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Autore: Margot_96    11/08/2015    1 recensioni
C’era qualcosa di stranamente insolito in quella fresca (fresca?) mattinata di agosto. La prima cosa che colpì la sua attenzione fu un rumore, un ticchettio lieve e costante che andava infittendosi, crescendo di intensità secondo dopo secondo. Incredula, Ermione si avvicinò alla finestra, e vide.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era l’11 agosto. Ermione si svegliò dopo una nottata turbolenta, agitata da incubi che non riusciva neanche a ricordare. L’unica cosa di cui fu subito certa era che durante le ore di sonno doveva essersi mossa parecchio, perché non appena girò il collo verso l’interno della stanza, avvertì un dolore lancinante tra l’orecchio e la clavicola. Dopo aver ripreso coscienza dell’ambiente circostante, sollevò la gamba sinistra sopra la destra e con un movimento di bacino, aiutata anche dalla lunghezza delle sue cosce, arrivò a toccare terra con il piede sinistro. Infine, aiutandosi con una spinta delle braccia, si sedette sul letto. Dopo essersi guardata ancora una volta intorno, Ermione si alzò, totalmente nuda, come era ormai abituata a dormire.

C’era qualcosa di stranamente insolito in quella fresca (fresca?) mattinata di agosto. La prima cosa che colpì la sua attenzione fu un rumore, un ticchettio lieve e costante che andava infittendosi, crescendo di intensità secondo dopo secondo. Incredula, Ermione si avvicinò alla finestra, e vide. Vide ciò che fino a un a un attimo prima le sembrava solo uno scherzo della sua vivace fantasia. Oltre le persiane vide chiome di alberi agitarsi nel vento, i cui rami sembravano braccia di tifosi allo stadio. Le urla dei tifosi però, erano mute. Sembrava che tutto il mondo fosse coperto da una enorme campana di vetro, e all’interno di questa un solo rumore, quello della pioggia che si abbatteva su ogni cosa esposta ai capricci del cielo. Attraverso la zanzariera, qualche goccia leggera e vaporosa filtrava sospinta da un vento fresco e umido, come se anche l’aria in movimento fosse bagnata da quel temporale estivo.

Ermione fece un respiro profondo, e sentì i suoi polmoni riempirsi di aria pulita, come depurata dall’acqua che sembrava cancellare ogni traccia di inquinamento. Nel momento in cui inspirò, un forte odore fece fremere le sue narici. Era un odore misto di menta, basilico e fogliame vario bagnato, un odore prepotente che copriva perfino quello della sua pelle, fino a poco prima imperlata di sudore, e dei suoi capelli, noti per essere sempre profumati di shampoo o salsedine. Ermione stava lì, nuda, e non sentiva affatto il bisogno di coprirsi. Si beava del vento che avvolgeva il suo corpo e che, almeno per un po’, la sollevava dalle sue preoccupazioni, riportandola col pensiero sempre più indietro nel tempo. Ripensava ai pomeriggi invernali della sua infanzia, quando una cioccolata calda e qualche biscotto burroso potevano bastare a renderla felice e totalmente appagata, e un sorriso affiorò sulle sue labbra.

Stava lì.

La pioggia si affievolì, uscì il sole.

Ermione tornò alla sua solita vita.

   
 
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