COSA SUCCESSE QUELLA NOTTE…

Godric’s Hollow.
Oggi il destino ci ha portati in un paesino come gli altri, almeno, così sembra a prima vista...
Ma questa notte è diverso. Questa notte verrà ricordata per sempre: 31 ottobre 1981.
In una delle vie del paese ci sono macerie di una casa bruciata, due corpi esanimi di due coniugi. Vicino alla donna, un bambino. Con una profonda cicatrice, che piange e singhiozza.
Nel cielo, la luna piena dà luce alla Terra (che sia forse un’altra coincidenza?).
Ma, improvvisamente, un puntino nero si avvicina al villaggio. Diventa sempre più visibile e dopo poco si può scorgere benissimo un uomo a cavallo di una motocicletta volante.
L’uomo fa atterrare la moto, scende da essa e si avvicina alla casa. L’uomo è sconvolto. se non fosse per la sua espressione si potrebbe definirlo sicuramente un uomo di bell’aspetto, alto, capelli neri, occhi color del ghiaccio.
Egli entra tra le macerie al piano terra, vuole vedere. Vuole rendersene conto subito e farsene una ragione. I suoi migliori amici sono morti. Peter, un altro loro migliore amico li ha traditi. Lui, Sirius Black, non è riuscito a fare in tempo ad avvertirli.
Appena entra vede il cadavere del suo migliore amico, di suo fratello. E non ce la fa più, piange tutte le lacrime che ha in corpo, troppa rabbia, tristezza e odio sono accumulati dentro di sé.
Cerca di rialzarsi, e di andare al piano di sopra. Qui trova Lily, la ragazza su cui poteva sempre contare se aveva un problema, la ragazza che sempre riusciva a trovare il buono nelle persone anche quando neanche loro riuscivano a farlo in se stesse (1). Anche lei morta. Ma si accorge che un bambino è lì che piange, sul corpo della madre. L’uomo, ormai convinto che tutto è perduto, si illumina, e prende il bambino tra le braccia.
“Ciao, Harry. Ti ricordi chi sono? Sono Sirius, il migliore amico di tuo...”
Il bambino scoppia a piangere ancora più forte.
“No, no. Non fare così. Va tutto bene, Harry. Ci sono qui io”.
“Mi dispiace moltissimo, Sirius”. Dice una voce conosciuta.
L’uomo si gira e vede Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts, suo amico, con gli occhi pieni di lacrime.
“Perché? Perché? Loro non lo meritavano!” grida Sirius.
E urla al cielo: “Era la mia vita che dovevi prendere! Non la loro!” (2)
Entrambi piangono disperati, Sirius singhiozzando, Hagrid soffiandosi il naso più e più volte con il suo enorme fazzoletto.
Ad un certo punto Hagrid dice: “Sirius, mi dispiace chiedertelo adesso, ma mi devi consegnare Harry.”
“Cosa?” risponde Sirius.
“Dovrà stare dai suoi zii, lì sarà più protetto, Sirius. Mi dispiace”.
“Per favore, è tutto quello che mi rimane dei miei amici, lo curo io Harry. Ti prego!” dice Sirius disperato
“Mi dispiace. Sono ordini di Silente. Lo potrai rivedere, certo, quando sarà più grande”.
“Va bene. Ma prendi la mia motocicletta. Sarà più sicura, sicuramente”.
“Perché, a te non serve?”
“No.” Lo sguardo del giovane uomo si incupisce. “Devo fare una cosa”.
“Va bene”
“Addio Harry. Ricorda i tuoi genitori. Sono degli eroi. E tu lo diventerai presto, molto presto”. Sirius porge delicatamente il bimbo a Hagrid.
Lentamente Hagrid fa decollare la motocicletta, salutando Sirius con la mano.
E mentre guarda il Mezzogigante portare via il suo figlioccio pensa.
E ora, ora è tempo di vendetta.
Ma egli non sapeva che essa gli avrebbe procurato un biglietto di sola andata per Azkaban (3)...




(1) frase che Remus Lupin pronuncia nel film Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban
(2) frase di Artù nel film King Arthur
(3) battuta del falso Alastor Moody in Harry Potter e il Calice di Fuoco