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Autore: Horse_    08/08/2015    9 recensioni
Sono passati quasi sette anni dall'ultima stagione di The Vampire Diaries, precisamente la settima. Ogni attore ha intrapreso la propria via da percorrere, cercando di vivere al meglio la propria vita, così come hanno fatto Ian e Nina.
Ian si è sposato con Nikki Reed, storica attrice di Twilight, mentre di Nina si sono perse le tracce. Nina, in realtà, ha proprio voluto sparire dal mondo che l'aveva aiutata a diventare famosa e ben amata da tutti perchè si porta dietro un segreto troppo importante da proteggere. Due bambini con gli occhi azzurri come il mare da tenere al sicuro da chi non li vuole e non si è mai interessato a loro.
Le cose tra Ian e Nikki, intanto, vanno sempre peggio e sono più i giorni in cui litigano che quelli in cui sono felici.
La ripresa dell'ottava stagione porterà tanti guai e a galla cose non dette, ma forse aiuterà due persone che si amano ancora alla follia a ritrovarsi dopo tanto -troppo- tempo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                         I'm not jealous.



Thirty-Fourth Chapter.

Pov Nina.

Vado ad aprire la porta sotto lo sguardo curioso di Eric e quando lo faccio due mini furie mi saltano addosso abbracciandomi e facendomi quasi cadere un’altra volta a terra. Mi guardo attorno e noto che Ian non c’è, ma di fronte al cancello c’è la sua macchina con il finestrino abbassato. Mi saluta con la mano e io ricambio confusa mentre i gemelli sono già corsi in casa con le scarpe sporche, dove io qualche ora fa ho pulito, ma decido di non dire niente anche perché ormai è fatta. Vado in sala e trovo i gemelli che stanno conversando tranquillamente con Eric seduti nel divano, mentre le scarpe e gli zainetti sono sparpagliati in giro qua e là e questo mi fa scuotere la testa. E mi sorprende il fatto che non abbiano ancora obiettato sul fatto che Eric sia qui o in qualche modo si sentano minacciati da una figura maschile che non sia loro padre, perché con lei l’hanno fatto. Mi avvicino a loro e mi siedo accanto a Joseph che mi sorride mentre Stefan sta raccontando ad Eric della scuola.

 

“Quindi vi è piaciuta?”- domanda Eric interessato al racconto di Stefan.

“Più o meno.”- interviene Joseph. -“Ci hanno già assegnato dei compiti.”

“E quali?”- domando io.

“Portare una foto di noi da piccoli.”- mi spiega Stefan.

“Allora domani ricordatemi, prima di andare a scuola, che ve ne procuro una. Ora credo sia ora di andare a dormire.”- dico loro e li vedo sbuffare sonoramente.

“Ma noi volevamo parlare ancora un po’ con Eric!”- obietta Joseph.

“Parleremo un’altra volta, te lo prometto.”- dice a mio figlio sorridendo e lui annuisce soltanto, poi si rivolge ad entrambi. -“Credo che dobbiate ascoltare la vostra mamma, ormai andate a scuola e non potete più andare a letto tardi, altrimenti domani sarete troppo stanchi.”

“Si, hai ragione.”- annuisce Stefan e poi si alza dal divano. 

“Forza, andiamo a letto.”- dico ad entrambi mentre vedo Joseph sbadigliare.

 

Anche Eric si alza e mi sorride, poi afferra il suo giubbotto e lo guardo interdetta.

 

“Se vuoi puoi restare un altro po’, non c’è nessun problema.”- gli dico sorridendo.

“Non preoccuparti, i bambini devono andare a letto e penso che anche tu sia stanca.”- mi dice sincero e lo accompagno alla porta.

“La pasta comunque era ottima, davvero.”- gli dico sorridendo sorniona.

“Sono felice che ti sia piaciuta.”- mi dice. -“Penso che non sia mai facile soddisfare i gusti di qualcuno.”

“Ma con me ce l’hai fatta e non sono una semplice.”- gli rispondo ridacchiando. Mi volto un attimo e afferro la giacca che mi aveva dimenticato la notte dell’incidente di Joseph e gliela porgo. -“Ecco la tua giacca.”

“Me ne stavo già dimenticando.”- mi dice sorridendo. -“Buonanotte allora.”

 

Si sporge un attimo e mi da un bacio sulla guancia mentre io lo fisso con un sorriso da pesce lesso sul volto, ma fortunatamente mi riprendo dopo poco.

 

“Buonanotte anche a te.”- gli rispondo, ma poi mi viene in mente una cosa. -“Tra non molto uscirà il primo episodio della stagione e ci troveremo qui a casa mia. Sai… I miei colleghi vogliono vedere la casa e… Ti farebbe piacere venire? Ovviamente sempre se puoi.”

“Dici davvero?”- mi domanda piacevolmente stupito.

“Si. Mi farebbe molto piacere.”- gli dico sincera e gli sorrido. 

“Accetto molto volentieri allora.”- mi dice ricambiando il sorriso.

“Se vuoi puoi portare anche tuo fratello.”- gli dico. -“Potrebbe giocare con i gemelli e in più ci saranno le figlie delle mie amiche.”

“Ti ricordi che ho un fratello?”- mi domanda piacevolmente sorpreso.

“Si, come tu ti ricordi che mi piacciono le rose bianche.”- gli sorrido.

 

Scoppia a ridere di gusto e lo seguo a ruota, poi ci auguriamo di nuovo la buonanotte e se ne va, mentre rimango per qualche secondo ad osservarlo e sorrido come una ragazzina alla sua prima cotta.

E forse è ora di ricominciare proprio con lui e lasciarmi alle spalle il mio passato.

 











 

                                                                                                                           * * *













 

Ho appena finito di preparare i gemelli per la notte ed è stata una battaglia all’ultimo sangue per mettere loro il pigiama, ma alla fine ce l’ho fatta ed ora sono tutti e due sotto le coperte prossimi ad abbandonarsi nel mondo dei sogni.

 

“Vi siete divertiti oggi?”- domando ad entrambi.

“Si. La nonna e zia Robyn ci hanno portato allo zoo a vedere tutti gli animali. Ce n’erano tantissimi.”- mi spiega Joseph.

“Si, e c’erano anche le tigri!”- esclama Stefan. -“Mamma, possiamo prendere una tigre?”

“Forse è meglio che voi due dormiate.”- ridacchio. -“Le tigri sono pericolose e stanno bene dove stanno.”

“Non dentro le gabbie però.”- mi fa notare Joseph con disappunto.

“No, certo che no.”- poso un bacio ad entrambi sulla testa. -“Ma nemmeno a casa nostra. Perché papà non è venuto fino qui?”

“Non lo so.”- mi dice Stefan. -“Ha visto la macchina di Eric, si è innervosito ed è andato via.”

“Davvero?”- domando… Sconvolta.

“Davvero davvero.”- mi dice Joseph e Stefan annuisce come a confermare quanto detto dal fratello.

“Però noi non sapevamo che ci fosse Eric qui, non abbiamo detto niente.”- mi dice Stefan

 

Rimango qualche attimo a fissarli e cerco di capire perché Ian si sia comportato in questo modo, credevo che tutto questo fosse acqua passata e che io potessi vedermi con chiunque essendo grande e vaccinata da poter fare tutto quello che voglio. Credo che questo non lo capirò mai e non può essere geloso… Insomma, ha una moglie e sebbene siano ai ferri corti non può essere geloso di me. Magari per i bambini ed è convinto che un altro uomo possa prendere il suo posto, ma questo non accadrà mai perché loro sanno perfettamente chi è il loro papà e Eric non ne ha l’intenzione, gliel’ho letto negli occhi perché altrimenti sarebbe rimasto e invece ha preferito stare con i gemelli si, ma non invadere i nostri spazi.

Ho una domanda che mi preme però.

 

“A voi piace Eric?”- domando titubante. -“Voglio che rispondiate sinceramente.”

“A noi piace si.”- mi dice Stefan con il consenso di Joseph.

“E piace anche a te vero?”- mi domanda furbamente Joseph.

“A me piace… Molto…”- mormoro imbarazzata e può essere stupida come cosa, ma voglio avere il loro consenso prima di buttarmi completamente. 

“Per noi non c’è problema mamma.”- mi dice Stefan facendomi sussultare.

“Sapete vero che lui non prenderà mai il posto di vostro padre?”- domando loro per spiegare la situazione.

“Papà è papà.”- interviene Joseph. -“Sappiamo che lui non potrà mai prendere il suo posto, ma ci piace. E poi… Tu sorridi spesso quando sei con lui.”

“Si mamma! Lui ti fa sorridere e sei così bella quando sorridi.”- continua Stefan gettandomi le braccia al collo e facendomi sciogliere come neve al sole.

 

Ovviamente anche Joseph si getta su di me per non essere da meno del fratello e li stringo forte a me e li bacio entrambi.

Sono bambini di quasi sette anni, ma sono già così maturi e intelligenti.

 

“E sapete che anche Nikki non prenderà mai il mio posto?”- domando ancora. Hanno accettato bene Eric e non capisco perché non lo facciano anche con Nikki. -“Non dovete odiarla.”

“Mamma, noi non la odiamo.”- mi dice Stefan.

“Però non ci piace. Papà non sorride quando è con lei e invece tu lo fai quando sei con Eric. Lei non fa felice papà.”- termina Joseph.

“Ma Eric fa felice te.”- aggiunge Stefan appoggiando la testa su cuscino.

“Anche Nikki fa felice papà, lei è sua moglie e dovreste cercare di… Andare d’accordo.”- dico loro.

 

Non la sto assolutamente difendendo, non né la voglia e né l’interesse di farlo, ma sto cercando di fare che tutto possa andare per il meglio e già Ian si trova in una situazione non facile, in più i gemelli la stanno complicando.

Non me l’ha detto e non lo pensa davvero, questo lo so, ma posso vedere quanto lui ci sia rimasto male per quello che è accaduto a casa sua e di come i gemelli si siano comportati con Nikki, ma non posso nemmeno obbligarli.

 

“Ci proveremo.”- borbotta Joseph dandomi un bacio sulla guancia.

“Lo so.”- sorrido loro prima di sistemarli meglio ognuno nel proprio letto. -“Vi voglio bene, non dimenticatelo mai.”

 

Mi sorridono entrambi poi chiudo la porta della loro camera e vado nella mia.

Mi addormento con il sorriso sulle labbra perché il passo più grande era quello di far accettare ai gemelli Eric, ma, come mi hanno sempre dimostrato, se a loro piace una persona l’accettano subito senza alcun tipo di problema. Però se a loro non piace una persona può essere considerata esclusa dalla loro vita ed è quello che penso accadrà con Nikki. Io ci ho provato, ho fatto anche troppo, ora sta a loro capire cosa fare, io continuerò ad amarli lo stesso.

 

 


 

 

Pov Ian.

Quando sono tornato a casa Nikki stava già dormendo beata sul nostro letto e forse è meglio così perché questa sera sono veramente di cattivo umore e non perché i gemelli si siano comportati male, sono stati bravissimi e si sono divertiti un sacco al Luna Park, ma perché ho visto qualcosa che preferivo non vedere.

Avevo notato una macchina sconosciuta ancora quando ero in fondo alla via e ho tentato di ricordare di chi potesse essere, ma ovviamente non l’ho mai vista e quindi non ho potuto capire di chi fosse. Soltanto quando siamo arrivati ho visto i gemelli guardarsi per qualche attimo e mormorare un nome, Eric. Quando io ho chiesto spiegazioni loro hanno fatto spallucce e hanno detto che è un amico di Nina, ma che comunque non lo conoscono da molto e io lì non ho capito più nulla e ho preferito non interrompere l’appuntamento tra Nina e quell’uomo -perché evidentemente era un appuntamento visto l’ora tarda e non voglio nemmeno sapere cosa abbiano fatto.

Ora continuo a tenere gli occhi aperti e non riesco ad addormentarmi perché i miei pensieri sono in subbuglio e pure le mie emozioni che sembrano fare a pugni tra di loro. Sto cercando di capire perché in questo momento mi senta così scombussolato.

Nina, il giorno dell’incidente di Joseph, mi ha definito egoista e di lasciarla proseguire con la sua vita visto che io ho già la mia e sto tentando di farlo, mi sto impegnando davvero, ma non ci riesco perché in un modo o nell’altro mi inserisco sempre nei suoi affari e so che questo può sembrare losco, ma non posso farne a meno e forse hanno ragione Paul, mia madre e Robyn a dire che non l’ho dimenticata e so che quello che ho fatto più di sette anni fa è stata una cavolata colossale perché io volevo una vita stabile, cosa che con Nina non potevo avere, e allo stesso tempo volevo lasciarla libera di vivere nuove esperienze e la sua vita da giovane, cosa che con me non poteva assolutamente fare perché avevamo idee totalmente diverse. Invece, a distanza di tempo, lei mi ha dato quello che ho sempre voluto, dei figli, e se solo avessi aspettato… Se solo avessi avuto più pazienza con il tempo tutto si sarebbe sistemato e ora saremo insieme, cosa che evidentemente non accadrà mai perché io… Perché evidentemente non lo so neanche io. Ho promesso a Nina di lasciarla libera, perché lei me l’ha chiesto disperatamente, ma allo stesso tempo non voglio che stia con un altro uomo che non sia io, ma io sono già sposato e sarebbe meschino e doppiamente egoista che io mi intromettessi nella sua vita così perché io non posso e glielo devo. Perché mi ha dato due figli che adoro sopra ogni cosa, ma, soprattutto, perché mi ha fatto ritornare quello di una volta e mi fa sentire vivo e felice di godermi ogni giorno che passa instancabile e la lascerò andare perché se lo merita -e non merita me.

 

 











 

                                                                     * * *

 












 

Julie mi richiama per l’ennesima volta e la vedo incrociare le braccia sotto il seno esasperata. A passo di carica si incammina verso di me e fa segno ai cameraman di spegnere tutte le telecamere mentre Michael Malarkey mi fissa leggermente preoccupato e anche in modo apprensivo visto che è già le sesta volta che questa benedetta scena viene interrotta per colpa mia.

 

“Ian, si può sapere che diavolo ti prende?”- mi domanda Julie minacciosa. -“Non è da te questo. Stai forse male?”

“No, sto benissimo.”- le dico scuotendo la testa.

“E allora che cosa c’è che non va?”- mi domanda. -“Sei assente.

“Non ho dormito molto.”- le dico in cerca di una scusa.

 

In realtà è vero che non ho dormito molto, ma non è per questo che sono così.

I problemi sono altri.

 

“Si, può essere.”- annuisce, poi continua. -“Ma non è solo questo. E’ successo qualcosa con Nina?”

“Perché tirate sempre in ballo Nina?”- domando seccato.

“Perché quando voi due avete la testa da un’altra parte molto probabilmente vi siete fatti qualcosa. E no, non dirmi di no, perché è vero.”- mi dice puntandomi il dito contro.

 

Mi accorgo solo in questo momento che siamo tutti e due da soli, evidentemente la conversazione stava diventando troppo importante e i cameraman hanno deciso di lasciarci il nostro spazio e dovrei ringraziarli per questo.

 

“Il problema non è Nina, ma…”- mi prendo la testa tra le mani e inizio a camminare avanti e indietro per la stanza mentre Julie mi fissa preoccupata. -“Non so che cosa fare. Ultimamente tutto sta andando a rotoli e non riesco a prendere in mano la mia vita e può sembrare buffo da parte mia visto che ho sempre avuto tutto sotto controllo.”

“Capitano degli alti e bassi nella vita, Ian.”- mi dice Julie dolcemente. -“Non può mica andare sempre tutto dritto, l’importante è che le cose si sistemino.”

“Non credo.”- sbuffo sedendomi sul divano e Julie si siede accanto a me. -“Ho saputo che Nina si frequenta con qualcuno…”

 

Julie mi rivolge uno sguardo interrogativo, poi mi fissa comprensiva.

 

“Hai paura che si avvicini troppo ai gemelli?”- mi domanda Julie.

“No, credo di no.”- balbetto. -“Cioè… Anche quello, si… Ma li adoro e mi hanno più volte dimostrato che con me stanno bene e quanto mi vogliano bene quindi credo di non dover temere nulla.”

 

E allora Julie mi rifila un sorrisetto che può dire tutto o niente mentre ridacchia e io mi domando che cosa ci sia di divertente in questo momento. Io sono qui, mi sto confidando con lei e Julie… Ride.

 

Tutto ora è più chiaro.”- mi dice e continua a ridacchiare.

“Julie, non c’è niente da ridere.”- sbotto infastidito.

“No, certo che no, ma è come ritornare ai vecchi tempi. Ti comportavi in questo modo quando Nina era fidanzata.”- mi rimbecca.

 

Non vorrà mica dire che io sia… Geloso? Ma tutto questo è ridicolo. Io non sono affatto geloso, come potrei esserlo?

Ho quarantaquattro anni, quasi quarantacinque, ed essere gelosi è da ragazzini e io ormai non lo sono più da molto tempo. Io non sono geloso, no. Mi sto solo preoccupando per Nina e se quell’uomo sia quello giusto per lei, non voglio che soffra ancora.

 

“Non sono geloso, Julie.”- dico perentorio alzandomi dal divano.

“Credo che tu abbia afferrato il concetto.”- mi dice canzonatoria. -“Sulla gelosia, intendo.”

“Julie, per l’amor del cielo!”- sbotto. -“Ho praticamente quarantacinque anni, non venti. E non sono geloso!”

“Non c’è età per la gelosia, Ian, ricordalo.”- mi dice alzandosi anche lei e incamminandosi verso la porta. -“Ma questi sono consigli di un’amica, puoi accettarli come scartarli, devi capirlo tu. E Ian… Si, lo sei.”

 

Non faccio in tempo a ribattere che Nina ha già aperto la porta e sta arrancando verso di noi. 

 

“Vi ho cercati dappertutto. Ian, abbiamo una scena da girare e…”- Nina si blocca un attimo e fissa Julie -che sta ancora ridendo- interdetta. -“Julie, tutto okay?”

“Si, si… Io e Ian stavamo solo parlando, niente di che. Comunque Ian forse è meglio che tu vada a casa, o rischierai di rovinare altre scene. Ci vediamo domani.”- mi dice e io la fulmino con lo sguardo, poi si rivolge a Nina. -“Tu puoi tranquillamente girare la scena con Paul, così finirai prima.”

 

Nina annuisce confusa, poi Julie ci lascia da soli e se ne va con un sorriso sulle labbra mentre quello che vorrei fare io in questo momento è strozzarla. Nina si avvicina a me preoccupata e mi appoggia una mano sulla spalla.

 

“Stai bene?”- mi domanda apprensiva. -“Non è da te fare male il tuo lavoro.”

“Sto bene, non ho dormito molto questa notte.”- le rispondo evasivo.

 

Annuisce, poi mi scruta per qualche secondo e la sento sospirare indecisa, poi alla fine parla.

 

“Ieri sei andato via subito, è successo qualcosa?”- mi domanda.

 

Mi perdo per qualche istante in quegli occhi color cioccolata che a distanza di anni mi fanno perdere ancora la cognizione del tempo e rimango lì impalato, poi però mi ritorna alla mente la macchina dello sconosciuto e del fatto che lui possa averla toccata e che anche lui stesso possa essersi perso nei suoi occhi da cerbiatta e i miei lineamenti si induriscono.

 

“No, non è successo niente.”- dico brusco. -“Ora devo andare.”

 

E me ne vado via lasciandola da sola sul set. 



 

Due settimane dopo.

Questa sera ci sarà la diretta del primo episodio della stagione e, come concordato, andremo tutti a casa di Nina. In queste ultime due settimane sono uscito con i gemelli, li ho accompagnati a scuola, li ho aiutati a fare i compiti e portati alla nuova scuola di calcio che hanno deciso di frequentare, ma i rapporti con Nina si sono un po’ raffreddati, ma questa volta non è stata colpa sua, è stata mia.

Ho capito che più le sto vicino e più vorrei farlo per questo ho cercato per un po’ di evitarla, anche se questo le ha fatto sicuramente male perché sono stati i bambini stessi a dirmi che Nina era triste perché non ci parlavamo, ma ho deciso così. Nikki ha deciso di non venire perché ha detto che non si sente molto bene e io ho deciso di non insistere, ma so che questa è una bugia e non vuole venire perché ci saranno tutti -soprattutto per Nina e i bambini. I bambini non hanno cambiato opinione su di lei e anche questo mi fa andare fuori di testa, come se il caso Nina non bastasse già a farmi esaurire. Afferro le chiavi della macchina e poi parto in direzione della casa di Nina. Sono in anticipo, lo so, ma penso che sfrutterò questo tempo per stare un po’ con i gemelli e mai scelta fu più sbagliata. Nell’esatto momento in cui scendo dalla macchina un altro uomo è già sul vialetto verso la porta di casa e riconosco subito quella macchina. Credo che per un po’ di tempo non la dimenticherò mai e improvvisamente quel modello mi disgusta. 

Non è uno dei nostri, quindi penso che sia il famoso “amico” di Nina e la cosa mi fa storcere il naso. E’ lui ad accorgersi di me quando siamo ormai a pochi passi di distanza e mi sorride come se mi avesse riconosciuto.

 

“Tu dovresti essere Ian, giusto?”- mi domanda gentile e io vorrei solo farlo sparire della faccia della terra.

 

Metto in mostra le mie doti d’attore e annuisco e sembra quasi che nulla mi dia fastidio.

 

“Io sono Eric.”- mi porge la mano e io vorrei non stringergliela, ma sono obbligato a farlo perché non voglio dare spettacolo già da ora. 

 

Credo che questa sarà la serata più lunga di tutta la mia vita e, per la cronaca… Sono più bello io.





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Buon fine settimana a tutte :')
Sinceramente non vedevo l'ora di farvi leggere questo capitolo per i pensieri parecchio contorti di Ian. Ma andiamo per punti, forse è meglio.
L'incontro tra Ian ed Eric non è avvenuto quella sera -la sera dell'altro capitolo e metà di questo per intenderci- perchè Ian se n'è andato via parecchio arrabbiato. I bambini, avendo riconosciuto la macchina di Eric (ricordate vero che ci avevano anche parlato nei primissimi capitoli della storia?), hanno spifferato a Ian qualcosa e lui, punto sul vivo, se n'è andato senza dire nulla. Nina, come aveva detto nello scorso capitolo, ha chiesto il parere dei gemelli e hanno accettato Eric senza nessun rancore, sottolineando però che Ian è Ian -giustamente!- e nessuno prenderà mai il suo posto. Spero abbiate capito il ragionamento contorto dei bambini... Hanno quasi sette anni, non sono stupidi, e hanno capito perfettamento -a pelle e con il passare del tempo- che Ian non è felice con Nikki, mentre hanno visto che la loro mamma con Eric sorride molto di più, quindi loro sono felici per quello. E' un ragionamento da bambini, ma loro sono bambini :)
Il Pov Ian è stato parecchio complicato perchè, come avete visto, ci sono state parecchie riflessioni e ripensamenti. Ian è geloso marcio di Nina, non lo vuole ammettere, ma Julie, che ha l'occhio lungo, l'ha capito subito mandando Ian ancora più in confusione. Ritorniamo al Ian di qualche tempo fa... Dice una cosa e poi si contraddice. Afferma di non essere geloso eppure non vede Nina con un altro uomo che sia lui, ma capisce che questo è un comportamento egoista e comincia ad allontanarsi da Nina perchè gielo deve. Ian ha capito di voler vedere Nina sorridere e si mette da parte. Ma quanto a lungo starà in disparte?
L'ultima parte del capitolo credo si commenti parecchio da sola, finalmente Ian ed Eric si sono incontrati e Ian, se avesse potuto, l'avrebbe volentieri fatto fuori.
Nel prossimo capitolo ovviamente vedrete come andrà a finire la serata ^^
Ringrazio le fantastiche otto ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo lasciandomi, come sempre, bellissime parole.
Ci vediamo martedì 11 agosto <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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