Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: SuperGoat    07/08/2015    4 recensioni
Camelot, otto anni prima dell'arrivo di Merlino. Un sogno profetico mostra a re Uther Pendragon una spada conficcata in una roccia. Colui che la estrarrà dalla roccia, viene rivelato al re, sarà destinato ad unificare i regni d'Inghilterra e regnare su tutto il mondo conosciuto, accompagnato però da un maledizione.
Solo un Pendragon può estrarre la spada dalla roccia, non avendo altri parenti se non due figli piccoli, Uther si convince di essere lui il prescelto.
Una storia dedicata a quelli che, come me, sono rimasti leggermente interdetti nel vedere Excalibur, la mitica spada dalla leggenda. ridotta dalla serie "Merlin" ad un inutile trucchetto di magia. In occasione della messa in onda della puntata 4x12, indignata per la poca importanza data a questa parte della leggenda, creai questa storia ambientata nella Camelot del passato che conferirà ad Artù l'opportunità di estrarre, per conto suo, la spada dalla roccia, pur senza creare contraddizioni con la trama della serie TV (o almeno si spera).
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Come sarebbe a dire 'un attimo fa erano qui'?" esclamò il Uther, il medico sorrise in modo sospetto "E' come vi ho detto, sire, Artù era chiuso a chiave" Uther non sapeva se fidarsi "E Morgana?" provò a chiedere "Morgana l'hai vista" Gaius reagì in modo ancora più sospetto "Si!" esclamò dapprima "ehm..no" si corresse dopo "lei no" "Ne ho abbastanza Gaius!" tagliò corto il re "Li troverò e li sbatterò in cella per il resto dei loro giorni, fosse l'ultima cosa che faccio!" Gaius si schiarì la voce "ehm...sire..." chiese "siete sicuro che sia proprio necessario" Uther annuì "assolutamente Gaius, Artù era in punizione, Morgana è certamente coinvolta" Due bambini in fuga certamente non sarebbero rimasti nei paraggi, Uther rivolse lo sguardo fuori dalla finestra, il sole era ormai calato, non era un problema "Io vi troverò" disse. 


La donna camminava in tondo, pronunciando strane parole, sorvegliava una fossa dentro la quale aveva imprigionato i bambini rapiti dai villaggi. 
Appostati dietro i cespugli, Artù, Morgana e Leon aspettavano il momento giusto per intervenire, "E' una persona sola, dobbiamo attaccare prima che sia troppo tardi" sussurrò Artù, ma Leon lo trattenne per un braccio "andrò io, voi rimanete qua, interverrete solo in caso di pericolo" "no!" si oppose Artù "smettetela!" si intromise Morgana "non lo vedete che è una strega? potrebbe dare fuoco alla quella fossa con dentro i bambini, potrebbe ucciderli da un momento all'altro e potrebbe uccidere anche voi!" era veramente terrorizzata dalla stregoneria "qualcuno ha un piano migliore dell'ucciderla?" chiese Artù. 


Seduto in un angolo della fossa in cui era rinchiuso Will non proferiva parola, la sua morte era vicina, non c'era nulla che fare, era finito nelle grinfie di una pazza disposta ad ucciderli tutti pur di far fuori un tale di nome "Emrys" che forse neanche esisteva, era un modo estremamente stupido per morire. Anche Galvano era seduto e taceva tenendosi le costole, aveva cercato di portare a termine il suo piano di strangolare la strega prima di essere rinchiuso anche lui, e per questo era stato sbalzato contro una roccia a decine di metri di distanza, stava davvero male. Parsifal piangeva chiamando la madre e nessuno discuteva più di piani di evasione. "E' rimasta una sola cosa da fare" disse Lancillotto alzandosi in piedi "Nimueh!" gridò verso l'alto "Sacerdotessa, devo parlarti!" nessuna risposta, come avrebbero potuto immaginare "So chi è Emrys!" gridò inaspettatamente "So chi è Emrys!" in un attimo la donna saltò dentro la fossa e fu davanti a loro. I bambini si premettero contro le pareti solo Lancillotto restò fermo, e Will, che non aveva voglia di muoversi. "Allora?" fece la strega rivolta a Lancillotto "Dimmi chi è" Lancillotto tremò "Sono io" disse. 

Will spalancò gli occhi, la donna sorrise mentre una pianta avvolgeva e stringeva il corpo di Lancillotto "Tu vieni con me" disse, poi posò lo sguardo su Will "anche tu" un rampicante si strinse attorno alla sua caviglia e in un attimo furono fuori. 


"Caccia notturna, sire?" chiese lo stalliere porgendogli il cavallo, in genere Uther non amava che la plebe avesse questa confidenza con lui ma decise di rispondere "Si, Simeon, pare proprio di si". 


Da dietro i cespugli Artù vide la donna riemergere dalla fossa con due ragazzi legati "E' il momento" sussurrò Leon e rimanendo basso per non farsi vedere Artù saltò fuori dal cespugli per tuffarsi dentro la fossa. 

Arrivò a terra con i piedi ma con una tale forza da rotolare a terra subito dopo con tutto il corpo dolorante, la fossa era più profonda di quanto pensasse "saranno almeno cinque metri" disse ad alta voce, attorno a lui sentiva i bisbigli degli altri prigionieri "cosa succede?" disse una voce strozzata "ne prendono due e ce ne mandano indietro uno diverso?" a parlare era stato un ragazzo ferito che si reggeva a stento in piedi reggendosi la pancia "Sono Artù Pendragon" disse lui "sono qui per salvarvi" "Come?" chiese un ragazzino più piccolo. Artù aprì la borsa che Leon gli aveva dato "sono riuscito a recuperare sei pugnali" spiegò "i più grandi di voi possono usarli" il ragazzo ferito ne afferrò subito uno "gli altri si armino di pietre e di bastoni, comunque qualcosa che potete tenere in tasca o tra i denti" "Perchè tra i denti?" chiese il più piccolo "perchè ci dobbiamo arrampicare" "E' impossibile" obiettò il ragazzo ferito "io ho una corda" rispose Artù.

 
La strega sollevò il pugnale, Lancillotto e Will erano legati e in ginocchio davanti a lei, Will non sapeva nemmeno perchè si trovasse lì ma era finita, presto sarebbero morti, dolorosamente, sarebbero morti. Will voleva chiudere gli occhi, non voleva vedere il sangue sgorgare dalle sue carni ma aveva tutto il corpo paralizzato, non poteva che osservare con terrore il pugnale che calava su di lui e attendere l'impatto....

Si sentì un rumore di arma che andava a fondo, di ventre sviscerato, ma Will non provava alcun dolore, non era lui ad essere stato colpito e neanche Lancillotto, in compenso il ventre di Nimueh, la sacerdotessa, era stato passato da parte a parte da una lama che ora emergeva dal corpo della donna gocciolando sangue sulla testa di Will.

Il corpo di Nimueh cadde lentamente e un giovane riccio e biondo ripulì dal sangue la lama della sua spada "Tranquilli" disse ai due "Sono uno scudiero di Camelot, sono qui per salvarvi" Will aveva difficoltà a capire cosa stesse succedendo, Nimueh, che avrebbe dovuto essere morta scoppiò a ridere "sciocco" disse alzandosi in piedi perfettamente guarita "io sono una sacerdotessa della vita e la morte" tuonò "nessuna lama mortale può uccidermi" "Immortale?" sussurrò il ragazzo, Nimueh allargò il palmo della mano e lo puntò verso lo scudiero come aveva fatto con Galvano, questo fece un volo molto più lungo di quello che aveva fatto il ragazzo, sparendo dietro gli alberi. 


Uther si dirigeva verso Ealdor, era certo che Artù fosse andato ad aiutare quella contadina, chissà quanto era arrivato oltre? Probabilmente era finito per fare da servitore a quella Hunith, il ragazzo non era troppo sveglio, ma forse con l'aiuto di Morgana era riuscito a combinare qualcosa, magari si erano fatti prendere prigionieri anche loro, non era il momento di fare gli apprensivi, se ne avesse avuto la certezza avrebbe mobilitato l'esercito ma non era questo il caso.

Era ormai al confine con Ealdor quando sentì dei rumori, dubitava si trattasse di Artù ma smontò da cavallo e seguì il rumore nascondendosi dietro gli alberi, erano due uomini che raccoglievano legna, probabilmente banditi, gli uomini si voltarono a guardarlo, lui li fissò con la spada stretta in pugno, pronto ad ucciderli se necessario, ma nessuno fece una mossa, Uther si voltò, prese il cavallo e cambiò strada. 


Per un attimo Will aveva sperato di avere salva la vita, ma queste speranze erano svanite in un attimo come il coraggioso scudiero. Nimueh si rivolse nuovamente contro di loro. "Ferma!" urlò una voce, subito dopo una pietra colpì Nimueh alla spalla, seguita da una raffica di altre pietre, una delle quali colpì Will alla testa. 


Quella sera Balinor si era avvicinato ad Ealdor più del solito, erano passati undici anni, nove mesi e sette giorni da quando aveva abbandonato la sua intera vita lì, da quando aveva lasciato Hunith, per vivere da esiliato in una grotta tutto questo per colpa di re Uther Pendragon. Quel giorno, però, aveva deciso di rischiare, da lì poteva vedere Hunith, non la vedeva da tanto tempo, scriveva una lettera e si asciugava le lacrime, Balinor non avrebbe potuto immaginare a chi scriveva, era sola, sapeva solo questo, e avrebbe voluto consolarla, ma non poteva. 


Quando Will riaprì gli occhi si trovava per terra, attorno a lui regnava il caos, "Coraggio" gridava un ragazzo che non ricordava di avere visto "attacchiamo!" Lancillotto e Galvano iniziarono a gridare e lanciare pietre, seguiti da tutti gli altri bambini, lo scudiero era appena riemerso dalle foglie brandendo la sua spada, era stranamente illeso, "nessun immortale può sconfiggermi!" gridava "volete sapere chi è immortale? Io sono immortale!" si lanciò in carica verso la sacerdotessa la quale indietreggiò inciampando nel corpo di Parsifal accovacciato dietro di lei "ha funzionato!" gridò il bambino mentre Galvano e gli altri provavano a legarla, bastò un sguardo di Nimueh per bruciare la corda, i ragazzi si guardarono tra loro preoccupati, in quel momento una ragazza saltò fuori dai cespugli e inchiodò Nimueh a terra, sollevò una mano per colpire la sacerdotessa e Will notò che stringeva nella mano uno dei cristalli dell grotta. Nimueh fissava la ragazza con aria strana "Sei tu?" chiese, subito dopo la ragazza calò su di lei il cristallo come un pugnale, Nimueh gridò e parve morire definitivamente. 


Era tardi ormai, era tempo di andare, Balinor vide un fuoco tra gli alberi e pensò di dirigersi verso di esso, tre uomini erano intenti a riscaldare le dita sopra il falò, "posso condividere il caldo con voi?" chiese mostrando loro i tre scoiattoli che aveva appena cacciato "sei il benvenuto" rispose uno "ho un coniglio" fece un altro, gli altri due si rivolsero uno sguardo complice "Noi abbiamo visto di meglio..." disse con fare misterioso "Uther Pendragon, qui nella foresta" Balinor spalancò gli occhi, aveva fatto male a sentirsi al sicuro proprio quella notte "Quel bastardo pagherà per tutto quello che ha fatto" disse un uomo piantando un pugnale sul tronco d'albero su cui sedevano "Non ora" tagliò corto un altro "non appena rimetterà piede fuori dai suoi confini" spiegò "noi saremo qui ad attenderlo" Balinor annuì "sei con noi, amico?" chiese quell'uomo "non lo so" sospirò Balinor. 


La corda che Leon aveva portato si era rivelata utile, avevano legato la strega ad una roccia, sembrava morta, ma non potevano esserne certi "Non dovremmo seppellirla?" chiese Artù, Leon fece per annuire "voi due siete pazzi" sentenziò Morgana "e tu?" fece Artù "come facevi a sapere che serviva un cristallo per ucciderla" Morgana non sembrava intenzionata a rispondere "quando l'ho guardata negli occhi" raccontò "mi ha preso una strana sensazione" "Morgana" disse Artù stufo "Tu sei fissata con le sensazioni" "ragazzi, la priorità ora è tornare a Camelot" li interruppe Leon "E di questo ragazzo svenuto cosa facciamo?" chiese Artù "Qualcuno sa chi è?" "Si chiama Will, viene da Ealdor" disse un ragazzo "Ce lo riportiamo noi" fece un altro "insieme a tutti gli altri" Artù annuì, così era molto più semplice, Ealdor non era lontana, dubitava che i ragazzi si potessero perdere "Gentile da parte tua..." iniziò a dire "Galvano" concluse l'altro "Li accompagnerò per parte della strada e vi raggiungerò" disse Leon, Artù annuì, pian piano se ne andarono tutti, solo un ragazzo rimase con loro "io vivo un po' più lontano, è meglio che vada" affermò, era quello che avevano trovato legato "Sei il pazzo che voleva farsi ammazzare" disse Morgana "per salvare tutti gli altri" aggiunse lui, Artù lo fissò negli occhi "è il modo migliore per morire" disse. 


Uther aveva perlustrato i confini di Ealdor, se fosse andato oltre sarebbe finito nel cuore della valle dei re caduti, non ci teneva particolarmente ma doveva proseguire, proprio in quel momento sentì qualcuno che si muoveva tra gli alberi, non erano i banditi di prima questo era sicuramente un bambino, poteva vederne la sagoma, avrebbe anche potuto essere Artù, l'altezza era pressappoco quella, non riusciva a distinguere altro, lentamente si avvicinò al ragazzo e lo agguantò da dietro. Ormai era sicuro "Questa volta me la pagherai, Artù!" esclamò "Ti massacrerò di..." "Non sono Artù!" gridò il ragazzino e Uther lasciò subito la presa imbarazzato "Aiuto! Non sono Artù!" continuava a gridare "Non sono nemmeno Emrys! Perchè tutti mi scambiano per persone da uccidere? basta!" alla luce della luna effettivamente Uther notò che il ragazzino era castano e con gli occhi scuri, certo non era Artù, "shh sta zitto!" sussurrò "Sono solo Galvano, va bene?" urlò il ragazzino "Solo Galvano!" "Ti ho detto di fare silenzio!" lo rimproverò Uther "è pieno di banditi qui" "a me sembra che sia tu il bandito" rispose il bambino "Sono re Uther Pendragon" rispose lui indispettito, il bambino rise "si certo" Uther stava per ucciderlo, cercò di controllarsi "tuo padre avrebbe dovuto insegnarti il rispetto" disse "Mio padre è morto quando ero appena nato" rispose lui, Uther scosse la testa "non cercare di intenerirmi, mio padre è morto quando avevo nove anni" non sapeva cosa gli era preso, non era da lui aprirsi in questo modo "stai sanguinando, Galvano" disse concentrandosi su altro, il ragazzo si sfilò la camicia, la ferita non sembrava grave "ho sbattuto contro una roccia" si giustificò lui, e si voltò per legarsi la camicia ai fianchi, il ragazzo aveva una strana voglia in fondo alla schiena, era familiare "Hai detto che tuo padre è morto quando?" si informò, il ragazzo lo guardò circospetto "dodici anni fa" disse. Uther annuì "ascolta" iniziò "sono veramente il re di Camelot...vorresti venire a farti visitare?" Galvano strinse le spalle "mio padre è morto per un nobile come voi, no" disse "comunque, non è grave...voglio visitare la valle dei re caduti" Uther spalancò gli occhi, questo doveva impedirlo "Ti consiglio piuttosto le terre perigliose" disse "se vuoi metterti alla prova". 


Era quasi l'alba quando Artù, Morgana e Leon videro il castello di Camelot stagliarsi dinnanzi a loro "Leon" disse Artù "Tu sei prossimo all'investitura, ti conviene non fare scoprire il tuo coinvolgimento" Leon sparì dietro gli alberi, quando rimasero soli Morgana gli parlò "Cosa credi che ci farà, Uther?" Artù non lo sapeva "Voleva frustarmi per essere andato in biblioteca di notte..." Morgana sospirò "non sarà divertente" Artù era d'accordo, aveva un nodo allo stomaco che difficilmente si sarebbe sciolto "Abbiamo fatto la scelta giusta, siamo degli eroi" disse per consolarsi "concordo" lo sorprese Morgana "mi hai veramente sorpreso in questi ultimi giorni, Artù" Artù sorrise "Anche tu" disse, Morgana esitò "Ehm..Artù" disse "E' inutile venire puniti entrambi, non trovi?" La calma di Artù fu sostituita dalla rabbia "Ci avrei potuto scommettere, Morgana, tu non sei mai disposta a pagare le conseguenze delle tue azioni, non dovevi venire" Morgana scosse la testa "ammetto che hai ragione" "Così non è giusto" disse Artù e galoppò avanti, voleva bene a Morgana, ma a volte si rivelava un'autentica approfittatrice, era totalmente diversa da lui. 

Entrò a Camelot e smontò da cavallo, fortunatamente incontrò Gaius prima di suo padre, "Artù!" esclamò il medico "Vostro padre, vi sta cercando nella foresta" "Tornerà presto?" si informò Artù "credo di si" disse Gaius "nonostante le mie insistenze non ha voluto prendere la sacca del cibo" Artù annuì "Morgana arriverà a breve" spiegò "Dille di andare nella sua stanza, dirà a mio padre di essere rimasta lì tutto il tempo" Artù sospirò "la colpa ricaderà solo su di me" "e i ragazzi?" chiese Gaius "Tutti vivi" lo rassicurò lui "Di' a mio padre che lo attendo nelle segrete" concluse avviandosi verso il suo destino. Una ragazzina lo raggiunse di corsa "E io posso coprirvi in qualche modo?" chiese, Artù scosse la testa "Non puoi fare nulla, Ginevra."


Nimueh barcollava per il bosco, in mano aveva il cristallo che l'aveva ferita, poteva vedere delle immagini all'interno di esso ma nessuna era quella che cercava "So che sei lì" sussurrò "Emrys".
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: SuperGoat