CHAPTER FOUR Non riuscivo ad aprire gli occhi. Sentivo dolore in tutte le parti. Non ero in grado neanche di muovermi. Sconsolata, decisi che era più opportuno aspettare qualcuno. Passarono, credo, al massimo due minuti, ma non ce la facevo ad aspettare lì come un idiota. In mia difesa, posso dire che quei minuti furono lunghi un'eternità. Scoprii, con mia grande sorpresa, di riuscire ad alzarmi. Mi trovavo in una grande camera fatta di legno, con due gigantesche finestre che davano su un campo di fragole. La stanza era arredata abbastanza comunemente: con un armadio, una scrivania e un letto. Avevo gli stessi vestiti di prima solo che la mia AMATISSIMA felpa era completamente stracciata e i miei leggings ora o, cercando una faccia conosciuta in quel mare di persone, ma niente. Nel biglietto dei miei genitori c'era scritto che dovevo cercare un certo Chirone, bene dovevo chiedere delle informazioni. Vidi una ragazza di spalle, aveva lunghi capelli color mogano ed era abbastanza bassa, indossava una salopette con degli anfibi simili ai miei e una maglietta arancione tutta sfilacciata e rovinata. Le toccai la spalla nei modi " gentili" di Bianca. Lei si girò irritata, e mi chiese in modo brusco " Che vuoi ?" Mi stavo trattenendo per non spaccarle la faccia, ripetendomi "Calma, tu non vuoi spaccarle la faccia? Le devi chiedere un informazione, devi essere gentile" Lei, dopo avermi squadrato da capo a piedi, mi disse "Per caso sei una sopravvissuta di guerra?" Ora che la potevo guardare meglio, era veramente bella. Il viso era sporco di cenere come se avesse lavorato tutta la notte nelle fucine, i suoi occhi erano marroni scurissimi ed aveva delle orecchie particolari, quasi da elfo. Le chiesi, con quanta gentilezza avevo in corpo " Mi potresti indicare dove si trova Chirone, per favore?" Lei mi disse "Da quella parte" E indicò la casa da dove ero appena uscita, pensai "perfetto" senza neanche salutarla, mi voltai per entrare. Lo spettacolo che mi trovai davanti fu impensabile: un mucchio di ragazzi stava giocando a biliardo e lo stesso lo stava facendo un uomo/stallone bianco. Appena aprii la porta, tutti gli occhi erano fissi su di me, mi accorsi che c'era il ragazzo che mi aveva aggredito ieri, o meglio io pensavo fosse ieri dato che non sapevo quanto avessi dormito. Mi feci coraggio, e chiesi " Chi fra di voi è Chirone?" Lo stallone bianco si fece avanti e mi chiese " Come fai ad avere la spada di Percy Jackson?" Io dissi " Sono sua figlia, Bianca Jackson" Dopo questa mia affermazione ne susseguirono un paio di urla di incredulità. Fra le quali " Non è possibile, Percy e Annabeth sono scomparsi anni fa" e poi " Non può essere, lei figlia del salvatore del'Olimpo?" L'unico che sembrò calmo fu Chirone. Mi disse " Vieni con me tesoro, dobbiamo parlare." Lo seguii per un lunghissimo corridoio,fino a quando non si fermò davanti ad una stanza. Quest'ultima era abbastanza semplice con due divani verdi, qualche grande finestra, un camino e un bel tavolo intagliato in legno. Mi misi su uno dei divani, mentre il centauro restava in piedi ,d'altronde come poteva sedersi? La prima domanda che mi fece fu " Quanti anni hai?" " Sedici" Lo sentii mormorare " Lo stesso periodo in cui scomparvero" Gli dissi " I miei genitori mi hanno lasciato un biglietto che diceva che loro sono nei guai e che io dovevo venire da lei per avere risposte" Iniziò a raccontare " I tuoi genitori sono due semidei. Tua madre è figlia di Atena, mentre tuo padre è figlio di Poseidone. Entrambi molto potenti, sono sopravvissuti a due Grandi Profezie e affrontato i Titani e Gea. Sono alcune delle persone in cui ho sempre creduto. Percy è considerato, ancora oggi, dopo vent'anni uno dei semidei più potenti mai esistiti." Chirone mi aspettava in attesa di una risposta, di una mia reazione,insomma di qualcosa ma io ero troppo schioccata per fare qualsiasi movimento, in poco tempo ho scoperto che quel' imbranato di mio padre in realtà è un' eroe e che mi hanno sempre mentito. L'unica azione che ero in grado di compiere era aprire e chiudere la bocca alla ricerca di qualche aggettivo in grado di descrivere il mio sconforto. Dopo tutti questi ragionamenti la mia intelligentissima mente riuscì a concepire solo un " Ah" Mi sarei presa a schiaffi da sola ma avevo troppa paura di sembrare stupida anche se credo che già mi considerasse un'idiota totale. " Ti senti bene? Vuoi un bicchiere d'acqua? So che non è una cosa facile da digerire e se vuoi parlare io sono qui" Ma grazie tante! L'unica cosa di qui ho bisogno ora è un po di normalità e tu, mi stai proponendo di parlare con te, e sottolineo con TE, cioè con una creatura metà uomo e metà cavallo! Certo, cosa c'è di più normale di questo? Per non sembrare scortese dissi " No, grazie" Mi fece cenno di alzarmi e mi condusse fuori, con mio sommo orrore mi trascinò verso la ragazzina con cui avevo parlato prima, orrore che si leggeva chiaramente sulla sua faccia. Appena fummo abbastanza vicini Chirone ci presentò " Bianca ti presento Alexandra Esperanza Valdez, Alex ti presento Bianca Jackson." Con mia grande sorpresa ghignò e mi tese la mano io l'afferrai per non sembrare scortese. Chirone proseguì " Lei sarà la tua guida qui al campo. Vi consiglio però di andare a mangiare considerando che tu, Bianca, non mangi da 3 giorni" Appena il mio stomaco sentì la parola cibo, si risveglio emise un gorgoglio molto poco femminile.