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Autore: Margo Malfoy    04/08/2015    1 recensioni
Cosa succederebbe se un’agente di polizia alle prime armi e con poca esperienza venisse sedotta dal sospettato principale di uno dei casi più importanti cui sta lavorando?
E se non dovesse essere solo lei a pagare caro questo errore fatale?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Felton, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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“Ciao Malia, sono Sean, il tuo vicino di casa.
Scusa il disturbo, ma è da un po’ che non ti vedo da queste parti e non vorrei che ti fosse capitato qualcosa, viste le continue sparizioni... volevo solo dirti che ormai la tua cassetta delle lettere è piegata in due da tanta posta c’è lì dentro, dovresti venirla a prendere un giorno o l’altro, sempre se stai bene.
Fammi sapere,
Sean”
Malia lesse il messaggio del suo vicino di casa e lo colse come un’opportunità di uscire di nuovo. Era da tre settimane che rimaneva chiusa a casa di Tom e perfino la ben poco allettante idea di andare a prendere a casa sua la posta che aveva sempre odiato la entusiasmava.
Così la ragazza si vestì con un paio di jeans e una camicia bianca, con un paio di tacchi alti. Afferrò le chiavi della macchina e si avvicinò alla porta. Tom era al lavoro, quindi non avrebbe potuto impedirle di uscire per una mezz’ora facendo una scenata. Lei sapeva che si preoccupava per lei e che non voleva che le accadesse niente, ma per quanto la casa di Tom fosse grande e ci fosse sempre qualcosa da fare, lei aveva voglia di fare un giro, anche solo per recuperare la posta di casa sua.
« Malia, dove vai? ». Marie apparve dalle scale.
« A prendere la posta a casa mia »
« Posso andarci io, non credo che dovresti... »
« Non ci metterò molto, vado io. » rispose Malia con un tono che non ammetteva repliche, la prima volta che parlava a Marie come se fosse per davvero al suo servizio. Aprì la porta di casa e scese un paio di scalini, poi tornò di sopra e apparve sulla soglia. « Tom non deve saperlo » disse rivolta a Marie, poi scese le scale e guidò fino a casa sua.
« Ciao Browning » gridò Sean dal suo giardino vedendola uscire dall’auto.
« Ciao Sean » sorrise lei, nel frattempo aprì la cassetta delle lettere e iniziò a tirarne fuori molta posta.
« Allora, stai bene? » le chiese Sean. « Voglio dire, con tutto quello che sta succedendo »
« Più o meno sì, sto bene. Vorrei solo che li ritrovassero »
« C’è qualcosa che posso fare? Vuoi un caffè o... »
« No grazie, torno subito a casa »
Malia afferrò la posta rimanente e la gettò sul sedile del passeggero, poi si sporse dalla portiera. « Ciao Sean, grazie ancora! » gridò.
« No Malia, aspetta » disse lui avvicinandosi alla macchina.
Malia lo guardò aspettando che continuasse. Lui le sorrise e poi con gesto secco della mano le fece battere la testa contro la macchina e la guardò accasciarsi a terra. Lei si appoggiò dolorante una mano sulla testa sanguinante. In un primo momento gli avrebbe chiesto perché l’aveva fatto, ma pensandoci un minuto di più era arrivata alla conclusione da sola. Lui le annuì quando vide il suo viso accigliato, come a dirle che aveva capito ben,e e poi le premette un fazzoletto umido sulle labbra, fino a che Malia non scivolò nel sonno.
 
***
 
Nel frattempo, Tom era tornato a casa dal lavoro e, convinto di trovare Malia seduta in salotto, corrugò la fronte quando non la vide. Si spostò in cucina, ma anche lì non c’era. Salì le scale di fretta e percorse il corridoio a passo svelto, aprendo con un gesto veloce le porte che lo fiancheggiavano e trovandole tutte vuote. Per ultima arrivò alla sua e tirò un sospiro di sollievo vedendo un’ombra proveniente dal bagno.
« Malia » disse avvicinandosi a lei.
« No, Tom, sono io » Marie apparve con un’espressione desolata sul volto.
« Dov’è Malia? »
« Io... non lo so »
« Cosa vuol dire che non lo sai?! » gridò Tom con la voce carica di rabbia e paura insieme.
« Lei è andata a prendere la posta a casa sua e non è più tornata »
« E tu l’hai lasciata andare?! »
Non aspettò che la ragazza rispondesse e scese le scale di fretta afferrando il cellulare per chiamare Malia.
“Ciao, sono Malia. In questo momento non posso rispondere o vi sto evitando, quindi aspettate che sia io a richiamarvi”
« Maledizione! » urlò Tom gettando il telefono per terra. Iniziò a camminare avanti e indietro cercando di capire che cosa poteva fare. Poi corse qualche passo e riafferrò il telefono, chiamando la Centrale di polizia.
« Centrale di polizia di Los Angeles » rispose una voce femminile dall’altra parte della cornetta.
« Ho... ho bisogno di parlare con Oldman » rispose Tom con voce tremante.
« È stato sospeso, signore » rispose allora la donna.
« Beh allora dammi il suo numero! » ordinò Tom.
« Posso passarglielo con il centralino »
« Si, fallo subito » disse Tom agitato.
Partì un forte fischio e poi la voce di un annoiato Oldman.
« Oldman, sono Felton »
« Credevo che non ti avrei più rivisto »
« Lo credevo anche io, ma... » il cuore di Tom iniziò a battere a ritmo spropositato e lui iniziò a camminare avanti e indietro lungo la stanza mordendosi le nocche delle mani.
« Felton, cosa c’è? »
« Malia » disse lui con la voce rotta. « È scomparsa »
Oldman fece un verso di sorpresa e poi riattaccò il cellulare, lasciando Tom col fiato sospeso a torturarsi internamente per ciò che stava succedendo.
 
***
 
Con la sorpresa di tutti, al settimo piano della Centrale di polizia comparvero Oldman, Emma e Daniel, questi ultimi sorpresi e spaventati come il resto dei loro colleghi.
« Hanno rapito la Browning » disse tutto d’un botto.
Emma respirò rumorosamente, portandosi una mano alla bocca. Daniel aprì la bocca come se Oldman gli avesse appena detto che voleva suicidarsi.
« So che sto mettendo in pericolo le vostre vite, ma non possiamo aspettare che altri facciano quello che dobbiamo fare noi. La nostra squadra è tenuta in ostaggio da dei criminali e credo che dovremmo essere noi quelli che se ne occupano. Capisco che abbiate paura, perché anche io ne ho. Ho paura per me e per loro, ma ho bisogno di voi per ritrovarli »
« Io ci sto » rispose subito Daniel.
« Anche io » disse Emma.
« Bene, allora per prima cosa dovete localizzare i movimenti del cellulare di Malia, ormai non serve più cercare di localizzare quello degli altri. Cercate qualsiasi cosa ci possa dire dove sono »
« Subito ». Emma si fiondò alla sua scrivania e iniziò a digitare velocemente sul computer.
« Ah, Daniel? » disse Oldman poco convinto. « Chiama Felton e fallo venire qui »
« Sicuro? » chiese Daniel perplesso.
« Chiamalo e fallo venire qui » ripeté con un tono fermo di voce.
« Ho trovato qualcosa » annunciò Emma mentre Daniel afferrava il telefono. « Malia ha ancora il braccialetto elettronico alla caviglia »
« Grande! » gridarono in coro i due.
« Solo che c’è un problema » disse con tono un po’ più abbattuto. « Può essere localizzato solo se lei supera il confine »
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Salve gente!
Eccovi il tredicesimo capitolo e, stavolta, è il turno di Malia.
Spero che la storia vi piaccia e vi prego, come sempre, di recensire facendomi sapere cosa ne pensate, i vostri commenti sono importantissimi!
Grazie mille a tutti i lettori,
a presto!
   
 
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