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Autore: Paranoid_    08/08/2015    1 recensioni
Rimbombano in lei, la scuotono dal profondo; sembrano tuoni.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Sotto il cielo d'inchiostro



Due ragazzi, o meglio, ormai un uomo ed una donna, passeggiavano mano nella mano per le strade deserte di un'addormentata Hogsmeade, circondati solo da un lenzuolo di notte nera e dalla sua miriade di piccole stelle, come diamanti, delicatamente appuntati con filo argentato.
Nessun rumore attorno a loro, solamente il leggero scalpiccio delle scarpe di lei a contatto con l'antica stradina lastricata a incrinare quella perfetto istante di torpore fiabesco, che profumava d'estate, che dava la convinzione di poterlo chiudere in una piccola teca di cristallo ed immortalarlo così per sempre, come in una fotografia.
Si era alzato un venticello tiepido, che portava alle narici dei due amanti un odore di erba appena tagliata, che sembrava andare sussurrando “Casa”.
La giovane donna, rabbrividendo, sì fermò sotto ad un lampione che emanava una leggera luce fioca, ma comunque sufficiente a permettere una buona visuale. Tuffò una mano nella borsa, estraendone una felpa leggera che richiamava i colori della sua Casa d'appartenenza.
-Ma come...?- disse il compagno, indicando la vecchia pochette che lei stringeva in mano.
-Incantesimo d'estensione irriconoscibile.- rispose divertita, alzando le spalle.

Sorrise.
Era sempre la solita.

Spiegò la felpa e con un gesto veloce la infilò, riprendendo posto di fianco a lui, e così permettendo alle loro mani di intrecciarsi nuovamente.
Però, non appena il ragazzo notò i profili in chiaro color rosso ed oro, non poté fare a meno di storcere il naso ed emettere uno sbuffo che voleva esprimere tutta la sua indignazione.
-Per Salazar, hai rovinato una serata perfetta con quel coso, Hermione! Sei contenta? Ti vieto categoricamente di portarti appresso diavolerie simili in futuro, o giuro che le dono alle Acramantule per i periodi più freddi.- sbuffò nuovamente.
-Oh, andiamo Draco, sai anche tu che sarebbe solo uno spreco di galeoni.- rispose Hermione, non riuscendo a reprimere un sorriso sulle sue labbra.
-Cosa intendi dire?- domandò Draco, incrociando le braccia al petto e fermandosi davanti a lei per fissarla negli occhi, con un sopracciglio inarcato, cercando di sembrare minaccioso.

Il Ghiaccio nella Terra.

Si alzò in punta dei piedi e gli scoccò un piccolo bacio sulla punta del naso, per poi sollevarsi leggermente la maglietta, lasciandosi così il ventre scoperto.
Draco la guardò confuso.
Allora gli prese la mano, poggiandosela sulla pelle nuda.
Draco continuava a fissarla senza tradire un movimento, come pietrificato.
-Cosa...? Tu sei... sei...- iniziò a balbettare, sbattendo velocemente le palpebre.
-Incinta. Sono incinta, sì.- concluse lei.

Gli occhi cerulei spalancati, la mano racchiusa da quelle di Hermione, fredde.

Hermione iniziò ad angosciarsi: non riusciva a capire quello che gli stesse passando per la mente; e lei questo lo odiava, non avere le cose sotto controllo.
Vide le narici di Draco dilatarsi, e la cassa toracica espandersi, e poi, lui, le si buttò addosso, sollevandola da terra ed iniziando a farla girare in tondo.

Rideva.

Le rimise a terra, stringendola a se ed affondando il viso tra i suoi ricci.
Sciolse l'abbraccio, ma solo per lasciarle un leggero bacio a fior di labbra, continuando a sorridere.
-Vedi perché tutte le cose di Grifondoro servirebbero molto di più ai piccoli di Acramantula? Mi pare ovvio che sarà Serpeverde, Granger.- disse Draco, incurvando un angolo della bocca verso l'alto.
-Io non ci giurerei, Malfoy.- sussurrò Hermione al suo orecchio, prima di correre via, leggera come il vento.
Hermione si precipitò giù per una collinetta, stando ben attenta a non cadere. Cercava di respirare profondamente e di captare ogni singola cosa attorno a loro: il frullio delle ali di una civetta, l'aria calda che sapeva d'estate, le guance rosse... lui, loro.

Era pura vita.

Arrivata alla fine della collina, quando il cielo dapprima nascosto dai rami nodosi si era aperto su di una radura, Hermione si fermò per riprendere fiato; si piegò sulle ginocchia, facendo respiri profondi e regolari.
Draco la raggiunse qualche secondo dopo.
-Tutto okay?- ansimò Draco, respirando pesantemente.
-Certo. Cosa credi, furetto, non sono ancora una vecchietta.- rispose Hermione, drizzandosi immediatamente e tenendosi il fianco con una mano.
-No, però sei incinta.- rispose di rimando, avvicinandosi al suo viso accaldato per baciarla nuovamente.
-Ne passerà di tempo prima che possa considerarmi fuori gioco.- disse, lasciandogli una carezza sulla guancia.
-Guarda un po' dove siamo capitati!- esclamò lei, quando finalmente si concesse il tempo di guardarsi attorno.
Sotto i loro piedi l'erba cresceva ribelle, forte e scura; alla loro sinistra c'era uno steccato che, seguendolo con lo sguardo, portava ad un vecchio cancello nero, ancora in grado di trasmettere tutta la sua imponenza.
Al di la del cancello, una stradina di ciottoli bianchi si collegava ad una grande e sinistra casa: la Stamberga Strillante.
La casa più infestato di tutta la Gran Bretagna, dicevano, anche se il Golden Trio scoprì ben presto il perché, la necessità, di questa sua fama.
Hermione ripensò con malinconia a quei tempi in cui la luce del sole splendeva ancora inalterata.

Le immagini iniziarono a scorrere come un fiume in piena nella sua mente.

Harry sotto il mantello dell'invisibilità, mentre faceva credere a Draco di essere perseguitato da un fantasma, lui terrorizzato che incespicava su per la collina seguito da Tiger e Goyle, e lei e Ron che ridevano come non mai.

Il terrore per il grosso cane nero, che trascinava Ron e le sue urla nelle viscere del Platano Picchiatore.
Lei ed Harry che cercavano di schivare i vorticosi rami della pianta che, impazzita, voleva colpirli.
Ed ecco che finalmente erano riusciti ad infilarsi anche loro nell'apertura della corteccia.

Il grosso cane nero, il Gramo. Sirius Black.
Divisa da detenuto, sporco, occhi da chi nulla ha più da perdere, pazzia e follia nel suo sguardo.

Felpato.

Remus Lupin, incredulità, la bacchetta puntata sul pluriomicida, ma per solo qualche secondo.
Gioia.
Luna piena, dolore.

Lunastorta.

Il piccolo Crosta che prende velocemente un aspetto umano.
Paura, codardia.
Peter Minus che invoca pietà, la bacchetta di Sirius e la sua rabbia pronta a riversarsi su di lui, a distruggerlo come quella volta lui aveva distrutto la sua vita, e condannato l'intero Mondo Magico e Babbano.

Codaliscia.


Severus Piton che entra come una furia all'interno della Stamberga.
Li tiene sotto tiro.
Un lampo di luce, uno schiantesimo, polvere e pezzi di legno.

Il Principe Mezzosangue.

Non c'erano.
Si ritrovò a pensare Hermione.
Non c'erano più e mai più ci sarebbero stati.

Ecco che i flashback ritornano come lampi, prepotenti.
Rimbombano in lei, la scuotono dal profondo; sembrano tuoni.
Ecco la Guerra.

Malfoy Manor, i Ghermidori. I Mangiamorte.
Narcissa e Lucius Malfoy, Draco e... Bellatrix Lestrange.

Istintivamente, Hermione, si appoggiò una mano sul braccio, sentendo sotto ai polpastrelli la pelle dura ed irregolare di una cicatrice.
Delle lettere.
Mezzosangue.

Crucio.”

-Hermione? Hermione? Per l'amor di Salazar, rispondi!- le parole da prima lontane ed ovattate, si fecero sempre più vicine e reali, ed i contorni del mondo attorno a lei iniziarono ad essere più definiti.
Ed ecco che si ritrovò nuovamente, mentalmente, ad Hogsmeade.
-Cosa sta succedendo? Mi senti?- Draco era di fronte a lei. Le teneva il viso tra le mani, gli occhi spalancati in un'espressione di spavento.
-Oh, Draco...- disse Hermione, flebilmente. La vista si fece appannata, e pungenti lacrime iniziarono a scendere, lente, sulle guance.
-Ho rivissuto tutto... ho rivissuto tutto quanto... io ho... sembrava che...- balbettò lei, gettandosi tra le sue braccia ed affondando il viso nel suo petto.
-Calmati, calmati. É tutto finito, va bene? Ci sono qui io, siamo ad Hogsemade. É tutto finito. Ora va tutto bene.- cercò di calmarla, accarezzandole i capelli.
-Sembrava tutto così vero, Sirius, Remus, Silente, Malocchio, Severus, Dobby, Fred, Tonks, Bellatrix... io credevo che... che...- continuò Hermione, spaventata.
-Lo so Hemione, lo so. Calmati adesso, va tutto bene. Quello è il passato, okay? Non il presente. Era il passato, erano ombre.- rispose Draco, notando come la mano di Hermione fosse convulsamente stretta al braccio, il braccio nel quale, lui lo sapeva bene, sua zia le aveva inciso per sempre la scritta “Mezzosangue”.

Nella carne e nello spirito.

Provò nausea per se stesso e per tutta la sua famiglia.
Una completa repulsione per tutto ciò che era stata la sua vita a partire dalla sua nascita sino a qualche anno addietro, e per tutto ciò che aveva causato.
Delicatamente districò le dita della sua ragazza dal braccio, e ci poggiò sopra la sua mano, leggera.
Hermione, come avesse ricevuto una scossa elettrica, rabbrividì sotto il suo tocco, e fece la stessa cosa.
Poggiò la sua mano sull'avambraccio sinistro del ragazzo, leggera.
Sopra il Marchio Nero.
Lo sentì rabbrividire sotto il suo tocco, la mascella contratta.

Se avesse potuto, lui, se lo sarebbe tagliato quel braccio.

Entrambi erano fermi davanti allo steccato, l'uno di fronte all'altra, che si sostenevano a vicenda.
Lei con la fronte appoggiata sulla bianca stoffa della camicia di lui.
Lui con il mento appoggiato sopra la testa di lei.

-Ho paura, Draco. Cosa penseranno tutti di lei, o lui? Cosa diranno?- domandò Hermione dopo minuti di completo silenzio, scostandosi quel poco per riuscire a guardarsi negli occhi.
-Non lo so, Hermione, e sinceramente non mi interessa. Ho sprecato davvero troppo tempo della mia vita a basare le mie scelte e convinzioni, comportamenti e azioni, su ciò che pensavano ed avrebbero potuto pensare gli altri. E mi odio ogni giorno, con ogni singola particella del mio corpo, per quello. Non voglio accada ancora la stessa cosa. Tu non l'hai mai fatto, e non dovrai iniziare a farlo ora. Lui, lei, - continuò, appoggiando la mano sul ventre di Hermione -non dovrà mai farlo. Mai. Io ti amo, Hermione Jean Granger. Vi amo.-
-Ti amo, Draco Lucius Malfoy.-
-Questo è tutto quello che mi interessa.-

Ed unirono le loro labbra, sotto il cielo d'inchiostro.

 

Il ricordo iniziò a vorticare, dapprima lento, poi sempre più veloce, sino a sfumare via etereo, costringendo così i due ragazzi, o meglio, ormai un uomo ed una donna, a tirare fuori la testa dal Pensatoio, stralunati.
La giovane donna si passò una mano tra i lunghi capelli lisci, e guardò il fratello minore, specchiandosi dentro l'azzurro dei suoi occhi, umidi.
Non poté fare a meno di pensare a quelli del padre.
Erano così simili.

Il fratello ebbe lo stesso pensiero, ritrovandosi intrappolato dentro il nocciola del suo sguardo, colmo di lacrime.
Non poté fare a meno di pensare a quelli della madre.
Erano così simili.



___My little space______________________________
Salve a tutti, impavidi lettori.
Inizio dicendo che questa è la prima FanFiction che pubblico con questa coppia, e la seconda su questo fandom e... spero vi sia piaciuta.
Era da un po' che mi era venuta voglia di scrivere una Dramione e, per vostra sfortuna, ho deciso di metterla per iscritto ed infine postarla qui, su EFP.
Beh, che dire, se qualcuno si fermerà a leggerla, mi farebbe molto ma molto piacere ricevere una sua recensione, negativa o positiva che sia, purché sia una critica costruttiva e non una minaccia di morte; sarei molto curiosa di sapere cosa ne pensate.
Okay, ora me ne vado, o la parte logorroica che è in me potrebbe saltare fuori.
Buona giornata a tutti!

Paranoid_

Ps. spero si sia capito il finale della storia e ciò che volevo dire, in caso contrario, chiedetemi pure spiegazioni! :)


 

   
 
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