Danzare e
illudermi,
non chiedo altro.
Sbizzarritevi,
fanciulle! Gettate in pasto ai cani il virginale pudore, sussurratemi
parole
sconce all’orecchio, siate sguaiate! Non tenterò
di scoprire la vostra
identità, lo giuro. Non spierò il volto che si
nasconde dietro la maschera,
perché dovrei? Sono più interessanti le maschere,
colorate, ben definite,
intercambiabili! Il viso è uno, spesso sciupato, non si
cambia e raramente sa
mentire; perché dovrebbe interessarmi?
Stasera ci si
illude, e
le maschere sono per chi vuole illudersi. Come le gonne delle donne.
Guardatele come
danzano, che belle forme disegnano quelle gonne: t’incantano!
Ed è logico,
perché c’è l’inizio della
vita, sotto quelle gonne! E tu pensi continuamente a
scoprire quel mistero, a voler entrare lì da dove sei
uscito, perché così tutto
avrà di nuovo un senso, tutto sarà
sistemato… e invece alzi la gonna e scopri
che sotto c’è… un buco. E ci entri, ed
è piacevole, ma mica è eterno…
finché
resti lì stai anche bene ma poi, quando esci…
Basta, Mercuzio,
basta.
Non è tempo di pensare, ora: bisogna aprire le danze. Che il
vino e la musica
vengano a inebriarmi, che mi impediscano di riflettere. Stasera siamo
tutti in
maschera.
E se indossiamo
una
maschera, non esistiamo. Non esistono ricchi e straccioni,
né belli e brutti,
né… né Montecchi e Capuleti! Che
importa se trascorrono le giornate a sbranare
e massacrare loro e chi li circonda? Ora siamo in un non-luogo, in un
non-spazio.
Sei felice, eh,
Romeo?
Questa è l’atmosfera giusta per te, tutta pace,
tutta sogno, tutta illusione!
Benvolio dice che io non ho la testa sulle spalle… ma si
sbaglia, caro Romeo,
quello con la testa altrove sei tu. Io il mondo lo conosco, per questo
lo
derido, per questo mi deprimo. Tu invece no.
Tu credi
nell’amore,
nei sospiri e nel batticuore. Tu saresti capace d’innamorarti
anche qui,
saresti capace… ma non mi dai il tempo di dirlo, Romeo, e
già lo fai! Perché ti
ostini a prender tutto con serietà? Perché non
sai essere frivolo? Non sai che
l’unico modo per sopravvivere è prendersi gioco di
tutto?
Guardalo,
Benvolio! Ma
no, Benvolio non guarda… Benvolio non vede. Quello che vede
e prevede sono io.
Dev’essere la mia condanna.
Le maschere
hanno un
solo difetto: non coprono gli occhi, ed è pericoloso,
perché il cuore, l’anima,
sta negli occhi: per questo, quando moriamo e quando dormiamo, gli
occhi sono
chiusi: perché allora l’anima è
altrove. Tuttavia in un clima del genere, un
clima gioioso, festoso, con questi tamburi scatenati e tutto questo
baccano,
l’anima è al sicuro: non c’è
il tempo materiale per permettere a qualcuno di
rubartela, ti sposti a ritmo di musica, ogni sguardo dura tre secondi o
meno,
passi da una dama all’altra senza neanche rendertene conto,
in fondo non vedi
il loro volto, ergo sono tutte uguali…
E invece
Romeo… Romeo
si fissa inspiegabilmente a osservare una fanciulla.
Lui non sente il
brio
di questi brani, no… nelle sue orecchie la melodia
è diversa: lenta, dolce, a
tratti solenne, immagino. Posso solo supporre: io, quella melodia, non
l’ho mai
udita.
Attorno a Romeo
non c’è
anima viva, né rumore alcuno: il tempo si è
fermato nel momento in cui ha
posato il suo sguardo sulla colombella, ed ora esistono solo lui e lei,
persi,
gli occhi negli occhi.
Neanche le
maschere
esistono più: le hanno distrutte. Quando le pupille di lei
hanno rispecchiato
quelle di lui, tutto è crollato: si sono entrati dentro, si
sono acchiappati il
cuore, stretti l’uno all’anima
dell’altra.
E ora Romeo non
ricorda
più il nome di Rosalina, forse non ricorda neanche il
proprio nome. Certamente
non ricorda più i suoi amici, e stanotte farà
ritorno solo o non farà ritorno
affatto, intento a inseguire quella gonna, attento a non entrarci
sotto: perché
questo fa, Romeo, lui deve solo sognare, il sogno non deve mai
concretizzarsi. Non
è così, Romeo? La adorerai in silenzio, non ti
esporrai… Te ne prego, Romeo,
fa’ così. Fa’ che resti un sogno. I
sogni non uccidono, la realtà sì. Non
gettarti nel mondo vero, lascialo stare, continua a fare come hai
sempre fatto…
Forse un giorno tutti noi avremo un posto su questa terra, e una donna,
e una
famiglia… ma è presto, Romeo, è troppo
presto.
Benvolio, amico
mio, è
un bene che tu non veda. L’abbiamo perso. E questa volta non
sarà facile
riportarlo da noi.
Perdonatemi, signorine,
se ho le mani fredde: è che ancora non ho danzato! E poi,
come si dice: mani
fredde, cuore caldo. In realtà non posso assicurare nulla
sul cuore, ma vi dico
che il sangue pompa regolarmente in un altro organo che tanto
incuriosisce voi
gentildonne.