spalla e iniziò ad avviarsi verso l'uscita.
« Davvero? » chiese speranzoso il suo fidanzato, già con gli occhi che gli brillavano per essere riuscito a portare un'altra persona nel mondo creato da George Martin.
« Davvero. Non mi piace il fantasy, ma questa serie non sembra male »
« Aspetta...non è che vuoi iniziare a vederlo per i coi—»
« NON È PER QUELLO! » urlò lasciando il fisico basito e un po' spaventato. La stessa paura che aveva avuto quando gli aveva urlato di passarle il burro a tavola e che aveva premuto il tasto rec della videocamera.
« O-okay...» mormorò dopo essersi ripreso dallo shock.
L'accompagnò alla porta e quando Leonard e Penny uscirono fermò Amy appoggiando una mano sulla sua spalla. « Sono contento che tu sia passata di qui stasera » mormorò accennando un breve sorriso.
Amy sorrise a sua volta. « Anche io sono contenta di aver passato del tempo con te »
« Buonanotte »
« Aspetta...»
Sheldon la guardò confuso.
« Non dimentichi niente? » disse addolcendo lo sguardo e spostandosi i capelli di lato. Sheldon capì immediatamente.
« Questa non è la serata appuntamento »
« Ma è molto simile alle serate appuntamento che facciamo sempre, solo che questa volta non siamo andati al ristorante »
Stava per dirle che il fatto che entrambe le serate siano simili non significa che per questo sarebbe andato contro le regole del contratto tra fidanzati e le avrebbe dato un bacio. Dovevano seguire delle regole e non lasciare che tutto andasse secondo il caso. Però dal primo momento in cui mise piede in casa quella sera si era accorto che qualcosa non andava bene in Amy. All'iniziò pensò di essere lui la causa del problema, ma non aveva mostrato nessun atteggiamento negativo verso di lui, anzi aveva cercato del contatto fisico e questo ormai sapeva che era una cosa positiva. Perciò se non era lui il problema cos'era? Centrava forse il fatto che fosse tornata così presto da sua madre? Ma non aveva fatto alcun cenno a qualcosa che possa averla turbata durante la sera prima di raggiungerli perciò finì col pensare che semplicemente le donne sono strane e difficili da capire.
« E va bene. Uno veloce però »
Gli occhi le si illuminarono. « Velocissimo »
Si alzò sulle punte per raggiungerlo e quando toccò le sue labbra si sentì improvvisamente bene. Sembrava che tutto quello accaduto prima non fosse mai successo. Lentamente Amy si staccò.
« Avevi detto che sarebbe stato un bacio veloce se non erro » disse il fisico guardandola negli occhi, ma non c'era alcuna traccia di rimprovero nella sua voce.
« Infatti è stato veloce » sorrise un po' maliziosa e si avvicinò ancora senza però toccare le sue labbra. « Quello più lungo lo lasciamo per il nostro anniversario » mormorò sfiorandolo appena facendolo rabbrividire. Dovette far forza a tutto se stesso per non ribaciarla nuovamente.
Una volta rientrato in casa si sentì accaldato e con il cuore che batteva molto più velocemente del normale.
Non andò immediatamente a cercare su internet quei sintomi che apparivano ogni volta che vedeva Amy e che lo facevano sentire sempre così strano.
Sorrideva ancora mentre raggiungeva la camera.
Ormai aveva capito a cosa era dovuto.


~°~

La sveglia non aveva suonato e per colpa di questo Amy stava praticamente correndo per i corridoi dell'università nel tentativo di raggiungere il Dipartimento di Biologia al più presto. Oltre alla sveglia si era aggiunto il traffico più intenso del solito, la colazione bruciata e Sheldon che l'aveva tenuta venti minuti al telefono chiedendole se era stata lei a rompere la sua tazza di Chewbecca e nascondendo poi le prove dietro al mobile, nella speranza che lui non si accorgesse. Solo dopo averlo convinto con tutti i modi possibili ed immaginabili che non era stata lei la causa della tazza rotta, ma molto probabilmente Raj e Howard l'ultima volta che erano stati lì, poté finalmente lasciare l'appartamento per recarsi al lavoro.
« Dottoressa Fowler, finalmente. » Un uomo, il professore a capo del Dipartimento, le si avvicinò tendendole la mano e sorridendole gioviale. Amy si asciugò prima il palmo umidiccio sul camice bianco poi gliela strinse.
« Dottor Smith, mi scuso per il ritardo. Ho avuto numerosi contrattempi, mi dispiace ancora » disse cercando di mettere a posto camice e capelli e riprendendo un po' il respiro.
« Non si preoccupi. In genere è sempre perfettamente puntuale, una volta può capitare di arrivare in ritardo. Anche se si tratta di soli dieci minuti,  quindi nulla di grave »
Entrambi si avviarono verso i laboratori. Amy vedeva le sue colleghe mormorare tra di loro e sorridere, ma non riuscivano a capire perché. C'erano anche diverse studentesse che era sicura non frequentassero nessun corso di Biologia, ma per chissà quale ragione ora erano lì a rivolgere brevi occhiate verso il suo laboratorio mentre parlottavano tra di loro.
Ma che stava succedendo?
« Il suo collega la sta aspettando » disse indicando la porta aperta.
« Chi? »
« Il suo collega, dottoressa. Sa, il chimico con cui inizierà a lavorare »
« Oh, certo. Pensavo non sarebbe stato qui prima di venerdì »
« Infatti, ma il trasferimento è stato più veloce del previsto. Inizierete con cinque giorni d'anticipo a questo punto »
« Perfetto, perdere tempo non è mai stato nel mio—» si bloccò quando,  una volta varcata la soglia, si accorse del ragazzo in piedi che leggeva i suoi appunti lasciati il venerdì sera sulla scrivania.
« Ryan? »
Il chimico alzò subito lo sguardo su di lei e sorrise. « Amy è un vero piacere rivederti »



Eccomi qui^^
Perdono per il mio ritardo immenso, ma sono state due settimane piene di robe che non sto nemmeno qui ad elencarvi. Non avevo il tempo di fare niente e purtroppo anche la fanfiction ne ha risentito <.<
Pensavate di trovarvi il capitolo del riceviemento, eh? Invece no! Questo è solo un piccolo flashback di come si sono incotrati per la prima volta Amy e Ryan e chi è stato l'artefice di tutto. Tutta colpa sua, la odio xD
Non ho idea di come si chiami la madre di Amy, non penso nemmeno lo abbiano mai detto nella serie per cui se per caso è stato detto e io non lo sapevo chiedo scusa.
Detto questo ci si vede, ormai mancano solo due capitoli.
A presto!


  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Big Bang Theory / Vai alla pagina dell'autore: StormLight94