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Autore: Hoshi_Rin    05/08/2015    0 recensioni
“Il potere delle parole, o meglio, della scrittura è più forte di quello che immaginiamo e ci trascina in mondi che, invece, sogniamo.”
Almeno, così ci racconta Ruby, in questa storia scritta di suo pugno e vissuta da lei stessa.
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

 

“Il potere delle parole, o meglio, della scrittura è più forte di quello che immaginiamo e ci trascina in mondi che, invece, sogniamo.”

D'accordo, non mi sembra il modo adatto per cominciare un racconto, me ne rendo conto... Piuttosto, lasciate che vi spieghi un attimo la mia storia per comprendere l'incipit che sembra tanto una frase fatta, ma vi posso assicurare che è vera, avendo vissuto il tutto in prima persona.

Io mi chiamo Ruby e all'epoca ero una semplice ragazza di diciotto anni che frequentava l'ultimo anno di liceo artistico. Forse l'unica cosa che pensavo mi rendesse così speciale erano i miei capelli rossi, ma non erano poi così poco comuni.
Non mi lamentavo affatto della mia vita sociale, come diversamente accadeva quando ero più piccola: avevo parecchi amici e uscivo spesso la sera. Ero la figlia perfetta, studiosa e sempre disponibile che i miei genitori avevano sempre desiderato, perciò avevo avuto la possibilità di instaurare un ottimo rapporto di fiducia con loro.
Nonostante fossi molto richiesta dai miei amici per uscire o andare a qualche festa, spesso preferivo rinchiudermi in camera, col pc acceso su una pagina vuota di Word dove un giorno la storia che avevo in mente da quasi tre anni avrebbe preso vita. Di certo non mi aspettavo che ciò accadesse in senso letterale.
Essendo molto presa da storie di luoghi e personaggi fantastici, sognavo e scrivevo spesso su questo genere. A volte mischiavo anche elementi di fantascienza, ma fino a quel momento, la mia storia era stata pensata come fantasy.
Il mio personaggio preferito era la protagonista, la Demone Poicendis: la consideravo la mia opera migliore. Forse perché era tale e quale a me, tanto che anche quando la disegnai per la prima volta, presi spunto da me stessa, dopo essermi guardata allo specchio per pettinarmi prima di andare a letto. Le allungai solamente i capelli. Per il resto, eravamo due gocce d'acqua, a livello fisico e caratteriale.
Dopo aver dato forma a Poicendis andai a dormire, soddisfatta del mio lavoro, e pronta a continuare la storia il giorno dopo. Mi portai a letto il taccuino dove appuntavo qualche elemento da tenere a mente perché, qualche volta, capitava che mi svegliassi la notte con qualche idea nuova e, non volendo certamente perderla, la aggiungevo alla scaletta.
Se non altro, oggi mi rincuora il fatto che avessi deciso di mettere il taccuino sotto il cuscino. Allora non potevo certo immaginare che il disegno di Poicendis mi sarebbe costato un cambiamento enorme nella mia vita. Penso che il tutto fosse frutto di un sogno, ma ho l'impressione che non sia così. Non l'ho mai detto nessuno, o mi avrebbero sicuramente mandato in cura da uno specialista. Sapevo di non essere pazza. Anche se ancora mi chiedo come possa essere successo quanto sto per raccontarvi.


 

Caterina Losi©2015-All rights reserved
Questa storia è protetta da COPYRIGHT. Ogni tipo di plagio o riproduzione senza autorizzazione è punibile legalmente.

   
 
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