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Autore: Demon Heart    04/08/2015    3 recensioni
Spencer ha venti anni ed è la sorella minore di David Cade, la nemesi di Kendall. Andranno d'accordo nonostante la leggera aria tesa che regna da sempre tra i due ragazzi? Oppure Kendall farà di tutto per allontanare la ragazza da lui e dalla Band?
Spencer è il dolce angioletto che appare o nasconde molteplici segreti?
James riuscirà mai a trascinare la ragazza con se? Oppure cambierà la sua preda?
Cosa passerà mai per la testa di Logan e Carlos?
Cosa accadrà quando sarà nota a tutti l'identità della castana?
Vero, sono solo domande queste, ma ce ne sono molte altre che vi lasceranno una sensazione di amaro in bocca.
Non bisogna giudicare un libro dalla copertina o da come lo si vuole far apparire.
Bisogna scoprirlo fino in fondo.
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando arrivai all'agoniato Palm Woods ero stremata; fuori l'entrata mi piegai in due per riprendere fiato, mentre i piedi doloranti non si decidevano a darmi tregua.

Sospirai, raddrizzandomi e varcando l'entrata, ritrovandomi vari ragazzi che chiacchieravano tra loro, mentre uno strano omaccione in divisa, riccio e dalle lenti dalla forma rettangolare era dietro la reception.

Scossi la testa, avviandomi verso una poltrona nera e lasciandomi andare alla sua morbidezza.

Notai una ragazza avvicinarsi; alta come me, magra, capelli lunghi e neri, caratterizzati da ciocche rosse disperse nella capigliatura.

«Sei nuova?» nella sua voce scorsi curiosità, molta curiosità ed un pizzico di "superiorità" «Che ruolo interpreti?» continuò, senza nemeno darmi il tempo di rispondere alla prima domanda.

Rimasi stordita per alcuni secondi, colta alla sprovvista, poi sorrisi e risposi tranquilla «No, non sono una componente del cast, sono qui solo per sbrigare alcune faccende»

«"Alcune faccende" su un set cinematografico?» chiese, inarcando un sopracciglio; sicuramente pensava a quanto fossi strana.

Le regalai un sorriso falso, mentre gran parte dei miei capelli cascò sulle mie spalle, mostrandosi in tutta la loro lunghezza e bellezza.

In effetti si... amavo i miei capelli, ed io ero come ossessionata dalla loro cura.

Il mio parrucchiere di fiducia continuava a ripetermi che avevo dei bei capelli e che, semmai avessi voglia di tagliarli, sarei dovuta andare da lui.

Erano molto lunghi, infatti mi arrivavano ai fianchi; avrebbe potuto ricavarci una parrucca.

Mi riscossi dai miei pensieri, e per tutto il tempo non avevo abbandonato quel sorrisetto che riservavo davvero a pochissime persone.

«Si, anche perchè non penso sia vietato» cercai di non mostrarmi troppo acida, per non coltivare cattive amicizie.

Stava per ribattere, quando sentii la voce di Andrès che mi chiamava a gran voce.

«Spencer, eccoti finalmente» mi tirò un pugno sulla spalla, senza esagerare «Avevi voglia di farti la strada a piedi o cosa?»

Ridacchiò appena, mentre lanciavo un'occhiata alla ragazza con cui stavo parlando pochi minuti prima, come a farle capire che con lei avevo chiuso il discorso.

La vidi assottigliare gli occhi, per poi allontanarsi ed avvicinarsi ad altri ragazzi.

«Diciamo che ho avuto un piccolo "contrattempo"» mi lasciai scappare una strana espressione perplessa che lo fece ridere.

«I ragazzi si sono preoccupati da morire quando sei uscita dal finestrino dell'auto» affermò, senza riuscire a trattenersi dalle risate «Kendall ha cominciato ad urlare così forte che persino l'autista l'ha sentito.»

Mi trattenni a stento dal ridere, passandomi una mano tra i capelli per scostare il mio adorabile ciuffo ribelle dagli occhi «E che diceva?»

«"Quella si vuole ammazzare! Fermatela! Si ammazzerà!"» qui evitai di trattenermi ridacchiando non poco divertita, mentre lui mi tirava una pacca sulla spalla «Evita di fargli prendere un infarto, mi serve per lo Show.»

Scossi la testa, continuando a sorridere divertita; non erano tanto male quei ragazzi, magari potevamo andare d'accordo.

«Non preoccuparti, se qualcosa ti risarcirò i danni» ridacchiai, mentre inravidi da lontano Kendall, dirigersi lentamente verso di noi; quando mi riconobbe accelerò il passo, ritrovandosi accento ad Andrès.

«Ma la vedi?! Prima esce dal finestrino come fosse una porta e poi eccola!» Mi pntò un dito contro, che quasi mi sfiorò il naso.

Incrociai gli occhi per osservare quel dito, facendo un'espressione abbastanza buffa; era una delle abitudini che mi accompagnavano da quando ero bambina.

«Scusa mamma, non lo faccio più» ridacchiai, osservando la sua espressione stralunata.

Si riscosse, pizzicandomi la guancia e rivolgendosi poi al regista «Per quanto riguarda la scena, ne rimane una sola da girare per questo episodio.

Lo facciamo domani oppure ora?»

Guardai l'orologio che aveva Andrès; era mezzogiorno passato.

Lo vidi scuotere la testa e sorridergli «No, la gireremo la settimana prossima, insieme a quelle del nuovo episodio. Dovreste prendervi tutti una pausa. Domani devo andare ad un incontro importante a cui non posso assolutamente mancare.» Si scostò appena da noi, portando il megafono che aveva in mano alla bocca e parlando con esso «Ragazzi, potete andare a casa. Ci vediamo direttamente la prossima settimana, e vedete di rispettare il solito orario»

Si alzò un chiacchiericcio allegro, mentre ognuno sistemava le proprie cose per poter abbandonare l'edificio.

Intravidi da lontano una chioma biondo scuro avvicinarsi al gruppetto che si era formato tra alcune poltrone; sorrisi, portando le mani alla bocca per poi urlare «Biondo! Che mi combini?!»

Risi divertita, mentre cominciò a guardarsi intorno abbastanza confuso; era l'unico biondo del gruppetto, quindi ero stata fortunata.

Lo vidi voltarsi nella mia direzione, poi allontanandosi appena dal gruppo, per avvicinarsi a me e Kendall.

Mi sistemai il casco di Carlos, che avevo ancora in testa e cominciai a correre verso David.

Lo vidi voltarsi per darmi le spalle, correndo verso l'ascensore poco distante.

Amavo placcare le persone, ma ero quella classica eccezione di ragazza che si avvicinava alla natura animale di un giocatore di Rugby.

Lo avevo quasi raggiunto, così mi lanciai su di lui con un balzo, facendolo cadere a terra, mentre continuavo a stringerlo.

«Ancora hai paura dei miei placcaggi, fratellino?» ridacchia, lasciandogli un bacio sulla guancia ed alzandomi, per evitare di cadere a causa di qualche suo giochetto.

«E' normale, sorellina» ridacchiò appena, alzandosi e dandomi una pacca sul casco, facendomelo cadere davanti agli occhi «Finalmente ti fai vedere dopo tanto»

Sollevai lo sguardo su di lui, notando la sua espressione malinconica; gli sorrisi lievemente, piegando la testa lateralmente.

«Sai, non è facile la situazione in cui sono, e lo sai...» cercai di sdrammatizzare, sorridendo appena.

«Si, lo so... Ma di certo non puoi reagire in questo modo solo perchè ti hanno ferito.» Incrociò le braccia al petto, osservandomi severamente.

Mi sovrastava, nel vero senso della parola; io ero solo un metro e sessanta, ed avevo un fisico non molto muscoloso mentre lui superava il metro e ottanta, muscoloso ma non troppo.

Il lato positivo era che non ero grassa, anzi; ero nella norma ma avevo le forme al posto giusto.

Lui aveva degli occhi azzurri che ho sempre adorato, mentre io avevo degli occhi verde smeraldo, con sfumature dorate.

Altra differenza era l colore dei capelli, David era biondo, e portava i capelli corti, che potevano essere, anche se lontanamente, paragonati a quelli di Logan; i miei erano castano scuro, e come lunghezza arrivavano ai fianchi.

Erano mossi, e da bagnati risultavano ancora più lunghi.

Entrambi andavamo fieri dei nostri capelli, eravamo i "fratelli della cura maniacale del capello".

Chinai la testa, abbassando lo sguardo; il suo era l'unico che non sarei mai riuscita a sostenere.

«Dai, non soffermiamoci sul passato e guardiamo il presente.» sviò il discorso, sapeva che mi faceva male parlarne.

«Già, infatti manca poco per concludere il mio libro» sorrisi allegra, trascinandolo con me.

Mi sollevo da terra, facendomi volteggiare per un pò, per poi lasciarmi di nuovo toccare la terra con i piedi.

«Congratulazioni allora» mi sorrise allegramente, regalandomi un caloroso abbraccio.

Ne avevo bisogno da molto e ricambiai stringendolo forte.

Quando ci allontanammo, notai i quattro membri dei Big Time Rush avvicinarsi a noi, ed il viso di Kendall non poteva certo definirsi allegro o gioioso.

«Cade» il suo tono di voce risultò duro e freddo e non aveva nulla a che fare con quello con cui si era rivolto a me.

«Schmidt» mio fratello rispose con la medesima freddezza, puntando gli occhi in quelli dell'altro.

Storsi appena il naso, a disagio per quella che mi sembrava una rivalità coltivata già da tempo; non ero però intenzionata ad intromettermi, anche perchè non volevo schierarmi da nessuno delle due parti.

Incrociai le braccia al pette, osservando entrambi con attenzione, come a voler scorgere con uno sguardo i loro pensieri più profondi.

Notai il proprietario del caschetto sorridermi, mentre gli risposi, togliendomi l'elmetto dalla testa e passandoglielo, sussurrandogli uno "scusa" appena percettibile.

«Già adocchiato una nuova ragazza?» storsi il naso alle parole di Kendall; mi aveva scambiato per una di quelle ochette che non perdevano mai occasione per farsi notare da Dave.

«E se anche fosse?» inarcai un sopracciglio, in sincronia con mio fratello ma con alcune differenze, il suo era derisorio, come il sorriso che aveva dipinto sulle labbra; il mio era nervoso, come l'espressione corrucciata che mi aveva assalito.

Gli stava reggendo il gioco, e non doveva farlo; avrebbe solamente scatenato un putiferio... Mi trattenni a stento dal tirargli un pugno sulla spalla, anche perchè stava interpretando un ruolo che non doveva minimamente immaginare di farlo, il mio.

Stava imitando il mio comportamento, e la cosa non mi andava per nulla a genio; aveva cominciato a farlo perchè voleva mostrarmi quali fossero le conseguenze e cosa accadeva nelle situazioni, se fossi stata un osservatore esterno.

«Beh, se anche fosse, dovresti vergognarti, anche perchè hai da solo un giorno mollato quella mora nel modo più cruento possibile.» notai il ragazzo, incrociare le braccia al petto, sollevando appena il mento, per poterlo guardare meglio; anche se di pochi centimetri, era più basso dell'altro.

Sapevo della sua ultima "ragazza", anche perchè l'avevo vista correre via piangendo, dopo essere uscita da casa sua; ogni tanto, durante la mia assenza, passavo a controllare la casa, riordinare oppure osservare come si comportava mio fratello.

Non c'erano dubbi che era un vero bastardo con le sue "ragazze" o fan, ma aveva cominciato a comportarsi male anche con i ragazzi, limitando la sua cerchia di amici.

«Lei mi ha chiesto una serata insieme, ed io l'ho solamente accontentata.» si lasciò sfuggire una risatina, mentre con un braccio mi circondò la vita «quindi non ho fatto nulla di male.»

Sbuffai, scostandomi da lui e guardandolo imbronciata, incrociando le braccia al petto e guardandolo fredda.

«David.» il mio era come un ordine silenzioso, e sul mio viso non c'era nemmeno l'ombra di un sorriso, ma solamente un'espressione fredda e distaccata.

«Spenny?» mi fissò per alcuni secondi, inarcando un sopracciglio, sorpreso; solitamente gli reggevo il gioco, anche per allontanare parecchie delle oche che lo circondavano, ma non questa volta.

Rimasi a fissarlo, mentre roteò gli occhi, sospirando e lasciandosi cadere le braccia lungo i fianchi.

«Non è una di quelle oche con cui mi vedete spesso» sorrise, voltandosi verso di me «Lei è la mia sorellina»

Notai Schmidt irridìgidirsi e voltarsi verso di me di scatto «Come?»

Scossi la testa, affiancandomi a mio fratello e sorridendo appena «Io e David siamo fratelli»

Da quella posizione riuscivo ad osservare tutti e quattro i ragazzi, escluso mio fratello; notai James con un sopracciglio inarcato, con una lieve espressione sorpresa in volto, Logan aveva uno strano sorriso, come se avesse ottenuto una conferma riguardo una sua ipotesi, Carlos era rimasto immobile, con la bocca lievemente aperte, mentre reggeva in mano il casco nero.

Kendall aveva gli occhi completamente sgranati e ci fissava intensamente come fossimo due alieni.

«E' una storia lunga e contorta, ho chiesto io a Dave di non spargere la voce su di me, anche perchè non amo particolarmente le telecamere o le interviste» cominciai mentre mi torturavo il labbro inferiore con i denti «In ogni caso, io devo andare.»

Mi allontanai velocemente da David, anche perchè non avevo intenzione di farmi fermare.

Si voltò verso di me, corrucciato.

«Spencer, non ti sei fatta vedere per quasi due mesi. Ricompari, parliamo ed ora te ne vai?» sembrava davvero molto arrabbiato, ma non potevo farci niente; se gli stavo lontana, avevo i miei motivi.

Scossi la testa, mettendomi il cappuccio della felpa in testa e guardandolo di sfuggita «Mi dispiace, ma sai che non posso fermarmi a parlare troppo.»

Cominciò a correre verso di me, scattai, santando contro la parete per prendere con più velocità la curva.

Continuai a correre, fin quando non riuscii a seminarlo dopo aver svoltato in un paio di stradine.

«Ci vediamo in giro, fratellone» sussurrai, vedendolo sfrecciare davanti al vicoletto in cui mi ero nascosta.

Sospirai, incamminandomi lentamente verso la fine del vicolo, per poter raggiungere una zona non molto lontana di Los Angeles.

Lungo il tragitto, ripensai alla mia vita di prima, ed a quella che invece ero costretta a vivere ora.

Prima ero quasi sempre a casa, per scrivere; avevo dei sogni e delle ambizioni.

Volevo intraprendere una carriera da scrittrice, pubblicare libri e magari anche laurearmi in giurisprudenza.

Erano cose che mi accompagnarono fino all'anno precedente; poi cominciai a frequentare un ragazzo che aveva attirato la mia attenzione.

Dopo le esperienze passate, mi ripromisi di evitare qualsiasi relazione con i ragazzi, ma mi lasciai trascinare.

Jordan era un componente di una banda, ed era risaputo che le bande non portavano mai a nulla di buono; mio fratello continuava a ripetermi che sbagliavo a stare con lui e che dovevo allontamarmi, ma non lo ascoltai.

Per questo ora mi ritrovo in questa alquanto scomoda situazione...

Quando mi accorsi che Jordan era soltanto una pessima compagnia, era troppo tardi ed in breve mi ritrovai a capeggiare una banda che coltivava solo rivalità con quella dei 66Route, banda del mio "ex ragazzo".

Mi lasciai cadere su una delle panchine del parchetto che avevo raggiunto; non era molto frequentato, anche perchè non era un quartiere molto sicuro.

Presi dal mio zainetto un libro nero, dalla copertina vellulata; passai lentamente la mano su di essa, soffermandomi sulla scritta bianca "Jolly", che la caratterizzava.

Era il cosidetto "libro nero"; era un grande disonore perderlo o lasciarlo in mani non affidabili.

Stavo per aprirlo, per sfogliarne le pagine, alcune delle quali ingiallite, che sentii delle voci.

Sobbalzai, sistemando velocemente il libro nello zainetto che sistemai sulle mie spalle, mentre sentivo le lattine all'interno tintinnare.

«Ora, ti dispiacerebbe degnarmi di una spiegazione?» riconobbi la voce di James, mentre i passi frettolosi che pochi istanti prima erano ovattati a causa della lontananza, sembrava che si avvicinassero sempre più.

Sussultai, notando che c'erano sia i ragazzi della band che David, ed erano diretti al parchetto dove mi ero rifugiata.

Cominciai a guardarmi intorno, alla ricerca di un nascondiglio; non volevo farmi trovare, ma dovevo sapere cosa stessero combinando in questa zona.

Sospirai, lasciandomi cadere nella siepe che avevo alle mie spalle, agendo come al solito, d'istinto.

«Senti, voi mi avete voluto seguire, io voglio solo ritrovare mia sorella.» Qesto era David, che pareva abbastanza nervoso.

Lo osservai dalla siepe, spezzando un rametto che minacciava di finirmi in un occhio; li osservai mentre il Dave si metteva al centro del parco, osservandosi intorno.

Sapeva che quello era la mia "casa", anche perchè avevo lasciato la mia firma; respiravo con lentezza, evitando qualsiasi movimento che avrebbe potuto farmi scoprire, mentre il mio sguardo rimaneva fisso su quei ragazzi.

«Visto che è quello che volete sapere, Spencer è mia sorella, ha venti anni e non vive più con me. Queste sono le uniche cose che posso dirvi.» Sbuffò, voltandosi verso i quattro, ma soffermandosi su Kendall; dovevano proprio odiarsi quei due.

Storsi il naso, mentre sentii qualcosa sfiorarmi la schiena; mi trattenni a stento dall'urlarle, temendo fosse un serpente o un qualche strano animale, ma fortunatamente era solo un cane che mi aveva fiutato.

Si allontanò non molto tempo dopo, facendomi sfuggire un sospiro.

Non ebbi nemmeno il tempo di voltarmi che mi sentii afferrare per il cappuccio, qualcuno mi trascinò fuori dalla siepe, mentre cominciai a dimenarmi.

«Giù le mani!» urlai, senza smettere di agitarmi.

Mi calmai solo quando riconobbi mio fratello; dovevo aver fatto rumore tra la siepe, per scacciare il cane.

«Allora?» il suo tono apparve severo, mentre incrociava le braccia al petto e mi osservava come un padre con la figlia.

«Mi era caduta una cosa» mentii spudoratamente, facendo una strana espressione, che doveva avvicinarsi a quella di un innocente coniglietto.

Magari si sarebbe sciolto con un pò di dolcezza, così giocai la carta degli "occhioni da cucciolo".

La sua espressione non cambiò e mi ritrovai a sbuffare di nuovo, guardandolo nervosa.

«Cosa?» gli chiesi, mettendomi seduta sullo schienale della panchina, piegandomi in avanti ed osservandolo.

«Spencer, non ti sembra il momento di ritornare a casa?» chiese, senza mostrare cedimenti, mentre mi osservava attentamente.

Magari quello di fissare male e freddamente le persone era un "vizio di famiglia"; tutta colpa del DNA.

Non notai nessun cedimento, così scossi appena la testa «David, lo sai... Se torno ti coinvolgo con la questione 66Route» puntai i miei occhi nei suoi, smeraldi contro due laghi.

Scosse la testa sorridendomi dolcemente ed allargando le braccia.

«A me non è mai importato nulla delle conseguenze» per tutto il tempo non staccò i suoi occhi dai miei, incastrandomi completamente e facendomi sorridere.

«Cosa c'è per pranzo?» ridacchiai, sorridendogli allegramente.

Come al solito non ero riuscita a rifiutare e mi ero lasciata trascinare; una delle cose positive è che invitai anche i Big Time Rush, anche se due persone non erano molto attratte dall'idea.



(Visto che mi sono soffermata troppo su questa situazione, sorvolo il ritorno a casa e passo direttamente al pranzo)

Visto che nessuno aveva molta voglia, decidemmo di mangiare in un Mc Donald's, anche perchè avevo voglia di abbuffarmi cone un'animale.

Eravamo seduti al tavolo, in attesa che arrivasse una qualche cameriera a prendere l'ordinazione ed un pesante silenzio era calato su di noi.

La tensione poteva essere tagliata con un coltello...

«Allora» cercai disperatamente un argomento di cui parlare, anche per rompere il ghiaccio, visto che la situazione tra i ragazzi era imbarazzante «Parlatemi un pò di voi, su» sorrisi verso i ragazzi, cercando di tirar fuori qualche punto in comune tra loro e mio fratello.

«Magari possiamo soffermarci sul fatto di quanto sia magnifico, e di te, che hai osato rifiutarmi» fu James a parlare, che cominciò a fissarmi insistentemente.

«Sai, mi fai pensare che non hai mai avuto una ragazza...» cercai di stuzzicarlo, trattenendo un sorriso.

Notai Logan strozzarsi con l'aria, mentre gli altri evitarono di trattenersi dal ridere.

Cominciò a parlare, sistemandosi con attenzione i capelli che, dovevo ammetterlo, erano fantastici «Per tua informazione, ho avuto moltissime ragazze, e tutte sono rimaste soddisfatte del servizio che-» «Non voglio sapere!» lo interruppi bruscamente, senza trattenere un'espressione che si avvicinava al disgustato «Non ci tengo ad immaginarti mentre fai "cose" di cui preferirei non parlare»

Mi scossi appena, mentre un brivido gelido mi attraversò la schiena, al solo immaginare una cosa del genere.

«La mia piccola ed ingenua sorellina» disse David, passandomi un braccio attorno al collo e scompigliandomi i capelli.

«Non toccare i miei capelli!» non riuscii a trattenermi dallo sbraitargli contro, cercando in tutti i modi di sfuggire alla sua presa.

Una volta libera, presi il mio amato pettine dal mio zainetto, osservandomi nella vetrina e sistemandomi i capelli con grandissima attenzione

Notai gli sguardi incuriositi dei ragazzi, mentre James sorrideva soddisfatto «Sa ragionare benissimo la ragazza»

«Una delle cose che non sapete di mia sorella, è che è una maniaca della cura attenta e perfetta del capello» ridacchiò appena, facendo segno che cìfossi fuori di testa, mentre gli scoccai un'occhiata gelida.

«Beh, i nostri James e Logan solo dei maniaci della cura dell'aspetto fisico in generale, ma James si sofferma di più sui capelli» affermò Carlos, senza trattenere la sua risata contagiosa.

Scossi la testa, ridendo allegramente «Si, ma c'è da dire che, modestie a parte, i miei capelli sono Fa-vo-lo-si» sottolineai l'ultima parola, mettendoci enfasi e muovendo ad ogni sillaba la testa dal lato opposto a dove si trovava.

Qui, nemmeno Logan riuscì a trattenersi, e fortunatamente, tra una cosa e l'altra, ero riuscita a distruggere il muro di ghiaccio che si era creato.

Notai una cameriera avvicinarsi a noi, visto che era arrivato il nostro turno di ordinare.

«Ragazzi, ora si mangia, quindi non azzardatevi a distrarmi, parlarli, interromperi o rubarmi cibo dal piatto.» attirai l'attenzione degli altri, stabilendo serie regole di sopravvivenza, anche perchè non ero per nulla intenzionata a mangiare poco o niente.

«Mangi davverò così tanto?» chiese Logan, fissandomi ed inarcando un sopracciglio; nonostante la mia fisionomia, mangiavo a quantità industriale.

Gli scoccai un'occhiata con cui avrei potuto spaventare persino il leone più vìferoce del mondo, mentre digrignai appena i denti, chinando il capo e rendendo lugubre la mia espressione.

«Sono affamata come una capra irlandese, quindi taci.» sibillai, con una voce che ricordava vagamente Tremotino.

«Facciamo così, a mangiare, vai a casa loro, e il resto delle cose a casa nostra.» affermò mio fratello, guardandomi serio.

Mi voltai, osservandolo attentamente; gli regalai un sorriso che fece assomigliare il mio viso al musetto di un coniglietto, così lo feci ridacchiare.

«Ma che faccino carino» scoccai un'occhiata truce a Kendall, che si scostò appena, fino a poggiare la schiena contro lo schienale, come per paura che potessi arrampicarmi sul tavolo e sbranarlo nel vero senso della parole.

Sorrisi appena, lasciando scomparire quella traccia di allegria dal mio viso, quando la cameriera si avvicinò con un menù già pronto... Eppure non avevamo ordinato nulla.



Angolo Demon

Salve lettori :3

Qui con il secondo capitolo!
Penso che anche se molto lentamente, stia portando la storia verso la parte leggermente più interessante.

Ma cosa sarà mai il Libro Nero che aveva Spencer?

Ma chi lo sa uwu

Finirà qui la rivalità tra Kendall e David? O continuerà per molto?

Perchè la ragazza chiama "casa" quel parco poco frequentato?

Quale sarà il suo passato? Cosa nasconde?

Domande che rimarranno per molto, senza risposta.

Ringrazio coloro che seguono la mia storia e le recensioni del primo capitolo

Spero solo che non sia dovuto al fatto che ho chiesto delle OC

In ogni caso, i ruoli nella storia, chiarisco anche qui che saranno decisi sia da me che dai loro "proprietari", sia per non allontanarmi dalla trama (che sono intenzionata a rispettare), sia per impedire ruoli simili.

Inoltre, vi chiedo di mandare le schede compilate SOLO tramite MP.

Con questo vi saluto, ed al prossimo capitolo!


Intanto, visto che mi ruba parecchio tempo inviare le OC a tutti, metto qui la scheda (connessione lenta e pochissimo tempo libero)


Nome:

Cognome:

Eventuale soprannome:

Età:

Sesso:

Data di nascita:

Nazionalità e città di provenienza:

Aspetto Fisico:

Abbigliamento:

Aspetto Caratteriale:

Hobby:

Sport:

Abitudini:

Cose che Odia:

Cose che Ama:

Altro:

Fobie/Tic:

Famiglia:

Relazione (se si fidanzerà e con chi; i rapporti di amicizia eccetera):

Eventualmente come e se conosce Spencer:

Segni Particolari:

Persone con cui va d'accordo:

Interessi:

Gruppo Sanguigno:

Professione (lavoro o lavori part-time e se lavora):

Rancori:

Sogno:

Punti deboli:

Punti di forza:

Difetti:

Pregi:

Altra occupazione:

Animale Domestico:

Dove e con chi vive:

Nemici:

  
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