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Autore: piccolo_uragano_    09/08/2015    2 recensioni
(1992- camera dei segreti)
Oliver Baston, sesto anno, Capitano Grifondoro. Affascinante, coraggioso, fanatico del Quidditch, testardo e dolce. I suoi più cari amici si chiamano Fred e George Weasley, il che è tutto dire. Crede nell'amore ma non di essere in grado di amare.
Jo Wilson, sesto anno, Capitano Serpeverde. Purosangue nobile da generazioni, traditrice del suo sangue, testarda, furba, bellissima e con un passato scomodo e tenuto nascosto, che l'ha portata ad avere paura d'amare. Fragile, ma bravissima nel nasconderlo.
Due mondi paralleli che si incontrano per caso, fondendosi l'uno con l'altro. Come andrà a finire?
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Dal testo:
"Sei mia." sussurrò schiudendo le labbra, allontanandosi leggermente dal suo viso.
Lei sorrise, nella penombra. "Solo se stai zitto e mi baci, Baston." rispose, con un sussurro altrettanto flebile, e lui riprese a baciarla con più foga.
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[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Oliver Wood/Baston
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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La notte di Capodanno, per Jo, aveva sempre avuto un certo fascino. Era come una magia, una cosa che va al dì là della concezione umana. Per tanti non era che una scusa per festeggiare (Fred, George e Oliver, per esempio, che stavano cercando di capire come mettere i petardi sotto la neve e comandarli da lontano) per altri era una mezzanotte come tante (Percy Weasley non si smentiva mai) e per altri ancora era un buon motivo per stare in famiglia, pensò guardando Molly cucinare nervosamente nella cucina dei Baston.
“Ti serve una mano, Molly?” chiese Jo, varcando la soglia della cucina con i capelli umidi di doccia e un maglione grigio fatto a mano dalla signora Weasley.
“No, figurati cara.” Rispose lei. “Vai pure a divertirti con gli altri.”
Jo si avvicinò alla finestra e rivolse un’occhiataccia a Fred, George e Oliver in giardino. Per lei, non c’era molto da fare.
Fred era chinato per terra, e Oliver, prontamente, si sedette sopra di lui, facendolo affondare nella neve. George, che si era limitato a ridere moltissimo, si prese una palla di neve in pieno viso da suo fratello.
Jo sorrise, mentre la sua gatta le si strusciava contro le gambe. “Hai visto, Nanà? Hai visto quanto sono felici?”
Nanà miagolò, e Jo si chinò per accarezzarla.
“Hai visto, Nanà, che anche noi abbiamo trovato una famiglia?”
Nanà, inconsapevolmente, annuì.
“Ehi, Jo! Vieni a far vedere si hai le palle!” urlò Fred, vedendola da fuori.
Lei scosse la testa, e i tre, senza bisogno di parlare, si misero a correre per iniziare a tirare palle di neve alla finestra che proteggeva Jo. Lei, intanto, rideva come una bambina su una giostra.
Molly chiamò a tavola, e loro si ritrovarono tutti attorno al tavolo a mangiare un tacchino che fu molto apprezzato dai ragazzi.
Jo adorava il fatto che si sedessero tutti insieme a tavola. Aveva l’opportunità di guardarli tutti, uno per uno. Molly, con il suo fare materno, Arthur, stanco ma accogliente, Percy, rigido e freddo, Fred e George, i due burloni, e Ginny, timida e chiusa ma bellissima. Poi c’era Lucy, solare e gentile, e suo marito Daniel, timido ma simpatico. E poi c’era Oliver, Oliver e quegli occhi color nocciola che riempivano il cuore. Oliver e quegli occhi che quando lei si girava a cercarli, l’avevano già trovata. Indossavano tutti i maglioni fatti di Molly per Natale, il che li rendeva leggermente buffi, come degli orsetti peluche tutti vestiti uguali.
Fuori nevicava sempre più fitto, ma dentro casa si respirava il calore di una famiglia.
Prima che passassero alla seconda portata di tacchino, qualcuno suonò il citofono.
Istintivamente, Jo, Oliver e Lucy andarono verso la porta. Dalle finestra non si vedeva granché, se non una persona in piedi con un ombrello a cui la neve girava intorno, senza toccarlo mai.
C’era solo una persona al mondo che odiava la neve al punto di stregare l’ombrello per proteggersi, e Jo la conosceva fin troppo bene.
“Blanca.” Sussurrò Jo.
“Blanca?” chiese Oliver.
Lucy fece loro segno di stare zitti e aprì la porta. “Si?” chiese.
“Sono Blanca Candida Wilson.” Rispose la voce fredda di Blanca. “Mi chiedevo se mia sorella Jo fosse qui da voi.”
Jo, che era rimasta nascosta dietro la porta aperta, si mise al fianco di Lucy. “Dipende da cosa vuoi da lei.” Rispose, con voce altrettanto fredda.
“Puoi entrare, se vuoi.” La invitò Lucy.
Blanca fece qualche passo verso l’ingresso e poi si fermò sullo zerbino, davanti a sua sorella.
In quel momento, di nuovo, riuscivano ad essere il giorno e la notte, eppure ad essere perfettamente identiche.
Blanca era avvolta in un cappotto bianco, allacciato sul fianco, che le arrivava a metà coscia. Al di sotto di esso, mostrava fieramente le sue gambe lunghe e magre, avvolte in pantaloni di pelle che andavano a nascondersi dentro a degli stivali di drago probabilmente fatti apposta per lei. Guardava Jo dall’alto verso il basso, come a volerla sfidare, ed era evidente che si credesse nettamente superiore a tutte le persone che la circondavano. I capelli erano perfettamente pettinati e adagiati sulle spalle, gli occhi ben truccati e la bocca colma di rossetto.
Jo indossava un maglione largo sopra a dei leggins scuri, dei calzini di lana e teneva i capelli raccolti da un mollettone. Sfoggiava fieramente le sue occhiaie e le sue gambe muscolose, mentre da quegli occhi azzurri traspariva dubbio misto a disgusto.
“Chiedo scusa per l’interruzione: so che in tutte le famiglie, a quest’ora della sera e in questo giorno particolare si usa cenare tutti insieme.” Disse, rivolta a Oliver e Lucy.
“Non ti preoccupare.” La rassicurò Lucy.
“Di quanto sei?” chiese Blanca, quasi incuriosita dal pancione di Lucy.
“Sette mesi e una settimana.” Rispose fieramente lei.
“Beh, congratulazioni!”
Jo scosse la testa. “Che cosa vuoi, Blanca? Mi sembrava che tua madre non avesse lasciato dubbi. Io mi sarei dimenticata di essere stata una Wilson, e voi vi sareste dimenticati di me.”
“La mamma è dispiaciuta, Jessica.” Rispose prontamente Blanca.
“Lei non sa nemmeno cosa sia, il dispiacere.”
Blanca incassò il colpo a testa alta. “Ad ogni modo …” estrasse dalla borsa un appendiabiti con un copri vestito bianco. Jo non ebbe bisogno di chiedere né l’incantesimo né cosa fosse il vestito: conosceva Blanca fin troppo bene.
“Questo è il tuo vestito per il mio matrimonio. Abbiamo preso le misure e lo abbiamo realizzato apposta per te, ed è per questo che te lo lascio. Nessuno, a parte te, potrà mai indossarlo.”
Lucy schioccò le dita e Hugo, l’elfo domestico, apparve accanto a lei. Jo, senza mostrare emozioni, diede il vestito all’elfo, che scomparve di nuovo.
“Vorrei che tu partecipassi al mio matrimonio, Jessica. Tu e la tua nuova famiglia, ovviamente. Vorrei che partecipassi perché non mi va di perdere mia sorella.”
Jo incrociò le braccia sopra al petto. “E con questo che vuoi dire?”
“Che non m’importa se per mamma e papà non sei più una Wilson. Per me sei mia sorella. Faccio fatica a dirlo, lo sai, ma non sopporto l’idea di guardarmi nello specchio la mattina vedendo te, e senza sapere dove sei e come stai.”
Jo abbassò lo sguardo e sorrise. “Loro lo sanno che sei qui?”
“Loro lo sanno. Sanno che condivido le loro idee ed il loro stille di vita, sanno che darò ai miei figli la stessa educazione che loro hanno dato a me e sanno che ci tengo a te. E se la tua vita è a casa Baston, o a casa Weasley, io sarò comunque pronta ad aiutarti se avessi bisogno di aiuto.”
Jo rialzò lo sguardo, mostrando un sorriso sinceramente commosso. “Grazie.”
Blanca le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, con un’occhiata che comunicava quel ti voglio bene che lei non era in grado di dire.
“Hai impegni per cena, Blanca?” chiese Lucy, posandole una mano sulla spalla.
Blanca si mostrò dubbiosa. “Non saprei, veramente.”
Lucy le sorrise. “Bene, allora che ne diresti di fermarti qui da noi?” Poi, come se si fosse improvvisamente ricordata di una cosa, le porse la mano. “Lucy Baston, comunque.”
“Oh, si. Tu hai sposato un Nato Babbano.” Rispose lei, maledicendosi immediatamente per quello che aveva detto.
“Blanca la cosa bella di questa famiglia è che con lo stato di sangue ci puliamo il c-“ Oliver le tirò un calcio. “Ahia!”
“Sono Lucy Baston, strega Purosangue che ha sposato un Nato Babbano da cui aspetta un piccolo Mezzosangue.”
Blanca finse un sorriso e le porse la mano. “Blanca Candida Wilson.” Poi guardò Oliver, e fu sufficiente uno sguardo. “Tu sei Oliver, vero?”
Oliver annuì.
“Stai attento a te, Oliver.” Disse, e poi sorrise, porgendogli la mano.

Quando Blanca entrò in sala da pranzo, a Fred Weasley cadde la forchetta dalla mano, e l’atmosfera si fece tesa.
“Bene, gente!” esclamò Lucy. “Lei è Blanca e si aggiunge a noi.”
Molly, con un colpo di bacchetta, aggiunse piatto posate e bicchiere davanti ad una sedia vuota. “Prego, cara. Spero ti piaccia la carne.”
Blanca annuì, iniziando a parlare con Molly di cucina e di incantesimi, mentre Fred e George, seduti davanti a Jo e Oliver, sussurravano parole poco carine.
“Dovevi dircelo, dannazione!”
“E io che ne sapevo?”
“Lei è Blanca Wilson, Jo, ma dove hai la testa?”
Jo alzò gli occhi al cielo. “Per l’amor del cielo, George, tieni a bada gli ormoni!”
“Come faccio a tenere a bada gli ormoni con Blanca Wilson seduta al mio tavolo?!”
“Come facevi quando veniva a scuola?”
“Non era così bella, Merlino! E poi aveva sempre l’altro Wilson che le girava attorno come un cane!”
“Ehi, l’altro Wilson è il suo futuro marito.”
Fred guardò Jo come si guarda una che della vita non ha proprio capito niente, poi continuò a mangiare come se non ci fosse un domani.
“Sei un lavandino, lo sai?” gli disse Jo, guardandolo schifata dalla sua mini porzione.
“E sono fiero di esserlo!” rispose lui, con la faccia nel piatto.
“Ti sentirai male, Fred.” Lo mise in guardia Oliver.
“Si, papà.”
“Oh, fottiti. Io ti ho avvertito!” rispose lui, ridendo.
“ … vero, Jo?” chiese una voce alla fine del tavolo.
“Che cosa è vero?” chiese lei, guardando sua sorella.
“Parlavo del pasticcio di carne che faceva la vecchia Annie.”
“L’elfo domestico di cui tenete la testa appesa, dici?” rispose Jo, con sarcasmo.
Blanca fece finta di niente. “Esattamente, quella Annie. Com’era il suo pasticcio?”
“Squisito. Perché, ne vuoi una teglia?” chiese, sorseggiando del vino rosso.
A Blanca si illuminarono gli occhi. “Tu conosci la ricetta?!”
Jo alzò le spalle. “Si, certo. L’ho portato a Molly per il pranzo di Natale.”
“Come puoi conoscere la ricetta? Annie non l’ha mai detta a nessuno!”
“Ehi, ricordi quando mi nascondevo in giardino e non mi trovavate più, e poi Candida mi metteva in castigo?”
“Sì.”
“Ero nelle cucine degli elfi a  guardare Annie cucinare.”
Blanca non ebbe paura di mostrarsi sorpresa. “Io non ho mai avuto il permesso per farlo! Mi cacciava!”
Jo fece di nuovo spallucce. “Scusa, Blanca, ma non mi sembra che tu fossi molto gentile nei suo confronti.”
Blanca sorrise e si lasciò cadere sulla sedia, mentre un petardo esplodeva rumorosamente sotto la neve in giardino.

Blanca era sulla porta di casa Baston. Erano le cinque del mattino, ormai, e lei si era rifiutata di fermarsi per dormire. Le prime luci del nuovo anno illuminavano lievemente il mondo attorno a loro, mentre Lucy stringeva di nuovo la mano a Blanca, questa volta con un sorriso di complicità.
Quando si fu richiusa la porta dietro di sé, Jo scosse la testa. “Stai attenta, Lucy. Blanca è una persona falsa e subdola.”
Lucy la guardò con stupore. “Come puoi parlare così di tua sorella?”
“Tu non la conosci. Lei è chiusa e tremendamente orgogliosa. Non farebbe mai una cosa del genere, mai.”
“Credi che possa averla mandata qualcuno, quindi?” chiese Oliver.
Jo annuì.
“Ti riesce troppo difficile pensare che possa aver messo da parte il suo orgoglio per te?” domandò Lucy. “Che lo abbia fatto solamente perché ci tiene a te?”
“No, Lucy, gli Wilson l’affetto non sanno cosa sia.”
“Eppure tu sei qui. E ci vuoi bene.”
“Ed è esattamente per questo che non sono più una Wilson.”
Oliver guardò Jo salire le scale con aria pensierosa, mentre avvertiva dentro di sé il bruttissimo presentimento che non sarebbe finita lì.


Chiedendo scusa per il ritardo, ecco il nuovo capitolo :3 sempre tante grazie a chi mi segue e a Draco394 che mi ha raggiunta a Sorrento per abbracciarmi - ti voglio bene. Ringrazio anche gossip_girl e love_is_everything per sopportare anche questa mia long. Tanto love anche a voi!
Il capitolo non è lungo come gli altri, ma avevo voglia di scrivere e di pubblicare, e serviva che questo momento avesse uno spazio tutto suo... intanto, la mia favolosa cartella 'bozze Oliver/Jo' promette grandi cose. 
Fatto il misfatto!

 
   
 
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