Genere: Non ne ho idea… ??
Generale?
Tipo di coppia: Nessuno, se proprio shonen-ai accennato.
Personaggi: Teppei
Kiyoshi, Hyuuga Junpei
Rating: Verde
Parole: 780+
Note: Non ho letto il manga di Kurobas, ma anche prima che la serie animata finisse sapevo già a grandi linee tutti i grandi punti di
trama fondamentali.
… sì, insomma, tutti
tranne quello di Teppei che se ne va in America a
farsi curare. Una cosuccia che mi ha preso un po’ alla sprovvista.
Scritta il: 1/07/2015
15# • Things you
said with too many miles between us
Era infinitamente grato di
poter essere lì, davvero.
Era grato di aver potuto
approfittare di un’opportunità così rara, di aver potuto dare un futuro
concreto, vero, alla propria carriera come giocatore. L’intervento era andato
straordinariamente bene e la riabilitazione stava procedendo lenta ma senza
ostacoli, il tutto in un continente lontano che l’aveva sì accolto con
gentilezza, però…
Eh, sì, c’era per forza un
però.
Aveva fatto voto di non
lamentarsi mai durante questo periodo, ma gli succedeva spesso, quando si
svegliava al mattino, di sentire più pesante del solito la consapevolezza di
essere solo. La lingua era ancora un problema, non aveva praticamente
fatto conoscenze (non che nelle sue condizioni potesse permettersi troppo di
andare in giro… !) e, soprattutto, gli mancavano tutti.
Non era un mistero che Kiyoshi Teppei fosse un ragazzo
che amava essere circondato dalle persone a cui voleva
bene, e saperle tutte così lontane non era sempre un pensiero semplice da
buttare giù. Chissà se i suoi nonni stavano bene? E la sua squadra,
la sua Seirin?
Kuroko, Kagami, Izuki, Mitobe, Koganei, e gli altri? E Riko?
… e Hyuuga?
Sospirò, tirandosi a sedere
sul letto e stiracchiandosi. Hyuuga era decisamente quello che stava risentendo più di tutti di
quell’assenza, per quanto non volesse ammetterlo nemmeno a lui. Ormai era
abituato a riconoscere le sue vere intenzioni celate dietro pareti di indisponenza e, in tutta
sincerità, non era certo il solo a starci così male. Magari avrebbe potuto telefonargli, hm… che ore erano in Giappone? Probabilmente
era notte inoltrata, o qualcosa del genere.
Allungò una mano per
raggiungere il cellulare sul comodino. Lo schermo brillava già di notifiche,
tra le quali scorse con gli occhi ancora impigriti.
“You
have 10 missed
calls and 13 unread messages.”
E che diavolo era successo?
Deglutì, un po’ nervoso, sentendosi gelare il sangue. Erano tutte chiamate di Hyuuga… e i messaggi erano tutti vocali!
Provò a selezionare il
primo, non esattamente sicuro di cosa aspettarsi.
“Ehi! Sono ore che cerco
di chiamarti, vuoi tirare su quel telefono sì o no?! Che diavolo stai facendo, hm?”
“Per una volta che
chiamo un po’ più tardi del solito già smetti di
rispondermi! Che hai, l’amante?! “
“Vuoi tirare su quella
cornetta sì o no?! Idiota! Sto
iniziando a preoccuparmi!”
“… uh… lascia perdere, ho realizzato che da te sono tipo le tre di
notte. Inutili, stupidi fusi orari… e tu non osare ridere! Scavalco l’oceano se
scopro che ti sei messo a ridere!”
“… comunque qua tutto
bene, scusa se non ho telefonato prima ma Riko ci ha ucciso con la pratica, oggi. Stavo seriamente
pensando di morire. Tu… tutto bene, sì? Ginocchio a posto, tutto il resto a
posto… se non ti sei fatto sentire per primo la prendo
come una cosa positiva, quindi va bene. Volevo solo chiamare
pe-“
“… stupido limite di
tempo. Dicevo, volevo chiamare per… boh? Dirti come vanno le cose qua? A parte
la stanchezza stiamo tutti bene. Stiamo iniziando ad organizzare le prime partite amichevoli, e ci hanno già
detto che tra qualche mese verranno da queste parti dei tizi americani. Ne hai
sentito parlare, lì? Gente che fa street basket, ti-“
“… tipo. C’è chi dice
che siano più forti della generazione, ma tu ci credi? Bah… in ogni caso magari
vedi di rimetterti per allora, così vieni anche te a
vedere se sono così fighi come pensano. Comunque, se senti parlare di tali Jabberwock, sono loro. Non fartici appassionare troppo, però! Giuro che se scopro c-“
“Se scopro che ti sei
messo a giocare laggiù invece che stare a riposo ti
spezzo personalmente anche l’altra gamba. Stai. Giù. È un ordine, ok? Anche il coach ti direbbe lo stesso quindi stai. GIÙ.”
“… il resto della
squadra è particolarmente vitale, intanto, anche se, boh…”
“… si sente che manca
qualcosa. Si sentiva quando non c’eri prima e si sente pure di più adesso. Non
faccio che dire a tutti che non starai via per così tanto, e che se volessimo
potremmo raggiungerti facilmente, però…”
“Ci manchi.”
“E MI manchi,
un sacco.”
“Fatti sentire, ok?”
Sentire la sua voce, e sentire che quel sentimento di nostalgia era reciproco, fece
sorgere sulle sue labbra un sorriso indelebile. Non pretendeva che gli dicesse
sempre e comunque come stava, sapeva benissimo quanto fosse difficile fargli
ammettere di star provando certi sentimenti… ma era bello, ogni tanto, sentirlo
mettere da parte l’orgoglio per dirgli le cose come stavano.
Non ci
pensò nemmeno quando selezionò il suo nome sullo schermo, portandosi il
cellulare all’orecchio.
- … oi, hai idea di che ore
siano qui?! -
Ridacchiò, sereno. Lo
sapeva benissimo, eppure chissà come mai aveva risposto subito.
- … mi manchi anche tu, Hyuuga. -