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Autore: Mia_48    08/08/2015    1 recensioni
Nicole, una ragazza che desidera soltanto confondersi nella massa e farsi notare il meno possibile, restando in tutta tranquillità nel suo piccolo mondo personale, al sicuro dai pericoli della vita. Ma il prof di matematica comincia a stuzzicarla, tenta di farla uscire allo scoperto. Qual è il motivo del suo comportamento? Nicole ancora non lo sa. L'unica certezza è che non riesce in nessun modo a toglierselo dalla testa.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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“Sono felice di vederti” sussurra Freschi mentre mi stringe in un abbraccio.

Siamo seduti su una panchina in mezzo al parco, circondati dagli alberi e dal cinguettare allegro degli uccellini.

Rimango in silenzio, mentre lui si stacca da me e mi prende delicatamente la mano, cominciando ad accarezzarla. 

Osservo i suoi occhi luminosi, i capelli folti, il sorriso dolce.

“Anche io sono felice di vederla” mormoro.

“Oh, Nicole! Direi che a questo punto potresti anche darmi del tu!” esclama divertito.

Lo fisso, perplessa. “Oh. In effetti non ci avevo pensato!”.

Rimaniamo in silenzio per qualche istante, ma all’improvviso comincio a ridacchiare.

“Che c’è?” domanda, chiaramente sorpreso.

“Sto ripensando a quanto erano irritanti le tue lezioni” rivelo.

Lui scoppia a ridere. “Già, ero decisamente un rompiscatole. Anche se nemmeno tu scherzavi, con le tue occhiatacce”.

Faccio una smorfia, anche se il mio tono è divertito. “Ovvio! Non eri in grado di lasciarmi in pace, nemmeno quando risolvevo le equazioni in maniera impeccabile”.

“Oh, beh. Diciamo che nel disegnare parabole hai sempre avuto qualche difficoltà”.

“Ehi!” esclamo, tirandogli una leggera gomitata.

Lui mi guarda, facendosi tutto a un tratto serio. “Sai qual era il momento che amavo di più?”

“Quale?”.

“Quello in cui potevo avvicinarmi e fissarti dritto negli occhi. Ricordi?”.

E come dimenticarlo? E’ ancora impressa nella mia mente l’immagine di lui appoggiato con i gomiti sul mio banco, che mi fissa con un’intensità tale da farmi avvampare, costringendomi ad abbassare inevitabilmente lo sguardo.

“In quel momento avrei voluto far uscire tutti gli altri studenti dall’aula”.

“Già” mormoro, e il mio sorriso si spegne. “Sai, provo quasi nostalgia per quel periodo”.

“Perché?”.

“Se potessi tornare indietro, cercherei di sfruttare di più i momenti trascorsi insieme.” rivelo “Insomma, qualche volta credevo di odiarti. Ma in fondo, non volevo ammettere che amavo il modo in cui mi punzecchiavi. Sapevo che ai tuoi occhi non ero come gli altri. E la cosa mi piaceva.”

Rimango zitta per qualche secondo.

“Anche se non l’avrei ammesso nemmeno sotto tortura!” concludo ridendo.

“Beh, dimentichi una cosa” dice Freschi, con un sorriso enigmatico.

“Cosa?” domando, confusa.

“In quel periodo non avrei mai potuto fare questo”.  E, circondandomi le spalle con un braccio, mi dà un bacio sulla guancia.

Appoggio la testa sulla sua spalla, osservando le piante di fronte a me.

“Ricordi quella volta in cui mi hai pedinato?” chiede, ridacchiando.

Avvampo. “Oh per favore! Non penso di aver mai fatto niente di più imbarazzante!”.

Come dimenticarsi di quel giorno? Mi ero cimentata nel ruolo di investigatrice, con risultati a dir poco deludenti. Non solo Freschi mi aveva beccata in pieno, ma anche Sabrina ci aveva colti in flagrante!

“A dire il vero quell’atteggiamento mi ha rivelato un sacco di cose” ammette.

“E cioè?”.

“Beh … ho cominciato a rendermi realmente conto di quanto fossi coinvolta da me”.

“Ci credo! Se la tua alunna diventa una stalker, vuol dire che le cose si sono decisamente aggravate!”.

Ridiamo entrambi.

Dopo un po’ però, il mio sorriso si spegne. Sospiro.  “Come vorrei che tutto questo potesse durare. Io e te. Insieme”.

Freschi sospira a sua volta, ma non dice nulla.

“Ma non si può fare, vero?”.

Lui non risponde. Ha lo sguardo puntato dritto di fronte a sé. Quando si volta verso di me, i suoi occhi brillano di lacrime.

Scuote la testa.

Distogliamo entrambi lo sguardo.

Rimaniamo per molto tempo così, senza parlare, senza guardarci, con le lacrime che ci rigano le guance.

Non c’è bisogno di elencare le ragioni che ci hanno spinto a compiere questa scelta. Non più, ormai.

In fondo, lo sapevamo entrambi. Niente di tutto questo sarebbe potuto durare.

Ripenso a quando lo osservavo camminare per i corridoi, con il registro in mano, la camicia leggermente sbottonata, i ricci che ondeggiavano con leggerezza.

Ripenso al preciso istante in cui il suo sguardo incrociava il mio e le sue labbra si incurvavano in un sorriso.

Ripenso a come le mie guance si tingevano di rosso e a come il mio cuore cominciava a battere all’impazzata.

Una parte di me vorrebbe davvero tornare indietro. Rivivere tutto quanto. Vorrei innamorarmi di nuovo.

Ma il tempo scorre. E niente può impedirmi di voltare pagina e andare avanti.

“Come faccio a dirti addio?” chiede Freschi con un sussurro, accarezzandomi la testa.

Non rispondo. Non riesco nemmeno a guardarlo.

“Sai” mormoro infine “Posso sforzarmi di nascondere l’amore che provo per te, ma non potrò mai dimenticarti. Qualcuno come te non si rimuove dalla mente con molta facilità. Non scorderò mai il modo in cui brillavano i tuoi occhi quando parlavi di ciò che ti stava davvero a cuore, mentre cercavi di insegnarci molto più che delle semplici regole scritte sui libri”.

Freschi mi guarda, in silenzio.

Venire a scuola significa anche imparare ad aprire la propria mente, a non fermarsi alla superficie, a capire il perché e il come di tutte le cose” cito.

Lui tenta di dire qualcosa, ma poi si interrompe e si limita a sorridere, commosso.

“Desidero davvero seguire il tuo esempio” continuo “Voglio trovare qualcosa che mi appassioni a tal punto da assorbire tutte le mie energie, qualcosa che mi faccia sentire completamente viva. E a quel punto, posso giurarti che sarai fiero della donna che sarò diventata.”

Freschi mi prende il viso tra le mani. “Nicole” sussurra, la voce carica di emozione “Io sono sempre stato fiero di te”.

E mi bacia. Cerco di assaporare il più possibile questo momento, perché so che non si ripeterà mai più.

E’ un bacio lento, dolce, triste.

CI stacchiamo, ma continuiamo a guardarci dritto negli occhi.

Sospiriamo.

“E’ ora” mormora.

Mi alzo meccanicamente. Ancora non riesco a capacitarmi di quello che sta per succedere, ma non importa.

Avrò tutto il tempo del mondo per soffrire.

“Addio, Nicole”. Il suo sguardo è carico di sofferenza e rassegnazione.

Per un attimo sono tentata di abbracciarlo. Dirgli che non posso accettare di doverlo lasciare, che in un modo o nell’altro affronteremo ogni cosa, insieme.

Ma so che non è la cosa giusta. Ormai ho imparato che spesso bisogna essere in grado di abbandonare qualcosa a cui teniamo.

“Addio, professore”.

E mi volto, senza più guardarmi indietro.

 

 

 

 

 

5 anni dopo

 

Caro professore,

So che sarai stupito di ricevere mie notizie, così, all’improvviso, ma non appena sono venuta a conoscenza dell’incredibile novità non ho saputo resistere alla tentazione di afferrare carta e penna.

Sì, insomma, non capita mica tutti i giorni di scoprire che il tuo vecchio insegnante è diventato il preside di uno dei più prestigiosi licei di Roma!

Sono davvero felice! So bene quanto sia importante per te lasciare un segno tangibile nella vita di tutti gli studenti, e sono certa che nessuno riuscirà a dimenticare tanto facilmente i progressi a cui porterai.

In fondo, chi ti conosce meglio della tua ex studentessa modello?

Ok, scherzi a parte, ammetto che in realtà non sono ancora del tutto convinta che scriverti questa lettera sia una buona idea. Ma, se vogliamo essere sinceri, quando mai cercare un contatto con te si è rivelata una buona idea?

Comunque, ormai ho cominciato, quindi porterò a termine il mio intento.

Confesso che fatico un po’ a scrivere fluentemente in italiano. Sono appena tornata da un anno di studi in Germania, e il mio cervello è ancora sintonizzato su un’altra lingua! D’altronde, come biasimarlo? Quel viaggio ha rappresentato uno dei periodi più belli della mia vita, e non ci penserei due volte a fare le valigie per tornare ad ammirare i magnifici paesaggi della Baviera. La conoscenza di nuove persone, tradizioni, cibi… tutto mi ha permesso di prendermi una bella boccata d’aria. Era quello di cui avevo bisogno.

Sì, insomma dopo che te ne sei andato le cose non sono andate un granché bene. I primi mesi sono stati terribili. Conducevo la mia vita in maniera tranquilla e ordinaria, ma ogni volta che la mia mente cercava di proiettarsi verso il futuro mi sentivo soffocare. Non mi fraintendere: avevo accettato perfettamente il fatto di vivere senza di te. Ma il dolore pareva abbattersi implacabile sulla mia esistenza, e non facevo altro che annegare.

Poi il tempo a cominciato a scorrere, e io ho iniziato piano piano a stare meglio. Mi sono diplomata, iscritta all’università e ho fatto un sacco di esperienze uniche che mi hanno riempita il cuore di gioia.

Ora vivo in città con Sabrina, e confesso che è stata lei a darmi la grande notizia della tua promozione. Non so proprio come faccia quella ragazza a sapere sempre tutto! Comunque, mi ha raccomandato di mandarti un saluto da parte sua, ma ha precisato che, se non ti comporterai a dovere, lei sarà sempre pronta a saltare su un treno e a raggiungerti per darti un bello schiaffo in faccia e riportarti sulla giusta via!

In cuor mio, spero che questo non accada mai! Perché se Sabrina dovesse decidere di raggiungerti, credo che la seguirei senza pensarci due volte. E sappiamo entrambi che quella non sarebbe decisamente una buona idea.

Beh, che altro dire? Mi manchi. Tanto. Sono felice, è vero, e sono soddisfatta della vita che conduco. Ma spesso, la sera, chiudo gli occhi e ripenso a quell’irritante professore che non perdeva occasione per prendermi in giro e che mi fissava come se volesse schiaffeggiarmi e baciarmi allo stesso tempo, quel professore che credevo di odiare ma al quale non riuscivo a smettere di pensare neanche per un secondo.

Quel professore che mi ha fatta scoprire cosa significhi amare.

Mando un forte abbraccio a quello strepitoso insegnante, sperando di mancargli almeno un po’.

Ciao, mio caro Freschi.

Ti sarò sempre grata. Per tutto.

 

Con affetto,

La tua Nicole.

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE: eccomi finalmente giunta all’ultimo capitolo di questa storia! Che dire? E’ stata la mia prima esperienza su questo sito, e devo ammettere che mi sono divertita da morire! Ringrazio tutti quelli che mi hanno letta, recensita e che hanno sopportato i miei incredibili ritardi nell’aggiornamento! Spero di averla conclusa in maniera adeguata, sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensate.

A presto, e grazie ancora !

Mia

 

 

 

 

  
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