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Autore: Sa_hp    07/08/2015    3 recensioni
- Diamine, Swan! Hai rovinato tutto. – si lamentò.
- Buongiorno anche a te, tesoro. – gli rispose, calcando volontariamente l’accendo sull'ultima parola come lui faceva spesso. – che stai pianificando, Capitano?
- Volevo portarti la colazione a letto, ma ormai il mio piano è andato in fumo. Pazienza, vorrà dire che dovrai accontentarti di un buongiorno meno romantico.
Una raccolta di one-shot l’una indipendente dall’altra, il cui unico scopo è di raccontare come Emma e Killian si rapportano alle piccole cose quotidiane.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvolse il suo braccio attorno alla sua vita scoperta, le si fece più vicino e iniziò a sussurrare piano il suo nome. L’unica risposta che ottenne fu un brontolio di protesta, segno che la Salvatrice non era per niente intenzionata a svegliarsi.
- Buongiorno anche a te, tesoro. – ridacchiò quello.
Le posò tanti piccoli baci sulla spalla e iniziò a stuzzicare la sua pelle delicata con la guancia ispida. Emma borbottò ancora.
- Killian, lasciami dormire. È ancora presto.
Se c’era una cosa a cui non avrebbe mai rinunciato, era il sonno. Tranne quando Storybrooke era attaccata da qualche personaggio delle fiabe desideroso di distruggere tutto e tutti. Il che accadeva la maggior parte del tempo. Per questo era molto intenzionata a dormire quella mattina, soprattutto ora che nessuno stava minacciando qualche abitante di quella che da qualche tempo ormai considerava la sua città.
L’uomo, d’altro canto, si girò per controllare l’orario sulla sveglia posta sul comodino alle sue spalle. Non aveva ben capito come funzionasse quella cosa, sapeva solo che non la sopportava, dato che ogni volta emetteva un suono assordante capace di invogliare la ragazza accanto a lui ad abbandonare il suo petto, sul quale si era addormentata, e ad alzarsi. Possibile che quell’aggeggio infernale ci riuscisse con tutto quel baccano e invece lui non riusciva a svegliarla nel modo più dolce possibile?
- Sì, in effetti, è ancora presto, Swan. Ma io sono sveglio da un pezzo, e mi sto annoiando. – si lamentò, attirandola languidamente a sé e incrociando una gamba tra le sue nella speranza di poterla guardare finalmente negli occhi invece di continuare a fissare la pelle pallida della sua schiena su cui spuntava qualche piccolo neo. Non che gli dispiacesse tanto, ma preferiva osservare altro di lei.
- E allora torna a dormire Killian. – gli ordinò, con lo stesso tono che una madre apprensiva avrebbe usato con il suo bambino capriccioso. A volte Killian, in effetti, le sembrava proprio un bambino.
- Non ci penso proprio. Avanti, Swan! Guardami! – la supplicò.
Come si era ridotto: supplicare una donna per poterla guardare negli occhi. Il Capitan Uncino di una volta non avrebbe mai supplicato, di solito accadeva il contrario e in situazioni totalmente diverse.
Emma emise uno sospiro esasperato e, cogliendolo di sorpresa, si voltò verso di lui con così tanta forza che gli si ritrovò sopra e aprì gli occhi ancora assonnati.
- Contento ora? – lo prese in giro.
La osservò attentamente. I capelli biondi che le ricadevano ai lati del viso disordinati e scomposti, l’espressione assonnata, le labbra che non riuscivano a nascondere un sorriso divertito per la sua insistenza, le sue gambe attorno a lui e le mani sul suo petto.
- Assolutamente sì. In realtà è molto più di quello che speravo. – le sorrise malizioso, continuando a guardarla con quegli occhi che la facevano sentire così piccola e così esposta.
Tentò di avvicinare le loro labbra ma lei si ritrasse in tempo, decisa a non dargliela vinta. Poggiò la guancia sulle sue mani e chiuse nuovamente gli occhi.
- Ora se non ti dispiace torno a dormire. Buonanotte. – gli disse risoluta.
Sentì sotto di sé il suo petto alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo lungo sospiro. Perfetto: aveva vinto.
Per quanto lo desiderasse, però, ormai sapeva che non avrebbe potuto riaddormentarsi. Non ora che gli era così vicina e sentiva già i brividi percorrergli la schiena ogni volta che le sfiorava il fianco.
Iniziò ad accarezzargli il braccio, fino a giungere al suo tatuaggio. Ne seguì attentamente i contorni, come se lo stesse disegnando lei stessa. Sentiva il suo sguardo su di sé e sui suoi movimenti, in attesa.
Non era gelosa del suo primo grande amore. Erano passati secoli ormai. Lui, piuttosto, avrebbe potuto essere geloso. Di Neal, Walsh o qualcun altro del suo passato. Erano trascorsi solo pochi anni in fondo. Eppure non lo era, probabilmente per il suo ego smisurato o per la sua sicurezza quando si trattava di donne.
- A che pensi? – le chiese d’un tratto.
Lo guardò nuovamente negli occhi e scosse la testa.
- Niente d’importante. Allora, Capitano, devo proprio pregarti per avere un buon giorno degno di un pirata? – lo stuzzicò.
- Oh, mia piccola incosciente Swan. Credevo che stanotte ti fosse bastata. – le resse il gioco.
Puntualmente arrossì ma immediatamente assunse l’espressione più sfacciata che le avesse mai visto.
- Forse sei tu quello incontentabile tra i due. Devo ricordarti che mi hai costretta a svegliarmi prima del previsto?
- Non posso dissentire. Ma le mie intenzioni erano molto più caste di quanto tu creda.
Emma lo guardò dubbiosa e incredula.
- Tuttavia, se la signora ha questo implacabile desiderio, da bravo gentiluomo non posso affatto tirarmi indietro. – concluse, portandola sotto di sé e avventandosi sulle sue labbra, interrompendo la sua risata divertita.
Ecco qua il vecchio Capitano Uncino.
La baciò con urgenza, sentendola sospirare a ogni suo tocco. Adorava avere quell’effetto su di lei, anche se doveva ammettere che a volte era lei stessa a estasiarlo anche solo baciandolo dolcemente.
Continuò ad accarezzare e baciare ogni lembo di pelle che riuscisse a raggiungere e stava per riappropriarsi della sua bocca quando il campanello suonò improvvisamente.
Emma gli rivolse uno sguardo sorpreso e preoccupato.
- Aspettavi qualcuno?
- Tesoro, sei tu la Salvatrice. Sei tu quella che cercano continuamente perché hanno bisogno di te. Ma in questo momento sono io quello che ha bisogno di te, quindi ignora chiunque si permetta di disturbare a quest’ora del mattino. – le disse, impedendole di rispondere con un bacio a cui non seppe dire di no.
Ma dall’altra parte della porta qualcuno era ben intenzionato a non andare via prima di ottenere qualsiasi cosa volesse.
- Killian, devo andare a vedere chi è. – sospirò, costringendo l’uomo a smetterla con le sue piacevoli carezze per lasciare il letto che non era mai stato più invitante. S’infilò la prima maglia che trovò. Dall’odore capì che apparteneva all’uomo che ora la guardava sconsolato e divertito.
- Swan questa me la paghi!
- Scusami. – gli sussurrò lasciandogli un ultimo veloce bacio sulle labbra imbronciate, prima di abbandonare la stanza e dirigersi verso l’ingresso.
Aprì finalmente la porta e con stupore si ritrovò di fronte i suoi genitori.
- Ehm, buongiorno. – disse, cercando di coprirsi il più possibile con quella misera maglia.
I due la guardarono quasi sconvolti. Questo si che era imbarazzante.
- Ciao Emma. – parlò finalmente Mary Margaret, tenendo stretto il piccolo Neal.
- Dov’è quel pirata?! – disse invece l’uomo al suo fianco.
Puntualissimo come sempre Killian si presentò al suo fianco. Il fatto che fosse mezzo nudo non fece molto piacere a suo padre.
- Buongiorno anche a voi. – augurò. Emma si passò una mano sul viso, esasperata.
- Avevi detto che ti saresti occupata di Neal oggi. – le spiegò sua madre, evitando così un’inutile discussione.
- Oh certo.
In realtà l’aveva completamente dimenticato. Allungò le braccia per prendere il suo fratellino mentre Killian si offriva di prendere la borsa con le cose per il bambino.
- Bene, ci sentiamo più tardi. – disse, sperando che quel momento finisse subito.
I due annuirono e iniziarono ad allontanarsi.
- Vi prego non davanti a mio figlio! – si raccomandò David, scatenando le risate della moglie mentre Emma chiuse la porta imbarazzata.
- Tienilo un attimo. – disse al pirata al suo fianco. – Io vado a darmi una sistemata.
Killian prese tra le sue braccia il bambino che emise un versetto divertito e lo guardava con gli occhi vispi. Non ci sapeva fare con i bambini, eppure una piccola parte di sé sperava di poter imparare un giorno.
- Allora piccolo ometto, - gli disse, muovendo un dito davanti alla sua faccia. – Spero per te che tu non diventi proprio come tuo padre.
 
È passato un sacco di tempo dall’ultima volta che ho aggiornato, ma spero di essermi fatta perdonare con questa nuova piccola storia. Spero che vi piaccia quanto le altre e naturalmente i commenti sono sempre ben accetti. Grazie mille a chi segue, legge e recensisce (scusatemi se non sono riuscita a rispondere, lo farò appena ho tempo!). Purtroppo non so quando riuscirò ad aggiornare perchè le prossime settimane saranno molto impegnative, ma dato che la prossima one-shot è già pronta potrebbe arrivare prima di quanto crediate!
A presto, Sa :)
  
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