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Autore: hiromi_chan    05/08/2015    3 recensioni
Due fill scritti durante l'event Drabble MidWeek 22-24 Luglio 2015 organizzato dal gruppo We are out for prompt.
{Bill/Fleur + Vic}
I. «Anche se io sono così?» disse Bill, tentando un ghigno senza molto successo. «Anche se sono la metà dell'uomo che ero fino a poche ore fa?»
II. Fleur sonnecchiava, una mano appoggiata sul ventre che, anche se nascosto da un'ampia camicia bianca, appariva appena rigonfio.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Fleur Delacour, Victorie Weasley | Coppie: Bill/Fleur
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Event: Drabble MidWeek 22-24 Luglio 2015

prompt: #01: Fleur/Bill "Le cicatrici non dicono chi sei, l'unico che può farlo è il tuo cuore e io è quello che amo."
#02: Bill/Fleur, il momento di dire a Vic che non sarà più figlia unica






 

#01

Quando Bill si risvegliò, il mondo girò attorno a lui in una nauseante capriola e fu solo la macchia bionda sbiadita dei capelli di Fleur ad ancorarlo alla realtà.

Gemette, strizzando con forza le palpebre, ma quella si rivelò una pessima mossa, visto che sentì la pelle tirare come fosse stata appesa a degli uncini appuntiti.

«Non ti muovere» sussurrò Fleur, e le sue dita furono subito nei capelli di Bill, delicate. «Non ti muovere, amore.»

Lui accettò di buon grado il consiglio, restando con gli occhi chiusi. Inspirò, tornando presente a sé stesso con una chiarezza spaventosa. La battaglia, il rumore, il sangue e Grayback che gli saltava addosso, che lo squarciava come avesse voluto nutrirsi di lui... La paura soffocante di non rivedere mai più i suoi cari e Fleur, dio, Fleur... Il dolore acuto. Il risveglio nell'infermeria con la sua famiglia accanto, spaventata e sconvolta, che lo informava della morte di Silente, che gli diceva quant'era stato fortunato, perché sei vivo, Bill, grazie a Merlino sei ancora vivo...

Lui aveva cercato la sua ragazza ma non aveva scorto i suoi occhi tra i mille altri occhi che si moltiplicavano nello stordimento, e così era tornato nell'incoscienza.

«Non ti ho visto... Credevo te ne fossi andata» disse Bill sopra le forze con una voce che non riconobbe come la sua.

Tutta la faccia era come in fiamme. Non voleva neanche sapere cosa ne fosse rimasto.

Fleur inspirò. Oh, lo faceva sempre quando si alterava. «È la prima cosa che hai ponsato? Non che io fossi, per esompio, morta in battaglia?»

«No» si affrettò a dire lui, «no, non sarebbe stato possibile. Altrimenti l'avrei sentito. L'avrei saputo.»

Un singhiozzo rotto scappò dalle labbra di lei e allora la testa di Bill scattò dalla sua parte, perché non poteva sopportare di vederla piangere – perché Fleur non piangeva quasi mai.

«Ho avuto paura» disse Fleur, fiera e stupenda e luminosa anche nel tremore, anche nell'acconciatura sfatta e nei segni della guerra addosso, «ma ora ondrà tutto bene. Ondrà tutto bene, lo so, perché siamo insieme.»

«Anche se io sono così?» disse Bill, tentando un ghigno senza molto successo. «Anche se sono la metà dell'uomo che ero fino a poche ore fa?»

L'ira passò sul volto di Fleur, Bill la vide nelle narici che si allargavano, nelle pupille che si assottigliavano; ma poi, la comprensione e l'amore e la devozione più tenera, e i suoi polpastrelli che tracciavano in aria i contorni del viso di Bill senza toccarlo davvero.

«Le scicatrisci non dicono chi sei. L'unico che può farlo è il tuo cuore, e io è quello che amo» mormorò con un'intensità tale da far tremare tutti gli arti di Bill. «E in questo momonto, perché hai combattuto con onore e courage, e perché sei tornato da me vivo... sei due volte l'uomo che eri qualche ora fa.»




*




#02

Bill entrò in cucina e la vide: Fleur stava seduta accanto alla finestra, la schiena appoggiata alla poltrona imbottita con mollezza e le gambe stese sullo sgabello di legno. La tenue luce del sole gettava tutto intorno alla sua crocchia morbida e scomposta un alone dorato; Fleur sonnecchiava, una mano appoggiata sul ventre che, anche se nascosto da un'ampia camicia bianca, appariva appena rigonfio.

Bill restò incantato per qualche momento, poi avanzò in punta di piedi fino a che non arrivò davanti a sua moglie. Le si inginocchiò accanto, portando la mano sulla sua coscia e l'altra sopra la sua, sul ventre. L'intenzione era quella di svegliarla con un bacio, ma poi...

«Papààà!» trillò Victoire, trotterellandogli incontro.

Bill si portò l'indice sulla labbra ma la piccola continuò, implacabile: «Per fortuna che sei tornato, mamma è noiosissima, dorme sempre e non ha voglia di giocare con me!»

Fleur si svegliò con un leggero sussulto proprio mentre Vic metteva su uno dei suoi epici bronci, le guanciotte gonfie. Bill sorrise alla moglie e, stringendosi nelle spalle, prese sua figlia tra le braccia.

«Dai un bacio al papà» suggerì, visto che la possibilità di riceverne uno da Fleur era svanita (appena sveglia era piuttosto irritabile, soprattutto in quello stato).

«Sììì» disse la bimba, entusiasta, e fece scioccare le labbra sulla sua guancia – e il cuore di Bill si strinse perché Vic scelse di baciare proprio la parte del viso piena di cicatrici.

Fleur intercettò lo scambio e sorrise del suo sorriso più fiero, come per dire 'vedi, è proprio mia figlia'.

«Ma papà» disse ancora Victoire, «perché mamma è sempre stanca ultimamente?»

Uh. Non avevano ancora toccato quel preciso argomento. Avevano pensato di farlo con calma, magari di prepararsi prima un discorso che non risultasse troppo banale o sciocco, perché Vic era una bambina intelligente.

Nessuno lo aveva avvertito di quanto quella domanda potesse fargli sentire uno strano gelo nelle ossa; Bill aveva combattuto contro Magiamorte, draghi e lupi mannari, ma era assolutamente impreparato per spiegare a sua figlia da dove sarebbe arrivato il futuro nuovo acquisto nello squadrone degli Weasley.

Bill lanciò uno sguardo supplichevole alla moglie, che si accomodò meglio sulla poltrona.

«Già, anche maman si chiede il perché sia così stanca e noiosa» disse Felur. «Vediamo se papà riesce a spiegarlo.»

Bill si schiarì la gola e depositò a terra la figlia, sedendosi poi davanti a lei a gambe incrociate. «Vedi, tesoro, ecco...» e si grattò la testa. «Ecco, quando due persone si vogliono tanto, ma tanto, ma tanto bene...»

La bambina inarcò le sopracciglia, tutta concentrata, e Fleur ridacchiò in modo poco collaborativo.

«... Quando mamma e papà si vogliono tanto bene... cioè, sempre, se ne vogliono sempre tanto – ecco, si coccolano. E poi-» tentò, sudando freddo.

«Avrò un fratellino?» intervenne Vic.

Bill e Fleur si scambiarono un'occhiata sbigottita.

«Oh, se è per quello che la mamma è stanca, allora l'avevo capito» disse la bimba con quell'aria di adorabile superiorità che aveva ripreso da sua madre.

«E come l'hai capito?» chiese Bill.

«Zio Ron e zio Harry mi hanno spiegato tante cose. E poi, la mamma ha la pancia un po' grande ed è tutta più grossa del solito, loro avevano detto che mamma stava ingrassando tanto tanto tanto perché avrei avuto presto un fratellino o una sorellina, e che poi mamma sarebbe diventata ancora più grassa... Per questo l'ho capito» concluse con semplicità.

«Zio Ron e zio Arrì hanno detto che sarei diventota ancor più grassa, uh?» disse Fleur, la rabbia che ribolliva dietro ogni sillaba.

Bill ebbe la prontezza di riflessi di tappare le orecchie a Vic prima che Fleur desse sfoggio delle sue particolari abilità in campo oratorio esibendosi in una serie di epiteti molto fantasiosi rivolti contro Ron e Harry.

Quando gli sembrò passato un periodo di tempo adeguato, Bill annunciò che era ora del bagnetto, si caricò una ridente Vic in spalla e si congedò dalla mogliettina con un bacio sull'angolo della bocca e una carezza alla pancia.



 

   
 
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