Badababoom!
(that's what I like about you)
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" Che ne pensi tu, Tartufo?"
Visto da fuori, un ragazzino che parlava con un cane poteva già sembrare leggermente
strano, figuriamoci se a questo si aggiungeva il fatto che a. il suddetto
ragazzino avesse una bacchetta; e b. il grosso cane bianco lo osservasse
con un'espressione tra il solidale e il vagamente annoiato, sbadigliando vistosamente.
James Sirius Potter aveva un problema, uno di quelli grossi. E a James Potter non
piaceva avere problemi, grandi o piccoli che fossero.
Si grattò la punta del naso, mentre al suo fianco Tartufo, il cane di famiglia,
si disinteressava beatamente dei suoi problemi accucciandosi a terra.
Non era mai stato così poco contento di compiere diciassette anni, e tutto per colpa
di due lettere arrivate meno di ventiquattro ore prima, che adesso teneva strette
in mano.
Accidenti al suo compleanno.
Accidenti all'estate.
Accidenti a Cassie Finnigan.
E, soprattutto, accidenti al suo cosiddetto migliore amico Matt Baston, stupido
falso e bugiardo testa di Schiopodo Sparacoda dal pessimo tempismo e senza il minimo
senso del pudore, o della vergogna, o di tutti e due.
James non poteva definirsi un esperto in certe questioni da "Strega Moderna", ma
era quasi certo che rivelare certe cose, soprattutto via gufo, non fosse qualificabile
come mossa saggia; d'altronde, non era nemmeno sicuro di voler chiedere
consiglio a chi quel giornale lo leggeva, dal momento che a casa Potter - come a
casa Weasley - era impossibile tenere un segreto: che fosse una caramella rubata
o la ricetta della bomba atomica, tutti riuscivano sempre a sapere tutto.
E, parlandoci in tutta onestà, non aveva nessuna intenzione di rendere partecipi
della faccenda alcuni elementi della sua famiglia, leggi un certo Albus Severus
e, per estensione, l'altra metà del malefico duo, Rose Weasley. Sua madre l'avrebbe
capito e lo avrebbe aiutato a risolvere il problema, come sua zia Hermione; suo
padre e suo zio Ron si sarebbero di certo imbarazzati, ma lo avrebbero supportato;
Lily avrebbe fatto un miliardo di domande e Hugo non si sarebbe mai sognato neanche
lontanamente di ridere, ma quei due? Già se li immaginava, a rotolarsi per terra
dalle risate e a fare battutacce.
Ne era sicuro, l'avrebbero preso in giro fino alla fine dei tempi.
Dopotutto, si disse sospirando mentre gettava una pallina al suo cane, ci era abituato,
ormai. Erano più o meno quindici anni - mese più, mese meno - che questa storia
andava avanti: da quando quei due avevano detto la loro prima parola, e, ironia della sorte, avevano deciso di
farlo nello stesso giorno, avevano deciso di poter divertirsi alle sue spalle. Volendo essere ottimisti a tutti i costi, almeno quella storia assurda avrebbe
soppiantato nell'angolo dei racconti imbarazzanti della cena di Natale la scenetta
della sua mirabolante caduta nel bel mezzo della Sala Grande davanti a tutta la
scuola durante il banchetto di Halloween del suo terzo anno, che suo fratello e
sua cugina amavano sempre replicare tra gli applausi.
Ora finalmente avrebbero vinto contro lo zio Ron e lo zio George, che mimavano la
balbettante dichiarazione di suo padre a sua madre, almeno. Avrebbero dovuto ringraziarlo.
Dannato Matt Baston. E dannato Cupido dalle poche diottrie.
Perché, si chiedeva James guardando Tartufo sollazzarsi con la pallina, perché tra
tutti i sei miliardi di individui che popolano il pianeta il suo migliore amico
doveva proprio andare ad innamorarsi di lui?
Come se la giornata non fosse già cominciata abbastanza male, poi, la ragazza di
cui era follemente innamorato fin dal loro primo incontro, nonché sua migliore amica,
Cassie Finnigan l'irlandese di fuoco, gli aveva appena comunicato che non ce l'avrebbe
fatta a partecipare alla sua festa di compleanno, perché suo padre Seamus aveva
avuto un incidente sul lavoro - qualcosa che aveva a che fare con un ascensore,
una battuta e uno Schiopodo Sparacoda troppo irascibile - e non poteva accompagnarla,
e non sia mai che Seamus Finnigan lasci che la sua preziosa primogenita si avventuri
da sola con la Metropolvere verso l'ignoto.
Poteva immaginare un compleanno più schifoso di così?! Certo che sì, visto che al
peggio non c'è mai fine, come amava ripetere il suo mentore, Teddy Lupin.
Poteva sempre piovere.
Appena formulò questo pensiero, gli parve di udire un tuono in lontananza. Decisamente
non era la sua giornata.
**********
Era una festa stupenda, con degli
addobbi magnifici, del cibo squisito e con mirabili fuochi d'artificio. Non per
vantarsi, ma Ginny Potter aveva veramente superato sé stessa in occasione del
diciassettesimo compleanno del suo primogenito. Logico che allora fosse un
tantino irritata dal fatto che il festeggiato non si fosse nemmeno preso la
briga di far finta di apprezzare lo sforzo.
"Ehi. Qualcosa non va?" Le chiese la voce di Harry all'orecchio, mentre il
proprietario le cingeva i fianchi.
"Tuo figlio è un disgraziato irriconoscente, ecco cosa c'è che non va." gli
rispose lei, voltandosi a guardarlo e rifilandogli il famoso e brevettato
sguardo da Prova-a-contraddirmi-e-dormi-in-salotto-per-i-prossimi-sei-mesi.
"A
proposito, buon anniversario, tesoro."
"Buon anniversario anche a te, amore." replicò il moro, scuotendo mentalmente la
testa e preparandosi all'ipotesi di preparare la colazione la mattina dopo. "Che
ha fatto stavolta mio figlio?" Le domandò, rimarcando la parola mio.
"Uno si da un gran da fare per organizzare la festa che ogni diciassettenne
vorrebbe, e che cosa ha in cambio? Niente, nemmeno un misero 'Grazie, mamma'. Io
ho anche una vita, sai, oltre che a mandare avanti questa famiglia! Questa festa
non gli era affatto dovuta, avremmo potuto benissimo fare una semplice cena ma
io ho voluto organizzargli il party dell'anno, e guardalo! Se ne sta lì in un
angolo a sospirare, non facendo nemmeno finta che gli piaccia la festa! Tanto
valeva non festeggiare per nien... "
"Ehi, respira!" La interruppe il marito. "Lo so, può sembrare alquanto scortese
da parte sua, ma non so se hai notato che manca qualcuno, stasera..." continuò
con un occhiolino.
"Chi?"
"Capelli rossi, occhioni azzurri, un'innaturale attitudine a dar fuoco a
qualunque cosa le capiti sotto tiro..."
"Oh cielo, Cassie non è venuta? Oh, povero pulcino mio! Povera stella della
mamma! Adesso capisco perché è così giù."
"Ah, ma non lo sarà per molto." La rassicurò Harry, dandole un bacio.
"Stamattina ho incontrato Seamus che mi ha chiesto di dire a James, casomai me
l'avesse chiesto, che si era fatto male in ascensore con uno Schiopodo. A quanto
pare Cassie gli ha preparato una sorpresa coi fiocchi."
Ginny sospirò appoggiandosi al marito. "Spero tanto che la sorpresa non
comprenda il mandare a fuoco la casa. Ho appena cambiato le tende."
**********
"James, possiamo parlare un secondo?"
Ecco. Il fatidico momento era arrivato. E James avrebbe volentieri mandato la
sua Firebolt MAX ad un rendez-vous col Platano Picchiatore piuttosto che
cominciare quella conversazione.
Improvvisamente provò l'impellente desiderio di vuotare una bottiglia di Whiskey
Incendiario Gran Riserva in un solo sorso.
"Senti, ho letto la lettera." sbottò.
"Quale lettera?" chiese l'altro, spiazzato dalla risposta del moro.
"Non fare il finto tonto, sai benissimo di cosa parlo."
"Veramente..."
"Non mi interrompere! Senti, non è che la cosa non mi lusinghi, ma io e te non
proviamo le stesse cose. Mi dispiace, ma evidentemente io non tengo a te quanto
tu tieni a me; insomma, tu meriti qualcosa di meglio, qualcuno che provi le
stesse cose che provi tu e quello non sono io."
"Jamie, sei sicuro di sentirti bene?" gli domandò Matt, guardandolo scioccato.
"Stai delirando!"
"So benissimo cosa sto dicendo." replicò James, guardando ovunque fuorché il
viso del suo amico. "Naturalmente sarei felicissimo se rimanessimo buoni amici,
sai che mi piaci. Cioè, mi piace la tua amicizia, non equivocare!"
"Grazie, anche a me di solito piace essere tuo amico, quando non ti comporti da
emerito imbecille come in questo caso."
"Ti assicuro che non ho niente contro di te, o contro quelli come te..."
continuò il moro, come se non sentisse le parole dell'altro.
"Contro chi? I portieri di Quidditch?"
"Ma.... è solo che io non sono come voi!"
"Come noi? Ovvio, tu sei un cercatore!"
"E poi, anche se fossi come voi..."
"Aspetta, ti ho perso. Che diavolo stai farfugliando?"
"Io non potrei mai ricambiarti, perchè sono innamorato di un'altra persona."
"Auguri e figli maschi allora. Chi è la fortunata?" replicò Baston, sospirando,
e decidendo al momento che la tattica migliore era assecondare il delirio
dell'amico.
Le orecchie di James assunsero una tinta tipicamente Weasley. "Io, beh ecco..."
farfugliò, guardandosi intorno alla ricerca di eventuali ascoltatori indiscreti.
"Mipiac'assie." disse poi tutto d'un fiato.
"Puoi ripetere?"
"Mi piace Cassie." ripeté, in un sussurro poco udibile.
"Bontà divina, Jamie, non riesco a capirti." gli disse l'altro, con uno sguardo
interrogativo. "Alza la voce, per Merlino!"
Se James Potter avesse conosciuto un incantesimo tanto forte da aprire un buco-
anzi no, una voragine- capace di portarlo fino al centro della terra sotto i
suoi piedi e chiudere la strada dietro di lui, non avrebbe esitato ad usarlo, in
quel preciso istante.
Sfortunatamente, doveva rispondere per la terza volta al suo amico, che sembrava
essere diventato improvvisamente sordo. Tanto valeva urlare.
"Mi piace Cassie, ok?" urlò, facendo voltare metà degli invitati. "Sono
dannatamente, follemente, pateticamente innamorato di Cassie Finnigan,
contento?" finì, continuando ad urlare, mentre nella sala era sceso il silenzio
più totale.
"Amen fratello, ma non c'era bisogno di urlare così." replicò Matt, trattenendo
a stento una risatina. "Lei ti avrebbe sentito lo stesso." continuò, puntando il
dito oltre la spalla del moro e sghignazzando.
No. Tutto questo non stava accadendo veramente. Era solo uno stupido brutto
sogno.
Accadde tutto in tre secondi, che a lui parvero secoli.
James si voltò.
Cassie lo fissò.
Qualcuno tra la folla, improvvisamente, urlò. "Diamine, avevo appena cambiato le
tende!"
**********
La cosa positiva dell'essere
maghi è che, nel bel mezzo di un incendio, non c'è bisogno di chiamare i
pompieri.
Il lato negativo è che, se ti trovi giusto a tre centimetri dal fuoco e venti
maghi urlano contemporaneamente "AGUAMENTI!", le probabilità che tu finisca più
bagnato di un pesce rosso in una vasca sono decisamente alte.
Se c'era una cosa che Matt Baston odiava, a parte perdere a Quidditch e perdere
a Quidditch contro i Serpeverde, era vedere i suoi due migliori amici fare di
tutto per ignorarsi a vicenda. D'altra parte, dopo sei anni di frequentazione,
aveva accumulato abbastanza esperienza da sapere che era meglio non fiatare,
visto che i fuochi d'artificio sarebbero scoppiati di sicuro.
"Ehm... James?" chiamò l'amico, ricordandosi di una cosa che l'aveva
incuriosito.
"Si?" gli rispose l'altro, col tono di voce di un condannato a morte a cui si
chiede di ballare il tip tap per far divertire il plotone d'esecuzione.
"Mi chiedevo..." cominciò, ma fu interrotto da un molto udibile sussurro di
Cassie che diceva "Idiota!"
Come volevasi dimostrare.
Matt sospirò pesantemente, preparando i propri timpani a quello che stava per
accadere.
"Scusami? Hai detto qualcosa?"
"Hai sentito benissimo, Potter. Sei un idiota."
"Grazie per questo edificante commento sulla mia persona, ma non capisco a cosa
sia dovuto."
"Semplicemente al fatto che SEI UN IDIOTA!"
"Monotematica!"
"Cretino!"
"Dannazione, Cassie! Ma che ti ho fatto?"
Matt Baston avrebbe tanto voluto prendere a calci nel sedere quel tonto del suo
migliore amico, così da fargli entrare un po' di sale in zucca; invece si limitò
a scuotere la testa sconsolato. "Ehm, se posso interrompervi..." disse, senza la
reale convinzione che lo stessero ascoltando.
"Non puoi dire certe cose e non aspettarti niente!"
"Ehi, non è colpa mia se tu sbuchi dal nulla ogni volta che ti si nomina! Non
pensavo che ci fossi!"
"Ah si? Perché, non l'avresti detto se avessi saputo che c'ero?"
"Si! Cioè, no! Cioè... Dannazione, Cassie, l'ho detto solo perché Matt mi ha
mandato una lettera..."
"Quindi non sei innamorato di me?" gli chiese Cassie, arrossendo furiosamente.
"Non ho detto questo!" si affrettò a risponderle James, arrossendo a sua volta.
"E' solo che, insomma... Non l'avrei certo detto così, se avessi saputo... Sarei
stato, non so... Ma anche tu...?" Le chiese, guardandola speranzoso.
"Anche io." gli rispose lei, sorridendogli.
"Ehm, ehm." Si schiarì la voce Matt, interrompendo l'idillio. "A proposito della
lettera che ti avrei mandato, Jamie... Che diavolo blateravi, prima?"
James, che sorrideva in maniera ebete a Cassie, ritornò improvvisamente sulla
terra e di malavoglia si voltò verso l'amico. "Parlavo di questa." Gli disse,
mostrandogli la lettera. "Mi è arrivata stamattina."
Matt la prese dalle mani dell'altro e , ignorando Cassie che si sporgeva sulla
sua spalla per vedere di cosa si trattasse, cominciò a leggerla, con crescente
ilarità. "Dimmi, James, credi veramente che voglia... aspetta, com'era? 'Salire con te sulla Torre Eiffel e dichiararti il mio imperituro amore al
chiaro di luna'?"
"Beh," replicò l'altro imbarazzato, "è la tua calligrafia..."
"Si, ma non è il mio stile."
"Ma... Ma... E' la tua calligrafia!" continuò a ripetere James,
sbigottito.
L'altro cominciò a ridere. "Jamie caro, pensi veramente che con la metà della
popolazione femminile di Hogwarts ai miei piedi io vada ad innamorarmi proprio
di te? Questo sì che è avere un'alta considerazione di sé stessi, mio caro e
sempliciotto amico!" disse, dandogli una pacca sulla spalla e asciugandosi una
lacrima. "Secondo il mio modesto parere, si tratta di uno scherzo, e anche
abbastanza ben congeniato."
"Oh." fece semplicemente il primo, grattandosi imbarazzato la nuca. "Ma...
Chi può essere stato, allora?"
Questa volta fu Cassie a rispondergli. "Ehm, a giudicare da quanto stanno
ridendo, mi sa proprio che i colpevoli sono tuo fratello e tua cugina." Gli
disse, indicandogli i due, poco distanti da loro, che ridevano a crepapelle.
Fortunatamente per quei due, James Potter non era un Basilisco, altrimenti li
avrebbe pietrificati con lo sguardo. Tuttavia, guardando i suoi occhi, si intuiva
chiaramente che Albus e Rose non se la sarebbero cavata con un semplice "Mi
dispiace!". Non pensando minimamente a ciò che stava per fare, si avvicinò a
Cassie e la baciò, dopodichè disse, impugnando la bacchetta: "Voi aspettatemi
qui. Vado, li ammazzo e torno."
**********
Tutto sommato, il diciassettesimo compleanno di James Potter non
era andato veramente male.
Certo, l’aver attaccato alla schiena Albus e Rose costringendoli a ballare la
polka gli era costato due mesi di punizione, e la ramanzina di sua madre non era
stata una cosa particolarmente piacevole da ascoltare, persino a due chilometri
di distanza.
Matt, poi, non si sarebbe mai perso un’occasione come quella per prenderlo in
giro e anzi, gli aveva promesso solennemente che non gli avrebbe fatto
dimenticare tanto facilmente la storia della lettera; prezzo ragionevole,
secondo lui, per aver visto infangare la sua reputazione di donnaiolo.
Non aiutava nemmeno il fatto di non aver potuto assaggiare la magnifica torta
che sua madre aveva preparato, andata persa per colpa di un Aguamenti lanciato a
casaccio; per non parlare poi di quell’odore di legna bruciata e cane bagnato
che adesso aleggiava per la casa, e che non sarebbe stato tanto facile
rimuovere; e sì, le tende nuove non sarebbero mai più state le stesse, ma…
…ma rimirando il soffitto della sua camera, quella sera, scoprì che un unico,
gigantesco lato positivo in tutta quella faccenda, in grado di annullare persino
l’odio viscerale che al momento provava per i suoi consanguinei, c’era, ed era
il viso di Cassie Finnigan tra le sue mani mentre la baciava. Pur di ripetere
quell’unico, glorioso istante, avrebbe volentieri accettato di ripetere quella
disastrosa giornata all’infinito.
Beh, magari avrebbe fatto a meno dell'amico gay.
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*Rullo di tamburi* Ebbene sì, miei fidi adepti, Pepero è
tornata! Piaciuta la storia? Sì? Bene, è quello che dovevate rispondere xD.
Poche cosette: prima di tutto, per quelle poche anime che se lo stessero
chiedendo, "Il tesoro dei Malandrini" è in coma vigile; purtroppo mi si è fuso
il portatile e ho perso l'ultimo indovinello, e non me lo ricordo. Dovrei
trovare qualcuno in grado di recuperarmi il file dall'hard disk heheh
Grazie a tutti per i complimenti via recensioni, mail o commenti sul mio blog ^^
Vi adoro a prescindere! lol
Last, but not least, un ringraziamento di cuore al mio cane Sansone/Tartufo, per
avere la faccia più adorabilmente cretina del pianeta; a SegretarSmee per aver
partorito la malsana idea alla base di questa fanfic e alla mia cara beta, Stefy
(EFP - ufficio beta reader), che mi ha tanto sopportato :D