CAPITOLO QUATTRO
Ted rientrò poco dopo nel suo dormitorio e ad attenderlo
trovò Amelia seduta in uno dei tavolini rotondi intenta a scrivere su una
pergamena.
“Oh, sei arrivato!” Disse volgendo lo sguardo verso di lui. “Dove
sei stato? L’ora per rientrare nei dormitori è passata.”
Ted le si avvicinò posando le sue mani sulle spalle della
ragazza.”Sono scappato dal solito inseguitore.” Prese poi una sedia e le si
sedette accanto osservandola scrivere le ultime righe del suo tema di Pozioni.
Quando Amelia ebbe finito impilò i libri e i fogli che erano sparsi sulla
tavola su una delle sedie e i due ragazzi si presero qualche istante tutto per
loro. Complice il fatto che le poche persone presenti nella sala lentamente se
ne andarono, quelli che dovevano essere pochi attimi durarono molto di più.
Con gli occhi semi chiusi e sbadigliando Ted fece notare che
forse era arrivata l’ora di andare a dormire e Amelia fu pienamente d’accordo
nonostante non disdegnasse farsi coccolare dal suo ragazzo.
Dopo un ultimo, rapido bacio ognuno salì le scale che portavano al proprio
dormitorio.
Nonostante l’ora tarda e il sonno però Ted non riuscì ad addormentarsi subito:
l’immagine di Victoire seduta nel corridoio continuava a tornargli in mente,
così come la conversazione che avevano avuto.
Stranamente il pensiero che la sua pseudo cugina, come soleva definire sia
Victoire che Molly, uscisse con una ragazzo mai visto né sentito lo turbava.
Per quanto la sua lucidità al momento potesse permetterglielo ragionò su quella
strana sensazione. Poco prima di prendere sonno si disse che era perfettamente
normale: lo zio Harry gli aveva raccontato parecchie volte delle sfuriate che aveva fatto Ron a sua
sorella quando usciva con dei ragazzi al tempo della scuola. E non era
altrettanto preoccupato per Molly, probabilmente, perché benché più piccola la
vedeva molto più indipendente, spigliata e beh… anche più robusta: insomma, una
zia Molly in miniatura in tutto e per tutto tranne forse per i gusti musicali e
in fatto di moda e pignoleria per la pulizia della casa. Poco dopo, con questi
pensieri ancora in testa, finalmente si addormentò.
Le certezze di Ted rischiarono di infrangersi il giorno
dell’uscita ad Hogsmeade ma, fortunatamente, non
diede troppo peso alle vocine che nella sua testa, insistentemente, gli
suggerivano di andare a strangolare Paul… o Brian, insomma, quello dei due che
era uscito con Victoire!
Nemmeno le attenzioni che gli aveva dedicato Amelia, quel giorno, sembravano
averlo distratto dal pensiero di Brian… o Paul!
“C’è qualcosa che non va?” Chiese Amelia perplessa scrutando
Ted.
“No, perché?” Mentì prontamente lui. Non avrebbe saputo come
spiegare il fastidio che provava e benché Amelia fosse una ragazza comprensiva
e conosceva l’attaccamento che lui aveva per le due pseudo cugine, non credeva
avrebbe compreso i suoi pensieri: forse perché non li comprendeva nemmeno lui.
“Non lo so, sei strano…” Replicò Amelia non convinta della
risposta ricevuta.
“Hai ragione, scusa, ero un po’ distratto… Lunedì la professoressa dovrebbe ridarmi il compito di Artimanzia e non sono per niente sicuro di averlo fatto
bene.” Le stava nuovamente mentendo, sapeva che quel compito era andato bene.
“Dici sempre così! Poi prendi dei bei voti, tutte le volte! È
snervante lo sai?” Sbuffò Amelia e Ted sorrise avvicinandosi di più a lei sul
divanetto dove erano seduti; davanti a loro c’erano due tazze vuote e alcuni
biscotti avanzati. Le prese una mano e prima ancora che Ted potesse fare
un’altra mossa Amelia aveva già posato le sue labbra su quelle del ragazzo.
Da quel momento in poi i pensieri di Ted furono relegati in un angolino mentre
lui trascorreva un bellissimo e piacevole pomeriggio in compagnia della sua
ragazza.
Nel mentre l’appuntamento delle due cugine Weasley stava andando alla grande: Paul e Brian sembravano
riuscire ad intrattenere le ragazze a dovere e ad avere la dovuta pazienza
quando queste si attardavano più del necessario in un negozio. Come previsto da
Victoire ad un certo punto Molly se l’era svignata con il suo cavaliere
lasciandola in compagnia di Paul. I due prima di ritornare a scuola avevano
fatto un altro breve giro per Hogsmeade e per poi
fermarsi ai Tre Manici di Scopa a bere una Burrobirra.
“Sei ambizioso, non lo avrei mai detto.”
Parlando era venuto fuori che Paul aspirava, dopo i M.A.G.O., ad essere assunto al Ministero della Magia dove
contava di fare carriera.
“Eh già…” Rispose Paul soddisfatto, “Mio padre ha già una
posizione di rispetto e io conto di superarlo. E tu? Cosa farai una volta
uscita da scuola?”
Victoire parve spiazzata, “Non ne ho idea… so che presto
inizieranno i colloqui per l’orientamento, conto di farmi un’idea migliore una
volta che avrò visualizzato un centinaio di opuscoli informativi.” Rise.
“Un centinaio? Oh, non sperare di cavartela con così poco. Io
e miei compagni siamo stati sommersi.”
“Beh, di buono c’è che forse troverò qualcosa…”
Una volta finita la conversazione e buttato uno sguardo all’orologio decisero
che era ora di rientrare: Paul andò al bancone per pagare la consumazione e Vic lo osservò allontanarsi: no, non era proprio niente
male. Alto, forse un po’ troppo magro per i suoi gusti, ma sicuramente carino e
cosa fondamentale, gentile e spigliato. Questo era l’opinione che si era fatta
di lui la giovane Weasley dopo un pomeriggio passato
in sua compagnia: tutto sommato era andato meglio del precedente appuntamento
al buio.
I due si separarono all’ingresso della scuola dove Paul salutò Victoire con un
bacio sulla guancia; la ragazza si sedette su uno degli scalini di ingresso
attendendo la cugina e il suo cavaliere che non tardarono ad arrivare.
“Allora?” Chiese Victoire in tono malizioso una volta che
Brian si fu avviato verso il suo dormitorio. “Dai, raccontami come è andata.”
“Non c’è niente da dire.” Sbuffò Molly arrossendo
visibilmente.
“Si, come no… Va bene, come vuoi…” Si arrese, delusa. “Vorrà
dire che finita la cena chiederò a Paul.” Detto questo, che risuonò
all’orecchio di Molly come una minaccia, Victoire entrò nel dormitorio della
sala comune di Grifondoro.
“Oh, e va bene, hai vinto!” Disse entrando nella camera che
condivideva con Victoire ancora rossa in volto.
“Se ti dico che bacia bene, ti basta?” Molly si sedette sul
letto dando le spalle alla cugina che sorrideva divertita.
“Ovviamente no, ma per il momento mi accontento.”
“Ah, ti accontenti? E il tuo pomeriggio, come è stato?”
“Molto piacevole direi. È Un tipo carino.”
Dopo cena Molly si era eclissata con Brian e Victoire fu
intercettata da Ted mentre entrambi si dirigevano verso i loro dormitori.
“Allora, la tua uscita è stata tremenda?”
Victoire ci pensò qualche istante. ”No, direi di no. Paul si
è rivelato un ragazzo piacevole.”
“Ah… il ragazzo era Paul, faccio lezione con lui di Pozioni,
ma non ho mai approfondito nessun tipo di rapporto…”
“E a vista? Che ne pensi?” Chiese Victoire.
“Credo che le ragazze lo trovino carino. Sì, lo è.” Disse
infine Ted. “Ti piace?”
Era strano come fosse più facile parlare con Ted che non con Molly;
lei non si sarebbe mai sognata di chiedere il parere su Paul a sua cugina,
almeno non così direttamente come aveva
fatto con Ted. E non avrebbe mai risposto ad una domanda del genere, nemmeno
sotto tortura.
“Come dici tu, è carino…” Victoire avrebbe voluto aggiungere
qualcos’altro ma le loro strade erano destinate a dividersi alla fine del
corridoio.
“Questa volta se non altro è andata meglio della precedente.”
Disse Ted scherzando, scompigliandole i
capelli, prima di dirigersi verso la sua sala comune salutando la ragazza con
un cenno della mano.
Grazie a:
Piccola_puffola: eh già… c’è quell’altra XD
Cucciola:
tutto il suo papi a parte la sicurezza in fato di donne. XD