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Autore: moira78    28/01/2009    1 recensioni
Un'altra storia datata ispirata da un horror (se l'avete visto cogliete meglio le allusioni più divertenti^^). Uno dei miei esperimenti di fanfiction comiche!
Edit del 28/1/2009: ff rivista e corretta da Tiger eyes.
Genere: Parodia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II




“Ma… quello…” Balbettò Ukyo.
“È il nostro preside!” Finì per lei Akane.
Il tizio in questione era vestito da poliziotto di tutto punto, con tanto di sfollagente e pistola nella cintola. Sulla testa, ovviamente, era rimasta però l’unica nota discordante: la sua adorata palma…
Welcome, ragazzi!” Esclamò tutto contento. “Questo è un posto di blocco e siete pregati di scendere! Come on! Come on!
“Oh no… ci mancava solo quello stolto di mio padre!” Commentò Kuno con una mano sulla fronte. Kodachi invece si lanciò verso di lui a braccia aperte.
“Oh papariiiinoooo!”
L’uomo l’abbracciò brevemente e poi tornò a guardare gli occupanti del pick up.
“Bene boys ’n girls, ora venite avanti very slow, anche tu Taichi, lentamente e con le mani dietro la testa!”
”Non siamo tuoi prigionieri!” Sbottò Kuno contrariato. Per tutta risposta il preside gli lanciò una sorta di lazo-lametta che gli tranciò una ciocca intera di capelli. “Aaaahhh! Maledettooohh!” Si lagnò il ragazzo raccogliendoli a due mani. “Ora te la farò pagare!” Gridò lanciandoglisi contro con la sua spada di legno.
“No, Kuno, non farlo!” Gli urlò Nabiki da dietro. Il Tuono Blu rise di gusto, senza neanche frenarsi.
“Tranquilla Nabiki Tendo, vi salverò tutt…” In pochi secondi la sua adorata katana era ridotta in tanti pezzetti sfilacciati.
“….ti ha già battuto una volta con quella tecnica, idiota.” Commentò Nabiki acida.
“Ora fate come vi dico, altrimenti vi raso tutti a zero. Do you understand?” Chiese il preside. Il gruppo si mise in fila indiana.
“Ma perché noi sì e Kodachi no?!” Domandò Shampoo seccata.
“Perché quella è sua figlia, mia cara.” Rispose Ukyo piccata.
“Beh, io sono un’amazzone, non può trattarmi in questo…”
“Dove sono Ranma e gli altri?” Chiese improvvisamente Akane.
In quella Ryoga, Mousse e Ranma apparvero dietro di loro soddisfatti, benedicendo una certa sorgente calda nascosta dietro la boscaglia. Negli occhi del preside apparve una scintilla nota.
“Oh no no no no! Your hairs are trooooppo lunghi, bisogna tagliare quel codino!”
“Hai capito male, preside!” Esclamò Ranma schivando agilmente le rasoiate del preside. Poi, improvvisamente, il poliziotto strambo fece un salto in direzione del pick up.
“Oh, ma che sporcizia qui, don’t you know pulizia? E what’s this buco enooorme sul lunotto posteriore? Oh, you non potete drive in queste condizioni! No no no!”
Ranma girò la testa con disprezzo.
“È che abbiamo incontrato una tizia più folle di te che ci si è letteralmente gettata attraverso!”
Il preside annuì poi, fulmineo, si portò alle spalle di Ranma assestandogli un calcione sulle natiche.
“Bene, fammi vedere come ha fatto allora!”
Il poveretto cadde a precipizio proprio attraverso la sagoma nel vetro e Kuno ebbe il cattivo gusto di commentare: “Però, che mira!”
“Ranma!”
“Oh, povero Ranchan!”
“Ranma?!”
Esclamarono a una voce Shampoo, Ukyo e Akane soccorrendolo. Ma lui si era già rialzato, ingaggiando l’ennesima lotta.

Quando finalmente riuscirono a mettere il preside KO, risalirono a bordo per l’ultimo tratto del viaggio. Ed eccolo, finalmente, il ranch dei Kuno che si ergeva nei suoi imponenti due piani.
“Caspita che lusso!” Esclamò Nabiki schermandosi con la mano. “Deve esservi costata un patrimonio!”
Kuno rise. “I miei antenati erano ricchi quasi quanto me.”
Nabiki si chiese per l’ennesima volta se non fosse il caso di abbordare il Tuono Blu e farsi mantenere da lui a vita, ma rinunciò quasi subito all’idea. Mentre il giovane camminava con passo lento e deciso decantando le meraviglie del suo ranch, sparì dalla loro vista con un urlo agghiacciante.
I presenti si precipitarono più che altro a curiosare se ci fossero buchi nel terreno e si sorpresero nello scorgere una trappola coperta dalle erbacce.
“Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah! È un sistema di antifurto molto economico ma molto letale per chiunque osi avvicinarsi troppo alla nostra proprietà!” Spiegò Kodachi sventolando il suo nastro.
“In parole povere, Kuno doveva saperlo ma ci si è buttato dentro da solo…” Osservò Mousse sistemandosi gli occhiali sul naso. Fece un passo e scomparve anche lui. Gli altri la guardarono interrogativamente.
“Sono disseminati un po’ ovunque, Ranma caro fai attenzione!”
“Tsè!” Fece lui altezzoso. “Non sono mica come quell’idiota di tuo frate…..”
“RANMA!” Gridò Akane vedendolo scomparire a sua volta. Ryoga si grattò la testa perplesso.
Meno male che non era come lui…
“Oh povero caro!” Si finse in pena la giovane Kuno. Sasuke osservò che era più prudente se si mettevano tutti in fila indiana e seguivano lui. Il loro errore fu credere che il ninja sapesse dove mettere i piedi.
Prima sparì Ryoga invocando Akane, poi nell’ordine: Shampoo, Kodachi, Nabiki, Akane, Ukyo e infine lo stesso Sasuke.

Era buio, aveva il seno, ovviamente era bagnato fradicio e qualcuno lo stava palpando. Ranma-chan urlò. Una voce profonda le sfiorò un orecchio.
“Non muoverti o ti uccido.”
Il ragazzo, o meglio, la ragazza col codino tese i muscoli per sferrargli un bel cazzotto, quando sentì un rumore sinistro, come di un piccolo motore che si accendeva e poi udì distintamente lo sferragliare di un’arma. Ma era qualcosa di molto peggio: si trattava un macchinario munito di mani di plastica atte a slegare, sfilare, sbottonare…
Tho! Quando si dice la fortuna!
Alla luce di un fiammifero che Ranma-chan sfregò sul pavimento, si accorse di una figura accovacciata accanto a lui con una strana maschera sul volto che lo armeggiava a meraviglia. In meno di un secondo si ritrovò senza maglietta. Qualcosa di viscido gli colava sul seno… inchiostro?!
”HAPPOSAI, RAZZADIMANIACOPERVERTITOCHENONSEIALTRO, CHE DIAVOLO DI TECNICA E’ MAI QUESTA?!”
Quello, con la stessa voce di prima bisbigliò: “Sbagli tesoro, io non sono Happosai… ops!” Fece quello accorgendosi che la ragazza gli aveva tolto dalla faccia il dispositivo per cambiare la voce e il lungo mantello che lo ricopriva. La mano destra di Ranma aveva trovato la corda di una tapparella e stava facendo luce su quel misterioso personaggio.
“E infatti sei Lakkyosai*, suo degno amico, non è vero, nanerottolo maniaco?” Lo apostrofò strappandosi il foglio di carta dal petto e ricomponendosi. “Dì un po’, alla tua età ancora vai in giro a ricalcare tette?!” Sbottò lanciando un pugno che andò a vuoto.
“Wasabi bakuen-boku!” Gridò il vecchietto spiccando un balzo.
Stordito dal fumo piccante, Ranma tossiva disperatamente, chiedendosi ancora una volta chi diavolo gliel’avesse fatto fare di accettare una gita gratis...

Mentre Ranma cercava un po’ d’ossigeno nella nube di fumo lanciata dal vecchio amico di Happosai, Akane, Nabiki, Kodachi e Shampoo vagavano in un sotterraneo in cui c’era una leggera luce quasi crepuscolare.
“In queste cantine la famiglia Kuno conserva i vini della casata da più di duemila anni!” Si pavoneggiò la Rosa Nera.
“Pensa che schifo…” Mormoro Nabiki cercando di immaginare un vino allo stadio successivo all’aceto. Fu allora che videro i ragazzi impalati come spiedini su dei…
“Ganci…?” Disse Akane con voce strozzata immaginando un ferro ricurvo infilato nella carne poco sopra la spina dorsale.
“No” fece Ukyo asciutta.”Li hanno appesi per i capelli, quegli idioti.”
In effetti Mousse pendeva dai venti centimetri della sua chioma nera, gli occhiali rotti abbandonati ai suoi piedi; Kuno era stato attaccato al suo amato ciuffo borbottando che non arrivava a raccogliere la katana ai suoi piedi; Ryoga era mezzo strangolato dalla sua stessa bandana e Sasuke pendeva addirittura a testa in giù e si dimenava come un pazzo. Avevano le mani legate dietro la schiena.
“E il mio adorato Ranma? Dov’è il mio adorato Ranma?!” Gridò Kodachi saltellando lontano per raggiungerlo e spargendo petali neri ovunque. Anche Akane, Ukyo e Shampoo erano preoccupate, ma le condizioni dei loro amici erano penose, così decisero di liberarli, spinte da misericordiosa pietà. Nabiki fissò Kuno.
”Sei il solito idiota.” Lo apostrofò. “Ma sei pur sempre un mio compagno di scuola, per cui…”
“No!” La interruppe il Tuono Blu. “Non sia mai che Tatewaki Aristocrat Kuno si faccia soccorrere da una fanciulla, piuttosto la morte!”
Nabiki fece spallucce.
“Come vuoi…”
“Ferma!”
Al perentorio ordine la seconda delle sorelle Tendo si voltò con sufficienza.
“Cosa?”
“Non vorrai lasciare il Tuono Blu del Furinkan appeso come un salame! È un disonore!”
Nabiki si portò un dito alla fronte.
“È tutto qui, il tuo onore? Beh, va bene, ma voglio 5000 yen.”
“3000!”
“4500!”
“3500!”
“4000 o resti lì appeso!”
Kuno si arrese alle trattative, e la sua soccorritrice lo liberò sbrigativamente con un paio di forbici, lasciando attaccata alla corda una cospicua ciocca di capelli.
Intanto, qualcun altro, tramava nel buio.







*Ricordate il vecchietto amico di Happosay che compare nel manga? Aveva strane tecniche di combattimento derivanti da un oggetto rubatogli dal vecchio maniaco e ritornato in suo possesso grazie a un ingegnoso inganno. Le sue tecniche (mooolto feticistiche, i due sono molto simili) le ho riprese dal manga…
   
 
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