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Autore: Scottature    08/08/2015    1 recensioni
Questa storia è ispirata alla realtà, come i suoi personaggi. Ed è come vorremmo che fosse.
Sei ragazzi, sei vite, sei voci.
Un'unica storia che li unisce, mentre il tempo cerca di dividerli.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nene

 
 


Nene si guardò la mano.
Il palmo era leggermente arrossato e un po’ le faceva male.
Attraverso quel gesto aveva buttato fuori tutta la rabbia e l’odio che aveva provato per Grow.

Lo specchio del bagno rifletteva il volto pallido di una ragazza troppo stanca e confusa.
A stento riusciva a riconoscersi.
Il trucco era sbavato, i capelli scompigliati.
Gli occhi arrossati avevano perso la luce che solitamente li caratterizzava.
Inspirò profondamente, le serviva per calmarsi.
Qualcuno bussò alla porta, ma Nene non dovette fare nulla.
Sole in pochi secondi si fece avanti.
“Come stai Nene?”

Non si girò a guardare la ragazza che era appena entrata, decise che cercare un sostegno sarebbe stato meglio.
Alla fine si sedette per terra appoggiandosi alla vasca.
Sapeva che di lì a poco avrebbe dovuto parlare di quello che era accaduto e l’insieme dei ricordi di quella serata le metteva la nausea.
Come stava?
Sinceramente non lo sapeva nemmeno lei.
Di poche cose era certa: era arrabbiata con se stessa e delusa da Grow, era triste e confusa per tutto quello che era successo e aveva paura delle conseguenze.
Dopo un altro respiro profondo, decise di buttar fuori la voce.

“Male, credo.”

Non aveva detto molto, ma aver ammesso di non essere in ottime condizioni era già tanto per lei.
Sole fece un sospiro, quella sera avrebbe dovuto tirar fuori tutta la sua pazienza.
Si sedette vicino a Nene, sapeva che la ragazza aveva bisogno di metabolizzare e che poi avrebbe parlato da sola.
Certamente era conciata male e sembrava pronta a crollare da un momento all’altro.
Doveva essere successo qualcosa di davvero terribile per ridurla così.
Nene era sempre stata una persona così sicura e forte, nemmeno nelle situazioni più drammatiche si era lasciata scalfire.
Molto spesso era in ansia per le cose più banali, ma poi riusciva sempre a distruggere la paura e trovava una soluzione anche per ciò che sembrava impossibile a tutti.
Sole l’aveva sempre ammirata per questo.
Ora doveva solo aspettare che la ragazza parlasse: pure questa volta avrebbero risolto tutto.
Nene si tenne la testa con una mano e cercò di elaborare mentalmente un discorso.

“Grow è un idiota.
Io… lo odio.
E mi dispiace averti rovinato una bella serata, ti stavi divertendo.”

“Non importa Nene, non pensare a me.
Mi dispiace vederti così.
Vorrei solo che mi raccontassi quello che è successo… Buttare fuori tutto ti farà bene.
Io sono qui con te.
Ti ascolto e ti prometto di non dire nulla finché non hai finito.”

Nene stette zitta per un po’.
Poi scosse leggermente la testa e guardò negli occhi Sole, che le sorrise per rassicurarla.
Aveva ragione, doveva tirare fuori tutto per chiarirsi le idee e per cercare di stare almeno un po’ meglio.

“Va bene, ci provo…
Quando ti ho lasciato da sola con Ebbid, sono andata a prendermi un mojito e ho trovato gli altri: c’erano Andy, Bet, Alex, un amico di Ebbid che non conosco e Grow, con i suoi stupidi amichetti.
Così mi sono messa a parlare con loro.
Uno mi fissava parecchio e ha cercato di farsi vedere mostrando i muscoli e dicendo che andava i palestra e cose così.
Io stavo per rispondergli a tono perché secondo me non aveva molto di cui vantarsi.
Proprio in quel momento però, quel coglione di Grow mi ha abbracciato da dietro dicendogli che non m’interessano certe cose.
Io… non me l’aspettavo e devo essere arrossita perché lui ha fatto uno di quei suoi stupidi sorrisetti maliziosi…
L’ho guardato malissimo e poi Bet, per fortuna, mi ha portata a ballare.
Eravamo molto allegre e ci siamo abbastanza lasciate andare.
Ci stavamo divertendo insomma, andava tutto bene.
A un certo punto, un ragazzo molto carino si è avvicinato a me e abbiamo ballato insieme.
Dovevi vederlo, si muoveva benissimo e aveva un sorriso da mozzare il fiato.
Ovviamente però doveva arrivare l’idiota a rovinare tutto, come sempre.
Quindi, Grow ha preso il ragazzo per il polso allontanandolo da me e gli ha detto qualcosa all’orecchio.
Quello l’ha guardato male, ma non ha detto niente e se n’è andato.
Con la musica alta non ho sentito nulla e non ho neanche capito bene cosa sia successo.
Però… ero parecchio incazzata.
Per una volta che un ragazzo ci provava con me e mi potevo divertire anch’io un po’, perché quel coglione doveva comportarsi così?!
Allora gli ho chiesto spiegazioni e tutto quello che mi ha detto è stato:
«Dai, ti meriti di meglio»
E stava ridendo, quello stronzo.
Credo di essere esplosa in quel momento.
Come si permette di decidere per me?! Chi è lui per sentirsi in dovere di comportarsi così!?
Si vedeva sicuramente che me l’ero presa.
E non lo so… Un po’ per l’alcol, per il fatto che ero su di giri e per vecchi ricordi e incazzature varie con Grow… Mi sono lasciata troppo andare.
Così gli ho risposto parecchio male, dicendogli:
«Tu non hai il diritto di decidere chi merito o non merito! E non stavo facendo nulla di male, mi stavo solamente divertendo.
Perché devi sempre ficcarti negli affari degli altri e rovinare tutto?!
Che poi non mi sembra che tu sappia scegliere così bene chi ti meriti, dato che la tua ragazza l’ha data a metà scuola!»
Mi sono resa subito conto di aver esagerato, anche se stavo dicendo la verità.
Non so cosa mi fosse preso in quel momento, ma era come se tutta la rabbia che mi aveva assalito prima, mi avesse annebbiato completamente la mente e le parole mi sono uscite di bocca da sole.
Ero fuori controllo, non volevo dire tutte quelle cose e so che gli dà fastidio quando sparlano della sua ragazza, anche se nessuno la sopporta.
Per quanto sapevo di aver sbagliato e oltrepassato il limite, gli avrei addirittura chiesto scusa, ma lui… Ha peggiorato tutto.
Io non mi ero accorta che stavo urlando, ma lui ha superato di gran lunga anche il volume della musica.
L’hanno sentito tutti.
Avrei preferito che dicesse qualsiasi cosa, ma non questo.
Non me lo sarei mai aspettato da lui… Pensavo che un po’ ci tenesse a me…
Ha urlato davanti a tutti che la mia prima volta è stata in discoteca con un ragazzo che neanche conoscevo.
Ha detto che dovrei sentirmi io la troia.
Sole… è stato orribile.
Lo sapevate solo tu e lui, cazzo.
Lo sai quanto mi sia odiata per questo.
Ho passato notti a tentare di dimenticare o perlomeno a perdonarmi.
Se potessi tornare indietro e cancellare tutto, lo farei subito.
E lui c’era quella sera.
Lui è stato la spalla su cui ho pianto quando mi ero resa conto della cazzata che avevo fatto.
Mi aveva promesso che non l’avrebbe mai detto a nessuno…
Mi sono sentita… tradita.
E ovviamente in quel momento con tutti quegli sguardi addosso, quei suoi occhi e i ricordi che ho sempre cercato di cancellare… Il mondo mi è crollato addosso.
Sono scappata via, non sarei riuscita a resistere ferma in quel posto un secondo in più.
Grow… l’ho veramente odiato.
Mi sono messa a piangere come una bambina correndo il più lontano possibile.
Avevo il cuore in gola.
E ho desiderato con tutta me stessa che lui non mi seguisse, non avrei più voluto vederlo.
E invece, indovina chi mi ha raggiunto?
Quel coglione di Grow.
Non ce l’ho fatta a resistere.
Lui mi guardava, come se si aspettasse qualcosa da me.
Che dovevo fare?! Pensava che l’avrei ringraziato per avermi distrutto la vita?
L’ho mandato a fanculo, l’ho urlato.
Mi sentivo come se la rabbia mi bruciasse dentro, la mia mano si è mossa da sola.
Gli ho tirato uno schiaffo, ma è niente in confronto a quello che lui ha fatto a me.
Grow è rimasto immobile e io… sono scappata di nuovo.
Ero confusa, incazzata.
Appena ho visto una bottiglia, non c’ho pensato nemmeno un secondo.
Ho chiuso gli occhi e ho buttato giù tutto.
E beh, il resto lo sai...”

Nene aveva gli occhi gonfi e colmi di lacrime, la voce roca e affaticata, qualche singhiozzo aveva cercato di interrompere il suo discorso.
E Sole capì che in quel momento non poteva fare nulla.
Le sarebbe solamente rimasta vicino, qualsiasi cosa fosse accaduta.
Guardò il cellulare, sullo schermo era presente un messaggio che aveva volutamente ignorato e a cui non aveva intenzione di rispondere:


Grow
Come sta Nene?


Sole sospirò e spense il cellulare.
Accarezzò i capelli di Nene e le diede un bacio in fronte.
Avrebbe dovuto riposare, poteva solo immaginare quanto avesse sofferto.
E sapeva anche quanto in realtà ci tenesse a quel ragazzo.
Quella appoggiò la sua testa sulla spalla di Sole e socchiuse gli occhi.
Non sapeva come stava, ma per quella notte aveva deciso di non pensarci più.




 
 




Grow si sentiva terribilmente intontito.
Guardava il cellulare come un ossessionato e sperava che Sole gli rispondesse.
Almeno aveva la certezza che Nene era tornata a casa, se fosse rimasta alla festa si sarebbe preoccupato per tutta la sera e non l’avrebbe nemmeno potuta aiutare.

“Ehi vecchio mio, fa ancora male la sberla?”

“Più o meno.
Frank… Conosci qualcuno che può ospitarmi stanotte?
Se mi presento a casa adesso, i miei mi uccidono.”

“Non c’è problema, puoi venire da me.
Praticamente casa mia è un albergo.”

Frank era sempre stato un ragazzo allegro, uno di quelli con un sorriso da sbruffone costantemente stampato in faccia.
Lui e Grow si conoscevano dalle medie ed erano rimasti buoni amici, anche dopo molto tempo.
Frank si accese una Malboro e porse il pacchetto a Grow, che rifiutò scuotendo meccanicamente la testa.
“Deve essere grave se addirittura non vuoi fumarti una sigaretta in buona compagnia.
Quella ragazza… è così importante per te?”
“Lei… credo di sì.
Sono stato un coglione e me ne rendo conto.
Ho sempre detto che non mi sarei mai comportato come Giov, con quei maledetti tira e molla e fare il perfetto stronzo con una delle ragazze più importanti per me…
E ora sono peggio di lui.”

“Sei stato parecchio stronzo, è vero.
Cerca di rimediare, vecchio mio.
Forse dovresti farle capire quanto ci tieni a lei.
A proposito di Giov, l’hai sentita l’ultima?”

“Certo, non me l’aspettavo neanch’io.
Deve essere stato un brutto colpo per Nora.”

“Se la caverà.”

Grow diede un’altra occhiata al cellulare.
Astra gli aveva scritto, ma non aveva per nulla voglia di sentirla.
Tutto ciò che aveva in mente erano delle lentiggini e un paio di occhi neri che quella sera lo avevano fissato per la prima volta con vero odio.
Nene non lo avrebbe mai perdonato, ne era certo.
Doveva per forza evitarla: se le avesse parlato di nuovo, avrebbe rischiato solamente di peggiorare le cose.
Digitò velocemente sulla tastiera, ma cancellò quello che aveva appena scritto e si mise in tasca il cellulare.
Non poteva cercarla, doveva aspettare che Sole gli rispondesse.

“Frank, passami il pacchetto.”

Frank gli allungo la confezione e un accendino e Grow ne sfilò una sigaretta, se la portò alla bocca molto lentamente.
Chiuse gli occhi e assaporò il primo tiro, ma lo sguardo deluso e arrabbiato di Nene continuò ad occupargli la mente.
Forse avevano ragione gli altri, quando dicevano che gli importava un po’ troppo di quella ragazza.
Forse anche di più di Astra… Lui però non ci aveva mai voluto pensare seriamente.
E litigare con lei non era il modo migliore per iniziare qualcosa tra loro.
Nene gli era sembrata bellissima quella sera, molto più bella del solito.
L’aveva vista felice e lui era riuscito a farla piangere: meritava il primo premio per il miglior idiota dell’anno.

Sospirò e fece un altro tiro.
Per quella sera non ci voleva più pensare.








 
   
 
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