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Autore: Kaguya    10/08/2015    0 recensioni
Stiles trova lavoro presso il giornale locale, di proprietà del rampollo della famiglia Hale, Derek, che lo spinge a investigare su una serie di strani casi accaduti a Beacon Hills, nella speranza di ritrovare un pezzo del suo passato. Ma lungo questo percorso i due potrebbero trovare qualcosa di inaspettato...
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Serendipity
Capitolo 2 - il Primo Giorno


"Liam! Diamine...ti ho detto mille volte di non lasciare questi cosi in giro!!"

Strepitò Stiles, saltellando su un piede, mentre si teneva l'altro con le mani, dopo essere inciampato in un manubrio abbandonato in salotto dal suo coinquilino.

"Manubri Stilinski, non cosi...e ogni tanto potresti usarli anche tu..."

Suggerì sornione il ragazzo, comparendo dalla porta della cucina, con indosso solo un pantaloncino e un bicchiere di spremuta d'arancia in una mano.
Stiles gli gettò un'occhiata esasperata. Liam era una specie di riproduzione in scala del David di Michelangelo. Solo più pompato. Lui invece aveva l'addominale fermo al livello "bozza" e ogni tanto un pizzico di invidia andava a pungerlo.

"E' il mio primo giorno...vorrei arrivarci con i miei piedi...interi!"

Sbuffò, allungando una mano per prendere la giacca abbandonata sul divano.

"Allora, attento alla borsa che ho dimenticato all'ingresso...e buona giornata!"

Gli disse per tutta risposta Liam, sparendo di nuovo in cucina, perdendosi lo sguardo di disapprovazione del ragazzo. Facevano sempre le stesse storie, quasi come marito e moglie dopo 20 anni di matrimonio. Loro invece si erano conosciuti all'università solo pochi anni prima e convivevano da allora. Il loro era un rapporto conflittuale ma amichevole. Più o meno.

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Raccolse la ventiquattrore e il sacchetto di Starbucks con dentro la sua colazione e spalancò la portiera della macchina, pronto, prontissimo, ad affrontare il suo primo giorno.

'Sii proattivo Stiles' si era ripetuto per tutto il tragitto, con la radio di sottofondo a quella sorta di training autogeno.

Ma quando sentì il tonfo prodotto dalla portiera contro qualcosa il suo spirito scese un gradino del piedistallo mentale.
Alzò lo sguardo appena in tempo per vedere un uomo col viso nascosto dietro le mani, mentre si teneva il naso. Un mugolio di puro dolore attraversò quelle dita ben curate. Insieme a una imprecazione semi soffocata.

"Cavolo! Mi scusi...io non volevo...stavo uscendo e non l'avevo vista...e mi dispiace davvero tanto...si è rotto...?"

Chiese Stiles, pallido come un cencio, mentre richiudeva la portiera e istintivamente cercava di prendere le mani dello sconosciuto per scostargliele dal viso e controllare il suo naso.

"Non le sta uscendo sangue vero...? Io non sopporto la vista del sangue...Davvero...Sono mortificato...Come posso aiutarla...?"

"...Stia un attimo zitto, Stilnski!"

Sbottò l'uomo, scostando le mani dal viso e gelando con un'occhiataccia il più giovane. Che dal canto suo rimase con le mani a mezz'aria e la bocca spalancata. Il capo. Aveva appena piallato il viso di Derek Hale con la portiera della sua Jeep scassata. Non che se fosse stata una Porsche sarebbe stato meno imbarazzante.

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Raggiunsero l'ufficio in un religioso silenzio. Stiles se ne stava dietro il moro in silenzio, osservandolo di sottecchi di tanto in tanto. Aveva un'aria decisa e ferma anche con il naso ridotto come un pomodoro. Derek dal canto suo avanzava spedito verso il proprio ufficio consapevole degli occhi del ragazzo puntati sulla sua schiena. Passarono davanti alla scrivania di Mason che li osservò con aria interrogativa prima che sparissero nell'ufficio del Direttore.
Stiles non sapeva che fare: era agitato e avrebbe voluto scusars altre cento volte almeno, ma Derek gli aveva intimato di restare in silenzio...

"Stilinski...Stilinski..."

Lo richiamò il più grande, mentre si allentava il nodo della cravatta, mettendosi seduto alla propria scrivania. Lo fissava con le sopracciglia aggrottate, ancora stizzito per la portierata in faccia, ma anche con un che di interrogativo.

"Posso sapere che ci fai nel mio ufficio...?"

Chiese dopo un istante di esitazione.
Stiles sbattè un paio di volte le palpebre come se non avesse capito bene. Poi, resosi conto di dove si trovava, arrossì violentemente. Lo aveva seguito d'istinto, aspettandosi forse una ramanzina, o di essere licenziato.

"Ah...ehm...io pensavo..."

"Stilinski, smetti di fare lo stalker e torna alla tua scrivania..."

Gli ordinò Derek, con l'aria di uno già stanco, ma segretamente era un pò divertito da quel ragazzo...poteva tranquillamente leggergli in faccia tutta l'ansia e l'imbarazzo che stava provando. Ovviamente non aveva alcuna intenzione di rassicurarlo e mettere fine a quello spettacolo.

"Fatti accompagnare da Mason...ti presenterà Lydia...lavorerai con lei"

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Aprì la porta di casa sospirando. Era stata una giornata intensa. Però almeno rispetto a come era iniziata era andata migliorando...I colleghi si erano dimostrati tutti socievoli e la sua 'socia', Lydia, era una ragazza dall'aria civettuola ma intelligentissima.

"Bentornato...uff....sembri uno straccio..."

Lo accolse Liam, mentre faceva gli addominali sul tappeto del salotto, alternando le parole e la respirazione.
Stiles gli gettò un'occhiata scettica prima di scuotere la testa.

"Elimina il 'sembri'...Ho quasi piallato la faccia del capo stamattina e credo di essermi imbarcato in qualcosa di più grande di me..."

Si lamentò, gettando giacca e ventiquattrore sul divano, mentre slacciava i primi due bottoni della camicia.
Liam sospese l'esercizio per seguirlo in cucina.

"Piallato...? Sembra interessante..."

Provò a scherzare, mentre l'altro tirava fuori un paio di birre dal frigo.

"Ho dato la portiera della Jeep in faccia al mio capo...Interessantissimo!"

Ironizzò Stiles, spingendo una bottiglia verso l'altro.

"E mi hanno assegnato a una rubrica che ha dell'inverosimile...letteralmente! Dovrei indagare su casi strani e irrisolti che sembrano sovrannaturali..."

Iniziò a spiegare, parlando sempre più veloce, man mano che buttava fuori l'ansia e dentro la birra.
Liam si mise comodo su uno sgabello. Lo conosceva abbastanza da sapere che non era il momento di punzecchiarlo. Era meglio lasciarlo sfogare un pò prima.

"Come faccio a scrivere di cose che non esistono? E vedessi l'entusiasmo della mia collega, Lydia! E' davvero molto bella...ha dei capelli di un colore...biondo fragola..."

Liam iniziò a ridere.

"Se non fosse che ho la certezza che sei gay penserei che hai preso una cotta per questa Lydia..."

"Se fossi stato etero probabilmente mi sarei gettato ai suoi piedi..."

Ammise candidamente Stiles, prima di mettersi seduto a sua volta.

"Liam..."

"Si?"

"Secondo te è normale che il mio capo chiami tutti per nome, tranne me...?"

Liam non potè trattenere una calda risata. Come al solito Stiles andava a fissare dettagli che ad altri potevano sembrare trascurabili e li rendeva il centro delle sue ansie. Era sicuro però che in quel preciso momento fosse stata la birra a spingerlo a quel pensiero. Era sempre stato uno che reggeva poco l'alcol. Lo faceva sempre straparlare. Più del solito.

"Stiles...nemmeno tu usi il tuo nome...Perfino tuo padre..."

Gli ricordò con un sorrisetto sghembo. Stiles annuì e sollevò la bottiglia di birra come per brindare a quella semplice rivelazione.

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I colpi secchi e ritmici dei tacchi lungo il corridoio annunciarono l'arrivo della ragazza prima ancora che la sua figura minuta ed elegante potesse apparire sotto l'arco della porta in un turbine di onde color 'biondo fragola'. Sembrava furiosa. Probabilmente lo era. Aveva le labbra serrate in una linea dura, gli occhi sgranati e le braccia incrociate al petto mentre fissava alternativamente i due ragazzi nell'ufficio.

"Lydia..."

Iniziò il più giovane con cautela. Ma come prevedibile fu prontamente interrotto dalla ragazza.

"Non sa niente vero? COSA DIAMINE AVEVATE IN MENTE?"

Il tono si alzò cosi rapidamente che riuscì a far abbassare per un attimo lo sguardo persino a Derek, dall'altro lato della scrivania.

"Lydia..."

Provò anche lui, ma la rossa era un fiume in piena.

"No niente 'Lydia'...Oggi mi guardava come fossi pazza mentre gli mostravo qualche slide dei vecchi casi...E' un bravo ragazzo, ma è impreparato...Cosi si farà ammazzare..."

Si fermò un attimo, con un sospiro triste. Ma nessuno ebbe il coraggio di parlare stavolta. Si avvicinò quindi alla scrivania e si lasciò cadere nella poltroncina vuota.

"Scott...è il tuo migliore amico...dovrai dirglielo prima o poi...Ormai l'abbiamo coinvolto..."

Disse allora, con un tono quasi materno stavolta, prendendo la mano del moro che annuì con aria tetra.

"Stiles mi ucciderà..."

Considerò sottovoce. E nè Derek, nè Lydia si sentirono di contraddirlo.

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Secondo capitolo yuhuu!! Siamo ancora in una fase introduttiva, ma entreremo in azione nei prossimi capitoli. E finalmente ci sarà anche l'occasione di vedere un pò Stiles e Derek in un altro contesto :P Ora se vi ho incuriosito restate sintonizzati! Io intanto incrocio le dita che il modo in cui sto scrivendo, tipo 'a scene', non faccia schifo ;)
  
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