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Autore: Hi Fis    05/08/2015    1 recensioni
Adattamento in raccolta del primo capitolo completo della saga di Mass Effect. Vuole essere il mio tributo alla saga fantascientifica della Bioware, il racconto del primo capitolo della saga di Mass Effect e la mia prima long-fic. Comandante Shepard di questa raccolta è un ricognitore, spaziale, eroina di Elysium.
Si basa decisamente sul lore e sulle avventure presenti nel videogioco, cercando di dare al tutto una forma il più coinvolgente possibile.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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E pensare... che ho esitato
Hellraiser 2
 
Terrore.
Emozione primaria, slegata dai ceppi della ragione: qualcosa che è fatta per annientare l'io... per far dimenticare ogni cosa, a parte l'avere paura.
Nella mente di ogni persona esiste una parte che non ha mai smesso di essere un topo in fuga dai predatori e con la giusta spinta, quel sorcio è l'unica cosa che rimane del circolo vizioso in cui la paura genera paura, che genera altra paura...
Nel laboratorio di Saren, Liara, Shepard e Tali si erano strette l'una attorno all'altra, mentre l'archeologa e l'N7 avevano alzato una barriera biotica per difendersi: uno sforzo inutile, perché le vetrate erano in pezzi a terra. L'esplosione causata dalla Sovereign non era mai stata concepita come un vero tentativo di ucciderle: era stato... poco più che un gesto di commiato, verso insignificanti forme di vita.
Il comandante si sentiva nauseata: quel suono le aveva scosso il cervello e i timpani, e la sua barretta proteica, mangiata al campo dei Salarian, sembrava decisamente intenzionata a risalirle dallo stomaco. E per la prima volta da quando aveva attaccato la targa N7 alla sua corazza, Hayat Shepard non seppe che fare: non guardò Liara e Tali, ma si sedette, mentre la luce di Virmire entrava nella stanza. Realizzò di essere pronta a morire, lei, la Leonessa di Elysium: perché, che speranze avevano a quel punto? I Razziatori non erano scomparsi: avevano atteso, pazientemente, fino a quel giorno...
"Comandante? Comandante mi riceve? Comandante abbiamo un problema!"
Shepard rispose per riflesso. Per abitudine. E per la paura che la Normandy fosse stata abbattuta:
"...Dimmi Joker."
"È la Sovereign signora! Ha smesso di inseguirci. Non so cosa abbiate fatto laggiù, ma ha appena compiuto una virata che avrebbe spezzato a metà una delle nostre navi. Si sta dirigendo verso di voi. Dovete andarvene di lì, e in fretta."
E vi estinguerete, perché lo esigiamo.
Un N7 può usare qualunque cosa: anche il terrore.
"Ricevuto... In piedi! Dobbiamo muoverci, o moriremo qui."
Tali e Liara si mossero a rilento, ma si mossero, e Shepard le spinse nell'ascensore: non c'era più tempo per indugiare. Shepard premette il pulsante:
"Dobbiamo raggiungere la torre AA e piazzare la bomba: poi Joker potrà venirci a prendere. E la nostra unica speranza di lasciare Virmire."
Fuggire. Vivi. Dalla Sovereign: il concetto arrivò fino a loro. Quarian e Asari annuirono.
Wrex, Ganto o Garrus non chiesero, quando le videro uscire dall'ascensore: basto loro guardarle negli occhi per capire. Era tempo di correre, non di fare domande.
Proprio nello stesso momento, la passerella che aveva impedito i loro progressi prima, stava venendo abbassata da un gruppo di Krogan ansiosi di raggiungerli. Shepard non aspettò che avesse completato il processo, ma saltò per circa due metri, atterrando dall'altra parte: erano solo ostacoli quelli, ostacoli sulla loro fuga. Il comandante li lanciò dal parapetto con una spinta biotica, per schizzare poi in avanti, riservando la stessa sorte a chiunque si fosse messo sul suo cammino.
Non c'era tempo per pensare alla propria incolumità: solo per avere paura. Per completare la missione e fuggire, e dovendo scegliere, la seconda era più importante: correre come il vento...
Shepard si era rifugiata in un periodo del suo addestramento in cui non c'era spazio per pensare:
"I Geth si stanno ritirando dalle loro posizioni, Jaeto. Sembra che Shadow abbia colpito qualcosa di importante. Williams avanzare! Li tenga a bada..." la voce di Kirrahe arrivò senza che si preoccupasse di ascoltarla.
Shepard correva, mentre il tetto attorno a lei si trasformava in un passaggio tra due altre strutture della base di Saren: il tetto finiva in un muro, ma c'era una porta per continuare a correre. Shepard la sfondò, non perché fosse chiusa, ma perché era più veloce. Grigi corridoi uniformi, in cui si mosse per istinto, continuando a correre, indifferente se qualcuno la stesse ancora seguendo.
E vi estinguerete, perché lo esigiamo.
Si ritrovò all'aria aperta e dovette cercare copertura da Geth e Krogan.
"Sono quasi alla torretta AA." disse alla radio: non lo fece per chiedere aiuto, ma per spronare il resto della squadra a raggiungerla in fretta.
Shepard si trovava su una specie di banchina, con un lato terrazzato da cui si poteva ammirare il mare: l'aria salmastra di Virmire venne ignorata, mentre lanciava una singolarità che raccolse due Krogan e un fantasma Geth. Non li uccise, ma si limitò a far esplodere la sua singolarità con una spinta biotica da sinistra verso destra, lanciandoli in mare: in quel momento non riuscì ad essere orgogliosa di avere realizzato una combinazione biotica da sola. C'era solo tempo per fuggire, ignorando il resto, compresa la stanchezza, o la sensazione di improvvisa vertigine.
Un'altro di quei Geth saltatori si appiccicò sul muro di fondo oltre il quale Shepard poteva vedere la torretta AA. In quella posizione, attaccato al muro come un ragno con palme e piedi, il Geth cercava di individuarla per i suoi compagni: Shepard assecondò la sua ricerca, uscendo dalla copertura e sparando un colpo sovraccaricato.
Il Geth schivò ovviamente, ma trovò ad aspettarlo una granata nel punto in cui decise si atterrare...
Poi Shepard dovette tenere giù la testa, mentre droni razzo Geth e artiglieri facevano piovere un inferno su di lei. Avanzare o morire: una barriera biotica la ricoprì completamente, e Shepard scattò dalla sua copertura, assaltando la posizione avversaria. Un colpo sovraccaricato centrò un Geth artigliere, spazzandolo via, e mentre il suo shotgun tornava al magnete sulla schiena, Shepard fece volare due granate in aria: non centrò nessuno dei droni in volo, ma l'esplosione aerea fu abbastanza da farli cadere. Li crivellò con la pistola fino a quando non smisero di emettere ronzii e scintille.
La squadra arrivò in quel momento: Shepard indicò una console Geth nell'angolo, a cui Tali si attaccò immediatamente.
Altri Geth stavano arrivando da dietro, e la squadra si assicurò di coprire Tali e Ganto col loro fuoco.
"Ho disattivato la torre AA!" disse Tali: "Sto aprendo l'ascensore per questo livello. Keelah... sono anche lì!"
Shepard e Liara si voltarono giusto in tempo per vedere tre Geth uscire dall'ascensore a fianco della postazione di Tali: con precisione, le due biotiche li scaraventarono fuori, facendoli volare addosso al resto degli attaccanti Geth.
"Nell'ascensore, presto!" ordinò il comandante, e tutta la squadra obbedì.
 Impacchettati strettamente, la squadra aspettò che la cabina li portasse a destinazione, mentre Shepard preparava una granata da attaccare alla parete dell'ascensore: non li avrebbero seguiti...
"Bel lavoro alle torrette, Shadow: ora tocca a noi. Ci siamo uomini! Dobbiamo solo eliminare i Geth e piazzeremo le cariche..." ma Shepard non ascoltava Kirrahe: parte della sua mente era ancora a parlare con la Sovereign.
Li spinse fuori dall'ascensore, posizionando la mina prima di uscire. E poi corsero, di nuovo in grigi corridoi di cemento, fino ad arrivare ad una zona che sembrava vagamente una raffineria: acqua fangosa e calda arrivava loro fino alle caviglie. Si stavano avvicinando allo sfogo geotermico, dove avrebbero dovuto piazzare la bomba. Altri Geth cercarono di fermarli, altri genieri, ma a quel punto, per la squadra l'ucciderli fu un riflesso.
"Cariche piazzate! Giù la testa! Giù la testa!"
A Shepard sembrò quasi di sentire lo scoppio anche in lontananza, non solo attraverso la radio: i Salarian erano vicini. Forse sarebbero riusciti a lasciare il pianeta assieme...
E vi estinguerete, perché lo esigiamo.
Tali aprì una chiusa, e improvvisamente, la squadra si trovò di fronte allo sfogo geotermico: erano arrivati al loro obbiettivo... ma la nave non c'era.
"Normandy, qui Shepard. Siamo in posizione." implorò il comandante nella radio.
"Dov'è? Se muoio qui, lo ucciderò con le mie mani!" ringhiò Wrex all'indirizzo del pilota.
La loro nave era stata abbattuta?
Poi un familiare bang sonico scosse l'aria, mentre la Normandy passava sopra di loro a tutta velocità.
"Comandante, sto portando la Normandy il più in basso possibile, ma non potrò atterrare a lungo: i Geth ci danno ancora la caccia."
"Se la nave resterà sopra lo sfogo geotermico, non ci bombarderanno dall'orbita, signore..." replicò la voce di Grenado.
"Solo fino a quando non si accorgeranno della testata nucleare. Merda!... Sto atterrando."
Per la seconda volta, la Normandy entrò nel loro campo visivo e Joker la portò esattamente a toccare terra tra i due edifici, manovrando in uno spazio che gli lasciava un metro di gioco su ogni fiancata della Normandy: per l'ennesima volta, il tenente rendeva ancora onore alla sua uniforme.
La rampa di carico era stata appena abbassata, che Alenko e i quattro marine della Normandy scesero portando con loro l'ordigno: un oggetto davvero brutto a vedersi, una specie di coccinella di rame a reggersi su un unico piede, intrecciato a celle combustibili. La piazzarono di fronte allo sfogo geotermico della base, mentre Shepard convinceva Ganto a risalire sulla Normandy: le sue possibilità di scampare a Virmire non erano diventate più alte, così come le loro, ma era già qualcosa. Della Sovereign, nessuna notizia ancora, ma era facile che li stesse aspettando in orbita...
"Bomba in posizione comandante. Attivo la sequenza di innes.."
"Comandante, riesce a sentirmi?"
“La bomba è quasi pronta, Williams. Portate le chiappe allo sfogo termico: ora marine!"
"Negativo, comandante... i Geth ci hanno bloccato alla torre AA. Abbiamo subito gravi perdite! Non riusciremo a raggiungere la Normandy in tempo!"
...Williams, Kirrahe, i suoi uomini...
Fu il peso di quelle vite a disperdere finalmente il suo terrore.
Meganeura... hai finito la missione?
La base sarebbe stata distrutta... ma avrebbe lasciato indietro qualcuno. La sua vita valeva più di quella dei suoi uomini?
No sergente.
"Sto venendo a prendervi." affermò l'N7, e fu di nuovo sé stessa.
"Negativo! Ce ne sono troppi! Resisteremo fino a quando potrem..."
Poi la trasmissione si interruppe.
"...Comandante, non possiamo restare qui: abbiamo già navi trasporto truppe in avvicinamento."
"Possiamo farcela comandante. Mi servono solo un paio di minuti per armare la bomba. Vada a salvarli. La Normandy può fare un secondo passaggio per tornare a prenderci tutti." disse Alenko.
Shepard annuì: potevano ancora scampare a quel pianeta. Insieme.
"Wrex, Tali, con me: tutti gli altri, tornate sulla Normandy. Joker torna in aria appena è possibile: il tenente resterà a terra e armerà la bomba."
"Comandante, questa è la più stupida idea..."
"ORA FLT!" ruggì la leonessa di Elysium.
Non si assicurò di vedere i suoi ordini eseguiti: Shepard si interessò solamente a Tali e Wrex, che la stavano già seguendo. In quel momento fu abbastanza:
"Alla torre AA, presto!" ordinò il comandante.
Tali aprì per loro una seconda chiusa, simmetrica a quella da cui erano arrivati, mentre il rombo dei motori della Normandy accompagnò quelle delle paratie che si aprirono.
Li stavano aspettando: altri Krogan e questa volta, meglio corazzati ed armati. Shepard riconobbe le armature da combattimento Geth: la singolarità che li catturò tutti però, assieme a qualche Geth geniere, non fu la sua però. Furono suoi invece, e di Wrex e Tali, i colpi sovraccaricati di fucile che vennero sparati all'interno della singolarità e fu sempre suo e del mercenario il campo di distorsione che fece esplodere la singolarità, spazzando via i Krogan avversari.
Solo allora il comandante si voltò, brandendo il suo shotgun:
"...Mi sembrava di aver ordinato al resto della squadra di risalire sulla Normandy, dottoressa."
"Con tutto il dovuto rispetto, comandante, si fottano i suoi ordini." dietro di loro, nella sua corazza bianca e di nuovo col suo fucile d'assalto in mano, c'era Liara.
Cosa avesse appena detto e come lo avesse detto, stupì anche Wrex: il comandante aprì semplicemente la bocca, come se la guardasse per la prima volta, con un'altra luce.
"...A quanto pare anche le Asari hanno le palle." commentò il Krogan.
"Muoviamoci: Williams e Kirrahe sono ancora vivi." disse Liara affiancandoli, mentre pensieri... diversi, anomali si facevano strada nella mente di Shepard: autoritaria Liara era sexy.
Ma quello avrebbe dovuto aspettare.
Si mossero in fretta, percorrendo il bacino di raccolta e arrivati in fondo, Tali azionò un montacarichi che li portò fuori. Mentre si facevano strada verso la torre AA, il grido di motori di astronave in atterraggio ferì l'aria, attirando l'attenzione su un trasporto truppe in avvicinamento.
"Dannazione, i Geth stanno mandando rinforzi!"
Ma la nave non ingaggiò loro, né si diresse alla torre AA:
"LT, una trasporto Geth si sta dirigendo verso di te..."
"È già qui signora! Sta scaricando Geth sulla mia posizione."
Ci fu un'enorme scoppio, altre cisterne posizionate vicino allo sfogo geotermico, che Shepard fece solo in tempo a ricordare, prima che la nave Geth si accasciasse al suolo con un rumore di tuono: precipitata, ma non distrutta. La risata di Alenko dall'altra parte disse tutto quello che c'era da sapere:
"Riesci a resistere?"
Le scariche irregolari di fucili punteggiarono il silenzio dall'altra parte del circuito radio: ci vollero diversi secondi perché Kaidan trovasse il tempo di rispondere.
"...No signora... ce ne sono troppi. Non posso tenerli fino al vostro ritorno... Sto attivando la bomba."
"Maledizioni Alenko, che stai facendo?"
"Mi sto assicurando che questa bomba esploda." un disturbo di statica interruppe la comunicazione: "...Kirrahe ha installato un emettitore di barriera cinetica nella bomba. Aveva pensato a questa eventualità."
Il suono degli spari in sottofondo si acquietò, come se fosse stato spostato in lontananza: Alenko doveva essersi intrappolato con l'ordigno, all'interno delle sue barriere cinetiche.
E non c'era niente che i Geth potessero fare per fermarlo ora.
"Tenente..."
"...Ho fatto, comandante. Vada a prendere Williams, e andatevene di qui. Posso darvi dieci minuti. Non di più."
"Al diavolo! Possiamo cavarcela da soli: ma'am, vada a prendere Alenko!"
La decisione... non fu difficile: ciò che sarebbe stato terribile, sarebbe stato accettare le conseguenze di quella scelta. Perché in quel momento poteva salvare un solo uomo, o salvarne molti: la decisione non fu difficile...
"Williams, comunica a Joker di farsi trovare alla torretta AA. Resistete. Stiamo arrivando."
"...D'accordo comandante. Io..."
"È la scelta giusta, Ash. Lo sappiamo entrambi."
Dei... il tono con cui Alenko pronunciò il suo nome: Ash... solo quella parola le spezzò il cuore.
"È stato un onore Kaidan."
"Lo stesso vale per me, signora. Non ho rimpianti... Comandante?"
"Sì Alenko?"
"...Si trovi qualcun'altro per le sue bombe. Tenente Alenko... chiude."
Non era ancora il tempo della disperazione: quello sarebbe venuto dopo. Corsero di nuovo, attraverso l'edificio, imboccando le scale che Kirrahe e i suoi uomini avrebbero dovuto prendere per raggiungerli. Un ultimo ascensore li portò sul tetto e arrivarono in una zona di guerra.
Tali sapeva già cosa fare: la prima unità Distruttore che ebbe a portata di omnitool si ribellò ai suoi compagni. Erano arrivati da dietro, e presero i Geth di sorpresa: fu uno scontro breve e violento, in cui i loro shotgun ruggirono uno dopo l'altro, mentre cercavano ognuno un bersaglio. Per un istante, sembrò andare tutto bene: lo sguardo di Shepard incrociò quello di Williams e di Kirrahe... della ventina di Salarian, ora ne rimaneva circa la metà.
Poi l'unita Distruttore che Tali aveva catturato venne colpita dall'alto, schiacciata da una forza inimmaginabile, che l'appiattì come una pressa.
Ci misero un po' a capire da dove arrivava: alzando gli occhi, videro una sorta di piattaforma volante Geth, grande come un'auto, ma ridotta al pianale, senza nemmeno l'abitacolo. E sopra di essa, Saren che cominciò a bombardarli con i suoi poteri biotici.
Per un istante, Shepard fu troppo stupita per reagire: lo Spettro rinnegato possedeva poteri biotici? E la cosa più straordinaria, fu che Arterius stava usando entrambe le braccia per attaccarli: sia quello organico, che quello sintetico.
Impossibile.
Era semplicemente impossibile: quello non era un semplice braccio Geth, non poteva esserlo. La biotica era troppo complessa per poter essere eseguita con una protesi. L'energia oscura poteva essere gestita da un computer, questo era ovvio, ma la complessità della sua manipolazione in più di un modo, era qualcosa che poteva essere governata solamente dall'istinto organico: la biotica violava la fisica newtoniana, generando paradossi, manipolando la massa apparente dei corpi... Aveva senso solamente se non si cercava di spiegarla da troppo vicino...
Solo allora, il comandante comprese: la Sovereign, ma certo...
Shepard sparò alla piattaforma che lo teneva in aria: con liquida grazia, il Turian saltò, quasi sei metri, atterrando in mezzo a loro con movenze predatorie.
Il comandante continuò a sparare su di lui, senza provocare alcun danno, fino a quando... il Turian alzò la sua protesi, liberando uno schiocco elettrico nell'aria. E ogni arma che gli stava sparando addosso s'inceppò, tacendo muta: era arrivato fra loro come un re, tra schiavi disobbedienti.
La verità che sapeva ora su di lui non giovò a Shepard: non era lo Spettro rinnegato a tirare le fila. Non lo era mai stato.
Faccia a faccia, Saren Arterius era anche più intimidatorio di quanto fosse sembrato nelle foto e nelle immagini che avevano raccolto su di lui: c'era qualcosa di sbagliato però. Shepard ci mise un po' a capire di cosa si trattasse: il suo carapace era percorso da rughe. Sembrava che fosse stato... invecchiato, prosciugato, mentre placche di vero metallo scintillavano ora sulle sue mandibole esterne.





 Quando parlò loro però, la sua voce era esattamente quella che ricordava dalla torre della Cittadella. Un pozzo ribollente da cui le parole venivano sputate fuori:
"Un diversivo molto efficace, Shepard. I miei Geth erano davvero convinti che i Salarian fossero la vera minaccia. Ovviamente, tutto sarà inutile. Non posso permetterti di rovinare ciò che ho creato. Tu neppure capisci qual è la vera posta in gioco."
Shepard avanzò, per incontrarlo faccia a faccia: ora, entrambi erano armati solo con i loro poteri biotici. Ma Shepard aveva Wrex e Liara: non sarebbe stato uno scontro alla pari, mentre il tempo continuava a scivolare via: fino a quando però avessero tenuto Saren occupato, non avrebbe potuto fermare il conto alla rovescia della bomba.
"Lo capisco benissimo invece: ti sei alleato con un Razziatore." gli rispose, facendo cenno di non attaccare ancora.
"...Allora sai." disse con una lieve emozione nella voce: "Tu hai visto le visioni della sonda, Shepard! Tu, tra tutti, dovresti capire appieno cosa sono in grado di fare i Razziatori. Non possono essere fermati!"
E vi estinguerete, perché lo esigiamo.
"Non perderti in ribellioni prive di senso. Non sacrificare tutto per insignificanti libertà, Shepard. I Prothean hanno provato a lottare, e sono stati annientati. Migliaia di miliardi di morti, ma... e se si fossero chinati dinnanzi all'invasore? I Prothean esisterebbero ancora? La sottomissione non è forse preferibile all'estinzione?"
Follia, arroganza, cecità... indottrinamento: l'entità con cui Shepard, Tali e Liara avevano parlato, la Sovereign, avrebbe accettato solo l'estinzione totale come unico esito accettabile. Trattare con loro? Prostrarsi a loro? Uccidersi? Di fronte alla Sovereign, quelle alternative assumevano tutte lo stesso valore: c'era solo una scelta possibile da fare. Combattere: non perché potessero vincere, non perché potessero fare la differenza... ma perché non avevano altra scelta.
I Razziatori concedevano solo quello: scegliere come morire. E i Prothean, e ora anche Shepard, lo sapevano:
"...Credi davvero che i Razziatori ci lascerebbero vivere?"
"Ora capisci perché non ho mai presentato la questione al Consiglio. Noi organici siamo guidati dall'emozione, invece che dalla logica. Combattiamo anche quando sappiamo di non poter vincere. Ma se invece lavorassimo per i Razziatori-- se ci dimostrassimo utili-- pensa a quante vite potrebbero essere risparmiate! Quando l'ho capito, mi sono unito alla Sovereign, anche se ero a conoscenza dei... rischi." disse Saren, abbracciando con un gesto della sua protesi la base:
"...Speravo che questa struttura potesse proteggermi."
"Non è andata come speravi, non è vero? Hai paura che la Sovereign ti abbia influenzato: hai paura che stia controllando i tuoi pensieri..."
Se non puoi batterli, confondili: venire indottrinato era il vero terrore di Arterius. Su questo, Thanoptis aveva avuto ragione:
"Ho studiato gli effetti dell'indottrinamento: maggiore è il controllo esercitato dalla Sovereign, più calano le capacità del soggetto. Questa, è la mia salvezza. La Sovereign ha bisogno di me per trovare il Condotto."
C'era ancora una possibilità quindi: non era troppo tardi per fermarlo. Se avessero impedito alla Sovereign di raggiungere il Condotto... la speranza si gonfiò nel petto di Shepard. La speranza, e la determinazione:
"...La mia mente mi appartiene ancora... per il momento. Ma la trasformazione da alleato a servitore potrebbe essere invisibile. Non lascerò che mi accada."
Shepard sperò che fosse solo una sua impressione: il modo di comporre le frasi di Saren, ricalcava moltissimo quello della Sovereign. Era troppo tardi per lui? Nello stesso momento, i sistemi delle loro corazza e delle loro armi tornarono attivi: quello che Saren aveva fatto era stato simile ad una mina tecnologica molto potente. Avrebbero potuto combatterlo, forse perfino ucciderlo in quel momento ... ma c'erano informazioni che Shepard poteva ancora registrare attraverso il suo omnitool, estraendole da quell'... essere.
"Perché i Geth servono la Sovereign?"
 "Credono che la Sovereign sia il loro Dio." spiegò sprezzante Saren: "...Il pinnacolo della loro evoluzione. Ma la reazione della loro divinità è rivelatrice: è come un insulto per lei."
Saren li aveva chiamati i miei Geth... ora Shepard capiva cosa intendesse:
"...La Sovereign non desidera la loro misera devozione. Sono solo strumenti, e il fatto che credano nella Sovereign non cambierà tutto questo, non importa quanto implorino... ma come strumenti però, sono utili." concesse lo Spettro rinnegato: "I Geth sopravvivranno all'invasione incombente. Se la vita organica vuole fare lo stesso, dovremo dimostrare di essere utili a nostra volta. Dobbiamo collaborare con i Razziatori." ripeté Saren.
"È per questo che la stai aiutando a cercare il Condotto?"
"Il Condotto... la chiave della vostra distruzione, e della mia salvezza. La Sovereign ha bisogno di me per trovarlo. È solamente per questo che non sono stato ancora indottrinato."
"Lo sei già Saren: la Sovereign ti manipola e non te ne rendi conto!"
Questo causò una reazione in quel pupazzo, e il suo volto impassibile si frantumò nel panico:
"No. NO! La Sovereign ha bisogno di me: se troverò il Condotto, mi è stata promessa la salvezza dall'inevitabile. Questa è la mia sola speranza..."
"La Sovereign ti userà, e poi ti getterà via. Meglio morire che vivere come uno schiavo..."
"No! NO! Non capisci? So che non è possibile: le visioni non possono essere negate! I Razziatori non possono essere distrutti e la Sovereign non può essere fermata! La nostra sola speranza è l'unica via di salvezza che ci rimane: la mia. Non c'è altra alternativa! Sto forgiando un'alleanza tra noi e i Razziatori, tra organici e macchine, e così facendo, salverò più vite di quante ne siano mai esistite..."
Per un secondo, a Shepard sembrò che le spie e i cavi nel braccio di Saren brillassero più luminosi. La voce del Turian si fece animalesca a quel punto: rotta, frenetica.
"Ma tu... tu vorresti vanificare tutti i miei sforzi. Così condanneresti la nostra intera civiltà all'annichilimento. E per questo devi... devi morire!"
Saren saltò contro Shepard, allungando le braccia, folle di furore e rabbia.
Accaddero molte cose contemporaneamente a quel punto: Shepard brillò d'azzurro, e lo slancio del Turian continuò nella direzione opposta. Saren atterrò a quattro zampe, dopo aver completato una capriola in aria. Cominciò a muoversi già da quella posizione, saltando a zig zag come un serpente, evitando proiettili e campi biotici. Shepard si trovò i suoi artigli nel campo visivo troppo in fretta: la donna scivolò all'indietro, scambiando gli artigli del Turian nel suo campo visivo per il suo ginocchio. L'Umana lo lanciò in aria con una seconda spinta biotica: da quella distanza non dovette neppure mirare, prima di scatenare tonnellate di spinta contro lo Spettro rinnegato. Eppure, lo prese solo di striscio: mentre lei cadeva sulla schiena, il Turian schizzò in aria come un fuoco d'artificio, ma non sembrò volersi arrendere. Entrambe le mani di Saren brillarono di azzurro, e lui arrestò la sua ascesa con violenza: sembrò impossibile.
Il resto della Squadra arrivò finalmente in soccorso del suo comandante.
Liara riuscì a catturarlo in un campo di stasi, ma quando il lenzuolo luminoso dell'energia oscura si chiuse su di lui, Saren venne percorso da un fulmine, come un'anguilla elettrica, e la prigione di Liara si dissolse. Non lo stesso fece la mina tecnologica di Tali, che si attaccò alla corazza del Turian, esplodendo subito dopo. La Quarian ebbe molto più successo: la sua mina tecnologica guastò molta dell'elettronica della corazza dello Spettro rinnegato e parte dei suoi impianti. Saren tornò a terra come una meteora, ingaggiando subito Shepard in un corpo a corpo furioso.
Il combattimento a mani nude fra biotici è uno fra gli usi più pericolosi dell'energia oscura: pochi investono il proprio addestramento in esso, perché semplicemente, è troppo pericoloso da insegnare o praticare. L'obbiettivo non diventa più colpire l'avversario, ma impedirgli di schivare le linee di tiro della propria energia oscura: basta distrarsi letteralmente per un solo istante e morire. Comprensibile, quando entrano in gioco tonnellate di forza che possono essere liberate senza preavviso. Nessuno osò sparare, non tanto per paura di colpire Shepard, ma per l'angoscia di distrarla, e di rischiare che il comandante o Saren colpissero uno di loro.
Solo Wrex provò ad avvicinarsi ai contendenti, ma non attaccò, aspettando l'occasione giusta...
Saren e Shepard fluttuavano come ballerini, impossibilmente veloci, ognuno intento nel trovare un varco nella guardia dell'altro. Con quella sua protesi, nemmeno la corazza del comandante bastava: Shepard doveva continuare a parare però, e spostare la sua mira allo stesso tempo, o gli avrebbe dato spazio per attaccarla. Ecco perché non si aspettò l'attacco dal basso: il comande si ritrovò a dover usare entrambe le braccia per impedire a Saren di sgozzarla con un calcio, e questo le costò lo scontro: Saren liberò una spinta biotica, lanciandola via. Il comandante rotolò sulla schiena, una, due volte, cercando di disperdere la forza di quell'attacco...
L'eco di un'esplosione biotica la scosse, e Shepard vide brevemente la sua squadra finire a terra.
Poi il suo campo visivo fu riempito da Saren, che l'afferrò per il collo e la sollevò da terra, sporgendola oltre il parapetto... l'avrebbe uccisa, prima di lasciarla cadere...
Il bang sonico della Normandy in discesa lo distrasse a sufficienza da permettere a Shepard di strappargli una mandibola. Forse le placche di metallo che aveva su di essa avevano uno scopo sconosciuto, perché Saren la lasciò andare immediatamente: il comandante afferrò al volo il bordo, urtando pesantemente con il ginocchio. Anche con la protezione offerta dalla corazza, lo sentì e seppe che avrebbe zoppicato: l'esoscheletro nelle braccia le bastò per non cadere, ma quando risalì, Saren si stava già allontanando.
Con la pistola in mano, poté solo restare a guardarlo salire sul suo trasporto Geth, e anche se sparò tre colpi, quelli rimbalzarono sulle sue barriere cinetiche senza penetrarle.
Saren prese il volo, allontanandosi rapidamente, ma continuando a fissarla con quel volto ora asimmetrico: le era scappato...
E la bomba stava per esplodere: avevano i secondi contati.
Joker non si fece aspettare: tenne la Normandy a librarsi contro lo stesso cornicione da cui era quasi caduta, anche se dovette compiere un cerchio sopra di loro per rallentare la nave e poi fermarla. Questo le diede giusto il tempo di raccogliere la sua squadra e i Salarian, riunire a gesti i superstiti e farli salire tutti a bordo. Attimi di terrore, mentre si accasciava sul pavimento della stiva, assicurandosi di essere l'ultima ad essere salita a bordo, mentre la Normandy si lasciava la base di Saren alle spalle...
Non fecero in tempo a lasciare l'atmosfera di Virmire prima che la bomba esplodesse, e la Normandy venisse scossa brevemente dall'onda d'urto, ma continuarono a salire sempre più precipitosamente nella salvezza che era lo spazio vuoto. Joker schivò il blocco navale Geth, usando Virmire come scudo, cercando un vettore che li avrebbe portati al portale del sistema il più in fretta possibile: dietro di loro, più lentamente per via dell'inerzia e della gravità del pianeta, la Sovereign provò ad inseguirli. Le sfuggirono per un soffio, saltando in propulsione FTL quando stavano già per essere colpiti.
Solo allora la consapevolezza di tutto tornò a schiacciare Shepard col suo peso: erano sopravvissuti, la Sovereign era un Razziatore, Saren era fuggito... e lei aveva lasciato il suo tenente a morire su Virmire.
 
***
 
La Normandy non smise di scappare per molto tempo: attraverso il portale del sistema di Hoc, avevano saltato fino a quello di Hercules, nell'ammasso di Attican Beta, nel quale orbitava anche Eletania.
Shepard aveva deciso di fare il punto della situazione in quell'ammasso, e di inviare i rapporti sulla missione al Consiglio, aspettando lì la loro risposta.
Nessuno aveva voglia di festeggiare: avevano perso un compagno, guadagnando una decina di Salarian stipati per il momento nella stiva. Kirrahe e Rentola erano vivi, e grande era stato il loro sollievo e gioia per essersi riuniti al tenente Ganto Imnes. Solo due della squadra Salarian erano stati portati in infermeria, dove Chakwas e Negulesco lottavano per tenerli in vita.
Prima che l'adrenalina calasse, Shepard aveva convocato una riunione della Squadra, a cui era presente anche Pressly. Erano tutti in uniforme di fatica: Chakwas non aveva avuto il tempo di visitarli, colpa del triage, e si erano diagnosticati a vicenda tagli, botte e sbucciature: lividi gonfi, che pulsavano malevoli, aspettando un'analisi più completa da parte del CMO e il sollievo che sarebbe potuto venirne.
Una sola sedia nella stanza era vuota... e Shepard non riusciva a guardarla. Al fianco di quel vuoto però, sedeva Williams e se c'era qualcuno a bordo che non riusciva a rassegnarsi alla morte di Alenko, quella era proprio il capo artigliere.
"Non... riesco a credere che il tenente non ce l'abbia fatta. Come abbiamo potuto lasciarlo laggiù?" la voce di Ashley era ad un passo dalle lacrime.
"...Alenko... ho dovuto scegliere. Non potevo salvarvi tutti e due. Il tenente... ha dato la vita per salvarci tutti."
"Avrei dovuto esserci io, comandante..."
"Non eri tu a dare gli ordini." le rispose Shepard con un gesto stanco: il suo volto era marziale, ma il cuore... il cuore sanguinava.
"Ho scelto te. E Kirrahe. E Rentola... e i suoi uomini." elencò il comandante.
"Mi... mi dispiace ma'am. Mi ha salvato la vita... le sono grata per questo." Williams si rendeva conto di stare mentendo? No, il capo artigliere non era grata di essere viva, specie al posto del tenente: "...Ma avrei dovuto essere io ad armare la bomba. Alenko... Kaidan... era un'ufficiale superiore. Sarei rimasta indietro con gioia, se..."
"Ash, per quanto vuoi continuare a spingerti? Fino a diventare una martire? E per cosa poi?"
"Per l'onore. Per..." ma Shepard non la lasciò finire:
"Credi che morendo la reputazione di tuo nonno verrebbe redenta? O che Alenko avrebbe voluto il tuo sacrificio per questo motivo? Credevo che ne avessimo già parlato Ashley: l'onore non serve ai morti."
Shepard era stanca... così maledettamente stanca. Stanca di accollarsi il dolore degli altri... stanca di dover ricordare agli altri di non morire: fu così stanca in quel momento, che quasi odiò il capo artigliere.
"Non è giusto!"
"...Non lo è mai, Williams." ribatté amara il comandante: "...Non lo è mai. Nessuno su questa nave dovrebbe morire... Alenko in particolare. Ciò che ha subito... non è stato giusto. Ma anche se tu fossi morta al posto suo, non avrebbe ottenuto giustizia: non voglio perdere due buoni soldati per una decisione. Sono stata chiara?"
"...Aye aye, comandante." rispose Ashley, facendo eco al tono del tenente.
Williams... non sarebbe stato facile per lei perdonare Shepard di averla tenuta in vita. E la leonessa di Elysium lo sapeva... perché ci era già passata.
Chiedersi perché il tenente era dovuto morire, o tormentarsi su come avrebbero potuto salvarlo, non avrebbe cambiato la realtà: Alenko era morto. Si poteva solo fare i conti con quella certezza, non cambiarla... per quanto avrebbe voluto altrimenti:
"C'è qualcosa che possiamo fare per onorare il suo sacrificio: fermare Saren." affermò Wrex.
Vendetta: la Squadra poteva aggrapparsi a quello.
"Sono d'accordo con Wrex... ma non sappiamo dove sia fuggito ora..."
"Ma sappiamo dove sarà." affermò Liara, attirandosi gli occhi di tutti.
"...Che intende dottoressa?" chiese Pressly.
"Nel laboratorio privato di Saren abbiamo trovato una sonda Prothean intatta." spiegò Shepard.
"Quad wahad." imprecò Wrex di nuovo.
"Non c'è stato tempo per spiegarlo." aggiunse Shepard, raccontando poi in breve cosa era successo e facendo loro ascoltare la conversazione con la Sovereign.
"Quad wahad." ripeté Wrex quando la registrazione fu finita: "...Con questa fanno due sonde Prothean distrutte, Shepard. Al Consiglio non piacerà."
"Se avessimo lasciato il quartier generale di Saren in piedi, sarebbe piaciuto loro ancor meno. Non avevamo molta scelta."
"E sei comunque riuscita ad estrarre ogni informazione dalla sonda: potrebbe dirci dove trovare il Condotto. E dove andare per precedere Saren."
Shepard inspirò un momento, chiudendo gli occhi e ricordando quell'immane oceano di informazioni che aveva nella mente: con il Cifratore, e la copia completa, le apparivano più in ordine.
"...Credo che tu abbia ragione Liara: aiutami per favore."
L'archeologa non se lo fece ripetere, attraversando la sala comunicazione in fretta e unendo le loro fronti:
"Rilassati comandante. Abbraccia l'eternità."
Fu breve, Shepard era così... svuotata: Liara si immerse in uno spirito pieno di dolore... fino a trovare il punto familiare dei suoi ricordi in cui era conservata la visione: questa volta, era chiara e definita: completa.
Con l'occhio della mente, Liara prese nota di ogni particolare, lo stile architettonico, le statue, i panorami... e poi arrivò il pezzo mancante della visione, quella che la sonda su Eden Prime non aveva contenuto.
Una stella, nell'ammasso... là, lontano: il secondo pianeta. Raggiungete e trovate il Condotto. O i Razziatori...
Liara riemerse alla sua coscienza con una profondo e roca inspirazione: se Shepard non l'avesse afferrata, sarebbe caduta a terra.
Era stato troppo stancante, e l'aveva fatto troppo stanca... dormire... doveva dormire.
"Liara... Liara! Stai bene?"
"...Ilos." disse l'Asari riprendendosi: "Il condotto è su Ilos! Ecco perché non potevano raggiungerlo... per tutto questo tempo pensavamo di aver fatto un errore, ma era il portale a mancare. Il portale di Mu! La visione... la visione è un avvertimento, inviato in tutto l'impero Prothean. Un avvertimento contro i Razziatori, ma è arrivato troppo tardi..."
"Allora dobbiamo andare immediatamente su Ilos..." disse Wrex.
"Non possiamo invece." interloquì Tali: "il portale di Mu si trova nella nebulosa di Ninmah. Nessuno entra nell'ammasso senza l'autorizzazione del Consiglio."
"Non sarà questo a fermarci!"
"Shepard, non lo dico perché ho paura. Ma dopo Virmire, è probabile che il Consiglio stia cercando una scusa per fare di te un capro espiatorio. Dobbiamo ottenere il permesso per viaggiare fino all'ammasso Ninmah, senza contare che è territorio che fa parte dei sistemi Terminus: le navi dell'Alleanza non sono le benvenute là. E nemmeno gli Spettri."
"E con la Sovereign che sembra vedere attraverso il nostro sistema di mimetizzazione, abbiamo bisogno di una flotta signora, per confrontarci con... il Razziatore. Solo il Consiglio può darci l'aiuto che ci serve." interloquì Pressly: "Lei non era a bordo signora quando abbiamo cominciato a giocare al gatto col topo..."
"Quanto grave?"
"...Ho scoperto di non aver mai smesso di essere un credente, signora..." ammise Pressly pallido come un cencio: "...E credo che ora possa lasciare la dottoressa."
Si accorsero solo in quel momento della loro posizione: Shepard aiutò Liara ad alzarsi di nuovo in piedi, dato che le aveva fatto poggiare la testa sulle sue gambe.
"Devo andare a stendermi un attimo." disse l'Asari debolmente, tirandosi in piedi con passo malfermo.
"...Che gli fai alle Asari, Shepard?" chiese Wrex ridendo lurido, e trasformandola in un colpo di tosse dopo l'occhiata che gli rivolse Shepard.
"Andate pure." ordinò Shepard: "...Resterò io ad aspettare la risposta del Consiglio."
"...Dovrebbe farsi vedere da Chakwas."
"Ognuno di noi dovrebbe, Pressly... ma ci sarà tempo, dopo. E la Squadra sarà la priorità."
C'erano molte scuole di pensiero per svolgere la funzione di CO: il comandante Shepard si iscriveva a quella per cui un ufficiale superiore non mangerà, dormirà, fumerà, si siederà o riposerà, fino a quando i suoi sottoposti non avranno avuto la possibilità di fare lo stesso. Ma come spesso accadeva, il comandante barava: lei non era una fumatrice, più per educazione che per altro. Su una nave spaziale, una sigaretta consuma ossigeno potenzialmente utile...
Shepard li fece andare, guardando Tali aiutare Liara ad uscire: ci sarebbe stato tempo per loro dopo.
Poi si fece portare un datapad, e si rassegnò ad aspettare, senza mangiare, senza lavarsi, senza dormire: decisa a non lasciare il suo posto tranne causa di forza maggiore.
 
***
 
All'attenzione di Ms. e Mr. Alenko, 5 giugno 2183.
Con la presente, è con profondo rammarico che vi comunico il decesso del tenente Kaidan Alenko, vostro figlio e mio subordinato.
Sebbene le circostanze della sua scomparsa siano riservate, e coperte da segreto militare, posso dirvi senza alcuna riserva che è stato un onore servire con lui. Il tenente Alenko... Kaidan, ha dimostrato più volte uno spirito indomabile, che non è stato scalfito nemmeno dalle avversità che la vita ha forse troppo spesso posto sul suo cammino; e una dedizione esemplare al suo compito: Kaidan Alenko era un modello per l'uniforme.
È stato un privilegio ed un onore condividere col tenente Alenko un periodo che, mi accorgo ora, è stato davvero troppo breve: l'universo è un luogo più oscuro per averlo perso.
Vi esprimo le mie più profonde condoglianze.
Comandante Hayat bint Hannah Shepard, SSV Normandy SR1.
 
C'era solo una cosa che Shepard odiasse più di perdere i propri uomini, ed era compilare le lettere di condoglianze e i relativi rapporti. Con quale diritto si poteva dare un simile dolore a persone che nemmeno si conoscevano?
Shepard rilesse ancora una volta il datapad: a volte le parole sono così inutili per comunicare il proprio dolore. Più le leggeva, più le trovava così asettiche, insufficienti... ma non era suo il compito di consolare due genitori che avevano perso il figlio: il suo ruolo, sarebbe stato solo quello di essere il bersaglio della loro indignazione.
Poteva interpretare quel ruolo per i genitori di Kaidan: nessun genitore dovrebbe sopravvivere al proprio figlio.
"Mi ha fatto chiamare, comandante?" chiese Rico entrando nella sala di comunicazione.
"Sì, caporale. Da questo momento in poi, le funzioni di ufficiale di sicurezza a bordo della Normandy saranno una sua responsabilità... Crede di farcela?"
"Farò del mio meglio, signora." rispose Rico e Shepard gli allungò il datapad.
"Faccia in modo che Barnes lo trasmetta al più presto al comando dell'Alleanza. Ci sono due persone che lo aspettano."
"...Sissignora."
Ormai era fatta: la decisione irrevocabile, gli ingranaggi messi in moto. E Shepard avrebbe dato qualunque cosa per averli potuti salvare entrambi su Virmire...
Uscendo, Rico si imbatté in Kirrahe: tra i due, Umano e Salarian, caporale e capitano, bastò un'occhiata per comprendersi. Kirrahe annuì, entrando a sua volta nella stanza:
"Capitano Kirrahe." lo accolse Shepard senza alzarsi dalla sedia: privilegi di essere a bordo della Normandy, e di essere uno Spettro.
"Comandante Shepard."
"...È normale secondo lei che i Consiglieri si facciano attendere così tanto? È la prima volta." chiese l'Umana, con un vago gesto verso il proiettore olografico.
"Non saprei... per fortuna sono i miei superiori di solito ad avere a che fare con loro. Da quello che ho sentito, non deve essere un'esperienza piacevole."
"Più frustrante che altro." lo corresse quietamente Shepard: "...Le esigenze del Consiglio non sono spesso quelle che mi aspetterei da loro."
"Per esempio?"
"La maggior parte delle volte, negazione plausibile."
Kirrahe, ancora nella sua corazza da combattimento, fece qualcosa che l'Umana non si aspettava: rise. Sentir ridere un Salarian era piuttosto raro: dopotutto, trattavano l'umorismo come una scienza, ma di secondo piano.
La risata del capitano fu un acuto ih ih ih, che si esaurì in fretta:
"Mi scusi... è che ne ho sentite davvero molte sugli Spettri." si giustificò il capitano: "...È vero che dovete procuravi le corazze e le armi da soli?"
"Se la regola è diversa per gli altri, a me non l'hanno detto." rispose Shepard con un'alzata di spalle.
"Assurdo..." rispose Kirrahe scuotendo la testa: "...Pensare che l'STG sia meglio finanziata degli Spettri..."
"Qualunque cosa è meglio di niente, capitano: seguendo la sua logica, perfino il C-Sec è meglio finanziato degli Spettri. Ma lo trovo formativo."
"In che senso, se posso chiedere?"
"Se non si è all'altezza del compito, il Consiglio non perde niente. Dopotutto, siamo agenti che hanno il diritto di sottrarsi alla legge, per far rispettare la legge."
"Un paradosso."
"E quindi è normale che sia necessario cavarsela da soli, anche economicamente... come stanno i suoi uomini?" chiese il comandante, esaurendo i convenevoli.
Di fronte a Kirrahe, Shepard non aveva il diritto di lamentarsi: aveva perso un uomo, mentre il Salarian ne aveva persi in tutto una trentina...
"...Sopravivranno entrambi a Virmire, anche se forse Tinno avrà bisogno di una lunga terapia prima di tornare in servizio. Sono molto colpito dalla competenza della dottoressa a bordo nel trattare la fisiologia Salarian."
"Se esiste qualcosa che Chakwas non sappia curare, non voglio saperlo. Ma non le dica che l'ho detto: tende a essere un po' troppo passionale nel suo lavoro."
"Quale Umano non lo è?"
 "Rispetto a voi Salarian, intende?" ma Kirrahe scosse la testa:
"...Qualcun'altro, perfino un Salarian, avrebbe potuto abbandonare la mia squadra su Virmire: era un'altra possibile scelta, visto quanto fossimo in inferiorità numerica e male equipaggiati. Rispetto a voi, almeno. Con questa nave, avrebbe potuto abbandonarci sul pianeta, e lasciarlo indisturbati..." Kirrahe si produsse in un saluto militare Umano questa volta: "...Ma non l'ha fatto. È stato un onore combattere al suo fianco, comandante Shepard. Nonostante le perdite, la nostra missione è stata un successo. I miei superiori si assicureranno che al tenente Alenko siano tributati gli onori che merita. Il suo sacrificio ha fatto guadagnare all'Umanità una grande dose di rispetto dalla mia gente."
Shepard annuì di rimando:
"Il tenente è... era, un ottimo soldato. Conosceva i rischi della missione, ma non si è sacrificato per l'Umanità, o per i Salarian: l'ha fatto perché così facendo, ha potuto salvare lei e i suoi uomini, e il mio capo artigliere."
E perché lei lo aveva ordinato...
"Una cupa realtà che ogni soldato deve accettare. Tuttavia, i miei uomini ed io non dimenticheremo ciò che aveet fatto su Virmire: ci ha salvato la vita. E di questo le sono estremamente grato."
"...Non posso dire che sia stato un piacere: distruggere la base di Saren è costato ad entrambi molto, capitano. Ma... io le sono grata di aver tenuto al sicuro il mio capo artigliere."
"E lo stesso vale per il mio tenente." rispose Kirrahe, rimanendo ad osservarla:
"...Qualcosa che non va, capitano?"
"Se posso dirlo, lei non è come me l'aspettavo, comandante."
"Ed è un bene o un male?"
"Nessuna delle due, o forse entrambe."
"Non è il primo che me lo dice, capitano."
Kirrahe uscì dalla sala comunicazione con un'aria molto pensierosa.
 
Era passata un'altra ora, e il Consiglio ancora non aveva chiamato: Shepard aveva perfino ordinato a Barnes di compiere un controllo dei sistemi per essere sicuri, ma non era risultato nessun guasto.
Alla fine, era stata Chakwas a doverla raggiungere in sala comunicazione: per una volta, la dottoressa non aveva fatto commenti sul suo stato, medicandole un ginocchio che nel frattempo si era gonfiato come un pallone, e ordinando a Prescott attraverso l'intercom di portare un vassoio. Se il comandante aveva intenzione di restare nella sala comunicazione, almeno l'avrebbe fatto a stomaco pieno.
"Dovrebbe distendere quel ginocchio e farlo riposare."
"Non ho intenzione di lasciare questa sala prima di aver ricevuto una risposta del Consiglio, CMO."
Chakwas sospirò:
"L'equipaggio sarebbe sollevato di vedere il suo comandante..."
"L'equipaggio sa benissimo dove mi trovi. Non mi sto nascondendo. Né sono in coma come dopo Eden Prime."
"...Ma non posso valutare il suo stato appieno senza che passi dall'infermeria."
"Appunto. Qui o suo ostaggio in infermeria, cosa cambia?" chiese Shepard, ripensando alla sua conversazione con la Sovereign.
Improvvisamente le venne un dubbio:
"Chakwas... conserviamo ancora le cartelle mediche di Shiala?" chiese, mentre la dottoressa le legava un impacco freddo di medigel attorno al ginocchio.
"La cacciatrice Asari su Feros? Certamente comandante... per quale motivo?"
"Vorrei affidarle un progetto: sappiamo che la Sovereign altera i processi mentali di chi le sta attorno. Tali o Garrus dovrebbe aver conservato le conclusioni del personale di Saren su Virmire..."
"Vorrebbe che mettessi a punto un metodo per diagnosticare l'indottrinamento?"
"Molto di più, dottoressa. Voglio che lei trovi un modo per quantificarlo: l'indottrinamento non è un processo immediato... "
"E vorrebbe che capissi se fosse possibile invertirlo." la interruppe Chakwas.
"...Pensa di farcela?"
"Chiede l'impossibile comandante. Ci sono circa 100 miliardi di neuroni in un cervello umano. Mi sta chiedendo di mettere a punto un programma diagnostico che sia in grado di ricondurre variazioni sinaptiche ad una specifica causa, l'indottrinamento, di cui sappiamo al massimo solo gli effetti, ma non la causa."
"Pensa di farcela?" ripeté Shepard.
"Ovviamente. Per chi mi prende?" disse Chakwas, battendole lievemente il ginocchio: "...Era ora che offrisse una sfida anche al suo CMO. Dovrò riprogrammare una delle IV della Sirta anche solo per avere una base su cui cominciare. Solo... non si aspetti miracoli o una stima dei tempi di completamente a breve."
"Meglio che cominci a lavorarci sopra, allora... voglio dire, se pensa di poterlo fare, ovviamente." c'era qualcosa nei capelli bianchi di Chakwas, nei suoi occhi verdi o nel suo portamento, che obbligava anche il famigerato comandante Shepard a chiedere con gentilezza.
"Farò del mio meglio comandante... nel frattempo, potrebbe provare a farsi ferire un po' meno. Se questo deve diventare il mio progetto prioritario, avrò meno tempo da dedicare al resto dell'equipaggio..."
Le implicazioni furono chiare.
"Ricevuto forte e chiaro CMO: farò del mio meglio."
"Spero che Negulesco abbia completato il suo addestramento con le IV mediche: quella ragazza sa essere testarda come un mulo..." Chakwas si attaccò all'intercom: "Tali'Zorah e Garrus Vakarian a rapporto in infermeria al più presto."
"Potrebbe anche chiedere aiuto ai Salarian fino a quando resteranno a bordo... male non può fare." suggerì Shepard.
"Una buona idea... col suo permesso comandante?" chiese Chakwas, uscendo dalla sala comunicazione prima che Shepard potesse risponderle.
Certe persone vogliono sempre avere l'ultima parola... o forse, nessuna delle due voleva discutere chi mancasse a bordo.
 
La visita successiva nella sala comunicazione fu quella di Joker:
"Comandante?" chiese titubante il pilota, osservando dove si trovasse.
"...Sì signor Moreau?" rispose Shepard mettendosi a sedere:
"Che diavolo ci faceva sdraiata per terra... signora?"
Per un terribile istante, Jeff aveva creduto che il comandante fosse collassata. E per quanto la fantasia di una damigella in pericolo facesse parte dei suoi sogni più cavallereschi, l'idea di cercare di sollevare una donna che lo superava per peso e altezza non lo era di certo: la sua condizione medica, rendeva al pilota impossibile esercitarsi come gli altri marine a bordo. Al massimo, aveva messo un po' di muscoli sulle braccia a causa delle stampelle e della sedia a rotelle... ma di certo non aveva una struttura atletica.
Forse era anche per quello che gli era difficile trovare qualcuna che volesse bere con lui...
"Chakwas ha detto che dovrei distendere la gamba e far riposare il ginocchio."
"E si è sdraiata per terra?"
"...È un pavimento molto pulito. Quella è la mia cena?" chiese Shepard, guardando il vassoio che Joker era miracolosamente riuscito a bilanciare assieme alle grucce.
"Con i complimenti di Prescott." rispose Joker col suo stesso tono.
"E l'ha portato personalmente a me?"
"Ho pensato che qualcuno dovesse pur farlo..."
Il sopracciglio alzato del comandante non andò perduto al pilota:
"E quel qualcuno è stato lei?" chiese prendendo il vassoio dalle sue mani e sedendosi: "Ora capisco perché ci ha messo tanto... dica la verità: chi l'ha aiutata a superare le scale?"
"Nessuno comandante."
"Vuol farmi credere che è riuscito a bilanciare vassoio e grucce sugli scalini della Normandy e portare tutto prima che si raffreddasse?"
"...Ho fregato il vassoio a Felawa." ammise il pilota.
"Che gesto riprovevole."
"Il ragazzino si è già guadagnato abbastanza raccomandazioni."
"Avanti Joker... "disse Shepard infilandosi una forchettata in bocca e masticando: Prescott aveva fatto del suo meglio per onorare il tenente. Maccheroni al formaggio e Poutine: un cibo riprovevole nella sua natura, anche cucinato da Prescott, ma Shepard non smise di mangiare.
"...Per quale motivo è venuto qui?" chiese deglutendo.
"Se le dicessi che ero preoccupato per lei, ci crederebbe?"
"Sì." rispose senza esitazione il comandante.
"Bene... perché non sono sicuro di cosa fare ora."
"Non sta andando male..." lo rassicurò Shepard masticando.
"Non deve essere stato facile... fare la scelta tra Williams e Alenko... deve essere stato... mi dispiace ma'am. Non so se avrei potuto fare qualcosa di simile." ammise quietamente il tenente di volo.
"Non c'è una scelta corretta per qualcosa del genere. Si può solo sperare di non doverla rifare ancora..."
"Non voglio dare la colpa a lei signora..." a differenza di qualcun'altro a bordo... pensò cupa il comandante: "Solo... deve essere terribile... per lei."
"...Lo è sempre, tenente." disse Shepard inspirando: "Non solo per me, ma per tutti: non sono l'unica ad aver perso un amico..." Ma Joker non era la persona con cui voleva elaborare quel lutto. E così il comandante gli disse semplicemente:
"Saren è ancora là fuori, Joker, e avremo bisogno di te per andare a prenderlo."
Il FLT capì:
"Può contarci signora. Voglio esserci quando faremo pagare quel figlio di puttana..." rispose, prima che un confortevole silenzio si allungasse fra loro.
Il pilota non l'ha abbandonò, ma rimase ad aspettare che finisse di mangiare: dato che aveva fregato il vassoio a Felawa, poteva almeno riportarlo indietro vuoto.
"Se posso chiedere signora... come ha fatto a riprendersi dopo Elysium?" le chiese alla fine.
"...facendo tutto quello ciò che era possibile per quelli che erano rimasti in vita." rispose Shepard.
Il FLT non le chiese altro per tutto il tempo che restò nella sala comunicazione.
 
Dopo Joker, fu Wrex a farle visita: la sua fu anche la più breve.
"Shepard."
"Wrex."
"...Le cose si sono fatte difficili su Virmire."
Shepard si trovò a chiedersi se la pila di sette pietre che aveva innalzato fosse scampata all'esplosione... probabilmente no. Ormai quella zona di Virmire doveva essere stata ridotta ad un'uniforme piatta superficie vetrificata, che poi il mare si era ripresa.
"Hai fatto quello che dovevi. Rispetto la tua decisione."
"E io ciò che hai fatto Wrex. Non lo dimenticherò."
"...Facciamo solo in modo che ne sia valsa la pena. Saren deve pagare per ciò che ha fatto." nessuno uccideva un suo krannt e la passava liscia, anche se si trattava di Alenko.
"Non importa cosa ci vorrà. Gli darò la caccia e lo ucciderò." le nocche della sua mano scrocchiarono come un colpo di pistola mentre afferrava l'orlo della poltrona.
"Mi piace come suona. Shepard."
"...Wrex."
Uscendo, il Krogan bloccò la porta della sala comunicazione con un dente di Divoratore: che tutti potessero vedere che Shepard stava bene, e la smettessero di importunarla.
Il macabro trofeo funzionò meglio di quanto il comandante si aspettasse, almeno fino a quando Pressly non lo rimosse:
"Ben oltre l'oltraggio." commentò l'XO.
Il fatto che non rimproverò Wrex però, poté solo significare che ne condividesse lo spirito...
 
***
 
Alla fine, pietosamente, i politici si ricordarono di lei. Shepard li fronteggiò cercando di caricare meno peso possibile sul suo ginocchio, e di mantenere allo stesso tempo una posizione di parata.
Questa volta, anche Sparatus era presente:
"Sono felice di sapere che la sua missione su Virmire ha avuto successo, comandante." cominciò Tevos.
"Saren è già abbastanza pericoloso senza un'armata di Krogan al suo comando." annuì il consigliere Turian: forse fu la prima frase di vaga approvazione che le sentì rivolgerle.
"Avrebbero servito la Sovereign, un Razziatore. Non Saren." li corresse Shepard.
La reazione dei Consiglieri non fu quella che si aspettava: si scambiarono più di uno sguardo perplesso. Alla fine fu Valern a parlare:
"S-sì... abbiamo letto a proposito di questo sul suo rapporto. La Sovereign. Una corazzata senziente. Una vera intelligenza artificiale. Potrebbe essere una notizia molto grave... se dovesse risultare vera."
Il fatto che un politico Salarian avesse appena balbettato di fronte a lei non riuscì a risultare interessante:
"La Sovereign è un Razziatore, anche Saren lo ha ammesso..."
Sparatus non le diede la possibilità di continuare:
"La sta ingannando Shepard! Saren ha ancora dei contatti alla Cittadella, probabilmente ha letto i suoi rapporti a proposito, quelli riguardo la sua visione... e i Razziatori."
Shepard mantenne il suo tono di voce il più neutro possibile, ma il suo spirito già ribolliva:
"Come potete dire una cosa del genere, Consiglieri? Vi ho fornito la registrazione della conversazione... tutto collima... la Sovereign, la rete dei portali, la scomparsa dei Prothean e dei loro predecessori..."
Fu Valern a interromperla questa volta:
"È quasi certo che Saren stia usando false informazioni per depistarla. La nostra intelligence non ha mai trovato prove che corroborino questa teoria."
La sua storia sui Razziatori era davvero così impossibile da credere? Shepard decise di sì: sembrava davvero impossibile, ma non avrebbe permesso ai Consiglieri di rifiutarla in base a questo.
"Avevate già negato l'esistenza dei Razziatori da prima che dimostrassi che Saren era un rinnegato, Consiglieri. Dovete accettare quello che ho descritto nei miei rapporti: per quanto grottesco, o impossibile, possa sembrare..."
"Voi Umani avete un detto, comandante: anche un orologio rotto segna l'ora esatta due volte al giorno..."
Shepard interruppe Sparatus con un flare di energia biotica. Una manifestazione di perdita di controllo che non era da lei: quando riacquistò il dominio di sé, la sua voce era calma:
"Non provi a trattarmi con condiscendenza, Consigliere: non dopo che ho inseguito Saren per mezza Galassia seguendo questa pista. Avete i miei rapporti, le mie prove e le mie conclusioni." come osava quel Turian?
"Cerchi di vedere le cose dal nostro punto di vista, comandante. Saren è una minaccia che possiamo identificare. I Razziatori invece, per quanto ne sappiamo esistono solo nelle sue visioni." disse più conciliante Tevos.
Shepard inspirò, ma ricacciò la sua rispostaccia nella gola, senza aprire la bocca, piegando la testa e rimanendo ad ascoltare: era già la seconda volta che facevano riferimento alle sue visioni... che stava succedendo?
"Le nostre decisioni influenzano decine di miliardi di vite. Non possiamo agire in base alle accuse di una singola persona. Nemmeno uno Spettro. Non senza prove inconfutabili" aggiunse Velarn.
"...Il Consiglio non può prendere nessuna iniziativa ufficiale sull'esistenza dei Razziatori. Ecco perché abbiamo creato gli Spettri: lei comandante, ha l'autorità di agire come meglio crede." le ricordò Tevos.
"Se lei crede davvero che la Sovereign sia la vera minaccia, deve prendere ogni misura possibile per fermarla. Assieme a Saren." finì il Consigliere Salarian.
"...Capisco Consiglieri."
Qualcosa non tornava: l'avevano fatta aspettare così tanto solo per dirle quello?
"...Vorremmo che facesse rapporto direttamente alla Cittadella, per preparare le nostre prossime mosse."
"Sarò lì al più presto." rispose Shepard.
"L'attenderemo, comandante." disse Tevos, preparandosi al congedo.
"Un momento Consiglieri... non volete ascoltare il rapporto del capitano Kirrahe?"
"Non ne abbiamo bisogno. L'STG ci invierà una copia dei rapporti quanto prima: anche la sua squadra è attesa sulla Cittadella."
"...Capisco." no, non era vero. Non capiva affatto...
"Torni sulla Cittadella, comandante. Noi l'aspetteremo."
Poi i Consiglieri chiusero la comunicazione.
Shepard rimase ad osservare la parete bianca della sala comunicazione molto a lungo prima di dare gli ordini, e mettere in rotta la Normandy per la Cittadella.
 
Anche dopo essersi fatta una doccia, ed essere passata dall'infermeria per subire uno scan medico completo da Chakwas, compresa una SPECT totale del suo cervello, e aver ottenuto l'esito dal CMO, che la giudicò adatta al comando, la strana sensazione di Shepard non accennava a diminuire. Ma dato il periodo ridotto che avevano prima di arrivare alla Cittadella, non aveva tempo di risolvere l'enigma da sola.
Quindi, il comandante invitò Pressly, Barnes, Williams e Liara nella sua cabina, informandoli della situazione e spiegando loro cosa non le tornasse. Barnes suggerì di contattare il comando dell'Alleanza, per farsi qualche idea, ma fino a quando saltavano tra i portali, una simile comunicazione sarebbe stata impossibile. Pressly sottoscrisse l'idea... mentre Williams non riuscì a guardarla in faccia.
La morte del tenente l'aveva riempita di rimorsi e di risentimento: il capo artigliere era in uno stato d'animo per cui qualunque cosa Shepard avesse fatto, sarebbe stata sbagliata, sia che si fossero presi del tempo come equipaggio per ricordare Alenko tutti assieme, sia che avessero continuato con la missione.
Williams era triste e addolorata, confusa ed arrabbiata: per quello che non aveva detto al tenente, probabilmente, ma più di tutto, in quel momento aveva bisogno di spazio. Obbligarla a parlare con lei in quel momento l'avrebbe confusa ancora di più: più tardi... più tardi avrebbe trovato il tempo anche per Williams.
Alla fine dell'incontro, Liara produsse un datapad che conteneva le informazioni di cui fosse a conoscenza su Ilos, e qualche nuova informazione sui dischi dati Prothean: niente di particolarmente rilevante in realtà, ma diede a Liara l'occasione di fermarsi impunemente nella cabina del comandante quando gli altri furono usciti.
"...Non sei davvero un'esibizionista." disse Liara, dopo che le porte si chiusero dietro di loro.
Se Williams era infuriata e addolorata, Shepard, semplicemente, era devastata: Liara scambiò con il suo comandante baci che sapevano di lacrime.
"...Non avrebbe dovuto essere nessuno di loro, Liara."
"Lo so. E so che non ti concedi nemmeno un momento. Sei troppo occupata a fingere di stare bene, e a pensare alla prossima mossa."
Shepard tirò su col naso, senza riuscire a dire altro.
"Lo sai... provo quasi pena per Saren ora. È diventato uno schiavo dei Razziatori e non riesce ad accorgersene..."
"Non... non dispiacerti per lui, Liara. Anche prima di diventare... la cosa che abbiamo visto su Virmire, era spietato e crudele. L'indottrinamento non è immediato... c'è stato un momento in cui avrebbe potuto scegliere un'altra strada. La Sovereign sembra predare sull'inconscio: Saren ha scelto di sopravvivere invece di difendere gli altri."
Liara si chiese se le parole che Shepard aveva appena detto le pensasse davvero: forse, era solo quello a cui aveva bisogno di credere. Hayat aveva bisogno di odiare lo Spettro rinnegato e se quella era la strada che l'Umana doveva percorrere, Liara l'avrebbe accompagnata fino alla fine.
"Ciò non toglie che sia intrappolato nella sua mente. Una parte di lui avverte la sua identità venire inghiottita dalla Sovereign, ma è troppo debole per fermarsi..."
"Allora sarò io a fermarlo. Deve essere fermato."
"So che ci riuscirai, Hayat." disse l'archeologa prendendo la scacchiera di Shepard e mettendola tra loro.
"Liara..."
"Hai bisogno di riposare. Se ti lasciassi, continueresti a lavorare. E quando muovi i pezzi sei quanto di più rilassata ti abbia mai visto: hai bisogno di fermarti un attimo, prima di gettarti di nuovo nella mischia. Una partita."
Il tempo di arrivare sulla Cittadella, probabilmente.
Shepard annuì, e il sorteggio le assegnò i bianchi:
"E4."
"D5." difesa Scandinava, uno schema che avevano già usato in passato.
"Cavallo in c3." disse Shepard, lasciandosi assorbire dal gioco, e alla sua mente il tempo di riordinare le idee.
"Pedone in d4."
Shepard non ci pensò molto:
"Cavallo in d5... Fatti. Analizziamo i fatti. Tutto quello che sapevamo di Saren è una menzogna, una cortina fumogena, dietro cui ha nascosto la Sovereign. Dobbiamo fare tabula rasa e guardare il disegno da un'altra angolazione."
"Pedone in e5." rispose Liara: "...I Razziatori hanno estinto i Prothean, e tutti i loro predecessori, almeno fino ad un miliardo di anni fa, come testimonia il Leviatano di Dite."
"Alfiere in c4. Perché lo fanno?"
"Pedone in c6. Non riesco ad immaginarlo. E dove sono finiti nel frattempo? Compaiono solo per estinguere tutto?"
"Regina in f3." rispose Shepard: "...Non lo sappiamo, ma secondo la Sovereign stanno tornando, come hanno già fatto ai tempi dei Prothean. E sappiamo entrambe che fine hanno fatto."
"Pedone in f6... e la Sovereign, non Saren, sta cercando il Condotto. Il che ci porta a chiederci, cos'è esattamente il Condotto?"
"Regina in h5: scacco." rispose Hayat:"...Questa informazione non è presente nella sonda. Ma la consideravano..." l'Umana si portò una mano sulla tempia, facendo un movimento con le dita come se stesse sintonizzando una radio: "...La loro ultima speranza."
"Una speranza che non ha funzionato. Pedone in g6."
"E se... fosse stata una speranza per noi, invece che per i Prothean? Credo... credo che i Prothean sapessero di essere condannati. Cavallo in f6, scacco."
"Il Condotto... è stato lasciato per noi, quindi? Cavallo in f6."
"Mossa debole dottoressa, ma ci contavo: regina in g5. Ed è probabile, riguardo al Condotto..."
"Alfiere in d6. È un'arma per combattere i Razziatori, quindi?"
"Questo non lo so. Dovrei dormirci sopra. E sappiamo che si trova su Ilos. Dovremo solo arrivarci prima di Saren. Pedone in d3."
"Pedone in b5. Perché la Sovereign ha scelto proprio Saren? Perché non si è esposta da sola?"
"Alfiere in b3... perché non farlo? Per quanto la Sovereign sia avanzata, la notizia che una razza di navi senzienti ha estinto i Prothean e si prepara a fare lo stesso con noi, avrebbe unito lo Spazio del Consiglio e i sistemi Terminus contro di lei."
"Pedone in a5... quindi sa di non essere invulnerabile.“
"Pedone in a4. E cerca di essere prudente. Il che è positivo."
"In che senso? Pedone in b4."
"...Significa che siamo ancora in tempo a fermarla, anche se non so come. Regina in h6." l'Umana spostava la sua attenzione da un angolo all'altro della scacchiera: Liara cominciava a sentirsi come le stessero sbattendo il cervello contro le pareti del cranio.
"...E se? " chiese Hayat.
"E se?" ripeté Liara spostando il suo cavallo in a6.
"...E se il Condotto fosse l'unico ostacolo rimasto al ritorno dei Razziatori? Nemmeno Saren sa cosa sia... e quindi presumibilmente, nemmeno la Sovereign. Non vuole rischiare gli altri Razziatori... o non può? Regina in g7."
"Che intendi? Regina in e7."
"Non lo so di preciso... ma la Sovereign è una nave... mentre i Razziatori a suo dire sono legione... strano che combatta da sola quindi... e se la Sovereign non potesse richiamare i Razziatori a causa del Condotto? Regina in h8 scacco."
"...Regina in f8. Stiamo ammassando speculazioni."
"Regina in f8: scacco. Vero... anche se tutte sembrano avere un senso, ma allo stesso tempo non mi suona completamente giusto."
"Re in f8. Il Cifratore?" chiese Liara, dopo aver scambiato le due regine.
"Alfiere in g5. Non lo so: non conosco più la mia mente, Liara. La maggior parte del mio cervello è occupata dalle informazioni dei Prothean, e dal Cifratore... io ci sono ancora, ma sono in minoranza ormai. Mi chiedo se un giorno mi sveglierò senza ricordarmi più chi sono, e il Cifratore sarà l'unica cosa che ricorderò..."
"Re in g7." disse Liara, afferrandole la mano: "...Sei sempre tu. E sono pronta ad assicurartene ogni volta che ne avrai bisogno."
"Pedone in h4... è una promessa? Perché potrei chiederti di mantenere l'impegno."
"È una promessa. Per tutto il tempo che mi vorrai."
Shepard la baciò a quel punto, con un po' più di trasporto di quanto fosse necessario:
"...Grazie Liara."
"Pedone in h6."
"Mmhh... capire perché la Sovereign abbia fatto di Saren il suo intermediario è facile comunque. Alfiere in d2."
"È l'agente perfetto per recuperare ogni cosa di cui potesse aver bisogno. Informazioni comprese. Cavallo in c5." concesse Liara.
"Eppure... ha cominciato ad ammassare un esercito per un'offensiva militare su larga scala. A questo punto però, l'Umanità non sembra più un bersaglio probabile. Alfiere in c4."
"Alfiere in a6. E dato quello che abbiamo distrutto... e dopo Virmire... sembra ovvio che non sia una colonia. La Cittadella allora?"
"È quello che penso anch'io... indottrinare il Consiglio darebbe alla Sovereign l'autorità politica per fare... qualunque cosa. Però qualcosa non torna. Cavallo in f3."
"Ovvero? Pedone in b3."
"Pedone in c3... Se la Cittadella è il suo obbiettivo o comunque un'altro bersaglio da attaccare militarmente, perché sacrificare i Geth nella nebulosa di Armstrong? E perché, non appena ha avuto le coordinate per il Condotto, non è partito per Ilos, invece di restare su Virmire?"
"Cavallo in d3: scacco. Forse non lo sa: Saren ha visto il luogo dove si trova il Condotto, ma non sa che si trova su Ilos... "
"Alfiere in d3... Ma se è vero che ha ancora degli agenti sulla Cittadella, come i Consiglieri sembrano credere, è solo questione di tempo... Quel figlio di puttana voleva che trovassi Virmire! Ecco perché è rimasto sul pianeta ad aspettarmi. Voleva che lo aiutassi a trovare Ilos." ed ecco perché Shepard era sopravvissuta al loro scontro: l'aveva lasciata andare!
Ancora una volta, il Primo Spettro Umano dovette ammettere di non essere ancora all'altezza di Saren: la distanza andava assottigliandosi però...
"Alfiere in d3... allora è davvero solo questione di tempo, prima che lo sappia."
"Se non lo sa già... ormai starà muovendo il suo esercito su Ilos. Dobbiamo raggiungerlo prima che trovi il Condotto. Pedone in c4."
"Alfiere in e4." rispose Liara.
"Il che ci lascia solo due interrogativi a questo punto... perché il mio primo incarico da Spettro mi ha messo sulle tracce di un'estinzione galattica? Pedone in e5. Un caso?" quante erano le probabilità?
"Non credo più sia un caso Hayat: Saren o la Sovereign, possono aver fatto in modo che venissi coinvolta. Non tu specificatamente, ma qualcuno come te, sperando che ti rivelassi facile da manipolare. E invece..." disse Liara spostando il suo alfiere in c5.
"...E invece, gli ho messo i bastoni fra le ruote, rivelandomi un osso più duro di quanto si aspettasse. Pedone in f6, scacco."
"Re in f6. Avendo accesso ai dossier di Kryik, deve essere stato facile per lui orchestrare Eden Prime e coinvolgerti. Eliminando quello che doveva essere il tuo mentore, sperava di lasciarti smarrita..."
"Ma non aveva calcolato Anderson e la Normandy. E te. Alfiere in c3, scacco."
"Io? Difficilmente. Sono solo un'archeologa dopotutto." Liara spostò il suo Re in f5.
26 mosse giocate, e si sentiva stretta dai pezzi di Shepard sulla scacchiera: avevano entrambe perso le regine... però...
"Molto di più. Soprattutto per me... senza di te... non saremmo riusciti a fare niente di tutto quello che abbiamo raggiunto. E senza di te... io non sarei qui oggi. Torre in a3."
"Alfiere in c2. Siamo incorreggibili temo."
"In che senso?" cavallo in d4: scacco.
"Nessuna di noi due sembra voler riconoscere il proprio valore, mentre cerca di convincere l'altra del contrario. Re in e5."
Shepard stava giocando con lei a quel punto, invece di finirla: non aveva dimenticato Virmire, o Kaidan, neppure per un momento... ma era così sbagliato che Hayat Shepard non volesse rituffarsi subito nel dolore?
"Cavallo in c6: scacco. Forse è per questo che rendiamo Wrex così insofferente."
"Re in d6. Mentre invece Tali sembra sorbire i nostri drammi sentimentali come una deliziosa opera letteraria."
"Cavallo in a5... è venuta a parlarti?"
"Alcune volte. La sua curiosità è... divertente: come quella di una sorella minore. Torre in e8: scacco."
"Già... Tali è la Quarian che tutti vorrebbero avere a bordo. Re in d2. Perfino Wrex diventa protettivo nei confronti della sua krannt Quarian."
"Alfiere in a3... Hayat?"
"...Errore dottoressa: pedone in a3." la interruppe l'Umana.
"O parte di una complessa e imperscrutabile strategia." rispose Liara con tono neutro, inspirando nervosamente.
"Imperscrutabile strategia il mio fondoschiena... " le rispose Shepard allungandosi sopra la scacchiera e baciandola: "Ma è carina quando prova a mentire, dottoressa."
"...Re in c5."
Un'altro errore, questa volta causato dall'Umana.
"Cavallo in b3: scacco. Un'altro pedone che se ne va, dottoressa."
"Re in c4!"
"Re in c2. E via anche l'alfiere."
"Insopportabile. Garrus ha ragione: stai barando."
"Dottoressa... non è colpa mia se non sa mantenere la concentrazione."
Shepard si ritrovò a tenere la creste dello scalpo di Liara fra le mani.
"Due possono giocare a questo gioco... Torre in e2."
"Cavallo in d2... deve impegnarsi di più. Ed è scacco."
"Re in d5. Comunque..."
"Sì?" chiese l'Umana spostando il pedone in a5.
"Torre in f2. Avevi detto che c'era un secondo interrogativo."
"...Giusto." rispose l'Umana tornando a farsi pensierosa: "Perché il Consiglio ci ha messo così tanto a rispondere ai nostri rapporti?" nel frattempo, la torre bianca venne posizionata in h2.
"Credo che tu sia davvero paranoica. Non riesci ad accettare che i Consiglieri non siano competenti quanto dovrebbero. Pedone in h5."
"Pedone in a6. È paranoia solo se mi sbaglio... e finora devo ancora sbagliarmi. E la conversazione con i Consiglieri... so per certo che stanno preparando qualcosa."
"Torre in f8. Cosa per esempio?"
"Non lo so... pedone in g3. Qualche tiro mancino come Wrex pensa. Virmire non è stato esattamente il basso profilo che preferirebbero."
"È stato necessario... torre in a8. Questo, i Consiglieri devono saperlo."
"Necessità e politica non vanno quasi mai di pari passo. Cavallo in f3. Ho ottenuto risultati in questo periodo, ma..."
"Torre in a6. Ma?"
"Non approvano i miei metodi... normalmente gli Spettri sono immuni da queste critiche, ma tecnicamente, mi sono fatta Spettro da sola. Torre in d2: scacco."
"Re in e4. Ora anche tu sei a corto di pedoni: non ti lascerò promuovere una regina."
"Chi ti dice che mi serva Liara? Scacco matto in sette mosse."
"Impossibile."
"Dici davvero? Cavallo in g5: scacco."
"Re in f5."
"Torre in d5: scacco."
"Re in g4."
"Torre in d4: scacco."
"Re in g3."
"Alfiere in e1: scacco."
"Re in g2."
"Torre in d2: scacco."
"Re in f1..."
"Cavallo in f3."
"Torre in a3."
"Torre in f2. Scacco matto."
Mentre Liara alzava le braccia in un segno di resa stizzita, Shepard capì a cosa assomigliava molto l'invito dei Consiglieri a tornare alla Cittadella: sembrava una trappola.



Benvenuti alla fine di questo capitolo, che spero davvero vi sia piaciuto. Come sempre, ho cercato di riproporre gli avvenimenti in modo un po' più realistico di quanto accada canonicamente nel gioco, senza togliere nulla all'immedesimazione.
Francamente parlando, Saren, in sé, come nemico su Virmire, è abbastanza... deludente. Senza contare, che mentre fa il suo monologo, se si sceglie di salvare gli uomini di Kirrahe almeno, è circondato. Ma molto educatamente, i Salarian lo lasciano parlare... insomma... non è proprio plausibile, senza contare il fatto che la Normandy è continuamente inseguita dalla Sovereing, mentre Shepard è sul pianeta.

Detto questo, ed esauriti i convenevoli, non levo gli scudi sulla mia scelta di sacrificare Kaidan. Nel senso che so quanto sia una scelta difficile quella su Virmire, per molti di coloro che hanno giocato a ME1 (a qualcuno stanno sulle scatole sia Williams che Alenko, per cui il problema non si pone poi molto...). La scelta che personalmente mi sono trovato a fare, ormai tanto tempo fa xD, è stata motivata, semplicemente, dai crudi numeri. Ho mandato Alenko a curare la bomba perché si sembrava la scelta più logica, mentre Williams è andata coi Salarian. Ma quando si deve scegliere tra l'uno e l'altro, tra Ashley e Kaidan, non bisogna, secondo me, dimenticare che anche gli uomini di Kirrahe sono coinvolti: con che diritto quindi, potendo scegliere, si può lasciare una ventina di Salarian a crepare? Per me, la scelta è così semplice, in fondo. In questo capitolo, ho voluto dare al tenente una chance credibile di resistere e tenere la posizione della bomba: qual'è la possibilità, in fondo, che un singolo fante (anche biotici), possa tenere in stallo un'intera nave trasporti truppe Geth, avendo solo una bomba atomica come copertura? Insomma... mi dispiace aver sacrificato un membro della squadra, però ho cercato il più possibile, di dare un senso al suo sacrificarsi. Spero che queste ragioni possano farvi capire il mio punto di vista.
E detto questo, spero di rivedervi al prossimo capitolo.

  
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