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Autore: Nerixia    03/08/2015    1 recensioni
La vita di Cullen è una sofferenza continua, gettato nella tempesta dal fervore degli eventi prende in mano la sua vita e la capovolge diventando un uomo caparbio e sicuro di se. Con il passare degli anni diventa sempre più ermetico, ligio al dovere e ai suoi ideali; mano a mano che va avanti però sente che la sua fede vacilla così come la sua coscienza...
Una Long a capitoli che tenta di immergersi nella travagliata vita del nostro comandante preferito.
"La magia esiste per servire l'uomo, non per dominarlo." Disse lui con un sorriso amaro guardandola.
"Stai citando il Canto della Luce o quello della tua Anima?"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cullen, Custode, Hawke, Inquisitore, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era una vita se non solitaria quantomeno riservata quella del templare. Abbandonare tutto, dai beni materiali alla propria famiglia, e donarsi per un bene superiore, per poter servire le genti  di ogni nazione perché l’ordine era onnipresente nel Thedas così come il culto di Andraste e del Creatore.  Purtroppo di tutti i dogmi dei Templari il più tristemente noto era la sorveglianza, raramente priva di violenza, di tutti i maghi: tutti sapevano che il principale compito dei Cavalieri era contrastare la minaccia dei maghi e sedare nel sangue l’eventuale possessione o eresia. Era proibita la fraternizzazione gli uni con gli altri, anche la semplice amicizia sarebbe costata cara a entrambi gli sventurati ma di ciò il più delle volte non ci si doveva preoccupare perché tra le due fazioni, nonostante vivessero all’interno delle stesse mura, regnava la diffidenza e il distacco.

Cullen aveva sempre covato dentro di se il desiderio di aiutare le persone e fin dalla più tenera età continuava a ripetere a tutta la sua famiglia che voleva diventare un Templare. Era un bambino robusto e con una forte volontà, supplicò i Cavalieri del suo piccolo villaggio di insegnargli tutto ciò che gli era possibile per prepararlo e quando ebbe 13 anni ad Honnleath ricevette la visita di un Capitano dei Templari che, notato il potenziale del ragazzino, gli offrì di iniziare a servire l’Ordine. I genitori di Cullen accettarono tale proposta per amore del figlio, avevano capito che quella era la sua strada e volevano vederlo felice. Il giovane partì e viaggiò fino alla caserma che sarebbe stata la sua casa per altri 5 anni; lì imparò a combattere ed affinare l’arte della spada fino ai suoi 18 anni in cui prese i voti e gli fu dato il suo primo incarico ufficiale: servire nella Torre del Circolo del Ferelden sotto il Comandante Greagoir.

Erano passati 3 anni dalla sua vestizione, da quando ricevette la sua armatura lucida, si ricordava quanto fosse fiero di se stesso in quel momento e se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire l’odore umido e denso di pioggia di cui era intrisa l’aria quel giorno. Era così felice della sua vita da Cavaliere  e del suo incarico nel Circolo, non gli piaceva trattare i maghi con disprezzo e fu dura uccidere il suo primo Abominio ma crescendo il suo spirito e la sua volontà diventavano sempre più forti e pronti a combattere il male con sempre più tanacia.

Camminava per i corridoi del primo piano accanto alle stanze degli apprendisti quando la incontrò per la prima volta: aveva una figura magra ed aggraziata, ma la vista delle sue fattezze era ostruita da una pesante pila di libri che si portava appresso; i due si sfiorarono e qualche attimo dopo averlo superato lei lo chiamò: “Cavaliere, aspettate!” Probabilmente lei lo aveva notato solamente nel momento in cui gli era passata accanto. Cullen si voltò tranquillo e nel contempo parlò: “Si?”               
“Sapete dirmi dove posso trovare il Comandante Greagoir? Dovrei consegnarli qualche libro per conto del Primo Incantatore…”   
Fu in quel momento che Cullen si accorse di quanto la ragazza fosse carina, una crocchia di capelli fulvi le coronava il volto lasciando uscire qualche ciocca troppo corta per arrivare così in alto, un paio di occhi grigi e profondi lo incuriosirono e la pelle chiarissima legava il volto facendola sembrare una creatura dei boschi. In quel momento Cullen sembrò avvampare, nessuna ragazza gli aveva mai suscitato una tale reazione, non che ne avesse viste poi così tante negli ultimi anni ma questa apprendista sembrava averlo colpito con uno strano incantesimo tanto che si irrigidì rispondendole.  
“Probabilmente nel suo ufficio, questa mattina ha dovuto assistere a ben 3 Tormenti.”             
“Vi ringrazio e perdonatemi se non vi riverisco come dovrei ma come vedete ho troppo peso da portare per potermi abbassare. Con permesso, vi auguro una serena giornata.” Era serafica e la sua voce suonava dolce e gentile. Cullen sapeva che i maghi non erano ben visti nell’ala est della torre, c’erano gli alloggi dei templari e l’ufficio del Comandante, nessun mago si avventurava in quel luogo solo, specialmente se era un apprendista. Mentre lei si allontanava la raggiunse e la fermò. 
“Perdonate voi le mie maniere, è mio dovere accompagnarmi nell’ala est e poi con un tale peso non vorrei vi stancaste troppo…” Cullen protrasse leggermente le braccia verso la pila di libri caricandosene di poco più della metà.   
Un sorriso si fece largo tra le labbra della giovane maga: “Non siete obbligato ma vi ringrazio infinitamente per l’aiuto.”

Percorsero i lunghi corridoi circolari della Torre in silenzio, il Circolo era calmo e al giovane Templare sembrò che li stessero tutti spiando cercando di cogliere il significato di quella gentilezza, a quel pensiero sentì una goccia di sudore percorrergli tutta la schiena. Fortunatamente erano giunti davanti all’ufficio del Comandante, il ragazzo bussò con decisione e assunse uno sguardo duro, la bella apprendista prendendo esempio da lui indurì lo sguardo pronta a parlare con il capo dei suoi carcerieri. Entrarono nella piccola stanza ovale, Greagoir era in piedi chinato a leggere alcuni documenti: “Spero abbiate un valido motivo per disturbarmi.” Sembrava seccato.       
La ragazza parlò poggiando i libri sul tavolo: “Il Primo Incantatore Irving mi ha incaricata di consegnarvi questa serie di libri, all’interno troverete informazioni interessanti a suo parere. Ha detto anche che non accetterà nessun tipo di lamentela riguardo a qualsiasi revisione o cambiamento dei saggi.” Il comandante sentendo una voce femminile alzò subito lo sguardo e i suoi occhi sembrarono stringersi passando da lei a Cullen poi parlò: “Avevo chiaramente chiesto al Primo Incantatore di venire personalmente a consegnarmi i tomi ma a quanto vedo ha mandato una inserviente di basso rango a fare il suo lavoro…” Cullen notò gli occhi della ragazza congelarsi. “…ma non devo prendermela con voi figliola, siete ancora giovane e inesperta per capire i giochi di potere che sono racchiusi in queste alte mura. E in quanto a voi Cullen – lo sguardo di Greagoir si spostò sul ragazzo – accompagnate questa giovane fuori dalle nostre residenze, conosco i miei Cavalieri e alcuni di loro non sono tra i più teneri con i maghi.” Con un cenno li congedò, entrambi fecero un leggero segno di riverenza e uscirono dalla stanza.

Il Templare la accompagnò fino alla scalinata del piano dove si dovettero separare.      
“Vi ringrazio ancora dell’aiuto, siete stato molto gentile.”          
“Non preoccupatevi, l’ho fatto con piacere avrebbero potuto prendervi di mira alcuni miei compagni per lo meno voi siete lontana dalle malelingue.”         
“Spero di non avervi arrecato danno. Capisco che possa essere… Non possa mettere in buona luce un templare appena entrato nell’ordine come voi…”              
“Nessun danno, a differenza dei maghi noi Templari risolviamo le faccende più con i pugni che con le parole.”               
“Allora spero che non vi restino i segni. Il mio precettore si starà chiedendo che fine io abbia fatto, buona giornata Cullen... Ah già, il mio nome è Ellison.”   
“Lo spero anche io… buona giornata a voi…”
    
La giovane scomparve dietro la pesante porta di legno e il Cavaliere si preparò psicologicamente a tutte le battute che i suoi compagni avevano in serbo per lui, sbuffò e si avviò verso il suo dormitorio, probabilmente aveva una marea di mansioni ancora da adempiere ammucchiate sul letto. 


Cullen pensava di essere pazzo, invaghirsi di una maga, anzi, nemmeno una maga, un’apprendista! La cosa lo metteva tremendamente a disagio, si parlavano di rado e più che dialoghi erano brevi saluti o cenni del capo a distanze di sicurezza. Il giovane Templare non volette assistere al tormento di Ellison, non poteva pensare che sarebbe potuta diventare un Abominio e tantomeno sarebbe riuscito a ucciderla. Fortunatamente lei era una maga molto preparata e superò egregiamente il suo tormento, vide Irving fiero di lei, dal giorno in cui le diede quell’incarico il Primo Incantatore sembrò avere un occhio di riguardo per lei come se ne comprendesse il potenziale grezzo, il valore. Cullen si vergognava di se stesso: ultimamente per non far notare l’improvviso rossore sulle sue guance alla vista di lei chinava il capo o faceva finta di non sentire un suo saluto. Appena dopo due settimane il suo tormento Ellison fu scelta per fare parte dei Custodi Grigi: fu un sollievo ma anche un profondo dolore per il Cavaliere che per questo motivo il giorno del sua partenza prese coraggio; la vide mentre si metteva il suo zaino in spalla e si sistemava i capelli allo specchio, gli sembrava felice, addirittura raggiante per certi versi. Il Templare stringeva tra le mani una lettera ed era intenzionato a darlela, non l’avrebbe mai più rivista tanto valeva renderla partecipe dei suoi sentimenti per lei. La maga uscì dalla stanza sfiorandolo e si fermò bruscamente guardandolo con i suoi occhi grigi, a lui sembrò di essere sondato ed essere nudo con corpo ed anima davanti a lei; tale pensiero iniziò a farlo sudare freddo quando finalmente lei parlò: “Arrivederci Cullen, mi mancherete. Grazie dei brevi momenti passati in vostra compagnia.” Gli sorrise con uno sguardo puro come quello di una bambina, lui le rispose con altrettanta dolcezza: “Addio milady.” Una nota grave e sorda poteva essere ascoltata in quelle due parole ma anche un accento timido e servizievole si faceva largo in essere, la maga fece finta di non notarlo e proseguì il suo cammino che l’avrebbe portata lontano da lui e soprattutto per sempre. Si accorse solamente dopo il suo addio di non averle consegnato la lettera, frustrato la lanciò nel suo baule: voleva dimenticare tutto quello che provava e cercando di dimenticare la maga con il tempo si dimenticò anche della sua dichiarazione d'amore.


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Angolo dell'autrice
Bene bene, dopo aver finito la terza run di DA:I ho capito che il mio amore per Cullen era troppo sconfinato e quindi eccomi qui a rendervi partecipi della mia prima FF (Follia sconFinata) quindi siate buoni vi prego ç_ç Vi dico già in anticipo che il prossimo capitolo lo scriverò molto lentamente perchè sarò in vacanza senza linea internet quindi aimè bisognerà attendere settembre per sapere come si sviluppano i tormenti del nostro povero Templare. In ogni caso vi ringrazio in anticipo per le eventuali recensioni e spero che vi piaccia ciò che ho scritto, so che ho tralasciato il loro incontro subito dopo il Tormento del Custode ma mi sembrava di poter sorvolare per passare subito al sodo. Quindi ci si risente tra un pochetto nel frattempo vi mando un abbracioneee! :3  
   
 
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