Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: Neera Everdeen    04/08/2015    1 recensioni
Luce non è una ragazza come tante: pochi amici, una vita passata tra lo studio e il mondo degli artisti, appassionata di arte, letteratura e di tiro con l'arco, la sua vita cambia radicalmente quando perde i genitori in un terribile incidente stradale. Una lettera spedita da un'anziana signora, sua nuova tutrice, la porterà alla scoperta di un mondo diverso, un mondo che sente suo.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Aslan, Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Tiro indietro il dito di scatto. Respiro lentamente. Roba da pazzi. Io che credo a queste scemenze. Ci sono migliaia di ragioni per cui potrei aver sognato un leone e averlo trovato negli intarsi del letto.
Probabilmente ieri sera devo averlo visto prima di addormentarmi, non avendone dato peso, la mia mente deve averlo registrato, e quando mi sono addormentata, cosciente di avere vicino il gatto, la neve fuori e il fuoco che scoppiettava nel camino ho avuto un incubo. Esatto ,deve essere accaduto così. Mi avvicino alla finestra. Fuori comincia ad infuriare una tempesta di neve piuttosto forte. Non si vede per niente bene e nemmeno sentire, per colpa del vento. Ma riesco chiaramente a distinguere l’urlo arrivare da una delle stanze. Mi precipito fuori. Una delle camere si apre, facendo uscire una Susan completamente sconvolta.
- Signora Susan!-
Lei sussulta. Senza occhiali non deve avere una vista ottima,evidentemente.
- Lucy? Sei tu?-
- No, sono Luce. Luce, la figlia di Martha.-
Sospira.
- Perdonami cara, ero convinta di parlare con mia sorella. La vecchiaia gioca scherzi orrendi.-
Aggrotto le sopracciglia. Ha una sorella?
- Una sorella e due fratelli, morti in un incidente ferroviario.-
Mi legge nel pensiero?
- Non fare quella faccia, non ti sto leggendo nel pensiero. Semplicemente ero sicura che te lo fossi chiesto.- si dirige verso le scale. Per un momento resto immobile a fissare la camera. So che è da maleducati, ma non riesco a staccare gli occhi dal bellissimo arco appeso alla parete. Poi la seguo, correndo per le scale e scivolando per un gradino. Recupero all’ultimo momento l’equilibrio, poco prima di ruzzolare giù dalle scale e spaccarmi qualcosa.
La signora è di fronte ad una delle finestre, e osserva fuori, con le braccia dietro la schiena. Per un po’ non parla, ed io osservo la stanza in cui siamo. È un’enorme biblioteca, piena di libri, pergamene e mappamondi. Ci sono almeno sei poltroncine rosse, disposte per la stanza in punti strategici. Le librerie sono altissime, e per arrivare agli scaffali più alti ci sono delle scale a pioli. Le finestre qui sono perfino più alte e grandi delle altre. La fa sembrare più piccola e gracile di quella che è. Ad un certo punto aggiunge , di punto in bianco:
- Non ho mai visto una tempesta di queste dimensioni da quando vivo qui. E ci vivo da  trent’anni , cara. Preparati ad un isolamento di qualche giorno.-
Sono troppo concentrata ad osservare un quadro appeso sul camino, sopra ad una mensola piena di foto. Il quadro ritrae una giovane bellissima circondata da tre ragazzi: una ragazzina di bellezza poco inferiore alla ragazza a fianco, un ragazzo biondo poco più grande della ragazzina e un altro ragazzo, anche lui biondo,ed incredibilmente figo , devo ammetterlo, chiarmente più grande degli altri.  Delle foto in bianco e nero ritraggono gli stessi ragazzi, sorridenti, mentre ridono, mentre fanno facce buffe. Una famiglia. Questi sono ritratti di famiglia. Penso. Evidentemente era molto affezionata a loro se continua a tenere i ritratti e le foto in bella vista. Mi volto. Sta ancora guardando fuori dalla finestra, con uno sguardo stralunato.  Poi si gira, facendomi uno dei sorrisi più dolci che mi siano mai stati rivolti.
- Che ne dici di una bella cioccolata calda per scaldarci le ossa?-
- Certo!-
La donna chiama la cameriera, che scopro in quel momento ha il nome di Finch, e le chiede di portarci due cioccolate calde e “i magnifici biscotti di tuo padre”.  Mi spiega che sia il cuoco che la cameriera vivono con lei praticamente da sempre, padre e figlia, anche se si ostinano a trattarla ancora come un padrona. Tratta con rispetto chiunque si avvicini. Chiedo il permesso di andare un secondo in bagno. Quando cerco di tornare indietro dopo essermi svuotata la vescica mi accorgo di essermi persa. Percorro i corridoi lentamente, osservando ogni porta, aprendole una ad una, cercando la fantastica biblioteca. Sto per aprire l’ennesima porta, una deliziosa porta scura con un bellissimo pomello decorato, quando questa non si muove di un millimetro. Deve essere chiusa a chiave. Alzo le spallo con noncuranza. Chiederò alla mia tutrice più tardi. Trovo la porta giusta dopo parecchio tempo. Le cioccolate sono su un tavolo tra due poltrone , fumanti, con un vassoio pieno di biscotti a fianco. La tutrice è seduta su una deliziosa poltroncina rosso cupo vicino alla finestra intenta a leggere un libro verde. Quando lo appoggia su un tavolino piccolo accanto a lei, noto che è in una lingua diversa dalla mia. Sembrano simboli.
Mentre sorseggiamo le nostre cioccolate calde (deliziose, i biscotti sono una bomba) le chiedo della porta chiusa a chiave. Mi spiega, in modo molto vago, che è una camera sgabuzzino, con molti abiti vecchi e alcuni soprammobili che non usa più. La curiosità ha la meglio. Le chiedo innocentemente se posso vedere i soprammobili, perché amo certe figure antiche, ma la sua risposta è un secco no. Poi si ricompone dicendomi che ci sono cose ben più interessanti di una stanza con un armadio pieno di cianfrusaglie varie. Porto le stoviglie in cucina e quando torno mi fermo sulla porta, ascoltando Susan parlare ad Aslan
- Quella ragazza ha qualcosa dentro,vero? E tu l’hai notato subito. Ormai ti conosco bene,fin troppo, devi ammetterlo.-
Resto interdetta. Sta davvero parlando ad un gatto? Un’ombra attira la mia attenzione.
Sembra arrivare da sotto la porta chiusa a chiave.
C’è qualcosa di strano in questa faccenda, e sono fermamente decisa a scoprirlo.

 

Angolino autrice:
ed eccoci qua al terzo capitolo!
Vorrei ringraziare tutti quelli che stanno leggendo e che leggeranno tutta la Fan Fiction, e i The Fray, anche se non credo la leggeranno mai, per avermi dato l’ispirazione : )
MANDATEMI DELLE RECENSIONI PERO’, MI SENTO SOLA E INUTILE * piange in un angolino *

   
 
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