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Autore: Hi Fis    09/08/2015    1 recensioni
Adattamento in raccolta del primo capitolo completo della saga di Mass Effect. Vuole essere il mio tributo alla saga fantascientifica della Bioware, il racconto del primo capitolo della saga di Mass Effect e la mia prima long-fic. Comandante Shepard di questa raccolta è un ricognitore, spaziale, eroina di Elysium.
Si basa decisamente sul lore e sulle avventure presenti nel videogioco, cercando di dare al tutto una forma il più coinvolgente possibile.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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I tuoi nemici possono ucciderti, ma solo i tuoi alleati possono ferirti.
Cicerone
 
Alla fine era accaduto.
Hayat Shepard, Leonessa-di-Elysium Shepard, N7, comandante, CO della SSV Normandy SR1 e primo Spettro Umano, aveva incontrato la sua nemesi: non l'aveva davvero vista arrivare. E dopo aver lasciato le Camere del Consiglio, mentre chiusa nella cabina dell'ascensore scendeva la torre del Presidium, Shepard poté solo riflettere su quello che era appena successo: il panorama all'esterno, la nebulosa della Vedova in lontananza, a filtrare la luce della stella, non l'aiutava ad accettare, o a spiegare quella sconfitta. Quel... tradimento: Shepard quasi non riusciva a pensare.
"Hayat..." Liara era stata l'unica che avesse avuto il coraggio di scendere con lei nella stessa cabina.
Il comandante però si mise un indice sulle labbra, e soffiò lentamente: non era pronta. Non ancora. Lo Spettro si era ritirava in una parte di sé che diventava sempre più fredda di minuto in minuto: chiuse gli occhi.
E ricordò.
 
Si era presentata a rapporto del Consiglio come le era stato ordinato, solo Williams, Liara e Garrus ad accompagnarla. Una scelta... ponderata in verità: i membri più accettabili della sua squadra, niente feroci mercenari Krogan senza cervello o sporchi ratti in tuta anticontaminante. Solo lei, il capo artigliere, la dottoressa e un'ex agente C-Sec, tutti in uniforme. Niente armi, niente armature da combattimento: puliti e lucidati.
Una cattiva decisione in fondo: se avesse immaginato cosa stava per succedere, Shepard si sarebbe presentata al Consiglio con Wrex e armi cariche.
Come avevano osato?
Si erano disposti sulla Pedana del Postulante in posizione di parata, Liara esclusa, di fronte ai tre Consiglieri in carne e ossa: ad aspettarli, avevano trovato l'ambasciatore Udina, ma non il Capitano Anderson.
"Un buon lavoro su Virmire, Shepard." si era complimentato con lei Udina, come sempre con una familiarità che non si era mai guadagnato: "...Grazie a lei, il Consiglio sta finalmente agendo direttamente contro Saren."
"C'era solo voluto che tentasse di schiavizzare i Rachni e di curare la Genofagia..." aveva pensato il comandante, evitando che i suoi pensieri si manifestassero sul suo volto.
"L'ambasciatore ha ragione..." aveva interloquito Tevos: poiché l'udienza avveniva a porte chiuse, solo loro erano presenti. Niente scomodi spettatori, ma ancora Shepard non immaginava nemmeno cosa stesse per succedere:
"...Se Saren fosse così audace da attaccare la Cittadella, come sembra probabile, saremo pronti per lui." finì il Consigliere Asari.
Ah... avrebbero quindi lasciato campo libero allo Spettro rinnegato di sterminare, torturare e schiavizzare altri, fino a quando le sue mire non avessero messo in pericolo loro tre? Forse per troppo tempo i Consiglieri non avevano avuto la loro autorità messa in discussione: erano diventati orgogliosi. E come Shepard avrebbe scoperto quel giorno, ciechi:
"Numerose pattuglie sono state schierate attorno ad ogni portale che colleghi lo Spazio della Cittadella ai sistemi Terminus." aggiunse Sparatus altezzoso.
"Quante navi manderete su Ilos?" aveva invece chiesto Shepard: ancora in buona fede, ancora fiduciosa.
"Ilos è accessibile solo attraverso il portale di Mu, nell'ammasso di Ninmah, comandante, a sua volta in profondità nei sistemi Terminus." aveva spiegato paziente Valern: "...Se mandassimo una flotta, l'unico possibile esito sarebbe una guerra su vasta scala."
Udina, la sua voce untuosa e servile, si era aggiunta al coro, annuendo:
"È il momento di essere discreti, comandante: la più grande arma di Saren era la segretezza. Ora che è stato smascherato, non è più una minaccia. È finita."
L'ambasciatore si stava sbagliando così tanto in quel momento, che Shepard non aveva perso tempo a correggerlo, ma si era rivolta di nuovo ai Consiglieri.
"Una sola nave nei sistemi Terminus non può essere considerato un atto di guerra. La Normandy non attirerà l'attenzione. Posso essere discreta..."
Ma Sparatus non volle ascoltarla:
"Ha fatto detonare una testata nucleare su Virmire! Non lo definirei discreto."
Anche Tevos si scoprì rammaricata dalla scelta di tono del Consigliere Turian: la scontento che Sparatus sembrava godere a seminare, era come sabbia negli armoniosi ingranaggi della diplomazia.
"Il suo stile è stato molto efficace nella Fascia, comandante. Questo, dobbiamo riconoscerlo. Ma Ilos richiede un differente tipo di approccio: abbiamo la situazione sotto controllo."
C'era stato qualcosa nel tono troppo conciliante di Tevos, che avrebbe volentieri fatto urlare Shepard con quanto fiato aveva in gola: come potevano non capire? Non... vedere? Ma la frustrazione non avrebbe aiutato la sua causa: per questo Shepard non nominò i Razziatori. Tevos e Valern avevano già ampiamente discusso cosa pensassero di loro:
"La segretezza non è l'arma più pericolosa di Saren, Consiglieri. Il Condotto lo è: non possiamo lasciare a Saren la possibilità di raggiungerlo." affermò il comandante con forza.
E fu la volta di Valern di farla dubitare di sé stessa: di farle credere di essere diventata pazza.
"Saren è un'abile manipolatore. Il Condotto è solo una distrazione per nascondere il suo vero piano di attaccare la Cittadella."
Quei legulei: non appena il pavimento sotto le loro poltrone era parso in pericolo, si erano subito mossi per difenderlo, indifferenti ai danni che Saren aveva, e avrebbe causato. Il Condotto, che avevano riconosciuto come reale non più di sei mesi prima, era improvvisamente diventato un'illusione: non perché lo fosse davvero, ma perché era più comodo per loro pensare così. Perché credere il Condotto un mito, significava poter ignorare Ilos e, grazie al potere che detenevano, i Consiglieri potevano illudersi e farla franca... Almeno fino a quando la Sovereign non fosse marciata su di loro.
Ciechi e sciocchi: Shepard provò una terribile sensazione di pietà verso di loro, in quel momento. Ma la rabbia fu più forte:
"Se Saren trova il Condotto, siamo tutti fottuti! Dobbiamo raggiungere Ilos prima che lui..."
"Ambasciatore Udina, ho l'impressione che il comandante Shepard non sia intenzionata a cedere..." non potendo fermarla direttamente, Sparatus aveva chiamato il suo nuovo cane: un Umano pronto a fare tutto quello che gli veniva ordinato, pur di avere una briciola di potere. E quello aveva risposto subito:
"Ci sono importanti ramificazioni politiche in gioco, Shepard. L'Umanità ha guadagnato molto grazie a lei, ma ora sta causando più problemi di quanti ne valga."
Tutti loro avevano capito a quel punto, ma Williams era stata la prima a reagire a parole:
"Bastardo. Ci ha venduto!" e lo aveva detto a voce sufficientemente alta da permettere anche ai Consiglieri di sentirla, i quali l'avevano però ignorata: Shepard e la sua Squadra erano appena diventati irrilevanti, per loro.
"È solamente politica, comandante. Ha fatto il suo lavoro: ora mi lasci fare il mio." e la pugnalata era arrivata in quel momento, con un sorriso ad accompagnarla: "...Ho fatto bloccare i sistemi primari della Normandy. Fino a nuovo ordine, lei è consegnata sulla Cittadella."
"Che cosa ha fatto Udina?" aveva chiesto il comandante: lo aveva detto con una voce quieta, tersa e vuota.
Non era stato il tradimento ad averla annichilita davvero: erano... le conseguenze. Ciò a cui li avevano appena condannati tutti.
L'ambasciatore però, aveva scosso le spalle:
"Credo sia giunto il momento per lei e la sua... squadra, di lasciarci, comandante. Tutto questo non è più di sua competenza. Il Consiglio può occuparsene... con il mio aiuto, ovviamente."
Shepard non aveva protestato, anzi: aveva alzato la mano per ordinare alla squadra di smettere di farlo. Se ne era andata senza salutare, senza prendere commiato: così come avevano metaforicamente fatto a lei, Shepard aveva voltato le spalle al Consiglio, percorrendo le camere della Torre del Presidium in trance.
Non l'aveva davvero visto arrivare... e non sapeva come reagire.
 
Shepard si ritrovò a fissare il suo riflesso nel vetro: non più le stelle lontane, ma se stessa, l'immediato, il presente. Il comandante affondò il suo volto nelle mani e sospirò: aveva un desiderio terribile di distruggere quel cristallo. Di venire risucchiata nello spazio, dove il gelo avrebbe taciuto le sue grida e la sua furia. Avrebbe voluto esplodere, avrebbe voluto uccidere, trucidare... avrebbe voluto bruciare.
"Non riesco a credere che ti abbiano fatto questo. Mi dispiace così tanto..."
"Non è stata colpa tua..." rispose Shepard di riflesso.
"Non è giusto! Hai fatto tutto ciò che ti hanno chiesto e anche di più! Nessun altro avrebbe potuto compiere quello che tu..."
"Liara..." Ma l'Asari non aveva finito:
"Il Consiglio ti deve tutto. Tutto! E invece di esserti grati, ti hanno tolto il comando e messo a terra la Normandy..."
Maledizioni... sperò che chiunque Udina avesse mandato a fare il lavoro sporco al posto suo fosse almeno competente e prudente: cercare di togliere la Normandy a Tali o Joker poteva causare un conflitto a fuoco...
Poi il comandante si trovò a chiedersi se ora l'equipaggio della Normandy fossero ancora i suoi uomini: non le avevano tolto la carica di Spettro, questo era vero, ma a differenza sua, il suo equipaggio non era immune alle leggi. Se Udina l'avesse ordinato, non si sarebbero presi solo la sua nave...
"MALEDIZIONI!" ruggì Shepard, battendo i pugni sul vetro di quella gabbia: "....Mentre noi siamo bloccati sulla Cittadella, Saren sta cercando il Condotto."
"Io credo in te Hayat... sono con te fino in fondo." le disse Liara, cercando di rincuorarla.
Ma per la prima volta, l'Umana non rispose alle sue mani sulle spalle, né al suo abbraccio.
 
Sarebbero occorsi alcuni minuti in più a Garrus e ad Ashley per raggiungere il Presidium: Liara e Shepard avevano preso l'ultimo ascensore disponibile, e a loro due era toccato attendere che un altro arrivasse al piano. Un'attesa obbligata: solo Liara era stata abbastanza coraggiosa da salire nella stessa cabina del comandante.
Dopo quell'udienza, tutto sembrava aver perso di senso: che cosa avrebbero fatto ora? Williams in particolare non poteva smettere di temere il futuro... ecco perché non si aspettò la conversazione in cui Garrus la coinvolse, quando cominciarono a scendere a loro volta:
"Non dovresti colpevolizzarla così." le disse il Turian: il capo artigliere stava sulla difensiva a braccia incrociate, faccia alla porta.
"Fatti gli affari tuoi, Turian."
Ashley non lo vide iniziare a muoversi: il palmo di Garrus si schiantò a pochi centimetri dalla sua tempia, e il Turian le fu davanti, davvero troppo vicino.
"Come direste voi Umani, tirati fuori la testa dal culo, Williams. Credi di essere l'unica ad aver perso un membro della squadra?"
"Non è la stessa cosa..." ribatté piccata Ashley.
"Perché? Perché io non sono Umano? Spiriti... avrei dato la mia vita per la sua su Virmire se fosse stato possibile. E la darei per ognuno di voi: la specie non centra niente. Sei solo un ipocrita Williams." la accusò facendole spazio.
"Come mi hai chiamato?"
"Ipocrita." ripeté Garrus duramente: "...È quello che sei. Credi che sulla Normandy ci sia qualcuno che non si dispiaccia, non sia addolorato, della perdita di un compagno? Specie Kaidan? Credi che dopo di te, il comandante non sia quella che sta soffrendo più di tutti noi? Se c'è qualcuno che non sopporta perdere i suoi uomini, quella è lei. E lo sai. Ma invece di permetterle di sostenervi a vicenda, ti comporti come se fossi l'unica a soffrire. E continui a farle pesare quell'ordine."
"Avrei dovuto essere io!" quasi Ashley lo gridò.
"Perché? Come... osi valutare così poco gli ordini di Shepard? Specie quando sei stata tu a voler andare coi Salarian?" Garrus le sbatté in faccia la verità: qualcosa di necessario, ma la cui vista non piacque affatto alla marine.
"Perché... perché..." ma Williams non seppe come finire la frase.
Perché tutta la sua vita era stata votata al sacrificio: in questo non era molto diversa dai Turian, con la differenza che il capo artigliere non lo era per un impero, o per l'onore e la tradizione, ma per la sua famiglia.
"Ashely... perché non riesci ad accettare il fatto che, chiunque tra voi fosse rimasto con la bomba, avremmo comunque perso... qualcuno di importante?"
"Non allo stesso modo..."
"Allo stesso modo invece. Avremmo portato il lutto... allo stesso modo." questo diede pausa anche a Williams:
"...Anche tu?"  gli chiese, e Garrus annuì, sorprendendola:
"Soprattutto io. Noi Turian... siamo educati, plasmati al sacrificio. Prima il plotone, l'equipaggio, la squadra,... fa parte di noi. Quando perdiamo un membro del team... per noi è come perdere un membro della famiglia." il Turian quasi si strozzò su quelle parole.
"Garrus stai... piangendo per Alenko?".
"...Non dovrei?" le chiese di rimando Garrus, dandole le spalle e artigliando il muro.
"Non sapevo che i Turian potessero piangere." disse in sussurro e Williams si sentì così meschina e vuota di fronte a quelle lacrime: non era da sola. Non lo era mai stata.
Il capo artigliere fu costretta ad accettare quella dolorosa e dura lezione, e il prezzo che aveva dovuto pagare per impararla:
"Siamo tutti animali Ashley..." il ricordo di quella frase, detta da Kaidan prima dell'assalto al Chora's Den, quasi la travolse.
Era strano che un Turian portasse il lutto per il tenente più di lei? Era così lieve il suo cordoglio? In quella cabina, Williams dovette arrendersi di fronte alla sua stupidità e limitatezza: Dio...!
C'era così tanto che non gli aveva detto. Così tanto che avrebbe voluto dirgli...  ma Kaidan era morto, e Williams aveva avuto bisogno di Garrus per capire il vero significato di quella scomparsa: finalmente, riuscì a piangere a sua volta.
Ashley e Garrus non si dissero niente altro mentre l'ascensore scendeva portandoli nel Presidium: non ce ne fu bisogno.
 
Quando arrivarono, di nuovo presentabili e marziali, trovarono solo Liara: la riconobbero in mezzo alla folla fuori dall'ingresso della Torre, solo perché era rimasta indietro. Il resto della calca invece, era intento a fissare il lago artificiale che divideva il Presidium in due rive.
"Che sta succedendo?" chiese Garrus osservando la gente.
"...E dov'è Shepard?" completò Williams.
La risposta alle loro domande, fu una sola: il loro comandante, Leonessa di Elysium e Primo Spettro Umano, emerse come Venere dalle acque del Presidium, sciaguattando lentamente verso di loro, indifferente agli sguardi che le venivano rivolti dalla gente mente passava.
Li raggiunse con un piccolo sorriso obliquo sul volto, prendendo dalle mani di Liara la giacca della sua uniforme e rimettendosela sulle spalle.
"Grazie per averla tenuta per me." disse semplicemente.
Ciò che fu importante per la Squadra, fu come lo disse: il comandante era di nuovo al timone.
"...Quando hai detto di doverti rinfrescare la mente, non credevo l'intendessi... alla lettera." replicò Liara, ancora con gli occhi spalancati.
"Tecnicamente, ho detto di volermi raffreddare la testa. La differenza è... sottile, ma c'è."
"Temo allora di dover migliorare la mia IV di traduzione: voglio dire, non ho mai avuto problemi di questo tipo, prima."
"È il difetto di essere gli ultimi arrivati sulla scena interstellare immagino."
"...Ha un piano quindi, ma'am?"
"Qualcosa del genere: intendo scoprire come Udina sia riuscito ad ottenere l'appoggio del Consiglio per far bloccare la Normandy, come ribaltare la situazione, andare su Ilos, prendere a calci Saren, salvare la Galassia, e prendermi una meritata vendetta contro l'ambasciatore, possibilmente in quest'ordine. Nessuno ci pugnala alle spalle. "
"Aye ma'am."
"Sembra facile. Da dove cominciamo?" chiese Garrus sarcastico.
"Prima di tutto, devo assicurarmi che l'equipaggio stia bene: le trasmissioni da e per Normandy sembrano bloccate. Poi... beh, abbiamo parecchi favori da poter riscuotere sulla Cittadella. È tempo di iniziare a farlo."
La loro discussione fu interrotta da un agente C-Sec: certamente riconobbe Shepard, perché la prima parola che gli uscì dalla bocca fu...
"Merda..." sussurrò l'Umano, un agente biondo e dalla carnagione abbronzata: Garrus non lo conosceva, ma Shepard pensò di averlo già visto aggirarsi dalle parti del Flux durante una sua visita precedente.
"Agente... c'è qualche problema?"
"...Affatto, Spettro. Ma devo ricordarle che è vietato fare bagni nel lago del Presidium."
"Bagni? Deve esserci certamente un equivoco: temo di essere scivolata sulla riva. Uno stupido infortunio causato da una ferita recente, vede?" spiegò il comandante, mostrando il suo ginocchio.
"...Oltre il parapetto e per due metri sulla riva?"
"Uno scivolone molto impressionante." ribatté Shepard con una faccia di bronzo.
"...Ne sono sicuro." almeno non aveva toccato il monumento Prothean ai portali: "Senta... sto solo facendo il mio lavoro, non voglio problemi."
"Nessun problema, agente. Stavamo giusto per scivolare via...anzi: sia gentile, ci chiami un trasporto pubblico."
L'agente C-Sec guardò il comandante, e il gruppetto che la spalleggiava: non dovette pensarci troppo. Qualcosa nel loro sguardo gli fece capire che li voleva lontano il più possibile dalla sua giurisdizione, e il più velocemente possibile.
"...Piuttosto impressionante, Shepard."
"Dici Garrus?"
"Già... credo fosse pronto a dare il tuo nome al suo primogenito, pur di vederti andare via."
I pensieri di Liara erano simili a quelli del Turian: Hayat avrebbe potuto chiederle qualunque cosa con quella voce, qualunque... e avrebbe obbedito.
"Una buona fama apre molte porte, agente Vakarian." rispose Shepard con un sorriso: "...Una cattiva, le sfonda."
"...Amen a questo, ma'am."
 
***
 
La Normandy non era zona di guerra quando arrivarono: ancora. Questo perché i tecnici si erano presentati alla Normandy solo con copie cartacee dei loro ordini: senza armi e senza nemmeno la superiorità numerica, l'equipaggio della Normandy faticava a considerarli una vera minaccia. Questo però non voleva dire che avessero intenzione di obbedire o di smettere di fare resistenza: per quanto i marinai della Normandy fossero tecnicamente personale dell'Alleanza, erano più di ogni altra cosa, uomini di Shepard. Quando il loro comandante arrivò sulla banchina 422, li trovò ancora tutti al loro posto: Pressly in particolare, riuscirono a sentirlo ancor prima di vederlo.
"Riconosco che l'Alleanza ha dato degli ordini, ma come XO, non ho intenzione di lasciare la nave fino a quando non saremo riusciti a contattate il comandante Shepard..."
Il suo interlocutore dovette rispondere qualcosa, perché la voce di Pressly arrivò di nuovo fino a loro:
"Attento a quello che dici figliolo, o ti servirò un sandwich di nocche prima che il Krogan dietro di me salti la corda coi tuoi intestini..."
A quel punto, furono in vista della banchina: ed effettivamente, Wrex si stava limitando a dare manforte all'Umano, appoggiandosi allo stipite della camera di equilibrio e scrocchiandosi le nocche.
"Il vecchio ha ragione: cuccioli come te li mangio a colazione... Aaah Shepard." la riconobbe per primo.
Il comandante aspettò di essere abbastanza vicino a loro per parlare:
"Wrex, Pressly: che sta succedendo qui?"
Fu l'XO a rispondere, probabilmente ancora stizzito per essere stato chiamato vecchio:
"A quanto pare, hanno ordine di sequestrare la Normandy." disse con disprezzo Pressly.
"Posso vedere?" chiese il comandante prendendo i pomposi ordini di Udina stampati su vera carta.
Li lesse: al primo passaggio, si sentì amareggiata. Gli ordini erano stati approvati dal comando centrale di Arcturus, quindi l'azione di Udina non era isolata: prevedibile in fondo. L'ambasciatore non aveva la spina dorsale per fare del Primo Spettro Umano un nemico senza alleati: Udina era un prepotente e come tale, non andava mai in giro da solo.
La seconda lettura degli ordini invece, causò a Shepard un sorriso obliquo: chi aveva stilato quegli ordini doveva essere poco pratico delle procedure militari. Dovevano essere stati dei politi e avevano lasciato a Shepard una scappatoia piuttosto evidente:
"A quanto pare, la Normandy è consegnata fino a nuovo ordine, Pressly. Ci hanno bloccato i sistemi primari e a meno che non voglia provare a sganciare sei pinze d'attracco elettromagnetiche, c'è poco che possiamo fare."
"Grazie al cielo qualcuno è ancora dotato di senno." sbuffò il capo del drappello.
"Ma comandante..."
"Sono gli ordini Pressly." rispose facendo l'occhiolino al suo XO.
"...Capisco."
"Se potesse anche dire ai suoi uomini di sgomberare la Normandy ora..."
"Sgomberare? E perché mai?" gli chiese Shepard, corrugando la fronte.
"Gli ordini..."
"Gli ordini che mi ha mostrato dicono solo che la Normandy risulta consegnata alle forze dell'Alleanza. Non si fa menzione del mio equipaggio, così come non si fa menzione di lasciarvi salire a bordo: li rilegga, se non mi crede."
Cosa che il capo tecnico fece immediatamente:
"...O andiamo!"
"Se non le sta bene, contatti la catena di comando attraverso i canali ufficiali. Fino a quando non avrete un ordine scritto che imponga e giustifichi la nostra discesa dalla Normandy, il mio equipaggio rimane al suo posto. E voi rimarrete a terra."
"...E tanti auguri per farmi scendere dalla nave se Shepard non vuole." aggiunse Wrex, battendo la mano sulla paratia: "Mi piace qui."
"Precisamente. E ora, se vuole scusarmi, ho intenzione di salire sulla mia nave. Può rimanere a guardarmi dalla porta."
Cosa che di nuovo, il tecnico fece.
"Sto diventando vecchio." ammise Pressly, non appena la paratia si chiuse dietro di loro, cominciando il ciclo di decontaminazione per aver accesso all'interno della nave: "...Una volta una cosa del genere non mi sarebbe sfuggita." si scusò l'XO.
"Non si preoccupi, Charles. Abbiamo sempre Wrex a prendersi cura di noi."
"Ah! Direi. Sono sempre i Krogan a dover dare una mano."
L'equipaggio della Normandy l'accolse caldamente: Shepard notò con divertimento che alcuni erano armati, Tali inclusa. Nessuno prendeva la Normandy alla Quarian senza permesso:
"...sono dannatamente felice di vederla, signora." l'accolse Grenado davanti a tutti, salutandola di scatto assieme al resto dell'equipaggio.
"Riposo. Dica a tutti di riunirsi nel CIC: c'è molto da spiegare." ordinò il comandante.
Cosa che l'equipaggio fece in pochissimo tempo, qualcosa di cui Shepard fu estremamente grata: poteva anche aver messo in stallo i tecnici dell'Alleanza, ma avevano solo guadagnato tempo. Di certo, sarebbero arrivati nuovi e più specifici ordini presto: non c'era tempo da perdere e il comandante spiegò al suo equipaggio cosa fosse successo.
"Vogliono fotterci senza nemmeno offrirci prima la cena." riassunse Orden per tutti.
"Ci stanno provando, signor Laflamme. Signori... " disse poi rivolgendosi all'equipaggio: "...quello che sto per chiedervi è probabile vi metta nei guai con l'Alleanza. Ma quando ho assunto questo comando, vi ho chiesto liberamente di fare una scelta: vi chiedo di nuovo di fare lo stesso, di nuovo liberamente e senza pressioni. Il Consiglio mi ha dato ufficialmente l'ordine di smettere di dare la caccia a Saren: ritengono che dopo la distruzione della sua base su Virmire, la minaccia che rappresenta sia sotto controllo. Ritengo, dopo quello che abbiamo visto in questi mesi, che la loro sia una decisione idiota e quindi ho deciso di ignorarla. Quello che sto per fare rischia di lasciare una macchia permanente nei vostri curriculum, se vi parteciperete attivamente. Voglio che sia chiaro per tutti: vi sto per chiedere di disobbedire con me ad un ordine diretto del Consiglio e dell'Alleanza. Quindi, se non volete farne parte, vi offro la possibilità di andarvene. Non perderete la mia stima, ma devo chiedervi di lasciare la nave immediatamente."
Nessuno si mosse, ma i marinai si guardarono l'un l'altro, cercando di individuare un potenziale Giuda: non ne trovarono nessuno.
Pressly affiancò Shepard, guardandoli uno a uno e ricevendo il loro assenso: il primo che si fosse mosso, probabilmente avrebbe ricevuto una pallottola nel piede dallo XO in persona.
"Signora, parlando a nome dell'equipaggio, l'unico modo in cui potrà farci scendere dalla Normandy sarà dentro neri sacchi di plastica."
"OORAH!" ruggì Joker, seguito dopo un certo momento di sorpresa dal resto dell'equipaggio.
"Signori... sono commossa dalla vostra fiducia." disse Shepard: ci sperava? Assolutamente sì. Ci contava? No.
Era evidente quando il Primo Spettro Umano avesse una percezione deformata del suo valore:
"Il mio piano è semplice. Ho intenzione di rubare la Normandy prima che Udina trovi un cavillo per farvi scendere, e portare la nave su Ilos, dove troveremo Saren ad aspettarci. E lì giunti, affrontarlo: sarà o lui o noi." il comandante lasciò a quell'idea folle il tempo di venire assorbita: la fortuna arride agli audaci, e rubare la nave più sperimentale mai costruita era senza dubbio molto ardito.
"Se falliamo, nessuno ce ne farà una colpa, perché saremo morti. Ma se anche dovessimo avere successo, rischieremo la corte marziale."
"Mi piace signora... da dove cominciamo?" chiese Pressly: nessun dubbio, nessuna esitazione. Solo grinta: Shepard sorrise, compiaciuta e orgogliosa dei suoi uomini:
"Dovremo agire in fretta. Garrus, tu e...Williams, prendete le coordinate dei resti Turian che abbiamo individuato nell'ammasso Styx Theta e portateli all'ambasciatrice Orinia. Cercate di capire quanto sia... grata. La sua collaborazione potrebbe rivelarsi fondamentale."
"Mi sta chiedendo di cercare di corrompere l'ambasciatrice Turian sulla Cittadella?" chiese Garrus.
"Certo che no! Ma una giusta dosa di indignazione Turian sulla testa dell'Esecutore di sicuro lo terrà occupato e rallenterà le operazioni del C-Sec, ovvero quelli che saranno chiamati a mettere in atto gli ordini dell'Alleanza quando verrà il momento. Non ti chiedo di mentirle: tutto l'opposto. Ci serve tempo."
"Capito signora. Sarà un piacere."
"Tali, Barnes: preparatemi un datapad con tutto quello che sappiamo al momento sui Razziatori, criptato al massimo livello. Dubito dovremmo aspettarci delle sorprese dall'ambasciatrice Salarian, ma è sempre meglio essere sicuri."
"Sissignora."
"E provate a mettervi in contatto con Anderson... solo rete personale: evitiamo i canali ufficiali per ora. Liara, tu e Wrex andrete dalla Matriarca Amentiu."
"Dovrò mettermi nel mio vestito migliore allora..." scherzò il Krogan, raccogliendo qualche risata.
"Per quale motivo?" chiese invece Liara.
"Ve lo spiegherò strada facendo. A tutto il resto dell'equipaggio, agite come al solito."
"Cosa dobbiamo fare se i lacchè di Udina dovessero tornare alla carica?"
"Niente, signor Pressly." rispose Shepard sorridendo obliquamente: "Per ratificare un simile ordine, è necessaria la presenza del CO della nave, o del suo XO. E io sarò sulla Cittadella, mentre lei..."
"Irreperibile." confermò Pressly: c'era giusto una serie di partite di baseball registrate che aspettavano di essere viste nel mainfraime della Normandy che l'avrebbero tenuto occupato molto a lungo. O Chakwas avrebbe potuto confinarlo in infermeria se fosse servito, dando alla loro pantomima un alone di legittimità...
"Signori, avete i vostri ordini. Ora più che mai, abbiamo poco tempo. Diamoci dentro."
"Sissignora!" mitragliò l'equipaggio in coro.
In poco più di due minuti, Shepard fu in marcia, seguita da quasi tutto il resto della Squadra. Solo Tali sarebbe rimasta a bordo della Normandy, ma non era un caso: se Udina fosse riuscito a rimuovere il suo equipaggio, Tali sarebbe stata l'unica che avrebbe potuto supervisionare i motori della Normandy. Non erano gli unici ad essersi mossi nel frattempo però: Anderson aveva mandato un breve messaggio, in cui chiedeva di combinare un appuntamento. A lui, Shepard avrebbe pensato dopo la sua visita alle ambasciate: dopo aver messo in moto quelli che sperava si sarebbero rivelati suoi alleati.
Raggiunto il Presidium tuttavia, incontrarono un imprevisto non appena furono scesi dai trasporti che li avevano condotti al distretto della ambasciate: un raduno in piena regola, con tanto di striscioni a due aste e imbonitore di folla con un megafono. La folla, più o meno una cinquantina di persone, un vero record se si considerava dove si trovassero, era composta completamente da Umani, che ripetevano slogan come "Niente sangue per gli Alieni!" o "Ricordate Shanxi!", ad intervallare il capo del drappello, un uomo dall'aspetto piacevole, e occhi furbi che bevevano l'entusiasmo della folla.
"Che diavolo sta succedendo?" chiese Wrex.
"Comandante... quello non è Charles Saracino?"
"Hai ragione capo. È proprio lui."
Il capo del partito di Terra Firma in persona, che era stato messo sulla sua poltrona dopo che il suo predecessore era stato fatto sparire da Cerberus... c'era abbastanza da sospettare che anche Saracino fosse legato all'organizzazione terroristica. Il fatto che si trovasse fuori dal distretto delle ambasciate proprio in quel momento a presiedere una manifestazione era... strano: ottenere un permesso per organizzare proteste nel Presidium era estremamente difficile, poiché la regola non scritta nell'anello centrale della Cittadella era promuovere la pace, o quantomeno la sua apparenza. Una manifestazione reazionaria di Terra Firma davanti alle ambasciate mal si accostava ai... gusti dei residenti del Presidium: eppure, doveva essere riusciti chissà come ad ottenere il permesso, perché agenti C-Sec li guardavano in cagnesco senza intervenire.
Se la manifestazione fosse stata abusiva li avrebbero già arrestati tutti, probabilmente con gioia.
Lo sguardo di Saracino passò sulla folla, fino ad incrociare il loro: li riconobbe senza esitazione, perché passo il megafono ad un suo aiutante, dirigendosi rapidamente verso Shepard e la Squadra. Fu troppo tardi per nascondersi, e da Terra Firma il comandante di certo non fuggiva:
"Occhio a quello che direte." sibilò il Primo Spettro Umano.
Saracino si fermò davanti a loro, affascinante nella sua camicia sportiva: era uno di quei politici che curavano la propria immagine tanto quanto provava i loro discorsi davanti allo specchio. E anche un narcisista, probabilmente:
"Comandante Shepard! È un onore parlare con lei..." le disse allungando una mano: aveva una voce lievemente arrochita dal comizio che aveva tenuto, ma riusciva a parlare ancora con una cadenza impostata.
Il comandante non rispose al suo gesto: per la verità non allungò nemmeno la mano per rispondere, il massimo della scortesia che la sua squadra le avesse mai visto usare ad un estraneo. Ma tra politico, xenofobo e probabilmente legato a Cerberus, Saracino incarnava troppi difetti perché il comandante volesse usargli la cortesia di passarci sopra: soprattutto, erano di fretta.
"Al diavolo l'onore, Saracino. Che diavolo sta succedendo qui?" chiese Shepard indicando la manifestazione alle sue spalle.
Quando però seppe che il famigerato comandante Shepard conosceva il suo nome, il politicante non stette più nella pelle:
"Stiamo facendo sentire la nostra voce ai simpatizzanti alieni del Presidium..."
"Un po' troppo provocatoria come sessione di ascolto, non crede? L'Umanità non dovrebbe aver bisogno di simili spettacoli..."
"Se non facciamo sentire la nostra voce, nessuno parlerà per noi, comandante."
"Un sentimento condivisibile, ma la scelta dei modi è opinabile, almeno. C'è già abbastanza animosità vero la razza Umana: ciò che sta facendo, serve solo a confermare la visione che hanno di noi. Bulli molto aggressivi."
"Forse è così comandante, ma se gli alieni si sentono liberi di esprimere le loro opinioni con le armi, come hanno fatto su Shanxi, perché non dovremmo fare lo stesso?"
Perché è un'idea stupida? Perché l'Umanità non potrebbe mai sperare di vincere un conflitto armato col resto delle specie? E se anche potesse, non avrebbe il diritto di farlo? Perché una simile azione sgretolerebbe l'intesa del Consiglio? Quelle furono le prima obiezioni al pensiero di Saracino che le vennero in mente, ma Shepard non fece in tempo a esprimerle, perché Williams reagì più in fretta di lei, e con assai meno grazia e pazienza:
"Eri su Shanxi? Se la risposta è no, ti consiglio di chiudere il becco." ringhiò la marine, tanto che il comandante dovette appoggiarle una mano sulla spalla.
Ashley sembrava più che decisa a fare qualcosa di stupido: come prendere a pugni il segretario generale di Terra Firma.
"Piano capo. Non vale la pena scaldarsi per tipi come lui." le disse e dovette insistere, calcando la mano sulla sua spalla, prima che il capo artigliere si decidesse a fare un passo indietro, continuando però a guardare Saracino ferocemente:
"Temo Saracino che il suo fondamento logico sia fallace: ciò che è successo a Shanxi, un tragico malinteso che è costato troppe vite, non potrebbe ripetersi oggi. Collaborando con il Consiglio, l'Alleanza ha fatto passi da giganti in queste decadi: nessuno potrebbe oggi occupare una colonia Umana. E anche attaccarle si sta dimostrando sempre più costoso e difficile..." e la Leonessa di Elysium ne sapeva qualcosa... Razziatori esclusi, ovviamente.
"Un'interessante argomentazione comandante. Non mi dispiacerebbe approfondirla... diciamo a cena?"
Questa volta fu Liara che reagì male alle avances del politicante: Shepard invece scosse la testa, alzando gli occhi al cielo. Politici come lui possedevano la mentalità del contadino: sempre alla ricerca di vacche da mungere con parole dolci.
"Che cosa vuole Saracino? Veramente?" gli chiese.
"Aiutarla naturalmente comandante... corre voce che lei e il Consiglio non vediate le cose allo stesso modo."
"Se anche fosse vero, ho idea che il suo prezzo sia troppo alto per me. La mia anima, magari? Oppure, un collare con il logo da Terra Firma, da mostrare ai fotografi? Mi dispiace Saracino, non ho intenzione di diventare il suo cane." ma l'allusione a Cerberus passò ignorata da parte di Saracino: il sorriso perfetto del segretario di Terra Firma rimase invariato.
Per diventare un simile politicante, saper mentire e giurare il falso era probabilmente il livello base, eppure, Saracino non era così bravo: i suoi tentativi di manipolazione erano... puerili. Probabilmente, Saracino nemmeno conosceva il nome del suo burattinaio:
"Niente di così drammatico comandante..."
"Come no... per cosa vuole candidarsi, Saracino?" chiese Shepard guardando la folla che continuava a protestare.
Il leader del partito di Terra Firma colse la palla al balzo:
"Per uno dei cinque seggi dedicati agli spaziali al parlamento di Arcturus. I candidati però devono sottostare a certe elaborate condizioni perché qualcuno possa votare per loro..."
"Si devono spendere almeno sei mesi all'anno nello spazio e non più di un mese in un maggiore insediamento coloniale. Non esattamente condizioni elaborate." lo corresse Shepard.
"Allora potrebbe candidarsi comandante." Interloquì Garrus: "In fondo passiamo la maggior parte del nostro tempo nello spazio."
"Sul mio cadavere. Avrei a che fare tutti i giorni con persone come gli estremisti che infestano il partito di Terra Firma... preferisco un Divoratore ad un simile supplizio." rispose Shepard, senza curarsi di Saracino.
"Non dovrebbe disprezzarli tanto, comandante."
"E lei dovrebbe cacciarli dal suo partito."
"Che io sia o meno d'accordo con le loro opinioni, hanno il diritto di esprimerle..."
Shepard sbuffò sarcastica:
"Come no."
"Mi sembra di capire quindi che non sia interessata a sostenere la mia candidatura. Né ad accettare il mio invito a cena..."
Se non fossero stati di fretta e in missione contro Saren, e se fosse stata un po' più giovane, Shepard avrebbe volentieri passato la notte in cella per aver preso a pugni Saracino.
"Sono convinta che l'Umanità debba lavorare con le altre specie. Pacificamente." rispose il comandante.
"Abbiamo già sentito simili opinioni nella storia umana. Ingenuità piene di buone sentimenti che portano a dichiarazione di pace del nostro tempo..." quello fu abbastanza:
" Saracino... vorrei dissuaderla qui e ora dal paragonarmi ancora a Neville Chamberlain. E l'avviso che i suoi oscuri riferimenti storici non sono affatto tali. I politici della Cittadella conoscono e hanno studiato a fondo la storia Umana. Le consiglio di non paragonarli ad Hitler mai più, se non vuole apparire ancor più ridicolo."
Saracino riconosceva una causa persa quando la vedeva: tuttavia non smise di sorridere un momento. Almeno avrebbe seminato il dubbio in chi era rimasto a guardarli:
"Almeno supporta il processo democratico. Grazie per il suo tempo comandante. E si ricordi di Terra Firma il giorno delle elezioni, perché Terra Firma si ricorderà di lei." disse, allungando di nuovo la mano.
Nemmeno questa volta Shepard gliela strinse, ma gli scivolò attorno, dirigendosi assieme alla squadra all'interno del distretto delle ambasciate, lasciandosi alle spalle il politicante, e finalmente, anche i suoi cori di protesta.
"Giuro su tutti i demoni del deserto, che se lo dovessi incontrare di nuovo uscendo, questa volta lo prenderò a pugni nelle palle." maledisse Shepard sottovoce, ma abbastanza perché tutti la sentissero:
"...Bioticamente." aggiunse dopo un momento.
"Comandante...!" Liara sembrò scandalizzata alla sola idea: "...Non pensa a quanto sarebbe difficile eliminare poi il sangue dalla sua uniforme? E sarebbe così sgradevole a vedersi..." aggiunse però, facendo ridere Wrex:
 "...Una spinta biotica fino al lago del Presidium sarebbe invece assai più educativa." concluse l'archeologa.
"Meglio di no... rischierebbe di guastare i pesci." commentò invece il mercenario.
"Ci sono pesci nel Presidium?" Shepard non ne aveva mai visti.
"No, è solo una leggenda metropolitana." assicurò Garrus.
"Bah! Conoscono uno che ne ha pescati..."
"Sicuro che non te ne abbia venduto uno che teneva sottobanco apposta per l'occasione? È una cosa che succede spesso ai turisti... pensano di mangiare, o di portarsi a casa, un vero pesce del Presidium, e si trovano invece con qualche creatura importata a poco prezzo dai pianeti più vicini." spiegò paziente l'ex agente C-Sec.
"In pratica, una truffa..." commentò Williams.
"Ma che arricchisce la Cittadella, e quindi non viene attivamente perseguita. A quanto pare è terribilmente difficile determinare in tribunale quando un pesce non sia effettivamente del Presidium..."
"Oh. Capisco..." disse Liara comprendendo le sottigliezze di quella frase: "...Anche se un pesce viene cresciuto e importato sulla Cittadella da morto, legalmente non è sbagliato definire che il pesce è del Presidium quando il suo venditore possiede una licenza sulla Cittadella."
"...Non capisco." ammise Shepard.
"La Cittadella è un sistema chiuso: l'acqua del Presidium scorre attraverso tutta la stazione, prima di venire raccolta, purificata e incanalata nuovamente qui. Prima o poi quindi, tutta l'acqua sulla Cittadella passa dal Presidium... e se un pesce viene lavato sulla Cittadella, o se viene cresciuto in cattività..."
"Tecnicamente, ha nuotato nell'acqua del Presidium." comprese Shepad: veri sofismi da azzeccagarbugli.
"Visto?" disse Wrex trionfante: "Alla fine, ci sono pesci del Presidium."
"Ma non nel Presidium." ribatté Garrus paziente.
"Stessa cosa." borbottò il Krogan.
Avrebbero volentieri continuato quella loro discussione: Shepard per prima. Perché quando il peso della Galassia grava solo su di te, quando non hai nemmeno il tempo di piangere un amico, quando il tuo ambasciatore alla Cittadella ti ha appena pugnalato alle spalle... l'unica cosa da fare e stringere i denti, andare avanti... e magari parlare dei pesci. Perché fa troppo male o è troppo frustrante, parlare di ciò che importa davvero. Shepard non aveva modo di sfogare la sua ira, e così la raccoglieva, la collezionava, come se stesse comprimendo una molla: l'avrebbe fatta scattare al momento giusto, liberando in un unico istante tutto quello che aveva accumulato.
Poteva solo sperare che in quel momento avrebbe trovato Saren davanti a lei.
"...Dobbiamo dividerci ora." annunciò il comandante: indicando le direzioni verso l'ambasciata Asari e Turian. Avrebbe potuto dire così tante cose... ma Hayat guardò la sua squadra, i suoi krannt... i suoi amici, per i quali avrebbe dato la vita.
"Buona fortuna." disse solamente.
Il resto della squadra rispose con cenni d'assenso.
 
"...La ricompensa non la soddisfa?" chiese la Dalatrass Dardree a Shepard.
Come anche la volta precedente, il comandante aveva consegnato le medagliette della Lega dell'Uno prendendole semplicemente dalla sua giacca, e posandole sul tavolo dell'ambasciatrice, assieme al datapad sui Razziatori: niente come dare informazioni ai Salarian per assicurarsi che prima o poi arrivassero ovunque. Questa volta, lei e l'ambasciatrice erano davvero sole: non c'erano Spettri mimetizzati negli angoli della stanza.
La Dalatrass era stata decisamente compiaciuta quando Shepard aveva chiesto quell'incontro: la serie completa delle medagliette della Lega dell'Uno, di nuovo riunita. Grazie al primo Spettro Umano, fantasmi di quasi tre millenni dell'Unione Salarian avrebbero potuto essere finalmente messi a dormire, definitivamente, e in segreto: nessun altra vita sarebbe stata persa per cercare ancora testimonianze di quello sgradevole passato, e nel tempo, tutti lo avrebbero dimenticato.
Tuttavia, Shepard non aveva nemmeno accennato a prendere il datapad che l'ambasciatrice Salarian le aveva messo di fronte: una somma sontuosa, più un sostanzioso bonus per i servizi resi e la sua futura acquiescenza a non rivelare ad alcuno ciò a cui aveva preso parte.
"Affatto, ambasciatrice Dardree. Come sempre, la gratitudine dell'Unione Salarian è ineccepibile, tuttavia, mi trovo nella situazione di valutare il suo aiuto più dei crediti."
"Come sempre comandante... lei manca di sottigliezza."
"Lo imputo all'assassinio dello Spettro che doveva essere il mio mentore per mano di Saren."
"...Un pensiero che fa riflettere effettivamente." rispose la Dalatrass, sospirando brevemente: "Quanto varrebbe per lei il mio favore?"
"Ambasciatrice Dardree, voglio chiarire che non è un favore che cerco, ma il suo aiuto. La differenza è... minima, probabilmente."
"Inesistente in verità: non dovrebbe rinunciare alla ricompensa che le ho offerto..."
"Non mi aspetto che il suo tempo valga poco. E ho idea che un'ambasciatrice del suo calibro possa avere molti usi per quella cifra."
Dardree sollevò un sopracciglio glabro a quel punto, un gesto che aveva lo stesso significato in entrambe le specie: stava davvero suggerendo all'ambasciatrice Salarian di appropriarsi di quella cifra? Ma d'altro canto non poteva essere considerata vera corruzione, non quando i crediti provenivano dall'Unione...
"...E che cosa vorrebbe che facessi, comandante?"
"Ambasciatrice Dardree, ha familiarità col concetto di carta bianca?"
"No."
"La verità, Dalatrass Dardree è che non so ancora come avvantaggiarmi della sua collaborazione, solo di averne bisogno per fermare Saren."
"Quindi mi chiede una promessa di impegnarmi... senza sapere ancora di cosa ha esattamente bisogno."
"La gravità della situazione è tale, ambasciatrice, da rendere simili misure necessarie... so solo che nelle prossime ore, il suo aiuto sarà indispensabile per me."
"...Questo è il significato di carta bianca?"
"Più o meno: una firma ufficiale, la sua in questo caso, in fondo ad un documento che possa essere riempito in seguito."
"Ah... affascinante. E tutto questo, per fermare Saren?"
"Sì."
Shepard non insultò l'intelligenza dell'ambasciatrice: se veniva a chiedere aiuto a lei, era ovvio che il Consiglio non voleva, o non poteva, darglielo. Aiutare un Spettro ad aggirare il Consiglio era politicamente un suicidio, ma solo se scoperti. Il rischio era molto alto, ma con quella cifra... il suo clan avrebbe potuto prosperare.
Dardree si trovò ad un'impasse dal punto di vista logico:
"Mi viene da pensare che se è pronta a chiedere simili rischi ad un'ambasciatrice, lei sia costretta ad assumersene molti di più."
"È così, ambasciatrice."
"...Perché?"
"Perché non voglio arrivare a domani, sapendo che avrei potuto fare qualcosa oggi per fermare Saren..."
"Adesso parla come uno Spettro comandante." rispose Dardree, facendo sparire dal suo tavolo il datapad, e accedendo al suo omnitool: "Questo è uno dei miei codice di comunicazione personale. Una sola chiamata, e poi non varrà più niente."
"La ringrazio infinitamente, Dalatrass Dardree. Ora, dovrei andare..." rispose Shepard, alzandosi in piedi.
"Comandante?" la fermò la Dalatrass.
"Ambasciatrice?"
"...Quanto è grave? Saren intendo?"
Shepard sorrise tristemente:
"Solo i Prothean hanno visto qualcosa di simile." rispose il comandante, indicando il datapad che aveva lasciato.
 
Quando Shepard uscì dall'ambasciata Salarian, trovò già Garrus e Ashley ad aspettarla:
"Come è andata, ma'am?"
"Meglio di quanto mi aspettassi... non avrei saputo che fare di tutti quei crediti in ogni caso."
"Di quanto stiamo parlando?"
"...Abbastanza da potermi comprare un pianeta con atmosfera respirabile." ammise Shepard.
 Williams fischiò ammirata, qualcosa che Garrus osservò attento: con le loro labbra di corno, per i Turian era impossibile imitare quel gesto.
"Accidenti ma'am..."
"E a voi?"
"Orinia è sul piede di guerra." riassunse Williams: "Non abbiamo fatto in tempo ad uscire prima che cominciasse a strepitare contro Pallin, pretendendo un incontro immediato con Sparatus."
"L'ambasciatrice Orinia capo artigliere..." la corresse Garrus.
Al confronto di Williams, i modi spicci del comandante nel trattare con la Dalatrass Dardree dovevano apparire come i più fini florilegi diplomatici. Almeno però, sembrava che la scelta di mandare la marine avesse pagato: neanche Orinia sembrava essere un'amante delle formalità.
"...a proposito signora." disse Garrus passandole un creditometro e alzando le spalle di fronte allo sguardo del comandante: "L'ambasciatrice ha molto insistito." spiegò semplicemente.
"...A questo punto, mancano solo Liara e Wrex." commentò Shepard facendosi sparire il creditometro nella tasca della giacca: Laflamme avrebbe potuto accreditarlo sul suo conto non appena possibile.
"Stanno arrivando anche loro." disse Williams indicando la gobba di Wrex ad aprire la strada a Liara: non ci misero molto a raggiungerli.
"È stata un'esperienza... interessante." riassunse la dottoressa quando furono di nuovo assieme.
"In che senso?"
"È stata la prima volta in cui ho sentito una Matriarca Asari imprecare di gusto." disse Wrex, l'ombra di un sorriso all'angolo della bocca.
"Sul serio?"
"Ha detto qualcosa a proposito di, e cito testualmente, giovani Consigliere indegne perfino di essere accolite. Sembra che Tevos abbia un passato... colorito."
"Tevos? Non l'avrei mai immaginato."
"In ogni caso..." aggiunse Liara: "la Matriarca Amentiu è stata...più che desiderosa di aiutarci. E generosa nella sua ricompensa." spiegò l'archeologa passando a Shepard un creditomero.
Controllando l'importo, Shepard sospirò: non era un pianeta con atmosfera respirabile, ma di sicuro le avrebbe permesso di comprarne due inabitabili...
"Nessun problema quindi?"
"Credo che sia pronta a nominarti sua unica erede, Shepard. Specie dopo che Liara le ha consigliato gli ultimi capitoli: in effetti forse è un bene che tu non sia andata di persona."
"In che senso?"
"L'ambasciatrice T'Kenthi..." Liara arrossì mentre lo diceva."Ci ha assicurato che la flotta di difesa della Cittadella ignorerà qualunque nave che indicheremo... ma ci teneva a farti sapere comandante, che unire le vostre famiglie sarebbe per lei motivo di immensa gioia."
"Uh." rispose il comandante arrossendo a sua volta: "Ah... Ehm... spero che tu abbia rifiutato l'invito."
"L'ha fatto." rispose Wrex, battendo una mano sulla spalla della dottoressa, e quasi lanciandola via: "...Strana specie voi Asari comunque: bastano due fogli di metallo per rendervi disponibili. Su Tuchanka, a meno di uccidere qualcosa di grosso, non si ricevono richieste di riproduzione."
"Non tutte gli Asari sono uguali Wrex." ribatté risoluta la dottoressa: "E L'Anima e La Dea non sono solo due fogli di metallo..."
"Come ti pare T'Soni. Allora? Possiamo andarcene dalla Cittadella? Direi che mi sono trattenuto abbastanza per oggi."
"Non ancora... ora possiamo scappare dalla Cittadella con qualsiasi nave, questo è vero, ma ci serve la Normandy per raggiungere Ilos in fretta. Dobbiamo trovare un modo per annullare gli ordini di Udina nelle prossime ore."
"E come faremo, ma'am?"
"Per il momento, direi di far visita ad Anderson: ha chiesto un'incontro negli agglomerati proprio per darci una mano, spero."
"...Spera?"
"A questo punto, non so più cosa pensare Williams. Sarà meglio tenere un profilo il più basso possibile: dire che abbiamo attirato già abbastanza l'attenzione nel Presidium..."
"Specie dopo che qualcuno è saltato in acqua..." ricordò il Turian.
"...Ashley, Wrex: tornate alla Normandy. Io, Garrus e Liara ci incontreremo con il capitano Anderson. Ci terremo in contatto e vi faremo sapere quanto prima."
"Ricevuto signora."
"Se dovesse succedere qualcosa, vi autorizzo ad agire con ogni mezzo necessario. Fermare Saren ha la priorità."
"Con tutto il dovuto rispetto ma'am, non ho intenzione di lasciare indietro nessuno questa volta..."
"Williams...
"E senza di te Shepard, andare a caccia di Saren non avrebbe lo stesso sapore."
"...Questo è vero, comandante." disse Garrus.
"Fino alla fine ma'am. Fino in fondo."
Il comandante poteva rispondere in un solo modo:
"...Oorah, Williams. Ci terremo in contatto."
"Buona fortuna, ma'am."
"Non hanno bisogno di fortuna Williams. Ci siamo noi pronti ad andarli a prendere." ribatté Wrex.
Fu il primo sorriso che il Krogan riuscì a causare nella marine.
"...Vero anche questo." concesse Williams
 
***
 
Gli agglomerati erano peggiorati in quei mesi in cui erano stati per la Galassia: per quanto pur sempre vicino alle fondamenta della stazione, ovvero uno dei luoghi di transito più frequente della Cittadella, Shepard, Liara e Garrus non poterono fare a meno di notare agli angoli delle strade, qua e là, drogati alla loro ultima dose, tremanti come foglie, che venivano schivati da tutti, e prostitute Asari dallo sguardo nervoso, che scrutavano la folla con troppa forza, cercando un cliente da accalappiare. Addirittura, ci fu un Umano che chiese a Shepard, riconoscendola come un militare ma nulla di più, di aiutarlo a procurarsi la sua dose, invocando un trattamento preferenziale per via dell'appartenenza alla stessa specie. Divenne insistente, fastidioso e spiacevole al punto che Shepard gli regalò un sinistro, che lo avrebbe tenuto al tappeto per ore: il fatto che nessuno intervenne la diceva lunga sullo stato d'animo degli occupanti della Cittadella. Il clima a bordo della stazione era... teso.
Per entrare al Flux non fecero la fila, ma si presentarono immediatamente all'entrata. Nonostante il buttafuori fosse nuovo, Doran doveva aver dato ordini precisi: il primo Spettro Umano era sempre un'ospite gradito nel locale del Volus, assieme al suo equipaggio, almeno fino a quando non avessero esaurito il fondo di 2000 crediti a testa. Per Shepard e Garrus invece, i drink sarebbero stati gratis a vita.
Fu Rita, la sorella gemella di Jenna, che aveva in passato collaborato col C-Sec, che li riconobbe e li accolse per prima: analizzando la sala, Shepard individuò sua sorella occupata ad intrattenere un tavolo di clienti.
Dopo qualche convenevole, Rita li portò nel privè del locale, dove Anderson li stava già aspettando, seduto in compagnia di una vodka liscia e di diverse ciotoline di sottaceti: cetriolini, croccanti cavoli in salamoia, olive piccanti... a quanto pareva, Anderson beveva vodka come un vero moscovita.
"Capitano." disse Shepard, quando Anderson si alzò in piedi: per l'occasione era vestito da civile, e il cappotto sformato che indossava avrebbe ingannato anche gli occhi più esperti.
"Sono felice che sia venuta, comandante."
"Posso farvi portare qualcosa?" chiese invece Rita con un sorriso.
"...Un Margarita Sames, per me." rispose Shepard sedendosi: "Potrebbe essere l'ultima cosa che berrò." aggiunse con un'alzata di spalle: tanto valeva vivere.
"3,1,1?" chiese Rita: "...niente Triple Sec, ma Cointreau?"
"Esatto." si compiacque Shepard.
"Per me un Sazzìk con ghiaccio. E dello zunhi da sgranocchiare." aggiunse Garrus.
"...E per me un calice di vino di Elara, per favore. L'annata migliore che avete."
"Ve li porto subito." rispose Rita prima di eclissarsi.
Shepard aspettò che la ragazza fosse fuori dalla portata d'orecchio prima di parlare:
"Ha già sentito quello che è successo alla Normandy?"
"Sì." rispose asciutto Anderson.
"...Cosa non sappiamo?"
Qual'era la promessa fatta ad Udina per la quale li aveva venduti? L'ambasciatore non era stupido: per accettare di abbandonare il primo Spettro Umano, dovevano avergli fatto danzare di fronte agli occhi qualcosa di irresistibile.
"I Consiglieri stanno prendendo in considerazione l'idea di elevare l'Umanità a quarto membro del Consiglio." spiegò Anderson senza preamboli, svuotando il suo bicchiere in un solo sorso.
Fu una fortuna che Shepard non avesse avuto niente in mano in quel momento, o l'avrebbe fatto cadere:
"Kaşar ...Kaşar!" ripeté il comandante, affondandosi la faccia nelle mani.
"È solo una promessa vuota." riferì Anderson riempiendosi il bicchiere di nuovo, per nulla impressionato dalle maledizioni in turco di Shepard: "Ma Udina è abbastanza stupido da crederci. Chiunque tranne il nostro ambasciatore si renderebbe poi conto che comunque è un processo che richiederebbe anni, se non decadi."
"Ma è stato abbastanza per vendere la Normandy." disse Liara.
Anderson annuì:
"Arcturus è in fermento: in questo momento, non c'è politico che non venderebbe la propria madre per avere l'occasione di partecipare. E Udina, come contatto diretto tra l'Umanità e il Consiglio, ha il potere di fare tutto ciò che vuole, almeno fino a quando la situazione non si sarà calmata. Credo che si stia masturbando con l'idea di essere il primo Consigliere Umano, senza offesa dottoressa T'Soni."
"Nessuna offesa capitano: passare dei mesi su una nave piena di marine ha di certo allargato i miei orizzonti culturali sull'arte dell'imprecazione."
"Posso solo immaginare..." commentò Anderson con un mezzo sorriso: "In ogni caso, con questa promessa, il Consiglio ha Udina al guinzaglio. Possono chiedergli qualunque cosa in questo momento, e ottenerla senza dover fornire un perché..."
"Compreso mettermi col culo a terra."
Anderson annuì:
"Mi ha buttato fuori dall'ambasciata prima che potessi mandarvi un messaggio." spiegò, prendendo un sorso di vodka.
"Merda..."
"Che figlio di puttana." commentò Garrus: per i Turian, c'erano i bastardi, e i bastardi che vendevano i propri alleati.
"E nel frattempo, mentre i politici sono troppo occupati a baciarsi l'ano a vicenda, non vedono Saren che avanza." commentò Shepard amara.
"...Esattamente comandante."
"Una ragione di più per raggiungere Ilos immediatamente."
"E per farlo, vi servirà la Normandy." riassunse Anderson.
"Ho già messo in moto le mie risorse, capitano..."
"Ha delle risorse adesso, comandante?" chiese Anderson ironico, a cui Shepard rispose a sua volta con un sorriso:
"...E una squadra formidabile. Abbiamo una finestra temporale di poche ore, in cui possiamo lasciare la Cittadella, senza preoccuparci che la flotta schierata a difesa ci spari addosso... se solo riuscissimo a revocare il blocco imposto da Udina sui sistemi primari della Normandy." L'ultimo pezzo del puzzle e quello più importante:
"...Ed essere nei sistemi Terminus prima che qualcuno si accorga che siete spariti.... Può contare sul mio aiuto, comandante." completò Anderson svuotando un altro bicchiere.
"Si rende conto signore che se falliamo su Ilos, sarà lei che si prenderà tutta la colpa? La processeranno per alto tradimento."
"E se Saren trova il Condotto, la vita come la conosciamo è finita. I Razziatori ci distruggeranno. Ho letto i suoi rapporti su Virmire... Umani, Asari, Turian... tutti quanti. Tu sei l'unica che può fermarlo, e lo sappiamo entrambi, Shepard. Farò tutto quello che posso per farvi lasciare la stazione a bordo della Normandy."
E vi estinguerete, perché lo esigiamo.
La situazione era così grave, che Shepard era disposta a sacrificare un suo alleato per fermare Saren... di nuovo: la gravità della minaccia rappresentata dai Razziatori non poteva essere sottovalutata, ma solo affrontata.
"Non lo dimenticherò capitano..."
Anderson scosse la mano, per scacciare quella gratitudine sentimentale:
"Andiamo comandante, non vorrà mettersi a piangere di fronte a me."
Shepard sorrise appena:
"Certo che no signore. Piangere di fronte ad un anziano sarebbe disdicevole."
Anderson però non ebbe occasione di ribattere, perché Rita arrivò in quel momento portando i loro ordini, e scomparendo subito dopo aver ricevuto i loro ringraziamenti: Shepard scoprì con delizia, che il suo cocktail era perfetto.
"Da quello che so..." cominciò il capitano: "L'unico modo per sbloccare la Normandy è farlo direttamente da una delle console dal centro di controllo traffico della Cittadella. Dovrei riuscire a darvi qualche secondo per far decollare con la Normandy prima che qualcuno si accorga di quello che sta succedendo..."
"Troppo pericoloso." obbiettò Garrus: "Mi scusi capitano, non metto in dubbio il suo addestramento: ho visto quello che sa fare un N7, ma quella zona è ad accesso limitato e pattugliata da guardie armate per una ragione. Non riuscirà nemmeno ad entrare."
"Non preoccupatevi di questo: non sono ancora così vecchio..."
"Deve esserci una soluzione migliore al farla ammazzare, capitano."
Anderson scosse la testa:
"L'ambasciatore Udina ha ordinato il blocco dal suo ufficio. Se potessi accedere magicamente al suo computer, forse potrei farlo da lì."
"E chi dice che sia impossibile?" chiese Shepard, accedendo al suo omnitool e digitando un breve messaggio che spedì all'ambasciatrice Salarian: Accesso illimitato all'ambasciata Umana per il capitano Anderson. Richiedo conferma.
"Questo la farà entrare..." spiegò il comandante, guadagnandosi uno sguardo di vera sorpresa da parte del suo vecchio superiore: "Ora dobbiamo solo aspettare la conferma."
"Udina non resterà a guardare mentre usa il suo computer..." disse Liara.
"Con un po' di fortuna, non sarà nemmeno lì. Altrimenti mi inventerò qualcosa." disse Anderson facendosi scrocchiare le nocche: "In fondo, è stato Udina il primo a rendere tutta la faccenda personale."
Su questo, il comandante non ebbe niente da obbiettare, prendendo un altro sorso dal suo Margarita, mentre Anderson faceva lo stesso, sbattendo il bicchiere vuoto sul tavolo con aria soddisfatta:
"Pronta a lasciare questa dannata stazione?"
"Aye aye sir." disse Shepard svuotando il bicchiere: sperò solo che avrebbe potuto tornare al Flux.
Al suo fianco, Garrus e Liara ebbero lo stesso pensiero: ormai non si tornava più indietro.
 
***
 
Le risorse del comandante Shepard, qualunque esse fossero, non si erano fatte attendere. Avevano giusto fatto in tempo a chiedere un secondo giro alla ragazza del bar, sembrava che lei e il comandante si conoscessero, almeno superficialmente, prima che arrivasse il via libera. Anderson si era messo in marcia immediatamente: aveva scelto di andare a piedi, altrimenti c'era il rischio che raggiungesse le ambasciate prima che Shepard tornasse alla Normandy.
Non sarebbe stata una cosa lunga: dal Flux, si poteva accedere al Presidium piuttosto facilmente, per trovarsi a poca distanza dalla Torre del Consiglio, e avrebbe dato ad Anderson l'occasione di ripensare al passato.
Il capitano stava invecchiando, e questo era evidente perfino a lui, ma non c'era niente di male in questo, né si poteva fare qualcosa in proposito. Per quanto pericoloso fosse il ruolo che si era scelto, Anderson non aveva paura di fallire: stava invecchiando, ma era pur sempre uno dei primi N7 dell'Alleanza. Con un accesso illimitato all'ambasciata Umana, perfino una dannata recluta sarebbe riuscita a raggiungere l'ufficio di Udina...
Anderson si scoprì a sospirare mentre prendeva l'ascensore che l'avrebbe portato alle fondamenta della stazione, e da lì al Presidium: sembrava solo ieri che aveva preso Shepard sotto il suo comando, e invece erano passati già quattro anni. Il tempo scorre sempre senza che uno se ne renda conto...
Quando per ordine di Hackett era andato a prenderla in un laboratorio dell'Alleanza su Marte, subito dopo che il progetto Nemesis era stato fatto chiudere da Macmillan, la donna che si era trovato di fronte era stata completamente diversa da quella che i rapporti sull'Eroina di Elysum, e il suo curriculum precedente, avrebbero suggerito. Anderson non si era aspettato una giovane donna che tentava di nascondere il taglio di capelli e le incisioni chirurgiche che le erano state fatte sotto un cappello di lana a sacco: soprattutto, Anderson non si era aspettato gli occhi. Non erano stati quelli di veterani induriti dal servizio: nei suoi anni con l'Alleanza, Anderson aveva visto ogni tipo di soldato che uscisse dal tritacarne e dopo aver incontrato Macmillan, Anderson si era aspettato di trovare una persona con gli stessi occhi. Occhi freddi, morti... come quelli di un pesce... e invece, la persona da cui l'allora comandante Macmillan, il macellaio di Torfan, l'aveva portata, era... l'opposto. Aveva uno sguardo stanco, ma vibrante, pieno di vita e di intelligenza: nonostante il volto scavato e l'estrema magrezza, un effetto collaterale del progetto, grave al punto che si era reso necessario nutrirla per via endovenosa; Shepard non aveva esitato ad alzarsi in piedi, e a salutarlo.
Era anche arrossita, un poco almeno, mentre si presentava:
"È un onore conoscerla, capitano Anderson." di fronte a quella scena, Macmillan aveva scosso la testa infastidita, lasciandoli immediatamente.
In seguito, Anderson aveva scoperto, con sua stessa sorpresa, di essere... una sorta di idolo per l'allora giovane tenente. Come se Shepard non avesse salvato una colonia solo due anni prima, qualcosa che nemmeno Anderson era mai riuscito a fare. C'era voluto un po' per capire che tipo di persona il comandante Shepard fosse realmente, e dopo quattro anni non poteva dire di esserci riuscito completamente, ma la verità era che il Primo Spettro Umano sembrava ignara del suo valore, anche se non delle sue capacità. C'era poco che aveva potuto insegnarle: forse troppo poco. Shepard era una combattente nata, ma aveva dovuto imparare di nuovo a stare in mezzo alla gente: Anderson aveva scoperto che, più di tutto, Shepard aveva bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lei.
Il capitano non si era mai fatto illusioni: Shepard non era nessuno dei suoi figli, e di certo non era Cynthia, da cui aveva divorziato... Dei, sembravano secoli fa. E tuttavia, Anderson aveva mandato la sua vita personale abbastanza in malora da voler cercare un riscatto in quella professionale: si sarebbe preso lui cura del comandante...
Ormai il distretto delle ambasciate era in vista, e Anderson rallentò: c'è un fondo di verità nella massima secondo la quale una parola gentile e una pistola portano più lontano di una pistola e basta: il capitano rivolse un cenno alle guardie all'esterno, come aveva fatto ogni giorno in quei mesi in cui aveva cercato informazioni su Saren. Scambiò anche qualche breve convenevole con la receptionist, un Asari di cui ancora faticava a ricordare il nome completo: Saphyria qualcosa...
Raggiungere l'ufficio dell'ambasciatore non fu difficile quando ogni porta si aprì di fronte a lui automaticamente: fu lievemente inquietante perfino. Quando Anderson raggiunge l'ufficio di Udina, aveva la sua giacca in mano, e seppe, dai rumori che provenivano all'interno, che il buon ambasciatore stava ancora lavorando. Peggio per lui: non c'era più tempo per le sottigliezze.
Udina avrebbe assaggiato il destro che una volta aveva messo al tappeto perfino il comandante Shepard.
 
Nel frattempo, Shepard si stava occupando dei tecnici dell'Alleanza sulla banchina: non era armata, ma brillava come una torcia, spalleggiata dalla Squadra al completo. Wrex gettò un fucile a Garrus, così che tutti quelli che non erano biotici fossero comunque armati. Ai tecnici dell'Alleanza, la Squadra si mostrò com'era davvero:
"Buon dio..." balbettò qualcuno.
Senza smettere di brillare, Shepard sorrise, di quel sorriso spaventoso che le era proprio:
"Signori, qualcuno di voi è armato o dotato di poteri biotici?"
I tecnici si guardarono l'un l'altro, e la risposta, tenue ed impaurita, poteva essere una sola:
"No..."
"Noi lo siamo... il che significa?"
"...State prendendo la nave?"
Shepard si rivolse a Williams a quel punto:
"Ecco perché sono rimasta nell'Alleanza: solo il meglio del meglio. Lo apprezzo signori."
"Ah..." interloquì Garrus, gettando assieme a Tali una mina tecnologica in mezzo al gruppetto dei tecnici: "E con questo, temo avrete qualche difficoltà a contattare i vostri superiori."
"Fossi in voi... mi metterei a correre." suggerì la Quarian.
E i tecnici dell'Alleanza obbedirono.
 
Anderson non era stato nell'ufficio dell'ambasciatore molto spesso in quei mesi, senza dubbio un tentativo dell'ambasciatore di ricordargli qual'era il suo posto: la giacca rimase fuori.
Non appena le porte si aprirono, e Udina lo vide, l'idea che qualcuno fosse abbastanza infuriato da fargli pagare quel suo tradimento non venne nemmeno in mente all'ambasciatore: se ne stava seduto alla sua scrivania, occupato a scrivere l'ordine che avrebbe riassegnato l'equipaggio della Normandy.
"Anderson... che cosa ci fa qui?"
Il capitano non seppe che faccia stesse facendo in quel momento, ma sperò solo che Udina non capisse prima che fosse troppo tardi: ecco perché non corse, ne gli saltò addosso. Si avvicinò a lui con una placida camminata:
"Non mi sembra di aver chiama..." ma Udina non finì la frase: il destro di Anderson lo prese in faccia, sulla tempia, scuotendogli il cervello come un budino.
L'ambasciatore crollò di faccia sulla sua scrivania, mentre il capitano si metteva al suo computer: i secondi passarono veloci.
Rilasciare blocco ai sistemi della SSV Normandy SR1, priorità assoluta.
In un altro momento, qualcuno avrebbe potuto obbiettare ad un simile ordine: nessuno che conoscesse Udina avrebbe mai creduto che quell'ordine fosse stato scritto da lui, ma poiché il messaggio veniva dal suo computer personale, la catena di comando a valle della sua scrivania, ovvero il comando congiunto sulla Cittadella, si affrettò ad obbedire. Non si discute un ordine con priorità assoluta...
Nel cockpit della Normandy, Joker fissava gli strumenti e le sue spie, strofinandosi il pollice e l'indice in un gesto nervoso: tutto era bloccato, ma il pilota non osava distogliere lo sguardo, temendo di perdere l'occasione. Dietro di lui, con la mano sulla sua testiera, Shepard faceva lo stesso.
I secondi passavano: i tecnici dell'Alleanza dovevano essere quasi sul punto di avvisare le autorità portuali della Cittadella...
Joker incrociò lo sguardo di Shepard... e tutte le sue spie di controllo segnalarono il via libera: le mani del pilota danzavano già sui comandi prima che il comandante avesse avuto il tempo di finire di parlare.
"Portaci fuori, Joker. Ora!"
La Normandy si staccò dalle pinze di attracco della Cittadella: ora nessuno poteva più fermarli e nell'ufficio dell'ambasciatore, Anderson confermò in diretta la fuga della Normandy dalla Cittadella.
"Buona fortuna comandante." sussurrò il capitano: solo allora chiamò la sicurezza dell'ambasciata.
"Udina è stato aggredito nel suo ufficio." comunicò brevemente nell'intercom: i marine dell'Alleanza arrivarono prima che il capitano avesse avuto il tempo di raddrizzare l'ambasciatore.
"Signore...?"
"È ancora vivo." spiegò Anderson: "Ma sarà fuori combattimento per un po'. Gli ho dato un pugno in faccia."
"È stato lei a...?"
Anderson annuì, mentre il capo del drappello di marine sembrò osservare la scena per un po'. Alla fine abbassò il fucile:
"...Qualcuno doveva farlo prima o poi. Mi spiace solo che non sia toccato a me, signore."
"La sua giacca signore." disse un altro, portandola dentro e consegnandola al capitano.
Solo allora qualcuno chiamò il personale medico.
 
***
 
"Aww dannazione... Non ci insegue nessuno? Speravano che il Consiglio mandasse qualcuno ad inseguirci." si lamentò Joker.
"Disse Han Solo scappando dalla Morte Nera..." commentò sarcastica Grenado al suo fianco: "...Siamo stati fortunati." disse, mentre la Normandy ingaggiava il vettore di avvicinamento al portale galattico.
"La fortuna non centra nulla." rispose Shepard, prima che la Normandy attraversasse il portale.
E poi il loro qui, fu a decine di migliaia di anni luce dalla Cittadella: erano di nuovo nella Nebulosa testa di Cavallo.
"...Tutti i sistemi nella norma." annunciò Grenado dopo aver controllato la sua console.
"Fare rotta per Ilos Joker. Massima velocità. Mantenere propulsione silenziosa almeno fino a quando non saremo nell'ammasso di Ninmah."
"Sissignora. Ha visto comandante? È come aveva detto lei."
"...Che intende, FLT?"
"È la seconda volta che rubo la Normandy, ma questa volta, sto eseguendo gli ordini."
"Mmhh... deve sembrarle banale a questo punto."
"La prima volta non si scorda mai signora... ma anche la seconda non è male."
"...Qualcosa per il diario di bordo Grenado?"
"Saremo la prima nave dell'Alleanza ad attraversare il portale di Mu signora... bene o male che vada, ne valeva la pena solo per questo."
"Cerchiamo di entrare nella storia da eroi, invece che da martiri, Grenado..." suggerì Joker.
"La ricevo forte e chiaro, signore."
L'XO li raggiunse in quel momento:
"...Ci sarà la corte marziale per noi signora." commentò cupo.
"Rimorsi?"
Pressly scosse la testa:
"Non fino a quando lei è il CO."
"Eh! Chi l'avrebbe mai detto: Pressly, sei un tipo a posto alla fine."
"XO Pressly per lei, signor Moreau." rispose Charles di riflesso.
"...Condizioni della Normandy?" chiese Shepard.
"Tutti i sistemi operativi al 100%. Rotta impostata."
"ETA?"
"Poco meno di quaranta ore." rispose Joker.
"...Meno di quanto mi aspettassi."
"Il portale di Mu non ha raggiunto la velocità di fuga dal suo ammasso comandante, quando la stella a cui era ancorato è diventata una supernova. La gravità lo ha catturato di nuovo dopo che l'onda d'urto l'ha mandato alla deriva... non è andato molto lontano. E con le coordinate precise, è facile trovarlo."
"Mmhh..." Il che significava che Saren rischiava di avere quasi un giorno di vantaggio su di loro.
"...Signora?" chiese l'XO mentre la Normandy saettava nello spazio verso zone sempre più remote e pericolose.
"Sì Pressly?"
"Tutto questo... sto scoprendo che una parte di me lo adora."
Perfino Joker si girò sulla sua poltrona per guardare l'XO: se gli fosse cresciuta una seconda testa, avrebbe fatto meno impressione al pilota.
Shepard sorrise invece, rimanendo con lo sguardo sulle strisce di luce che erano le stelle viste dalla propulsione FTL:
"...Continuate pure signori." disse prima di lasciarli.
 
Il suo ultimo giro della Normandy, Shepard lo affrontò come un pellegrinaggio: non ci fu nessuno che non ricevette la sua visita. Ogni stazione, ogni reparto, ogni membro del suo equipaggio ebbe qualche momento da passare con il suo comandante, mentre all'orizzonte si addensava il loro arrivo su Ilos. Liara compilò una breve descrizione del pianeta in base a quello che sapeva dai suoi studi, e Shepard riuscì anche a correggerla in un paio di punti, in base alle informazioni che aveva dal Cifratore. Non ci si poteva preparare davvero ad una battaglia come quella: si poteva solo scegliere come affrontarla. Shepard fece del suo meglio perché tutti fossero pronti: sereni, ma non rassegnati e con il minor numero di rimorsi possibili. Furono brevi parole quiete, di coraggio e di rispetto reciproco: lo scambio ed il rinnovo della loro fedeltà.
"È strano essere in fuga dall'Alleanza..." le avrebbe detto Chakwas, guardandola con i suoi occhi verdi: "Questo equipaggio ha sacrificato tutto per te, Shepard. Non ci deludere."
"Lo prometto."
"Non riesco a credere che siamo riusciti davvero a rubare la Normandy." le avrebbe confessato Garrus: "Un bel rischio... ma so che ne varrà la pena, comandante."
"Andrà bene Garrus: fatti solo trovare pronto per quando troveremo Saren."
"Sì comandante."
"Rubare una nave dell'Alleanza..." avrebbe commentato invece Wrex, sempre sornione: "Nemmeno io ho mai fatto una cosa del genere..."
"Il Consiglio penserà che sono pazza... che le sonde Prothean mi hanno fritto il cervello."
"A volte pazzo è il modo migliore... sono con te fino in fondo, Shepard. È il minimo che possa fare."
"Lo apprezzo, Wrex."
"Con te, tutto diventa possibile."
Anche Adams avrebbe avuto qualcosa da dirle: per lo più rassicurazioni sullo stato della Normandy. Parole confortanti sullo stato del motore: la Normandy li avrebbe portato su Ilos senza problemi.
Tali invece avrebbe commentato in questo modo la loro prodezza:
"Siamo ricercati ora, in fuga dalla legge... molto eccitante, Shepard. Chissà cosa potrebbe farci il Consiglio se ci catturassero..." sotto la spavalderia però, Tali avrebbe saltato da un piede all'altro, nervosa e preoccupata.
Ma Shepard non avrebbe saputo resistere ad infastidirla un poco:
"Tuo padre non ha qualche influenza politica? Non credo lascerebbe marcire la sua bambina in prigione." ma il suo umorismo si sarebbe scontrato contro le usanze Quarian:
"Tu non lo conosci: rubare una nave è considerato un delitto capitale tra la mia gente. Probabilmente vorrebbe venire ad uccidermi con le sue stesse mani..."
"Tali..." le avrebbe Shepard detto posandole una mano sulla spalla: "Mi dispiace... non credevo di metterti in una simile situazione."
"Non è molto diversa da quella in cui siete tutti voi." avrebbe ribattuto risoluta la Quarian.
"...Hai ragione. Ma mi dispiace lo stesso."
"Non esserlo: la scelta di rimanere a bordo è stata mia. So che è stata giusta... è solo che va contro tutto quello che mi hanno insegnato. Non preoccuparti... andrà meglio quando spareremo ai Geth."
"Tali... se dovessimo uscirne vivi... e se la Flottiglia non ti volesse indietro... a parte il fatto che dovrebbero vedersela con me, ti prometto che la Normandy sarà sempre pronta ad accoglierti."
Tali si sarebbe sciolta nell'abbraccio di Hayat: la Quarian era davvero la sorella che non aveva mai avuto e il cuore della squadra...
 
Prima di cena, si trovò anche il tempo di commemorare Alenko, il suo sacrificio su Virmire e di lamentare la perdita del loro commilitone: di lasciar infuriare il loro lutto.
Quella sera, Williams declamò con una quieta voce per tutto l'equipaggio una poesia di Dylan Thomas: qualunque cosa questo rivelasse sulla sua relazione col tenente, nessuno fu così stupido da chiederlo.
La recitò così, a memoria, senza guardare nessuno: fu l'addio della Normandy al tenente. Fu l'addio di Ashley a Kaidan:
"Non andartene docile in quella buona notte,
I vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno;
Infuria, infuria, contro il morire della luce.

Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta 
Perché dalle loro parole non diramarono fulmini 
Non se ne vanno docili in quella buona notte,

I probi, con l'ultima onda, gridando quanto splendide 
Le loro deboli gesta danzerebbero in una verde baia, 
S'infuriano, s'infuriano contro il morire della luce.

Gli impulsivi che il sole presero al volo e cantarono, 
Troppo tardi imparando d'averne afflitto il cammino, 
Non se ne vanno docili in quella buona notte.

Gli austeri, prossimi alla morte, con cieca vista accorgendosi 
Che occhi spenti potevano brillare come meteore e gioire,
S'infuriano, s'infuriano contro il morire della luce.

E tu, padre mio, là sulla triste altura maledicimi,
Benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose, te ne prego.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.
"
E come Williams li aveva spronati e Kaidan aveva mostrato con l'esempio, nemmeno loro se ne sarebbero andati docili nel morire della luce...
 
***
 
"...Hayat? Posso parlarti?"
Liara era arrivata durante la notte: era arrivata prima che potesse chiamarla. Anche Liara ormai sapeva quando non avrebbe trovato nessuno sul suo cammino: in quelle ore in cui anche Prescott lasciava la sua postazione, tra il secondo e terzo turno di servizio, quando il secondo ponte era deserto.
"Stavo giusto pensando a te."
"E io a te..." rispose Liara chiudendosi dietro la porta e bloccandola: "E a ciò che dovremmo affrontare su Ilos. Una parte di me teme che siamo già troppo tardi..."
"Liara..." ma l'archeologa la zittì con un bacio che sapeva di liquore: "Mmhh..."
Anche preda della passione, Shepard non poté evitare alla sua mente il lavorio che le era consueto, e provare a ricostruire gli eventi che avevano portato Liara da lei in quel momento. Non fu difficile e ne avrebbe trovato conferma presto. Perché Liara sapeva quello che pensava, e viceversa:
"Non voglio che arriviamo su Ilos con dei rimpianti." affermò Liara cominciando a slacciarsi il camice.
E rimpianti ne avevano già avuti comunque: quanto avevano sacrificato per quella missione? E quanto avrebbero dovuto ancora? Dopo la rivelazione che era stata la Sovereign, era possibile che fossero solo all'inizio, o che fosse già troppo tardi: tutto ciò che avevano, così poco, eppure così prezioso...poteva scomparire facilmente, in un solo istante. L'universo però, prende da noi solo ciò che gli permettiamo e Liara, anche se si era affacciata a tutto questo da così poco per la sua specie, miseri mesi, non voleva più sacrificare nulla alle circostanze.
"Liara non voglio che tu ti senta obbligata..." provò a fermarla l'Umana, ma, di nuovo, l'archeologa la zittì.
"Ho solamente 106 anni... non ho mai pensato a questo prima di incontrarti. Ma ora... lo voglio. Ho avuto ogni occasione prima... ma qualcosa si è sempre messo tra noi. Ora basta: non voglio più aspettare. So che sarà perfetto, anche se magari non sarà come avremmo voluto." affermò Liara lasciando cadere il camicie a terra: sotto, non portava niente.
Di fronte a lei, Liara era nuda, blu e bellissima. Shepard stava già fissando: prima di parlare, dovette inghiottire.
"...Lo voglio anch'io Liara, mentirei se dicessi di no, mentirei se dicessi di non aver pensato a questo... più di una volta... ma sei sicura di essere... pronta?"
Era galanteria, sciovinismo, o semplicemente il risultato di una vita passata a negare i suoi istinti, il suo? Liara non seppe decidere e non le importò:
"Non sono mai stata più sicura di altro in vita mia. Ti unirai a me, Hayat? Lascerai che i nostri corpi, e le nostre menti, diventino una?"
Solo allora l'Umana riuscì a distogliere lo sguardo e incrociare i suoi occhi:
"Credevo che non me l'avresti mai chiesto."
Furono baci all'inizio, ma diversi da quelli che avevano scambiato: pieni di bisogno, che non sembravano bastare. Baci, gesti e carezze che ne imponevano altri, mentre Liara si arrovellava a risolvere il mistero che era la divisa di comando di Shepard, cercando di sciogliere l'enigma che erano bottoni e cintura.
Shepard l'aiutò come poté: non fu difficile e non richiese molto tempo, ma prese più del previsto. Mentre l'inesperienza di Liara spingeva in un senso, il suo ardore premeva in quello opposto: fu dolce, per quanto goffo, ma alla fine, Hayat fu nel suo stesso stato, i suoi vestiti gettati a terra, come un vecchio guscio dimenticato e inutile.
"O per la Dea..."
"Puoi chiamarmi Hayat, Liara." le rispose, guadagnandosi un sorriso ad accompagnare il violetto sulle guance di Liara: la timidezza però non le arrivava agli occhi, riempiti di ben altri pensieri.
Fu la volta però dell'Umana di arrossire di fronte a quello sguardo, a causa della conoscenza che aveva del suo aspetto e di provare a nascondersi: Liara non glielo permise, afferrandole le mani.
"Non hai niente che non abbia già visto... anche se ammetto che il colore è davvero... affascinante."
"...Sicura che tutte queste mie cicatrici non siano... brutte a vedersi?"
E in quei mesi, ne aveva guadagnate di nuove, oltre ai segni di shrapnel e lo sfregio che aveva in faccia: le cicatrici lasciate dai mercenari Krogan su Ontarom, quello del proiettile che era entrato e uscito su Nepmos e quello, ancora visibile come una chiazza scolorita sul suo piede, dell'acido del Rachni su Noveria, senza dimenticare quelle più vecchie sulla schiena, per l'installazione degli impianti biotici... Liara le percorse tutte, mescolando la sua pelle a quella del comandante. Una bambola di stracci, vecchia e abusata... era un pensiero che il comandante cercava di evitare, o seppellire... ma che non era mai riuscita ad estirpare del tutto. Non da sola almeno:
"...Tu sei splendida. Vedi il tuo splendore in me?" chiese l'archeologa, citando Rumi.
E Hayat dovette ammettere che sì, la persona che si rifletteva negli occhi azzurri di Liara era davvero splendida: anche se non perfetta, in quel momento l'Umana si sentì, in quell'intimità, in quella dolcezza... compiuta e completa. E pronta ad essere in balia di Liara: che importava se era un Asari? Che importava se dal punto di vista evolutivo, Shepard aveva più in comune con i pesci della Terra, che con lei?
Che importava di fronte all'invisibile mistero che c'era tra loro?
Niente. Assolutamente niente: non c'erano risposte da cercare, ma solo il mistero da esplorare con i loro corpi e loro sensi.
Hayat si lasciò spingere sul letto, rimanendo a guardare Liara ancheggiare verso di lei, salire sopra di lei, senza che riuscisse a staccare gli occhi da quel blu intenso: blu come l'oceano, come il cielo... un bacio, dolce...
E poi loro due, furono l'uno che si specchiò nel nero, quando la sclera di Liara e le sue iridi divennero color tenebra, e le loro due identità furono uno così come i loro corpi erano già.
Prendere e dare, senza sapere chi riceveva che cosa, o a chi qualcosa non veniva dato, solo per prolungare l'attimo, l'eccitazione... l'estasi. Perché conoscere il sapore di un altro, il calore di un altro... loro erano in balia di loro stesse: perfette, in quell'istante, nella penombra della cabina del comandante della Normandy, mentre piccole fiammelle di energia oscura lambivano i loro corpi, che bruciavano di ben altro fuoco.
Fu l'abbandono completo all'estasi, e la ricerca di tutto ciò che le parti dell'uno potessero dare ai loro corpi: furono lingue, e dita, e muscoli, mentre rotolavano sopra il letto, cercando ogni angolo, ed esplorando loro stesse.
Fu carne e sangue, dolcezza e forza, estasi e abbandono...
Fu.
Fu, fino a quando la stanchezza non vinse le loro membra, e le loro menti non poterono reggere oltre lo sforzo dell'unione mentale e quell'estasi. Crollarono, come due alberi che avevano perso improvvisamente le radici. O forse, come foglie, si abbandonarono al vento...
 
Liara si risvegliò molto tempo dopo: anche volendo essere prudenti, dovevano aver passato le ultime ore in quel letto. E il sonno era stata decisamente la parte minore...
Liara si era svegliata perché, all'improvviso, aveva sentito qualcosa mancare accanto a sé: la ritrovò aprendo gli occhi.
"Ehi." sussurrò Hayat, le labbra stanche dall'aver battuto ogni angolo di Liara: non così stanche però, dal non poter sorridere: "Come ti senti?"
Già, come si sentiva? Indolenzita, fu la prima parola che le venne in mente... ma era una stanchezza buona, di quelle che sono state meritate. La seconda cosa che le venne in mente, non fu un'emozione che avesse un nome: come farfalle sotto la pelle. Come trovarsi alla soglia di una grande consapevolezza della mente: l'aria della Normandy aveva sempre avuto un simile profumo? E la luce della stanza, aveva sempre creato ombre così suggestive?
Hayat era sempre stata così bella, anche quando si limitava ad osservarla con la testa appoggiata sulla mano?
Prima di rispondere, Liara intrecciò la mano con quella dell'Umana: il contrasto tra i loro colori e la loro natura, aveva mai significato così poco?
"Per la Dea... è stato... incredibile."
Nel senso più letterale del termine: un conto era sentirne parlare... un'altro, provarlo di persona. Niente di quello che aveva imparato e immaginato con la sua notevole intelligenza l'aveva preparata a quello.
Hayat si chinò a darle un bacio:
"Pronta per il secondo round?" le chiese con fare predatorio. E i pensieri che emersero in quegli occhi viola mentre la guardava, avrebbero fatto arrossire un Krogan.
Liara emise una risata scandalizzata e divertita:
"Comandante...!" rispose, ma ciò che pensò fu ben diverso: Lei è mia. Per sempre.
Ma la dottoressa non fece in tempo a rispondere, o ad accettare l'invito, perché la voce di Joker si inserì attraverso l'intercom
"ETA 15 minuti al portale di Mu." annunciò a gran voce.
"Maledizioni." disse Shepard abbattendo la faccia nel materasso a fianco della testa di Liara, che le affondò la mano in quella matassa ormai scarmigliata che erano i suoi capelli: "...Immagino di non poter mandare un sostituto?"
"No... ma sarò con te."
"...Lo sai vero che non vorrei altro che rimanere qui. Con te?"
Liara la baciò sulla guancia:
"Lo so. Ma c'è bisogno di te, ed è meglio che io vada: Ilos... ci aspetta." disse Liara scendendo dal letto e raccogliendo il suo camice da laboratorio.
Hayat brontolò invece, dirigendosi verso la sua doccia: la sentì parlare nonostante lo scorrere dell'acqua:
"Liara..."
"Hayat?"
"Qualunque cosa accada su Ilos, volevo solo dirti..." c'erano così tante cose che avrebbe potuto dirle, ma non sapeva come. Così tante... nemmeno agli N7 insegnano certe cose: "Grazie, Liara. Di tutto."
"È un piacere." fu la quieta risposta, ma Hayat comunque la sentì.
Quando pochi minuti dopo uscì dal suo bagno, Liara era già andata a prepararsi: quel letto sfatto e vuoto... maledizioni, le fece male solo a guardarlo.
Il comandante Shepard uscì dal suo alloggio subito dopo: fu con una tazza di caffè, la sua ultima, che raggiunse il cockpit, immergendosi nella vita della nave.
La squadra si riunì dietro di lei, come nuvole che seguono il vento quando preannuncia la tempesta: Liara non fu l'ultima, ma in quel momento fu la più importante. Loro sei marciarono in silenzio, compatti fino a Joker: la sua tazza era vuota ora e la Squadra pronta.
Oltre il cockpit, si disegnava la familiare struttura di un portale, immerso nei gas azzurri della nebulosa che lo aveva per così tanto tempo nascosto.
"Giusto in tempo per il salto, signora." la accolse Grenado.
"Non me lo sarei perso per niente al mondo. Ci porti dentro Caroline."
E la Normandy fu spedita a quasi 33 mila anni luce in un solo istante.


Scrivendo questa storia, è arrivato a volte un momento in cui mi sono trovato ad un bivio: tra quello che mi sarebbe piaciuto raccontare, e ciò invece che dovevo raccontare, secondo la consegna che mi ero dato, ovvero scrivere una raccolta quanto più fedele alla trama di ME1.
In questo capitolo, ho seguito la mia pulsione primaria: ciò che viene scambiato prima del salto per il portale di Mu (o in ME2,3), non suggella niente, dal punto di vista sentimentale: solamente, lo completa (e questo sia vero anche in molti altri casi ;). Ed almeno con Liara, così inesperta, così... nuova a questo, non può che essere tenero e goffo, perfino timido per certi versi, con Liara che ha bisogno di coraggio liquido per far tacere l'angoscia nutrita dall'inesperienza. A cui ho voluto far riflettere il dubbio di Hayat Shepard di non essere... bella.
Per quanto qualcuno possa trovarle affascinanti le cicatrici, so che portarle... portarle è tutto un altro paio di maniche.
Tuttavia parlando francamente, del sesso, non trovo ci sia niente da temere xD.
A parte questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto abbastanza da meritarsi una recensione: non manca molto alla fine di questa raccolta.
A presto.
  
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