Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: marthiachan    28/01/2009    6 recensioni
In questa ff non troverete Python o pistole di alcun genere, non ci sono lavagne, stazioni o mini rosse. Non ci sono bombe o bazooka, né tecnologia. Ho provato a immaginare i nostri sweeper preferiti in un lontano e imprecisato Medio Evo. Ho pensato che forse all'epoca, Ryo avrebbe potuto essere un cacciatore di taglie e Kaori la sua protetta e compagna di viaggio.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter, Altro contesto
Capitoli:
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Grazie a tutti per le vostre recensioni. La storia medievale è una sfida perchè non è facile immaginare i nostri sweeper senza armi!  ^_^
Spero che il secondo capitolo non vi deluda. Buona lettura!



2 – Una dura giornata.

Ryo e Kaori iniziano a lavorare come due persone comuni, ma non è semplice come può sembrare. Nonostante abbiano sempre passato tanto tempo insieme, improvvisamente è molto più difficile gestire quello che provano quando sono vicini.


Si sentì scuotere violentemente e aprì gli occhi di scatto trovandosi l'enorme faccia di Umibozu di fronte.
“Che diavolo vuoi?”
“Devi alzarti. Devi andare nei campi, lo hai dimenticato?”
“Nooo.. Ho dormito solo qualche ora.”
“Per l'esattezza ne hai dormito tre. Una in più di quelle che ti avrei concesso io.. Alzati immediatamente.”
Ryo si infilò nuovamente sotto le coperte. Non voleva alzarsi così presto, era stanco e la testa gli rimbombava ancora per i postumi della sbornia. Come faceva Umi a essere così lucido? Anche lui aveva bevuto la sera prima..
“Non farmi arrabbiare o ti trascino di sotto di peso!” lo minacciò il gigante strappandogli la coperta di dosso.
“Ma è ancora l'alba..”
“I campi si lavorano a quest'ora.. Indossa questi.” continuò lanciandogli dei vestiti.
Ryo si tirò a sedere sul letto e prese fra le mani quegl'indumenti.
“Non saranno mica tuoi? Non mi starebbero mai..”
“Non sono miei. Sono di un ragazzo che ha lavorato qui un po' di tempo fa. Li ha dimenticati.  Era piuttosto mingherlino, forse ti staranno anche un po' stretti.. Muoviti o non troverai la colazione.”
Sbuffò e annuì. Il gigante sembrò accontentarsi e si allontanò, ma non prima di avergli lanciato uno sguardo minaccioso.
Ryo si alzò ancora dolorante e si sfilò i vestiti. Cominciò a infilarsi i pantaloni da lavoro, gli andavano bene. La camicia invece gli andava un po' stretta, ma poteva andare.
Si sentiva ridicolo vestito così, sembrava un campagnolo qualsiasi.. Uscendo dalla stanza si guardò intorno. Una tenda divideva la stanza in due, con un letto da ciascun lato. Entrambi erano vuoti, Kaori si era già alzata evidentemente. Era sempre stata mattiniera.
Si diresse al piano di sotto ancora confuso dall'alcol che aveva ancora in corpo. Arrivò alla sala e si sedette a un tavolo apparecchiato. Appoggiò i gomiti sul tavolo e si tenne la testa con le mani, gli sembrava estremamente pesante..
Una mano delicata gli posò un piatto sul tavolo distraendolo.
“Grazie Miki..” sussurrò senza alzare lo sguardo..
“Che c'è? Non mi riconosci più?” gli chiese una voce differente.
Alzò lo sguardo e si trovò di fronte a una splendida ragazza con i capelli corti e grandi occhi nocciola. Indossava un abito bianco da contadinella ed era semplicemente stupenda.
“Kaori??”
“Sì, chi credevi che fossi?”
“Io..” si sentiva la bocca impastata e non riusciva a parlare. “Io non..”
“Che succede? Improvvisamente non sai che dire?”
Doveva dire qualcosa. Non poteva lasciare che lei capisse quanto la trovava attraente.
“Il fatto è che sei strana vestita da donna.. Non pensavo fossi un finocchio!”
Una brocca d'acqua calda gli fu sbattuta in testa. Ryo si ritrovò con un bernoccolo e scottato. Si levò i cocci di creta dalla testa. I colpi di Kaori diventavano sempre più forti a dimostrazione che lui la faceva infuriare sempre più..
Accidenti a lui! Non riusciva proprio a non offenderla? Ma cosa poteva dirle? “Kaori lo sai che oltre a un bel culo hai anche delle belle tette?” No, decisamente non poteva dirle una cosa del genere. Si sarebbe preso una doppia mazzata. Anche perchè, dopo averla insultata per anni, lei avrebbe creduto che la stesse prendendo in giro.
Mangiò in silenzio senza rialzare il viso. Non era il caso di incontrare il suo sguardo. Per prima cosa  lei probabilmente era infuriata e in secondo luogo lui non voleva farle capire quanto la desiderasse. Perchè era tutto così difficile?
“Hai finito?” gli intimò la voce baritonale dell'amico. “Vieni ti faccio vedere..” continuò quando Ryo annuì.
I due uomini si diressero fuori dalla taverna e camminarono per un centinaio di metri prima di arrivare a un campo coltivato. Lì accanto c'era una stalla e un fienile con alcuni animali.
“Lì dentro ci sono gli attrezzi.” spiegò il gigante indicandogli il fienile. “Hai mai curato un orto?”
“Veramente no..”
“Uff..” sbuffò il gigante guidandolo nella stalla. In un angolo c'era una vanga, un rastrello e dei sacchi di sementi. Gli fece vedere come usare la vanga e come seminare e irrigare. Ryo lo osservava attentamente e si impresse nella menti le brevi e chiare istruzioni dell'amico.
“Per quanto riguarda le mucche, sai come mungerle?”
“Sì, quello l'ho già fatto.” rispose lui ricordando di quando da ragazzo rubava il latte mungendolo di nascosto.
“Allora occupati prima di quello e poi torna ai campi. Io devo tornare alla taverna.”
Annuì tornando nella stalla e si mise a mungere le vacche con solerzia. Era interessante occuparsi di qualcosa di diverso. Il movimento ritmico lo aiutava a pensare. Tante idee gli affollavano la mente, tanti pensieri si accavallavano di continuo. Kaori era in cima ad essi. Non riusciva a smettere di rivedere il suo viso, il suo sorriso, il suo corpo.. Più volte si impose di non ripensare a quando l'aveva vista nuda, ma non riusciva a evitarlo.
Dopo un'ora aveva terminato di mungere tutte e cinque le mucche e tornò al campo. Umi sarebbe andato a prendere il latte durante la mattinata.
Ormai il sole era sorto del tutto e illuminava il cielo di uno strano color rosa-arancio.
Seguì le istruzioni dell'amico alla lettera e, dopo un po', gli sembrò di prenderci la mano. Non era difficile. Faticoso sì, ma non difficile. Avrebbe anche potuto fare il contadino. Magari avrebbe avuto una piccola casa, qualche animale e un piccolo orto. E, magari, una moglie e dei figli con gli occhi color nocciola... Stava decisamente correndo troppo con la fantasia.
Il sole cominciava a essere forte e si tolse quella camicia che oltretutto gli impediva di avere dei movimenti fluidi. Dopo poco, però, cominciò a pentirsene. Il sole avrebbe finito per ustionarlo. Anche se era più che abbronzato, il sole era troppo forte e lui doveva stare diverse ore a lavorarci sotto. Sbuffò. Accidenti a Umi per avermi costretto a fare certe cose, pensò. Si sentiva uno stupido a sudare sui campi. Non era neanche del tutto lucido a causa dell'alcol e delle poche ore di sonno. Chissà quante cose aveva sbagliato.. Senza arrendersi, però, continuò imperterrito il lavoro che aveva iniziato.
Ormai il sole era alto e il suo stomaco cominciava a brontolare, ma era sicuro che Umi non gli avrebbe permesso una pausa o uno spuntino. Continuò a lavorare rassegnato, ma dopo mezz'ora gli sembrò di avere le visioni.
Kaori si dirigeva verso i campi. Il suo vestito bianco svolazzava a causa del leggero vento estivo. Il suo viso era arrossato dal caldo e portava fra le mani qualcosa. Sembravano una brocca e un sacco in pelle. Man mano che si avvicinava sembrava affaticata. Riusciva a vedere il suo petto alzarsi e abbassarsi con un ritmo veloce. Sotto il sole il tessuto bianco del vestito era trasparente e, persino a distanza, riusciva a intravedere i suoi capezzoli. Si ritrovò a respirare a fatica sentendosi eccitato. Dovette distrarsi immediatamente per riprendersi. Ricominciò a lavorare cercando di ignorare il rumore dei passi di lei che si avvicinavano.
“Ti ho portato da mangiare..” lo informò lei con sguardo basso. Sembrava non volesse guardarlo.
“Grazie. Ti manda Miki?”
“Sì. Umi non voleva, ma Miki l'ha convinto.” replicò lei tendendogli la mano con la brocca che lui  afferrò immediatamente.
Ryo rise e poi bevette avidamente. L'acqua fresca lo rinfrancò. Quando smise di bere si accorse che Kaori lo fissava. Aveva uno strano sguardo, era fin troppo seria. Per un attimo lo sfiorò l'idea che anche lei lo desiderasse. No, non era possibile. Lei non poteva realmente provare qualcosa per lui. Lei lo considerava come un fratello, o no? Eppure le sue guance non sembravano arrossate solo dal sole e il suo respiro era troppo affannato per la breve camminata fatta.. I suoi occhi lo guardavano in un modo che lo faceva rimescolare dentro. Dopo qualche secondo, lei abbassò lo sguardo e gli tese la mano con il sacco di pelle. Ryo lo aprì e vi trovò pane e formaggio.
“Grazie.” disse lui cercando di non guardarla in viso di nuovo.
“Di niente. Io torno dentro. Miki avrà bisogno di me.” si congedò la ragazza allontanandosi.
“Kaori?” la chiamò lui dopo che lei aveva fatto solo qualche passo.
“Sì?”
“Mi spiace per prima. Stai bene vestita così.” riuscì a dire lui facendo una sforzo su se stesso.
La vide arrossire ancora e abbassare lo sguardo.
“Io.. Grazie. Devo.. Devo andare.” balbettò lei scappando via.
Lui la guardò allontanarsi e sorrise. Era proprio uno stupido a pensare che Kaori provasse certi desideri nei suoi confronti. Una ragazza tanto innocente da arrossire per un simile complimento, non poteva certo pensare certe cose. O no?

Kaori era corsa dentro la taverna e si rifugiò vicino al lavello. Aveva bisogno di rinfrescarsi e non solo perchè era una calda giornata estiva.. Si bagnò il viso e il collo. Solo al pensiero del corpo seminudo e sudato di Ryo, sentì che le mancava il fiato.
Lo aveva visto da lontano e sarebbe tornata immediatamente indietro, ma lui l'aveva già vista e la osservava con curiosità. Probabilmente non l'aveva riconosciuta, infatti, quando lei gli fu più vicina, lui si era voltato riprendendo il suo lavoro come se niente fosse. Evidentemente, aveva capito che la ragazza che gli andava incontro era l'unica che non gli interessava.
Però era stato gentile con lei, l'aveva ringraziata e le aveva anche sorriso. E poi, c'era stato un momento in cui l'aveva guardata in un modo.. Si era fatta sorprendere a guardarlo con desiderio e lui doveva essersene accorto. Aveva ricambiato il suo sguardo e lei era stata costretta ad abbassare il suo. Il cuore le martellava nel petto. Aveva capito o stava solo cercando di comprendere perchè lei lo fissava? Aveva dovuto scappare via, non poteva affrontare eventuali domande, ma quando lui l'aveva chiamata aveva pensato di non essere riuscita a evitarlo. Era rassegnata all'essere scoperta e invece, inspiegabilmente, lui le aveva chiesto scusa e le aveva fatto un complimento! Aveva balbettato qualcosa ed era fuggita via. Non riusciva a crederci.. Ryo che faceva un complimento a lei?? Era assurdo.. Solo ripensandoci arrossì di nuovo e fu costretta a bagnarsi ancora il viso.
“Ehi! Che fai qui?” domandò la voce dell'amica.
“Nulla, fa caldo fuori..” si giustificò immediatamente.
“Dici? Eppure è ben ventilato.. Non sarà che hai caldo per qualche altro motivo?”
Kaori si girò di scatto a guardarla con aria colpevole. Possibile che fosse così trasparente?
“Ma cosa..”
“Andiamo! Vuoi dire che il tuo viso arrossato non ha niente a che fare con l'uomo seminudo che si sta occupando dei campi?”
“Miki!” la sgridò immediatamente. E se Umi o qualcun altro le avesse sentite? E se glielo avessero riferito?
“Kaori, non puoi mentire. Ti si legge in viso..”
Appoggiò la schiena al muro e sospirò. Se era così evidente, allora lo aveva capito anche lui?
“Miki, ti prego, non parliamone.” concluse tornando a servire ai tavoli.
La giornata passò velocemente. Era così impegnata che non aveva il tempo di pensare a Ryo e a tutto quello che provava per lui. Passò l'ora del pranzo, ma non si sedette a mangiare continuando a servire i clienti che affollavano il locale.
Il suo stomaco brontolava da un pezzo quando un cliente ubriaco la afferrò per un braccio.
“Ehi, bellezza. Da dove sei spuntata?” le chiese l'uomo con un alito fetido.
“Mi lasci il braccio per favore. Il proprietario non apprezza che i clienti si comportino così..”
“Ma tu non sei sua moglie, quindi non ha motivo di minacciarmi!” insistette l'uomo attirandola a sé.
Kaori si ritrovò fra le braccia di quel vecchio ubriaco e puzzolente. Se solo avesse avuto la spada o anche solo uno dei suoi pugnali.. Decise di improvvisare e gli diede una gomitata allo stomaco. L'uomo si piegò in due per un secondo, ma poi la prese con maggiore forza e la strinse facendole male al braccio.
“Sei davvero selvaggia ragazza, ma mi piacciono quelle che hanno tanta energia.”
“Lasciami porco..” lo insultò lei cercando con lo sguardo Miki o Umi che la aiutassero. Nessuno si vedeva. Dove erano finiti?
Si dimenò e scalciò mentre quel'animale le matteva le mani ovunque e infine le diede uno schiafffo per farla stare ferma. La testa gli rimbombò per il colpo e rimase stordita. Non riusciva a difendersi e sentì in lontananza delle risate, la porta che si apriva, urla.. Improvvisamente non era più stretta tra le braccia di quell'uomo, ma qualcuno di più dolce la abbracciava. Il profumo di Miki la avvolgeva e aprendo gli occhi vide Ryo dare un pugno all'uomo che la stava molestando.
“Ryo..” sussurrò debolmente.
Lo vide raggiungerla e carezzarle il viso. Si sentì prendere in braccio dalle sue forti braccia e venne portata di sopra. Dopo qualche minuto affondò nel morbido letto sotto di lei e si addormentò cullata dalle stesse braccia che l'avevano trasportata.

Ryo era ancora nei campi quando gli si era avvicinata Miki. Cosa faceva lì da sola? Era successo qualcosa? Perchè lo veniva a cercare?
“Ryo, puoi rientrare ora.” gli disse invece.
“Tuo marito sarà d'accordo?”
“Lui è andato a comprare alcune provviste, quindi decido io.”
Ryo rimise a posto gli attrezzi e si rimise la camicia. Faticò ad abbottonarla per quanto era stretta.
“La camicia non ti va bene? Ne vuoi una di Umi?”
“Quella mi sarebbe troppo grande..”
“Te ne procureremo un'altra.”
“Non importa. Tanto col caldo che fa, me la tolgo.”
“L'ho notato e non sono stata l'unica...”
Ryo la guardò con sospetto. Cosa intendeva dire?
“Kaori era sconvolta..”
“Kaori??” domandò stupito. Non poteva essere.. “Ma cosa dici?”
“Ryo dovresti ricordare che, anche se cerchi di ignorarlo, lei è una donna. Ha delle esigenze e dei desideri..”
Non rispose. Intendeva davvero dire quello che lui aveva capito?? Kaori provava dei desideri.. Per lui?
Senza replicare, ritornò alla taverna seguito da Miki. Mentre camminava sentiva le parole dell'amica rimbombargli in testa. Non poteva crederci..
Quando entrarono nella taverna c'era una grande confusione. In un attimo, Ryo distinse Kaori semisvenuta tra le braccia di un uomo ubriaco. Lui e Miki la raggiunsero immediatamente e la strapparono dalle braccia del suo aggressore. Mentre Miki la allontanò abbracciandola, Ryo prese a pugni il colpevole e tutti quelli che lo avevano appoggiato.
“Se lo fate un'altra volta non vi prenderò solo a pugni.. Toccatela di nuovo e siete morti. E ora fuori di qui, animali..” concluse prendendoli di peso e sbattendoli fuori. “Non fatevi più vedere.”
Una volta buttati fuori, tornò verso Miki e Kaori. La sua dolce protetta era semincoscente tra le braccia dell'amica. Le controllò il viso. Quel bastardo le aveva dato uno schiaffo tanto forte da stordirla e ora aveva un livido. Si pentì di non aver ucciso quel tizio..
La prese tra le braccia e la portò nella loro camera, adagiandola sul suo letto. Rimase a guardarla per qualche secondo. Sembrò addormentarsi immediatamente. Lui le accarezzò i capelli e ne aspirò il profumo.
“Piccola, mi dispiace. Avrei dovuto evitare che succedesse..” le sussurrò all'orecchio. “Perchè non riesco a proteggerti? Perchè devo vederti soffrire?”
La strinse più forte a sé, continuando ad accarezzarle i capelli e il viso. Sembrava rilassata e non voleva svegliarla allontanandosi. Inoltre, tenerla fra le braccia era ciò che aveva sempre desiderato.
Rimasero immobili in quella posizione per circa un ora. I loro corpi erano così vicini che i loro respiri si fondevano.
Era così assorto nell'osservare la perfezione del suo viso, che rimase stupito quando vide spalancarsi un paio di grandi occhi nocciola.
“Ciao.” la salutò con un sorriso. “Come ti senti?”
“Ho mal di testa e mi sento il viso gonfio.. Ma perchè sei qui?”
“Ti sei addormentata quando ti ho preso in braccio e temevo di svegliarti se me ne fossi andato..”
La vide arrossire e cercare qualcosa da guardare che non fosse lui.
“Ora sono sveglia. Puoi lasciarmi.”
“Sì.. Hai ragione.” ammise Ryo, ma non la lasciò continuando a guardarla.
La sentì agitarsi, non era a suo agio. Fece un sospiro per farsi forza e si allontanò da lei. La guardò di sottecchi mentre usciva dalla stanza. Sembrava non riuscire a respirare con calma.. Forse Miki aveva ragione?
Uscito dalla camera, si diresse alla taverna a mangiare. Quando vi arrivò c'era un Umibozu furioso che urlava come un ossesso.
“Se qualcun'altro si azzarda a mettere le mani addosso a qualsiasi donna qui dentro, che sia mia moglie o che sia mia cugina Kaori, verrà sbattuto fuori e ucciso lentamente! Sapete che non scherzo..”
Tutti i presenti erano terrorizzati. Il gigante era davvero pericoloso quando si arrabbiava.
Ryo ne fu soddisfatto e si sedette su un tavolo d'angolo. Il suo stomaco brontolava..
Vide l'amico rientrare in cucina dopo aver mandato uno sguardo di fuoco a tutti i presenti. Subito dopo ne riemerse con dei piatti in mano e si avvicinò a lui.
“Tieni. Mi dispiace per prima. Non potevo immaginare..” esordì l'amico sedendoglisi accanto.
“Non è colpa tua. Mia casomai..” sbuffò mentre afferrava un pezzo di pane. “Non riesco a proteggerla.”
“Lo fai invece.. L'hai salvata due volte in due giorni.”
Era vero, ma entrambe le volte era arrivato all'ultimo momento. Se solo avesse tardato di pochissimo.. Non voleva pensarci. Solo l'idea lo faceva impazzire.
Iniziò a mangiare il suo stufato con sguardo basso. Non voleva parlarne ancora.
“Come è andata nei campi?” domandò l'amico cambiando discorso come lui sperava.
“Abbastanza bene, pensavo peggio.”
“Visto? Non è così strano avere una vita normale.”
“Cosa vuoi dire?” chiese esasperato.
“Voglio dire che, se tu volessi, potresti cambiare vita. E magari sposarti e farti una famiglia..”
Rimase in silenzio. Erano gli stessi pensieri che aveva avuto lui mentre lavorava.
“Tu vorresti, vero?”
Era davvero così evidente? Era come un libro aperto quindi.. Non rispose, ma si versò da bere.
“Non dovresti bere. Domani mattina all'alba si ricomincia.” lo redarguì l'amico.
Ryo si fermò con la mano a mezz'aria. Forse aveva ragione, ma non voleva dargli retta e prese il suo bicchiere e lo bevette in un solo sorso. Stava per versarsi nuovamente da bere quando vide Kaori scendere le scale. Miki la raggiunse immediatamente e la abbracciò accompagnandola al tavolo.
“Ti porto del ghiaccio..” le disse l'amica con un sorriso quando si fu seduta.
“Io torno in cucina.” si congedò il gigante seguendo la moglie e lasciando Ryo e Kaori soli.
“Ti si è gonfiata la guancia?” chiese lui senza alzare lo sguardo.
“Un po'..” rispose lei con lo stesso tono vago. “Grazie.”
“Avrei voluto evitare che avessi quel livido.” replicò lui con tono colpevole.
“Non è colpa tua..”
Continuavano a ripeterglielo, ma lui non faceva che pensare il contrario.
“Comunque da domani sarò sempre armata. Nasconderò un pugnale sotto il vestito.”
“Mi sembra una buona idea.”
Il silenzio calò fra loro, sino a che non tornò Miki con un secchio di metallo. All'interno vi era del ghiaccio che stava già cominciando a sciogliersi.
“Dove sei riuscita a procurarti del ghiaccio?” chiese Kaori perplessa.
“Umi ha delle conoscenze..” ammise la donna mettendo alcuni pezzi di ghiaccio su un tovagliolo e poi lo tese all'amica poco prima di allontanarsi di nuovo.
Kaori si posò il tovagliolo sulla guancia e fece una smorfia di dolore e sollievo. Ryo sentì la rabbia invaderlo quandò la vide.
“Dovresti mangiare qualcosa.” esordì invece per non pensarci.
“In effetti ho fame, ma non mi va di masticare..”
Ryo si alzò senza risponderle e si diresse in cucina. Tornò un minuto dopo con un piatto in mano e lo posò di fronte a lei.
“Tieni, ti farà sentire meglio.” C'era solo del brodo all'interno, così non era necessario che masticasse.
“Grazie.” replicò lei con un sorriso tirato.
Lui la fissò mentre lentamente portava ogni cucchiaio alla bocca. Faticava anche ad aprire le labbra, ma non si lamentava, come sempre.
Assorto com'era nel guardarla, non si rese conto che qualcuno era entrato nella taverna e che chiedeva informazioni al proprietario. Umi si avvicinò al loro tavolo scortando il nuovo arrivato.
“Ryo?” lo chiamò con la sua profonda voce.
“Sì?” domandò lui riscuotendosi dai suoi pensieri.
“Questo signore vuole farti qualche domanda..” lo informò l'amico con uno strano tono.
Spostando lo sguardo sull'uomo accanto, vide che era un gendarme. Era piuttosto giovane e aveva uno sguardo zelante e ambizioso. Era sicuramente uno che procurava problemi.
“In cosa posso aiutarla?” chiese in modo lezioso.
“Lei è arrivato qui ieri?”
“Sì.”
“Solo?”
“Ero con mio fratello, ma lui è tornato al villaggio in montagna.. Non riesce a stare lontano dalle sue mucche..”
“Come mai lei è rimasto?”
“Perchè io, invece, mi sono stancato di vivere solo tra pecore e mucche. Voglio vivere qui. Ci sono certe belle ragazze..” disse abbracciando Kaori che rimase sorpresa, ma sorrise immediatamente per stare al gioco.
“Durante il viaggio, vi siete forse imbattuti in dei briganti?” continuò a interrogarlo il militare.
“No, non mi pare. Ma perchè mi fa tutte queste domande?”
“Abbiamo ritrovato il corpo di un uomo nel fiume. La sua gola era stata trapassata da una freccia.”
“Oh mio Dio!” esclamò Kaori perdendo il controllo.
“Mi scusi signorina se l'ho turbata con questa descrizione macabra. Purtroppo ci sono dei veri delinquenti in giro..” cercò di consolarla l'uomo credendo di aver capito cosa pensava la ragazza.
“Ma avete scoperto almeno chi era il morto? Per dargli degna sepoltura..” replicò Ryo per cercare di capire cosa sapesse il gendarme.
“Ancora no, ma pensiamo fosse anche lui un delinquente. Comunque, la ringrazio per il suo tempo. Arrivederci.” disse facendo un piccolo inchino militare verso Kaori e poi si allontanò.
“Ryo.. Siamo in pericolo?” domandò la sua protetta con tono preoccupato.
“Per ora no. E comunque, sarei io ad essere in pericolo, non tu. Se vengo scoperto scapperò da solo. Tu dovresti restare qui.”
“NO!” si rifiutò lei immediatamente. “Io ti seguo. Non resto qui da sola.”
“Kaori, desteremmo sospetti. Preferisco se stai qui per un po'. Quando le acque si calmeranno tornerò a prenderti..”concluse cercando di rassicurarla, ma sapeva che non era così. Se avesse trovato la forza di allontanarsi da lei, non sarebbe più tornato, lasciando che lei avesse una vita normale.
“Stai mentendo!” lo rimproverò lei. Riusciva  sempre a scoprire le sue bugie. “Non torneresti.. E io? Cosa farei qui da sola?”
Ryo si guardò intorno. Per fortuna la taverna era piena di gente ubriaca e il rumore evitava che chiunque li sentisse litigare.
“Magari potresti conoscere qualche bravo ragazzo e sposarti..”
“Cosa?? Vuoi liberarti di me?”
“No! Voglio solo il meglio per te, che non è fare la fuggitiva insieme a me.  Sono il tuo tutore, devi rispettare le mie decisioni.”
“Il mio tutore? Sai quanti anni ho??”
“Ventiquattro mi sembra..”
“Ventisei.. Non ho più bisogno di un tutore da molto tempo, anche secondo la legge. Decido io cosa fare, non tu. Se sono rimasta con te per tanti anni è perchè l'ho scelto io, non perchè ti seguivo obbedientemente”
Ryo rimase a fissarla. Sembrava sconvolta più per l'idea che lui l'abbandonasse che per l'aggressione subita qualche ora prima.
“Kaori, ma perchè vuoi seguirmi?” chiese infine esasperato. “Non capisci che io porto solo guai?”
Lei scosse la testa con sguardo furioso, i suoi occhi divennero lucidi.
“Sei proprio stupido, lo sai?” concluse alzandosi dal tavolo e tornando al piano di sopra.

Entrò nella stanza da letto come una furia. Perchè era così stupido? Perchè non capiva che lei voleva stare con lui perchè l'amava?? Se non glielo diceva a chiare lettere lui non era in grado di arrivarci da solo? Sbuffò sedendosi nel letto.
Quando era scesa di sotto, Miki abbracciandola le aveva sussurrato che non aveva mai visto Ryo così preoccupato e furioso. Lei non era una grande esperta di queste cose, ma la sua amica giurava che significasse amore. In effetti era stato gentile con lei per tutto il giorno. Dopo averla difesa l'aveva portata nel suo letto e le era rimasto accanto. E c'era stato un momento in cui per un attimo aveva pensato che volesse baciarla.. Sicuramente si era sbagliata. Lui voleva liberarsi di lei, doveva essersi stancato di preoccuparsi e di proteggerla. Voleva che lei si sposasse con qualcuno e facesse una vita normale, ma lei non aveva mai aveva mai desiderato niente del genere. Lei aveva sempre voluto solo stargli accanto..
Fece un sospiro e uscì dalla camera per dirigersi al bagno. Si tolse i vestiti e si immerse in una vasca di acqua fredda. Era abituata, dopotutto per anni si era lavata nell'acqua di un lago. Si lavò in fretta con la saponetta profumata dell'amica e ne uscì come energizzata. Sentiva il suo sangue pulsare più veloce e si sentiva improvvisamente più forte. Si asciugò e si infilò una delle camicie da notte che Miki le aveva prestato. Tornando alla camera da letto sentì dei passi nelle scale. Era Ryo e lei si chiuse immediatamente dentro la camera per evitarlo. La forza che gli era sembrato di avere si era appena dissolta. Non voleva vederlo, non in quel momento. Si infilò immediatamente sotto le coperte volgendo il viso verso il muro. Non avrebbe potuto incontrare il suo sguardo in quel momento..
Sentì la porta della stanza aprirsi, ma non ci furono dei passi all'interno. Lui era rimasto sulla porta e probabilmente la stava osservando. Invece di entrare o dire qualcosa, richiuse la porta e sentì i suoi passi allontanarsi nel corridoio.
Come aveva già fatto tante volte, chiuse gli occhi per ricacciare indietro le lacrime che cercavano di fuoriuscire. Non doveva piangere, non per lui. Erano anni che riusciva ad evitarlo e doveva continuare a farlo, ma le emozioni degli ultimi due giorni erano dure da sopportare..
Sentì nuovamente la porta aprirsi una decina di minuti dopo. Il profumo di sapone inondò la stanza. Anche Ryo aveva deciso di sfruttare il bagno di Umi e Miki.
Rimase immobile sperando che lui la credesse addormentata e che non le rivolgesse la parola. Non sapeva se avrebbe avuto la forza di controllarsi ancora a lungo.
Lui non disse niente e sentì il letto scricchiolare. Si era coricato, evidentemente, neanche lui voleva affrontare l'argomento per quella sera. Meglio così..
Ormai le candele erano spente e solo la luce della luna illuminava la stanza. Kaori sapeva che lui era sveglio. Riusciva a percepirlo e probabilmente anche lui si rendeva conto che anche lei non dormiva.
“Lo so che sei sveglia.” disse infatti la calda voce di lui un minuto dopo.
Kaori non rispose, non sarebbe riuscita a trovare il fiato necessario.
“Sei arrabbiata con me, ma io cerco solo di proteggerti.. Lo so che non ci riesco, ma almeno ci devo provare..”
Le lacrime stavano per inondarla. Certo, lui doveva proteggerla perchè l'aveva promesso, aveva preso un impegno con Hideyuki, poco prima che morisse, aveva dato la sua parola. Ciò però non significava che lui fosse realmente preoccupato per lei, o che tenesse al suo bene.
“Sai, in tutti questi anni io.. Beh, ti ho considerato come se fossi realmente mia sorella.”
Il cuore di Kaori sembrò sbriciolarsi. Lui la considerava una sorella? Solo una sorella? Miki si sbagliava allora, lui non l'amava, almeno non come l'amava lei. Una lacrima ribelle le rigò il viso.
“Vorrei solo vederti felice. Magari con una famiglia, dei bambini..” continuò lui pensando di confortarla, ma lei si sentiva morire ad ogni parola di più. Perchè le diceva certe cose? Era una tortura.. Lei sognava di avere dei bambini, ma non avrebbe mai potuto averli con un altro uomo. Lei voleva solo Ryo.
“Sono sicuro che anche tuo fratello avrebbe voluto..”
“Basta!” urlò lei al limite della pazienza. “Basta! Non dire più niente! Lasciami dormire..” la sua voce si era sicuramente sporcata con le lacrime e lui doveva essersene accorto. Sentì i passi di lui attraversare la stanza e fermarsi di fronte al suo letto.
“Ti prego lasciami in pace..” pensò disperata.
Lui invece si sedette sul letto accanto a lei. Sentì una delle sue mani poggiarsi sulla sua spalla e un brivido la percorse.
“Kaori.. Stai piangendo?” le domandò lui con tono preoccupato.
Ormai l'aveva scoperta, tanto valeva dirgliene quattro. Si alzò a sedere sul letto e lo guardò con rabbia.
“Sì, sto piangendo e allora? Cosa t'importa?”
“Mi dispiace, io non volevo..”
“Tu non volevi cosa? Umiliarmi? Ignorarmi per anni? Liberarti di me? Fingere di non capire?”
“Ma cosa dici? Fingere di non capire che cosa?”
Esasperata sospirò. Stava quasi per dirgli quello che provava per lui, ma non doveva. Sarebbe stato come un suicidio.
“Non vuoi capire che io non voglio cambiare vita?? La mia vita va bene così com'è!” improvvisò per giustificarsi.
“Tu non vorresti avere una casa, un marito, dei figli?”
“Questi non sono affari tuoi. Se deciderò che voglio quelle cose, allora te lo farò sapere. Per ora non mi interessano.”
“Ma io credevo che..”
“Tu credi sempre di sapere tutto, ma non sai un bel niente. Non capisci un bel niente.”
Ryo rimase in silenzio a guardarla. Sembrava offeso. Per una volta era lui a rimanerci male..
“Ora, se non ti dispiace, vorrei dormire. Ho avuto una brutta giornata.” concluse lei tornando a coricarsi e a dargli le spalle.
“Va bene.” acconsentì lui alzandosi. “Comunque, per quello che vale, mi dispiace per tutto.”
Anche a lei dispiaceva di essere stata così dura. Avrebbe voluto dirgli tutt'altro, ma non avrebbe sopportato lo sguardo di lui mentre le ripeteva che non l'amava perchè lei per lui era solo una sorella.
Una volta iniziato, le lacrime scesero copiose sul suo viso. Pianse in silenzio, non voleva che lui la sentisse, ma era certa che se ne fosse accorto. In fondo, ormai cambiava poco.. Si lasciò invadere dal pianto e si addormentò.


CONTINUA..
   
 
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