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Autore: Letizia25    06/08/2015    1 recensioni
«Com’è la vita?»
«La vita è bellissima già per il semplice fatto di esistere, per il fatto di poter dire: “Sono parte di qualcosa di meraviglioso”. Perché la vita è bellissima, nonostante tutti i problemi che possano presentarsi durante il cammino. La vita è un continuo cadere e rialzarsi, a volte da soli, a volte grazie agli altri. La vita è colore, è quell’unico arcobaleno che, qualche volta, comprende anche il nero. La vita è scoprire, emozionarsi, piangere, ridere, soffrire. La vita è originalità, è unica. La vita è pazzia pura.»
*
«Ti prego Ashton, insegnami a vivere!»
«Ma non so come si fa.»
«Allora lo capiremo insieme.»
*
Il destino si divertirà a far incontrare due mondi apparentemente diversi, ma accomunati da tante, troppe cose. Due ragazzi si si ritroveranno a lottare insieme contro qualcosa che all’apparenza sembra impossibile da affrontare. Ma poi l'amore si mette in mette in mezzo.
E sarà proprio l’amore ad aiutarli a superare qualsiasi cosa, insieme.
*
Una storia che parla di quanto sia importante vivere al massimo ogni singolo giorno che ci è dato da vivere, perché la vita è una sola e non va sprecata, mai.
*
Trailer: http://youtu.be/1rNyxp_yUAI
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sto scrivendo una storia a 4 mani con Nameless_Sam, una mia amica :).
Si chiama Can you keep me safe tonight? e la trovate sul suo profilo.
Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate, ci fareste felicissime, sul serio!
Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=6SIgzZVoKfs) e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3192273&i=1). 
Buona lettura!


20.
Luce
 
 

«Siete stati bravissimi!»
«Pazzeschi!»
«Non riuscivamo a crederci!»
Queste erano solo alcune delle cose che i ragazzo si sentirono dire dai loro genitori – i signori Irwin compresi – non appena scesero dal palco, ancora increduli e pieni di un’adrenalina che non sarebbe sparita tanto facilmente, non dopo quello che avevano appena vissuto. Perché la serata era andata bene, benissimo, molto meglio di quanto si fossero aspettati. Non avrebbero mai pensato che, proprio a Beside you, la folla avrebbe iniziato a cantare con loro, dando vita a qualcosa che i ragazzi non avevano mai sperimentato prima di allora, una sensazione fantastica, che li aveva presi tutti, li aveva scossi e riempiti di orgoglio, di soddisfazione, di una felicità senza confini. Perché avevano semplicemente mostrato la loro passione, e alle persone era piaciuta, e neppure poco.
Ashton – non appena la vide – sorrise a sua madre, che non resistette e l’abbracciò forte, come da tempo non accadeva, come quando era piccolo. E lui li lasciò stringere, si lasciò cullare, si lasciò amare da sua madre, com’era giusto che fosse, soprattutto ora che il loro poteva davvero dirsi un rapporto, dopo troppi anni di silenzio; anni che non avevano fatto bene, per niente, né a lui né ai suoi genitori.
«Sono così orgogliosa di te, tesoro mio.» gli disse Anne Marie, gli occhi lucidi e ormai prossimi al pianto, la voce insicura, le braccia tremanti attorno al corpo del ragazzo, che sorrise intenerito e la strinse forte a sua volta, cercando di farle capire quanto bene le volesse.
«Ottimo lavoro, figliolo.» si complimentò invece suo padre, la voce tranquilla, i gesti pacati – dato che il signor Irwin era un uomo molto riservato e di rado si lasciava andare ad ogni qualsiasi minima effusione d’affetto – l’orgoglio per suo figlio negli occhi chiari; gli stessi occhi che Ashton aveva ereditato.
In quell’istante, il riccio si sentì bene, mentre il cuore prendeva a battergli un po’ più veloce nel petto. Perché finalmente lui, i suoi genitori, Lauren e Harry erano una famiglia, una vera famiglia, anche grazie al fatto che lui stesso era diventato molto più presente, sia con gli adulti che con i piccoli di casa. E nessuno di loro avrebbe potuto chiedere niente di meglio.
Eppure… Eppure Ashton sentiva che in quel momento mancasse qualcosa, qualcosa di davvero molto importante, come un quesito irrisolto a cui doveva dare una risposta in ogni modo, quasi fosse vitale trovare la soluzione di quel problema. Però… Che cosa mancava davvero?
Vagò con lo sguardo stanco per la sala, ancora piena di persone – anche se molte che erano lì per il concerto fino a poco prima se ne erano già andate a causa dell’ora tarda. Tuttavia quel senso di incompletezza non si attenuò, anzi, aumentò quasi a dismisura, come un segnale d’allarme che doveva fermare ad ogni costo.
Proprio in quel momento, il proprietario dell’hotel si avvicinò ai ragazzi e alle loro famiglie.
«Sono onorato di aver ospitato il vostro concerto, ragazzi.» iniziò, con un ampio sorriso sul viso. «Siete veramente degli ottimi musicisti.»
I ragazzi sorrisero imbarazzati e felici a causa di tutti quei complimenti inaspettati.
«Dobbiamo ringraziare mia cugina se siamo arrivati qui.» rispose Calum felice di avere qualcuno come Kaylin accanto a lui. Perché era stato solo grazie a lei se tutto quello era potuto accadere, per più motivi, uno dei quali era presente e non sapeva neppure di esserlo
«Cosa intendi?» chiese Ashton, incuriosito dal fatto che il moro avesse tirato in ballo la sua migliore amica in quel discorso. Cosa c’entrava lei con tutto quello che era accaduto da due mesi fino a quella sera tra lui e gli altri ragazzi? Non gli aveva mai detto niente.
E intanto il suo cuore continuava a battere forte, preso dalla sorpresa della notizia e dall’ansia di sapere.
Calum sorrise – come tutti gli altri ragazzi del gruppo, che ormai avevano capito da un pezzo come stessero le cose – e rispose, sganciando quella bomba che aveva tenuto al sicuro, almeno fino a quel momento.
«È grazie a lei se sei nella band.» disse Calum, soddisfatto della reazione che aveva provocato nell’amico
«È stata lei a darci il tuo numero.» continuò il moro, sempre sorridente, con Elen che gli stringeva la mano.
«Ci ha detto che eri davvero in gamba..» proseguì Michael, mentre Tara gli sorrideva complice.
«Ed aveva ragione.» concluse Luke abbracciandolo, mentre Nathalie non riusciva a smettere di sorridere.
«Kay? Kay… Ha davvero–?»
«Sì.» rispose Calum. Gli altri sorrisero, divertiti ed inteneriti da quel ragazzo a cui volevano – e avrebbero sempre voluto – un bene immenso.
E ad Ashton servì soltanto un secondo per rimettere insieme i pezzi. Un secondo per capire gran parte di quel qualcosa che fino a quel momento gli era rimasto sconosciuto. Quel qualcosa di troppo importante che non si sarebbe fatto scappare per nessun motivo al mondo.
«È uscita dalla porta sul retro.» gli fece sapere Calum sorridendo ancora – che tanto già aveva capito che cosa avrebbe fatto il suo migliore amico – dandogli una lieve spinta nella direzione appena indicata.
Il riccio, semplicemente, gli sorrise, grato per ogni cosa che in quei mesi l’altro aveva fatto per lui, spesso senza rendersene conto davvero, soprattutto nei momenti in cui il riccio avrebbe solo voluto mollare tutto perché non si sentiva abbastanza, in niente. Calum però era sempre rimasto con lui, come tutti gli altri, a sostenerlo e ad aiutarlo, proprio per quella profonda amicizia che li legava e che lo avrebbe sempre fatto.
Si allontanò dal gruppo e quasi corse verso quella porta con il cuore che gli batteva così forte nel petto quasi volesse esplodere da un momento all’altro per quelle emozioni che stava provando tutte in una volta, così tante, così confuse, che quasi non lo facevano ragionare.
Eppure… Eppure una cosa che lo teneva ancora lucido c’era. Una sola, ma sufficiente a non farlo perdere.
Perché forse aveva trovato la soluzione a tutto, forse aveva trovato la risposta a tutti quei Perché? che gli ronzavano dentro da mesi, proprio grazie all’aiuto dei suoi amici, che non avrebbe mai ringraziato abbastanza per tutto quello che gli avevano dato.
Quasi corse, e per poco non rimase senza respiro quando, aperta la porta che dava sul retro, si ritrovò davanti la figura di Kay, con gli occhi lucidi ed il sorriso sulle labbra.
 
Kay era uscita un attimo dal grande salone e si era diretta fuori perché aveva bisogno di respirare a pieni polmoni, aveva sentito il bisogno di restare da sola per un po’, per rimettere in sesto tutti quei pensieri, tutte quelle emozioni contrastanti che non facevano che vorticare dentro di lei da quando i ragazzi avevano iniziato a suonare Beside you. Diamine, quella canzone le era entrata così dentro, così in profondità, da farla sentire nuda di ogni cosa, senza alcuna difesa contro quello strano qualcosa che ancora non riusciva a capire e che le provocava solo tanta confusione dentro al cuore, lasciandola senza respiro a causa di quell’intensità che non riusciva più a gestire.
In più, quella sera, il suo cubo di vetro non aveva fatto altro che peggiorare la situazione, rendendo il tutto ancora più difficile. Perché quella prigione aveva ripreso a giocare lentamente col suo cuore, a fargli male, nonostante l’aria di gioia, di felicità di quella che – almeno per gli altri – sarebbe stata una serata da ricordare per tutta la vita. A lei, invece, era negato pure quel piccolo, semplice sollievo.
Era come se la vita le ricordasse continuamente che lei non sarebbe mai stata completamente libera, che i ricordi, il dolore, la mancanza si sarebbero sempre fatti sentire, sarebbero sempre stati presenti dentro di lei, per scavarle nell’anima solchi profondi ed inguaribili, mentre quello stesso cubo di vetro – nonostante le numerose e profonde scheggiature – si preoccupava di non far entrare neppure un misero fascio di luce in quel buio che lentamente si stava impossessando di lei.
Era stanca, Kay, stanca di tutta quella situazione che non riusciva più a gestire, almeno non da sola; quella situazione che stava durando da tutta una vita e che giorno dopo giorno le toglieva una parte di sé, rinchiudendola chissà dove, in modo che lei si perdesse e arrancasse.
Sospirò lentamente e puntò gli occhi scuri verso il cielo completamente pieno di stelle.
E si sentì in pace, anche se solo per un attimo.
Perché presto la sua mente venne invasa da tutt’altre cose, perché i sentimenti provati durante il concerto e tenuti soppressi fino a quel momento si stavano ribellando, stavano cercando di uscire fuori. E lei, quella sera, non aveva la forza sufficiente per controllare ogni cosa. Per questo lasciò che, solo per quella volta, tutto prendesse il sopravvento su di lei, nel bene e nel male; si lasciò travolgere da tutto quel che provava e che aveva tenuto nascosto per troppo tempo. Si lasciò travolgere, e quasi cadde nuovamente in quel buco nero da cui, lentamente, era riuscita ad uscire con l’aiuto di Ashton.
Ashton.
Appena quel nome le rimbombò dentro, tutto ad un tratto si immobilizzò, facendola concentrare solo su di lui.
Su quel ragazzo a cui sapeva di tenere più della sua stessa vita; su quel ragazzo che spesso le mancava più dell’aria; su quel ragazzo che, con pazienza, affetto e amicizia, era riuscito a fare entrare un poco di luce in quella prigione da cui non sembrava essere destinata a liberarsi. Lui, che era la persona più importante della sua vita, la causa e la ragione per cui riusciva a sorridere più spesso e grazie alla quale riusciva a trovare la forza di affrontare tutte quelle difficoltà che la vita aveva deciso di metterle davanti da sempre. Lui, che in quegli ultimi tempi era diventato il centro dei suoi sogni. Lui, per il quale sapeva di provare qualcosa di molto profondo, che andava al di là della semplice amicizia. Lui, che troppo spesso le causava batticuori inattesi e che le faceva perdere il respiro con niente. Ashton, che le aveva insegnato a vivere.
Ashton, per cui sapeva che avrebbe dato tutto quello che aveva per renderlo felice.
E non appena pensò quell’ultima cosa, il respiro le si fermò in gola, il cuore le si fermò nel petto e gli occhi si fermarono sulle stelle, come a voler trovare quella conferma che cercava da tanto, tantissimo tempo. Perché una cosa simile a quello che le era appena passato dentro l’aveva sentita dire pure da Grace, e sapeva benissimo a chi la donna si stesse riferendo in quel momento.
E rabbrividì, quando si rese conto davvero di quello che aveva sempre provato per Ashton, sentimenti che le erano sempre stati davanti in tutti quei mesi e di cui tuttavia era riuscita a rendersi conto solo in quel momento, con il cuore in subbuglio, la mente quasi per niente lucida, gli occhi appannati a causa delle lacrime.
Rabbrividì, ed in un istante si sentì attraversare da una scossa tiepida, piacevole, che arrivò a toccare ogni sua più piccola cellula, rendendola più luminosa, facendola sentire meglio.
Sorrise, mentre il cuore iniziava a batterle un poco più forte.
Era davvero così?
Era davvero quello l’amore?
Era davvero così strano, bello e spaventoso allo stesso tempo amare qualcuno?
Era proprio così che ci si sentiva?
La sensazione di leggerezza, il senso di completezza nel cuore, la felicità infinita che – nonostante tutto – pure lei si era ritrovata a provare, proprio grazie ad Ashton.
Ashton, il ragazzo di cui si era innamorata.
E non sapeva neppure lei come avesse fatto, come tutto fosse successo. Non si sarebbe mai aspettata che in quei mesi avrebbe potuto nascere un sentimento simile dentro di lei verso il suo migliore amico. Sapeva solo che quel sentimento c’era, sapeva che era forte ed intenso dentro di lei. Così forte da lasciarla completamente inerme per la sorpresa, il sollievo, la felicità senza confini.
Sospirò ancora e percepì che i suoi occhi lentamente stavano diventando lucidi. E si passò una mano sulla guancia per mandar via quelle piccole lacrime che avevano iniziato a scenderle dagli occhi proprio a causa di quella verità, a causa di quel qualcosa, di quell’emozione forte che finalmente era riuscita a capire e che tuttavia le sembrava quasi impossibile da credere.
E fu proprio in quel momento che la porta dell’hotel che dava su quel vicolo si aprì, sorprendendola con la figura di Ashton davanti a lei.
 
Ashton, che non aveva fatto altro che pensare a quella ragazza mora per tutti quei minuti che aveva impiegato per raggiungere quel posto, stando attendo a non andare addosso le persone, a non far del male a nessuno.
Aveva pensato a Kay, tanto. Era dentro di lui, nella sua testa, nel suo cuore, da un tempo che non era più in grado di definire. E se ne era reso conto quando, cantando Beside you, aveva capito di aver scritto proprio per Kay quella canzone.
Si era reso conto che Kay era più di una semplice amica, più di una persona con cui poter essere libero di sentirsi se stesso ogni volta. Lei era più di tutto, era infinita e bellissima in ogni suo difetto, in ogni sua paura che la rendeva ancora più preziosa agli occhi di Ashton, che non avevano mai visto niente di più bello e di più forte di lei. Perché Kay era forte, lo era davvero, molto più di quanto credesse. Lo era così tanto da riuscire ad aiutare pure un caso totalmente perso come lui.
Lo aveva tirato fuori dalle macerie della sua stessa solitudine, aveva curato le sue ferite, gli era entrata dentro con delicatezza e con affetto, gli aveva fatto vivere il suo sogno più grande, gli aveva dato degli amici. E, in un modo che nessuno si sarebbe mai potuto spiegare, era pure riuscita a sanare il rapporto inesistente che lui aveva con i suoi genitori e che sarebbe rimasto tale se lei non fosse entrata nella sua vita.
Solo che, prima di quella sera, Ashton non aveva capito davvero.
Non aveva capito che la voleva nella sua vita, completamente.
Non aveva capito che sarebbe stata la ragione per cui avrebbe sempre combattuto e per cui avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di proteggerla, di sorreggerla, di non lasciarla cadere in quel buio da cui – con tanta fatica – era riuscito a tirarla fuori.
Non aveva capito quanto lei fosse importante per lui fino a che non aveva realizzato che avrebbe potuto perderla se la situazione tra di loro fosse sempre rimasta la stessa.
Non si era reso conto di volerle così bene fino a che non aveva cominciato a pensare che la felicità di lei venisse prima della sua, in ogni caso e in ogni circostanza.
Non aveva compreso quanto bene lei riuscisse a fargli fino a che quella sera, in mezzo a tutte quelle persone, lui non aveva fatto altro che cercare i suoi occhi color cioccolato per sentirsi a casa.
Semplicemente, Ashton quella sera aveva capito di amarla.
Di amare Kaylin incondizionatamente, totalmente, più di chiunque altro al mondo.
Ashton amava Kaylin.
Il perché forse non c’era, come non c’era un come. Era soltanto capitato, probabilmente perché entrambi si erano scambiati davvero tante cose, avevano condiviso così tante esperienze che ormai non riuscivano a distinguere dove iniziasse l’uno e finisse l’altra. Era un qualcosa cresciuto con calma, senza fretta, come se avesse voluto tastare bene il terreno prima di poter procedere sicuro, prima di farli cadere in quella rete che era l’amore e da cui, difficilmente, si riesce a liberarsi.
Ashton l’amava davvero, Kay.
E adesso che lo aveva capito, non avrebbe perso un secondo di più.
 
Le andò vicino e le sorrise debolmente, cercando bisognoso quelle mani affusolate e tiepide che riuscivano sempre a tranquillizzarlo. La osservò a lungo, attentamente, intensamente, riuscendo a scorgere in quegli occhi scuri un’anima bellissima e preziosa. Quell’anima che da quel momento in poi avrebbe sempre custodito e protetto, pur di tenerla con sé, pur di renderla felice, sempre.
Lei si sentì nuda ancora una volta, si sentì priva di ogni catena che la ancorava al buio, priva di dubbi, di paure di ripensamenti, svuotata da tutti quei Perché? che finalmente avevano trovato la risposta che cercavano negli occhi di Ashton. Quegli stessi occhi in cui lentamente si stava perdendo e da cui si stava facendo accarezzare l’anima fin nell’angolo più remoto e nascosto.
Non dissero niente. Semplicemente, rimasero ad osservarsi, con attenzione, con calma, cercando di memorizzare ogni particolare del viso dell’altro mentre il cuore batteva davvero troppo forte dentro di loro, scuotendoli, facendoli tremare impercettibilmente, facendoli rabbrividire a causa di quella felicità che sembrava non volerli lasciar andare.
Negli occhi dell’altro avevano finalmente trovato la risposta a tutte le loro domande; nell’anima dell’altro riuscivano a scorgere quel sentimento potente e vero, vivo, che li accomunava e che li rendeva una cosa sola ad ogni secondo che passava, senza che loro potessero farci niente. Semplicemente, si lasciarono guidare.
Avevano trovato quella persona che li completava, quel pezzo di puzzle che serviva per completare tutto.
Si sorrisero, timidi, incapaci di riuscire a far uscire anche solo una parola. E intanto le loro mani avevano preso ad accarezzarsi lentamente, timidamente, quasi avessero paura di commettere anche solo il minimo passo falso che avrebbe potuto rovinare tutto. Perché adesso che si erano trovati, non avevano la benché minima intenzione di perdersi di nuovo per un errore.
Ashton, con il sorriso sulle labbra che non aveva alcuna intenzione di sparire, portò le braccia di Kay attorno al suo collo, e la strinse a sé, felice, mentre lei si sentiva sulla cima del mondo, priva di tutto quello che fino a quel momento non aveva fatto altro che ferirla.
E poi, quelle parole che fino a quel momento avevano provato a bloccare, a tener nascoste, uscirono in un soffio. Un soffio, un sospirò che spezzò quel silenzio in cui entrambi avevano finalmente trovato la parte che mancava per completare quel loro puzzle che altrimenti sarebbe rimasto vuoto.
«Ti amo.»
Lo dissero insieme, a voce bassa quasi fosse un segreto, senza aver bisogno di aggiungere altro, senza fare quelle dichiarazioni da film. Non ne avevano bisogno. Semplicemente, si guardarono a lungo negli occhi, predi di una felicità infinita mentre i loro cuori battevano forte e li lasciavo inermi davanti a quel sentimento che, da quel momento in poi avrebbero conosciuto insieme.
Il resto venne da sé, come se l’amore avesse già deciso quali passi giocare con loro due.
Chiusero gli occhi e fecero incontrare le loro labbra, morbide, tiepide, bellissime da poter finalmente assaporare, da poter accarezzare senza fretta, inebriandosi del loro profumo, mentre le loro mani passavano delicatamente tra i capelli dell’altro, facendolo rabbrividire ancora di più.
E si baciarono, Ashton e Kaylin.
Si baciarono a lungo, con pazienza, con calma, con tutto l’amore che stava lentamente prendendo il sopravvento su di loro. Si baciarono, ed ogni secondo che passava era migliore di quello precedente. Si baciarono e trovarono quella parte che avevano cercato a lungo, per tutta la vita. Quella parte che in quei mesi avevano sempre avuto accanto ma che avevano scoperto solo quella sera.
Si baciarono.
E il bianco che Ashton aveva dentro si macchiò completamente di ogni colore, di ogni emozione, di ogni sfumatura della vita, cancellando la sua solitudine, mandando via le sue preoccupazione, le sue ansie, le sue paure, liberandolo e facendolo sentire finalmente vivo, ma vivo sul serio.
E la prigione attorno al cuore di Kaylin scomparve del tutto, nella frazione di un secondo, permettendo alla luce di invaderle il cuore, sanando gran parte di quelle profonde ferite che presto sarebbero state un lontano ricordo, facendo sì che il buio se ne andasse completamente da dentro di lei.
E si sentì viva sul serio, Kay, mentre Ashton la stringeva a sé, intensificando il bacio, facendo incontrare delicatamente le loro lingue e facendole danzare insieme in una danza che solo loro conoscevano e avrebbero potuto ballare.
Finalmente Ashton e Kay si erano trovati. Avevano capito di amarsi, di amarsi davvero tanto.
Finalmente la luce era entrata completamente dentro di loro.
E non avrebbero potuto chiedere niente di meglio.






Letizia
Beautiful people, good morning! <3
FINALMENTE SIAMO ARRIVATI A QUESTO CAPITOLO *^*.
Finalmente i nostri Ashlin si sono baciati, hanno capito di amarsi e stanno insieme *^*. Alleluia *^*
Awww, i nostri piccini *^*. Sono felicissima di essere arrivata a questo punto.
Piccolo avvertimento: siccome la parte più complicata era far arrivare la storia a questo punto, avevo bisogno di parecchi capitoli per far evolvere la loro storia, fino a farli arrivare a questo punto.
Ma dal prossimo capitolo in poi, il tempo della narrazione passerà più in fretta, semplicemente perchè le cose importanti che avvengono sono davvero poche e avvengono lontane l'una dall'altra.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :3; ci tengo tantissimo :3.
Fatevi sentire, mi raccomando ;). A presto e grazie mille per tutto: visite | recensioni | preferiti | ricordati | seguiti; siete meravigliosi ed io vi voglio troppo bene! <3
Un bacione, Letizia <3
   
 
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