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Autore: MartynaQuodScripsiScripsi    06/08/2015    2 recensioni
[I Dalton]
Al penitenziario arriva una giovane detenuta che i Dalton prendono sotto la loro protezione, magari anche perché cercano nuove idee per evadere.
Tra un tentativo di evasione e un altro nascerà una solida amicizia che si trasformerà in qualcosa in più...in mezzo a pazzie di ogni genere per evadere da quel benedetto penitenziario!
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IL FIUME




 

“Una gita al Blue River?” ripeté Peabody con tanto d’occhi.
“Sì!” confermò la signorina Betty sorridendo. “I detenuti sono stressati, hanno bisogno di una vacanza! L’aria del fiume gli farà bene e al ritorno lavoreranno più volentieri.”
Il direttore si aggiustò gli occhiali sul naso. “Ma la sicurezza? È un luogo aperto e non vorrei che qualcuno scappasse!”
“Non si preoccupi, le guardie li sorveglieranno” lo rassicurò Betty.
“E va bene!” cedette il direttore.

Peabody, accigliato, osservò allontanarsi il conduttore della locomotiva che ammirava delle mazzette di banconote. I detenuti si accalcavano e spintonavano per salire prima sul treno e accaparrarsi i posti vicino al finestrino, mentre una folla di civili lì accanto li guardava tremando.
I Dalton e Nicole, a suon di spintoni, entrarono e presero posto. Joe si sistemò alla bell’e meglio nello spazio tra Jack e William, mentre Averell lasciava a Nicole il posto accanto al finestrino.
“Non vedo l’ora di arrivare!” esclamò. “Vorrei proprio fare una bella nuotata.”
“No Averell, è pericolosissimo nuotare nei fiumi!” disse William. “Ci sono i mulinelli che ti risucchiano giù, le correnti che ti trascinano…”
Averell rimase interdetto.
“Ma come? E allora perché ci stiamo andando?”
“Beh…Per stare a riva, prendere un po’ d’aria…” spiegò Nicole. “Ti divertirai anche senza nuotare.”
“Ah, se lo dici tu…” disse Averell con un sorriso.

Il Blue River, come diceva il nome, era di un blu limpido. L’acqua scorreva veloce, urtando le pietre con forti scrosci e producendo schiuma bianca. Gli alberi lo affiancavano nella sua corsa verso il mare.
“Che bello!” esclamò Averell.
“Ascoltate tutti!” disse la signorina Betty. I detenuti si girarono verso di lei.
“Fate tutto quello che volete ma non entrate in acqua!” continuò Betty e indicò il fiume. “Vedete com’è forte la corrente? Se sbatteste contro gli scogli vi fareste molto male.”
“Visto?” sussurrò William ad Averell. Averell guardò il fiume e rabbrividì.
“Hai paura?” gli chiese Nicole a bassa voce.
“Un po’.” Averell si strinse nelle spalle. “Non pensavo che i fiumi potessero essere così cattivi.”
Nicole rimase un attimo zitta. Come consolarlo?
“Beh…” I detenuti si stavano disperdendo. “Si vede che i fiumi non sono fatti per nuotarci dentro.”
“Basta parlare di fiumi!” esclamò Joe. Aveva un luccichio negli occhi. “Piuttosto, guardatevi intorno! Non notate niente?”
I fratelli e Nicole videro gli altri detenuti in riva al fiume che si rincorrevano, toccavano l’acqua con un dito e scappavano subito via. Le guardie gironzolavano in tondo con il fucile in spalla. Peabody e la signorina Betty prendevano il sole.
“Ehm, cosa ci sarebbe da notare, Joe?” domandò Jack.
Joe si batté una mano in fronte. “Non ci sono muri, imbecille! Se ci inoltriamo negli alberi senza farci vedere dalle guardie saremo liberi? È chiaro?”
Gli altri si guardarono tra loro e annuirono lentamente. Cosa poteva andare storto? Non c’erano barriere, le guardie erano lontane…
“Allora coraggio! Corriamo!” esclamò Joe.
“Aspetta. Forse è meglio inoltrarsi tra gli alberi piano, per non allarmare le guardie…” disse William.
Joe ci pensò un attimo.
“Hai ragione. Iniziamo a camminare, e fate finta di niente!”
Averell fischiò e Joe strinse i pugni.
“Zitto! Ci farai scoprire!”
“Ma cosa ho fatto? Sei stato tu a dire di far finta di niente!” disse Averell offeso.
Joe stridette per la rabbia.
“Nicole, diglielo tu, che solo tu sai fargli capire le cose!”
Nicole alzò le spalle e si rivolse ad Averell.
“Vedi, Joe intendeva di far finta di niente, ma senza rumore” spiegò.
“Ah, ora ho capito!” disse Averell sorridendo.
Nicole gli sorrise a sua volta e abbassò lo sguardo.
“Va bene, risparmiateci le scenette romantiche e andiamo!” ordinò Joe.
Si avvicinarono al fiume e ne seguirono il corso, gettandosi occhiate dietro le spalle. Una guardia si voltò verso di loro.
Nicole indicò un punto nell’acqua.
“Guardate, un pesce!”
“Dove?” domandò Averell sporgendosi.
La guardia tornò a farsi i fatti propri
“Non c’è nessun pesce” sussurrò Nicole. “Volevo solo depistare la guardia.”
“Ah…” fece Averell.
Proseguirono finché poterono toccare gli alberi allungando un braccio. Si voltarono. I detenuti giocavano a schizzarsi, Peabody e Betty prendevano il sole e le guardie gironzolavano senza meta.
“Perfetto” mormorò Joe. “Correte!”
Si lanciarono tra gli alberi e proseguirono per un centinaio di metri, ma uno sparo alle loro spalle li fece frenare.
Si voltarono di scatto.
“Il direttore sapeva che avreste provato a evadere!” esclamò Emett che puntava il fucile verso di loro. “Perciò mi ha offerto cento dollari per controllarvi!”
“Forse ho capito il problema, Joe: siamo troppo prevedibili” disse William.
“Zitto, idiota!” sbottò Joe.
“Su, su, niente storie e tornate dagli altri!” disse Emett. “E per l’ennesima volta, lasciate stare Nicole!”
Nicole tirò un sospiro di sollievo.
“Ma i fidanzati non dovrebbero stare sempre insieme?” domandò Averell.
Emett crollò la testa e agitò il fucile. I Dalton e Nicole alzarono le mani e si lasciarono condurre dove erano venuti.
“Bene, ora vi lascio” disse Emett. “Ma ricordate che vi tengo d’occhio!”
Si mise il fucile in spalla e se ne andò.
I Dalton e Nicole rimasero zitti, lanciandosi occhiate l’un l’altro.
“E ora cosa facciamo, Joe? Ha detto che ci tiene d’occhio!” disse alla fine Averell.
Joe strinse i pugni.
“Dobbiamo trovare il modo di distrarlo!” disse William. “Ma come?”
“Forse…” mormorò Nicole.
Gli altri si girarono verso di lei. Nicole li guardò e abbassò la testa.
“No, è troppo campato in aria…”
“Dillo lo stesso!” la incalzò Jack.
Nicole esitò.
“Beh…Si potrebbe trovare il modo di buttare qualcuno in acqua senza farci vedere, nel trambusto nessuno bada a noi e scappiamo.”
Averell sobbalzò. “Ma la signorina Betty ha detto che è pericolosissimo entrare!”
“Zitto! È un’idea geniale, invece!” esclamò Joe con un ghigno. “Devo farti i miei complimenti, Nicole.”
Lei scosse la testa. “No, no, Averell ha ragione…Qualcuno potrebbe farsi davvero molto male!”
Con la coda dell’occhio osservò un detenuto piegarsi sulle ginocchia e allungare un braccio verso l’acqua scrosciante. Lo riconobbe: era Mark. Sarebbe bastata una pacca…
Un altro detenuto che passava di lì starnutì forte. Piegò con uno scatto il busto in avanti e sbatté la testa contro il fondoschiena di Mark, che perse l’equilibrio e cadde nel fiume, sollevando spruzzi.
Mark riemerse annaspando e la corrente lo trascinò per alcuni metri. Il detenuto si aggrappò a un masso e urlò:
“Aiuto!”
Si udì lo strillo della signorina Betty. Guardie e detenuti corsero da Mark.
Nicole e Averell partirono di corsa verso la massa di gente, ma Joe strillò:
“Fermi lì!”
I due si girarono e lo guardarono interrogativi.
“Scappiamo! È l’occasione buona!” spiegò Joe a voce più bassa.
“Ma Mark ha bisogno d’aiuto!” replicò Averell.
Joe digrignò i denti. “C’è tutto il penitenziario ad aiutarlo! Muovetevi!”
Partirono di corsa e si inoltrarono negli alberi, come prima.
“Siete riusciti a vedere se anche Emett è andato ad aiutare Mark?” domandò Joe.
“Non lo so” rispose Jack.
“Io non l’ho visto nella folla…” aggiunse Nicole con un brutto presentimento.
“Continuate a correre!” esclamò Joe. “Forse possiamo seminar…”
Il rumore di uno sparo squarciò l’aria e si fermarono.
“Quando si parla del diavolo…non è vero, Joe?” disse Emett ironico.
Joe era talmente arrabbiato che per poco non gli uscì il fumo dalle orecchie. Fulminò con lo sguardo Emett, i fratelli e Nicole per tutto il tempo che impiegarono a uscire dal bosco e tornare dagli altri.
Mark era avvolto in un asciugamano mentre i suoi vestiti si asciugavano al sole appesi a dei rami, ed aveva un broncio spaventoso.
“Come va, Mark?” gli chiese Nicole.
“Sono sicuro che è stato Peter a buttarmi in acqua! L’altra notte l’ho stracciato a scacchi!” brontolò il detenuto.
“Io?” esclamò Peter che passava di lì. “Ma se ero a parlare con Dave! E poi, ti ho stracciato io a scacchi!”
“Ecco, lo vedi? È bugiardo!” protestò Mark rivolto a Nicole.
“Su, non litigate!” disse lei.
Una folata di vento investì l’albero e le mutande di Mark si staccarono dal ramo e presero il volo nel bosco.
Mark strabuzzò gli occhi.
“Le mie mutande!”
“Le prendiamo noi!” strillò Joe. Corse dietro alle mutande per una decina di metri, ma si fermò. I fratelli e Nicole erano rimasti lì.
“Su, venite!” li incalzò, accigliato. Poi la sua fronte si distese. “Non…non ci arrivo da solo.”
“Non ha tutti i torti” disse Jack.
“Torti o non torti, sbrigatevi!” strepitò Mark. “Si stanno allontanando!”
I Dalton e Nicole rincorsero le mutande, che si posarono sopra un cespuglio. Averell allungò una mano per prenderle, ma il vento si levò di nuovo trascinandole su un ramo basso più avanti.
“Ehi! Tornate qui!” esclamò Averell.
Le mutande presero il volo attraverso il bosco, sostenute da un vento pigro, e i cinque le seguirono.
“Speriamo che questo vento duri ancora a lungo!” ghignò Joe.
“Perché?” domandò Averell. “È meglio che finisca presto, invece! Sennò come facciamo a riprendere le mutande?”
Joe si produsse in un verso gutturale, divenne tutto rosso e lanciò al fratello un’occhiata di traverso.
“Ma se stiamo evadendo, imbecille!”
“Joe!” esclamò Nicole con i pugni sui fianchi. “Non provarci più!”
Joe arrossì e chinò la testa, mentre Jack e William sghignazzavano e Averell abbracciava la fidanzata.
“Grazie che mi difendi sempre” le disse.
“Figurati. Che fidanzata sarei sennò?” rispose lei stringendolo. Sorrise. Ancora non riusciva a capacitarsi
“Sì, siete molto carini” si intromise Joe rosso in viso “ma le mutande si stanno allontanando!”
Ripresero a seguirle, di ramo in ramo, di cespuglio in cespuglio, finché non si spiaccicarono contro un tronco di un albero tagliato.
Averell partì e le afferrò.
“Oh! Finalmente!” esclamò. Osservò meglio il tronco. Era liscio, come se fosse stato levigato, ed era dipinto di rosso con una striscia nera in cima e due palle bianche.
“Guardate com’è decorato questo tronco!” disse Averell. “Credete che gli indiani siano passati di qui?”
Gli altri diedero un’occhiata e cacciarono strilli.
“Averell, quello è Vero Falco!” gridò William.
“Bravi, ce ne avete messo di tempo a riconoscermi” sghignazzò Vero Falco. “Si può sapere perché mai mi sono arrivate delle mutande in faccia?”
“Mark è caduto nel fiume e ha appeso i vestiti a un albero per farle asciugare” spiegò Nicole, trattenendo una risata amara. “Il vento le ha portate via…volevamo solo riportargliele!” mentì.
Vero Falco sorrise. “Allora non avrete problemi se vi riaccompagno, giusto?”
I Dalton e Nicole si guardarono. “No” rispose Joe.
“Perfetto, in marcia allora!” gongolò lo sciamano.

Al limitare del bosco si erano assembrati tutti i detenuti e il personale. Il direttore Peabody sudava freddo.
“Non c’è niente di cui preoccuparsi, direttore, sono solo andati a prendere le mie mutande!” disse Mark.
“Santi numi Mark, ma perché li hai lasciati andare?!” esclamò Peabody con le sopracciglia corrugate. “Lo sai che provano sempre ad evadere! E non credo che questa volta abbiano deciso di fare altrimenti.”
“Signor Peabody, ma lui è disobbediente! Non fa mai quello che bisogna fare!” starnazzò Peter.
Mark batté i piedi per terra. “Lo dico alla signorina Betty!”
“Guardate, eccoli lì!” gridò qualcuno. “C’è anche Vero Falco!”
Peabody sobbalzò.
“Allora non volevate veramente evadere!”
“Ehm, no” borbottò Joe mentre Averell tendeva le mutande a Mark.
Il direttore alzò gli occhi al cielo. “Ora nevica.”
“Beh, l’importante è che siano tornati!” disse Betty.
La massa dei detenuti si sfaldò e tornarono tutti ai fatti propri. Vero Falco si esclamò:
“Oh, quasi mi dimenticavo!”
“Che c’è?” incalzò Jack.
Vero Falco si rabbuiò. “I vostri sosia sono riusciti a scappare…”
“Davvero?” disse Joe con un lampo negli occhi.
Averell sorrise e batté le mani. “Ma è fantastico!”
“Dipende dai punti di vista…” grugnì Vero Falco e tirò fuori una busta. “Hanno lasciato una lettera per voi. Non l’abbiamo aperta.”
Nicole prese la busta e la aprì. Vero Falco disse:
“È stato un piacere, ora devo tornare al villaggio. Non seguite il loro esempio!”
Girò i tacchi e scomparve nel bosco.
I Dalton si strinsero vicino a Nicole, per vedere da vicino la lettera dei sosia.
“Cosa dice?” chiese Averell.
Nicole lesse:

Cari gemelli bianchi,
innanzitutto noi la busta l’abbiamo chiusa, per cui se doveste trovarla aperta molto probabilmente siamo nei guai!
La buona notizia che vogliamo darvi è questa: dopo anni di tentativi andati in fumo, abbiamo trovato il modo di scappare dal villaggio!
Stavolta ci andrà bene. Abbiamo studiato tutto per settimane, accuratamente, facendo mille prove e calcolando tutti i rischi. È un piano geniale, e ce lo diciamo da soli.
Non vi diremo qual è, perché se qualcuno dovesse aprire la busta saremmo fregati. Ma vi diciamo che la nostra meta è Hole Gaulch, sicuramente saprete anche voi dov’è. Abbiamo intenzione di fermarci  per qualche tempo e guadagnare un po’ di soldi, per poi viaggiare per il mondo!
Se doveste riuscire a evadere, per favore raggiungeteci. Si stava così bene insieme…e con la vostra “esperienza”, potremmo guadagnare soldi più facilmente…
Oh! Sapete che Sciacallo Famelico e Falce di Luna si sono fidanzati? E sposati anche quasi subito, dato che qui al villaggio le cose si fanno sempre così in fretta. E, ehm, dato che avevamo un piano da attuare…
Vi auguriamo buona fortuna e speriamo che riusciate a evadere presto, da quella gabbia di visi pallidi!
I vostri amici,
Incubo Orribile, Aquila Scaltra, Mente di Fuoco, Sciacallo Famelico, Falce di Luna.
P.S. Sono Mente di Fuoco, nella busta ho infilato anche un regalo per William. Spero ti piaccia!

“Che bella notizia! Si sono sposati…” esclamò Nicole sorridendo.
“Pensi che dovremmo farlo anche noi?” domandò Averell.
Nicole arrossì. “Ehm, sì…magari fra un po’ di tempo…”
Jack sghignazzò, mentre William rovistava nella busta in cerca del suo regalo. Trovò un foglio piegato in due e lo aprì.
C’erano disegni di tronchi e zattere, con frecce e scritte.
“Cos’è?” domandò Joe.
“Dev’essere…un progetto per fare una zattera!” disse William con gli occhi che scintillavano. “Magnifico!”
A Joe venne un’idea.
“Potremmo costruirne una e scappare per il fiume! Che ve ne pare?”
“Ma Joe, è pericoloso!” obiettò Averell.
Joe alzò gli occhi al cielo. “È pericoloso se ci stai dentro, al fiume, non se ci stai sopra e su una zattera!”
“Se lo dici tu…”
Joe strappò di mano il foglio a William, che si accigliò. “Su, non perdiamo tempo, costruiamo questa zattera!” Guardò le istruzioni. “Per prima cosa bisogna…ehm…”
“Prendere dei tronchi” continuò William riprendendosi il foglio. “Uguali. E legarli stretti assieme.”

Ci misero tre ore a trovare tronchi regolari a sufficienza.
“Ora dobbiamo posizionarli così” William mostrò il foglio ai fratelli e a Nicole “e legarli stretti.”
“Sì, ma con cosa?” disse Nicole. “Non abbiamo una corda.”
I Dalton tacquero, delusi.
“Potremmo chiedere agli altri se ne hanno una” disse Averell.
“Ma figurati!” grugnì Joe.
“La signorina Betty si è portata una borsa con le cose per il bricolage” disse Jack. “Forse ha un gomitolo di spago.”
Indicò la signorina seduta sull’erba a gambe incrociate, che si dava da fare con colla e forbici.
“Vado io. Voi intanto sistemate i tronchi” disse Nicole e si avviò.
William aprì bene il foglio per terra e sistemò quattro pietre ai lati, perché non volasse via. Sistemarono due tronchi lontano l’uno dall’altro e appoggiarono i rimanenti sopra di loro nel senso opposto, dopodiché ne posizionarono altri due sopra quelli per terra.
“Dovrebbe andare” disse William.
“Ma è abbastanza grande per tutti e cinque?” chiese Jack.
William osservò la zattera e si accarezzò il mento. “Forse…”
“Eccomi!” esordì Nicole, con un gomitolo di spago marrone in mano. Era un po’ rossa in viso. “Le ho raccontato che vogliamo costruire un rifugio…”
Legarono i tronchi.
“Fatto” annunciò William.
A Joe brillavano gli occhi e aveva un ghigno stampato in faccia.
“Dovremmo inoltrarci nel bosco per non farci vedere” disse Jack.
Gli altri approvarono. Si misero in fila con la zattera sottobraccio, in modo da coprirla e corsero nel bosco, addentrandosi per qualche centinaio di metri.
“Non ho visto Emett” disse Nicole. “Forse ce la possiamo fare…”
“Ce la faremo” rispose Joe.
Il Blue River scorreva veloce davanti a loro, scrosciando. Posarono la zattera sul pelo dell’acqua, tenendola ferma.
“Chi sale per primo?” chiese Joe.
Gli altri fecero finta di niente.
“E va bene” grugnì il basso Dalton. “Non mollatela.”
Salì sulla zattera.
“Mi regge! Dai, venite!”
A uno a uno, i Dalton seguirono il fratello sulla zattera. Stavano stretti, ma se si stringeva a sua volta c’era posto anche per Nicole, che stava tenendo la zattera con l’ansia che le pesava sullo stomaco.
“Dai! Salta su!” la incitò Averell.
Nicole salì e la zattera partì come un razzo cavalcando la corrente.
“Yuhu!” urlò Averell.
“Siamo liberi!” strepitò Joe.
“Va veloceee…” fece Nicole.
Uno sparo fendette l’aria.
I cinque si voltarono di scatto e videro Emett correre sulla riva del fiume.
“Ehi! Fratelli Dalton! Fermatevi!”
“Non sappiamo come si fa!” lo prese in giro Joe.
La zattera cozzò contro un masso sporgente e i tronchi si allontanarono l’uno dall’altro, per poi separarsi e andare alla deriva, facendo cadere in acqua i Dalton e Nicole.
Era gelida. Presero a dare bracciate e battere i piedi, urlando e sollevando spruzzi. Si aggrapparono alla riva ed Emett, a uno a uno, li tirò su.
“Bel tentativo” commentò. “Ma la prossima volta legate bene i tronchi, anzi, non legateli!”
Joe digrignò i denti.
“Mi si è inzuppato il foglio…” disse William guardando deluso il suo regalo ormai da buttare.
“E tu pensi al foglio in un momento del genere?” strillò Joe.
“Stanno arrivando gli altri!” esclamò Averell.
La massa di detenuti, con in testa il personale, si stava avvicinando.
“Venite, andiamo a casa…” iniziò la signorina Betty, per poi notare i cinque bagnati fradici. Sobbalzò.
“Ehi! Che è successo qui? Siete caduti anche voi in acqua?”
“Sì, stavano provando a evadere…” sghignazzò Emett.
Nicole impallidì. L’ansia le attanagliò lo stomaco in una morsa opprimente. Se avesse detto della zattera, Betty avrebbe scoperto che aveva mentito…
La signorina sospirò e tirò fuori dalla sua borsa cinque asciugamani.
“Meno male che li ho portati…Su, asciugatevi con questi.”
Mark si fece strada tra la folla e li raggiunse.
“Vero che è fredda? È stato orribile quando sono caduto!”
Nicole rise. “Beh, guarda il lato positivo. Non sei stato l’unico.”
“Perché i miei piani devono sempre fallire?!” si lamentò Joe, suscitando sghignazzi nel resto della compagnia.

 

 

 

  
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