Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Najara    09/08/2015    4 recensioni
Un anno dopo gli avvenimenti che tutti conosciamo ad Arendelle arriva la primavera e con essa le prime navi, ma non tutte portano cose buone. La regina di Arendelle e la principessa Anna si troveranno a dover affrontare nuovi pericoli e temibili nemici ma per Elsa potrebbe essere in arrivo molto di più... ovviamente non mancheranno il tenerone e spensierato Olaf e il timido e burbero Kristoff.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le cose si fanno serie… come sempre spero che il capitolo vi piacerà e che genererà in voi l’irrefrenabile necessità e voglia di lasciarmi un commento. ;-)

Buona lettura!

 

 

Decimo capitolo: Sentimenti svelati

 

Elsa passò la notte a vegliare la sua compagna di prigionia. Gli ivoriani avevano acconsentito a medicarla ed ora la donna dormiva grazie ad una pozione data dal loro cerusico che aveva anche ricucito la ferita. Era un taglio non troppo profondo ma insidioso e le era stato detto di sorvegliarla per controllare che non sopraggiungesse la febbre indice di infezione. L’alba arrivò portando un tenue chiarore nella cella ed Elsa poté osservare il volto addormentato della giovane. Con la mano le sfiorò la fronte, non aveva febbre e di questo ringraziava il cielo. La donna mormorò qualcosa nel sonno ed Elsa ritirò la mano sperando di non averla svegliata.

Era bella, se ne era già resa conto ma guardandola ora notò le sfumature rosse dei suoi capelli, prima sempre nascosti dal tricorno, la sua pelle era abbronzata dal mare ma ora nel pallore del sonno le appariva rosea, Elsa poi sapeva già che i suo occhi potevano diventare dolci come il cioccolato oppure scuri e tenebrosi. Non meritava la vita a cui lei stava andando incontro, era uno spirito libero e Elsa voleva che lo restasse, doveva fare in modo che si salvasse.

“Non dovete preoccuparvi, riuscirò a fuggire, se vostra sorella ha trovato un modo allora lo farò anche io” Quelle parole la sorpresero, era come se le avesse letto nei pensieri. “Vi porterò via di qui” concluse però la ragazza.

“Non sapevo foste sveglia” Le disse Elsa poi però aggiunse “Anche se trovaste un modo, io non fuggirò, ho dato la mia parola”

“La parola data ad un pirata non ha valore!”

“La parola di una regina ha sempre valore, almeno del tipo di regina che io voglio essere” Disse seria Elsa.

“Volete dire che vi piegherete a qualsiasi destino si prepari per voi? Obbedirete come uno schiavo?”

“Non ho detto questo, potranno fare di me quello che vogliono ma non userò il mio potere per fare del male” La donna scosse la testa.

“Hanno modi… terribili per piegare una persona… ho sentito delle voci sui popoli del sud… voci terrificanti”.  Elsa si morse le labbra.

“Per questo volevo andare da sola… vi faranno del male per ottenere la mia obbedienza…” Sorprendendo Elsa la donna sorrise.

“Ancora una volta non pensate a voi stessa ma a me… qualcuno che conoscete appena e di cui non sapete nulla”

“So quanto basta, voi mi avete salvato la vita e mi avete permesso di salvare Anna”

“Già…” il capitano girò la testa come se non fossero quelle le parole che voleva sentirsi dire. Elsa cambiò discorso.

“Come va la vostra ferita?”

“Meglio, non brucia quasi più” Rispose lei “In men che non si dica sarò di nuovo sul ponte…” Si interruppe “Beh, non tornerò mai sul ponte di una nave, ma è un’espressione marinaresca per dire che starò presto benissimo”

“Tornerete alla vostra nave, troverò un modo per far liberare almeno voi” La donna le prese la mano con forza.

“Non avete ancora capito? Io non vi lascerò andare fino a quando non vi saprò al sicuro” Con una smorfia di dolore tornò a coricarsi mentre Elsa rimaneva in silenzio ancora una volta colpita dalla forza dei suoi sentimenti.

“Non… non mi conoscete neppure voi. Non sapete cosa ho fatto ad Anna”

“Tutti sanno cosa avete fatto, è stato un incidente”

“No, è stato puro egoismo! Ero così concentrata su me stessa che non ho pensato a nessun altro e l’ho quasi uccisa!”

“E passerete il resto della vita a rimproverarvelo?” I toni erano diventati accesi e Elsa si alzò furiosa da terra.

“Sì! Sarà una colpa che mi seguirà per sempre e passerò la vita a tentare di fare ammenda!”

“Maledizione! Non capite che siete già stata perdonata!” Quel discorso lo avevano già fatto ma questa volta nessuna delle due poteva andarsene.

“E voi non capite che croce può essere! Ho quasi ucciso l’unica persona al mondo che mi ami!” Il capitano si alzò, ignorando il dolore spinse Elsa verso la parete, le sue mani erano sui suoi fianchi, era chiaramente furiosa e la guardò con gli occhi scuri e pieni di… Elsa rimase senza fiato nel leggere tutta quella passione. Ora la donna era a qualche centimetro da lei e la guardava con intensità. Le tolse il fiato e non pensò neppure all’idea di opporsi o di spingerla via malgrado sentisse che sarebbe stato facile, la presa con cui la stringeva era delicata ora. Le sue mani sfioravano soltanto i suoi fianchi.

Si fissarono per un tempo che sembrò infinito poi il capitano Rahel Soy la baciò. Elsa chiuse gli occhi persa nella dolcezza di quel tenero e dolce bacio. Quando li riaprì la donna la guardava confusa, come se neanche lei capisse dove avesse trovato il coraggio per un simile gesto. Poi Elsa vide una certa sicurezza farsi di nuovo strada nei suoi occhi.

“Io vi amo” Disse la donna. Le parole rimasero sospese nell’aria, facendo evaporare ogni pensiero nella testa di Elsa. “Vi ho amato non appena vi ho vista danzare sul ponte della nave. Tutti guardavano in alto ma io… io non riuscivo a distogliere gli occhi da voi.” Anche nella tenue luce della stanza era visibile l’emozione nel suo sguardo. “Quando vi ho trovato nella mia cabina non ho voluto crederci ma poi potervi stare accanto mi ha permesso di capire quanto siate realmente meravigliosa. La vostra forza, la vostra intelligenza, il vostro amore per la principessa Anna e ora questo, il vostro sacrificio. Come si può non amare una persona così speciale?” Abbassò lo sguardo “So che siete legata a Kristoff, e non vi chiedo nulla. Vi chiedo perdono per questo bacio...” Malgrado le sue parole non si mosse tenendola sempre stretta. “Per rispondere alla domanda che mi avete fatto ieri, non ho potuto permettervi di andarvene da sola, perché vi amo” Concluse con un filo di voce.

Kristoff?” La donna fece una smorfia.

“Non so come possa definirsi un uomo che lascia a quel modo la sua amata ma…”

Kristoff ama Anna!” Dovette intervenire Elsa. “Lui ne è innamorato da quando si sono conosciuti, io non potrei mai… voglio dire è un bravo ragazzo ma…”

“Anna?” Chiese la donna stupita, come se facesse fatica ad accettare quel semplice concetto.

“Sì, Anna” Il capitano la guardò ed arrossì.

“Quindi… voi siete…”

“Libera” Elsa arrossì a sua volta. Il silenzio si protrasse ed Elsa poté vedere molte emozioni passare nello sguardo della donna. Il suo cuore era confuso e agitato. Quella dichiarazione d’amore l’aveva sorpresa eppure quel bacio era stato qualcosa di magico. Alzò gli occhi e incontrò di nuovo quelli di Rahel.

“Siete bellissima…” Mormorò la donna poi le si avvicinò di nuovo, questa volta con più indecisione, come se temesse di essere respinta. Elsa guardò in quegli occhi scuri e dolci e sentì il cuore battere veloce nel suo petto, senza attendere che la donna annullasse lo spazio tra di loro corse ad incontrare le sue labbra assaporando di nuovo quella magica unione. La testa di Elsa era vuota mentre il cuore era traboccante di emozioni nuove e meravigliose. Rahel strinse con più forza i fianchi della ragazza mentre la passione la sommergeva, con audacia accarezzò le labbra della giovane con la lingua sentendola fremere tra le sue braccia. Elsa si spinse contro di lei e lei gemette dal dolore facendo un passo indietro.

“Oh… mi dispiace… io… scusa…” Elsa era violacea, imbarazzata fino alla punta dei piedi.

“No, no…” Rahel la attirò verso di sé e le baciò delicatamente il naso. “Non ti scusare mai per questo” Elsa arrossì ancora di più anche se sembrava impossibile. “Sei la donna più meravigliosa che io abbia mai incontrato” La attirò a sé ma Elsa si irrigidì.

“Non voglio farti del male e poi…”

“Non pensare, ascolta il tuo cuore” Le mormorò allora lei attirandola verso di sé. Elsa si lasciò avvolgere dalle sue braccia e con un brivido sentì la ragazza lasciarle del dolci baci sull’orecchia e lungo lo zigomo. Poi si guardarono di nuovo negli occhi.

“Io…” Il capitano le depose delicatamente un dito sulle labbra poi le si avvicinò per baciarla ancora. Elsa non poté resistere e in un attimo si perse nei suoi baci.

 

“Elsa” La chiamò dolcemente una voce. Per la prima volta non desiderò svegliarsi invece cercò il calore del corpo che le stava steso accanto, un corpo morbido e confortante…

“Cosa…?” Elsa aprì gli occhi stupita. Poi vide il dolce sorriso della donna che gli stava accanto e arrossì. “Mi sono addormentata?”

“Temo di sì…” Elsa arrossì e Rahel ridacchiò. “Scommetto che non hai dormito tutta la notte” Era vero ma Elsa si sentiva comunque in colpa, stavano passando un momento meraviglioso e lei si era addormentata. “Significa che ti senti al sicuro con me e rilassata. Ne sono felice”

“Non sei arrabbiata?” La donna rise.

“Stai scherzando? E’ il momento più felice di tutta la mia vita…” Si interruppe e fece una smorfia “Anche se preferirei non fossimo prigioniere in un vascello diretto verso un paese conosciuto per la schiavitù e la brutalità…” Elsa fece una smorfia e Rahel si abbassò per baciarle il naso “Non ti preoccupare, troveremo un modo per fuggire” La baciò ancora questa volta sulle labbra “E senza disattendere alla parola data” Continuò il capitano baciandola di nuovo. Elsa sorrise, non importava dove fossero o dove stessero andando, non aveva mai provato niente di così forte.

Passarono i giorni e poi le settimane, Elsa passava da momenti di grande felicità tra le braccia di Rahel a momenti di timore e paure quando la ragazza dormiva e a lei non rimaneva che la realtà della sua situazione. Ogni giorno le avvicinava a Ivoria e al suo destino. Aveva già deciso che avrebbe salvato Rahel, non glielo aveva detto, ma sapeva già cosa avrebbe fatto. L’idea di separarsi da lei, anche se per salvarla, però le spezzava il cuore. Ora che aveva provato un sentimento simile non riusciva ad accettare di doverlo perdere per sempre.

 

“Quelle sono le Isole del Sud” Annunciò loro il nuovo capitano della nave. Anna guardò con una smorfia la costa che si distendeva davanti a lei.

“Allora le eviteremo”

“Ma principessa, abbiamo bisogno di rifornirci. E le Isole del Sud sono le ultime terre prima delle tre settimane di navigazione nell’oceano che ci porteranno a Ivoria.” Anna storse il naso.

“Non sono tutti cattivi come Hans lì, ti ricordi? I suoi fratelli ci hanno scritto chiedendoci scusa” le disse Olaf conciliante.

“Non mi fido di quella famiglia e non mi fido del loro popolo” Asserì però Anna. Hans non era stato solo perfido, aveva tentato di uccidere lei ed Elsa.

“Però il capitano ha ragione, dobbiamo rifornirci” Le ricordò Kristoff.

“E va bene! Ma faremo in fretta e io non poserò i piedi su quella terra!”

In realtà non avevano nessuna fretta anzi, stavano avanzando a velocità ridotta proprio per non raggiungere la nave ivoriana. La stavano inseguendo ma era impossibile pensare di abbordarla quindi avrebbero atteso che attraccasse a Ivoria e poi avrebbero salvato Elsa. Portandola via e fuggendo a vele spiegate.

Il rifornimento fu come Anna aveva richiesto, rapido e senza perdite di tempo. Quando furono di nuovo lontani però Olaf le mostrò un manifesto.

“Guarda Anna, la famiglia reale, sono così carini” Anna lanciò uno sguardo ed osservò quel gruppo di persone, Hans non aveva mentito, aveva davvero molti fratelli. “Hans non c’è. Però non aveva mai parlato di aver…” Kristoff si era allungato per dare un’occhiata al manifesto, impallidì e interruppe il pupazzo di neve strappandogli il foglio dalle mani.

“Fammi vedere!” Esclamò Kristoff soltanto, sorprendendo tutti e due.

“Cosa c’è Kristoff?” Chiese allora Anna, guardando preoccupata il suo ragazzo.

“Cosa abbiamo fatto…” la ragazza lo guardò ancora più stupita.

“Di cosa stai parlando?”

“Guarda tu stessa. Ora capisco molte cose”

 

“Regina Elsa, siete pallida” Il capitano Sif la guardava soddisfatto e quando lei non rispose sorrise e continuò “Vi ho fatto uscire per mostrarvi le terre del nostro signore. Guardate” Elsa si sentì stringere il cuore, avrebbero dovuto arrivare tra settimane… “Non siete contenta?” Allo sguardo glaciale che lei gli lanciò l’uomo scoppiò a ridere e poi ordinò ai marinai di prepararsi a gettare l’ancora. Elsa guardò con disperazione quelle terre spoglie e sabbiose. Il porto, non poteva definirsi altro che una piccola baia. Non c’erano altre navi e un piccolo castello mezzo diroccato era l’unico edificio visibile. Rahel era lì accanto a lei e Elsa fu tentata di prenderle la mano ma non lo fece, mostrare che teneva a lei sarebbe stata una mossa sbagliata.

“Quando scenderemo a terra?” Chiese orgogliosa della sua voce fredda e calma.

“Impaziente di raggiungere il vostro sposo?” Chiese l’uomo con un sorriso ironico.

“No, ma sono stufa della puzza della vostra nave.” Il sorriso scomparì dalle labbra dell’uomo che la guardò con ira ma non replicò invece le indicò con gesto elegante la scialuppa.

“Scenderemo adesso”.

Elsa sentì il cuore stringersi ma con passo sicuro si diresse verso la barca. Rahel la seguì. Pochi minuti prima si erano baciate probabilmente per l’ultima volta, ma questo la ragazza non lo sapeva. Anche se era solo una presenza accanto a lei la rassicurava e le dava forza, sarebbe stata forte per lei.

Il capitano Sif salì insieme a loro e assieme a una decina di marinai si diressero verso la terra.

Mentre si avvicinavano Elsa aggrottò la fronte. Sulla spiaggia una figura si faceva sempre più chiara e un sospetto sempre più forte si fece spazio in lei.

“No…” Mormorò però, prima di lei, Rahel “Non è possibile…”

 

  
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