Avete mai fatto
caso come tutto nella vita segua un
corso? Io sì, e non sono mai stato più felice di
avere scoperto il mio.
Mi ero sempre
domandato quale fosse il mio scopo
nella vita, ma alla fine ero arrivato alla conclusione che tutti
avevano lo stesso,
inequivocabile destino: sentirsi amati.
Non tutti hanno
il coraggio di accettare questa
verità.
Forse pure io,
riguardando quella foto sgualcita,
potevo dire di essere stato in un intervallo della mia vita cieco. Come
non
avevo potuto capire che lei era il mio destino, che lei era la mia
metà, la mia
estremità del filo a cui sono sempre stato legato?
Frank una volta
mi aveva raccontato di questa buffa
storiella cinese, e se ripenso a come reagii nel sentire la leggenda
del filo
rosso all’età di 16 anni mi viene quasi da
sputarmi in un occhio.
-Frank
che diamine stai facendo? Ti si vedono gli occhi a cuoricino sin da
qui! Senti
a me, quella Prewett ti sta friggendo il cervello- dissi al mio amico.
Da
quando Frank ed Alice si erano messi insieme, non c’era
istante che lui non
pensasse a lei. Come si poteva essere così sdolcinati?
-Ciao
James! Sto leggendo un libro che mi ha regalato Alice. E’ una
raccolta di
leggende sull’amore, e devo dire che sono molto belle-
sospirò lui.
Lo
guardai stralunato. Stavo decidendo se avvisare l’infermiera
per il malessere
del mio compagno oppure ridergli in faccia quando iniziò a
raccontarmi la
storia.
-Vedi,
c’è questo signore che ormai è talmente
disperato perché alla sua età non aveva
ancora trovato l’amore della sua vita e quindi si
presentò al cospetto del Dio
del Matrimonio. Quest’ultimo gli confessò che il
motivo per cui non avesse
incontrato nessuno è che ancora la sua amata non era altro
che una bambina e
avrebbe dovuto aspettare una decina di anni pur di trovarla. Inoltre,
gli
consigliò di pazientare perché il filo rosso che
li legava avrebbe fatto in
modo di tenerli sempre uniti. Lui non volle crederci, anzi,
mandò il servo ad uccidere
la ragazza .
Tredici
anni dopo incontrò una ragazza e si
innamorò,senza scordarsi delle folli parole
del Dio del Matrimonio. La ragazza era sua promessa sposa e solo dopo
molti
anni riuscì a chiederle perché portasse sempre
una pezza in fronte. Gli confidò
che era stata pugnalata molto tempo fa da un signore e che doveva
coprirla per
non esserne vergognata. Solo allora il signore ricollegò la
bambina alla sua
sposa e non poté che credere al dio. -
Rimanemmo
dei minuti in silenzio.
-Dunque,
tu mi stai dicendo che esiste un filo rosso che magicamente mi lega ad
una
ragazza?- cercai di dire il più seriamente possibile.
-Esatto
James.- Rispose Frank come se stesse parlando ad un bambino di cinque
anni.
Risi
per 5 minuti buoni, e solo dopo che mi asciugai le lacrime per il
troppo ridere
risposi.
-Frank,
quello si è fumato qualcosa! E tu che gli stai appresso!
Sono un mago, ma
questo filo “magico” rosso mi sa tanto di storia
non vera. E poi ti immagini
me, bellissimo, affascinante, pieno di talento, assolutamente perfetto,
legato
ad UNA sola ragazza? Ma stiamo scherzando? Il mio fan club ne avrebbe
da
ridire. –
Mi
guardava come se non gliela raccontassi giusta, come se si stesse
godendo la
scena.
-
James, ne riparleremo quando finalmente t’innamorerai!-
-Io,
James Potter, innamorato? Mai!-
Potevo
anche capire che ormai il mio compagno di stanza fosse nel girone degli
eterni
innamorati, ma io non ci sarei cascato, sarebbe un vero e proprio
spreco!
-Staremo
a vedere James … -
E così ci aveva visto giusto, il caro vecchio Frank. E dire che mi sembravano cose assurde. La cosa più buffa, però,a fu scoprire come lui avesse maledettamente ragione.
Solo un anno dopo da quel racconto , però, me ne sarei accorto ed era come se tutti i pezzi del puzzle fossero al posto giusto.
Evans.
Tutto era attorno a quell’unico nome. La mia vita iniziò a girare intorno a lei. Era sempre stata una sfida, ma dopo capii che era LA sfida, era il mio destino.
Per questo motivo quando quel pomeriggio ripescai una vecchia foto dal baule di Hogwarts non potevo credere a quanto fossi stato stupido. Nella foto eravamo io e la Evans. Ricordavo bene quel giorno, era dicembre e decisi di lanciarle una palla di neve in faccia. Sfortuna volle che Lily Evans fosse la più brava della scuola e che in un men che non si dica mi ritrovai a testa in giù.
Ed eccomi qui a fissare la mia dolce Lily col suo viso cosparso di neve che metteva in risalto le lentiggini e il naso arricciato dalla rabbia, le mani rigide sui fianchi e i capelli selvaggi, mentre mi inveiva contro.
-James, scendi la cena è pronta e sai che Harry mangia solo che lo imbocchi tu. – disse Lily spuntando davanti la porta.
-Guarda qua Lils, ci credi che siamo gli stessi ragazzi di allora?-
Le porsi la foto. Fece un sorriso dolce non appena la riconobbe, anche lei si ricordava quel giorno, lo notai dalla luce che era presente nei suoi occhi.
-In realtà io vedo sempre il solito sciocco James Potter - rispose alla mia domanda.
Ed ero stato uno sciocco, eccome.
-Sai Lily, penso che noi due anche allora ci amassimo, l’unico problema era che non lo sapevamo ancora. Se ripenso a quando finalmente mi accorsi che tu eri l’unica che avrei mai potuto amare, non posso credere che non me ne fossi accorto prima! Sei sempre stata l’estremità del mio filo, mi dispiace solo averlo raccolto dopo così tanto. A volte penso quante cose avremmo potuto fare se avessi messo da parte le bravate e mi fossi accorto prima di te. Sarebbe stato bello-. Ammisi con il capo chino.
- James, non saremmo stati noi. Io ti ho amato, ti amo e ti amerò sempre perché so che anche se litigheremo amerò anche quella parte di te che vorrei strangolare. Noi siamo così e questo mi basta.-
La strinsi forte. Profumava come allora di cannella e arancia talmente tanto da far male. Nostalgia canaglia si dice, ma avevo la fortuna di poter riassaggiare in piccoli momenti quegli attimi ormai lontani.
-Lily, comunque vadano le cose, sappi che tu sei l’unica a cui potrei mai appartenere. Viviamo perché siamo la casa dell’altro, siamo al mondo per questo scopo: amarci. Se tu morissi, io ne morirei perché è la tua esistenza che mi tiene in vita *.Non potrei sopportare la tua assenza, chi mi darebbe filo da torcere? Non sarebbe più vita. -
-James, lo hai detto pure tu: siamo legati da un filo. Ovunque andremo saremo insieme fin che lo vorremo. Siamo un’unica realtà.- rispose mestamente la mia saggia Lily.
Stavo per baciarla, dirle quanto l’amassi con parole che ancora non avevo avuto il coraggio di pronunciare, spiegarle come grazie a lei fossi rinato, ringraziarla per avermi permesso di amarla.
Ma il destino non chiede permesso, si prende tutto quando meno te lo aspetti.
Ci fu un tonfo assordante dal piano di sotto.
Eravamo pronti, sapevamo che il momento era arrivato ma non realizzammo il pericolo se non nel momento stesso in cui ce lo ritrovammo di fronte. I nostri sguardi si incatenarono consapevoli. Non c’era traccia di paura nei suoi e questo mi bastò per avere coraggio. Lily era la roccia, non potevo fare altro che diventare roccia anche io.
-Lily. Vai da Harry. Ora.- e soltanto dopo un veloce bacio dal sapore d’addio ci allontanammo.
Scesi le scale, il cuore mi palpitava, ma ero pronto. Tutto pur di salvare loro, la mia famiglia.
E per questo motivo quando la luce verde mi comparve davanti agli occhi non potei che pensare ai suoi meravigliosi occhi color smeraldo.
Occhi così simili a quella luce ed ugualmente letali.
NDA
Salve bella
gente! Ho scritto questa ff per
partecipare ad un contest e come al solito mi sono presa la briga una
ff su
James e Lily. Spero tanto che vi sia piaciuta!
Fatemi sapere
con una piccolissima recensione, ve ne
sarei molto grata <3
Baci,
MM
PS. * = citazione tratta da
Cime tempestose.