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Autore: Maico    05/08/2015    4 recensioni
- rating arancione per le numerose scene di guerra-
Dopo la sconfitta di Gea sembrava che stesse andando tutto bene ma per l’ennesima volta Nico di Angelo scompare dalla circolazione senza dire niente a nessuno. La sorella, Hazel, non avverte la sua morte ma il padre, così come il resto degli dèi, dissimulano ogni loro tentativo di ritrovarlo.
Sono passati quattro anni e ormai al campo la vita di tutti procede tranquilla.
Nessuno sembrava essersi accorto della totale mancanza dei mostri in circolazione fino a quando un giorno un gruppo di nuovi semidei, campeggiato da Will Solace, non verrà attaccato da quattro chimere.
Chi saranno quelle figure nere che sono accorse in loro aiuto?
E per quale motivo i mostri stavano ricomparendo?
DALLA STORIA
-Siete tutti morti- disse con voce bassa raggelando l’intero padiglione. Chirone era nervoso, la sua coda si agitava a scatti e il suo sorriso di solito cordiale era stato sostituito da uno di circostanza. Guardava i nuovi arrivati deglutendo e battendo ogni tanto gli zoccoli. Perfino Clarisse rimase ammutolita e non aprì la bocca ma i suoi occhi mandavano lampi contro i cinque.
-Cosa ve lo fa pensare?- ringhiò Percy.
Genere: Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Ade
 
 
 
-Voi, non siete altro che feccia! Della peggior specie! Non potete fare questo! Lui è mio figlio!
Il consiglio degli dèi era riuniti intorno al tavolo, osservando dall'alto dell'Empire State Building il corpo esanime di un giovane semidio, l'arto destro mozzo, il viso scorticato e diverse contusioni e ferite gravi a costellargli il resto del corpo. Ad Ade, anche se non l'avrebbe mai ammesso, gli si stringeva il cuore, o qualsiasi cosa lui avesse nel petto, e accarezzando il suo elmo cercava di rimanere calmo mentre Persefone, stremata sul posto affianco al suo cercava di riprendersi dalla battaglia da poco vinta insieme a Thanatos. 
Ade avrebbe distrutto mille e altre mille volte Eris e sua figlia Ate ma era stato costretto a relegarle ai primi livelli del Tartaro per qualche decina d'anni.
Tutto sotto richiesta di quei palloni gonfiati dei suoi parenti. 
Avrebbe volentieri sgozzato Zeus che aveva cercato di fulminare suo figlio che aveva appena salvato il campo e anche Jason Grace. 
Zeus il nome ti dice qualcosa?
OH, GIUSTO! È IL TUO PUPILLO!
-Non capisco perché si ostinino a tenerlo in vita- borbottò il signore del cielo osservando curioso i semidei raccolti intorno a Nico.
Hazel cercava di trattenere l'anima del moro, stritolandogli una mano e singhiozzando sommessamente. 
Percy stava facendo circolare il sangue nelle vene del ragazzo, pompandolo nella cuore. 
Jason invece là vicino era pronto per intervenire se il cuore si fosse fermato, cosa che era successa già ben quattro volte ma con somma gioia del dio degli Inferi il biondo ci sapeva fare. 
Un figlio di Apollo, ad Ade sembrò quello da cui Nico doveva correre ogni tre giorni, stava cantando in greco antico un'antica benedizione del padre e stava curando la maggior pare delle ferite, bloccando con un laccio emostatico l'emorragia al braccio. 
Piper stava utilizzando la lingua ammaliatrice facendo in modo che Nico rimanesse cosciente il più a lungo possibile. 
Reyna donava parte della sua forza mentre Leo e Frank parlavano, cercando di capire se sarebbe stato possibile cicatrizzare le ferite con il fuoco del figlio di Efesto. 
La figlia di Atena.. Beh Ade non capiva cosa effettivamente stava facendo dato che aveva preso la mano dalla stretta di Hazel e se l'era posata in grembo, mormorando qualcosa di inudibile per gli olimpici. 
-Fratello tu non puoi farlo!- gridò nuovamente il dio, stanco di tutto quel silenzio che non era altro che una perdita di tempo. 
Non aveva avuto neanche il tempo di vedere di persona come stesse perché, subito dopo esser comparso sul cratere creato dalla sua caduta, aveva solo fatto in tempo a toglierli l'elmo prima che lo consumasse del tutto e gli dèi lo aveva trasportato sull'Olimpo. 
-Se anche non intervengo ormai morirà di sicuro- disse svogliato -Ancora pochi minuti..
-No!- si alzò in piedi e si diresse in un angolo della sala -Vi proibisco di farlo! Non potete tagliare il filo!
Le Parche non si degnarono neanche di alzare lo sguardo, prendendo tra le dita ossute un filo consumato, strappato in più punti e quasi sul punto di spezzarsi del tutto. 
-Tu non puoi impedire il destino- dissero all'unisono con voce raschiante. 
-Invece si!- ringhiò tornando al suo posto, un ghigno sul volto -Io propongo di donare l'immortalità a Nico di Angelo. 
Poseidone rischiò di strozzarsi con il proprio nettare. 
-COSA?!- dissero gli dèi in coro, osservando il luccichio pericoloso negli occhi del re degli Inferi. 
 
Si sentiva il corpo pesantissimo. Il sangue gli pulsava nelle tempie, facendogli sentire il battito cardiaco fin alle dita dei piedi. 
Sentiva bruciare tutto il corpo ma la zona che sentiva ribollire maggiormente era il braccio destro. 
Il petto gli provocava fitte atroci ogni volta che immetteva aria nei polmoni, i quali sembravano chieder pietà ogni respiro. 
Un tepore abbastanza piacevole allietava le sue sofferenze, rendendogli le palpebre pesanti. 
E lui gli occhi li voleva chiudere, non esser più costretto a fissare il vuoto sfocato, irriconoscibile per la stanchezza della vista. 
Era come se tutto il suo essere si volesse ribellare. 
Voleva dormire, smettere di respirare per un attimo e di provare dolore al petto. 
Già, il petto. 
Era lá che tutto era concentrato. 
Un freddo gelido, che contrastava la sua pelle bollente, espandendosi velocemente sul costato, imprigionandolo e facendolo quasi urlare. Muti gridi di sofferenza. 
Gridi che nessuno avrebbe potuto sentire perché dalle sue labbra spaccate e gonfie non proveniva che un flebile fiato di vita spezzato. 
Perché c'era qualcosa che gli impediva di addormentarsi e riposare. Un sibilo fastidioso e continuo che non gli faceva chiudere gli occhi lasciandolo in quel limbo senza fine. 
Sentiva caldo. 
Aveva freddo. 
Ma qual era l'una e l'altra?
Cos'erano quelle parole?
Chi era... lui?
Cos'era quel frastuono che gli stava facendo sanguinare le orecchie?
Basta! BASTA!
Perché si sentiva vuoto?
E cosa significava "vuoto"? 
Lo aveva pensato al dolore al petto? O a quel formicolio sulla sua pelle alla sua destra?
E intanto il brusio si faceva sempre più forte, mozzandogli il fiato in gola e facendolo gemere lievemente dal fastidio. 
Ma quello non aveva pietà di lui e continuava.  
Continuava fino a farlo impazzire, trasformando quei suoni senza senso in frasi compiute che si abbatteva nella sua mente violentemente, come a cercare di spaccargli il cranio per uscire. 
"È UNA FOLLIA!"
-Nico ti prego apri gli occhi, resisti..-
-Non puoi farmi questo Nico! Me ne infischio degli dèi!-
"Voi avete fatto la stessa offerta a quel pivello di Percy!"
-Nico, tu v-volev-evi sap-pere il n-nome?- la frase si interruppe dandogli un attimo di pace -È Nico, avevamo deciso di chiamarlo come te..-
-Non morire Nico! Dovevi proteggerci, non ricordi? Ma se tu muovi come ci riuscirai? No, Nico! Nico!
"Lui è il più forte di tutti! Più forte dello stesso Ercole! Io vi avviso fratelli miei, se lo vedrò nel mio regno farò marciare i morti in terra! Darò il via all'apocalisse!"
"Non oseresti!"
"Sfidami" (*)
Chi era Nico?
Chi erano i proprietari di quelle voci?
Perché lo lasciavano incatenato a quella sua sofferenza?
No, lui non..
Sentì il cuore pulsare a ritmo sempre maggiore, l'adrenalina diffondersi nel sangue e percorrerlo come una scarica elettrica. 
Boccheggiò spalancando gli occhi, urlando a causa del dolore atroce su tutto il corpo e afferrando la causa di tutto ciò. 
 
Will sobbalzò non appena il moro gli afferrò con un gesto secco il polso, stritolandolo nella sua stretta. Il biondo poteva sentire l'osso scricchiolare, implorando di essere liberato ma la gioia di vedere Nico ancora vivo surclassò ogni tipo di dolore. 
Lui era vivo! Era..
Era..
Abbassò lo sguardo lucido di nuove lacrime quando Nico lo lasciò, facendo cadere a peso morto l'arto. 
Gli occhi quasi del tutto bianchi e vitrei si guardavano intorno frenetici, il petto che velocemente si abbassava e alzava. 
La tosse che gli percosse il corpo sporcandogli la pelle lattea delle labbra di rosso. 
Le ferite che si riaprivano. 
Il sangue che inzuppava i teli e le bende con cui l'avevano coperto. 
I capelli bianchi appiccicati sulla fronte a causa del sudore. 
Dov'era Nico in tutto quello?
Semplicemente non c'era. 
Quel corpo era diventato un involucro vuoto che ospitava una misera scintilla di coscienza che rapidamente si stava spegnendo. 
-Nico..- disse Hazel accarezzandolo -Il mio Anii, mio, mio, mio- sembrava di nuovo sul punto di scoppiare a piangere. 
-Mi avevi detto che saremo stati assieme dopo la fine della battaglia. Ma tu.. Tu stai..
Si coprì il volto con le mani, nascondendo la testa nel petto di Frank. 
-Cugino- Percy si avvicinò -Ci hai salvato tutti, saremo morti se tu non fossi intervenuto con i tuoi Destroyers. 
Si fermò per riprendere fiato -Lo so che probabilmente non è molto ma io e Annabeth- mise una mano su quella della donna -abbiamo deciso di chiamare nostro figlio con il tuo nome. 
Lo sguardo quasi del tutto cieco di Nico si posò su di loro per un attimo, prima di tornare a studiare la stanza e gli occupanti. 
Il braccio magro si alzò lentamente, sfiorando i visi di tutti, raccogliendo quelle lacrime che nessuno riusciva a contenere. 
Fece un sorriso stanco, i muscoli del volto che sembravano urlare di dolore per quella semplice azione. 
-N...an...ere..- sillabò a fatica continuando ad asciugarli le guance. 
-No..pia..ere..
Perché i suoi amici piangevano?
Dovevano essere felici, loro avevano vinto. 
Potevano continuare a vivere una vita felice, senza più pericoli per qualche altro anno. 
E allora perché erano tristi?
Lui lo sapeva che non ce l'avrebbe fatta, ma gli andava bene. 
Li aveva protetti. 
Aveva rivisto la sua Imōto. 
Aveva reso fiero suo padre.
Cosa poteva desiderare di più?
No Will... Non l'hai sentito?
Non piangere. Fagli come ultimo regalo uno dei tuoi radiosi sorrisi. Sarebbe così bello vederne uno dal vivo dopo tutti quegli anni. 
Sorridi, ti chiede solo questo. 
Fallo per lui, per l'amore che tanto hai enunciato in quel periodo.  
"Per me è sì"
"No"
"Io sono d'accordo"
"Hai così tanta paura che mio figlio in qualche modo possa superarti? Il signore del cielo che trema per un Mezzosangue!"
"Zitto! Io non temo nessuno, tantomeno quello scricciolo!"
"Dimostralo allora!"
Era quello?
Quello era il filo della sua vita?
Quella sottile linea rossa che gli fluttuava davanti agli occhi?
Era così vicina da toccarla, così sottile. 
Talmente fragile. 
E quelle?
Erano quelle le forbici delle Parche?
Così affilate, così appuntite..
Così vicine al filo rosso. 
L'intero suo corpo gli tremò. 
Anche se non l'aveva espresso apertamente a lui sarebbe piaciuto vivere. Conoscere l'amore come i suoi amici, formare una famiglia, invecchiare e morire come qualsiasi essere, felice di aver passato tutta la vita con le persone a cui voleva bene. 
Chiuse gli occhi mentre le forbici si aprirono con un sibilo metallico, avvicinandosi sempre di più. 
Lui..
Due lacrime gli scesero sul volto sporco. 
...
Il respiro si faceva sempre più corto. 
...
No! Lui voleva vivere! No!
La sforbiciata gli arrivò chiara alle orecchie, così come l'immenso fuoco che gli scioglieva il ghiaccio nel petto e non si fermava, gli bruciava anche la pelle, gliela consumava, scavando fino all'osso. 
Urlò, non sapendo neanche lui da dove avesse preso la voce. 
Sentiva il cuore battere furioso, galoppargli nel petto e non fermasi più, il battito rimbombargli violento nelle orecchie assordandolo. 
E poi l'infinito bianco, una distesa accecante e senza fine. 
Ma c'era qualcosa che non andava. 
Perché sentiva il suo cuore ancora battere? E il suo respiro? E dov'era il senso di bruciore al petto?
Sentì lo stomaco salirgli in gola e la sensazione di vuoto impossessarsi di lui. 
Cadde infine su una superficie fredda e liscia che gli fece scappare un gemito. 
Aprì gli occhi cercando di capire cosa fosse successo. 
Urlò quando si ritrovò tre volti raggrinziti davanti, ad un palmo dal suo naso. 
-Un peccato- dissero fissandolo e sferruzzando nel frattempo -Un vero peccato. 
Gattonò all'indietro, allontanandosi più che poteva dalle Parche e guardandosi attorno. 
Sbiancò, desiderando morire e basta in quel momento nonostante poco prima avesse desiderato vivere. 
-Figlio come ti senti?
Nico si girò di scatto verso Ade, ma continuando a fissare gli altri dèi che dall'alto dei loro troni lo osservavano. 
L'avevano portato là per ucciderlo con le loro mani?
-Figlio!
Nico si decise a distogliere lo sguardo da un accigliato è decisamente poco contento Zeus e fissò stordito suo padre. 
-Sto..- si diede una rapida occhiata al corpo, trovandolo come nuovo, ma comunque senza il braccio destro. 
-...bene. 
Ade annuì facendo un sorriso tirato. Persefone invece gli fece un leggero cenno col capo per tranquillizzarlo. 
-Tks! Avanti fratelli muoviti, non abbiamo tutta l'eternità!
A Nico Zeus sembrava arrabbiato, forse perché non l'aveva ancora ridotto a brandelli di carne fumante, ma il tono che usò con suo padre non gli piacque per niente. 
-Che hai da fissare marmocchio?
Oh, quante ne avrebbe volute dire Nico, talmente tante da farlo impazzire. E infondo, se lo stavano per uccidere che aveva da perdere? Era là per dare spettacolo, non c'era altra spiegazione. E allora perché far attendere il suo pubblico?
-Sei solo un pallone gonfiato!- urlò guadagnandosi delle occhiate sbigottite da tutti -Il campo Giove e quello Mezzosangue stavano per cadere e voi non avete mosso il vostro regale fondoschiena neanche per aiutare Persefone e Thanatos a combattere Ate!
Demetra guardò la figlia con la bocca spalancata. 
-Tu hai combattuto?
-Ve ne fregate!- continuò il semidio -Mio padre invece- calcò molto sul possessivo -Mi ha addestrato per anni ed è sceso in prima linea a fronteggiare Eris negli Inferi, senza il suo Elmo del l'Oscurità! Lui nonostante sia il signore degli Inferi ha più carattere e senso di giustizia di tutti voi!
Ade sembrava sul punto di scoppiare a ridere davanti alle facce shoccate dei suoi colleghi divini. 
-Brutto piccolo..!- Zeus si protese dal suo trono ma Era lo fermò, inclinando la testa di lato e guardando il piccolo essere che li aveva insultati. 
-A me piace- disse Ares interrompendo il silenzio -Combatte bene, anche se non come il sottoscritto, e ha la stoffa. 
-Non mi sembra tanto intelligente da come ci ha parlato- Atena lo scannerizzò con lo sguardo -ma ha un ottimo spirito di sacrificio. 
-Mm.. Non so che dire in verità Ade, è figlio tuo. 
Poseidone sembrava abbastanza annoiato di stare là ma nei suoi occhi si poteva scorgere una malcelata curiosità. 
-A me sta simpatico- ribatté Efesto -sarebbe carino studiarlo. 
-Finalmente qualcuno più giovane di me!- trillò Apollo ma gli dèi lo zittirono subito. 
Artemide invece sembrava studiarlo ma Nico mai e poi avrebbe ricambiato lo sguardo. 
-Perché sono qua?- chiese infine a suo padre. 
Zeus sbuffò caricando l'aria di elettricità. 
-Sei qui perché tuo padre ha pensato bene di obbligarci a non ucciderti. 
A Nico il discorso non tornava comunque. Lui stava già morendo ancor prima che gli dèi intervenissero. 
-Straparlando sui vantaggi che ci sarebbero con la tua nomina..
Ma cosa stava dicendo?
-Quale nomina?
-Ma quella di dio pasticcino!- Afrodite batté le mani felice -Saresti anche un bel partito..- sussurrò guadagnandosi sia un occhiataccia da Efesto che da Ares. 
Nico era.. Non lo sapeva neanche lui cosa provava in quel momento. 
-Cioè io..
-Sei un dio- borbottò il signore del cielo. 
-..SAREI MORTO?
Atena sospiro leggermente. 
-Saresti morto se Ade non avesse incastrato Zeus proprio nel momento in cui le Parche stavano per tagliare il filo. 
Nico era un dio..
Si accasciò a terra, passandosi più volte la mano tra i capelli. 
Non era possibile, lui non..
Non poteva essere!
Si lasciò sfuggire una risatina isterica. 
Stige alla fine lo aveva incastrato, avrebbe dovuto continuare a proteggere i semidei per l'eternità. 
Ma sarebbe stato lui a dettare le regole del suo fato. 
 
 
 
 
                 ~Fine
 
 
 
 
Angolo autrice e prossime dritte:
 
*i discorsi con "-" sono dei semidei, quelli con " sono degli dèi*
 
 
 
Allora gente la storia è finita!!!!
Il finale è aperto quindi potete immaginare voi quello che succede dopo ma adesso smettetela di sclerare per il finale e prestatemi ascolto!
Lo so che può sembrare un po'...  "Mmm" ma era il modo migliore di finirlo. Cosa sparavate? Che tornava subito al campo a prender i pasticcini e il tè?? Comunque..
Farò un sequel che potrebbe anche esser letto a parte.. Vabbè sarà ambientato circa sessant'anni dopo la "battaglia del kraken" quindi con una nuova generazione di semidei. 
Nel capitolo di Hazel infatti avevo lasciato intendere qualcosa. 
Tutti i maggiori dettagli ci saranno alle quattro e mezza o cinque quando pubblicherò il prologo. 
Sarà ad iscrizioni aperte e..
Tanto lo saprete tra qualche ora. 
Quindi a tutte le persone che hanno letto questa storia e continueranno a seguirmi io dico
GRAZIE
 
A chi ha recensito 
A chi ha messo la storia tra le preferite e seguite. 
Anche per i lettori silenziosi che solo con le loro visualizzazioni mi risollevavano il morale.  
 
Pace popolo fangirliano!
I Destroyers ritorneranno!
   
 
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