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Autore: Yechan    08/08/2015    4 recensioni
||Storia OC. ISCRIZIONI CHIUSE||
||SCHEDA SCRIZIONE all’undicesimo capitolo!!||
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Allora, premetto che non sono mai stata brava con le introduzioni ma per vostra (s)fortuna ci proveró.
||Solo amici.||Just friend.||
Tamara, una ragazza di diciassette anni, si trasferisce nella piccola città d’Inazuma per una serie di motivi. Lei fa parte di un piccolo gruppo chiamato, S.E.A coinvolta nel mondo criminale. Questa due anni fa ha avuto uno scontro diretto contro una delle più temute organizzazioni criminali, la Sinnon.
Tamara dopo ciò avrà una vita ancora più complicata di quanto ce l’avesse già. Oltre ad essere nella lista dei ricercati, verrà anche cacciata dal suo appartamento ma fortunatamente verrà ospitata da Riccardo Di Rigo e da lì in poi si presenteranno altri guai per lei. Si troverà in situazioni bizzarre, strane, tristi.. di tutto! Ma ciò che non sa è che qualcuno (oltre alle forze armate) si é messo sulle sue tracce e che lei assieme ai suoi compagni sono in pericolo.
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Ok, ho provato a fare una trama… e credo che mi sia uscita male xD vabbè
Genere: Comico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Ibuki Munemasa, Kirino Ranmaru, Nuovo personaggio, Shindou Takuto, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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||Quindicesimo capitolo||

-Signor Morris, è sicuro di quello che sta facendo?-
chiese una ragazza dagli occhi color blu cadetto e dai capelli lunghi, biondi e lisci.
–Quei quattro devono imparare a lavorare assieme.- rispose con una voce seria.
-Speriamo che vada tutto bene.- disse la ragazza preoccupata.
-Celine, tranquilla: con loro c’è An e inoltre...- girò il suo portatile verso la giovane, la quale rimase sorpresa da ciò che vide sullo schermo. Esso mostrava i quattro dirigersi verso quella casa abbandonata nel bosco.
–Ma quella telecamera? Aspetta: possiamo anche sentire ciò che dicono?- domandò curiosa.
-Abbiamo installato una microspia nella giacca di An e se schiaccio questo...- così dicendo, premette un tasto sulla tastiera e di colpo si sentirono le bestemmie e gli insulti che si lanciavano quei quattro.
 
-Sei una… bambina del demonio!!- urlò l’albino.
-Ma porca merda! Volete stare calmi!!?- sclerò il rosso.
-Oh! State zitti o vi faccio azzittire io!!- sbraitò l’albina.
-Ecco perché siete ancora single a quest’età... morirete soli!- strepitò la biondina e scoppiò a ridere, per poi correre via ed entrare in quella costruzione.
 
Dopo di ché, non si più sentì nulla poiché Ben premette il tasto per mettere in muto e la bionda cominciò a ridere.
–Hahaha quei quattro sono la fine del mondo!- esclamò divertita. –Comunque ottima pensata.- continuò per poi dirigersi verso l’uscita. –Ora, se le vuole scusarmi, ho del lavoro da sbrigare. Alla prossima Signor Morris.- disse.
-Buona fortuna col furto.- le augurò prima che la giovane chiudesse la porta.
 
Celine Bernard, una donna dalla statura media, aveva una figura snella; caratteristica fondamentale per essere abili ladri. Nata in Lione, Francia, si trasferì in Svizzera a causa del lavoro dei suoi genitori.
La sua vita era perfetta: non l’era mai mancato nulla; infatti, le ragazze la invidiavano e i ragazzi la desideravano, ma, stranamente, a lei non importava.
Quando traslocò nella città di Sion, cominciò a frequentare persone poco raccomandabili, scoprendo un nuovo mondo che non la spaventava, anzi. L’affascinava.
All’età di diciotto anni Caroline, il suo vero nome, finse la propria morte per poter condurre quel tipo di vita indisturbata. A vent’anni entrò a far parte della Sinnon e ventidue anni divenne una ricercata mondiale.
 
.
.
 
-Ragazzi! Qui c’è gente che vuole entrare in bagno!- urlò un’adolescente dai capelli arancio-ramato.
-Ehi!!- esclamò una rossa bussando alla porta che poi si aprì, facendo spuntare una testa viola.
-Ragazze, vi conviene andare nell’altro bagno.- consigliò Lucian indicando con il dito in fondo al corridoio.
Le due seguirono il consiglio dell’amico e si diressero verso l’altro bagno.
–Menomale che hanno due bagni.- disse sollevata la ragazza che si precipitò nella stanza e dopo un paio di minuti uscì con una espressione rilassata. –Ora mi sento libera e leggera!- pronunciò facendo scoppiare dal ridere la rossa. –Carine non devi entrare?- le domandò.
-In realtà ero venuta qui solo per rimanere un po’ da sola.- disse per poi sedersi per terra e Luka fece la stessa cosa.
-Che è successo?- chiese e Tamara le raccontò ciò che era successo.
-Ahahah! Li hai friendzonati alla grande!! Sto male- scoppiò dal ridere la giovane.
-Ma io ho solo evitato che mi invitassero entrambi...!- spiegò la rossa.
-In effetti. Comunque non devi farti troppe seghe mentali! Non hai fatto niente di male!- le rispose.
-È vero...- le diede ragione
-Allora scendiamo giù e divertiamoci!!- finì Luka, per poi alzarsi e tirare su l'amica.
 
Le due si diressero verso le scale e mentre le scendevano, lo sguardo di Tamara andò ad apoggiarsi sul divano dov’era seduta pochi istanti prima; ora era occupato da Michael, Arion e Doug.
Istintivamente si guardò attorno, notando che di fianco al tavolo c’era Riccardo con Rosie, mentre Terry era vicino alla porta della cucina assieme a Keenan e Ryoma.
-Ecco Vlad!- esclamò la sua amica. –Dai dai andiamo da lui.- continuò per poi trascinarla verso il blu.
“Spero che non mi abbiano visto” Pensò la rossa. “Ah, tanto dovrò affrontarli prima o poi” sospirò.
 
'Si estas solita llorando, faltar a morir, tranquila que yo sé de algo que alivia corazones' suonò lo stereo.
 
-Via quella faccia Carine!- la rimproverò Luka.
-Che hai?- le chiese Vlad.
-Cose di ragazze.- rispose al posto della rossa. –Dai dai andiamo a ballare che questa è una bella canzone!- continuò.
E i tre cominciarono a ballare sotto le note della canzone “Moviendo caderas”
 
-Lena Lena! Dai andiamo a ballare!!- fece Jade tirando da un braccio Helena.
-No Jade.- si fermò –Prima il piano! Poi balliamo.- continuò.
-Ma dici sul serio? Riccardo non beve dai!- esclamò la rossa.
-Beh... io lo farò bere!- contestò la ragazza. –E ora vieni con me!- disse per poi trascinarsi dietro l’amica.
 
Intanto vicino al tavolo c’era Rosie intenta a continuare la conversazione con il suo adorato capitano, ma questo sembrava annoiato. Repentinamente interruppero una ragazza dai capelli quasi biondo cenere e una rossa. –Lena! Jade!- esclamò contenta la castana. –Ehi ragazzi! Allora? Vi state divertendo?- incominciò Lena. –Non bevete niente?- continuò Jade.
-Già! Persino Arion sta bevendo!- esclamò Lena indicando il castano che rideva assieme a Michael e Doug con in mano un bicchiere.
-Ehm... non credo sia il caso.- disse Riccardo.
-Non dirmi che non reggi l’alcool!?- domandò fingendo di essere sorpresa.
-Ma va! Che dici!?- le resse il gioco la rossa.
-Giusto!- intervenne Rosie, ma questa non capiva che stesse succedendo.
-Allora Riccardo?- disse Lena con un’aria di sfida che fu accolta dal castano, il quale, dopo un po' di esitazione, si bevette un bicchiere di vodka alla fragola.
-È davvero buona, ne proverò un altro!- esclamò prendendo un altro bicchiere.
 
-Ora possiamo andare?- disse a bassa voce la rossa.
-Si si.- confermò Lena. –Ragazzi noi andiamo!- continuò - Ah Rosie: mi raccomando.- finì facendo l’occhiolino all’amica la quale non capiva ancora. –Rosie! Devi provarlo!- esclamò il castano che già al secondo bicchiere ci vedeva doppio.
 
 
-Ah, capisco.- rispose un blu, dopo il lungo sfogo di un rosa alquanto alterato.
-Sono il suo migliore amico da ormai dodici fottuti anni!- sclerò il rosa.
-Gabi, non so che dire. Il suo comportamento è davvero strano.- disse.
-Vic... a me basta che mi ascolti... grazie sei un ottimo amico.- lo ringraziò donandogli un dolce sorriso che fece arrossire il blu.
–F-figurati, dai andiamo dagli altri. Hai bisogno di divertiti.- disse alzandosi dalla sedia.
–Come sei premuroso!- esclamò sarcasticamente il rosa dandogli dei piccoli colpi sulla spalla.
–Tsk, non ti ci abituare.- borbottò per poi uscire.
 
Pov. Victor.
 
Gabi ed io usciamo dalla cucina.
Vicino alla porta ci sono Ryoma e il suo gruppetto, noto Terry con un bicchiere in mano.
-Ryoma non rompere!- urla per poi allontanarsi. Si dirige verso il tavolo, dove dall’altra parte ci sono Riccardo e Rosie.
Riccardo sembra non sembra stare bene...
-Ma che ha Riccardo?- chiede Gabi.
Te pareva che chiedeva di lui!
-Sarà ubriaco?- ipotizzo.
-Ma lui non regge l’alcool!- dice preoccupato.
-Beh, perché non vai a chiederglielo?!- mi altero un attimo.
-Ma che hai?- mi domanda.
Cazzo, credo di essermi ingelosito...
No, no è solo lo stress per questa stupida festa. Ah! Mi toccherà ripulire tutto il loro casino!
-No, niente. Vuoi andare da lui?- chiedo e lui scuote la testa.
-Andiamo da Michael e gli altri.- dice per poi tirarmi da un braccio.
 
Stranamente mi sento più sollevato..
Fine pov.
 
Gli studenti dell’istituto Inazuma non erano gli unici a festeggiare c’era anche un altro gruppetto di vecchi amici riuniti nella casa di uno di loro.
 
Parliamo proprio di Mark e compagnia!
 
-Axel non qui!- urlò una castana.
-È voglioso! Ahah- rideva un castano con la fascia.
-Andiaaamo!- insisteva il biondino accarezzando la guancia della ragazza.
-Non se n’è parla.- disse fermamente per poi tirargli una cuscinata in faccia.
-Ragazzi ragazzi! Giochiamo a calcio!- urlò repentinamente quello con la fascia color arancia.
-Ecco perché vi ho detto di non farlo bere.- si lamentava un turchese.
-Ma quella frase da dove diamine l’ha tirata fuori?- disse un ragazzo con la benda sull’occhio sinistro.
-Il punto è: chi diamine l’ho fatto bere!- intervenne un castano con degli occhialini verdi.
-Hihihihi.- rideva in modo strano un blu.
-Grande Scott!!- esclamò un rosa e scoppiò a ridere.
-Scott!!- si arrabbiò una blu.
-Adesso chi la porta da sua moglie?- chiese un albino.
-Ah.. Nelly diventerà una bestia.- predisse Jude.
-Ma scusate.. dov’è Darren?- domandò preoccupata Celia.
-Hihihi-
-Scott! Che cazzo hai fatto?!- si alterò.
-Ehi Celia! Il tuo fidanzatino è su a schiacciare un pisolino...- disse un Axel poco lucido.
-Credo che dovresti raggiungere il tuo amico!- intervenne la sua fidanzata.
-Aspetta, ho sentito bene? Celia, ti sei fidanzata con Darren?!- si alterò il fratello della blu.
-Oh Jude! Ho venticinque anni!- contestò.
-Dai ragazzi, non litigate.- cercò di calmarli una bionda miele.
-Una partitella dai!- fece un castano oramai andato.
-No, Mark.- rispose pazientemente Nathan.
 
-Oh Axel!- urlò Mark.
-Eh!- rispose il chiamato.
-Giochiamo a calcio.- disse.
Si vedeva che l'alcool non lo reggeva, ma lo rendeva pure irritante!
-Ma vaffanculo!- e si alzò gridando il nome della sua compagna – Anne! Amore mio!-
-Non urlare idiota, sono vicino a te.- rispose seccata.
-Andiamo a dormire.- sbadigliò e poggiò la testa sulla spalla della sua castana.
-In questi momenti mi sento dannatamente solo!- esclamò Hurley.
-Non dirlo a me.- si intromise David.
 
Annalise scostò delicatamente la testa del fidanzato dalla sua spalla, poi si alzò e aiutò il giovane ad alzarsi poiché riusciva a rimanere a stento in piedi.
-Dai andiamo su.- sentenziò portando il braccio del biondo dietro il suo collo.
-Vuoi che ti aiuti?- chiese Jude.
-No, no tranquillo. Ce la faccio.- rispose per poi andarsene in camera assieme al compagno.
 
Pov. Jade Daystar
 
Anne e Axel stanno davvero assieme. Non so da quanto tempo lo stiano, ma credo che finiranno sposati molto presto!
Quanto vorrei anch’io una storia come la loro! Anche se qualche volta hanno sempre un bisticcio, riescono sempre a risolverlo.
Ah... Mi sento come Hurley: dannatamente sola.
 
La coppia in questione si dirige al secondo piano e la serata prosegue normalmente, se così possiamo definirla.
 
Mark che continua ad insistere nel voler giocare a calcio, Nathan che cerca di sopportarlo, David che lo manda a quel paese e poi, Scott che se la ride.
Beh... devo ammetterlo: gli amici di Jude sono davvero spassosi.
 
-Jade non bevi?- mi chiede gentilmente Jude e non riesco a non arrossire. Madonna!
-No grazie, sono apposto così.- rispondo.
Riesco a reggere a malapena un bicchiere! Potrei finire come Darren. Mentre i ragazzi parlano, vedo Anne scendere le scale con ha un’aria divertita.
-Che hai?- le chiedo appena si siede vicino a me.
-Pensavo che Darren stesse dormendo nella stanza degli ospiti, ma, in realtà, era in camera nostra- dice divertita –Quindi io decido di portarlo nell’altra stanza, ma lui voleva dormire a tutti i costi nel suo letto e allora io l’ho lasciato fare e Darren ancora addormentato fa "Celia Celia... mi sei mancata"- spiega cercando di imitare la voce del ragazzo –E Axel gli risponde: Chiudi quella bocca! Ho sonno. E Darren fa "Ok amore"- e scoppia a ridere come tutti gli altri.
Fine pov.
 
-Mi ha confusa per Axel?!- disse sconvolta la blu. –Ma quanti bicchieri ha bevuto?!- esclamò.
-Uno- esplose in una risata Scott e tutti presenti compresa Celia si schiaffarono la fronte.
 
Beh, almeno da loro non c’era un turchese rinchiuso in bagno a vomitare!
 
.
.
 
-Ragazzi, ragazzi sto bene!- esclamò Aitor alzando la testa dal gabinetto.
-Dai, allora scendiamo!- propose Lucian.
-Già, dai andiamo!- intervenne Skie
-Oh! Non ce la facevo di stare più qui!- disse sollevata Hikari.
 
I quattro uscirono dalla stanza e si precipitarono giù.
–Sono ritornato!!- urlò il turchese buttandosi tra la folla e dando un cinque a Ryoma.
–Bentornato!- esclamò quest’ultimo.
 
-Oh no.- pronunciò Vlad.
-No merda!- si disperò Victor dall’altra parte del salotto.
-Il grande ritorno!- scoppiò dal ridere un castano attirando su di sè lo sguardo omicida del blu.
–Oh Victor! Divertiti!- esclamò questo.
-Arion ubriaco non ha tutti i torti, divertiti dai.- si intromise Gabi con quel sorriso che fece arrossire per l’ennesima volta il nostro blu.
E ciò venne notato subito dal castano.
 
Mentre tutti si divertivano -o meglio- scleravano, Cerise e Matatagi erano impegnati ad amoreggiare e a godersi la serata.
-Hayato tieni la mano su!- ridacchiava la rosa.
-Amo infastidirti.- disse stampandole un bacio sulla fronte.
A quella scena Terry non poté che morire dalla gelosia.
Lui in fondo era ancora innamorato della sua ex. L’albino non riusciva a distogliere lo sguardo dalla scoppia, era più forte di lui.
 
-Problemi in vista.- presentì Adè osservando la coppia e Terry.
-Oh mamma! È vero! Quei due si sono lasciati!- si preoccupò la biondina con le meches.
-Agnese, ma come fai a saperlo?- domandò i quattrocchi.
-Jade.- pronunciò Agnese.
Durante il suo soggiorno in Italia non aveva perso i contatti con i suoi amici, quindi rimaneva sempre informata su tutto.
-Secondo me sta faccenda finisce in una rissa.- continuò la ragazza un po’ preoccupata.
-Credo proprio di sì, guarda com’è infastidito.- rispose Adé, indicando l’albino
 
-Michael, la scommessa!- esclamò un viola.
-Non è ancora detto! Non è successo ancora nulla.- rispose il moro.
-Questione di minuti e vedi come gli salta addosso.- predisse Doug.
-Avete scommesso?!- si alterò Gabi.
-Voi non cambierete mai, eh!?- gli rimproverò Victor.
-Secondo me ci sarà qualche vaso rotto.- intuì Michael.
-No merda!- si disperò ancora una volta il blu.
-Oh Ryoma, guarda Terry. Meglio portarlo in cucina.- consigliò saggiamente Keenan, osservando l’albino stringere forte quel bicchiere di carta.
-Già… inoltre ha bevuto un po’ troppo.- Disse Ryoma che, assieme a Keenan, si diresse verso l’albino. –Terry andiamo in cucina.- gli disse.
-E perché? La festa è così divertente!- esclamò sarcasticamente il ragazzo attirando l’attenzione di una rossa.
“Ma che gli prende?” pensò preoccupata.
-Guarda, c’è pure la coppia dell’anno!!- esclamò a voce più alta in modo da attirare sia l’attenzione della sua ex che quella del suo attuale ragazzo.
-Ma che vuole quello?- si alterò il castano.
-Hayato, lascialo stare. E' solo ubriaco.- cercò di calmarlo la ragazza.
“Terry…” pensò preoccupata.
 
-Terry dacci retta. Andiamo in cucina.- intervenne Keenan.
-A far cosa? Voglio godermi ogni minuto di questa serata!! Ah Aitor!- chiamò il turchese che riuscì a sentirlo in tutto quel trambusto.
-Dimmi!!- disse con un sorriso stampato in faccia.
-Spegni la musica un attimo!!- fece l’albino.
-Agli ordini!- ripose, facendo come gli aveva detto l’amico.
 
Tutti si fermarono e guardarono il turchese: alcuni erano perplessi, altri preoccupati di cosa potesse succedere.
 
-Aitor! Riaccendila.- ordinò Hayato.
-No!- si intromise l’albino. –Voglio dire un cosa!!- continuò
 
-Allora! Voglio dire che io sono ancora innamorato di Cerise Blossom!- urlò.
-Ti prego non continuare!- intervenne la rosa.
-Perché? Sto solo dicendo ciò che sto pensando! È vietato?!- contestò l’albino.
-Ti conviene smettere prima di finire male!- lo avvertì Matatagi.
-Non farmi ridere!- scoppiò dal ridere facendo irritare il castano.
 
-Oh Doug, fermali prima che finisca male.- disse Gabi.
-Nha.- rispose questo.
 
-Io non capisco perché mi hai messo le corna con questo?- disse Terry divertito. –Non potevi lasciarmi direttamente, invece di ingannarmi con.- non riuscì a finire la frase, poiché un castano lo afferrò violentemente il colletto della camicia.
–Non osare parlare così alla mia ragazza.- lo minacciò.
-Sennò? Che mi fai? Mi picchi?- disse sarcastico Terry, mentre si liberò dalla presa di Matatagi e scoppiò a ridere.
-Ok ragazzi: basta così!- intervenne Ryoma.
-Si, è il mio compleanno e vorrei celebrarlo senza vittime!- esclamò Victor
-Il calcio sta piangendo per colpa vostra!- fece Arion.
 
-Aitor accendi quel cavolo di stereo!- ordinò Doug.
 
-Minchia… Jade, mi sono presa un colpo!-
-Non dirlo a me Lena!-
 
Aitor riaccese lo stereo e tutti ripreso da dove erano stati interrotti, ma Terry non voleva andare in cucina e Hayato stava perdendo la pazienza.
-Hayato, non ne vale la pena... dai.- cercava di calmarlo Cerise.
 
-Come la nostra relazione?!- urlò Terry.
-Io lo ammazzo!!- biascicò esasperato Hayato che perse la pazienza e si lanciò ancora una volta contro l’albino, ma si fermò appena si trovò una ragazza dai capelli rossi davanti.
-E tu chi sei?- chiese questo.
-Un’amica di Terry.- rispose questa e si girò verso l’albino.
-Terry.- lo richiamò e questo, posò i suoi occhi su quelli di lei. –Ti va di uscire a prendere un po’ d’aria?- gli domandò con un sorriso e tendendogli la mano.
Il ragazzo non rispose, ma afferrò la mano dell’amica.
-Carine! Sei arrivata al momento giusto!- esclamò sollevato Ryoma.
-Io esco un attimo con Terry.- disse la ragazza guardando l’albino e sorridendogli.
 
I due uscirono e qualche minuto dopo il castano si calmò, mentre la festa riprese come se nulla fosse.
 
-Ma Carine?- domandò Riccardo che a stento riusciva a stare in piedi e nemmeno si accorse di ciò che successe prima.
-Non lo so...- rispose facendo finta di niente la ragazza dagli occhi lilla.
-Devo farle provare assolutamente questa bibita!!- esclamò entusiasta.
 
Pov. Rosie.
 
Era meglio non farlo bere!
-Guarda c’è Gabi!!- esclama.
-Riccardo... stai attento.- lo avverto. Non riesce a stare in piedi!
Ah! Magari questa è la volta buona!
-Andiamo in camera?- gli propongo e lui annuisce. Si! Si!
-Ma prima! Andiamo da Gabi!- esclama e si dirige verso il suo amico. Te pareva!
-Riccardo aspetta!- lo chiamo, ma lui sembra non avermi ascoltata.
Fine pov.
 
-Terry, stai bene?- chiese Carine seduta sul pianerottolo davanti alla porta assieme all' albino.
-Secondo te?- rispose irritato.
-Ehm, scusa la domanda stupida... chi erano quei due ragazzi?- domandò.
-La mia ex e il suo attuale ragazzo.- rispose con l’aria triste.
-Mi dispiace.- disse la ragazza.
-Pure a me.- fece l’albino. –Perché siamo usciti?- chiese guardando il cielo.
-Avevo voglia di prendere un po’ d’aria.- rispose –Grazie per aver accettato di accompagnarmi- disse e il ragazzo si girò verso di lei e questa, gli sorrise facendolo arrossire. Terry, poi, si girò subito dall’altra parte facendo ridacchiare la rossa.
-Pensavo volevi evitarmi…- disse il ragazzo.
-Avevo solo bisogno di andare in bagno.- scoppiò a ridere la ragazza.
-Eh?- rimase perplesso l’albino.
-Lascia stare. Comunque non ti eviterei mai.- disse seria. –Terry, ti va di parlare?- continuò
–Lo stiamo già facendo.- rispose l’albino facendo fare la figura della stupida alla ragazza.
–Già, ma io intendevo...- si fermò e prese un profondo respiro. –Non vuoi sfogarti?- chiese.
-Io...- pronunciò il ragazzo
-Se non vuoi, non ti obbligo!- esclamò Carine temendo di essere stata troppo invadente.
-Ne avrei bisogno…- borbottò l’albino.
-Come?- non capì la ragazza.
-Che ho bisogno di parlare con qualcuno!-
-Avanti! Ti ascolto.- sorrise la rossa e Terry incominciò.
 
Terry e Cerise stavano assieme orami da un anno. La loro relazione andava a meraviglia, ma, in quelle ultime settimane, le cose incominciarono ad andare storto per i due.
Cerise incominciò ad allontanarsi dall’albino e quest’ultimo non ne capiva il perché.
 
-Non capivo il suo comportamento... non rispondeva quasi mai alle mie chiamate e i sabato sera cercava sempre una scusa per non uscire con me.- raccontò.
 
Cerise, non era più la stessa con Terry e il ragazzo temeva di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Lui ci teneva alla rosa e cercò in tutti i modi di far funzionare le cose.
 
-Sono stato così stupido da illudermi che la nostra relazione potesse durare per sempre.- continuò.
 
-Quella sera stavo tornando a casa dagli allenamenti di basket… quella sera li vidi assieme in quel parco…- si fermò e una lacrima gli rigò il viso.
 
-Terry...?- parlò la ragazza.
–Devo far proprio pena.- disse ridacchiando asciugandosi quella lacrima nata dal dolore.
-No…- rispose la ragazza. –Terry. - lo chiamò
-Si?- si girò verso Carine che lo abbracciò e lui, istintivamente, la strinse a sé.
Era da tempo che non sentiva delle braccia stringerlo forte. Era una sensazione calda, piacevole.
-Grazie.- pronunciò l’albino e poggiò la guancia sulla testa della ragazza.
“Ha un buon profumo..”
-Non mi ringraziare. A questo servono gli amici.- sussurrò Tamara sprofondando il suo viso nel suo petto.
-Già.- rispose.
 
Dopo quel lungo abbraccio, si separarono e si guardarono negli occhi.
-Va un po’ meglio?- domandò la ragazza.
-Si.- rispose sorridendo. –Grazie ancora.- continuò.
-Dai, torniamo dentro...- disse la ragazza, ma, quando si alzò, si sentì stringere la caviglia.
-Ti andrebbe di rimanere ancora un po’ qui?- chiese imbarazzato e ciò fece ridacchiare Tamara.
-Beh… il cielo è così bello stasera! Perché no?- rispose e si risedette assieme al albino.
E i due ripresero a parlare come due normali amici.
 
.
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-Lena? Non credi che dovresti smettere?- domandò una rossa.
-No no! Riccardo aveva ragione! È buonissima!- esclamò.
-Non ne ho alcun dubbio, ma è il quarto bicchiere...- disse preoccupata Jade.
-Ragazze.- si intromise una castana.
-Rosie! E quel muso?- chiese Helena e la castana indicò la parte dove c’era il divano dove si trovava Riccardo sorretto dal suo amico.
-Ma anche tu! Non dovevi farlo bere tanto!!- la rimproverò Jade.
-Ma lui non voleva smettere!- si difese la ragazza.
-Dai dai! Guarda che c’è di meglio come il mio Byron! Ah quanto mi manca!- esclamò
-Ah, ragazze ragazze... voi e i vostri amori platonici!- scoppiò dal ridere la rossa.
-Sei crudele!- si offese Helana.
-Dai venite a ballare che fra poco i miei vengono a prenderci!- annunciò la ragazza e le tre si buttarono ancora una volta nella pista da ballo.
 
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-Perché la casa di Victor gira?- chiese un castano molto confuso.
-Ha bevuto troppo.- disse irritato un blu.
-Riccardo ha ragione! Casa tua sta girando!- esclamò Arion.
-Hanno bevuto troppo.- si intromise Doug ridacchiando.
-Riccardo... meglio se vai a sdraiarti! Torniamo a casa?- domandò il rosa.
-No! La festa non è ancora finita ed io voglio ballare!- protestò.
-Preparate i cellulari!- avvertì Michael.
-Vic, possiamo lasciarlo in camera tua?- domandò il rosa.
-Perché?- chiese infastidito.
-Non riesce a stare in piedi! Ti prego!- lo supplicò.
-E va bene! Aspetta che ti aiuto a portarlo su.- si lasciò convincere.
-Portate anche questo qui.- disse il moro indicando il castano addormentato.
-Ah… ci mancava solo lui.- si lamentò il blu
 
I quattro andarono nella camera del blu, uno sorretto dal rosa.. l’altro sulle spalle del blu.
-Io porto Arion nella camera di Vlad.- disse il blu
-Va bene.- disse il rosa. –Riccardo sei troppo pesante!- esclamò poi, non riuscendo a sorreggere il castano.
 
[Nella camera di Vlad]
 
Il blu buttò sul letto del fratello il castano e questo, continuava a mormorare qualcosa.
-Tu e il calcio.- sospirò il blu e si sedette accanto a lui.
-Victor...? Sei tu?- domandò mezzo addormento.
-Si. Dai dormi.- disse
-Victor...- lo chiama piano e questo si girò verso di lui.
-Arion?- chiese confuso poiché vide il suo amico avvicinare il suo viso al suo, fino a far combaciare le loro labbra per poi infilare una mano tra i capelli del blu, approfondendo quell'insolito bacio. Victor lo tirò verso di lui.
“OK: questa situazione è davvero strana, ma... Arion bacia davvero bene.”
Il blu ricambiava il bacio con passione, non voleva lasciarlo andare.
Continuarono così finché l’aria non finì e i due si staccarono, entrambi con il fiatone.
-I-i-io è m-eglio che v-ada- balbettò il blu alzandosi dal letto, nel mentre Arion lo osserveva curioso. Victor sembrava abbastanza nervoso o magari era solo la sua immaginazione?
-Fa' come vuoi.- disse infine, infilandosi sotto le coperte.
-S-se hai bisogno chiamami p-pu-pure.- balbettò ancora, ma il castano non gli rispose poiché oramai era crollato.
 
[Da un’altra parte...]
 
Entrambi erano seduti sul letto e lui non poteva ancora crederci: quello che lo stava facendo sfasare un attimo fa, gli stava accarezzando la guancia in una maniera dolce e tanto che si sciolse letteralmente.
“No no, non mi piace. Sono solo sorpreso!” cercò di autoconvincersi “Cavolo... mi piace ancora.” Ma inutilmente.
-Gabi, i tuoi occhi sono davvero belli.- riuscì ad articolare una frase. Ciò, fece arrossire leggermente il rosa e dopo qualche secondo passato a fissarsi intensamente, Riccardo approssimò il suo viso a quello del suo amico e questo, continuava ad arrossire sempre di più.
–Non essere nervoso.- gli sussurrò e posò le sue labbra su quelle di Gabi.
“Sta succedendo per davvero! Non è un sogno.” Pensò aggiungendo anche un ballo della vittoria nella sua testolina. Riccardo Di Rigo lo stava baciando. Non poteva essere vero! Dopo qualche secondo, aprì leggermente le labbra, in modo tale da approfondire il bacio.
Quel bacio dolce e passionale durò un po’; nessuno dei due voleva staccarsi, ma per la mancanza d’ossigeno era necessario.
Gabi era al settimo cielo.
-Ancora... Tamara...- mormorò il castano per poi cadere con la faccia sul cuscino.
–Tamara?- chiese perplesso il rosa, ma non ottenne alcuna risposta. Il suo amico era crollato.
-Ma vaffanculo!- si alzò ed uscì dalla stanza furibondo.
Lo baciò e poi pronunciò il nome di un’altra. Ma stava scherzando?!
 
-Gabi...?-
lo chiamò preoccupato un blu poiché vide la scena e l’ultima parte lo lasciò sconcertato.
–Chi è Tamara?- chiese repentinamente e ciò, mise in allerta il rosa.
-Non lo so, penso sia una delle sue ammiratrice o amiche... che ne so!- rispose nervoso per poi dirigersi verso le scale lasciando Victor perplesso.
 
Erano le tre del mattino e alcuni degli invitati erano già andati come JP, la coppia (Cerise e Matatagi), poi Keenan, Zippy e Skie assieme a Lucian il quale si portò Arion dietro, ancora addormentato.
 
-Vlad è stato davvero divertente!- esclamò una rossa. –Fai gli auguri ancora a Victor da parte nostra!- continuò.
-Va bene, grazie per essere venute. Ci vediamo!- salutò il blu.
-Ciao!- dissero all’unisono le tre per poi dirigersi verso la macchina dei genitori della rossa.
 
-Uffa, ma io volevo la torta.- borbottò Lena.
-Lena! Cammina bene, i miei non possono vederti in questo stato.- l’avvertì.
Lena non era completamente andata come certi soggetti, ma non riusciva a mantenersi in equilibrio e, inoltre, ci vedeva pure doppio. -Ho sonno..- disse poi questa.
-Su Lena. Appena arrivi a casa dormi.- sentenziò Rosie.
-Speriamo riesci ad aprire la porta.- ridacchiò Jade.
-C-ce la faccio!- balbettò.
 
Le tre salirono in macchina e si diressero prima a casa di Lena, la quale cercò di sembrare normale davanti ai genitori della rossa.
-Grazie per il passaggio!- esclamò per poi salutarli.
-Ok, possiamo farcela. Le chiavi...? Dove ho messo le chiavi...?- disse, mentre cercava nella sua borsa. –Eccole! Non. Riesco. A centrare. La. Serratura.- si diceva, mentre cercava di infilare la chiave dentro la toppa, ma la poverina ci vedeva doppio.
Mentre questa era alle prese con la serratura, una sportiva le passò dietro e questa apparcheggiò davanti al cancello del suo adorato vicino.
Lena si girò e quando vide che quella macchina era la stessa che l’aveva portata alla festa, il suo cuore incominciò a battere forte, come se stesse quasi per uscirle dal petto.
Da quella sportiva blu metallizzato scese quel biondo che le face perdere la testa.
-Helena!- pronunciò il suo nome e questo la fece emozionare. Il suo nome pronunciato da lui era una sensazione indescrivibile.
–Ciao.- lo salutò timidamente.
-È tardissimo, dovresti essere già a casa.- la rimproverò.
“Si sta preoccupando per me!??” pensò incredula.
-Si... penso di aver perso la cognizione del tempo.- ridacchiò
-Già, stai bene?- le chiese poiché notò che la ragazza aveva uno sguardo perso.
-Si si.- rispose convinta.
-Non hai bevuto tanto vero?- domandò e la ragazza scosse la testa cercando di tranquillizzarlo.
-Dai allora io vado, buonanotte e a domani!- la salutò accarezzandole la testa.
-A domani.- riuscì a pronunciare.
 
Sembrava una bambina alle prese con la sua prima cotta.
Infine, Helena riuscì ad aprire il cancello e anche la porta, e si diresse subito in camera dove si buttò sul letto soffocando quei gridolini gioiosi col cuscino per poi addormentarsi profondamente.
 
-Gabi, sai dov’è Riccardo?- chiese Agnese al rosa.
-In camera di Victor. Scusa ma io devo andare.- disse per poi andarsene.
-Va bene, grazie. Ciao.- lo salutò chiedendosi cosa avesse l’amico poiché non l’aveva nemmeno salutata. –Carine! Vieni un attimo con me!- chiamò la rossa che stava parlando allegramente con l’albino il quale si era ripreso.
-Scusami Terry, ma mi chiamano- disse la ragazza per poi andarsene.
-Va bene.- rispose l’albino
 
Le due si diressero verso le scale per andare nella camera del blu.
Era tardi e il loro autista li stava aspettando fuori e di solito Riccardo era sempre quello che cercava la cugina per tornare, non il contrario.
Quando le due entrarono nella stanza, si trovarono una scena davvero buffa: Riccardo sul letto di Victor abbracciando un cuscino.
-Facciamo un po’ di foto.- disse la bionda con le meches togliendo dalla sua borsa il suo cellulare.
-Deve aver proprio bevuto tanto per finire in questo modo.- osservò la rossa.
-Oi, Riccardo. Sveglia, dobbiamo andare.- cercò di svegliarlo Agnese.
-Tamara.- parlò nel sonno il castano
“Porca puttana, Riccardo!!” si allarmò Tamara.
-Che ha detto?- domandò la ragazza.
-Ah, non lo so.- rispose nervosa. –Agnese, meglio se vai giù a dire l’autista che ci metteremo un po’- continuò.
-Hai ragione, vado ad avvisarlo!- esclamò la ragazza.
Appena Agnese si allontanò, Tamara tirò un respiro di sollievo.
-Riccardo, avanti svegliati.- disse dandogli piccoli colpetti sulla spalla.
-Tamara.- mormorò.
-Dimmi.- rispose.
-Ancora.- pronunciò.
-Sei proprio andato... avanti alzati.- disse per poi tirarlo da un braccio facendolo cadere per terra. - A mali estremi, estremi rimedi. O ti alzi o ti lancio un secchio d’acqua!- esclamò, ma ciò che ottenne fu solo un “Altri cinque minuti”
-Non penso che una secchiata d’acqua sia la giusta soluzione.- ridacchiò un albino vicino alla porta.
-T-Terry?! Che ci fai qui?- si sorprese.
-Sono venuto qui per aiutarti con quel problemino.- ripose indicando il castano per terra.
 
 
Infine la maggior parte si ritirò nelle proprie case, invece altri decisero di far after come Aitor e Ryoma nella casa del blu.
 
-Vi odio.- disse questo.
 
.
.
 
Sul tetto di un grattacielo, Viktoria stava scrutando la città di Tokyo dall’alto e, intanto, teneva sotto d’occhio il suo portatile. Stava indossando una paio di cuffie con microfono collegati al suo computer.
 
-Siete pronti moscerini?!- domandò entusiasmata, ma in cambio ricevette minacce di morte e tante bestemmie.
-Bene, vedo che siete attivi. Diamo via alle danze.- disse per poi premere un bottone.
Lo schermo del suo portatile era diviso in quattro parti.
La prima mostrava il retro dell’hotel dove soggiornava la loro vittima, anzi la vittima di Akane.
 
-Oi vecchia isterica: di fronte a te dovresti trovare una griglia. Aprila ed entraci.- ordinò e l’albina, mentre sclerava, fece come le fu indicato.
 
La seconda mostrava le fognature.
-Bryce buttati dentro quel tombino. Oggi conoscerai l'habitat naturale.- ridacchiò e con qualche minaccia di morte, l’albino eseguì.
La terza mostrava l’entrata dell’hotel.
-An e Claude. Entrate e chiedete per il signor Consgale.- disse.
-Sei seria?- chiese il rosso.
-Si, Zubareva si è registrato con quel nome. Quindi seguiti gli ordini. Mi raccomando Claude non fare la scimmia e comportati come una persona fine, lo so, sarà difficile ma farlo per noi!- e scoppiò a ridere facendo irritare la scimmia, voglio dire Claude.
 
Invece la quarta parte era oscura.
 
-Ma che merda è questa!?- sclerò Bryce.
-La tua casa.- e per l’ennesima volta, la biondina scoppiò dal ridere.
 
Quella ragazzina era il diavolo in persona.
Il passatempo preferito era prendersi gioco delle persone.
Ma la Sinnon doveva ritenersi fortunata ad avere un elemento del genere nella loro organizzazione.
Era ancora una bambina fastidiosa agli occhi di tutti, ma Benjamin sapeva benissimo che quella ragazzina aveva molto potenziale, anche se non la sopportava e vorrebbe tanto buttarla fuori a calci in culo. Ma meglio avere come alleati certi soggetti.
Viktoria in fondo non era da sottovalutare.
 
-Salve, stiamo cercando il signor Consgale.- chiese An al direttore, un signore vecchio con gli occhiali e il pancione, ma ben vestito.
-E lei sarebbe?- chiese l’anziano.
-Siamo solo dei vecchi amici.- disse il rosso.
-Capisco, aspettate qui un attimo.- sentenziò il direttore per poi entrare in una stanzetta.
 
-Ehi mocciosa! Cosa dobbiamo fare ora?- domandò Claude.
-An sa cosa fare.- rispose la biondina.
An infilò un mano nella tasca del suo giubbotto e da lì, tolse una piccola mosca meccanica.
 
Quel parte nera dello schermo si accese e questa mostrava la reception.
-Ben fatto. Ora lasciate fare a me. Voi avete finito. Vi aspetto qui.- disse stranamente seria Viktoria, anche lei sapeva essere matura quando vuole.
 
La ragazzina, grazie a quel insetto, riuscì a introdursi nel sistema operativo dell’albergo.
-Come ha fatto signorina Viktoria?- chiese uno di quei uomini che erano con lei.
-Qualcosa che ha che fare con le onde elettromagnetiche, roba da secchioni.- rispose la ragazzina.
 
-Ehi moscerini la camera è 345, terzo piano.- informò.
-Allora perché cazzo sono nelle fognature?!- si alterò l’albino.
-Va bene, mi dici tu come raggiungere la stanza?- domandò l’albina.
-Certo, proseguì sempre dritto. Non girare mai. Dopo di chè ti troverai al primo piano. Mi raccomando prendi l’ascensore. Ah, ricorda anche la maschera.- spiegò.
-Capito.- rispose
-Ohi! Non ignoratemi vecchie streghe!!- esclamò Bryce.
-Oh, topo di fogna, ora ti dico cosa devi fare.- disse la giovane –Vai dritto e gira alla seconda svolta a destra. Poi ti troverai tre piccole porte. Apri quella a destra ed entraci.- continuò.
 
[Intanto da qualche parte nel mondo.]
 
-Merda, Peter.- fece un castano.
-Va tutto bene, Steve?- chiese preoccupata una ragazzina.
 
I due si trovavano in una fast commuter, questa stava viaggiando il più veloce possibile. Oramai si trovavano vicino alle coste della capitale.
-Comincia a prepararti.- disse, ignorando la domanda della giovane, la quale prese la sua pistola dalle piccole dimensioni.
–Merda, merda, perché diamine non riusciamo a contattarli?!- si irritò il castano.
 
“Spero che non gli sia successo nulla.” Pregava dentro di se Hanako.
Temeva che fosse accaduto qualcosa di grave al capo del quinto squadrone.
-Lucian non riesce a contattarlo?- chiese preoccupata.
 
Pov. Hanako Minami.
 
Ho paura. Non sono nemmeno nel campo di battaglia e già sto tremando.
Sono davvero una codarda.
 
Ma a che cosa sto pensando?! Hanako, calma.
Andrà tutto bene.
Ok, ci saranno uno dei peggiori criminali, ma ce la potremo fare.
Con te hai Steve, dai.
 
-Hanako, ti sei preparata come ti ho detto?- mi domanda repentinamente ed io annuisco.
-Anche psicologicamente?- mi chiede ed io abbasso la testo sento i suoi passi avvicinarsi.
Mi sta accarezzando la testa.
-Nako-chan.- di solito non mi chiama così –Non lasciarti sopraffare dalla paura. Io credo in te.- continua.
Le sue parole mi hanno donato un po’ di coraggio.
-Grazie.-
Fine pov.
 
.
.
 
-Moscerini a che punto siete?- chiese la biondina.
-Io sono nella stanza.- rispose l’albino.
-Io sono al terzo piano.- rispose anche l’albina.
-Allora, tu topo di fogna: se non erro davanti a te dovresti trovare un bel po’ di cavi.- spiegò la ragazzina beccandosi qualche insulto, ma questa lo ignorò –Akane, tu invece non muoverti. Ah, mettiti la maschera.- finì.
-Invece noi che facciamo?- chiese An.
-Ci godiamo lo spettacolo?- domandò il rosso.
-Beh, ragazzi miei. Sicuramente Zubareva avrà delle importante informazioni quindi, al mio via entreremo dalla finestra.- disse divertita.
 
Intanto che i tre individui aspettavano sul tetto assieme agli altri uomini, da quella piccola microspia il capo della Sinnon poteva vedere il piano della ragazzina.
 
-Mio fratello non ci ha visto per niente male.- affermò guardando lo schermo, ma all’improvviso due occhi a mandorla color acquamarina si fermarono a fissare la telecamera. –Che hai tanto da guardare?- chiese An.
-Ben, Ben. Non è bello spiare sai.- disse la biondina e si mise a ridere.
-Merda.- sentenziò sorpreso il giovane, la ragazzina non smetteva di stupirlo.
-Come hai fatto?- domandò il castano premendo un bottone dalla tastiera.
-Ah, Ben. La tecnologia.- rispose la ragazza. –Oh ma guarda! Le luce si son spente!- esclamò poco sorpresa.
 
Bryce scollegando tutti quei cavi creò un blackout all’interno dell’hotel.
–Ragazzi indossate le vostre maschere.- ordinò Viktoria.
 
-Come faccio ad uccidere quello sgorbio se non ci vedo nulla!!- si alterò Akane.
-Premi il bottoncino a destra della maschera.- rispose la biondina.
-Oh.- rimase meravigliato l’albino.
 
Quelle maschere oltre a nascondere le loro facce permetteva anche di vedere al buio.
 
-Ottima pensata mocciosa!- esclamò il rosso.
-Come facciamo ad entrare ora?- domandò la ragazza dai capelli arancioni.
-Ehi! Passatami quel rampone!!- ordinò la ragazzina agli uomini dietro di loro.
 
Prese il rampone in mano e sparò dritto al muro dell’hotel che si trovava dall’altra parte.
-Ecco come faremo. In quella borsa ce ne sono altri.- disse per poi staccare la corda dalla pista e usarla come liana. –Ci vediamo dall’altra parta.- continuò per poi buttarsi.
 
I due guardarono la scena, quella ragazza aveva coraggio da vendere.
Non aveva paura, anzi. Era divertita... e tanto.
 
Viktoria riuscì a centrare in pieno la finestra di una delle stanze della costruzione.
Una volta nell’abitazione si trovo davanti una coppia di fidanzati impauriti.
-Calma, calma. Sono della polizia.- recitò –Siamo al terzo piano? Qualcuno della S.E.A si è infiltrato nel vostro paese e pare che stia soggiornando in questo hotel.- continuò.
-S-s-i- risposero timorosi.
-Grazie mille! Suvvia, non tremate mica vi mangio.- ridacchiò per poi andarsene.
 
Una volta fuori dalla stanza corse verso le scale, per sua fortuna nessuno era uscito dalle proprie abitazioni. Durante la sua corsa si portò vicino al viso il polso destro, poiché indossava una specie di braccialetto.
-Akane, cerca la stanza. Non fargli niente, finché non arrivo io.- parlò per poi spegnere il suo apparecchio.
 
Nel terzo piano si era formato il caos, dalle stanze uscirono un mucchio di persone la maggior parte di loro era di sesso maschile e alcuni indossavano un paio di occhiali.
-Capo, l’abbiamo identificata.- parlò uno di loro nascondendosi nel caos.
-Attenti, quella è capace di tutto.- li avvertì.
-Non è meglio se ti sposti da quella stanza?- chiese uno di loro.
-No, tranquilli. Ho in servo una sorpresa per loro.- disse.
 
-323… 332... 339…-
Era impaziente quell’albina, non vedeva l’ora di vendicare suo padre. Quell’essere immondo non meritava di rimanere in vita.
“C’è troppo casino.” pensò “Sarà meglio aspettare che si calmino.”
 
Riusciva a spostarsi a fatica; quella gente sembrava un branco di pecore nel panico.
-AIUTO! CI SONO DEI CRIMINALI!!- sentì strillare.
“Ma che cazzo fa Viktoria!?” si alterò; in effetti la ragazza, urlando in quel modo, non fece altro che creare più confusione.
-ENTRATE TUTTE NELLE VOSTRE STANZE!! AIUTO! MORIREMO TUTTI!!- strillò ancora.
 
-Capo, c’è una bambina che continua ad urlare, che facciamo?-
-Io le tapperei quella bocca.-
-Entrate nelle vostre stanze e tenetevi pronti.- ordinò
 
Akane notò che alcune di quelle persone diedero retta alla ragazzina e si chiusero in camera, quindi si apprestò a muoversi.
-342… 343... 345! Bingo.- esclamò.
Ma delle porte si aprirono dietro di lei: erano i membri del quinto squadrone. Era circondata.
-Ferma lì!- urlò uno di loro puntandole una pistola.
-Questo dovremmo dirlo noi.- disse uno ragazzo dai capelli rossi dietro la finestra e anche lui aveva una pistola.
-Ah eccoti! Menomale che ti ho raggiunta!- esclamò una biondina. –Uh, vedo che abbiamo compagnia.- continuò guardando i membri del quinto squadrone.
 
-Akane, Viktoria, li teniamo a bada noi.- intervenne An tirando un calcio dritto allo stomaco a uno di quegli uomini.
-Ma Bryce?- chiese l’albina.
-Il topo? Beh, immagino ci raggiungerà tra poco.- rispose la ragazzina aprendo la porta.
 
Quando Viktoria aprì la porta, si trovarono un uomo in piedi che le guardava e dietro di lui c’era un’enorme vetrata che mostrava una vista era meravigliosa. Le luci di Tokyo erano qualcosa di indescrivibile ma non era il momento di perdersi ad ammirare tale panorama. Quell’individuo era alto e non molto muscoloso, aveva i capelli bianchi e folti purtroppo i colori dei suoi occhi rimaneva sconosciuto poiché indossava quei paio di occhiali neri.
Dall’aspetto sembrava una persona simpatica e buona ma allo stesso tempo forte e deciso.
 
-Allora, ci rivediamo di nuovo. Akane.- parlò l’uomo.
-Purtroppo si.- rispose l’albina con tanta rabbia.
 
Erano passati ormai cinque anni da quando quei due si incontrarono nel campo di battaglia e non fu affatto piacevole.
L’albina, in quello scontro, perse il padre e si guadagnò una cicatrice. Tutto per colpa di quell’uomo.
 
-Akane. Mi spiace.- si scusò quell’individuo in piedi. Scusarsi era come abbassare le armi, ma lui non si stava arrendendo. Si stava semplicemente scusando.
Akane sgranò gli occhi a sentire quelle parole, ne era sorpresa.
-Pensi che delle semplici scuse possano bastare?!- si alterò.
Quell’uomo si stava scusando per aver ucciso suo padre?
-Devi pagare con la vita.- continuò, stava impazzendo dentro. La vendetta la stava divorando lentamente dal dentro.
-Akane.- la chiamò la ragazzina. –Non ancora.- continuò con un tono serio.
Viktoria non sapeva ciò che era successo tra quei due e la cosa non le importava più di tanto. A lei interessava solo compiere con la missione, ma comprese perfettamente che non era ora degli scherzi.
Akane annuì e cerco di calmarsi.
-Beh, tu devi essere Peter Zubareva, colui che faceva parte del famoso duo dei Peter.- disse la biondina.
-Già e tu sei?- chiese l’albino.
-Il tuo peggior incubo- ridacchiò, ecco tornata la vera Viktoria.
-Immagino che tu sia la piccola spia della Sinnon.- dedusse l’uomo.
-Forse si o no.- rispose la ragazzina e dopo ciò cadde il silenzio tra loro.
 
-Siete ancora in tempo.- disse l’uomo repentinamente
-Per cosa?- chiese Viktoria.
-Siete giovani. Abbandonate questa vita. Vi state solo rovinando.- rispose.
-Ti rovino io! Pezzo di merda!- esclamò Akane, l’albina stava perdendo la pazienza.
-Akane, calmati.- cercò di tranquillizzarla. –Comunque, signor Zubareva, lei è davvero premuroso.- continuò. –E ci dica... come sta sua figlia?- chiese curiosa la biondina.
 
“No, cazzo. Come fa a saperlo?” si agitò l’uomo.
 
-E Lucian? Sa, il nostro capo vorrebbe tanto incontrarlo.-
-Perché rimane in silenzio signor Zubareva? Ho detto qualcosa di sbagliato? Lo sa che non è affatto carino il suo comportamento.-
 
La giovane continuò a fare domande sulla figlia di Peter e anche su Lucian.
Il capo del quinto squadrone era agitato: come diamine faceva a sapere della sua bambina, quella ragazzina?
Quando di mezzo c’entrava l’incolumità della figlia, lui incominciava ad agitarsi. Luka era più importante della sua stessa vita, per lui rappresentava un gioiello che non aveva prezzo.
 
-Come...?- parlò Peter, ma non riuscì a finire poiché fu interrotto dalla ragazzina.
-Non crede che la tecnologia si sia molto evoluta ultimamente?- domandò la biondina e sotto quella maschera che indossava si era formato un sorriso maligno.
-Non vi dirò niente.- disse l’uomo e ciò fece sospirare la ragazza.
-Ah... allora si prepari alle conseguenze.- rispose. –Ma poi non mi dica che non l’avevamo avvertita.- continuò.
-La tua bambina diverrà orfana.- si intromise Akane e da come pronunciò quelle parole, si poteva capire che per Peter non c’era scampo.
-Purtroppo si.- le diede ragione l’uomo, quella risposta sorprese molto Viktoria. Possibile che quell’individuo abbia accettato così in fretta il suo destino?
Peter portò lentamente la sua mano nella tasca del pantalone.
–Che vuoi fare?!- esclamò Viktoria.
–Chiudo solo la porta a distanza con questo telecomandino.- rispose con calma l’albino, poi si girò verso il panorama. –Siete ancora in tempo.- disse ancora.
 
Pov. Viktoria Maximov.
 
Ha chiuso la porta continua a dirci che siamo ancora in tempo.
Quel telecomandino che ha tirato prima fuori dalla tasta aveva più bottoni..
Non dirmi che questo pensa farci saltare in aria?!
MA È UN SUIDICIO!
Ah... in che guaio mi son cacciata, non pensavo che il capo del quinto squadrone fosse pazzo. Povera la figlia che deve -anzi- ha dovuto sopportarlo.
 
Porca merda. Io volevo solo un aumento, non salire in cielo.
Ho tanto da vivere.
 
Mi guardo attorno e noto che Akane non è agitata, anche se ha la maschera sento che è calmissima.
Poco fa fremeva dalla voglia di uccidere quel tizio.
 
-Akane.- la chiamo e lei si girà verso di me. –Idee?- le domando.
Sarò anche una brava stratega, ma quando mi trovo in certe situazioni non riesco a ragionare lucidamente.
 
Sento degli spari fuori, spero che quei moscerini non abbiano combinato un casino.
Akane non mi risponde ma semplicemente scuote la testa, io sospiro e riprendo a pensare a cosa fare.
 
-Quanto tempo abbiamo?- gli chiedo
-Trenta minuti.- pronuncia.
Merda.
-Dov’è la bomba?- gli domando. Ok magari non me lo dirà ma tentar non nuoce!
-Ehi ragazzina, non sono così ingenuo.- mi risponde, come non detto.
 
-Perché hai messo una bomba, lo sai che ci son degli innocenti qui?- chiedo. A me non interessa delle altre persone, ma dato che S.E.A si occupa di difendere i diritti dei più deboli e bla bla bla, credo che potrei farlo ragionare.
 
Oppure lascio fare ad Akane.
Fine pov.
 
Pov. Akane Melodian.
 
Quanto possono essere pazze le persone?
Questo qui intende farsi saltare in aria assieme a noi.
Ah, Peter Zubareva, mi aspettavo qualcosa di meglio.
Non posso credere che questa specie di spazzatura abbia ucciso mio padre e avermi fatto quella cicatrice.
 
Non posso accettarlo.
-Sapeva che sarei venuta.- rispondo apposto di quell’essere e lui annuisce.
-Peter Zubareva, spero che lei abbia salutato per bene sua figlia.- dico sarcasticamente.
 
La rabbia mi sta mangiando dal dentro. Non riesco a sopportare questa sensazione.
 
-Mi avete preso all’improvvista.- risponde.
 
Sto per dire addio all’autocontrollo.
Fine pov.
 
I minuti passavano e Viktora non riusciva a ideare un piano per uscire illesa.
Quello era impazzito.
 
-Dieci minuti.- parlò l’uomo.
-Ti ammazzo!!- urlò un’albina che salutò il suo autocontrollo qualche minuto fa.
 
Akane tolse un coltellino dalla sua tasca.
“Ma che diamine?” pensò incredula Viktoria, vedere Akane Melodian in azione era davvero raro.
L’albina si scagliò contro l’uomo e questo si alzò di scatto dalla poltrona.
Prima erano pochi metri che li separavano ora, solo pochi passi.
Akane strinse il coltello e lo attaccò al collo, ma questo riuscì ad evitarlo e rispose a sua volta con un calcio che l’albina riuscì a schivare per un pelo. I due iniziarono a combattere agilmente mostrando grandi abilità. Peter sembrava in vantaggio, ma Akane non mollava. Questa, ad un certo punto, prese le distanze, si sciolse la sua lunga treccia laterale e raccolse i suoi capelli in una coda alta poi, d'un tratto, lanciò il coltello vicino a Viktoria facendo sobbalzare quest’ultima. Sarebbe stato uno scontro ad armi pari.
 
Quella fu una sera davvero intensa. Lo scontro diretto tra Akane e Peter fu epico.
 
.
.
 
Era mattina e davanti al cancello della casa Foster, stava un taxi apparcheggiato.
-Signorina, sono milletrecento yen.- disse quell’uomo baffuto.
-Ecco a lei.- rispose la giovane dai capelli color pistacchio con degli occhi di un bellissimo color blu lapislazzulo.
La pistacchio scese dalla macchina con la sua valigia a mano. Il taxi ripartì pochi istanti dopo, lasciando sola la ragazza.
Era domenica mattina e non c’era nessuno nei paraggi.
"Magari sono andati tutti a messa?"
-Ok, hai affrontato di peggio Vanille. Ora suona quel cazzo di citifono.- cercava di incoraggiarsi, stringendo il ciondolo a forma di “J” della sua collana.
 
-Scusi? Ha bisogno d’aiuto?- chiese un ragazzino dai capelli turchese alla ragazza che sobbalzò dallo spavento. Chi era quel marmocchio?
-Ehm, no.- negò Vanille.
-Ok, scusi. Ma potrebbe farmi passare?- domandò gentilmente, la ragazza si spostò e lasciò passare il turchese.
 
“Aspetta, aspetta. Quel ragazzino è appena entrato nella casa di Jordan?” pensò.
“Non dirmi che Lucian mi ha dato la direzione sbagliata!!” si disse Vanille cominciando ad innervosirsi.
 
La ragazza si apprestò a suonare il citofono e, quando posò i suoi occhi lapislazzulo su un cartellino lesse cosa vi era inciso. Foster.
 
“Ostia, credo di essermi persa qualcosa…”
 
Pov. Vanille Greenway.
 
Foster...?
Mi suona familiare. Aspetta: ma è il cognome di Xavier! Non dirmi che quei due… vivono assieme!
 
Xavier e Jordan vivono assieme. Non posso crederci! Ma quel ragazzino? Che c'entra con loro? È figlio di Xavier per caso? Perché figlio di mio fratello è impossibile. A meno che…
 
Ma che vado a pensare!
Invece di farmi inutili viaggi mentali -che mi stanno traumatizzando-, suono quel fottuto citofono e chiedo spiegazioni.
 
Semplice.
 
E se Xavier non mi riconosce? Ceh... non penso di essere cambiata tanto in questi ultimi anni.
Ma a che sto pensando? Xavier è il mio migliore amico anche se mi faccio sentire raramente, non credo che mi abbia scordata o robe del genere.
 
Mi faccio pena e ho fame.
Ho voglia di cioccolato.
 
Oh cielo! Ho ventitré anni!!
Basta, premo quel maledetto bottone e come va, va!
Fine pov.
 
Ormai convinta di ciò che doveva fare, Vanille avvicinò il suo dito indice al bottone e proprio quando stava per premerlo, una voce la fermò.
 
-Vanille?- fece un rosso.
La chiamata alzò lo sguardo e davanti a lei, si trovò un paio di occhi color verde-azzurro che la stavano fissando.
-X-xavier?- balbettò. Quel giovane di fronte a lei era proprio il suo migliore amico.
-No, non ci credo.- disse sorpreso. Xavier si tolse i suoi occhiali e si strofino gli occhi più volte. Era proprio Vanille la ragazza davanti a lui.
 
-Credici, sono proprio io.- disse la ragazza con un sorriso a trentadue denti. La felicità che provava in quel momento era immensa.
Xavier aprì il cancello e la ragazza non perse tempo e gli saltò addosso per poi stringerlo in un lungo e dolce abbraccio.
-Mi sei mancato!- esclamò la ragazza dalla fama di criminale fredda e cinica; invece, ora, sembrava una bambina in cerca di coccole.
 
-Ma che diamine?- si intromise un turchese, facendo finire così quel momento di tenerezza.
I due si staccano dal loro abbraccio.
–Ti ho beccato, papà!- esclamò il turchese.
-Papà?- ripetè confusa Vanille.
-Aitor, non so a cosa tu stia pensando, ma non giungere a conclusioni affrettate!!- esclamò il rosso.
-Appena Jordan lo saprà- ridacchiò il turchese.
-Ah, piccolo moccioso!- si irritò Xavier.
-Xavier, dov’è Jordan?- chiese la ragazza. Moriva dalla voglia di riabbracciare suo fratello.
 
-Vanille, vieni dentro. Ti spiegherò tutto e anche tu mi devi un po’ di spiegazioni.- disse il rosso prendendo la valigia della giovane per poi portarla dentro.
 
-Aspetta, aspetta Xavier! Che significa sta cosa?- chiese il turchese indicando la valigia della pistacchio.
 
-Aitor, ti presento tua zia.- rispose il rosso.
 
I due si guardarono e increduli esclamarono: -ZIA?!-
 
continua..


Angolino dell’autrice
Ciao a tutti!! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Inoltre volevo scusarmi per l’enorme ritardo! Ma ho avuto alcuni problemi D:
 
Volevo anche dirvi che fino al 26 agosto, non potrò  pubblicare.. dato che in queste due settimane (mi vien da piangere) dovrò studiare come una matta economia politica.
Debito di merda!
Ok, ok calma. Ce la potrò fare, spero.
Pregate per me quel giorno!
 
Con ciò grazie per aver letto questo capitolo. :3
Grazie a tutti loro che hanno messe tra i preferiti/seguiti/ricordati questa storia *--*
E ringrazio anche coloro che recensiscono! Grazie :*
 
Ah dimenticavo, grazie anche alla più brava beta reader *-* Ehi Bebe! :3
 
Beh, con ciò vi saluto!
Baci, Yechan <3 
 
   
 
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