Le
cose si fanno serie… come sempre spero che il capitolo vi piacerà e che
genererà in voi l’irrefrenabile necessità e voglia di lasciarmi un commento. ;-)
Buona
lettura!
Decimo capitolo: Sentimenti
svelati
Elsa
passò la notte a vegliare la sua compagna di prigionia. Gli ivoriani avevano
acconsentito a medicarla ed ora la donna dormiva grazie ad una pozione data dal
loro cerusico che aveva anche ricucito la ferita. Era un taglio non troppo
profondo ma insidioso e le era stato detto di sorvegliarla per controllare che
non sopraggiungesse la febbre indice di infezione. L’alba arrivò portando un
tenue chiarore nella cella ed Elsa poté osservare il volto addormentato della
giovane. Con la mano le sfiorò la fronte, non aveva febbre e di questo
ringraziava il cielo. La donna mormorò qualcosa nel sonno ed Elsa ritirò la
mano sperando di non averla svegliata.
Era
bella, se ne era già resa conto ma guardandola ora notò le sfumature rosse dei
suoi capelli, prima sempre nascosti dal tricorno, la sua pelle era abbronzata
dal mare ma ora nel pallore del sonno le appariva rosea, Elsa poi sapeva già
che i suo occhi potevano diventare dolci come il cioccolato oppure scuri e
tenebrosi. Non meritava la vita a cui lei stava andando incontro, era uno
spirito libero e Elsa voleva che lo restasse, doveva fare in modo che si
salvasse.
“Non
dovete preoccuparvi, riuscirò a fuggire, se vostra sorella ha trovato un modo allora
lo farò anche io” Quelle parole la sorpresero, era come se le avesse letto nei
pensieri. “Vi porterò via di qui” concluse però la ragazza.
“Non
sapevo foste sveglia” Le disse Elsa poi però aggiunse “Anche se trovaste un
modo, io non fuggirò, ho dato la mia parola”
“La
parola data ad un pirata non ha valore!”
“La
parola di una regina ha sempre valore, almeno del tipo di regina che io voglio
essere” Disse seria Elsa.
“Volete
dire che vi piegherete a qualsiasi destino si prepari per voi? Obbedirete come
uno schiavo?”
“Non
ho detto questo, potranno fare di me quello che vogliono ma non userò il mio
potere per fare del male” La donna scosse la testa.
“Hanno
modi… terribili per piegare una persona… ho sentito delle voci sui popoli del sud…
voci terrificanti”. Elsa si morse le
labbra.
“Per
questo volevo andare da sola… vi faranno del male per ottenere la mia
obbedienza…” Sorprendendo Elsa la donna sorrise.
“Ancora
una volta non pensate a voi stessa ma a me… qualcuno che conoscete appena e di
cui non sapete nulla”
“So
quanto basta, voi mi avete salvato la vita e mi avete permesso di salvare Anna”
“Già…”
il capitano girò la testa come se non fossero quelle le parole che voleva
sentirsi dire. Elsa cambiò discorso.
“Come
va la vostra ferita?”
“Meglio,
non brucia quasi più” Rispose lei “In men che non si dica sarò di nuovo sul
ponte…” Si interruppe “Beh, non tornerò mai sul ponte di una nave, ma è
un’espressione marinaresca per dire che starò presto benissimo”
“Tornerete
alla vostra nave, troverò un modo per far liberare almeno voi” La donna le
prese la mano con forza.
“Non
avete ancora capito? Io non vi lascerò andare fino a quando non vi saprò al
sicuro” Con una smorfia di dolore tornò a coricarsi mentre Elsa rimaneva in
silenzio ancora una volta colpita dalla forza dei suoi sentimenti.
“Non…
non mi conoscete neppure voi. Non sapete cosa ho fatto ad Anna”
“Tutti
sanno cosa avete fatto, è stato un incidente”
“No,
è stato puro egoismo! Ero così concentrata su me stessa che non ho pensato a
nessun altro e l’ho quasi uccisa!”
“E
passerete il resto della vita a rimproverarvelo?” I toni erano diventati accesi
e Elsa si alzò furiosa da terra.
“Sì!
Sarà una colpa che mi seguirà per sempre e passerò la vita a tentare di fare
ammenda!”
“Maledizione!
Non capite che siete già stata perdonata!” Quel discorso lo avevano già fatto
ma questa volta nessuna delle due poteva andarsene.
“E
voi non capite che croce può essere! Ho quasi ucciso l’unica persona al mondo
che mi ami!” Il capitano si alzò, ignorando il dolore spinse Elsa verso la
parete, le sue mani erano sui suoi fianchi, era chiaramente furiosa e la guardò
con gli occhi scuri e pieni di… Elsa rimase senza fiato nel leggere tutta
quella passione. Ora la donna era a qualche centimetro da lei e la guardava con
intensità. Le tolse il fiato e non pensò neppure all’idea di opporsi o di
spingerla via malgrado sentisse che sarebbe stato facile, la presa con cui la
stringeva era delicata ora. Le sue mani sfioravano soltanto i suoi fianchi.
Si
fissarono per un tempo che sembrò infinito poi il capitano Rahel
Soy la baciò. Elsa chiuse gli occhi persa nella
dolcezza di quel tenero e dolce bacio. Quando li riaprì la donna la guardava
confusa, come se neanche lei capisse dove avesse trovato il coraggio per un
simile gesto. Poi Elsa vide una certa sicurezza farsi di nuovo strada nei suoi
occhi.
“Io
vi amo” Disse la donna. Le parole rimasero sospese nell’aria, facendo evaporare
ogni pensiero nella testa di Elsa. “Vi ho amato non appena vi ho vista danzare
sul ponte della nave. Tutti guardavano in alto ma io… io non riuscivo a
distogliere gli occhi da voi.” Anche nella tenue luce della stanza era visibile
l’emozione nel suo sguardo. “Quando vi ho trovato nella mia cabina non ho
voluto crederci ma poi potervi stare accanto mi ha permesso di capire quanto
siate realmente meravigliosa. La vostra forza, la vostra intelligenza, il
vostro amore per la principessa Anna e ora questo, il vostro sacrificio. Come
si può non amare una persona così speciale?” Abbassò lo sguardo “So che siete
legata a Kristoff, e non vi chiedo nulla. Vi chiedo
perdono per questo bacio...” Malgrado le sue parole non si mosse tenendola
sempre stretta. “Per rispondere alla domanda che mi avete fatto ieri, non ho
potuto permettervi di andarvene da sola, perché vi amo” Concluse con un filo di
voce.
“Kristoff?” La donna fece una smorfia.
“Non
so come possa definirsi un uomo che lascia a quel modo la sua amata ma…”
“Kristoff ama Anna!” Dovette intervenire Elsa. “Lui ne è
innamorato da quando si sono conosciuti, io non potrei mai… voglio dire è un
bravo ragazzo ma…”
“Anna?”
Chiese la donna stupita, come se facesse fatica ad accettare quel semplice
concetto.
“Sì,
Anna” Il capitano la guardò ed arrossì.
“Quindi…
voi siete…”
“Libera”
Elsa arrossì a sua volta. Il silenzio si protrasse ed Elsa poté vedere molte
emozioni passare nello sguardo della donna. Il suo cuore era confuso e agitato.
Quella dichiarazione d’amore l’aveva sorpresa eppure quel bacio era stato
qualcosa di magico. Alzò gli occhi e incontrò di nuovo quelli di Rahel.
“Siete
bellissima…” Mormorò la donna poi le si avvicinò di nuovo, questa volta con più
indecisione, come se temesse di essere respinta. Elsa guardò in quegli occhi
scuri e dolci e sentì il cuore battere veloce nel suo petto, senza attendere
che la donna annullasse lo spazio tra di loro corse ad incontrare le sue labbra
assaporando di nuovo quella magica unione. La testa di Elsa era vuota mentre il
cuore era traboccante di emozioni nuove e meravigliose. Rahel
strinse con più forza i fianchi della ragazza mentre la passione la sommergeva,
con audacia accarezzò le labbra della giovane con la lingua sentendola fremere
tra le sue braccia. Elsa si spinse contro di lei e lei gemette dal dolore
facendo un passo indietro.
“Oh…
mi dispiace… io… scusa…” Elsa era violacea, imbarazzata fino alla punta dei
piedi.
“No,
no…” Rahel la attirò verso di sé e le baciò
delicatamente il naso. “Non ti scusare mai per questo” Elsa arrossì ancora di
più anche se sembrava impossibile. “Sei la donna più meravigliosa che io abbia
mai incontrato” La attirò a sé ma Elsa si irrigidì.
“Non
voglio farti del male e poi…”
“Non
pensare, ascolta il tuo cuore” Le mormorò allora lei attirandola verso di sé.
Elsa si lasciò avvolgere dalle sue braccia e con un brivido sentì la ragazza
lasciarle del dolci baci sull’orecchia e lungo lo zigomo. Poi si guardarono di
nuovo negli occhi.
“Io…”
Il capitano le depose delicatamente un dito sulle labbra poi le si avvicinò per
baciarla ancora. Elsa non poté resistere e in un attimo si perse nei suoi baci.
“Elsa”
La chiamò dolcemente una voce. Per la prima volta non desiderò svegliarsi
invece cercò il calore del corpo che le stava steso accanto, un corpo morbido e
confortante…
“Cosa…?”
Elsa aprì gli occhi stupita. Poi vide il dolce sorriso della donna che gli
stava accanto e arrossì. “Mi sono addormentata?”
“Temo
di sì…” Elsa arrossì e Rahel ridacchiò. “Scommetto
che non hai dormito tutta la notte” Era vero ma Elsa si sentiva comunque in
colpa, stavano passando un momento meraviglioso e lei si era addormentata.
“Significa che ti senti al sicuro con me e rilassata. Ne sono felice”
“Non
sei arrabbiata?” La donna rise.
“Stai
scherzando? E’ il momento più felice di tutta la mia vita…” Si interruppe e
fece una smorfia “Anche se preferirei non fossimo prigioniere in un vascello
diretto verso un paese conosciuto per la schiavitù e la brutalità…” Elsa fece
una smorfia e Rahel si abbassò per baciarle il naso
“Non ti preoccupare, troveremo un modo per fuggire” La baciò ancora questa
volta sulle labbra “E senza disattendere alla parola data” Continuò il capitano
baciandola di nuovo. Elsa sorrise, non importava dove fossero o dove stessero
andando, non aveva mai provato niente di così forte.
Passarono
i giorni e poi le settimane, Elsa passava da momenti di grande felicità tra le
braccia di Rahel a momenti di timore e paure quando
la ragazza dormiva e a lei non rimaneva che la realtà della sua situazione.
Ogni giorno le avvicinava a Ivoria e al suo destino.
Aveva già deciso che avrebbe salvato Rahel, non
glielo aveva detto, ma sapeva già cosa avrebbe fatto. L’idea di separarsi da
lei, anche se per salvarla, però le spezzava il cuore. Ora che aveva provato un
sentimento simile non riusciva ad accettare di doverlo perdere per sempre.
“Quelle
sono le Isole del Sud” Annunciò loro il nuovo capitano della nave. Anna guardò
con una smorfia la costa che si distendeva davanti a lei.
“Allora
le eviteremo”
“Ma
principessa, abbiamo bisogno di rifornirci. E le Isole del Sud sono le ultime
terre prima delle tre settimane di navigazione nell’oceano che ci porteranno a Ivoria.” Anna storse il naso.
“Non
sono tutti cattivi come Hans lì, ti ricordi? I suoi fratelli ci hanno scritto
chiedendoci scusa” le disse Olaf conciliante.
“Non
mi fido di quella famiglia e non mi fido del loro popolo” Asserì però Anna.
Hans non era stato solo perfido, aveva tentato di uccidere lei ed Elsa.
“Però
il capitano ha ragione, dobbiamo rifornirci” Le ricordò Kristoff.
“E va
bene! Ma faremo in fretta e io non poserò i piedi su quella terra!”
In
realtà non avevano nessuna fretta anzi, stavano avanzando a velocità ridotta
proprio per non raggiungere la nave ivoriana. La stavano inseguendo ma era
impossibile pensare di abbordarla quindi avrebbero atteso che attraccasse a Ivoria e poi avrebbero salvato Elsa. Portandola via e
fuggendo a vele spiegate.
Il
rifornimento fu come Anna aveva richiesto, rapido e senza perdite di tempo.
Quando furono di nuovo lontani però Olaf le mostrò un manifesto.
“Guarda
Anna, la famiglia reale, sono così carini” Anna lanciò uno sguardo ed osservò
quel gruppo di persone, Hans non aveva mentito, aveva davvero molti fratelli.
“Hans non c’è. Però non aveva mai parlato di aver…” Kristoff
si era allungato per dare un’occhiata al manifesto, impallidì e interruppe il
pupazzo di neve strappandogli il foglio dalle mani.
“Fammi
vedere!” Esclamò Kristoff soltanto, sorprendendo
tutti e due.
“Cosa
c’è Kristoff?” Chiese allora Anna, guardando preoccupata
il suo ragazzo.
“Cosa
abbiamo fatto…” la ragazza lo guardò ancora più stupita.
“Di
cosa stai parlando?”
“Guarda
tu stessa. Ora capisco molte cose”
“Regina
Elsa, siete pallida” Il capitano Sif la guardava
soddisfatto e quando lei non rispose sorrise e continuò “Vi ho fatto uscire per
mostrarvi le terre del nostro signore. Guardate” Elsa si sentì stringere il
cuore, avrebbero dovuto arrivare tra settimane… “Non siete contenta?” Allo
sguardo glaciale che lei gli lanciò l’uomo scoppiò a ridere e poi ordinò ai
marinai di prepararsi a gettare l’ancora. Elsa guardò con disperazione quelle terre
spoglie e sabbiose. Il porto, non poteva definirsi altro che una piccola baia.
Non c’erano altre navi e un piccolo castello mezzo diroccato era l’unico
edificio visibile. Rahel era lì accanto a lei e Elsa
fu tentata di prenderle la mano ma non lo fece, mostrare che teneva a lei
sarebbe stata una mossa sbagliata.
“Quando
scenderemo a terra?” Chiese orgogliosa della sua voce fredda e calma.
“Impaziente
di raggiungere il vostro sposo?” Chiese l’uomo con un sorriso ironico.
“No,
ma sono stufa della puzza della vostra nave.” Il sorriso scomparì dalle labbra
dell’uomo che la guardò con ira ma non replicò invece le indicò con gesto
elegante la scialuppa.
“Scenderemo
adesso”.
Elsa
sentì il cuore stringersi ma con passo sicuro si diresse verso la barca. Rahel la seguì. Pochi minuti prima si erano baciate
probabilmente per l’ultima volta, ma questo la ragazza non lo sapeva. Anche se
era solo una presenza accanto a lei la rassicurava e le dava forza, sarebbe
stata forte per lei.
Il
capitano Sif salì insieme a loro e assieme a una
decina di marinai si diressero verso la terra.
Mentre
si avvicinavano Elsa aggrottò la fronte. Sulla spiaggia una figura si faceva
sempre più chiara e un sospetto sempre più forte si fece spazio in lei.
“No…”
Mormorò però, prima di lei, Rahel “Non è possibile…”