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Autore: _Mary Dattebayo_    06/08/2015    2 recensioni
Ciao a tutti =) Torno dopo secoli lontana da Efp con questa storia ambientata dopo il capitolo 700 e prima della mini-serie Naruto Gaiden, quindi è SPOILER per chi non segue il manga.
***
Sarada interruppe il contatto visivo e con un sonoro sbuffo si staccò dal banco:-Sarà meglio cominciare a pulire, se non vogliamo passare qui il resto della giornata.-
-Devo ringraziare te se mi trovo in questa situazione, Sa-baka!- urlò lui puntandole il dito contro.
-Sta zitto e muoviti, usuratonkachi!- rispose lei che stava per perdere la pazienza spingendolo giù dalla cattedra.
-Come mi hai chiamato, 'ttebasa?-
***
Spero di avervi incuriositi e che la storia sia di vostro gradimento.
Buona lettura ^-^
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Boruto Uzumaki, Sarada Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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~~Normale giorno di Accademia... o quasi



~~-Boruto Uzumaki!- tuonò Shino-sensei.
Il ragazzo interpellato, che dormiva bellamente con la testa tra le braccia sul proprio banco, mugugnò qualcosa di incomprensibile e girò la testa dal lato opposto continuando a dormire.
Gli altri studenti risero piano per non farsi sentire dal maestro mentre il compagno di banco del bello addormentato continuava ad assestargli gomitate nel fianco per farlo svegliare:-Diamine, manuke svegliati!- sussurrava alterato il ragazzo dei capelli azzurrini e gli occhi ambra.
Il gessetto che poco prima aveva in mano il maestro arrivò diritto in testa all'addormentato, ciò fece effettivamente più effetto delle gomitate dato che il ragazzo si svegliò all'istante.
-Dolore, dolore, dolore...- mugugnò premendosi una mano tra i capelli biondi dove il gesso lo aveva colpito:-Ma che cavolo...?-
-Boruto Uzumaki, le mie lezioni ti fanno per caso da sonnifero?- anche se il maestro manteneva la sua aria calma dalla voce si capiva benissimo che era alterato, e non poco.
Il ragazzo spalancò gli occhi cerulei spaventato, saltò in piedi rosso dall'imbarazzo e chinò la testa più che poteva:-S-scusi Aburame-sensei...-
Alla reazione del ragazzo la classe scoppiò in una fragorosa risata.
Boruto, rimanendo chinato, girò leggermente la testa verso il suo compagno di banco, Mitsuki:-E tu, non potevi svegliarmi, 'ttebasa?- sussurrò con  una punta di rabbia.
-Io ci ho provato, manuke!- rispose l'altro sorridendo con un tic spazientito e leggermente rabbioso.
-Il solito dobe!-
Boruto sentendo quel commento si girò subito verso la ragazzina dagli occhi color pece al secondo banco, che se ne stava lì con una mano sulla fronte e un ghigno stampato sulle labbra.
Per la maggior parte era una secchiona e la più intelligente della classe, era un' Uchiha dopo tutto, tutti sapevano della della sua immensa determinazione e della sua forza fisica, nessuno si accorgeva che la prima potesse essere intaccata con poco e solo Boruto era sicuro di poter superare la seconda.
-Cosa hai detto, dattebasa?!- ringhiò il biondo raddrizzando il busto. La ragazza quasi non lo ascoltò e continuò a ridere. Ciò diede molto fastidio all'Uzumaki che raggiunse immediatamente il banco della compagna piantandovi le mani sopra:-Ti ho già detto di non chiamarmi in quel modo, 'ttebasa!- ringhiò arrabbiato facendo cessare definitivamente le risate.
-Eccoli, ci risiamo...- mormorò Mitsuki passandosi una mano sugli occhi. Non era infatti la prima volta che succedeva una cosa del genere, ogni giornata di scuola non poteva dirsi tale se quei due non battibeccavano almeno una volta, manco glielo avesse prescritto il medico!
La corvina sembrò finalmente prestare attenzione al biondo (benché si fosse degnata solo di  guardarlo con la coda dell'occhio senza nemmeno girare la testa):-Hai ragione, ma ti si addice, dobe.- rispose lei con tono pacato calcando sull'ultima parola.
Boruto era seriamente arrabbiato adesso, il comportamento della ragazza gli dava sui nervi, ma cercò di non darlo a vedere portandosi le mani sui fianchi:-Ringrazia di essere una ragazza, teme, altrimenti te le avrei già date.- ghignò il biondo facendo per avviarsi al proprio posto.
Non era vero, Boruto non pensava sul serio una cosa del genere, sapeva che Sarada fosse forte e che il suo essere ragazza non limitasse le sue abilità, anche se non l'avrebbe mai ammesso di fronte a lei. Aveva detto quelle cose semplicemente perché era l'unico modo per far cadere quella maschera di apatia che Sarada indossava sempre, e che lui odiava tanto.
La stoccata sembrò andare a segno, era riuscito a colpirla nell'orgoglio (cosa che agli Uchiha non manca di certo) dicendo una delle cose che odiava di più: aveva avuto “pietà” di lei solo perché era una ragazza.
Sarada scattò in piedi furibonda e afferrò Boruto per il colletto prima che se ne andasse:- Shannaro! Prova a ripetere quello che hai detto, dobe!- tuonò tagliente.
Il biondo esultò mentalmente per essere riuscito a portare a termine il suo obiettivo, ghignò e disse:-Hai capito, non farmelo ripetere, teme. Dattebasa!-
-Kisama...- inveì lei tra i denti stringendo la presa sulla felpa.
-Uchiha e Uzumaki!-
I ragazzi si staccarono immediatamente e si misero sull'attenti come soldatini. Lei guardava negli occhi il maestro mordendosi un poco il labbro inferiore, come a volersi rimproverare di essersi fatta sfuggire la situazione di mano; lui cercava di incontrare meno possibile gli occhi del maestro puntandoli o alla lavagna o alla cattedra tenendo le mani affondate nelle tasche del pantalone.
-Non tollero più questi vostri continui battibecchi, non siete dei mocciosi, dovreste invece essere già pronti per diventare genin.- tuonò con la solita aria calma Shino-sensei:-Forse non mi sono spiegato bene le altre volte...- sospirò:-... oggi per punizione rimarrete in accademia a pulire l'aula... tutti e due.- chiarì.
-C-cosa?- scattò Boruto stupito:- Ma, Shino-sensei, è stata lei a cominciare, 'ttebasa!- si lamentò come un bambino.
Sarada si spalmò una mano sugli occhi passando poi a massaggiarsi le tempie:-Boruto, sta zitto.- sibilò spazientita.
“Sono uguali ai loro genitori, incredibile...” pensò sbuffando Shino.
Il biondo stava per ribattere, ma il maestro si intromise:-Ricominciate? Non vi basta pulire l'aula, volete pulire anche i bagni?-
I due si zittirono all'istante.
-Andate a posto.-
Boruto e Sarada si girarono per tornare ognuno al proprio banco, ma non si mossero prima di essersi scambiati un'occhiataccia che emanava scintille.
“Sono irrimediabilmente uguali...” concluse Shino rassegnato.

La campanella che segnava la fine delle lezioni suonò per la felicità di tutti gli studenti dell'accademia... o quasi.
-Ah! Non vedevo l'ora che finisse questa seccatura!- sbadigliò Shikadai stiracchiandosi.
-Puoi dirlo forte!- esclamò Inojin alzandosi dal suo posto per sgranchirsi le gambe.
-Che ne dite se facessimo un giro per il villaggio?- propose Chocho avvicinandosi con Sarada al seguito.
Il Nara sbuffò grattandosi la nuca.
-Per me va bene.- rispose Mitsuki:-E tu che fai Boruto?-
Il biondo si voltò verso di lui con sguardo truce:-Mi stai prendendo in giro, 'ttebasa?!- ruggì arrabbiato.
L'albino si rese conto di aver sbagliato:-Oh...- lanciò un'occhiata a Sarada che se ne stava impassibile dietro Chocho:-... scusami.- cercò di riparare rivolgendosi al biondo che girò la testa dal lato opposto con uno scatto.
Dopo poco Sarada e Boruto rimasero da soli nell'aula, si tenevano a distanza, lui seduto sulla cattedra, lei poggiata ad un banco, si fissavano in cagnesco ormai da cinque minuti.
Improvvisamente Sarada interruppe il contatto visivo e  con un sonoro sbuffo si staccò dal banco:-Sarà meglio cominciare a pulire, se non vogliamo passare qui il resto della giornata.-
-Devo ringraziare te se mi trovo in questa situazione, Sa-baka!- urlò lui puntandole il dito contro.
-Sta zitto e muoviti, usuratonkachi!- rispose lei che stava per perdere la pazienza spingendolo giù dalla cattedra.
-Come mi hai chiamato, 'ttebasa?-
Sarada sbuffò ormai stufa:-Ho detto che ti devi muovere, shannaro!- lo trascinò fuori dall'aula verso la cosiddetta “stanza degli spazzoloni”.
Boruto prese gli spazzoloni, gli stracci e i detersivi, Sarada invece si caricò del secchio che qualche anima pia aveva deciso di riempire evitandole la traversata del corridoio per andare a riempirlo al bagno.
Ritornati in classe i ragazzi presero uno strofinaccio ciascuno e senza nemmeno rivolgersi la parola e cominciarono a pulire i banchi l'uno alla fila opposta all'altra, pulita anche la fila centrale si fermarono.
Si fissarono con sguardo tagliente.
-Io pulisco la lavagna!- esclamarono entrambi all'unisono:-Che-...?!-
-Allora, è colpa tua se sono finito in questo casino, quindi il minimo che puoi fare è pulire tu il pavimento, 'ttebasa.- parlò arrabbiato Boruto con le braccia incrociate sul petto.
-Cosa?! Ma ti ascolti? Colpa mia? Ma stai scherzando?! Chi è l'idiota che ha cominciato ad urlare in classe, eh?- gli rispose portandosi le mani sui fianchi.
Il biondo non sapeva cosa risponderle però non voleva darle la soddisfazione di averla vinta:-E chi ha cominciato ad insultare come se non ci fosse un domani, 'ttebasa?-
-Shannaro...- disse tra i denti la mora stringendo i pugni.
Boruto sobbalzò impaurito: quando Sarada faceva così c'era solo da preoccuparsi, e lui lo sapeva molto bene, purtroppo...
-V-va bene, allora facciamo una sfida.- prima di continuare il biondo controllò la reazione della sua compagna, la quale sembrò essersi calmata: era riuscito a guadagnarsi la sua attenzione. Ciò lo fece rilassare un pochino:-Chi vince la sfida pulisce la lavagna, chi perde pulisce il pavimento.-
Sarada ci pensò un attimo:-Ci sto.- rispose rimettendo su la sua espressione indifferente.
-Bene allora...- Boruto portò il pugno chiuso all'indietro, seguito da Sarada:-... iniziamo!-
Entrambi portarono il pugno avanti con uno scatto e urlarono:-Carta, Forbice, Sasso!-
Sasso. Forbice.

-Mi passi il secchio?-
Lei non rispose nemmeno e continuò a pulire.
-Sul serio, ho le mani piene di schiuma, non posso prenderlo io...- si lamentò lui.
Lei sbuffò, prese rabbiosa il secchio e glielo portò facendolo sbattere ai suoi piedi, l'acqua uscì dal secchio e bagnò un poco i pantaloni del biondo. Poi ritornò al suo posto.
Boruto la fissò un po' perplesso, poi prese lo strofinaccio pieno di schiuma e lo sciacquò nel secchio:-Sei sul serio arrabbiata con me ora?-
La mora girò lo sguardo verso di lui per un impercettibile istante e poi tornò a pulire il pavimento.
Lui sospirò:-Dai, non ho mica imbrogliato, ho vinto e basta.-
Ancora nessuna risposta.
Il biondo sospirò di nuovo, poi ritornò a pulire la lavagna. E ora cosa avrebbe dovuto fare?
Improvvisamente il colpo di genio, e senza pensare minimamente alle conseguenze, prese la schiuma sulla superficie dell'acqua nel secchio e cautamente si avvicinò a Sarada. La ragazza era girata di spalle quindi non si accorse minimamente del biondo dietro di lei.
-Sarada...- cantilenò il ragazzo.
-Che vuoi?- rispose lei non girandosi di un millimetro col tono di chi non ha voglia di giocare.
Ma evidentemente, o Boruto non aveva capito il messaggio, oppure lo aveva bellamente ignorato perché continuò:-Girati un attimo, guarda qui... ehm...- non aveva nemmeno pensato a cosa dirle:-Dai, sbrigati!- si lamentò impaziente.
La mora sbuffò, lui sapeva che odiava sentirsi dare ordini, ma dato che non aveva la minima intenzione di fare il suo gioco, si limitò a rispondergli:-Se mi giro la smetti di rompere?-
Boruto esultò mentalmente:-Si, si, lo prometto!- rispose incrociando le dita impiastricciate di schiuma.
Sarada si girò, ma quando si accorse che il biondo era proprio dietro di lei, aveva già la faccia piena di schiuma. Gli occhiali le avevano protetto gli occhi che riusciva a tenere aperti, ma non vedeva comunque nulla perché i suddetti erano sporchi di schiuma.
-Ma che diavolo...?!- tra una bollicina e l'altra intravide attraverso le lenti il sorriso a trentadue denti dell'Uzumaki. Cercò per quanto possibile di mantenere la calma e con i manicotti levò gran parte della schiuma dagli occhiali che però rimasero striati di sapone.
-Stupido usuratonkachi...- sibilò lei mentre rimuoveva anche la schiuma dalla faccia:-... questa me la paghi!- ringhiò lanciandosi all'inseguimento del biondo che aveva già cominciato a correre.
-Tanto non mi prendi Sa-baka!- gridò il biondo facendole la linguaccia.
-Questo è tutto da vedere.- la mora prese al volo uno strofinaccio dal banco e ancora correndo lo immerse nel secchio vicino alla lavagna. Per quanto le fosse possibile, dati gli occhiali striati di sapone, prese per bene la mira e lanciò lo straccio in direzione del biondo.
L'Uchiha si fermò e cominciò a ridere costatando che il suo tiro era andato a segno proprio dietro la nuca di Boruto bagnandogli sia la felpa che i capelli:-“Tanto non mi prendi”- gli fece il verso lei:-Era una battuta? L'ho capita solo ora, usuratonkachi!- disse senza smettere di ridere.
Il ragazzo si girò verso di lei tastandosi la nuca e constatando che la felpa e i capelli erano fradici. Ghignò:-Niente male... ma ora sta attenta, 'ttebasa!- lasciò che lo straccio ancora impregnato d'acqua cadesse a terra e cominciò a rincorrere Sarada con tutta l'intenzione di vendicarsi, ma ora lei stava sorridendo.
Continuarono a correre per un bel po' ridendo e lanciandosi provocazioni e sfide in continuazione.
Sarada rise e si preparò a lanciare l'ennesima provocazione quando il suo piede scivolò su qualcosa facendole perdere l'equilibrio, la mora strinse forte le palpebre in attesa dell'urto,  che non arrivò.
-Ma si può sapere che combini Sa-baka?! Sta attenta!- sbottò Boruto sorreggendola da dietro.
La ragazza riaprì gli occhi sbalordita e incontrò quelli azzurri del biondo:-Non lo so...- balbettò confusa, poi interruppe bruscamente il contatto visivo:-Ma si può sapere cos'era...?!- e fissando vicino ai suoi piedi vide lo strofinaccio che poco prima aveva tirato a Boruto.
-Teme, ma è possibile che tu non l'abbia visto?! Potevi farti male sul serio.- sbottò con aria di rimprovero il ragazzo.
-Devo ringraziare te, dobe!- disse Sarada staccandosi da Boruto e voltandosi verso di lui:-Ho ancora gli occhiali sporchi perché qualcuno ha gentilmente deciso di imbrattarmeli di schiuma...- assottigliò lo sguardo, poi chiuse gli occhi e sbuffò rilassando i tratti del viso prima duri.
Il biondo rimase a guardarla sentendosi in fondo un po' colpevole.
La mora si tolse gli occhiali, erano poche le volte in cui Boruto l'aveva vista senza, ma ogni volta che era successo si sorprendeva ad essere confuso e... non capiva nemmeno lui il perché.
-E ora come li pulisco?- domandò Sarada guardandosi intorno.
-Dà qua...-rispose lui strappandole gli occhiali dalle mani e cominciò a pulirli con uno straccio asciutto.
-Che fai...?- chiese perplessa la ragazza allungando le mani verso il biondo nonostante la sua immagine fosse un po' sfocata.
-Ecco.- guardò attraverso le lenti accertandosi che fossero lucide:-Credo siano apposto.-concluse mettendoglieli tra le mani.
Sarada li prese e li indossò, mise su una finta espressione stupita:-Adesso il mondo mi sembra più chiaro!-
Boruto rise:-Si, immagino...- anche la mora rise.
-Meglio se ci sbrighiamo a finire.- disse ancora sorridendo lei.
-Si, stare così tanto a scuola, anche oltre il tempo stabilito mi fa davvero stare male...- disse mettendosi le mani davanti alla bocca come se stesse per vomitare.
Risero e tornarono entrambi al proprio posto riprendendo a pulire più velocemente di prima.
Poco dopo Boruto cominciò a guardare l'orologio con insistenza tra una passata di straccio e l'altra sulla superficie nera della lavagna. Sarada l'aveva notato ma si era limitata a tenerlo d'occhio. Improvvisamente il biondo si diresse alla finestra e si sporse come se stesse cercando qualcosa o qualcuno, in un attimo si staccò violentemente dall'infisso, scuro in volto e con i pugni chiusi.
-Boruto, che succede?- chiese la mora lasciando lo spazzolone e facendo qualche passo verso di lui.
-Niente.- rispose deciso lui voltando la testa per non far vedere la sua espressione alla compagna.
Lei incrociò le braccia sul petto e alzò un sopracciglio:-Non è “niente” se fai così.- disse con tono eloquente:-Cosa c'è?- domandò con tono un poco più dolce.
Boruto capì che non ne sarebbe uscito finché non avesse parlato, quindi decise di non prolungare oltre:-Mio padre...-
-L'Hokage?-
-Si, quello stupido Hokage!- disse calcando sulla parola “stupido”:-Mi aveva promesso che ci saremmo allenati insieme oggi pomeriggio, e naturalmente...- continuò indicando la finestra con la mano:-... non c'è.- concluse con tono eloquente.
Sarada capiva molto bene come si sentiva il biondo e in quel momento ebbe solo la riconferma di ciò che pensava ormai da tempo: loro due, almeno in fatto di padri, erano molto simili.
-Tuo padre è l'Hokage, ha molti impegni, devi capirlo.-
-Come faccio a capirlo? Non lo vedo mai! La sera torna tardi, al mattino se ne va presto e io per vederlo mi devo accontentare di guardare una stupida pietra!- urlò il biondo.
-Ti capisco...- Sarada si rabbuiò mentre Boruto la guardava perplesso:-Anche io... devo... devo accontentarmi di guardare una foto, un inutile pezzo di carta, per vedere mio padre.- la voce della ragazza tremava, e il biondo temette che potesse piangere da un momento all'altro. Ma gli Uchiha non piangono, non davanti agli altri almeno, forse solo da soli, quando nessuno può vederli, perché loro sono orgogliosi e forti. Questo pensava Boruto.
-Dobbiamo adeguaci.- concluse la mora con un sorriso amaro dipinto sul volto che sembrava essersi schiarito.
-Già.- sospirò il biondo, capendo che neanche lei era tanto convinta di ciò che aveva detto.
Silenzio. Entrambi ritornarono a pulire.

-Fiuh! Finalmente abbiamo finito.- sbuffò Sarada.
-Non ne potevo più!- disse stiracchiandosi Boruto.
Avevano finito di pulire l'aula, avevano rimesso a posto le scope, gli stracci e quant'altro e finalmente erano fuori dall'accademia.
Stavano camminando quando Sarada si fermò.
Boruto fece lo stesso quando si accorse che lei era rimasta indietro e si girò per guardarla con aria interrogativa.
-Stavo pensando...- disse lei.
Il biondo mise su la sua migliore espressione sorpresa:-E a cosa dobbiamo questo evento tanto straordinario?-
Lo guardò impassibile:-Smettila di fare il dobe e ascoltami. So che è difficile per te, ma fa un piccolo sforzo.-
Boruto la guardo come a voler dire “Ma mi stai prendendo in giro?” e poi sbottò:-Dai, muoviti.-
-E se andassimo ad allenarci?- propose Sarada con un sorriso di sfida.
-E' per caso una sfida?- Boruto ricambiò il sorriso.
-Se vorrai battermi temo dovrai considerarla tale.- rispose col tono di chi è convinto di vincere.
Sul volto del giovane Uzumaki comparve un sorriso a trentadue denti:-Allora cominciamo da subito. Facciamo a chi arriva prima al campo di addestramento più vicino!- ed esclamando ciò cominciò a correre.
L'Uchiha scattò cercando di raggiungerlo.
-Hai barato di nuovo, usuratonkachi!- gridò sorridendo.
-Tutte scuse, Sa-baka!- rispose felice facendole una linguaccia.


Ringrazio con tutto il cuore chi è arrivato fin qui.
Lasciate una recensione per farmi sapere cosa pensate della storia (nel bene o nel male =D) o anche per segnalare eventuali errori.
Un bacio a tutti e alla prossima -spero molto presto- <3

  
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