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Autore: darkrin    04/08/2015    2 recensioni
Erano partiti in tre, come tutti gli Oracoli e le leggende volevano e, se fosse stata Nami a decidere sarebbero rimasti in tre, ma Rufy aveva incontrato un semidio non ancora riconosciuto (- E non è strano, Nami? Ormai vengono riconosciuti tutti. Dobbiamo convincerlo a venire con noi! - e no) e aveva deciso di portarselo sulla nave, come alcuni al Campo - Bibi o Nojiko - portavano nella Cabina cuccioli di animali scappati di casa o rapiti dal bosco.
(Percy Jackson!AU | pre Zoro/Nami)
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chopper, Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note: - Scritta per la #19NotteBianca di  maridichallenge, con il prompt: Alternative Universe (AU);
- Penso di non aver mai scritto su OP (ops) e spero di non essere andata OOC, anche se idek. ><
- Chopper è un fauno, Rufy è figlio di Zeus, Nami di Ermes e Zoro di nessuno. /o La storia è ambientata un sacco di anni dopo la Saga di PJ (e sì, quello citato è Festus, anche se non avendo letto BoO non ho idea di che fine faccia in canon /o) e i riferimenti sparsi qua e là NON sono casuali.. Nel mio headcanon è pre Zoro/Nami.
- Scritta per Alexiel Mihawk che ha vinto un giochino che girava su facebook e mi ha chiesto di scrivere qualcosa su One Piece.
- Il titolo è il titolo del primo capitolo di One Piece ed è scelto volutamente perché mi piaceva l'idea di ricostruire l'inizio di One Piece in un contesto diverso. 



 

L'alba di una grande avventura


 

Nami sbuffò, mentre saliva sul ponte della nave, accompagnata dall'allegro vociare dei suoi compagni di viaggio.
Il vascello era una vecchia imbarcazione che, le leggende volevano fosse stata la nave ammiraglia nell'ultima Grande Guerra contro i Gea ed i suoi figli.
- E' un onore potervi mettere piede - aveva tubato il fauno Chopper, quando aveva mostrato loro tutte le stanze e gli anfratti della stanza. - È stata creata da un genio e da allora nessuno è più stato in grado di utilizzarla al massimo del suo potenziale. -
Nami aveva masticato un sarcastico: - E allora perché la stiamo usando? -, mentre Rufy si esibiva in un urlo entusiasta.
- Fino ad ora - aveva esclamto il ragazzo con un sorriso a trentadue denti e Nami non per la prima volta si era chiesta cos'avesse fatto di male per meritare di essere spedita in una missione la cui guida era stata affibbiata ad un'idiota del genere.
Maledizione a Shanks e a Chirone che aveva deciso di ritirarsi in pensione e lasciare la guida del Campo a un vecchio eroe in pensione con un debole per i semidei più idioti del circondario - ed ogni riferimento a Rufy e Ace era del tutto casuale.

Erano partiti in tre, come tutti gli Oracoli e le leggende volevano e, se fosse stata Nami a decidere sarebbero rimasti in tre, ma Rufy aveva incontrato un semidio non ancora riconosciuto (- E non è strano, Nami? Ormai vengono riconosciuti tutti. Dobbiamo convincerlo a venire con noi! - e no) e aveva deciso di portarselo sulla nave, come alcuni al Campo - Bibi o Nojiko - portavano nella Cabina cuccioli di animali scappati di casa o rapiti dal bosco.
«Buongiorno, Nami» trillò Chopper non appena la vide comparire sul ponte.
Rufy borbottò un saluto reso indistinto dalle guance ripiene di cibo - Nami non sapeva se essere disgustata o ammirata dalla quantità di roba che il ragazzo riusciva a stipare nella sua bocca -, mentre il nuovo arrivato - nuovo, maleducatissimo, arrivato perché lei era lì da più tempo di lui ed era un suo superiore e doveva portarle rispetto e... - grugnì qualcosa degno del cavernicolo che era.
«Rufy, Chopper, Zoro» aggiunse l'ultimo nome come se fosse stato un veleno da sputare perché lei era una persona educata e superiore, grazie tante.

E no, la sua antipatia per il nuovo arrivato non aveva nulla a che fare con il fatto che Rufy e Chopper fossero troppo distratti da illusioni di grandezza o troppo timidi per intervenire quando, durante i loro sporadici attracchi, Nami si portava via qualche ricordo - una pomata dal negozio di Iris, un pezzo di lamiera dalla discarica di Efesto, un mano d'oro dagli scavi archeologici della villa di Re Mida. Cose di cui a nessuno importava più nulla e che per lei avevano un valore affettivo.
«Valore affettivo, Zoro. Capisci cosa sia o ti devo fare un disegno?» aveva ringhiato, quando l'uomo le aveva impedito di intascare un diamante - un diamante, capito? - da una casa abbandonata di New Orleans. La ragazza aveva disteso le dita, cercando di allungarle il più possibile e almeno toccare la gemma, almeno...
Zoro si era limitato a guardarla con fermezza e ad allontanarle maggiormente la mano dalla pietra.
«E' pericoloso rubare oggetti agli dei» aveva affermato.
Nami aveva sbuffato e scosso la testa. Quanto era idiota quel tipo?
«Perché pensi che si vendano tanto bene al mercato nero?» aveva ribattuto, con superiorità.
L'uomo era rimasto impassibile, come una statua, come quel diamante che brillava e la chiamava e...
«E va bene! Vuoi una parte? Ti posso dare il 10 per cento dei miei guadagni. Quindici? Vuoi il quindici? E va bene, vada per il 20, ma più di così non posso darti perché sono i miei contatti e sono stata io a trovare la pietra e... »
«Nami.»
«Cosa?»
«Falla finita.»
Il bastardo non le aveva fatto prendere il diamante e, da allora, Nami aveva sentito il suo sguardo addosso ogni volta che scendevano a terra e si avvicinava a qualche artefatto divino e, per Zeus!, lo odiava, lo odiava, lo odiava. E rischiava di diventare povera per colpa sua. Povera!
Non poteva permetterlo.
   
 
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