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Autore: Etoile_Noir    28/01/2009    2 recensioni
Non so proprio che cosa mi attragga in lei, forse non c'è nulla di lei che mi interessi fino infondo, ma come si dice in giro, quello che è proibito è quello che si desidera di più. Ed il rischio è il mio gioco.
Immaginatevi se gli Avenged Sevenfold dovessero fare da gruppo spalla agli Atreyu, i loro eterni nemici.
Una vendetta sempre più incombente, una ragazza coinvolta; niente regole, solo gioco sporco.
[Avenged Sevenfold vs Atreyu]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Avenged Sevenfold
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Hey micetti!
approfitto della mattinata libera ( la classe è in giornata bianca muahah) per postare visto che non ci sono mai.
E' il penultimo capitolo, il prossimo penso di postarlo la settimana prossima.
Così la finiamo con questo strazio! :°D
Enjoy it!



11.
It's Stronger Than You Really Want It To Be



Voci ovattate e metalliche che non mi appartengono colmano le mie orecchie e mi riportano di nuovo nel mondo reale, quello composto solo ed unicamente da problemi.
Mi giunge spontaneo aprire gli occhi, la luce opaca dell' abat-jour e l'oscurità dell'ambiente sono le prime cose che rapiscono il mio sguardo.
Faccio fatica a mettere a fuoco gli oggetti o le persone, mi sento ancora debole ed il volto mi pulsa terribilmente.
Mi passo una mano sul viso. Fa male. Gemo per il dolore.
Che cazzo è mi ha fatto?
Qualcuno si affaccia su di me per studiare l'aspetto del mio volto e riferire ad altri che scazzati continuano a ciarlare senza degnarmi di uno sguardo.
Mi metto a sedere, identifico velocemente tutto ciò che vedo e lo associo ad un tourbus; l'ambiente è opprimente e polveroso quasi come se la porta o i finestrini non siano stati aperti da mezzo secolo.
Non è il mio tourbus, non sono i miei amici!
Le loro facce sono immerse nel buio, si voltano per poco e in quell' attimo fuggente i loro volti sembrano terrificanti, linee dure di cannibali affamati che architettano un piano per uccidermi.
Eccolo si è svegliato, il bastardo!", qualcuno annuncia più in là davanti.
E' come dire benvenuto all'inferno solo che la poesia non sta nelle parole ma nelle botte che mi arriveranno più tardi, appena mi stabilirò del tutto.
"Me ne vado", frettoloso parlo prima di aver verificato effettivamente che potessi stare in piedi da solo.
"Ehi, ehi ehi... calma. Ora aspetti un poco qui", è Alex a parlare ora. Il suo viso livido segue i movimenti della sua mano che elegantemente indica di sedermi proprio di fianco a lui.
Mi guarda apertamente in volto, diritto negli occhi; è ancora alterato, ma non completamente schiavo delle sue emozioni come prima.
Nonostante sia come tenuto al guinzaglio dalla sua compagnia, non mi fido, è completamente pazzo e violento.
Mi ritorna in mente il motivo del perchè sono conciato così.

“Il suo pugno contro la mia mascella, contro il mio torace.
Il mio corpo inchiodato dalla sua forza al terreno.”


“Ho sempre saputo tutto”, riesce a fatica a parlare. Si sfrega il viso ma non capisco se stia piangendo, vedo solamente i fantasiosi giochi di luce ed ombra che si vengono a creare sul suo viso duro e teso “Fino all’ultimo dettaglio. E lo sai perché non ho mai detto nulla?”
Mi chiede come se veramente volesse che la risposta uscisse dalle mie labbra per non portare il peso di quella confessione. Per riuscire a non pensare a lei per un secondo.
Scuoto la testa in un cenno di diniego così continua a parlare; le sue parole scorrono più fluide.
“Perché pensavo che alla sua felicità, che dopo questo tour non ti avrebbe mai più visto e che sarebbe stata solo una scappatella, ma poi sarebbe rimasta con me perché io tengo a lei più della mia stessa vita. Sembra che lei non sia così.”
Associo quello che dice al comportamento di Jade, ma non mi sembra assolutamente così. Sembra che la gelosia lo accechi e non possa vedere chiaramente.
“Sai, lei non scappa. Davanti a niente e nessuno. Me ne avrebbe parlato ma non l’ha fatto. Anche quando l’ho beccata nel momento in cui si stava incipriando la spalla. Per quale diavolo di motivo dovresti stendere la cipria su una spalla se non per un succhiotto?”
Lo invito a continuare con quello risulta un gemito di assenso.
“E non mi ha detto nulla. Cos’ha fatto? Ha abbassato la testa, colpevole. Vorrei solo che tornasse indietro, non voglio che le accada nulla. Gliel‘ho promesso”
E’ veramente distrutto, crogiola nel dolore. I suoi occhi brillano nel buio quando parla di lei.
Sto in un rispettoso silenzio mentre continua a parlare di lei, sfogandosi. Cerco di controllarmi anche quando lontano dalla sua nostalgia e dolore inizia a riempirmi d’insulti.
Non lo faccio perché sta straparlando, perché lui sta benissimo ora in quanto, citando le sue parole, vorrebbe vedere la mia testa aperta in due.
Me ne sto buono poiché è violento più che mai e rischierei ancor più di prima nonostante io non sia proprio magrolino e sprovvisto di muscoli.
Anzi.
E’ solo che davanti alla ferocia e aggressività di quest’uomo. i miei muscoli non reggono il confronto ed mi stende a terra ogni volta.
E’ abbastanza umiliante, devo dire.


  
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