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Autore: ciabysan    28/01/2009    0 recensioni
Milano. Un ragazzo in una città frenetica. Due ragazze che sono la stessa persona. Tre amiche con atroci segreti. Un amico islandese con un crimine taciuto. Orrori e amori in una Milano più sporca di quanto appaia... attenzione...ci sono alcune scene erotiche spintarelle
Genere: Horror, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Mi avvicinai con il cuore in gola a quel corpo leggermente sonnecchiante

Mi avvicinai con il cuore in gola a quel corpo leggermente sonnecchiante. Le baciai il collo, ma non rispose, così notai con particolare sgomento che sul pavimento giaceva una boccetta di medicinali in pastiglie vuota per metà. Sonniferi, credo. Mi lasciai andare, non ebbi il coraggio di controllare se fosse morta o se invece stava solo dormendo e quella boccetta era lì per puro caso, ma comunque ebbi così tanto terrore da non riuscire nemmeno a respirare. Caddi sul pavimento e i primi raggi del sole iniziarono a filtrare dalla finestra illuminando l'esiguo corpo di donna. Mi rialzai, indietreggiai, per poi scappare abbandonando le valigie in soggiorno. Scesi velocemente la scala a chiocciola, ansimando come un ebete. Il sangue era ancora impresso sulle mie mani e sulla camicia. Perchè mi stava capitando tutto a me?Perchè stava capitando tutto a me? Erano poco più le otto del mattino e mancavano meno di tre ore all'arrivo del treno che mi avrebbe portato via dall'orrore e dall'incubo di quella maledetta città. Già, nonostante l'orario, le strade cominciarono a gremirsi di studenti e lavoratori. Ammazzando il tempo, girovagai per le strade di Milano. Giunsi ad un distributore, ricordando di avere particolarmente fame. Lo stomaco mi lasciava un dolore lancinante, non mangiavo da un po'. Presi un mars, quindi, con una moneta da un euro trovata per caso nelle tasche dei pantaloni. Ma, nonappena lo presi in mano ebbi una strana visione: io che rientravo a casa di Michela, con la barretta di cioccolato in mano. Lei era lì, davanti all'ingresso, in piedi, che mi sorrideva. Il suo sorriso era talmente languido e dolce da intenerire. Il volto era contornato da capelli biondi-rossi mossi, la pelle chiarissima come quella di una bambola di ceramica. Labbra rosse, scarlatte, come il fuoco. Non disse nulla e io stetti impietrito. Di scatto, si sedette per terra. Indossava un vestito da sera nero, di seta, con i contorni di pizzo. Aprì le gambe, alabastrine e bianche. Esili. Non indossava le mutandine. Tirò indietro la testa con audacia, mentre i capelli seguivano quasi una danza ipnotica. Mi mossi, non ne ero consapevole ma mi mossi verso di lei con passo catatonico, sguardo assente. Lei era lì. Era lì solo per me. Il sudore che le scendeva leggermente giù dalle gambe era pura gioia, un sapore intenso di amore e morte in contemporanea. Tu sei mia, Michela. Tu sei mia. Mi avvicinai ancora di più, mi inginocchiai e mi trovai immediatamente in mezzo alle sue gambe, così ardite e scondizionate. Sinfonia di violini. Mi protesi per infilarle il mars. Un urlo. Di piacere, intenso.
"AAAAAAAH" sospiri profondi, quasi una nenia ritmica. Il cioccolato si sciolse, gocciolandole giù dalle gambe. Sulle pareti si rincorsero delle ombre cinesi velocemente, sotto la luce immensa di una lanterna forse per buona visione ed atmosfera inebriante.
Ritornai cosciente. Quella visione mi turbò. Gettai a terra, senza rimorso il mars e continuai a girovagare. Dietro di me vidi Kaori, era bellissima: vestita di bianco e con i lunghi capelli neri che le cadevano come cascate sulle spalle. I suoi occhi a mandorla donavano qualcosa di sensuale nel suo volto. Spiazzai. Ed ecco che aprì la sua bocca con un rumore sinistro, malefico. schrisissoschcui. Le schizzò del sangue dalla bocca, a fiotti. Una visione inquietante anche per il fatto che stava sorridendo. Era in procinto di dire qualcosa se potevo considerare quei bruschi rumori che emanava come parole, ma di colpo ritornai alla realtà.

 

  
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