Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Seele    08/08/2015    2 recensioni
A Trunks piacerebbe essere in grado di crearsi una nuova vita; di innamorarsi ancora una volta, di divertirsi, di uscire dal laboratorio in cui lui e sua madre trascorrono intere giornate, progettando nuove invenzioni che potrebbero essere d'aiuto alle città in fase di ricostruzione.
Ma non può. In ogni paio di occhi cerca quel paio di occhi, tende le orecchie alla ricerca di quella voce, ogni gesto gli ricorda quei gesti.
Sarebbe disposto a combattere ancora contro gli androidi, una dieci cento mille altre volte, se in cambio potesse riavere Gohan al suo fianco.

||One shot divisa in due capitoli, dedicata a tutti coloro che sentono la mancanza di una persona importante nella loro vita.||
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mirai!Gohan, Mirai!Trunks
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


I could hold you for a million years,

To make you feel my love.






Sa che non dovrebbe.

Accarezza con affetto la scritta sulla sua macchina del tempo; quell'hope scritto di getto, suggerito da quello stesso sentimento, seguendo quella stessa sensazione. Sperando che la speranza che custodiva in sé potesse, in qualche modo, diventare più reale, dopo essere stata scritta.

Sua madre sta dormendo. L'intera città -quel che ne resta- sta facendo lo stesso; si abbandona ad un sonno agitato, preda di incubi e bruschi risvegli.

Com'era la vita, prima di tutto questo?

Non lo sa, e non lo ha mai saputo. Anche quando è tornato indietro nel tempo, per combattere al fianco di Goku e di suo padre, non ha potuto vivere che un breve spaccato di quella che era la vita quotidiana prima.

Prima degli androidi, prima della distruzione.

Li ha sconfitti. Li ha sconfitti anche in questo suo universo; le città stanno cercando un nuovo equilibrio. Le persone stanno imparando a ricominciare a vivere, e non solo a sopravvivere.

Sono passati cinque anni.

A Trunks piacerebbe essere in grado di crearsi una nuova vita; di innamorarsi ancora una volta, di divertirsi, di uscire dal laboratorio in cui lui e sua madre trascorrono intere giornate, progettando nuove invenzioni che potrebbero essere d'aiuto alle città in fase di ricostruzione.

Ma non può. In ogni paio di occhi cerca quel paio di occhi, tende le orecchie alla ricerca di quella voce, ogni gesto gli ricorda quei gesti.

Gohan gli manca terribilmente.

Gli manca anche suo padre, certo. Ma gli basta la consapevolezza di essere amato in quell'altro universo, di avere un padre a cui lui stesso ha insegnato l'amore paterno; gli basta sapere che gli vuole bene, che forse a volte pensa a lui.

Ma Gohan? Gohan è stato il suo maestro per così tanti anni. È stato la sua unica roccia, quando non sapeva a cosa appigliarsi per sopravvivere.

Trunks sa che si farà soltanto del male, viaggiando indietro nel tempo per rivederlo, per riabbracciarlo.

Ma come può farne a meno? Non può sopportare oltre. La mancanza lo sta facendo impazzire lentamente.

Sale sulla sua macchina del tempo, e in pochi secondi si dissolve.

Il cuore gli batte all'impazzata; sta facendo una follia? È davvero la cosa giusta, salvare Gohan?

Deve solo riuscire a trattenerlo dal gettarsi in quella battaglia. Fermarlo prima che possa farlo.

Ricorda il giorno, persino l'ora. Ha sempre amato i numeri, il loro essere così perfetti e semplici.

Due più due farà sempre quattro. Il codice binario sarà sempre traducibile in un unico, esatto modo.

Per programmare quella stessa macchina del tempo servono solo una serie di calcoli -il mondo dei numeri è un mondo in cui non esistono alternative, un mondo che può controllare. Niente universi paralleli fra le addizioni e le sottrazioni.

Sbatte le palpebre una volta sola; e subito dopo davanti a lui, oltre lo schermo protettivo della sua macchina del tempo, si staglia il cielo azzurro.

Fra pochi minuti, la città ai suoi piedi verrà rasa al suolo.

Ma, improvvisamente, Trunks se ne dimentica; non riesce a pensare a nient'altro che non sia Gohan.

Esce fuori dalla macchina del tempo con un salto, senza curarsi nemmeno di abbassarne il tettuccio prima di darsi alla disperata ricerca del suo mentore; i suoi piedi si muovono senza che lui ci abbia pensato, percorrono ampi spazi in pochi minuti, calpestando l'erba verde delle montagne dove lui e Gohan erano soliti allenarsi.

Già, Trunks non saprà mai com'era la vita prima. Ma sa com'era la vita con Gohan, ed era una vita che ancora rimpiange.

Sarebbe disposto a combattere ancora contro gli androidi, una dieci cento mille altre volte, se in cambio potesse riavere Gohan al suo fianco.

E, quando lo vede in lontananza, il suo intero corpo si immobilizza.

Il suo viaggio nel tempo deve avere già causato qualche cambiamento; Gohan ha ancora entrambe le braccia, mentre si allena con un Trunks più piccolo. Quanti anni poteva avere? Forse una quindicina. Trunks non è in grado di ricordarsi, di pensare- i suoi occhi azzurri sono fissi su Gohan, questo Gohan adulto e sorridente, che quando il suo allievo cade a terra gli porge una mano per aiutarlo a risollevarsi e lo rimprovera bonariamente.

Dio, quanto gli manca.

Gli sembra di assistere all'ennesimo dei suoi sogni; di essere, come sempre, l'impotente spettatore di una scena pervasa di indicibile nostalgia.

Ma questo Gohan, questo Gohan, è vivo. È vivo e pieno di forze; sembra ancora invincibile.

Trunks deve imporsi di restare perfettamente immobile per non corrergli incontro e stringerlo fra le sue braccia, implorarlo di ignorare l'esplosione che...

Proprio in quell'istante, un assordante rumore riempie le sue orecchie e quelle del Trunks più giovane, di Gohan. I due si precipitano sull'estremità della montagna, già pronti a combattere per difendere quel presente buio e maledetto in cui vivono.

Le mani di Trunks prudono, mentre li segue stando ben attento a mantenere la sua aura azzerata, a non fare alcun rumore. Un déjà-vu lo colpisce in pieno, quando sé stesso -quel Trunks poco più che ragazzino, ma già innamorato, già consapevole- insiste per combattere al fianco del suo maestro in quella battaglia; e quando Gohan lo colpisce per tramortirlo, per difenderlo, e il suo giovane allievo perde i sensi, Trunks sa che è arrivato il suo turno di salvarlo.

Con un'unica, rapida mossa afferra il polso di Gohan, lo strattona per impedirgli di prendere il volo. Gohan si volta bruscamente verso di lui, allarmato; sbatte le palpebre nel vederlo.

Per un istante, le orecchie di Trunks sono invase da un assordante silenzio.

Poi Gohan corruga la fronte, confuso, e mormora il suo nome in tono interrogativo. Aggiunge qualcosa, ma Trunks non lo sente, sente solo il suo cuore battere all'impazzata e il calore della pelle di Gohan a contatto con la sua, il suo battito cardiaco nelle vene che gli attraversano il polso.

Il sollievo, l'emozione e la felicità, la paura di perderlo ancora una volta, hanno il sopravvento su di lui. Trunks non si rende neanche conto di stare piangendo, ma non gli importa, nulla potrebbe più importargli.

Gohan è qui.

Non andare” dice soltanto, sbattendo continuamente le palpebre per scacciare via le lacrime che gli offuscano la vista. “Morirai. Non morire, Gohan- ho bisogno di te.”
Gohan non reagisce, non subito. I suoi occhi sono così scuri e così profondi; proprio come Trunks li ricordava.

Cosa ci fai qui?” domanda infine, confuso. “Trunks, cosa- da dove vieni?”

Sono passati sette anni” spiega Trunks, la voce rotta. “Sette anni senza di te. Mi sei mancato così tanto, Gohan. Così dannatamente tanto.”

Gohan scuote la testa, non capisce -o forse non vuole capire. “Devo andare ad aiutare quelle persone, Trunks. Poi mi spiegherai perché sei qui.”

Non ci sarà nessun poi!” urla Trunks, la rabbia che gli ribolle nelle vene. “Se solo tu non mi avessi colpito- se solo tu non fossi stato così imprudente, saresti ancora vivo!”

Gohan aggrotta la fronte, si libera della sua presa con un unico gesto che Trunks non riesce a prevedere, non riesce a fermare. “Ti aspetti che me ne stia qui con le mani in mano, a guardare quella gente morire?!”

Trunks lo vede solo sfocato; le lacrime si accumulano dietro ai suoi occhi, si sente pervadere da quella sensazione di impotenza che lo attanaglia in ogni suo incubo.

Nel futuro da cui vengo neanche hai entrambe le mani, Gohan!”

Gohan si irrigidisce per un attimo. Quello successivo stringe i denti, serra i pugni e assottiglia gli occhi.

Li punta nei suoi, lanciandogli quello sguardo severo che Trunks conosce bene.

Non lascerò che degli innocenti muoiano, Trunks.”
Ed è un attimo.

Trunks muove quell'unico passo che lo separa da Gohan, lo afferra con due mani per fermarlo, ne sposta una per posarla su una delle sue guance, solleva il viso e lo bacia.

Lo bacia.

Aspetta questo momento da tutta la vita; da due universi paralleli, dal tempo passato e dal tempo futuro, da tutto questo presente instabile e continuamente in cambiamento che è costretto a vivere.

Sempre in equilibrio su un filo sottilissimo, giocando con diverse realtà che conducono a finali differenti.

La guancia di Gohan è calda, il suo battito cardiaco veloce, le sue labbra morbide. Trunks lo bacia ancora, e ancora, e ancora, perdendo qualsiasi cognizione del tempo e dello spazio, dimenticando cosa è il passato e cosa è il futuro, fin quando Gohan non risponde al bacio. Una delle sue braccia gli avvolge i fianchi, esitante, e Trunks non ha mai amato il presente come in questo momento.

In questo istante, Gohan gli appartiene e lui appartiene a Gohan. Nulla è sbagliato, nulla è giusto; nulla è reale, nulla è immaginario. Esiste solo quel bacio, quel battere all'unisono dei loro cuori.

E Trunks vorrebbe dire un milione di cose. Vorrebbe dire a Gohan mi sei mancato così tanto, vorrebbe sussurrargli ti ho amato per tutti questi anni.

Non ho mai saputo perdonarmi per non essere stato in grado di fermarti.

Ho sempre rivissuto questo istante, e non sono mai riuscito a lasciarti andare.

Avrei voluto salvarti.

Avrei voluto avere il coraggio di confessarti i miei sentimenti prima che morissi.

Avrei voluto abbracciarti più spesso.

Avrei voluto baciarti almeno una volta.

Avrei voluto un futuro in cui tu sei al mio fianco.

Avrei voluto, avrei voluto, avrei voluto.

Gohan si scosta improvvisamente da lui, interrompendo il loro bacio. Trunks sente già la sua mancanza, sente le sue labbra di nuovo così fredde, sente lo spazio fra i loro corpi di nuovo così ampio, così difficile da rispettare senza chiuderlo. Gohan lo guarda, e mormora, “perché?”.

Poi aggiunge, quasi distrattamente, “non piangere”. Ferma le lacrime che si stanno inseguendo sulla sua guancia con un gesto un po' rude, che fa ridere debolmente Trunks.

Chissà se Gohan sarebbe mai stato un amante gentile.

Il pensiero lo fa singhiozzare ancora più forte. Sono sette anni che non piange -e quell'unica volta che ha pianto è stata, in ogni caso, per Gohan. Era un ragazzino, ed era spaventato e così solo.

Solo allora si rende conto, quasi casualmente, che in quell'istante, in quella precisa situazione, lui e Gohan hanno la stessa età. Che è davvero un idiota a piangere, a riempirsi gli occhi di lacrime quando potrebbe riempirli di lui, osservare ogni suo gesto ed espressione per custodirli gelosamente nella sua memoria.

Quanto gli sono mancati, i suoi occhi scuri e profondi. Non vuole dimenticarli.

Quanto gli è mancata, la sua voce ferma e rassicurante.

Il solo pensiero che fra pochi minuti dovrà ripartire, abbandonare Gohan e le sue speranze, abbandonare i suoi occhi e le sue mani, il suo calore e semplicemente la sua presenza, lo colpisce dritto al cuore. Non vuole andarsene.

Non vuole dimenticare nessun particolare del suo viso, non vuole che la sua pelle smetta di trattenere il suo profumo.

Gli è mancato così tanto. Vorrebbe solo tenerlo con sé per sempre, abbracciarlo fino alla fine dei tempi.

C'è ancora spazio per lui, fra le sue braccia?

Voglio abbracciarti” mormora, seguendo il flusso disordinato dei suoi pensieri. Gohan è spiazzato, ma apre goffamente le braccia e quello è l'unico segno di approvazione di cui Trunks ha bisogno.

In un unico movimento si lascia avvolgere dalle sue braccia, posa la guancia contro il suo petto e si limita ad ascoltare il battito del suo cuore sotto al suo orecchio, così forte da coprire anche i suoni intorno a loro, il cadere dei grattacieli e l'esplosione delle sfere di energia sulle strade della città a pochi metri da loro. Ma il mondo non esiste, gli universi paralleli non esistono, esiste solo quest'istante e Trunks lo vivrà fino a quando spazio e tempo non diventeranno un tutt'uno.

Gohan gli posa delicatamente una mano sulla testa, accarezzandogli i capelli in un gesto rassicurante, imbarazzato e tenero. Trunks ha sempre amato questi suoi modi di fare, timidi ed affettuosi.

Ti prego” dice contro il suo petto, la voce soffocata dalla sua pelle. “Non andare.”

Non andrò” mormora Gohan, a malincuore.

Non morire” aggiunge Trunks. “Non in questo universo. Me lo devi, Gohan.”

Si scosta appena dal suo corpo, guardandolo negli occhi. Gohan esita un istante prima di annuire.

E Trunks decide che rimarrà lì, abbracciato a lui, con gli occhi chiusi. Sperando che il suo amore gli arrivi, che lo colpisca così forte da salvarlo, da proteggerlo per sempre.

Ha dovuto attraversare così tante dimensioni, per fargli sapere che lo ama.

Gohan può sentire quanto forte batte il suo cuore?

Gohan può sentire l'amore che prova per lui?

Fra poco se ne andrà, ma forse in questo universo anche Gohan lo ama. Forse, in questo universo, il dopo sarà un dopo felice.

La città brucia ai loro piedi, alte fiamme che divorano il cielo azzurro.

E Trunks, semplicemente, spera.








Penso di meritarmi l'odio dell'intero fandom.

L'avrete capito, ma lo spiego comunque; il primo capitolo della storia è, in realtà, la minuscola continuazione di questo. Sono trascorsi cinque anni da quando Trunks ha sconfitto gli androidi sia nel passato che nel “suo” futuro, e Gohan è morto da un bel pezzo, circa sette anni. E a Trunks manca a tal punto che decide di tornare indietro nel tempo, salvarlo e sperare di vivere una vita felice con lui almeno in un altro universo.

Ho scritto questa storia di getto dopo aver sognato mia nonna, che se n'è andata da quattro anni. Non so voi, ma io pagherei qualsiasi prezzo per poterla riabbracciare; vorrei così tanto che mia nonna potesse sentire l'amore che provo nei suoi confronti, l'affetto che mi legherà a lei per sempre. Avevo bisogno di scrivere questa storia, e Mirai!Trunks e Mirai!Gohan sono stati i primi personaggi a cui ho pensato per potermi un po' sfogare. L'ho scritta sentendo in sottofondo make you feel my love, cantata da Lea Michelle.



Dedico questa storia a tutti coloro che, come me, sentono la mancanza di una persona importante nella loro vita. A tutti coloro che darebbero qualsiasi cosa, pur di fare sentire il proprio amore a chi non c'è più.

Coraggio. Che siano universi paralleli, che siano “sliding doors”, che siano sogni o quello che vi pare -loro sono ancora insieme a noi. Da qualche parte, lontane o vicine, le persone che amiamo ancora ci sorridono e ancora ci abbracciano quando ne abbiamo bisogno. Da qualche parte, non siamo poi così soli.

Loro lo sentono, l'amore che proviamo per loro.

Ve lo prometto.



Seele

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Seele