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Autore: raduraia_mezzosangue    08/08/2015    3 recensioni
Annabeth è una ragazza con un passato particolare alle spalle e dopo ciò che le è capitato all'età di quindici anni sembra quasi, a distanza di un anno, riuscire a rivivere e scrivere la sua storia. Purtroppo però quando tutto sembra andare per il verso giusto il destino decide di prendere in mano la penna.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Malcolm, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 4
 
Una bottiglia infranta contro il muro, due mani poco più grandi delle mie che mi afferrano e mi portano via, rumore di vetri rotti e una porta che sbatte. La scena cambia, sono a terra mentre delle luci lampeggianti danzano davanti ai miei occhi che non bene mettono a fuoco, all’improvviso quell’insopportabile rumore tremendamente familiare mi si insinua nella testa con così tanta forza da farmi sbarrare gli occhi di colpo. La sveglia. Ovviamente. Ho il respiro affannato e mi metto a sedere dritta sul letto. Volto la testa verso la finestra e vedo che dei raggi timidamente si insinuano tra le persiane. Guardo la sveglia e leggo che sono già le 7:30, la colpisco per due volte e poi sembra placarsi. Dovrei andare al campo ma medito seriamente sull’ipotesi di restare a casa a dormire poi noto la maglia di Talia ben ripiegata ai piedi del letto e alla mente affluiscono tutti i bei momenti di ieri. Sono felice di aver incontrato lei e Percy, hanno reso un primo giorno apparentemente terribile in un qualcosa di lontanamente uguale. Mi stropiccio gli occhi e mi avvio verso la doccia. Ho deciso, andrò al campo, ho voglia di rivederli e poi devo riportare la maglia a Talia. Sotto il freddo getto dell’acqua mi sembra finalmente di rilassarmi. Ho passato una nottataccia e oltre agli incubi a rovinarmi il sonno è stato Malcolm che con la sua grazie cavallina si è lanciato in bagno scosso dai conati. Chiudo l’acqua e mi vesto. Indosso dei semplici jeans chiari e la maglia del campo, fortuna che si è asciugata in tempo… riordino la stanza e rifaccio il letto poi poso lo sguardo sugli scatoloni del trasloco messi in un angolo. Metto una mano sul fianco e li guardo con occhio critico “Li devo proprio sistemare…” dico rivolta a me stessa e mentalmente mi prometto di riordinare tutto al mio ritorno. Esco dalla mia stanza e svolto il corridoio verso la cucina; afferro una fetta di pane tostato salutando Malcolm con un bacio sulla testa di sfuggita. Mi aspetto un pimpante saluto degno di lui ma mi ritrovo ad esser ricambiata con uno sguardo assonnato mentre borbotta un ‘buongiorno’ rivolto alla tazza dei cereali. “Troppo alcol alla festa?” gli chiedo. Sapevo che ieri sarebbe dovuto andarne ad una di classe e credevo che essendo diciottenni non avrebbero avuto bevande alcoliche a disposizione ma a giudicare dai rumori della sbornia provenienti dal suo bagno durante la notte credo di essermi sbagliata. “Ti prego non parlarne che mi sento male” dice chiudendo gli occhi e massaggiandosi le tempie. “Tequila, Birra, Vodka” cantileno aggirandomi in torno a lui e in tutta risposta ricevo dei cerali in faccia che non fanno altro che aumentare la mia risata. “Va bene Malcolm, vado al Campo, ci vediamo a cena” gli comunico e in quello stesso istante entra Frederick “Ciao Annabeth, buongiorno” dice con un tono sottilmente sorpreso. Sorpreso? Come fa a essere sorpreso?! Io vivo qui! “Buongiorno” rispondo fredda avviandomi verso la porta. La borsa! Corro in camera e la afferro dalla scrivania buttandoci dentro la maglia di Talia. Ora sono pronta. Chissà cosa succederà oggi, spero solo di non incontrare quella vipera dai capelli rossi. Magari ho qualche corso in comune con Percy o Talia…
A proposito, che ho alla prima ora? Algebra? No che dico, alla prima ora ho grammatica! No, se non sbaglio ho geografia. Okay, sarebbe meglio consultare gli orari. Apro la borsa e cerco il foglio plastificato che ieri mi ha consegnato Chirone. Senza accorgermene attraverso la soglia del campo ancora intenta alla disperata ricerca dell’orario perduto. Mi avvento verso le capanne e tutto ciò che vedo è l’interno della mia borsa ma ovviamente dell’orario non c’è traccia. Non vedo verso dove cammino o meglio su cosa cammino e quando esultante trovo il foglietto e lo sventolo in aria inciampo su qualcosa ai miei piedi e mi ritrovo a pochi centimetri dal cadere rovinosamente a terra. Prontamente due braccia familiari mi cingono la vita. Percy. “Non ce la fai proprio ad arrivare a fina giornata senza cadere eh Annabeth?” dice aiutandomi ad alzarmi. “Che ci vuoi fare, farmi male è la mia specialità” “Beh se vuoi farti male davvero basta che tu venga a tiro con l’arco insieme a me” disse grattandosi la testa e guardando il terreno “No grazie, non intendo farmi trafiggere. Di nuovo. Poi sono abbastanza brava a farmi male da sola” quanto era vero… “Almeno ci sono io che puntualmente ti aiuto sempre ad alzarti” dice a braccia conserte gongolando “Non vorremo forse tralasciare il sottilissimo dettaglio riguardante il fatto che tu e la tua pessima mira siate stati la causa della mia prima caduta” dissi con fare sarcastico “Appunto, come hai appena detto è un sottilissimo dettaglio e si, lo vogliamo tralasciare” ribatte con fare compiaciuto. “Si certo, usiamo la tua pessima visione razionale” “Ehi! Sono la persona più razionale del campo” dice con un finto broncio. “Si, come no” gli rispondo e ci facciamo trascinare da una risata giocosa. Finito il riso controllo l’orario, alla prima ora c’è grammatica! Perfetto. Ma qual è la capanna di grammatica? “Percy?” “Si?” “Sai dove si fa grammatica? Devo andarci alla prima ora ma non so quale sia” “Certo, è quella con la civetta. Anche io ho grammatica, ci andiamo insieme?” “Va bene” entriamo e ci sediamo l’uno affianco all’altra, entra la professoressa e ci alziamo. Vedo che è la stessa di letteratura. La Daniels. Porta i capelli scuri raccolti in una crocchia e indossa un tailleur pantalone verde oliva mentre ai piedi calza delle scarpe basse nere. Ci fa cenno di accomodarci e mi guardo un po’ intorno notando alcuni ragazzi che hanno già avuto lezione con me. La professoressa inizia a spiegare i canoni principali dell’analisi del periodo e fa aprire il libro alle pagine riguardanti ciò. “Annabeth” sussurra Percy “Si?” “Ehm… non ho il libro, posso seguire con te?” aggiunge timidamente. Quel suo sottile imbarazzo mi ha fatto sfuggire un sorriso “Certo che puoi seguire” “Grazie” dice con un sorriso.  Ci avviciniamo e metto il libro al centro del banco per far leggere bene entrambi. Siamo così vicini che sento il suo profumo. Odora di mare, mi sembra di stare all’oceano. Sento l’odore della salsedine e ciò ha un effetto quasi calmante, in testa tutti i problemi sembrano perdere una taglia. No! No, non posso permettere di farmi coinvolgere. Non posso ricascarci. A riscuotermi dai pensieri ci pensa la professoressa “Adesso un po’ di ripetizione dell’analisi logica alla lavagna. Chi si offre?” dal fondo della classe una mano si leva, provo a vedere chi sia e vedo…Rachel? L’arpia in questione si alza e va verso la lavagna. Da quanto tempo è in classe? È perché analizza così dannatamente bene? Percy sembra accorgersi della mia espressione sconvolta e sussurra “So cosa stai pensando, si, è la prima della classe non solo in stronzaggine ma anche in italiano” “Non ci credo” dico più a me che a lui “Beh, è così da quando era bambina” “Non mi riferivo a questo, ha sbagliato quel complemento” “Cosa?” prima di spiegargli alzo la mano e chiedo la parola. La frase è ‘Il ragionier Bianchi fu nominato amministratore del condominio’ e lei come soggetto ha messo ‘Il ragionier Bianchi’ “Dica pure Chase” “Professoressa, il soggetto è sbagliato” “Come?” sbottano lei e Rachel. “Bianchi è il soggetto, ‘Il ragionier’ è apposizione”. La Daniels confusa si gira verso la lavagna e si accorge dell’errore. “Oh, hai ragione Annabeth. Brava Chase invece tu Dare analizzane un’altra per rimediare. A quanto pare qualcuno potrebbe sottrarti la corona” dice cercando sul suo grande libro una frase. Rachel per quanto possibile diventa più rossa dei suoi capelli e se i sguardi potessero uccidere ora non sarei qui. Un borbottio si leva dalla classe e Percy mi guarda con aria divertita “Sei grande! Sei qui solo da due giorni e hai già esasperato Rachel. Brava la Sapientona!”
Terminata la lezione Percy mi trascina alla ricerca di Talia che si trova a lezione di scherma. “Talia! Talia Grace vieni subito qui!” dice lui “Per favore” aggiunge con aria sommessa ricordando gli avvenimenti di ieri. Talia in tutta risposta urla tra un colpo e l’altro “Aprezzo il ‘per favore’ ma ora sono… alquanto impegnata” conclude con un bel colpo assestato al viso del suo avversario “Beccati questa Castellan” “Pensavo ci tenessi alla mia faccia” risponde il presunto ‘Castellan’. “Certo che ci tengo ma preferisco vincere” risponde Talia continuando a menare fendenti. “Andiamo Luke, fatti battere e facciamola finita” sbotta Percy “Giammai!” esclama Luke. Purtroppo per lui Talia attua un colpo finale mettendo termine all’incontro e all’attesa di Percy. “Finalmente” sospira lui. “Tals non hai idea di cosa abbia fatto Annabeth!” aggiunge mentre la cugina si sfila da testa la maschera. “Annabeth? Chi è Annabeth?” chiede Luke “Io sono Annabeth” dico riacquistando la parola. “Piacere, io sono Luke Castellan” dice lui sfoderando un sorriso cordiale tendendomi la mano. Gliela stringo e finalmente gli vedo gli occhi, sembrano due cieli tanto che sono azzurri, con i capelli biondo sabbia sarebbe il perfetto ritratto del principe azzurro se non fosse per quella cicatrice che gli solca la guancia. “Ehi Annie” dice Talia abbracciandomi, ricambio l’abbraccio e gli porgo la maglia “Non dovevi, potevi tenerla” dice ridendo “Lui comunque è il mio ragazzo” dice indicando Luke “è dolce, simpatico e tutto ma non ha tanto sale in zucca, si fa battere in meno di cinque minuti” dice sussurrando con aria scherzosa, mentre il diretto interessato sbotta qualcosa di incomprensibile. “Si, abbiamo capito, Luke è un idiota e Talia un osso duro a scherma ma ora passiamo a cose più importanti” dice Percy spazientito di non essere ascoltato mentre Luke si dipinge sul volto un’espressione indignata. “Andiamo, cos’hai di così importante da non riuscire a trattenerti?” sbotta Talia. “Annabeth ha appena soffiato a Rachel il titolo di prima della classe!” “No… Oddio sei grande!” dice Talia schiacciandomi il cinque. “Cos’hai fatto?” sbotta Luke con aria divertita. “Beh, non è stato poi così difficile” dico con falsa aria vantata. “Sei ufficialmente la mia nuova migliore amica” dice Talia. Non so se sia scherzando ma spero di no. “Nessun problema” dico e mi cinge le spalle con un braccio attirandomi a se per un attimo. “Tals dobbiamo muoverci, tra cinque minuti abbiamo biologia” annuncia Luke. In tutta risposta Talia sbuffa ma rassegnata ci saluta e prende Luke per mano che saluta affettuosamente Percy scambiandoci un pugno e me scambiando un sorriso. “Cos’hai ora?” mi chiede Percy. “Mh… educazione fisica” gli rispondo guardano l’orario. “Anch’io, vieni ti accompagno alla capanna” “Grazie” gli sorrido riconoscente. Dentro il professor Viking, un uomo sulla trentina dai capelli castani come le iridi e un velo di barba si rivolge a noi “Allora, oggi si farà tiro con l’arco” “Oh no” dice Percy “Si Jackson, ha capito bene, quindi si prepari” Lui fissa gli occhi al pavimento e diventa di una lieve sfumatura rosa intenso mentre la classe si gira a guardarlo. “Presto, ora fuori e tutti ai bersagli” Stavo uscendo con Percy che mi precedeva quando mi sentii agguantare la maglia. “Tu! Chase giusto?” “Si, sono Chase” il professore… Vieni con me all’armeria, ti serve un arco” disse studiandomi. Più guardavo quell’uomo e più timore mi incuteva ma lo seguo lo stesso. Giunti all’armeria ne prendo uno a caso e mi dileguo fuori. “Ha mai tirato?” Mi chiede. “Si, mio padre me l’ha insegnato da bambina” in quei brevi intervalli in cui non beveva portava me e Malcolm nella campagna vicino casa a fare due tiri. Un po’ mi mancano quei momenti padre-figli. “Bene, vediamo che sai fare” dice scortandomi accanto ad un arco, casualmente vicino a Percy. “Forza Chase, tiri” faccio un respiro profondo e tendo l’arco, mi concentro sul bersaglio e tiro. Centro al primo colpo. “Wow Sapientona” esulta Percy. “Si, niente male” dice Viking. “Niente male? L’ha centrato al primo colpo!” sbotta Percy difendendomi “Signore” aggiunge in tono sommesso. “Invece di fare lo spavaldo allenati siccome l’ultima arrivata che per di più è una ragazza è stata capace di centrare un bersaglio prima di te” dice il professore mentre si avvia verso gli altri. Percy bolle di rabbia, la sfumatura rosea diventa rossa, stringe le mani a pugno e i due oceani concentrati nelle sue iridi sembrano attraversare una tempesta. Istintivamente gli afferro la mano e provo a infondergli quanta più calma possibile. Sembra apprezzare e ricambia la stretta rivolgendomi un sorriso che sembra voler dire ‘sta tranquilla, non è niente’. “Sarà meglio che mi alleni, una ragazza è più brava di me” aggiunge sarcastico e tende l’arco. Faccio lo stesso ma prima di scoccare un’altra freccia quella tirata da lui si impianta tra i miei piedi. La fisso e poi guardo lui “Okay, evitiamo che tu mi trafigga ancora” “Mi spiace” dice lui. “Tranquillo, ora tendi l’arco” lo tende in modo terribilmente sbagliato e credo che quello che sto per fare smorzerà parte dei miei buoni propositi per il non-innamoramento. Per quanto più bassa di lui lo ‘abbraccio’ da dietro tenendo l’arco sulle sue braccia e posizionandolo correttamente. Sento il suo respiro irregolare e quell’irresistibile profumo di mare “Bene” dico deglutendo “ora scocca”. Fa centro. “Wow” dice “Ora prova da solo” mi guarda e sorride poi scocca un’altra freccia. Non fa centro ma almeno colpisce il bersaglio “Si!” esulta sferrando i pugni in aria. Poi mi prende in braccio e mi fa girare “Grazie Sapientona!”. Insieme ridiamo del suo successo e della sua ‘lieve’ goffaggine. Proseguiamo la lezione tra riso e chiacchiericcio. Oggi è andata meglio di quanto pensassi, erano anni che non ridevo così e tutto grazie a queste persone fantastiche con le quali ho capito finalmente cosa significhi avere degli amici.
 
 
Angolo autrice:
Ecco qui il quarto capitolo della storia. Sono felicissima dei risultati che sta avendo. Ringrazio tutti coloro che hanno recensito e messo la storia tra le seguite e preferite. Grazie mille, non mi aspettavo niente del genere. Spero continuerete a crescere e con voi il vostro entusiasmo per questa storia che credetemi, mi sto divertendo un mondo a scrivere. Luke Castellan fa la sua comparsa. Personalmente lo adoro e mi spiace che sia morto nel libro proprio quando sembrava potessero riunirsi lui Annabeth e Talia. A proposito di quest’ultima non ho potuto non mettere la Thaluke *_* sono così carini. Okay basta… ad ogni modo la nostra protagonista inizia a dissipare un po’ di ombre mentre si fa sempre più nemica la cara vecchia Rachel. Lascio i commenti a voi e spero che continuerete a seguire.
 
Un bacio e un grazie di cuore a tutti
RA_ME
   
 
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