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Autore: emilla    08/08/2015    3 recensioni
*AU/ College*
Che cosa sarà mai? Una Solangelooo (che sorpresa).
***
-Ma sto scomodo- Nico imprecò sottovoce.
-Allora stenditi e chiudi il becco- sbottò. Will sorrise, stendendosi accanto a lui. Stavano stetti sul divano in due ma non era sicuramente un problema. Affatto. Will gli cinse il fianco con il braccio, facendo aderire il petto con la sua schiena.
-Buonanotte, Nico-
-Notte, Solace-
***
Cosa diavolo ci vedeva Will in lui? Sul serio. Erano gli opposti più opposti esistenti. E cosa gli diceva la testa? Come aveva fatto un ragazzo come Will, così maledettamente allegro e solare, a prendersi una cotta per lui, che aveva così tanti problemi da non ricordarseli nemmeno tutti? Era improponibile.
Era assurdo.
Ma era successo lo stesso. E qualcosa, nell’udire quelle parole, si era acceso dentro di lui. Qualcosa che, francamente, credeva di non poter provare mai più. Una maledetta scintilla di speranza.
Sorrise.
Genere: Introspettivo, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The shadows on my wall don’t sleep.
Will fu investito da due massicci giocatori di rugby. O almeno avrebbero potuto giocare a rugby con tutta la massa che avevano. Il suo zaino malandato si aprì, rovesciando a terra tutta la sua roba, mentre lui finì contro la parete, picchiando la testa. I due tizi risero.
-Guarda dove vai, Solace- lo schernirono.
-Ehi- sbottò Nico che aveva guardato tutta la scena perplesso. –Ma che diavolo vi dice la testa?-
-Ehi, Solace, ti sei trovato il ragazzo? Fate l’uncinetto insieme e disegnate arcobaleni sui muri?- Nico non si scompose minimamente. I due tizi erano almeno il doppio di lui e parecchio più alti, ma non si lasciò intimorire. Aveva visto di peggio, aveva affrontato di peggio. Incrociò le braccia sul petto, guardandolo nel modo più torvo e spaventoso che gli riuscì. E, modestamente, quando voleva, Nico sapeva far davvero paura.
-Che insulti originali- disse sarcastico. –Cos’è? Il vostro cervellino ridotto non ha saputo fare di meglio?- ghignò. –Scommetto che ci avete pensato tutto il giorno per mettere insieme una battuta così originale.- lo sguardò Nico metteva paura. Crudele, spietato. Will pensò che avrebbe potuto incenerirli solo guardandoli. E probabilmente i bulli erano d’accordo.
-C-cosa?- fecero in coro. Evidentemente non erano abituati a essere contestati, a ricevere una risposta.
-Andatevene, prima che vi riempia di botte.- i due sembrarono essersi dimenticati di tutti i loro muscoli mentre Nico li guardava come se avesse avuto intenzione di scuoiarli vivi. Se la diedero a gambe. A quel punto si voltò verso Will che era ancora a terra e gli porse una mano. Lui l’afferrò e si rimise in piedi.
-Grazie.- disse stupito. Nico scrollò le spalle, cacciandosi le mani nelle tasche.
-Non mi piacciono i prepotenti.- borbottò. –Quei due…sembravano conoscerti bene-
-Noi…andavamo al liceo insieme.- disse passandosi una mano tra i capelli biondi. –Non gli sono mai piaciuto-
-Come mai?-
-Perché sono gay- rispose con un sorriso triste.
-E quindi?-
-Quindi quei due sono evidentemente omofobi.-
-Che stronzata-
-Lo so. Ma…la mia vita ha sempre fatto piuttosto schifo.- un’ombra scura calò sugli occhi di Nico.
-A chi lo dici- abbassò la testa, respirò profondamente e scrollò le spalle, come per liberarsi dei brutti pensieri che affollavano la sua mente. –Stai bene?-
-Eh? Oh ah…ehm…si, suppongo. Andiamo?-
-A proposito, dove andiamo?-
-A pranzo fuori-
-Ok. Ma dove?-
-Ti piace il McDonald’s?-
 
Nico amava i panini del McDonald’s.
-E’ davvero buono- disse addentando il suo hamburger grondante di salsa. Poi abbassò lo sguardo, le guance che si imporporarono leggermente. –Senti, stavo pensando…hai presente quel film di cui ti parlavo ieri?-
-Annalisa?-
-Annabelle- rispose lui, le labbra incurvate  in un sorrisetto divertito. –Quello, comunque. Ecco…lo danno stasera in un cinema all’aperto. E pensavo…che se eri libero…potevamo…ecco…andarci. Insieme.- a quella proposta Will avrebbe voluto prendersi a schiaffi, tirare i pugni al muro, ribaltare il tavolo, mettersi a urlare, mentre una sfilza di imprecazioni e maledizione sfilava nella sua testa.
-Non posso.- disse tristemente. –Io…devo lavorare stasera.-
-Oh. Non importa.- la delusione nello sguardo di Nico era evidente. Il moro riprese a mangiare in silenzio, a testa bassa. Will si maledì ancora e ancora, scervellandosi per trovare una soluzione. Poi s’illuminò.
-Aspetta. Hai il dvd di questo film?- Nico annuì, a bocca piena. –Allora possiamo vederci e guardarlo insieme a casa tua.- Nico sorrise. E annuì.
-Ci sto-
-Domani pomeriggio?-
-Perfetto.-
 
-No, non ho voglia di uscire- borbottò Nico senza nemmeno sollevare lo sguardo dal libro.
-E dai- insistette Jason. –E’ venerdì sera, hai intenzione di leggere qui da solo tutta la serata?-
-Si, esattamente.-
-No, usciamo con gli altri-
-Jason…
-Forza, muovi il culo, di Angelo. Non te ne starai qui di venerdì sera a leggere. Te lo vieto- Nico gli gettò un’occhiata torva.
-No.-
-Dai, ci divertiremo-
-Ho detto di no.-
-E’ il compleanno di Piper, Leo e gli altri hanno organizzato una festicciola. Tu devi venire-
-Dove?- chiese sospirando e rassegnandosi all’idea che non avrebbe potuto passare la sua serata in santa pace.
-Non ne ho idea, ma significa che verrai?-
-Ho scelta?-
-No-
-Appunto.-
-Forza, muoviti. Siamo in ritardo-
-Ti odio-
-Lo so-
 
-Dove siamo?- chiese Piper. Jason sorrise, cingendole la vita con un braccio.
-Dovremmo chiedere a Leo, è lui che ha organizzato tutto.-
-E dov’è Leo?-
-Non ne ho la più pallida idea-
-Quindi tu mi hai trascinato qui senza neanche sapere dove siamo, Grace?- sbottò Nico infastidito e scocciato oltre l’inverosimile.
-Calmatevi- sbottò l’interpellato. –E’ un normale pub a guardarlo. Al massimo Leo avrà ordinato una torta-
-Non mi fido di Valdez. Conoscendolo, la torta ci esploderà in faccia-
-Insomma, prova ad essere positivo una volta nella tua vita, Nico-
-Nico è l’antitesi del positivismo.- tutti e otto si voltarono verso Leo che era comparso sulla porta del pub.
-Grazie eh- borbottò Nico, ricevendo una pazza di incoraggiamento da Reyna.
-Lascialo perdere, è uno stupido-
-Lo so- Leo sorrise smagliante.
-Grazie ragazzi, vi voglio bene anch’io. Entriamo? Lo spettacolo sta per iniziare-
-Che spettacolo?- chiese Percy.
-Vedrete-
-Il suo tono non mi piace- osservò Annabeth.
-Neanche a me- borbottò Frank.
-Su gente, riponete un po’ di fiducia nell’unico e inimitabile e fantastico e meraviglioso zio Leo. Sono sicura che a voi donzelle questo spettacolo piacerà da impazzire-
-Ora si che mi sento rassicurata- borbottò Reyna seguendo Leo nel locale.
 
Ok, Nico doveva ammetterlo, sembrava un pub normale e tranquillo. In fondo c’era una specie di palco con passerella che Nico supponeva servisse per qualche spettacolo. Sul fondo c’erano delle tende nere che forse davano sui camerini o qualcosa del genere. Musica dal vivo, si disse. Leo li condusse ad un tavolo esattamente sotto il palco, in prima fila. Portarono birra in abbondanza per tutti, e Nico si scolò la sua in un batter d’occhio, nella speranza che l’alcool facesse passare la serata  più in fretta. Voleva tornarsene a casa a dormire. O a guardare un horror. Non aveva voglia di stare lì, questo era certo. Comunque dopo la birra si sentì già più rilassato, la testa più leggera. Ne bevve un’altra. Gli altri avevano iniziato a chiacchierare. Nico rimase in silenzio, limitandosi a qualche sorriso di circostanza quando Jason rivolgeva lo sguardo verso di lui. Poi le luci si abbassarono e in tutto il pub scese il silenzio. Leo si sfregò le mani.
-Comincia lo spettacolo- nello stesso istante in cui lo diceva partì una musica veloce e accattivante, molto ritmata. Luci colorate illuminarono il palco. Le tende si mossero leggermente e poi ne emersero sei ragazzi. Si misero in riga, e cominciarono ad ancheggiare seguendo il ritmo della musica. E Nico li fissò scioccato mentre quelli iniziavano a spogliarsi. Cravattini, camicie caddero a terra, rivelando petti e ampi e muscolosi. E poi anche i pantaloni raggiunsero il pavimento. E di nuovo quelli presero ad ancheggiare in modo provocante, facendo su e giù per la passerella. Poi uno di loro si avvicinò al loro tavolo e porse la mano a Piper. Per un istante il ballerino guardò nella sua direzione. E Nico incontrò i suoi occhi. Incontrò un paio di occhi che sotto le luci colorate sembravano più scuri, ma che erano incontestabilmente azzurri. Incontrò gli occhi azzurri di Will Solace. Il biondo rimase pietrificato per un attimo mentre il suo sorrisetto malizioso vacillava. Piper rise, e incitata da Leo prese la sua mano. Al contatto con la ragazza Will si riscosse, e risalì sul palco seguito da Piper. Ripresero a ballare attorno alla ragazza, che era stata fatta accomodare su una sedia comparsa magicamente. Nico non riusciva a distogliere lo sguardo da lui. Dal suo petto nudo coperto da un sottile velo di sudore, dai boxer dorati che lasciavano ben poco spazio all’immaginazione, dal suo modo di ballare sexy e accattivante. Ci sapeva fare, e Nico era ipnotizzato.
Quindi era questo il motivo per cui Will non era potuto venire a vedere il film con lui. Il suo famoso lavoro.
-Ah-
 
Lo spettacolo terminò e Will si voltò verso Nico mentre scendeva dal palco, giusto in tempo per vederlo uscire dal locale. Si rivestì alla velocità della luce pregando tutti gli dei che conosceva che non se ne fosse andato. Uscì a sua volta e lo trovò appoggiato al muro, con le mani in tasca. Quando lo vide Nico sollevò la testa, mentre Will l’abbassava, senza poter fare a meno di sorridere.
-Ehi- disse il moro.
-Ehi- rispose il biondo a bassa voce.
-Allora…è questo il motivo per cui mi hai bidonato oggi?- Will sorrise, passandosi nervosamente una mano tra i capelli ingellati.
-Pare di si- abbassò di nuovo la testa. –Te l’avrei detto prima o poi, solo che non è il genere di cose che la gente giudica positive-
-A me non importa.-
-E poi…cosa?-
-Non me ne frega assolutamente niente.- sollevò un sopracciglio. –Non si giudica una persona dal lavoro che fa, no?-
-Davvero non t’interessa?- Will era decisamente sorpreso. Era abituato agli sguardi di disapprovazione, a volte di disgusto anche, alle frecciatine velenose, alle provocazioni. Era abituato a tutto ciò, ma non a quel tipo di reazione. Ma dopotutto, si disse, l’aveva capito subito che Nico era diverso. Speciale. Migliore. Per questo quel perenne velo di tristezza che gli offuscava lo sguardo lo incuriosiva tanto. Che segreti poteva nascondere un ragazzo come lui, che dentro, Will lo sapeva, era fondalmente buono? Era tremendamente curioso di scoprirlo.
-No, certo che no- rispose lui. –La vita è troppo breve per preoccuparsi di sciocchezze simili. E poi…non vedo alcun motivo per allontanare una delle poche persone che mi stanno simpatiche solo perché fa un lavoro che la gente giudica discutibile.-  Will sorrise.
-Hai detto che ti sto simpatico?- Nico incrociò le braccia sul petto, un ghigno comparve sulle sue labbra.
-No, affatto- il biondo ghignò a sua volta.
-Si che l’hai detto-
-No, assolutamente no. Non so da dove tu abbia tirato fuor una sciocchezza del genere.-
-Ma…
-Devi ancora lavorare o hai finito?-
-No…io…ho finito- balbettò preso alla sprovvista dall’improvviso cambio di argomento.
-Ottimo. Mi daresti uno strappo fino a casa? Ne ho avuto abbastanza per oggi-
-Ehm…ok. Vado a prendere la mia roba e torno.- Nico annuì, tornando ad appoggiarsi al muro.
 
Will guidava una sgargiante macchina arancione mezza scassata. In effetti sembrava un miracolo che camminasse ancora. Normalmente Nico non sarebbe mai e poi mai salito su una macchina arancione. Ma ecco…voleva tornarsene a casa.
Will lo accompagnò esattamente davanti alla sua porta.
-Nico…
-Si?- fece lui con lo sportello già mezzo aperto.
-Io…volevo ringraziarti-
-Per cosa?- chiese perplesso.
-Per…lo strip club- lui roteò gli occhi.
-Non devi…
-No sul serio- lo interruppe. –Di solito la gente mi guarda male e poi se ne va. E mi tratta da schifo. Ma tu non l’hai fatto. Grazie.- Nico distolse lo sguardo.
-La gente è crudele. Il mondo lo è, lo so. Ma tu fregatene-
-Più facile a dirsi che a farsi-
-Basta ignorarla. Più ti mostri ferito, più loro continueranno a tormentarti. Piuttosto, sorridi. Dimostra loro che sei più forte di loro. Mai mostrarsi deboli. Specialmente davanti a chi ti vuol far soffrire.- Will lo guardò stupito. Perché parlava con quel tono così malinconico e amaro? C’era qualcosa dietro? 
Poi Nico tornò a guardarlo negli occhi. Di nuovo quel velo a offuscargli lo sguardo. Cosa stava nascondendo? Will moriva letteralmente dalla voglia di chiederglielo. Ma non lo fece. Sapeva che sarebbe stato inutile.
-E comunque- esordì il moro interrompendo il filo dei suoi pensieri. –Se odi tanto il tuo lavoro, perché lo fai?-
-Mi servono soldi. E questo è il primo lavoro disponibile che ho trovato. Poi in realtà non è tanto male. Mi pagano abbastanza, lavoro solo di sera e mai fino a troppo tardi e ho un giorno libero quindi..
-Capisco- Nico annuì. –Be’, buonanotte Will Solace-
-Buonanotte Nico di Angelo- rispose con un sorriso appena accennato mente lui scendeva.
 
Nico si svegliò di ottimo umore. Strano. Molto strano.
Il suo primo pensiero fu per Will Solace e il suo sorriso. E per il fatto che quella sera avrebbero visto insieme il suo film preferito. Gli piaceva proprio quel pensiero. Con un alquanto insolito sorriso cominciò a vestirsi, poi si fermò. Era sabato. Niente corsi. Allora si ributtò sul letto solo per rialzarsi pochi minuti dopo. Valutò se chiamare Jason, ma poi si disse che lui l’avrebbe sicuramente trascinato in un posto che non  gli sarebbe piaciuto. Piuttosto, aveva fame. Già che c’era, poteva andare a prendere qualcosa di buono per pranzo, perché era effettivamente ora di pranzo. Magari dal McDonald’s. Si, decisamente una buona idea. Ce n’era uno proprio sotto casa sua. Finì di vestirsi e uscì.
 
Will era davvero impaziente. Era pronto da mezz’ora e Jake gli stava parlando da altrettanto tempo, ma lui non lo stava ascoltando minimamente, troppo occupato a fantasticare sulla serata che lo aspettava.
-Mi hai sentito, Will?-
-Si-
-Davvero?-
-Mhmm-
-Mi sono scopato tua sorella, anche se sei figlio unico-
-Ok-
-Ho ammazzato sette persone per creare gli Horcrux e presto ammazzerò anche te.-
-Sono d’accordo-
-Sei stato estratto per partecipare agli Hunger Games-
-Davvero fantastico. Sono contento per te-
-Will!- esclamò schioccandogli le dita davanti alla faccia. Lui si riscosse, tornando bruscamente alla realtà.
-Cosa? Che c’è?-
-Se sei così mentalmente assente, più del solito intendo, devo dedurne che tu abbia una buona ragione. Quale?-
-Nico di Angelo- rispose. Jake gli sorrise malizioso.
-Uhh…qualcuno è davvero cotto di un certo moretto…
-Taci-
-E dai. Dai, fratello, a me puoi dirlo.-
-Forse…mi sono preso una…diciamo…cotta…per lui. Forse- sorrise. –Ma dai! Basta guardarlo! È adorabile!-
-A me fa paura- disse sollevando un sopracciglio.
-Zitto. Non è vero.-
-Con quell’aria da ragazzo solitario. E poi è così silenzioso…l’ho sentito parlare una volta sola, parola mia. È inquietante. Mi spieghi cosa ci fai tu, che vai in giro con un giacchetto giallo fluo e non te ne stai mai zitto, con lui, che si veste sempre di nero e non parla mai?- Will si alzò, sollevando lo sguardo sull’orologio.
-Ok, è ora-
-Aspetta. Devo darti una cosa- Jake si sfilò dalla tasca due pacchettini quadrati argentati e glieli porse. Will lo fissò a bocca aperta.
-Preservativi?!- Jake gli rivolse un ghigno
-Meglio essere pronti- disse ficcandoglieli a forza nella tasca.
-Dei Jake! Guardiamo un film!-
-Appunto. Sarà buio, sarete vicini, soli…
-Jake!- lui scoppiò a ridere.
-Dai muoviti, non vorrai far aspettare il tuo Bel Tenebroso-
-Ti odio Jake Mason- lui gli fece l’occhiolino.
-Quando vuoi.-
 
Nico era davanti al televisore a frugare tra la massa indecente di dvd quando il campanello suonò. Corse ad aprire, trovandosi davanti una familiare faccia sorridente.
-Will Solace-
-Nico di Angelo- si scostò per lasciarlo entrare. –Allora, questo film?-
-Vai a prendere i pop-corn in cucina mentre metto il film- Will obbedì e quando tornò in salotto lo trovò seduto sul divano, il telecomando in mano. Will si sedette accanto a lui, molto vicino, con la ciotola sulle ginocchia. Nico fece partire il film.
 
-Will piantala di agitarti!- sbottò Nico.
-Porca puttana! Ma è orribile! Come cavolo fa a piacerti?-
-Te l’avevo detto che è un horror!- Will si coprì gli occhi con le mani, nascondendo il viso dietro la sua spalla.
-Will…
-Mi rifiuto. Ora smetto di guardarlo- Nico sospirò.
-Va bene, basta che sta zitto- Will sbuffò. –E piantala di agitarti. Mettiti comodo- Will sorrise. Appoggiò la testa sulle sue gambe, stendendosi sul divano.
-Ti dispiace?-
-N-no, affatto- balbettò Nico. Iniziò ad accarezzagli distrattamente i capelli biondi, riprendendo a guardare il film. Will invece stava comodissimo, e le carezze di Nico erano così rilassanti. Ovviamente, si addormentò.
 
Quando il film finì Will si svegliò. Si accorse che anche Nico si era addormentato, la testa piegata all’indietro e la mano ancora tra i suoi capelli.
-Nico- biascicò assonnato. Nessuna risposta. –Nico, sveglia. Il film è finito- lui grugnì qualcosa di incomprensibile. –Ni…
-Cosa diavolo vuoi, Solace?- biascicò senza nemmeno aprire gli occhi. –Ho sonno-
-Il film è finito-
-E allora? Dormi-
-Ma sto scomodo- Nico imprecò sottovoce.
-Allora fammi stendere e chiudi il becco- sbottò. Will sorrise, stendendosi accanto a lui. Stavano stretti sul divano in due ma non era sicuramente un problema. Affatto. Will gli cinse il fianco con il braccio, facendo aderire il petto con la sua schiena.
-Cosa…
-Almeno non cadi-
-Ma…
-Non avevi sonno? Dormi-
-Tu…
-Buonanotte, Nico- lui sospirò, arrendendosi.
-Notte, Solace-
 
Quando il telefono di Nico squillò prese un colpo ad entrambi. Il moro gettò uno sguardo all’orologio appeso al muro.
-Chi diavolo è che ti chiama alle tre di notte?-borbottò Will strofinando il naso sulla sua schiena e stringendolo di più a sé. Nico si allungò per prendere il telefono e rispose.
-Nico-
-Ehi, papà. Tutto bene?- sentì suo padre sospirare dall’altra parte della linea. E seppe che qualcosa non andava. –Papà?-
-Senti, per la settimana prossima…
-Si. Ci sarai vero?-
-Non posso. Ho trovato un’ottima pista. Sono all’aereoporto e sto per prendere il volo per la Francia.-
-Ma…me l’avevi promesso.-
-Lo so, piccolo. Mi dispiace ma non posso. Ci vedremo un altro giorno, promesso.-
-Ok- Nico cercò di non sembrare troppo deluso, ma era dannatamente difficile.
-Ti chiamo io, ok?-
-Ok, ciao papà-
-Ciao piccolo- e riattaccò. Nico gettò il telefono a terra, lasciandosi ricadere sul divano.
-Era tuo padre?- gli chiese Will. Nico annuì. Sentiva in bocca l’amaro della delusione. Gli mancava, parecchio anche.
-Si- rispose infine. –Lui è in viaggio per lavoro e lo vedo molto poco-
-Quando…è stata l’ultima volta?-
-Quasi quattro mesi fa…non è potuto venire neanche alla cerimonia della maturità. La prossima settimana sarebbe dovuto tornare…ma a quanto pare non può-
-Mi dispiace- Nico scrollò le spalle.
-Immagino di essermici abituato alla fine- chiuse gli occhi, appoggiando la testa sul cuscino. –Vorrei solo…che ogni tanto mantenesse le sue promesse- Will non rispose, limitandosi a stringerlo a sé. E Nico gliene fu grato. Non aveva voglia di parlare della sua situazione familiare. Non era esattamente il massimo. Anzi. Era piuttosto solo. 

Seraaa
Dubitavate di me, eh? Ammettetelo. So che è vero. E invece eccomi qui, puntuale come al solito. Fregati.
Anyway, passiamo a cose intelligenti (come se io potessi parlare di cose intelligenti, eh?).
In questo simpatico capitolo, che vi avrà sicuramente lasciato curiosi come non mai, troviamo un Nico-marpione-di Angelo e Will-ballerino- sexy-Solace. Ehehehe. 
E poi giustamente c'è Ade, perchè Ade sempre in giro per lavoro ci sta sempre. Però sappiate che ha una buona scusa. Non giudicate dalle apparenze. Detto questo mi cucio la bocca.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e bla bla bla.. *prende ago e filo per cucirsi la bocca* 
Alla prossima settimana cari lettori che mi lasceranno sicuramente una recensione, da bravi bambini. Altrimenti Nico verrà a tirarvi gli Happy Meals in testa. 
Camilla
   
 
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